«Tanjiro ha ormai fatto del tutto sua la volontà di Rengoku. Adesso deve pensare a quale sia il suo compito in quanto membro della squadra ammazzademoni. Anche Tanjiro dice la frase "Fai ardere il tuo cuore" e il mio cuore bruciava mentre la pronunciavo. Ho pianto quando ho letto quella scena nel manga quindi volevo assicurarmi che fosse perfetta. Sia Rengoku che Uzui sono due persone incredibili sulle quali puoi fare affidamento. Anche se le loro personalità sono diverse, loro due sono molto simili».
Queste le parole che Natsuki Hanae, doppiatore di Tanjiro, rilasciava in un'intervista durante la messa in onda della più recente serie di Demon Slayer: Entertainment District Arc (Kimetsu no Yaiba: Yūkaku-hen). Il viaggio a bordo del treno Mugen è stato effettivamente lungo: partito nel 2020 nei cinema giapponesi, giunto in Italia prima su Prime Video e poi al cinema, in attesa di trovare conclusione in aprile con l'uscita del film in home video grazie a Dynit.
Inoltre, Mugen Train ha anche avuto la sue versione televisiva, precedendo per l'appunto l'arco del quartiere a luci rosse.
Lasciato un eroe grande e splendido come Rengoku, sarà riuscito Tengen Uzui a coglierne al meglio l'eredità?
Ricordiamo che la serie è disponibile su Cruchyroll Premium.
Prima di affrontare l'analisi della serie, cerchiamo di dare una breve contestualizzazione all'ambientazione su cui Tanjiro e compagni si muovono durante questo arco. Sappiamo ormai bene che Demon Slayer è ambientato durante l'epoca Taisho, un periodo storico che ha coperto un arco temporale che va dal 1912 al 1926. Il primo quartiere a luci rosse, Yanagimachi, nacque a Kyoto nel 1589, cambiando in seguito nome in Shimabara. Yoshiwara nacque nel 1617, a Edo (l'attuale Tokyo), per volere dello shogunato Tokugawa. È intuibile a tutti che tipo di quartiere fosse Yoshiwara: un luogo di "piacere" in cui confluivano cortigiane e avventori da tutto il Giappone. Per quanto si trattasse di attività "legali", e per quanto il luminosissimo quartiere potesse sembrare paradisiaco, quello che si perpetrava era un vero e proprio traffico di esseri umani, con ragazze e bambine vendute ai bordelli già in giovanissima età. Paradossale era il fatto che i bordelli potessero essere frequentati da qualunque persona potesse permetterselo a livello economico, dal comune cittadino, al ricco mercante, al samurai, azzerando quindi tra gli avventori le differenze di classe sociale. Diversa era invece la storia per le cortigiane, divise in ranghi che vedevano a capo di tutti le Oiran; le più belle, le più abili, le più desiderate.
Senza voler tralasciare il lato oscuro dei quartieri a luci rosse, bisogna annotare che essi furono comunque luoghi in cui fiorirono arti, cultura e moda. Si tratta quindi di un angolo di storia del Giappone tanto terribile quanto affascinante a livello storico e culturale.
Demon Slayer, che ha da sempre catapultato il suo pubblico nella più intima giapponesità e nel folklore, sfrutta la luminosa Yoshiwara per dedicare un arco al pilastro del suono, il vistoso Tengen Uzui. E se parliamo di vistosità, non poteva esserci associazione migliore.
Appena tornati in forze dopo le fatiche della missione precedente, Tanjiro, Inosuke e Zenitsu si trovano ad accompagnare Tengen Uzui a Yoshiwara, laddove le tre mogli del pilastro si erano infiltrate per indagare sui demoni che in quel luogo fatto di passioni, rimpianti, piaceri e tristezza, paiono aver trovato dimora.
Nelle sue dinamiche narrative, Entertainment District Arc non si discosta particolarmente da quello che abbiamo visto negli archi precedenti di Demon Slayer: facciamo la conoscenza di un nuovo pilastro, affrontiamo con Tanjiro e co. dei nuovi demoni, apprendiamo del loro doloroso passato da esseri umani, perdiamo qualcosa e impariamo molto altro.
