Black Clover
Un paio di premesse:
1. non ho letto il manga (né intendo farlo) e quindi la mia recensione sarà unicamente basata sull'anime;
2. evidentemente non ho più l'età per questo tipo di prodotto, essendomi lasciato la pubertà alle spalle da tempo.
* Trama e storia *
Sulla carta poteva essere un battle shonen interessante… con due protagonisti contemporaneamente amici e avversari che si dividevano le luci della ribalta, in competizione e impegnati ciascuno nella propria scalata al successo, ma uniti da un forte legame. Uno mago straordinario, armato della magia del vento, e l’altro con un pool di armi potentissime e l’antimagia. Entrambi con idee progressiste ma divergenti, entrambi animati da ideali nobili ma diversi, inseriti in Compagnie diverse e antagoniste. Il tutto calato all’interno di una narrazione con una maturazione lenta e misurata, con una crescita di potere lenta e che richiede sacrifici reali, con giochi di potere tra le fazioni e in cui i due non passano il tempo semplicemente a tirare badilate con spade giganti o bombe atomiche magiche, in un tripudio di effetti speciali da strapazzo, ma percorrono la propria scalata sociale un gradino alla volta. E invece no, perché il canone vuole che nei battle shonen di questo tipo il protagonista sia sempre e solo uno, e che l’ambientazione stessa sia secondaria, una mera scusa per vedere dei tizi che si danno le botte ad ogni episodio. E quindi in buona sostanza tutto ciò che abbiamo è una continua gara al rialzo in cui il solito ragazzino "sotto-potente" deve confrontarsi contro nemici sempre più forti in un’ordalia di "power creep" tanto insignificante quanto infinitamente noioso. In questo caso specifico abbiamo il giovane Asta che, in un mondo dominato dalla magia, è l’unica persona al mondo completamente priva di poteri. A differenza di un Midoriya qualsiasi però a lui non vengono regalati poteri da qualcun altro. Senza poteri è; senza poteri resta. In sostanza ogni anno c’è un giorno in cui i grimori magici scelgono i ragazzi che dovranno possederli. Yuno, amico d’infanzia di Asta, viene scelto da un potente tomo col quadrifoglio in copertina, palesando che lui è una sorta di prescelto o di eletto con poteri magici fuori dalla norma con un futuro grandioso davanti che potrebbe portarlo a diventare il nuovo Imperatore Magico. Il protagonista invece si trova tra le mani (e neanche subito) un catorcio di volume della Treccani mezzo sfasciato che non è neppure un vero grimorio, perché dentro invece degli incantesimi c’è uno spadone arrugginito che taglia la magia e la respinge.
N.B. Dopo gli eventi di un particolare episodio ho anche provato a vedere se la mia ferramenta di fiducia riusciva a procurarmene uno per tagliare la nebbia al mattino, che qui dalle mie parti è un problema serio, ma a quanto pare è solo un’invenzione dell’autore, non esiste davvero. 🤣
La serie nella primissima parte si lascia guardare, la sufficienza la raggiunge. Il livello di potere è contenuto, cosa che per me è del tutto fondamentale, e sono presenti elementi ambientativi e narrativi che esulano dal puro scontro fisico. Purtroppo il tutto non dura molto e piano piano la serie collassa e inizia a perdere pezzi sotto il peso della proprio inconsistenza, in un costante logoramento che, a un certo punto, la fa completamente sbriciolare e sprofondare in un peana di noia infinita. Il power creep, dopo i primi episodi introduttivi, per un centinaio di episodi (fino al termine della saga degli elfi) è semplicemente insostenibile. Una continua escalation pressoché priva di giustificazioni, con i nemici sempre un passo avanti, sempre indicibilmente forti e sempre sconfitti grazie alla buona volontà e al sacrificio, in un tripudio di buoni sentimenti.E quando finalmente la saga degli elfi finisce partono 50 episodi di nulla assoluto per introdurre l'ultima saga che si chiude in una decina di episodi.
Non sto neanche a fare una disamina delle singole trame/saghe perché non ne vale davvero la pena, tanta è la banalità e il senso opprimente di già visto. Sostanzialmente è il classico canovaccio per cui arriva un nemico straordinariamente più forte dei buoni. Ma i buoni si alleano, fanno power up, cliché buonisti a pioggia, plus ultra e lo sconfiggono. Intanto Yuno esce fuori dal nulla e scopriamo che è diventato più forte. Poi arriva un nemico ancora più super mega invincibile. Ma di nuovo deus ex machina come se piovesse, e con il potere dell’amore viene sconfitto. E intanto Yuno ottiene qualche nuovo potere e resta sempre qualche passo davanti ad Asta. E avanti in questo modo con il protagonista che ottiene nuove spade e i suoi compagni che ottengono nuovi poteri, nessuno dei buoni che muore mai definitivamente, i cattivi che fanno una brutta fine e un continuo inseguimento di Yuno.
