Houseki no Kuni - Land of the Lustrous
Ho visto quest'anime spinto dalla curiosità dopo che in Italia è uscito il primo volume, pubblicato da parte di J-POP.
La storia è interessante e ha dei buoni presupposti. Alcuni dei personaggi sono molto interessanti e ben caratterizzati (si pensi a Phos e Cinabro). Ottima è anche l'idea filosofica che permea l'intera opera. Ogni cosa è in continuo mutamento: i personaggi, infatti, nonostante siano dei minerali, cambiano la loro memoria e la loro personalità in base all'acquisizione o cessione di parti del proprio corpo.
L'intera opera è intrisa di mistero: chi sono realmente i seleniti, e le creature che vivono sul mare, e le gemme stesse? Il mondo che viene presentato è ricco di segreti, molti dei quali non vengono risolti in questa stagione. Infatti, nel corso dei dodici episodi della serie, più che sciogliere i dubbi sui misteri, presenta i personaggi e i mutamenti che subisce il protagonista della serie, ovvero Phos. Phos è il personaggio che più di tutti muta nel corso della serie per via degli eventi che accadono. La trama, dunque, prosegue lentamente mostrandoci il mondo, i personaggi e il loro mutamento, ma tutti i misteri che ci sono stati presentati non verranno svelati, lasciandoci in attesa di una seconda stagione.
Il comparto grafico è ottimo e le animazioni risultano ben fatte. Il comparto sonoro, invece, a parer mio non lascia il segno.
Tirando le somme: l'anime è ben fatto però la trama risulta un tantino lenta.
Consiglio l'opera a chi apprezza molto gli approfondimenti psicologici dei personaggi e le opere intrise di mistero e azione (le scene di combattimento sono, infatti, ben animate).
Voto Complessivo: 7
La storia è interessante e ha dei buoni presupposti. Alcuni dei personaggi sono molto interessanti e ben caratterizzati (si pensi a Phos e Cinabro). Ottima è anche l'idea filosofica che permea l'intera opera. Ogni cosa è in continuo mutamento: i personaggi, infatti, nonostante siano dei minerali, cambiano la loro memoria e la loro personalità in base all'acquisizione o cessione di parti del proprio corpo.
L'intera opera è intrisa di mistero: chi sono realmente i seleniti, e le creature che vivono sul mare, e le gemme stesse? Il mondo che viene presentato è ricco di segreti, molti dei quali non vengono risolti in questa stagione. Infatti, nel corso dei dodici episodi della serie, più che sciogliere i dubbi sui misteri, presenta i personaggi e i mutamenti che subisce il protagonista della serie, ovvero Phos. Phos è il personaggio che più di tutti muta nel corso della serie per via degli eventi che accadono. La trama, dunque, prosegue lentamente mostrandoci il mondo, i personaggi e il loro mutamento, ma tutti i misteri che ci sono stati presentati non verranno svelati, lasciandoci in attesa di una seconda stagione.
Il comparto grafico è ottimo e le animazioni risultano ben fatte. Il comparto sonoro, invece, a parer mio non lascia il segno.
Tirando le somme: l'anime è ben fatto però la trama risulta un tantino lenta.
Consiglio l'opera a chi apprezza molto gli approfondimenti psicologici dei personaggi e le opere intrise di mistero e azione (le scene di combattimento sono, infatti, ben animate).
Voto Complessivo: 7
"Se non esistessero i pesci riusciresti ad immaginarli?" cantavano i Bluvertigo. Forse la mangaka Haruko Ichikawa ce l'avrebbe fatta ad immaginarli, è stato infatti strabiliante il lavoro fatto per concepire un futuro estremamente lontano da noi, che per quanto ambientato sulla terra, non potrebbe essere più alieno di così: i protagonisti di questa storia sono delle forme di vita minerali, esse sono asessuate ed immortali e traggono la loro energia dalla luce solare.
Già questo incipit basterebbe a disorientare qualunque spettatore togliendo a questo una buona fetta degli elementi che ha in comune con i personaggi. E pur tuttavia con il procedere della trama scopriremo che le logiche che governano questo mondo sono ancora più strane di ciò che pensavamo. Se da un lato ci si addentra in una cosmologia unica nel suo genere accompagnata da una filosofia di stampo buddista dall'altro ci si concede una più terrena introspezione psicologica delle nostre gemme pensanti, l'aggettivo più giusto per descrivere questa trama è conturbante. La caratterizzazione dei personaggi, sia profondamente alieni che familiari allo stesso tempo, è perfettamente bilanciata e riuscita pur avendo oltre al protagonista Phosphophilite, un'altra ventina di personaggi da esaminare.
Già per la sceneggiatura, l'anime meriterebbe la visione, ma oltre all'aspetto concettuale "Land of the Lustrous" brilla anche per le animazioni: una CGI ai massimi livelli riesce sia a rendere giustizia all'elegante design dell'opera e all'espressività dei personaggi, e sia permette alla regia di mostrarci sequenze davvero mozzafiato nelle scene più movimentate d'azione come nei più banali spostamenti. La cura nelle animazioni rimane infatti costante durante tutta la serie e se la CGI da qualche anno cerca di incunearsi fra i gusti degli spettatori, ha trovato in "Land of the Lustrous" il cuneo perfetto, basti vedere il meritato successo riscontrato in Giappone per questo titolo! Un'altra medaglia da appuntare alla serie è quella delle ottime ost orchestrali che si inseriscono perfettamente nell'opera.
C'è solo un difetto maggiore ed è quello della mancanza di un finale, i 12 episodi infatti non riescono a chiudere nemmeno un arco narrativo di questo anime, e lasciano il nostro Phopshophilite immerso in un turbine di cambiamenti, di rimpianti e di una smodata sete di conoscenza, caratteristica che tra l'altro accomuna anche lo spettatore. Purtroppo quest'ultimo, non essendo ancora stata licenziata una seconda stagione dell'anime, si vedrà costretto a riadattarsi a lettore del manga per soddisfare la sua curiosità.