Così come successo per Rengoku, e come probabilmente succederà per tutti i pilastri che incontreremo in seguito, Uzui si rivela un personaggio decisamente migliore di quello che si era palesato la prima volta davanti a Tanjiro e Nezuko. Ammettiamolo, nessuno dei pilastri ha fatto una bellissima prima impressione, ma con l'andare avanti delle puntate abbiamo a poco a poco scoperto il grande cuore celato dietro questi esseri tanto potenti da sembrare quasi sovrannaturali, quanto umani nelle loro debolezze e desideri. L'estrema devozione alla causa e a Kagaya Ubuyashiki, capo e "padre" degli ammazzademoni, non sono le uniche caratteristiche distintive dei pilastri. Autoproclamatosi divinità "di tutto ciò che è vistoso e dei festival", Uzui ha una personalità forte, esuberante e arrogante, ma scopriamo ben presto quel lato di sé che si preoccupa per le persone che gli stanno accanto. Nato e cresciuto come shinobi, Uzui ha sempre posto l'importanza della missione sopra ogni cosa, ma quando decide di lasciare la via dello shinobi, abbraccia un ideale completamente diverso, che mette la vita e la cura dei deboli e delle persone care al di sopra di tutto.
In tal senso, così come nelle parole di Natsuki Hanae riportate a inizio articolo, Uzui e Rengoku sono estremamente simili, seppur il primo pare sentirsi inferiore al secondo per la mancanza di un pari talento. Grazie anche al suo grande carisma, il pilastro del suono diventa quindi immediatamente un personaggio a cui affezionarsi, di cui si ammira la forza, la positività e, perché no, anche quella punta di troppo di autostima. Il trio di giovanissimi ammazzademoni non vuol certo essere da meno, difatti, questa serie ci offre dei rinnovati Inosuke e Zenitsu che riescono in maniera egregia a fare il loro lavoro. Se pensiamo che adesso Zenitsu parla e conversa anche durante il sonno, quale sarà la sua prossima evoluzione? I nostri giovani ammazzademoni stanno crescendo, nel corpo e nello spirito.
Il nostro Tanjiro resta comunque protagonista assoluto, che al suono dei suoi akiramenai supera i suoi limiti ogni episodio più del precedente. Qui però (ri)sorgono e restano i dubbi sul suo personaggio: cos'è davvero quella cicatrice che cambia forma "infuocandosi" assieme ai suoi capelli? Che misteri nasconde il padre? Perché i ricordi legati al kagura del Dio del fuoco riaffiorano pian piano? In questo senso siamo ancora in attesa di molte risposte.
Altro personaggio che (finalmente) si ricava un certo spazio all'interno dell'azione è Nezuko, che per difendere il fratello a un passo dalla morte, scatena una potenza enorme ma assolutamente fuori controllo. Il suo scontro con la luna crescente Daki è pura violenza e la forza distruttiva che la muove rischia di scagliarsi anche contro gli umani innocenti. Tornando a mettere in primo piano il rapporto tra i due fratelli, assistiamo a una delle scene più dolci di tutta la serie: Tanjiro non riesce a frenare la furia di Nezuko, che si placa solo dopo la ninna nanna cantatale dal fratello quasi privo di voce e allo stremo delle forze. Il ricordo della madre, dei giorni felici e della sua umanità fermano la ragazza, che scoppia in un pianto liberatorio e ritorna piccina e innocua.
La cosa più interessante di Entertainment District Arc è proprio il parallelismo che si viene a creare tra i fratelli Kamado e i fratelli Daki e Gyutaro. Ben prima di giungere a questo punto, Demon Slayer ci aveva già mostrato come, a volte, diventare un demone sia la conseguenza di grandissime sofferenze e buone opportunità mancate. I due demoni protagonisti, durante la loro vita da umani, hanno sofferto, in particolare Gyutaro, che si è fatto carico del dolore proprio ma anche di quello della sorella, amandola e proteggendola in maniera del tutto genuina. Purtroppo però, il ragazzo ha deciso di trovare salvezza cedendo all'allettante offerta dell'allora sesta luna crescente, Doma. Gyutaro è un demone che vive di invidia e il suo unico rimpianto è di non aver potuto offrire alla sorella una vita migliore. Sia Tanjiro che Gyutaro hanno perso la loro famiglia e hanno cercato di salvare la sorella: il primo ha avuto la fortuna di un incontro favorevole durante il suo momento di massima disperazione, il pilastro dell'acqua Giyu Tomioka, mentre il secondo si è trovato davanti un demone. La vita di queste due coppie di fratelli avrebbe potuto essere diversa a parti inverse. Nonostante la sfrontatezza e la forza ostentate in precedenza, Daki crolla in un pianto liberatorio e infantile quando chiede al fratello di non lasciarla, così come Nezuko ha pianto come una bambina placando la sua ira e tornando a fianco di Tanjiro. Il demone chiude la saga portando sulle spalle Daki, così come fa sempre Tanjiro con l'amata sorella. Insomma, questi fratelli hanno davvero molto in comune, e il nostro compassionevole protagonista non può fare a meno di mediare il loro ultimo dialogo fatto di rabbia e frustrazione che tradisce però un amore fraterno mai spento.