E sì, non ne ho skippato neppure uno di questi 170 episodi. E adesso, mentre sto rivedendo e ampliando questa recensione a distanza di mesi, mi rendo conto che sono davvero tanti. Parliamo di 60 ore di ‘sta solfa, che si sono portati via un intero mese della mia vita. Probabilmente non mi pentirò mai abbastanza di aver buttato via tutto quel tempo. Segnale questo che evidentemente c’è un fondo di masochismo in me: devo davvero imparare a droppare a cuor leggero spazzatura di questo tipo.
* Sviluppo dei personaggi *
Per i miei gusti ci sono davvero troppi personaggi dai tratti caratteriali estremizzati, macchiette senza profondità né spessore che, alla lunga, diventano banali, ripetitivi e, in alcuni casi, addirittura fastidiosamente stucchevoli.
Per contro quindi, ovviamente, non ci sono molti personaggi di cui valga la pena fare un’analisi approfondita, ma ci provo lo stesso...
Cominciamo da Yuno, il rivale del protagonista nella corsa a diventare Imperatore Magico. Personaggio gestito molto male, secondo me, visto che in 170 episodi praticamente non ha alcuno sviluppo caratteriale. Inizia con una personalità enigmatica, è un tipo di poche parole, che nasconde però un’indole buona e un forte senso di amicizia e rivalità con Asta. E’ un personaggio con una spiccata forza di volontà e una grande ambizione… e questo è più o meno tutto. Nel corso degli episodi abbiamo alcuni flashback su alcuni episodi della sua infanzia ma, sostanzialmente, dal punto di vista dell’analisi caratteriale, non c’è molto altro da dire. Non ci sono grandi evoluzioni di cui valga la pena parlare, sebbene sia uno dei personaggi più importanti.
Ok, passiamo a parlare dei membri del Toro Nero. Qui sicuramente è stato fatto il lavoro migliore, visto che tutti i compagni di Asta hanno una forma di crescita personale, e questa è indotta in modo evidente dalla presenza del protagonista, che tutti finiscono per un motivo o per l’altro per ammirare. In alcuni casi è più evidente, mentre in altri casi la cosa è più leggera, ma non si può negare che uno sviluppo ci sia. Per tutti i personaggi viene anche fornito un po’ di background, quindi direi che non c’è troppo da lamentarsi: il lavoro fatto è innegabilmente sufficiente. Tuttavia va anche detto che era difficile che non ci fosse un minimo di approfondimento e sviluppo, se pensiamo che sono i personaggi che condividono con Asta lo schermo per oltre 100 episodi, e che partivano davvero come delle macchiette estreme e prive di spessore.
In particolare apprezzo l’impegno profuso per migliorare Noelle, che parte nelle fasi iniziali come “fastidiosamente spocchiosa” ma in seguito cresce fino a diventare “vagamente sopportabile”. Avrei tuttavia gradito una qualche forma di coinvolgimento romantico con il protagonista, anche se mi rendo conto che questo aspetto nei battle shonen è sempre fortemente in secondo piano per motivi di target di età, o anche perché i sentimentalismi sono “roba da donne”, oppure perché semplicemente per molti spettatori habitué del genere è qualcosa di non gradito. Ad ogni modo questo non è neppure colpa di Noelle, che per come viene sviluppata pare poter avere una certa propensione in tal senso, quanto di Asta (vedi sotto). Però, mi spiace, la mancanza di una qualche forma di trama sentimentale sullo sfondo, che mi dia sollievo da deficienti che si danno le botte, esplosioni e colpi speciali per me significa solo punti in meno sulla valutazione.
E infine Asta, il protagonista. Stereotipo del protagonista da battle shonen completamente privo di propensioni romantiche di alcun tipo, questo lo dico al puro scopo di riattaccarmi al capoverso precedente. Anche se a dire il vero sono stato volutamente impreciso. Asta è innamorato di una suora, di un amore che sta tra l’infantile, il platonico e il filiale, presentato anche in modo abbastanza ridicolo, cosa questa che ci dà la cifra della sua maturità. Non lo possiamo comunque definire anaffettivo, perché sostanzialmente vive di amicizia e buoni sentimenti. Lui è amico di tutti e si sacrifica per chiunque senza badare alla propria incolumità e dando fondo a tutto quello che ha.
Parte come un bamboccio scarsamente intelligente, privo di freni inibitori, ostinato oltre ogni credibilità, pieno di entusiasmo e con un sogno in mente che è del tutto irrealizzabile, ma disposto comunque a fare di tutto per raggiungerlo. In sostanza è la fotocopia della fotocopia dello stereotipo a cui si appoggiano centomila altri protagonisti identici.
E niente, sviluppo del personaggio non pervenuto o quasi. Parte così e 170 episodi dopo è ancora così. E sostanzialmente era così anche da piccolo nei flashback. Certo, 170 episodi dopo almeno ha acquisito un minimo di sicurezza e di consapevolezza dei propri mezzi… ma poi chi se ne frega, tanto continua ancora a partire a testa bassa contro qualunque ingiustizia e qualunque nemico senza riflettere un secondo.
* Animazioni e disegni *
Disegni e animazione sono nella media in parte degli episodi, scadenti in molti altri. Non ci sono a mia memoria episodi che svettano particolarmente in positivo e anzi, ce ne sono tanti con una qualità quantomeno discutibile. Onestamente mi sarei aspettato qualcosa di più, anche se comprendo che non parliamo di una serie “breve” ma di una di quelle che uscivano a cadenza settimanale, quindi con meno tempo e mezzi a disposizione.