Già questo incipit basterebbe a disorientare qualunque spettatore togliendo a questo una buona fetta degli elementi che ha in comune con i personaggi. E pur tuttavia con il procedere della trama scopriremo che le logiche che governano questo mondo sono ancora più strane di ciò che pensavamo. Se da un lato ci si addentra in una cosmologia unica nel suo genere accompagnata da una filosofia di stampo buddista dall'altro ci si concede una più terrena introspezione psicologica delle nostre gemme pensanti, l'aggettivo più giusto per descrivere questa trama è conturbante. La caratterizzazione dei personaggi, sia profondamente alieni che familiari allo stesso tempo, è perfettamente bilanciata e riuscita pur avendo oltre al protagonista Phosphophilite, un'altra ventina di personaggi da esaminare.
Già per la sceneggiatura, l'anime meriterebbe la visione, ma oltre all'aspetto concettuale "Land of the Lustrous" brilla anche per le animazioni: una CGI ai massimi livelli riesce sia a rendere giustizia all'elegante design dell'opera e all'espressività dei personaggi, e sia permette alla regia di mostrarci sequenze davvero mozzafiato nelle scene più movimentate d'azione come nei più banali spostamenti. La cura nelle animazioni rimane infatti costante durante tutta la serie e se la CGI da qualche anno cerca di incunearsi fra i gusti degli spettatori, ha trovato in "Land of the Lustrous" il cuneo perfetto, basti vedere il meritato successo riscontrato in Giappone per questo titolo! Un'altra medaglia da appuntare alla serie è quella delle ottime ost orchestrali che si inseriscono perfettamente nell'opera.
C'è solo un difetto maggiore ed è quello della mancanza di un finale, i 12 episodi infatti non riescono a chiudere nemmeno un arco narrativo di questo anime, e lasciano il nostro Phopshophilite immerso in un turbine di cambiamenti, di rimpianti e di una smodata sete di conoscenza, caratteristica che tra l'altro accomuna anche lo spettatore. Purtroppo quest'ultimo, non essendo ancora stata licenziata una seconda stagione dell'anime, si vedrà costretto a riadattarsi a lettore del manga per soddisfare la sua curiosità.
“Houseki no Kuni”, in inglese “Land of the Lustrous “, è un anime andato in onda nell’autunno del 2017 ed è compost da dodici episodi. Questi coprono più o meno i primo trenta capitoli dell’omonimo manga da cui è tratto.
Trama:
In un lontano futuro, una nuova forma di vita immortale e senza genere (nell’anime ci si riferisce con il maschile mentre nel manga con il femminile),” Le Gemme”, popola la Terra.
Le ventotto Gemme devono combattere contro “Il popolo della Luna”, che cerca di rapirli per trasformarli in gioielli e decorazioni.
Ad ogni gemma viene assegnato un ruolo adatto alle proprie capacità e alla durezza di ognuno.
<b>La seguente parte contiene spoiler</b>
Per esempio, Diamond che ha durezza 10 fa il combattente perché non rischia di rompersi facilmente, mentre Cinnabar, che ha durezza solamente 2, avrà il compito di fare la pattuglia durante la notte, essendo anche l’unico che durante la notte riesce a muoversi.
<b>Fine parte contenente spoiler</b>
Il più giovane di tutti loro, nonché il protagonista della storia, Phos, non ha ancora alcun incarico, ma il suo sogno è quello di combattere gli abitanti della Luna, anche se sa di essere troppo debole (durezza 3,5) per la battaglia.
Comparto tecnico:
La particolarità di questo anime è di essere animato completamente in CGI (computer-generated imagery) ovvero in grafica 3D.
Premettendo che a me gli anime in computer grafica non piacciono, e che avevo iniziato questa serie solo per la trama ed ero un po’ prevenuta nei confronti delle animazioni, sono rimasta particolarmente sorpresa nel notare che gli animatori sono riusciti a rendere le animazioni scorrevoli e belle, soprattutto in alcuni punti della storia, tanto da farmi dimenticare che fossero in CGI.
Sui personaggi (soprattutto sul protagonista) non mi sento di dire nulla in quanto rischierei di raccontare più di quanto dovrei e in questo caso consiglio solo di guardare l’anime senza ulteriori spoiler!
La opening e la ending sono per quanto mi riguarda senza grazia e senza lode, parlando oggettivamente, però sono perfette per il genere di anime.
Opinioni personali:
Secondo me questo anime ha un grande potenziale per essere una serie di successo. Mi ha tenuta incollata allo schermo dall’inizio alla fine, anche se guardando l’ultimo episodio ammetto che sono rimasta un po’ con l’amaro in bocca, ma questo mi fa sperare per una seconda stagione, sarebbe un vero peccato scegliere di non continuare.
Per il resto, la storia è una delle più particolari che abbia mai visto, la reputo davvero meravigliosa e in qualche modo poetica e misteriosa…
Trama:
In un lontano futuro, una nuova forma di vita immortale e senza genere (nell’anime ci si riferisce con il maschile mentre nel manga con il femminile),” Le Gemme”, popola la Terra.
Le ventotto Gemme devono combattere contro “Il popolo della Luna”, che cerca di rapirli per trasformarli in gioielli e decorazioni.
Ad ogni gemma viene assegnato un ruolo adatto alle proprie capacità e alla durezza di ognuno.
<b>La seguente parte contiene spoiler</b>
Per esempio, Diamond che ha durezza 10 fa il combattente perché non rischia di rompersi facilmente, mentre Cinnabar, che ha durezza solamente 2, avrà il compito di fare la pattuglia durante la notte, essendo anche l’unico che durante la notte riesce a muoversi.
<b>Fine parte contenente spoiler</b>
Il più giovane di tutti loro, nonché il protagonista della storia, Phos, non ha ancora alcun incarico, ma il suo sogno è quello di combattere gli abitanti della Luna, anche se sa di essere troppo debole (durezza 3,5) per la battaglia.
