Owarimonogatari 2
Questo arco narrativo è diviso in tre episodi da quaranta minuti circa.
Il primo ci mostra l'incontro con una vecchia conoscenza e porta a rivelazioni che aggiungono ulteriore spessore a un paio di episodi della stagione precedente ("Koyomimonogatari") che, presi singolarmente, non avevano un grande impatto; è uno dei motivi per cui è conveniente guardare più di una volta la serie completa, al fine di coglierne le sfaccettature più impercettibili. Collocabile fra i picchi maggiori (per carico emotivo) di tutta la serie.
Nel secondo, Senjougahara riappare (dopo una vita) con una certa costanza e abbiamo un altro scorcio sulla vita della coppia storica della serie, mentre nella seconda parte dello stesso episodio c'è un colpo di scena piuttosto fondamentale nella chiave di lettura di tutta la serie. Puntata piuttosto importante.
E col terzo si mette praticamente il punto sulla storia principale, un punto all'insegna della crescita del personaggio principale che crea un paradosso, non cambiando e cambiando sé stesso allo stesso tempo.
Finale coerente con lo 'spirito' di tutta la storia e, sebbene non sia dei più esaltanti, rimane assolutamente degno di una delle storie più intriganti che abbia mai visto.
Il primo ci mostra l'incontro con una vecchia conoscenza e porta a rivelazioni che aggiungono ulteriore spessore a un paio di episodi della stagione precedente ("Koyomimonogatari") che, presi singolarmente, non avevano un grande impatto; è uno dei motivi per cui è conveniente guardare più di una volta la serie completa, al fine di coglierne le sfaccettature più impercettibili. Collocabile fra i picchi maggiori (per carico emotivo) di tutta la serie.
Nel secondo, Senjougahara riappare (dopo una vita) con una certa costanza e abbiamo un altro scorcio sulla vita della coppia storica della serie, mentre nella seconda parte dello stesso episodio c'è un colpo di scena piuttosto fondamentale nella chiave di lettura di tutta la serie. Puntata piuttosto importante.
E col terzo si mette praticamente il punto sulla storia principale, un punto all'insegna della crescita del personaggio principale che crea un paradosso, non cambiando e cambiando sé stesso allo stesso tempo.
Finale coerente con lo 'spirito' di tutta la storia e, sebbene non sia dei più esaltanti, rimane assolutamente degno di una delle storie più intriganti che abbia mai visto.
Nell’agosto del 2017 va in onda la seconda e ultima parte di “Owarimonogatari”, anime tratto dall’omonima light novel scritta da Nisio Isin e illustrata da Vofan. La serie è come sempre animata dallo studio Shaft e si compone di tre archi: “Mayoi Hell”, “Hitagi Rendezvous” e “Ougi Dark”. La storia riparte da dove l’avevamo lasciata alla fine di “Koyomimonogatari” e chiude splendidamente le tante storie di anomalie raccontate dal nostro protagonista Koyomi Araragi.
“Owarimonogatari”, in qualità di epilogo di un viaggio cominciato più di dieci anni fa, non poteva svolgere un lavoro migliore: è qui che tutti i nodi vengono al pettine, che tutti i personaggi, primari o secondari che siano, ottengono il finale adatto a loro, che tutte le scelte compiute nell’arco di un anno vengono messe in discussione una volta per tutte. Perché quest’ultima stagione non è altro che il racconto di un ragazzo che finora aveva narrato storie di altri senza soffermarsi più di tanto sulla sua. È indubbiamente vero che il nostro protagonista non ha mai smesso di crescere in ognuna delle serie precedenti, ma è nell’ultima parte di “Owarimonogatari” che Koyomi si ritrova faccia a faccia con il vero stesso, riflette sui suoi sbagli o sui suoi “non-sbagli”, inizia un simbolico pellegrinaggio lungo le tappe più importanti della sua vita e giunge ad una conclusione, che potrebbe non essere quella giusta, pura e bianca, ma che è la sua conclusione. Non la conclusione della sua vita, certo, ma la conclusione della sua adolescenza, suggellata il tanto agognato giorno del 15 marzo.
A rendere ancor più gradevole l’ultima parte del lungo percorso intrapreso da Koyomi, ci pensa lo staff dello studio Shaft, che ancora una volta ci propone l’accattivante character design di Akio Watanabe, sfondi surreali, colori brillanti e vivaci, animazioni fluide quando un po’ d’azione si insinua nella caratteristica staticità della narrazione della saga. A coronare il tutto delle OST sempre molto valide, ora ipnotiche e ridondanti, ora commoventi ed emozionanti, a seconda di ciò che la scena richiede.