Lo capisco ma non mi interessa: in troppi punti ho percepito un attentato alle mie cornee e un senso di vertigine da proporzioni sbagliate, mentre lacrime di sangue mi bagnavano le guance.
* Comparto sonoro *
Effetti sonori nella norma, niente da segnalare.
Le sigle fortunatamente non sono sullo stesso livello del comparto visivo medio dell’opera, perché sennò ci trovavamo con delle canzoncine in MIDI a 8-bit. Invece sono solo sgradevoli per il mio gusto musicale, ma questo non vuol dire nulla perché è solo questione di gusti, quindi non lo ritengo rilevante in termini di valutazione. Se vi piacciono sono contento per voi. Doppiaggio nella media, anche se alcune voci secondarie non mi sono sembrate ben accoppiate al personaggio che le “indossava”. Comunque niente di grave, tutto nella media.
_____
* In definitiva *
Sì, lo so che si tratta di un genere prettamente d'evasione, senza pretese, destinato a un target giovanissimo. E le mie aspettative infatti erano molto basse: volevo solo qualcosa che mi facesse compagnia sul monitor secondario mentre finivo una serie di lunghi lavori noiosi sul monitor principale. E niente... anche così non ce la facciamo, la sufficienza resta lontana.
In definitiva il mio consiglio è: se avete più di 12 anni statene alla larga.
1. non ho letto il manga (né intendo farlo) e quindi la mia recensione sarà unicamente basata sull'anime;
2. evidentemente non ho più l'età per questo tipo di prodotto, essendomi lasciato la pubertà alle spalle da tempo.
* Trama e storia *
Sulla carta poteva essere un battle shonen interessante… con due protagonisti contemporaneamente amici e avversari che si dividevano le luci della ribalta, in competizione e impegnati ciascuno nella propria scalata al successo, ma uniti da un forte legame. Uno mago straordinario, armato della magia del vento, e l’altro con un pool di armi potentissime e l’antimagia. Entrambi con idee progressiste ma divergenti, entrambi animati da ideali nobili ma diversi, inseriti in Compagnie diverse e antagoniste. Il tutto calato all’interno di una narrazione con una maturazione lenta e misurata, con una crescita di potere lenta e che richiede sacrifici reali, con giochi di potere tra le fazioni e in cui i due non passano il tempo semplicemente a tirare badilate con spade giganti o bombe atomiche magiche, in un tripudio di effetti speciali da strapazzo, ma percorrono la propria scalata sociale un gradino alla volta. E invece no, perché il canone vuole che nei battle shonen di questo tipo il protagonista sia sempre e solo uno, e che l’ambientazione stessa sia secondaria, una mera scusa per vedere dei tizi che si danno le botte ad ogni episodio. E quindi in buona sostanza tutto ciò che abbiamo è una continua gara al rialzo in cui il solito ragazzino "sotto-potente" deve confrontarsi contro nemici sempre più forti in un’ordalia di "power creep" tanto insignificante quanto infinitamente noioso. In questo caso specifico abbiamo il giovane Asta che, in un mondo dominato dalla magia, è l’unica persona al mondo completamente priva di poteri. A differenza di un Midoriya qualsiasi però a lui non vengono regalati poteri da qualcun altro. Senza poteri è; senza poteri resta. In sostanza ogni anno c’è un giorno in cui i grimori magici scelgono i ragazzi che dovranno possederli. Yuno, amico d’infanzia di Asta, viene scelto da un potente tomo col quadrifoglio in copertina, palesando che lui è una sorta di prescelto o di eletto con poteri magici fuori dalla norma con un futuro grandioso davanti che potrebbe portarlo a diventare il nuovo Imperatore Magico. Il protagonista invece si trova tra le mani (e neanche subito) un catorcio di volume della Treccani mezzo sfasciato che non è neppure un vero grimorio, perché dentro invece degli incantesimi c’è uno spadone arrugginito che taglia la magia e la respinge.
N.B. Dopo gli eventi di un particolare episodio ho anche provato a vedere se la mia ferramenta di fiducia riusciva a procurarmene uno per tagliare la nebbia al mattino, che qui dalle mie parti è un problema serio, ma a quanto pare è solo un’invenzione dell’autore, non esiste davvero. 🤣
La serie nella primissima parte si lascia guardare, la sufficienza la raggiunge. Il livello di potere è contenuto, cosa che per me è del tutto fondamentale, e sono presenti elementi ambientativi e narrativi che esulano dal puro scontro fisico. Purtroppo il tutto non dura molto e piano piano la serie collassa e inizia a perdere pezzi sotto il peso della proprio inconsistenza, in un costante logoramento che, a un certo punto, la fa completamente sbriciolare e sprofondare in un peana di noia infinita. Il power creep, dopo i primi episodi introduttivi, per un centinaio di episodi (fino al termine della saga degli elfi) è semplicemente insostenibile. Una continua escalation pressoché priva di giustificazioni, con i nemici sempre un passo avanti, sempre indicibilmente forti e sempre sconfitti grazie alla buona volontà e al sacrificio, in un tripudio di buoni sentimenti.E quando finalmente la saga degli elfi finisce partono 50 episodi di nulla assoluto per introdurre l'ultima saga che si chiude in una decina di episodi.