Comparto tecnico:
La particolarità di questo anime è di essere animato completamente in CGI (computer-generated imagery) ovvero in grafica 3D.
Premettendo che a me gli anime in computer grafica non piacciono, e che avevo iniziato questa serie solo per la trama ed ero un po’ prevenuta nei confronti delle animazioni, sono rimasta particolarmente sorpresa nel notare che gli animatori sono riusciti a rendere le animazioni scorrevoli e belle, soprattutto in alcuni punti della storia, tanto da farmi dimenticare che fossero in CGI.
Sui personaggi (soprattutto sul protagonista) non mi sento di dire nulla in quanto rischierei di raccontare più di quanto dovrei e in questo caso consiglio solo di guardare l’anime senza ulteriori spoiler!
La opening e la ending sono per quanto mi riguarda senza grazia e senza lode, parlando oggettivamente, però sono perfette per il genere di anime.
Opinioni personali:
Secondo me questo anime ha un grande potenziale per essere una serie di successo. Mi ha tenuta incollata allo schermo dall’inizio alla fine, anche se guardando l’ultimo episodio ammetto che sono rimasta un po’ con l’amaro in bocca, ma questo mi fa sperare per una seconda stagione, sarebbe un vero peccato scegliere di non continuare.
Per il resto, la storia è una delle più particolari che abbia mai visto, la reputo davvero meravigliosa e in qualche modo poetica e misteriosa…
"L'anime del 2017 per i giapponesi"... ammetto che le mie aspettative erano alte, speravo in un vero e proprio capolavoro, tuttaviah mi sono ritrovato a guardare qualcosa che oserei definire “in bilico fra la monotonia e la genialità”. È un’opera sulla quale bisogna soffermarsi a riflettere prima di poter esprimere un vero e proprio parere a riguardo, poiché a primo impatto la visione degli episodi pare essere un mero strumento per conciliare il sonno, ma, d’altro canto, un’analisi più approfondita rivela retroscena che possono sfuggire: il percorso che compie la nostra “Gemma” è una metafora stessa del cambiamento, della crescita e della consapevolezza di sé. Si potrebbe considerare un paragone più filosofico con la stessa società moderna ma sarebbe osare troppo...
Questa è un’opera con aspetti sia negativi, come la trama “troppo lenta”, i personaggi stereotipati e le battute trite e ritrite, ma anche positivi come il comparto tecnico e il messaggio di fondo che la Phos ha voluto lasciarci.
In conclusione direi che una seconda stagione è d’obbligo, da guardare anche soltanto per dar piacere ai propri occhi.
P.S. Se fosse uscita mentre frequentavo ancora il liceo, ammetto che avrei studiato scienze della terra con più voglia.
Questa è un’opera con aspetti sia negativi, come la trama “troppo lenta”, i personaggi stereotipati e le battute trite e ritrite, ma anche positivi come il comparto tecnico e il messaggio di fondo che la Phos ha voluto lasciarci.
In conclusione direi che una seconda stagione è d’obbligo, da guardare anche soltanto per dar piacere ai propri occhi.
P.S. Se fosse uscita mentre frequentavo ancora il liceo, ammetto che avrei studiato scienze della terra con più voglia.
"Houseki no Kuni", conosciuto anche come "Land of the Lustrous", è un anime tratto dall'omonimo manga di Haruko Ichikawa. La prima trasposizione animata di questa serie risale al 2013 con la distribuzione di un ONA con un chara molto simile a quello dell'opera originale, ma la vera serie che si ripromette di adattare la storia del manga è quella dell'autunno 2017 che mi accingo a recensire.
La storia ha luogo in un'isola sconosciuta abitata da alcune gemme dalle sembianze umane. Il loro aspetto ricorda quello di alcune giovani ragazze, ma in realtà non sono né donne né uomini, bensì dei veri e propri gioielli con centinaia se non migliaia di anni sulle spalle. Ognuno di essi ha un compito importante da svolgere all'interno di questa piccola comunità, tranne Phos, che nonostante gli sforzi non riesce ad essere utile in alcun modo ai suoi compagni. Il suo sogno è quello di diventare una combattente, ma a causa delle sue scarse abilità la sua presenza rappresenta spesso un ostacolo per il lavoro degli altri. Il motivo per cui è necessaria la presenza di individui abili nel combattimento è da ricollegarsi ai seleniti. Queste strane creature compaiono frequentemente librandosi in volo grazie all'ausilio di un'enorme nuvola e scoccano frecce a ripetizione per frantumare e raccogliere i pezzi dei giogielli che abitano l'isola. Pur non avendo bisogno di questi materiali, hanno un incessante desiderio di accumulare ricchezze e come verrà spiegato in alcuni episodi, i seleniti incarnano l'animo umano, che in questo caso si può notare dalla loro avidità.
Dato il gran numero di personaggi ovviamente non è stato possibile assicurare un degno approfondimento ad ognuno di loro, ma almeno i più importanti hanno potuto ricevere un po' di spazio. Nel caso di Phos devo dire che inizialmente stavo quasi perdendo le speranze che potesse imparare dai propri errori, ma fortunatamente con l'avanzare della storia ha dimostrato di essere maturata sviluppando addirittura un notevole senso critico che gli permette di analizzare molto bene ogni situazione. Ciò è merito soprattutto del tempo trascorso con Bort e Antarcticite, che sono stati un ottimo esempio per lui.
Ciascun episodio sa intrattenere molto bene in quanto riesce ad unire sia momenti divertenti, sia momenti ricchi di tensione in cui la serie riesce a dare il meglio di sé. Spesso quando sentiamo parlare di animazioni in CGI pensiamo subito a una lunga lista di serie le cui animazioni fanno letteralmente rabbrividire, ma fortunatamente non è questo il caso. Diversamente da quello che ci si potrebbe aspettare, "Houseki no Kuni" fa della CGI il suo punto di forza, regalandoci dei combattimenti assolutamente memorabili. La fluidità dei movimenti dei personaggi rende il tutto più coinvolgente, ma non è solo questo a rendere "Houseki no Kuni" un prodotto al di sopra della media. Oltre ad esse, in ogni episodio sono state utilizzate delle musiche molto particolari che si sposano perfettamente con le scene a cui sono state accostate. Che si tratti di battaglie movimentate, di momenti tranquilli o di attimi di pura tensione non fa differenza, perché ogni brano riesce senza problemi ad amplificare ogni emozione generata da ciò che sta accadendo.