Tirando le somme, la seconda parte di “Owarimonogatari”, tra rivelazioni inaspettate, ritorni più che graditi e riflessioni catartiche, chiude a meraviglia la storia (o almeno, una fondamentale parte della storia) di Koyomi Araragi. Il tutto, ovviamente, con i dialoghi e monologhi prolissi, i giochi di parole e le scelte registiche fuori di testa che ci accompagnano fin dal primo “Bakemonogatari”. Voto: 9.
“Owarimonogatari”, in qualità di epilogo di un viaggio cominciato più di dieci anni fa, non poteva svolgere un lavoro migliore: è qui che tutti i nodi vengono al pettine, che tutti i personaggi, primari o secondari che siano, ottengono il finale adatto a loro, che tutte le scelte compiute nell’arco di un anno vengono messe in discussione una volta per tutte. Perché quest’ultima stagione non è altro che il racconto di un ragazzo che finora aveva narrato storie di altri senza soffermarsi più di tanto sulla sua. È indubbiamente vero che il nostro protagonista non ha mai smesso di crescere in ognuna delle serie precedenti, ma è nell’ultima parte di “Owarimonogatari” che Koyomi si ritrova faccia a faccia con il vero stesso, riflette sui suoi sbagli o sui suoi “non-sbagli”, inizia un simbolico pellegrinaggio lungo le tappe più importanti della sua vita e giunge ad una conclusione, che potrebbe non essere quella giusta, pura e bianca, ma che è la sua conclusione. Non la conclusione della sua vita, certo, ma la conclusione della sua adolescenza, suggellata il tanto agognato giorno del 15 marzo.
A rendere ancor più gradevole l’ultima parte del lungo percorso intrapreso da Koyomi, ci pensa lo staff dello studio Shaft, che ancora una volta ci propone l’accattivante character design di Akio Watanabe, sfondi surreali, colori brillanti e vivaci, animazioni fluide quando un po’ d’azione si insinua nella caratteristica staticità della narrazione della saga. A coronare il tutto delle OST sempre molto valide, ora ipnotiche e ridondanti, ora commoventi ed emozionanti, a seconda di ciò che la scena richiede.
Tirando le somme, la seconda parte di “Owarimonogatari”, tra rivelazioni inaspettate, ritorni più che graditi e riflessioni catartiche, chiude a meraviglia la storia (o almeno, una fondamentale parte della storia) di Koyomi Araragi. Il tutto, ovviamente, con i dialoghi e monologhi prolissi, i giochi di parole e le scelte registiche fuori di testa che ci accompagnano fin dal primo “Bakemonogatari”. Voto: 9.
Anche se in ritardo, non ho mai visto una serie all'altezza di "Owarimonogatari 2": Nisio stesso si è superato, la Shaft come al solito fa il suo, per non parlare delle OST.
L'evoluzione dei personaggi, non che sia una novità, mette i brividi. Questa volta però è diverso, sono molto profondi e maturi, come se fossero reali. Perché queste sono le capacità di Nisio Isin: creare personaggi di spessore, con il loro carattere, con la loro personalità. Per una volta posso dire: "Grazie Hanekawa". Rivedere Mayoi trasmette una felicità nostalgica, se si può dire. Gaen (per me è Nisio stesso dentro la storia) ormai è arrivata a certi livelli che non potevo immaginare, per questo mi spaventa come personaggio, è magnifica. Non mi aspettavo tutta questa maturità di Tsukihi. Impossibile prevedere le mosse di Tadatsuru. E bentornato Meme. Ougi poi, sono sempre stato dalla sua parte: non so come, ma avevo capito la sua vera identità già da "Second Season". Di parte o meno, è sempre stata un ottimo personaggio, e sono contento per questo happy end meritato.
Prendiamo la Senjougahara di "Bakemonogatari" e prendiamo la Senjougahara di "Owarimonogatari 2": quanto è cambiata? Non perché sia la mia preferita, ma credo sia quel personaggio che risalta di più rispetto agli altri. Ci sono state situazioni in "Owarimonogatari 2" in cui avrebbe potuto benissimo prendere oggetti di cancelleria e minacciare Araragi, fargli male a parole come solo lei sa fare... invece no. E' stata risoluta e anche premurosa, ha ottenuto quello che voleva con amore e sacrificio. Quel "Ti amo!" sincero è emozionante, cosi come il loro rapporto non più "strano", ma un rapporto vero. Ho avuto la sensazione che finalmente Senjougahara abbia aperto del tutto il suo cuore, non l'ho mai vista così felice, tutto questo grazie ad Araragi.
Shinobu, o meglio Kiss-shot, è il personaggio che mi ha colpito di più. Penso sia stata un mossa intelligente da parte della Shaft far uscire prima "Kizumonogatari" e poi "Owarimonogatari 2", proprio per farci comprendere l'enorme cambiamento di questo sublime personaggio. La relazione "servitore-padrone" di Araragi e Kiss-shot è qualcosa che solo Nisio è in grado di scrivere, ne sono più che sicuro. E poi, sentire il "ka-ka" versione MILF è un 'feelsgood' per le orecchie.