Non sto neanche a fare una disamina delle singole trame/saghe perché non ne vale davvero la pena, tanta è la banalità e il senso opprimente di già visto. Sostanzialmente è il classico canovaccio per cui arriva un nemico straordinariamente più forte dei buoni. Ma i buoni si alleano, fanno power up, cliché buonisti a pioggia, plus ultra e lo sconfiggono. Intanto Yuno esce fuori dal nulla e scopriamo che è diventato più forte. Poi arriva un nemico ancora più super mega invincibile. Ma di nuovo deus ex machina come se piovesse, e con il potere dell’amore viene sconfitto. E intanto Yuno ottiene qualche nuovo potere e resta sempre qualche passo davanti ad Asta. E avanti in questo modo con il protagonista che ottiene nuove spade e i suoi compagni che ottengono nuovi poteri, nessuno dei buoni che muore mai definitivamente, i cattivi che fanno una brutta fine e un continuo inseguimento di Yuno.
E sì, non ne ho skippato neppure uno di questi 170 episodi. E adesso, mentre sto rivedendo e ampliando questa recensione a distanza di mesi, mi rendo conto che sono davvero tanti. Parliamo di 60 ore di ‘sta solfa, che si sono portati via un intero mese della mia vita. Probabilmente non mi pentirò mai abbastanza di aver buttato via tutto quel tempo. Segnale questo che evidentemente c’è un fondo di masochismo in me: devo davvero imparare a droppare a cuor leggero spazzatura di questo tipo.
* Sviluppo dei personaggi *
Per i miei gusti ci sono davvero troppi personaggi dai tratti caratteriali estremizzati, macchiette senza profondità né spessore che, alla lunga, diventano banali, ripetitivi e, in alcuni casi, addirittura fastidiosamente stucchevoli.
Per contro quindi, ovviamente, non ci sono molti personaggi di cui valga la pena fare un’analisi approfondita, ma ci provo lo stesso...
Cominciamo da Yuno, il rivale del protagonista nella corsa a diventare Imperatore Magico. Personaggio gestito molto male, secondo me, visto che in 170 episodi praticamente non ha alcuno sviluppo caratteriale. Inizia con una personalità enigmatica, è un tipo di poche parole, che nasconde però un’indole buona e un forte senso di amicizia e rivalità con Asta. E’ un personaggio con una spiccata forza di volontà e una grande ambizione… e questo è più o meno tutto. Nel corso degli episodi abbiamo alcuni flashback su alcuni episodi della sua infanzia ma, sostanzialmente, dal punto di vista dell’analisi caratteriale, non c’è molto altro da dire. Non ci sono grandi evoluzioni di cui valga la pena parlare, sebbene sia uno dei personaggi più importanti.
Ok, passiamo a parlare dei membri del Toro Nero. Qui sicuramente è stato fatto il lavoro migliore, visto che tutti i compagni di Asta hanno una forma di crescita personale, e questa è indotta in modo evidente dalla presenza del protagonista, che tutti finiscono per un motivo o per l’altro per ammirare. In alcuni casi è più evidente, mentre in altri casi la cosa è più leggera, ma non si può negare che uno sviluppo ci sia. Per tutti i personaggi viene anche fornito un po’ di background, quindi direi che non c’è troppo da lamentarsi: il lavoro fatto è innegabilmente sufficiente. Tuttavia va anche detto che era difficile che non ci fosse un minimo di approfondimento e sviluppo, se pensiamo che sono i personaggi che condividono con Asta lo schermo per oltre 100 episodi, e che partivano davvero come delle macchiette estreme e prive di spessore.
In particolare apprezzo l’impegno profuso per migliorare Noelle, che parte nelle fasi iniziali come “fastidiosamente spocchiosa” ma in seguito cresce fino a diventare “vagamente sopportabile”. Avrei tuttavia gradito una qualche forma di coinvolgimento romantico con il protagonista, anche se mi rendo conto che questo aspetto nei battle shonen è sempre fortemente in secondo piano per motivi di target di età, o anche perché i sentimentalismi sono “roba da donne”, oppure perché semplicemente per molti spettatori habitué del genere è qualcosa di non gradito. Ad ogni modo questo non è neppure colpa di Noelle, che per come viene sviluppata pare poter avere una certa propensione in tal senso, quanto di Asta (vedi sotto). Però, mi spiace, la mancanza di una qualche forma di trama sentimentale sullo sfondo, che mi dia sollievo da deficienti che si danno le botte, esplosioni e colpi speciali per me significa solo punti in meno sulla valutazione.