L'anime è ancora lontano dalla conclusione, perché i misteri da chiarire sono molti e mi auguro che in futuro verrà realizzata anche una seconda stagione, ma non posso esimermi dal consigliare questa bella serie che nel complesso si è dimostrata molto valida.
La storia ha luogo in un'isola sconosciuta abitata da alcune gemme dalle sembianze umane. Il loro aspetto ricorda quello di alcune giovani ragazze, ma in realtà non sono né donne né uomini, bensì dei veri e propri gioielli con centinaia se non migliaia di anni sulle spalle. Ognuno di essi ha un compito importante da svolgere all'interno di questa piccola comunità, tranne Phos, che nonostante gli sforzi non riesce ad essere utile in alcun modo ai suoi compagni. Il suo sogno è quello di diventare una combattente, ma a causa delle sue scarse abilità la sua presenza rappresenta spesso un ostacolo per il lavoro degli altri. Il motivo per cui è necessaria la presenza di individui abili nel combattimento è da ricollegarsi ai seleniti. Queste strane creature compaiono frequentemente librandosi in volo grazie all'ausilio di un'enorme nuvola e scoccano frecce a ripetizione per frantumare e raccogliere i pezzi dei giogielli che abitano l'isola. Pur non avendo bisogno di questi materiali, hanno un incessante desiderio di accumulare ricchezze e come verrà spiegato in alcuni episodi, i seleniti incarnano l'animo umano, che in questo caso si può notare dalla loro avidità.
Dato il gran numero di personaggi ovviamente non è stato possibile assicurare un degno approfondimento ad ognuno di loro, ma almeno i più importanti hanno potuto ricevere un po' di spazio. Nel caso di Phos devo dire che inizialmente stavo quasi perdendo le speranze che potesse imparare dai propri errori, ma fortunatamente con l'avanzare della storia ha dimostrato di essere maturata sviluppando addirittura un notevole senso critico che gli permette di analizzare molto bene ogni situazione. Ciò è merito soprattutto del tempo trascorso con Bort e Antarcticite, che sono stati un ottimo esempio per lui.
Ciascun episodio sa intrattenere molto bene in quanto riesce ad unire sia momenti divertenti, sia momenti ricchi di tensione in cui la serie riesce a dare il meglio di sé. Spesso quando sentiamo parlare di animazioni in CGI pensiamo subito a una lunga lista di serie le cui animazioni fanno letteralmente rabbrividire, ma fortunatamente non è questo il caso. Diversamente da quello che ci si potrebbe aspettare, "Houseki no Kuni" fa della CGI il suo punto di forza, regalandoci dei combattimenti assolutamente memorabili. La fluidità dei movimenti dei personaggi rende il tutto più coinvolgente, ma non è solo questo a rendere "Houseki no Kuni" un prodotto al di sopra della media. Oltre ad esse, in ogni episodio sono state utilizzate delle musiche molto particolari che si sposano perfettamente con le scene a cui sono state accostate. Che si tratti di battaglie movimentate, di momenti tranquilli o di attimi di pura tensione non fa differenza, perché ogni brano riesce senza problemi ad amplificare ogni emozione generata da ciò che sta accadendo.
L'anime è ancora lontano dalla conclusione, perché i misteri da chiarire sono molti e mi auguro che in futuro verrà realizzata anche una seconda stagione, ma non posso esimermi dal consigliare questa bella serie che nel complesso si è dimostrata molto valida.
Houseki no Kuni è nient'altro che la violenza, l'eleganza di un diamante sparato nella fronte.
La serie animata del 2017, ricalcata sull'omonimo manga di Haruko Ichikawa, si fa carico di una grossa responsabilità del suo decennio: raccontare prevalentemente in CGI una storia dalle alte pretese estetiche, costituendo un esempio di come la magia dell'animazione possa passare anche per le mani di questa tecnica.
Houseki no Kuni ("Il Paese dei Gioielli") narra la storia di 28 forme di vita immortali, nonché minerali antropomorfi la cui grazia spacca lo schermo, insiunandosi come una scheggia d'oro tra le pupille. In un futuro distante millenni, queste forme di vita prive sesso biologico, ruolo e identità di genere dimorano su una fetta di costa a forma di semiluna. Nell'eterno pericolo di essere rapite e rese ornamenti dai popoli della luna si organizzano in una società gerarchica, ripartendo i ruoli a seconda delle caratteristiche di ogni minerale; a capo di queste la Scala di Mohs per valutarne la durezza.
Il protagonista è Phosphohyllite, ancora giovane nei suoi 300 anni, inetto, testardo, emotivo, un vero piantagrane screziato di un verde raro ma dalla scarsissima durezza, che gli costerà un sacco di pene.
L'imponenza dell'opera non fa gioire solo gli occhi: lo spessore della storia, col suo andamento collinare tra dramma e brio, si configura come quel prototipo che proprio non sa come stancare. A dispetto della carineria proposta dai tratti, Houseki no Kuni lancia infatti una narrazione di lunghe scene d'azione in setting affascinanti, con movimenti di macchina nuovi e un sound design studiato fino all'ultimo schiocco dei corpi dei protagonisti.