A: "Se tu dovessi morire domani, mi andrebbe bene se domani fosse l'ultimo giorno della mia vita. Se tu oggi dovessi vivere, allora sceglierei anch'io di vivere oggi"
K: "Se tu mio padrone dovessi morire dopodomani, potrei vivere ancora per tre giorni e raccontare a tutti la tua storia. Decanterei la storia del mio padrone con orgoglio"
E cosi si chiusero le ali, o meglio il sipario. Teatrale, no?
Finalmente i nostri protagonisti si chiamano l'uno con l'altro per nome, e significa molto, fa sembrare loro essere una famiglia, cosa che a Senjougahara e Hanekawa è mancato, e ne avevano veramente bisogno.
"Owarimonogatari 2" è completo, ma ti lascia quel vuoto, perché, come dice il titolo, è la "fine" dell'adolescenza del miglior protagonista che abbia mai visto, Araragi Koyomi.
L'evoluzione dei personaggi, non che sia una novità, mette i brividi. Questa volta però è diverso, sono molto profondi e maturi, come se fossero reali. Perché queste sono le capacità di Nisio Isin: creare personaggi di spessore, con il loro carattere, con la loro personalità. Per una volta posso dire: "Grazie Hanekawa". Rivedere Mayoi trasmette una felicità nostalgica, se si può dire. Gaen (per me è Nisio stesso dentro la storia) ormai è arrivata a certi livelli che non potevo immaginare, per questo mi spaventa come personaggio, è magnifica. Non mi aspettavo tutta questa maturità di Tsukihi. Impossibile prevedere le mosse di Tadatsuru. E bentornato Meme. Ougi poi, sono sempre stato dalla sua parte: non so come, ma avevo capito la sua vera identità già da "Second Season". Di parte o meno, è sempre stata un ottimo personaggio, e sono contento per questo happy end meritato.
Prendiamo la Senjougahara di "Bakemonogatari" e prendiamo la Senjougahara di "Owarimonogatari 2": quanto è cambiata? Non perché sia la mia preferita, ma credo sia quel personaggio che risalta di più rispetto agli altri. Ci sono state situazioni in "Owarimonogatari 2" in cui avrebbe potuto benissimo prendere oggetti di cancelleria e minacciare Araragi, fargli male a parole come solo lei sa fare... invece no. E' stata risoluta e anche premurosa, ha ottenuto quello che voleva con amore e sacrificio. Quel "Ti amo!" sincero è emozionante, cosi come il loro rapporto non più "strano", ma un rapporto vero. Ho avuto la sensazione che finalmente Senjougahara abbia aperto del tutto il suo cuore, non l'ho mai vista così felice, tutto questo grazie ad Araragi.
Shinobu, o meglio Kiss-shot, è il personaggio che mi ha colpito di più. Penso sia stata un mossa intelligente da parte della Shaft far uscire prima "Kizumonogatari" e poi "Owarimonogatari 2", proprio per farci comprendere l'enorme cambiamento di questo sublime personaggio. La relazione "servitore-padrone" di Araragi e Kiss-shot è qualcosa che solo Nisio è in grado di scrivere, ne sono più che sicuro. E poi, sentire il "ka-ka" versione MILF è un 'feelsgood' per le orecchie.
A: "Se tu dovessi morire domani, mi andrebbe bene se domani fosse l'ultimo giorno della mia vita. Se tu oggi dovessi vivere, allora sceglierei anch'io di vivere oggi"
K: "Se tu mio padrone dovessi morire dopodomani, potrei vivere ancora per tre giorni e raccontare a tutti la tua storia. Decanterei la storia del mio padrone con orgoglio"
E cosi si chiusero le ali, o meglio il sipario. Teatrale, no?
Finalmente i nostri protagonisti si chiamano l'uno con l'altro per nome, e significa molto, fa sembrare loro essere una famiglia, cosa che a Senjougahara e Hanekawa è mancato, e ne avevano veramente bisogno.
"Owarimonogatari 2" è completo, ma ti lascia quel vuoto, perché, come dice il titolo, è la "fine" dell'adolescenza del miglior protagonista che abbia mai visto, Araragi Koyomi.
"Owarimonogatari 2" fa parte della celebre (e lunga) serie "Monogatari" e, anche se probabilmente ci saranno altre uscite, può benissimo essere considerato un finale. Se, caro lettore, non conosci la serie, fermati, non solo non capiresti cosa succede per l'ovvia mancanza di informazioni contenute nelle opere precedenti, ma soprattutto, non conoscendo bene i personaggi, ti perderesti la vera bellezza di questo titolo. Vale la pena fare tutta la strada da "Bakemonogatari" (prima serie uscita) fin qui, non lasciarti scoraggiare dalla quantità, comincia e prosegui in ordine cronologico (di uscita), non te ne pentirai.