E infine Asta, il protagonista. Stereotipo del protagonista da battle shonen completamente privo di propensioni romantiche di alcun tipo, questo lo dico al puro scopo di riattaccarmi al capoverso precedente. Anche se a dire il vero sono stato volutamente impreciso. Asta è innamorato di una suora, di un amore che sta tra l’infantile, il platonico e il filiale, presentato anche in modo abbastanza ridicolo, cosa questa che ci dà la cifra della sua maturità. Non lo possiamo comunque definire anaffettivo, perché sostanzialmente vive di amicizia e buoni sentimenti. Lui è amico di tutti e si sacrifica per chiunque senza badare alla propria incolumità e dando fondo a tutto quello che ha.
Parte come un bamboccio scarsamente intelligente, privo di freni inibitori, ostinato oltre ogni credibilità, pieno di entusiasmo e con un sogno in mente che è del tutto irrealizzabile, ma disposto comunque a fare di tutto per raggiungerlo. In sostanza è la fotocopia della fotocopia dello stereotipo a cui si appoggiano centomila altri protagonisti identici.
E niente, sviluppo del personaggio non pervenuto o quasi. Parte così e 170 episodi dopo è ancora così. E sostanzialmente era così anche da piccolo nei flashback. Certo, 170 episodi dopo almeno ha acquisito un minimo di sicurezza e di consapevolezza dei propri mezzi… ma poi chi se ne frega, tanto continua ancora a partire a testa bassa contro qualunque ingiustizia e qualunque nemico senza riflettere un secondo.
* Animazioni e disegni *
Disegni e animazione sono nella media in parte degli episodi, scadenti in molti altri. Non ci sono a mia memoria episodi che svettano particolarmente in positivo e anzi, ce ne sono tanti con una qualità quantomeno discutibile. Onestamente mi sarei aspettato qualcosa di più, anche se comprendo che non parliamo di una serie “breve” ma di una di quelle che uscivano a cadenza settimanale, quindi con meno tempo e mezzi a disposizione.
Lo capisco ma non mi interessa: in troppi punti ho percepito un attentato alle mie cornee e un senso di vertigine da proporzioni sbagliate, mentre lacrime di sangue mi bagnavano le guance.
* Comparto sonoro *
Effetti sonori nella norma, niente da segnalare.
Le sigle fortunatamente non sono sullo stesso livello del comparto visivo medio dell’opera, perché sennò ci trovavamo con delle canzoncine in MIDI a 8-bit. Invece sono solo sgradevoli per il mio gusto musicale, ma questo non vuol dire nulla perché è solo questione di gusti, quindi non lo ritengo rilevante in termini di valutazione. Se vi piacciono sono contento per voi. Doppiaggio nella media, anche se alcune voci secondarie non mi sono sembrate ben accoppiate al personaggio che le “indossava”. Comunque niente di grave, tutto nella media.
_____
* In definitiva *
Sì, lo so che si tratta di un genere prettamente d'evasione, senza pretese, destinato a un target giovanissimo. E le mie aspettative infatti erano molto basse: volevo solo qualcosa che mi facesse compagnia sul monitor secondario mentre finivo una serie di lunghi lavori noiosi sul monitor principale. E niente... anche così non ce la facciamo, la sufficienza resta lontana.
In definitiva il mio consiglio è: se avete più di 12 anni statene alla larga.
Black Clover: senza dubbio uno dei miei anime preferiti, merito dei personaggi che sanno entrarti nel cuore.
La storia è ambientata in un mondo in cui esiste la magia e i protagonisti, Asta e Yuno, sognano entrambi di diventare imperatore magico, unico "piccolo" particolare sta nel fatto che mentre Yuno mostra fin dalla giovane età di possedere un grande potere magico, Asta -al contrario- non possiede nemmeno un briciolo di magia, suscitando scherno e disprezzo in chiunque lo incontri.
Per poter realizzare il loro sogno i due protagonisti decidono di tentare le selezioni per poter entrare a far parte dei cavalieri magici, e da lì iniziano le loro avventure (concludo qui con la trama per evitare spoiler).
La storia è piacevole e ben sviluppata, come tipologia di anime si tratta di un classico battle shonen (come Naruto per intenderci). Il suo grande punto di forza sta a mio parere nei personaggi i quali sono molto ben caratterizzati e che riescono nel giro di poche puntate a farti affezionare, in particolare personaggi come Yami o Nero, ma anche lo stesso Asta. Ognuno ha una propria storia di background che nel corso delle puntate viene spiegata e approfondita, aiutando chi guarda a immedesimarsi nel personaggio e a capirlo a pieno.
Unica nota dolente, a mio parere, gli scontri e le battaglie non hanno animazioni degne di nota, ciò non significa che siano di pessima fattura ,ma onestamente non mi hanno colpito particolarmente.
Voto finale: 8,5
La storia è ambientata in un mondo in cui esiste la magia e i protagonisti, Asta e Yuno, sognano entrambi di diventare imperatore magico, unico "piccolo" particolare sta nel fatto che mentre Yuno mostra fin dalla giovane età di possedere un grande potere magico, Asta -al contrario- non possiede nemmeno un briciolo di magia, suscitando scherno e disprezzo in chiunque lo incontri.
Per poter realizzare il loro sogno i due protagonisti decidono di tentare le selezioni per poter entrare a far parte dei cavalieri magici, e da lì iniziano le loro avventure (concludo qui con la trama per evitare spoiler).