Le scene comiche permettono di affezionarsi ai personaggi quanto basta perché arrivi un dramma a spezzare la pace orizzontale, e a vivere questo ritmo sembra di ballare su un pentagramma in chiave di diamanti. Il ventaglio di personaggi, aprendosi tra zuccherosità e traumi, si riempie di colori fuori e dentro, descrivendo psicologie incisive che penetrano nella carne dello spettatore come un proiettile d'argento. I punti di forza della serie si raccolgono al di sotto di due tipi di narrazione. La prima è quella fondamentale, composta dagli eventi della trama, non particolarmente complessi; la seconda si corrobora con la prima, ed è la sinergia degli eventi con il principio estetico dell'anime.
Osservando Houseki no Kuni si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad un quadro in movimento, in cui molti frame sono una scusa per piangere al miracolo dell'arte. Le vicende si susseguono incalzanti sposandosi con la bellezza, e trovano una strada genuina per caratterizzare l'abbondanza di personaggi, come percorrendo un labirinto di cui si conosce perfettamente la mappatura. L'impiego della CGI alza un nuovo alito di vento nella fotografia: la tendenza vorrebbe i movimenti di macchina principalmente laterali o di profondità, ma la regia di Houseki no Kuni si muove contemporaneamente in entrambe le direzioni, configurandosi in numerosi momenti di tridimensionalità. Ci si affaccia anche verso esplorazioni innovative in soggettiva, o impensabili momenti ricercati, tutti tremendamente efficaci. I fondali sono efficaci anch'essi, e danno una misura all'universo ricreato facendo da collante alle atmosfere.
L'utilizzo dei colori è interessante e sapiente. Per capire dove arriva l'attenzione dei produttori basta individuare il riflesso della luce di ogni personaggio, che dai capelli non smette mai di impregnare i vestiti con onde di ombre cromatiche. La rifrazione dei capelli di Diamond, fedele alle proprietà di un vero diamante, fa rimbalzare fasce di arcobaleno per dipanarsi nelle architetture dell'ambiente. La cura nelle animazioni è valida con costanza in ogni sequenza, senza cali significativi, ma al contrario ricca di vette. Quelle che nella maggior parte degli anime sarebbero utilizzate per momenti di climax sull'intera storia, nel Paese dei Gioielli sono scene esplosive all'ordine dell'episodio.
L'universo di Houseki no Kuni sembra alludere ad una scienza precisa ma inattingbile, generando commistioni immaginifiche tra l'antica pittura Raigo (来迎 ) con l'apparizione dell'Amida e i bodhisattva, astronomia, macchie solari dalla forma dei test di Rorschach e, più di ogni altra, la mineralogia.
Il mondo della mineralogia viene sondato lentamente ed indirettamente, anche grazie alla natura costitutiva dei protagonisti; nel corso degli episodi non è difficile incappare in nozioni sui minerali stessi. Questa dinamica non segue un approccio enciclopedico, ma la scienza delle pietre percorre la visione in ogni circuito, sposandosi con l'intrattenimento e giustificandosi con l'avvicendarsi della storia.
Le menzioni di lode non terminano. Flauti e violini, percussioni, trombe si abbracciano in una colonna sonora suggestiva. I moti di trionfo si scambiano con quelli delle tresche più comiche della comunità, per terminare con sequenze disturbanti. Talvolta si fa ricorso anche a suoni più esoterici, come il campionamento di una campana, che attingono alla natura misteriosa della narrazione e al proprio universo appannato. Al di là della colonna sonora, il già menzionato sound design, di splendida riuscita, copre una gamma di suoni tutti nati dallo specifico ambiente che circonda i minerali, dando allo spettatore l'impressione di trovarsi di fronte a compagni di pietra la cui esistenza non sia inverosimile.
In conclusione Houseki no Kuni attraversa i temi dell'identità, della fragilità della memoria, della dipendenza, della sopravvivenza e del quotidiano, ma anche della natura transeunte, e si specchia in un'estetica di cristallo. Brilla nella tragedia, ma ancora di più nella capacità di sapersi prendere poco sul serio. La visione del Paese dei Gioielli è viva, mesta, empatica, tenera, divertente, raffinata; in altre parole, Houseki no Kuni è un'esperienza completa. Fa venire voglia di abbracciare i suoi personaggi, e si posiziona nel petto come un rubino perfettamente lavorato, incastrato al posto del cuore.
アンターク「抵抗度から勇気を撮ったら何もない」
フォース「できることしかできないよー 」
アンターク「できることしかやらないからだ。」
フォース「できることなら精いっぱいやるよ。」
アンターク「できることしかできないままだな。」
-Abbiamo durezza bassa, se perdiamo il coraggio non ci resta nulla.
-Io posso fare solo quel che riesco a fare.
-Questo perché non provi a fare altro.
-Mi impegno al massimo in tutto quello che riesco a fare.
-Così riuscirai a fare sempre e solo le stesse cose.
Da Houseki no Kuni se ne esce vinti e segnati. Considerato quanto sopra, come farò a guardare la gioielleria dei vicini di casa con gli stessi occhi?
La serie animata del 2017, ricalcata sull'omonimo manga di Haruko Ichikawa, si fa carico di una grossa responsabilità del suo decennio: raccontare prevalentemente in CGI una storia dalle alte pretese estetiche, costituendo un esempio di come la magia dell'animazione possa passare anche per le mani di questa tecnica.
Houseki no Kuni ("Il Paese dei Gioielli") narra la storia di 28 forme di vita immortali, nonché minerali antropomorfi la cui grazia spacca lo schermo, insiunandosi come una scheggia d'oro tra le pupille. In un futuro distante millenni, queste forme di vita prive sesso biologico, ruolo e identità di genere dimorano su una fetta di costa a forma di semiluna. Nell'eterno pericolo di essere rapite e rese ornamenti dai popoli della luna si organizzano in una società gerarchica, ripartendo i ruoli a seconda delle caratteristiche di ogni minerale; a capo di queste la Scala di Mohs per valutarne la durezza.
Il protagonista è Phosphohyllite, ancora giovane nei suoi 300 anni, inetto, testardo, emotivo, un vero piantagrane screziato di un verde raro ma dalla scarsissima durezza, che gli costerà un sacco di pene.