«Siete solo voi due, non avete altri fratelli. Nessuno vi perdonerà mai per ciò che avete fatto. [...] Nessuno prenderà le vostre difese. Perciò almeno voi due... non dovreste insultarvi a vicenda!»
Seppur Entertainment District Arc sia una serie che intrattiene in maniera perfetta, diverte e coinvolge lo spettatore, gli fa amare e odiare i suoi personaggi, l'anime continua a portarsi dietro alcuni difetti che sono a tutti gli effetti sue caratteristiche intrinseche. Ai tempi della prima stagione avevamo rimproverato a Demon Slayer una certa faciloneria nel risolvere situazioni scottanti con degli espedienti un po' sempliciotti. La storia si ripete e troviamo di nuovo un Tanjiro che riesce ad attivare la potenza giusta al momento giusto, un Inosuke che sposta gli organi interni con la stessa facilità con cui sbaglia i nomi altrui, un pilastro che arriva a battaglia conclusa e ci chiediamo perché, senza tralasciare un ultimo episodio un po' anticlimatico forse a causa di una certa prolissità che aveva già contraddistinto l'epilogo di Mugen Train.
Si tratta certamente di piccolezze, e riguardo alcune siamo ancora in attesa di spiegazioni che magari arriveranno in seguito, e l'anime non viene inficiato da esse, confermando ancora una volta Demon Slayer come serie di purissimo entertainment. Ovviamente, di questo alto livello di intrattenimento è complice anche un comparto tecnico di un peso non indifferente.
Questa volta Ufotable non lascia spazio alle imperfezioni, e a livello visivo, Entertainment District Arc è una gioia per gli occhi. Finalmente la computer graphic si amalgama perfettamente ai disegni, colori, luci e regia agiscono in maniera efficientissima per mettere in risalto una saga movimentata, vistosa e vivace. Gli sfondi fotorealistici della Yoshiwara in fiamme rendono il tutto più vivo e pulsante, le animazioni sono sempre fluide e la regia vivace e dinamica.
L'episodio 10, con la battaglia di Uzui e Gyutaro, è in tal senso l'apice di un lavoro certosino e sopra gli standard televisivi (o anche cinematografici per certi versi). Lo scontrarsi e stridere delle spade si accompagna a effetti sonori e musiche di pari livello: Yuki Kajiura e Go Shiina tornano infatti a deliziarci con una colonna sonora impeccabile; ricordiamo in particolor modo la pomposa theme di Uzui.
Sul fronte sigle assistiamo invece a un cambiamento netto, poiché stavolta è la talentuosissima Aimer a occuparsi di aprire e chiudere le puntate di questo arco. La opening, Zankyou Sanka, è più vivace e ritmata rispetto alle precedenti Akeboshi e Gurenge di LiSA, e trasmette alla perfezione la vitalità del quartiere dei piaceri e del pilastro del suono, anche grazie alle coloratissime scene che la accompagnano. Più dolce e delicata è invece la ending, Asa ga Kuru, quasi una preghiera affinché possa arrivare la luce del mattino a spazzare via il male. Rilasciata il 6 dicembre 2021, Zankyou Sanka conquista i suoi record, piazzandosi per sei volte al primo posto nella classifica settimanale Oricon dei singoli più ascoltati.