La storia è piacevole e ben sviluppata, come tipologia di anime si tratta di un classico battle shonen (come Naruto per intenderci). Il suo grande punto di forza sta a mio parere nei personaggi i quali sono molto ben caratterizzati e che riescono nel giro di poche puntate a farti affezionare, in particolare personaggi come Yami o Nero, ma anche lo stesso Asta. Ognuno ha una propria storia di background che nel corso delle puntate viene spiegata e approfondita, aiutando chi guarda a immedesimarsi nel personaggio e a capirlo a pieno.
Unica nota dolente, a mio parere, gli scontri e le battaglie non hanno animazioni degne di nota, ciò non significa che siano di pessima fattura ,ma onestamente non mi hanno colpito particolarmente.
Voto finale: 8,5
Black clover è un anime d'azione classico (o battle shonen se preferite) di ambientazione fantasy, tratto dal manga di Yuuki Tabata, con il classico protagonista stupido, ma estroverso e di buon cuore, che si fa in quattro per riuscire a farcela in un mondo avverso, dove a credere in lui non c'è nessuno, nemmeno le persone che ha più vicine.
Un appunto che voglio fare sul protagonista, Asta, è che all'inizio della serie può risultare davvero insopportabile, poiché urla in continuazione, con una voce piuttosto fastidiosa. Per fortuna dopo circa 20 episodi questo suo urlare si riduce, e diventa molto più sopportabile.
Dunque partendo dalla trama, per quanto carina, devo dire che non ha nulla di innovativo, riprende molti topoi del genere che si sono già visti (prende molti elementi da altre serie, come "Naruto", "Bleach" e molte altre). É comunque piacevole e trovo che abbia diversi spunti interessanti, soprattutto con il proseguire della la storia. Un grande difetto sono però le contraddizioni che troviamo in tutta la narrazione, che risulta a volte incongruente.
I primi 30 episodi sono piuttosto noiosi. Solitamente nei primi episodi viene illustrato il mondo in cui la storia è ambientata, cosa che avviene, ma in modo molto approssimativo. Mi sarebbe piaciuto scoprire di più del worldbuilding in questa fase iniziale, anche perché è piuttosto intrigante.
Intorno all'episodio 40 la storia inizia invece a diventare più interessante, raggiungendo intorno all'episodio 90 un punto in cui la storia diventa davvero appassionante, anche se a volte viene interrotta da episodi che ci mostrano combattimenti poco importanti e che anche a causa delle animazioni di bassa qualità sono piuttosto noiosi. Con il proseguire la storia diventa sempre più intrigante fino ad arrivare all'apice con l'ultima saga, il cui unico difetto è che si è conclusa prematuramente con il finale aperto della serie (probabilemente in futuro verrà ripreso, quando il materiale del manga sarà abbastanza da essere adattato con regolarità).
I personaggi sono stereotipati e piatti e tendono ad essere eccessivamente sfruttati per mettere in piedi dei teatrini comici che si ripetono in continuazione e che, malgrado io sia sicuro che alcuni apprezzeranno, personalmente trovo stancanti. Ci vengono anche mostrati i background di alcuni personaggi, tentando di approfondirli, ma non riescono comunque a dargli più di tanto spessore.
Il character design dei personaggi è davvero figo, funziona molto bene su alcuni personaggi, come Yuno o Julius e soprattutto sugli antagonisti principali, e un po' meno su altri.
Le tracce dell'ost mi hanno deluso: a parte un paio sono piuttosto piatte e non trasmettono molte emozioni, punto che trovo molto grave, dato che fanno una differenza immensa nel veicolare il pathos di una scena. Le opening e le ending invece le ho apprezzate, soprattutto le op 10 e 11.
Le animazioni devo dire che sono piuttosto brutte per la maggior parte degli episodi, cosa che penalizza tanto una serie incentrata sui combattimenti, finendo per spogliarli della loro epicità. Ci sono tuttavia dei guizzi incredibili in alcuni (pochissimi) episodi, come nel 151 ad esempio. Inoltre adoro che i filler siano davvero pochi.
Nel complesso do un 5. Se le animazioni fossero di più alto livello si meriterebbe almeno un voto in più, peccato.
Un appunto che voglio fare sul protagonista, Asta, è che all'inizio della serie può risultare davvero insopportabile, poiché urla in continuazione, con una voce piuttosto fastidiosa. Per fortuna dopo circa 20 episodi questo suo urlare si riduce, e diventa molto più sopportabile.
Dunque partendo dalla trama, per quanto carina, devo dire che non ha nulla di innovativo, riprende molti topoi del genere che si sono già visti (prende molti elementi da altre serie, come "Naruto", "Bleach" e molte altre). É comunque piacevole e trovo che abbia diversi spunti interessanti, soprattutto con il proseguire della la storia. Un grande difetto sono però le contraddizioni che troviamo in tutta la narrazione, che risulta a volte incongruente.
I primi 30 episodi sono piuttosto noiosi. Solitamente nei primi episodi viene illustrato il mondo in cui la storia è ambientata, cosa che avviene, ma in modo molto approssimativo. Mi sarebbe piaciuto scoprire di più del worldbuilding in questa fase iniziale, anche perché è piuttosto intrigante.