L'imponenza dell'opera non fa gioire solo gli occhi: lo spessore della storia, col suo andamento collinare tra dramma e brio, si configura come quel prototipo che proprio non sa come stancare. A dispetto della carineria proposta dai tratti, Houseki no Kuni lancia infatti una narrazione di lunghe scene d'azione in setting affascinanti, con movimenti di macchina nuovi e un sound design studiato fino all'ultimo schiocco dei corpi dei protagonisti.
Le scene comiche permettono di affezionarsi ai personaggi quanto basta perché arrivi un dramma a spezzare la pace orizzontale, e a vivere questo ritmo sembra di ballare su un pentagramma in chiave di diamanti. Il ventaglio di personaggi, aprendosi tra zuccherosità e traumi, si riempie di colori fuori e dentro, descrivendo psicologie incisive che penetrano nella carne dello spettatore come un proiettile d'argento. I punti di forza della serie si raccolgono al di sotto di due tipi di narrazione. La prima è quella fondamentale, composta dagli eventi della trama, non particolarmente complessi; la seconda si corrobora con la prima, ed è la sinergia degli eventi con il principio estetico dell'anime.
Osservando Houseki no Kuni si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad un quadro in movimento, in cui molti frame sono una scusa per piangere al miracolo dell'arte. Le vicende si susseguono incalzanti sposandosi con la bellezza, e trovano una strada genuina per caratterizzare l'abbondanza di personaggi, come percorrendo un labirinto di cui si conosce perfettamente la mappatura. L'impiego della CGI alza un nuovo alito di vento nella fotografia: la tendenza vorrebbe i movimenti di macchina principalmente laterali o di profondità, ma la regia di Houseki no Kuni si muove contemporaneamente in entrambe le direzioni, configurandosi in numerosi momenti di tridimensionalità. Ci si affaccia anche verso esplorazioni innovative in soggettiva, o impensabili momenti ricercati, tutti tremendamente efficaci. I fondali sono efficaci anch'essi, e danno una misura all'universo ricreato facendo da collante alle atmosfere.
L'utilizzo dei colori è interessante e sapiente. Per capire dove arriva l'attenzione dei produttori basta individuare il riflesso della luce di ogni personaggio, che dai capelli non smette mai di impregnare i vestiti con onde di ombre cromatiche. La rifrazione dei capelli di Diamond, fedele alle proprietà di un vero diamante, fa rimbalzare fasce di arcobaleno per dipanarsi nelle architetture dell'ambiente. La cura nelle animazioni è valida con costanza in ogni sequenza, senza cali significativi, ma al contrario ricca di vette. Quelle che nella maggior parte degli anime sarebbero utilizzate per momenti di climax sull'intera storia, nel Paese dei Gioielli sono scene esplosive all'ordine dell'episodio.
L'universo di Houseki no Kuni sembra alludere ad una scienza precisa ma inattingbile, generando commistioni immaginifiche tra l'antica pittura Raigo (来迎 ) con l'apparizione dell'Amida e i bodhisattva, astronomia, macchie solari dalla forma dei test di Rorschach e, più di ogni altra, la mineralogia.
Il mondo della mineralogia viene sondato lentamente ed indirettamente, anche grazie alla natura costitutiva dei protagonisti; nel corso degli episodi non è difficile incappare in nozioni sui minerali stessi. Questa dinamica non segue un approccio enciclopedico, ma la scienza delle pietre percorre la visione in ogni circuito, sposandosi con l'intrattenimento e giustificandosi con l'avvicendarsi della storia.
Le menzioni di lode non terminano. Flauti e violini, percussioni, trombe si abbracciano in una colonna sonora suggestiva. I moti di trionfo si scambiano con quelli delle tresche più comiche della comunità, per terminare con sequenze disturbanti. Talvolta si fa ricorso anche a suoni più esoterici, come il campionamento di una campana, che attingono alla natura misteriosa della narrazione e al proprio universo appannato. Al di là della colonna sonora, il già menzionato sound design, di splendida riuscita, copre una gamma di suoni tutti nati dallo specifico ambiente che circonda i minerali, dando allo spettatore l'impressione di trovarsi di fronte a compagni di pietra la cui esistenza non sia inverosimile.
In conclusione Houseki no Kuni attraversa i temi dell'identità, della fragilità della memoria, della dipendenza, della sopravvivenza e del quotidiano, ma anche della natura transeunte, e si specchia in un'estetica di cristallo. Brilla nella tragedia, ma ancora di più nella capacità di sapersi prendere poco sul serio. La visione del Paese dei Gioielli è viva, mesta, empatica, tenera, divertente, raffinata; in altre parole, Houseki no Kuni è un'esperienza completa. Fa venire voglia di abbracciare i suoi personaggi, e si posiziona nel petto come un rubino perfettamente lavorato, incastrato al posto del cuore.
アンターク「抵抗度から勇気を撮ったら何もない」
フォース「できることしかできないよー 」
アンターク「できることしかやらないからだ。」
フォース「できることなら精いっぱいやるよ。」
アンターク「できることしかできないままだな。」
-Abbiamo durezza bassa, se perdiamo il coraggio non ci resta nulla.
-Io posso fare solo quel che riesco a fare.
-Questo perché non provi a fare altro.
-Mi impegno al massimo in tutto quello che riesco a fare.
-Così riuscirai a fare sempre e solo le stesse cose.
Da Houseki no Kuni se ne esce vinti e segnati. Considerato quanto sopra, come farò a guardare la gioielleria dei vicini di casa con gli stessi occhi?
Antarcticite: "Noi gemme dalla bassa durezza, non abbiamo nulla se non il nostro coraggio."
Phos: "Ci sono cose che semplicemente non posso fare."
Antarcticite: "Perché non ci provi mai."
Phos: "Faccio le cose che posso fare al meglio delle mie possibilità."
Antarcticite: "E, di conseguenza, non riesci mai a fare qualcosa di nuovo. "
Houseki no Kuni, anime di dodici episodi andato in onda dall'ottobre al dicembre del 2017, è stata, secondo me, una delle migliori serie che quest’anno ha avuto da offrire.