Altra nota estremamente positiva è il doppiaggio, ottimo già nella prima serie ma che in questo nuovo arco raggiunge picchi ancora più alti, grazie soprattutto ai nuovi seiyuu che si aggiungono al cast. Se da una parte il bravo Natsuki Hanae, così come più volte dichiarato, cresce insieme a Tanjiro e ci regala più volte un'interpretazione commovente ed emozionante, il plauso maggiore va stavolta ai colleghi più anziani: Katsuyuki Konishi, Miyuki Sawashiro e Ryota Ohsaka. Chi conosce Konishi sa bene quanto sia bravo a interpretare personaggi cool e compassati tanto quelli esplosivi e ricchi di vitalità e arroganza, difatti, il suo Uzui riesce perfettamente a bilanciare questi differenti tratti ritraendo un personaggio sfaccettato e interessante. Miyuki Sawashiro è divina nell'interpretazione di Daki, alla quale dona un atteggiamento ora composto e crudele, ora focoso, ora infantile oltre ogni dire; soprattutto nei suoi momenti emotivi più forti, la Sawashiro mette in mostra la sua capacità di cambiare tono e registro, quasi fino a rendersi irriconoscibile.
Forse perché siamo abituati a sentirlo su bravi ragazzi dal faccino pulitissimo, il seiyuu che più sorprende è Ryota Ohsaka, che prestando la voce a Gyutaro non fa altro che confermare le capacità di un doppiatore straordinario. Il Gyutaro di Ohsaka è indolente nel suo modo di esprimersi, rancoroso, invidioso, malvagio e arrogante, la sua voce che si trascina pesantemente ad ogni parola è sgradevole quanto il suo aspetto esteriore, ma sa farsi malinconica e tenera quando parla della sorella, anche quando le urla contro parole che non avrebbe mai voluto dirle.
Il cast stellare di Demon Slayer si chiude momentaneamente con l'introduzione di Kazuhiko Inoue sul misterioso Yoriichi Tsugikuni, e Mamoru Miyano su Doma, scelta invero pronosticata, o meglio, auspicata dai fan in tempi non sospetti. Miyano appare per pochi secondi nell'ultimo episodio, ma schizza assieme al suo personaggio nelle tendenze giapponesi di Twitter nel giorno di trasmissione della puntata.
«Credo che Demon Slayer sia un'opera che incorpora la cultura giapponese e allo stesso tempo il concetto universale e senza tempo del prendersi cura delle persone per noi importanti. I sentimenti di cui si fanno portatori Tanjiro e i suoi amici sono giunti fino ai fan nel resto del mondo e spero che tutti continueranno a sostenerli.»
(Natsuki Hanae)
(Natsuki Hanae)
Demon Slayer: Entertainment District Arc ci lascia con il cuore e gli occhi colmi di stupore ed emozione, in attesa del già annunciato arco successivo, quello del villaggio dei forgiatori di spade.
La serie è riuscita a dare il suo massimo, non senza qualche piccolo difetto, ma proponendosi incontrovertibilmente come anime che coinvolge e intrattiene, magari in maniera leggera, o per qualche altra persona in modo più profondo e intimo. Che vogliate sgranarvi gli occhi davanti a un combattimento dalla grafica spettacolare, o che preferiate piangere con Nezuko al suono di una ninna nanna stonata, Demon Slayer vi offrirà entrambe le opportunità. Forse sta in questo dualismo il vero picco dell'entertainment anime e manga.
La serie è riuscita a dare il suo massimo, non senza qualche piccolo difetto, ma proponendosi incontrovertibilmente come anime che coinvolge e intrattiene, magari in maniera leggera, o per qualche altra persona in modo più profondo e intimo. Che vogliate sgranarvi gli occhi davanti a un combattimento dalla grafica spettacolare, o che preferiate piangere con Nezuko al suono di una ninna nanna stonata, Demon Slayer vi offrirà entrambe le opportunità. Forse sta in questo dualismo il vero picco dell'entertainment anime e manga.
Pro
- Una gioia per gli occhi e per le orecchie
- La serie è estremamente divertente, emozionante e coinvolgente
- Cast di doppiaggio stellare
- Ambientazione affascinante
- Uzui Tengen ha un carisma eccezionale
- Il ricordo sempre vivo di Rengoku
- I topini muscolosi
Contro
- Qualche espediente narrativo lascia perplessi
- L'ultimo episodio è un po' prolisso e non regge il confronto con il precedente
Tutto sommato, per ora, il miglior arco narrativo di Demon Slayer animato.