Intorno all'episodio 40 la storia inizia invece a diventare più interessante, raggiungendo intorno all'episodio 90 un punto in cui la storia diventa davvero appassionante, anche se a volte viene interrotta da episodi che ci mostrano combattimenti poco importanti e che anche a causa delle animazioni di bassa qualità sono piuttosto noiosi. Con il proseguire la storia diventa sempre più intrigante fino ad arrivare all'apice con l'ultima saga, il cui unico difetto è che si è conclusa prematuramente con il finale aperto della serie (probabilemente in futuro verrà ripreso, quando il materiale del manga sarà abbastanza da essere adattato con regolarità).
I personaggi sono stereotipati e piatti e tendono ad essere eccessivamente sfruttati per mettere in piedi dei teatrini comici che si ripetono in continuazione e che, malgrado io sia sicuro che alcuni apprezzeranno, personalmente trovo stancanti. Ci vengono anche mostrati i background di alcuni personaggi, tentando di approfondirli, ma non riescono comunque a dargli più di tanto spessore.
Il character design dei personaggi è davvero figo, funziona molto bene su alcuni personaggi, come Yuno o Julius e soprattutto sugli antagonisti principali, e un po' meno su altri.
Le tracce dell'ost mi hanno deluso: a parte un paio sono piuttosto piatte e non trasmettono molte emozioni, punto che trovo molto grave, dato che fanno una differenza immensa nel veicolare il pathos di una scena. Le opening e le ending invece le ho apprezzate, soprattutto le op 10 e 11.
Le animazioni devo dire che sono piuttosto brutte per la maggior parte degli episodi, cosa che penalizza tanto una serie incentrata sui combattimenti, finendo per spogliarli della loro epicità. Ci sono tuttavia dei guizzi incredibili in alcuni (pochissimi) episodi, come nel 151 ad esempio. Inoltre adoro che i filler siano davvero pochi.
Nel complesso do un 5. Se le animazioni fossero di più alto livello si meriterebbe almeno un voto in più, peccato.
"Black Clover" è un battle shonen dalla trama piuttosto semplice, che sfocia quasi nel banale (decisamente troppo simile ad altri anime suoi "colleghi", mi viene da pensare a Naruto -in primis- con il quale le similitudini saltano subito all'occhio). "Black Clover" ha una caratterizzazione buona dei personaggi (anche se alcuni risultano un po' stereotipati caratterialmente, il character design è ottimo), il comparto grafico non è nulla di che ma rende piuttosto bene (soprattutto nei combattimenti), le OST sono nella norma per così dire (ce ne sono alcune belle, altre decisamente meno) e il fan service è presente in quella piccola quantità che non dà mai noia.
Fino a questo punto della recensione, dovrei dare non più di 7 a questo anime. Invece mi trovo a dare 8 perché, nonostante fossi conscio di tutti i suoi limiti, mi ha tenuto incollato allo schermo per giorni interi e ora mi trovo ogni settimana ad aspettare con ansia l'uscita della puntata. Mi ha fatto immedesimare tantissimo nei protagonisti, le scene gag mi hanno fatto ridere e ,nel complesso, l'ho apprezzato in tutte le sue parti. In particolare, voglio spezzare una lancia in suo favore in quanto battle shonen: ci sono almeno 3-4 combattimenti davvero bellissimi che mi sono piaciuti veramente tanto. In conclusione, se volete vedere un anime pieno di combattimenti e avete un po' la nostalgia di Naruto, ve lo consiglio vivamente.
Fino a questo punto della recensione, dovrei dare non più di 7 a questo anime. Invece mi trovo a dare 8 perché, nonostante fossi conscio di tutti i suoi limiti, mi ha tenuto incollato allo schermo per giorni interi e ora mi trovo ogni settimana ad aspettare con ansia l'uscita della puntata. Mi ha fatto immedesimare tantissimo nei protagonisti, le scene gag mi hanno fatto ridere e ,nel complesso, l'ho apprezzato in tutte le sue parti. In particolare, voglio spezzare una lancia in suo favore in quanto battle shonen: ci sono almeno 3-4 combattimenti davvero bellissimi che mi sono piaciuti veramente tanto. In conclusione, se volete vedere un anime pieno di combattimenti e avete un po' la nostalgia di Naruto, ve lo consiglio vivamente.
Cos'ha "Black Clover" di diverso dagli altri battle shonen che popolano il panorama fumettistico giapponese?
Assolutamente nulla.
Credo fosse una cosa utile da mettere in chiaro sin da subito. Tagliata la testa al toro, vi spiego perché penso che "Black Clover" meriti il vostro tempo.
"Black Clover" è un battle shonen classico che non ha alcuna pretesa di mostrarsi come qualcosa di diverso, ma riesce ad intrattenere in maniera sicuramente più che soddisfacente, non solo grazie alle botte da orbi animate in maniera decente (punto che approfondiremo in seguito) ma anche per la presenza di elementi collaterali che non tutti gli appartenenti a questo genere possiedono: un roster nutrito di personaggi approfonditi ad un livello sufficiente tale da consentire l'empatia del pubblico verso la maggior parte di essi, un world building che sembra approfondirsi con il progredire della narrazione e soprattutto, un sistema sociale non troppo complesso ma marcio e corrotto da una disparità sociale che è tipica dell'ambientazione medievaleggiante che l'opera propone.