In un lontanissimo futuro, la Terra è abitata dagli Houseki, i quali sono delle Gemme che presentano fattezze e movenze antropomorfiche. La storia vede come protagonista Phos (Fosfofillite) e le sue avventure, mentre le gemme lottano per la propria sopravvivenza contro gli Tsukijin (il Popolo della Luna), che vogliono collezionarli per farne degli ornamenti.
Vorrei iniziare spendendo due parole sul comparto tecnico che ritengo sia davvero spettacolare.
Realizzato interamente in CGI, potrebbe far storcere inizialmente il naso. Io stessa ero molto diffidente prima di iniziarne la visione, ma il risultato finale è assolutamente superbo.
Prima di tutto, l’uso della CGI permette di evidenziare che i personaggi, anche se lo sembrano, non sono umani, per esempio, la luce si riflette sui capelli delle Gemme, senza essere assorbita. Le scene d’azione, poi, sono semplicemente una gioia per occhi, realizzate in modo così fluido, senza nessun calo grafico, da vedere e rivedere continuamente.
Anche gli effetti sonori sono di altissimo livello e non si limitano alla musica veloce e accattivante durante le battaglie, ma anche le scene di vita quotidiana vengono curate fin nei minimi particolari. Per fare un esempio, quando le gemme si afferrano a vicenda, l’effetto sonoro fa immediatamente capire che non c’è carne coperta morbida pelle, ma un corpo interamente di pietra coperto da cipria.
Ottima anche la scelta dei doppiatori, con ogni voce calibrata perfettamente per essere in armonia con la personalità delle gemme.
L’elemento che però ritengo sia quello che più riuscito di quest’anime è la caratterizzazione dei personaggi. Essendo questi delle vere e proprie gemme e per questo ritengo asessuati, non potendo usare il neutro nella lingua italiana, mi adeguo alla scelta dell'autore del manga di riferirmi a loro come maschi.
La prima cosa da dire è che è stata data grande attenzione alle loro caratteristiche fisiche: non muoiono anche se si spezzano, hanno bisogno di dormire ma non di mangiare, non si riproducono in quanto nascono già formati dalla terra stesa. Durezza e resistenza all'impatto sono le principali discriminanti che li separano fra di loro.
L’aspetto fisico non è l’unico ad essere stato curato, è immediatamente percepibile il lavoro fatto a livello psicologico. Le ventotto Gemme provano sentimenti così umani (rivalità, senso di impotenza, gelosia, rispetto, amore, odio) e posseggono personalità così ben definite e complesse, da poter essere compresi a livello intimo e perciò far affezionare lo spettatore anche se appaiano in pochi episodi.
Yellow Diamond, con i suoi 3000 e passa anni, è stanco e non ricorda più nemmeno perché stanno combattendo; Bortz, il miglior combattente, tutta efficienza e rapidità, ha un rapporto conflittuale con Diamond, che lo ama e odia allo stesso tempo; Antarcticite è ligio al dovere e pronto al sacrificio; Cinnabar, dal cui corpo esce una sostanza velenosa, sceglie di vivere isolato per non essere un pericolo per gli altri; il Sensei, una figura misteriosa, il guardiano e protettore delle Gemme, nasconde molti segreti.
E poi, naturalmente, c’è Phos.
Con una durezza di 3 ½, la Gemma è troppo debole per combattere, visto che anche il minimo impatto lo riduce in mille pezzi, e in un mondo in cui la lotta contro il Popolo della Luna è tutto, Phos si sente inutile.
Questo, però, non lo abbatte, anzi, la sua personalità così energica, lo porta sempre a cacciarsi in un mare di guai. Nonostante ciò è impossibile odiarlo.
I ruoli che ci vengono dati dalla società ci aiutano a trovare il nostro posto nella vita, ad attribuire un valore alla nostra esistenza che vediamo riflesso nella nostra utilità per gli altri. Phos sa di non avere nulla di tutto questo e sente che la sua assenza non sarebbe una grave perdita per la comunità. Sebbene non sia un personaggio pessimistico, anzi l’esatto contrario, testardo, risoluto, con un’intensa volontà di aiutare gli altri, mettendo anche a rischio se stesso, è possibile leggere nel suo personaggio anche una certa rassegnazione che lo spinge a fare cose pericolose. È sottinteso ma allo stesso tempo in piena vista, forse, si chiede lo spettatore, Phos nemmeno ne è consapevole, in quella che è una splendida espressione di sentimenti umani.
Ma Phos non rimarrà così per sempre. Subirà numerosi cambiamenti durante la serie, anche caratteriali, che lo porteranno ad acquisire una nuova consapevolezza di se stesso, in modo non affrettato o improvviso, ma giustificato e realistico.
La trama, sebbene di per sé non sia particolarmente complessa, è ricca di azione, riflessioni personali e intramezzi divertenti. Caratteristica degna di nota è la spiegazione delle origini delle Gemme e del Popolo della Luna, che permette di avere un quadro più completo della situazione e rende il mondo creato molto più solido e "realistico".
Per me è stata una rivelazione. Non mi aspettavo assolutamente nulla, e invece ha saputo conquistarmi dal primo momento, penso soprattutto per l’attenzione maniacale verso ogni dettaglio, sia tecnico (chara, animazioni, doppiaggio, sonoro), sia verso la psicologia dei personaggi.
Riassumendolo in una frase o meno: "Un piccolo gioiellino (perdonate il gioco di parole non ho saputo resistere XD)."
[Extra] Fun Fact: Cinnabar emette quella sostanza argentata velenosa, perché dal cinabro si estrae il mercurio, una sostanza tossica. Da questo materiale, inoltre, si estraeva il colore vermiglione.
Phos: "Ci sono cose che semplicemente non posso fare."
Antarcticite: "Perché non ci provi mai."
Phos: "Faccio le cose che posso fare al meglio delle mie possibilità."