Si attende con leggero Hype l'arrivo del prossimo arco narrativo!
Narrativamente potente (con quel climax sui fratelli che tocca i tasti giusti), con espedienti ben dosati che variano dal mystery, al tragico al comico.
Comparto animazioni che non ha bisogno di elogi.
Dovrebbe fare scuola.
Uzui migliore di Rengoku (di tantissimo, praticamente un altra galassia)
Penso sia un dato di fatto, no???
PS: anche se, ci si lamentava dei troppi power-up di certe serie... nei combattimenti mi sa che hanno calcato un bel po' la mano
A livello narrativo invece mi ha deluso abbastanza, non tanto per i power up improvvisi o uno che sposta organi in frazioni di secondo, ma proprio la parte iniziale l'ho trovata tutta troppo poco credibile distruggendo il senso di sospensione dell'incredulità di tutta la storia.
L'anime resta comunque spanne e spanne sopra al manga.
PS: ma solo a me non fanno assolutamente ridere la gag in stile deformed di Demon Slayer?
... niente topini muscolosi nei pro?
Cavoli, li ho dimenticati! E dire che gli ho anche dato un posto in gallery!
Elogiare il comparto tecnico penso sia superfluo, quello che mi ha catturato fin da subito è piuttosto l'ambientazione: quell'atmosfera torbida e lussuriosa del quartiere dei piaceri, con i suoi colori caldi e suadenti, è talmente ben fatta che sembra di viverla in prima persona. Non so fino a che punto sia fedele storicamente, ma è davvero affascinante.
Non ho nemmeno trovato fuori luogo l'ultimo episodio: dopo 5 puntate galvanizzanti per l'incredibile battaglia, l'approfondimento sul passato dei fratelli demoni ci stava, ed è pure stato toccante al punto giusto.
Ci sono ingenuità da shonen, è vero, ma sono quisquilie di fronte allo spettacolo offerto.
E concordo con Arashi sulle ottime performance dei seiyuu, tutte convincenti.
Tanjiro è troppo gentile, in un modo o in un altro mi fa sempre piangere
Ps: Ma quindi solo io trovo i topini muscolosi inquietanti? xD
I power up non hanno il minimo senso, non siamo neppure al livello "Goku scopre il super sayan" ma "Goku batte i nemici senza trasformazioni nuove".
Anche la forza di Nezuko è fuori da ogni logica, inoltre col senno di poi si possono saltare almeno 2/3 puntate nel mezzo del combattimento senza accorgersene, il che è grave
No, no... anche per me sono un po' cringe!
Lo strapotere tecnico di Ufotable è un dato oggettivo e non so per quanto ancora guarderò gli scontri di questa serie ad occhi sgranati
Se non altro, al di là dei classici espedienti narrativi in classico stile shounen, presenti in altre mille mila produzioni simili, trovo che Koyoharu Gotōge sia abbastanza abile nel mostrare una caratterizzazione importante e di un certo spessore anche ai villain che i protagonisti incontrando durante la storia, cercando di far empatizzare molto lo spettatore con essi.
Non so quanto sia accentuata questa cosa dalla trasposizione animata, ma in pochi shounen l'ho vista così curata e spinta da non cadere mai nel banale, tra cui ad esempio HunterXHunter, capostipite ed apripista di diversi elementi che oggi ci si ritrova in questo genere.
Detto ciò oltre la prova dei vari seyuu, impeccabile sotto ogni punto di vista da rasentare quasi l'epicità nelle parti più concitate del cour, trovo come sempre che le ost compostate da Yuki Kajiura e Gō Shiina sia un tassello importante ed ulteriore di una produzione che, assieme ad un gargantuesco comparto grafico che ad oggi rappresenta il punto più alto dell'animazione televisiva giapponese (visto come riescono a renderizzare sfondi in 3D con animazioni in 2D, per esempio), ne fa quello che oggi è un indiscusso successo internazionale.
Ah ma che poi anche volendo non posso dato che è esclusiva degli abbonati Crunchy a quanto pare...
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