Tornando a noi... Le vicende di "Owarimonogatari 2" sono narrate in maniera totalmente lineare, tuttavia già il nome può confondere, perché, se è vero che concettualmente è la seconda parte di "Owarimonogatari", in pratica la storia riparte esattamente da dove era stata lasciata in "Koyomimonogatari". Come premesso, questa è in un certo senso la fine, pur esistendo già opere che narrano vicende cronologicamente successive ("Hanamonogatari"). I nodi vengono al pettine, le parentesi vengono chiuse, e stupidi giochi di parole vecchi di anni vengono resuscitati e glorificati come solo Nisioisin sa fare. Si rivedranno vecchie conoscenze e si scoprirà qualcosa di importante relativamente alla "nipote" di Oshino Meme e... Basta, non dico altro, non voglio fare spoiler e, a dirla tutta, nemmeno mi serve, di "Monogatari" si può parlare per delle ore anche senza scendere nei dettagli dei fatti. Non ci girerò attorno, per me è un 10/10. Otto anni da "Bakemonogatari" a cui diedi 9.5/10, un po' di alti e bassi nel mezzo, ma sempre e comunque i personaggi han continuato a crescere e, qui, ora, è come se venisse "certificato" il raggiungimento di un punto importante nella loro crescita. Non certamente la fine, ma comunque un punto importante, un check point, dal quale possono cominciare a costruire il futuro senza preoccuparsi del passato. Passato che, badate bene, non è ignorato o cancellato, bensì accettato, compreso, assimilato e trasformato nel nutrimento che li ha resi chi sono. È questa parte ad essere fatta talmente bene da motivare il 10/10. Quanti finali deludenti, quanti personaggi magari anche complessi ed elaborati abbiamo visto rovinati o lasciati appesi in un limbo eterno? Non questa volta, da fan della serie in tutta onestà posso dire che non avrei potuto chiedere di meglio.
A questo ovviamente si aggiunge un comparto grafico d'eccellenza (SHAFT), stessa cosa per quel che riguarda il voice acting e la OST. Sì, più ci penso più mi convinco che "Owarimonogatari 2" sia l'anello della catena degno di ricongiungersi con "Bakemonogatari", chiudendo il... cerchio? No, probabilmente è una figura più complessa.
Tornando a noi... Le vicende di "Owarimonogatari 2" sono narrate in maniera totalmente lineare, tuttavia già il nome può confondere, perché, se è vero che concettualmente è la seconda parte di "Owarimonogatari", in pratica la storia riparte esattamente da dove era stata lasciata in "Koyomimonogatari". Come premesso, questa è in un certo senso la fine, pur esistendo già opere che narrano vicende cronologicamente successive ("Hanamonogatari"). I nodi vengono al pettine, le parentesi vengono chiuse, e stupidi giochi di parole vecchi di anni vengono resuscitati e glorificati come solo Nisioisin sa fare. Si rivedranno vecchie conoscenze e si scoprirà qualcosa di importante relativamente alla "nipote" di Oshino Meme e... Basta, non dico altro, non voglio fare spoiler e, a dirla tutta, nemmeno mi serve, di "Monogatari" si può parlare per delle ore anche senza scendere nei dettagli dei fatti. Non ci girerò attorno, per me è un 10/10. Otto anni da "Bakemonogatari" a cui diedi 9.5/10, un po' di alti e bassi nel mezzo, ma sempre e comunque i personaggi han continuato a crescere e, qui, ora, è come se venisse "certificato" il raggiungimento di un punto importante nella loro crescita. Non certamente la fine, ma comunque un punto importante, un check point, dal quale possono cominciare a costruire il futuro senza preoccuparsi del passato. Passato che, badate bene, non è ignorato o cancellato, bensì accettato, compreso, assimilato e trasformato nel nutrimento che li ha resi chi sono. È questa parte ad essere fatta talmente bene da motivare il 10/10. Quanti finali deludenti, quanti personaggi magari anche complessi ed elaborati abbiamo visto rovinati o lasciati appesi in un limbo eterno? Non questa volta, da fan della serie in tutta onestà posso dire che non avrei potuto chiedere di meglio.
A questo ovviamente si aggiunge un comparto grafico d'eccellenza (SHAFT), stessa cosa per quel che riguarda il voice acting e la OST. Sì, più ci penso più mi convinco che "Owarimonogatari 2" sia l'anello della catena degno di ricongiungersi con "Bakemonogatari", chiudendo il... cerchio? No, probabilmente è una figura più complessa.