Antarcticite: "E, di conseguenza, non riesci mai a fare qualcosa di nuovo. "
Houseki no Kuni, anime di dodici episodi andato in onda dall'ottobre al dicembre del 2017, è stata, secondo me, una delle migliori serie che quest’anno ha avuto da offrire.
In un lontanissimo futuro, la Terra è abitata dagli Houseki, i quali sono delle Gemme che presentano fattezze e movenze antropomorfiche. La storia vede come protagonista Phos (Fosfofillite) e le sue avventure, mentre le gemme lottano per la propria sopravvivenza contro gli Tsukijin (il Popolo della Luna), che vogliono collezionarli per farne degli ornamenti.
Vorrei iniziare spendendo due parole sul comparto tecnico che ritengo sia davvero spettacolare.
Realizzato interamente in CGI, potrebbe far storcere inizialmente il naso. Io stessa ero molto diffidente prima di iniziarne la visione, ma il risultato finale è assolutamente superbo.
Prima di tutto, l’uso della CGI permette di evidenziare che i personaggi, anche se lo sembrano, non sono umani, per esempio, la luce si riflette sui capelli delle Gemme, senza essere assorbita. Le scene d’azione, poi, sono semplicemente una gioia per occhi, realizzate in modo così fluido, senza nessun calo grafico, da vedere e rivedere continuamente.
Anche gli effetti sonori sono di altissimo livello e non si limitano alla musica veloce e accattivante durante le battaglie, ma anche le scene di vita quotidiana vengono curate fin nei minimi particolari. Per fare un esempio, quando le gemme si afferrano a vicenda, l’effetto sonoro fa immediatamente capire che non c’è carne coperta morbida pelle, ma un corpo interamente di pietra coperto da cipria.
Ottima anche la scelta dei doppiatori, con ogni voce calibrata perfettamente per essere in armonia con la personalità delle gemme.
L’elemento che però ritengo sia quello che più riuscito di quest’anime è la caratterizzazione dei personaggi. Essendo questi delle vere e proprie gemme e per questo ritengo asessuati, non potendo usare il neutro nella lingua italiana, mi adeguo alla scelta dell'autore del manga di riferirmi a loro come maschi.
La prima cosa da dire è che è stata data grande attenzione alle loro caratteristiche fisiche: non muoiono anche se si spezzano, hanno bisogno di dormire ma non di mangiare, non si riproducono in quanto nascono già formati dalla terra stesa. Durezza e resistenza all'impatto sono le principali discriminanti che li separano fra di loro.
L’aspetto fisico non è l’unico ad essere stato curato, è immediatamente percepibile il lavoro fatto a livello psicologico. Le ventotto Gemme provano sentimenti così umani (rivalità, senso di impotenza, gelosia, rispetto, amore, odio) e posseggono personalità così ben definite e complesse, da poter essere compresi a livello intimo e perciò far affezionare lo spettatore anche se appaiano in pochi episodi.
Yellow Diamond, con i suoi 3000 e passa anni, è stanco e non ricorda più nemmeno perché stanno combattendo; Bortz, il miglior combattente, tutta efficienza e rapidità, ha un rapporto conflittuale con Diamond, che lo ama e odia allo stesso tempo; Antarcticite è ligio al dovere e pronto al sacrificio; Cinnabar, dal cui corpo esce una sostanza velenosa, sceglie di vivere isolato per non essere un pericolo per gli altri; il Sensei, una figura misteriosa, il guardiano e protettore delle Gemme, nasconde molti segreti.
E poi, naturalmente, c’è Phos.
Con una durezza di 3 ½, la Gemma è troppo debole per combattere, visto che anche il minimo impatto lo riduce in mille pezzi, e in un mondo in cui la lotta contro il Popolo della Luna è tutto, Phos si sente inutile.
Questo, però, non lo abbatte, anzi, la sua personalità così energica, lo porta sempre a cacciarsi in un mare di guai. Nonostante ciò è impossibile odiarlo.
I ruoli che ci vengono dati dalla società ci aiutano a trovare il nostro posto nella vita, ad attribuire un valore alla nostra esistenza che vediamo riflesso nella nostra utilità per gli altri. Phos sa di non avere nulla di tutto questo e sente che la sua assenza non sarebbe una grave perdita per la comunità. Sebbene non sia un personaggio pessimistico, anzi l’esatto contrario, testardo, risoluto, con un’intensa volontà di aiutare gli altri, mettendo anche a rischio se stesso, è possibile leggere nel suo personaggio anche una certa rassegnazione che lo spinge a fare cose pericolose. È sottinteso ma allo stesso tempo in piena vista, forse, si chiede lo spettatore, Phos nemmeno ne è consapevole, in quella che è una splendida espressione di sentimenti umani.
Ma Phos non rimarrà così per sempre. Subirà numerosi cambiamenti durante la serie, anche caratteriali, che lo porteranno ad acquisire una nuova consapevolezza di se stesso, in modo non affrettato o improvviso, ma giustificato e realistico.
La trama, sebbene di per sé non sia particolarmente complessa, è ricca di azione, riflessioni personali e intramezzi divertenti. Caratteristica degna di nota è la spiegazione delle origini delle Gemme e del Popolo della Luna, che permette di avere un quadro più completo della situazione e rende il mondo creato molto più solido e "realistico".
Per me è stata una rivelazione. Non mi aspettavo assolutamente nulla, e invece ha saputo conquistarmi dal primo momento, penso soprattutto per l’attenzione maniacale verso ogni dettaglio, sia tecnico (chara, animazioni, doppiaggio, sonoro), sia verso la psicologia dei personaggi.
Riassumendolo in una frase o meno: "Un piccolo gioiellino (perdonate il gioco di parole non ho saputo resistere XD)."
[Extra] Fun Fact: Cinnabar emette quella sostanza argentata velenosa, perché dal cinabro si estrae il mercurio, una sostanza tossica. Da questo materiale, inoltre, si estraeva il colore vermiglione.