Molti guardano a "Black Clover" come a un puzzle, un mosaico, ma personalmente mi piace vederlo più come un perfetto mix in cui gli elementi del battle shonen canonico vengono presi e amalgamati in maniera perfetta, creando un incredibile equilibro tra gli elementi presi da tutti i suoi predecessori.
Senza dilungarci troppo sulla trama, durante questa quarantena ho visto 131 episodi dell'anime e dopo questa "rush" vi parlo dei problemi dell'anime, non avendone ancora letta la versione cartacea.
Chiariamolo subito, non è il miglior anime che vedrete nella vostra vita, se venite da "Fire Force" o "My Hero Academia" S4 avrete un trauma in alcune sezioni, dal momento che Studio Pierrot sembra mettere più impegno nella realizzazione di "Boruto" che di "Black Clover". Alcune animazioni sono riciclate mentre altre lasciano veramente perplessi, per quanto in alcune situazioni l'anime si rivela in grado di dire la sua.
Questo fino alla prima settantina di episodi, dopo la storia cambia. Perché se per i primi 20 episodi abbiamo dovuto sorbirci un quindicenne attratto da una suora / scimmia urlatrice e per altri cinquanta abbiamo osservato un anime piacevole ma incapace di lasciare il segno, le animazioni migliorano, fino a superare l'episodio 100 dove possiamo finalmente affermare che "Black Clover" merita di essere uno dei migliori anime battle shonen da vedere.
Le opening sono semplicemente una gioia per gli occhi e sono l'unica cosa della trasposizione animata che migliora senza intoppi o incertezze. Il sonoro è ok, non sono un esperto quindi non entro nel merito ma alcune OST sono veramente azzeccate.
Se dovessi valutare gli ultimi 31 episodi sarebbe sicuramente un 8 meritato, ma non posso dimenticarmi dei precedenti 100 quindi direi un 7 è più che onesto.
In definitiva: sì, guardate "Black Clover", più che consigliato.
Assolutamente nulla.
Credo fosse una cosa utile da mettere in chiaro sin da subito. Tagliata la testa al toro, vi spiego perché penso che "Black Clover" meriti il vostro tempo.
"Black Clover" è un battle shonen classico che non ha alcuna pretesa di mostrarsi come qualcosa di diverso, ma riesce ad intrattenere in maniera sicuramente più che soddisfacente, non solo grazie alle botte da orbi animate in maniera decente (punto che approfondiremo in seguito) ma anche per la presenza di elementi collaterali che non tutti gli appartenenti a questo genere possiedono: un roster nutrito di personaggi approfonditi ad un livello sufficiente tale da consentire l'empatia del pubblico verso la maggior parte di essi, un world building che sembra approfondirsi con il progredire della narrazione e soprattutto, un sistema sociale non troppo complesso ma marcio e corrotto da una disparità sociale che è tipica dell'ambientazione medievaleggiante che l'opera propone.
Molti guardano a "Black Clover" come a un puzzle, un mosaico, ma personalmente mi piace vederlo più come un perfetto mix in cui gli elementi del battle shonen canonico vengono presi e amalgamati in maniera perfetta, creando un incredibile equilibro tra gli elementi presi da tutti i suoi predecessori.
Senza dilungarci troppo sulla trama, durante questa quarantena ho visto 131 episodi dell'anime e dopo questa "rush" vi parlo dei problemi dell'anime, non avendone ancora letta la versione cartacea.
Chiariamolo subito, non è il miglior anime che vedrete nella vostra vita, se venite da "Fire Force" o "My Hero Academia" S4 avrete un trauma in alcune sezioni, dal momento che Studio Pierrot sembra mettere più impegno nella realizzazione di "Boruto" che di "Black Clover". Alcune animazioni sono riciclate mentre altre lasciano veramente perplessi, per quanto in alcune situazioni l'anime si rivela in grado di dire la sua.
Questo fino alla prima settantina di episodi, dopo la storia cambia. Perché se per i primi 20 episodi abbiamo dovuto sorbirci un quindicenne attratto da una suora / scimmia urlatrice e per altri cinquanta abbiamo osservato un anime piacevole ma incapace di lasciare il segno, le animazioni migliorano, fino a superare l'episodio 100 dove possiamo finalmente affermare che "Black Clover" merita di essere uno dei migliori anime battle shonen da vedere.
Le opening sono semplicemente una gioia per gli occhi e sono l'unica cosa della trasposizione animata che migliora senza intoppi o incertezze. Il sonoro è ok, non sono un esperto quindi non entro nel merito ma alcune OST sono veramente azzeccate.
Se dovessi valutare gli ultimi 31 episodi sarebbe sicuramente un 8 meritato, ma non posso dimenticarmi dei precedenti 100 quindi direi un 7 è più che onesto.
In definitiva: sì, guardate "Black Clover", più che consigliato.
«Black Clover», insieme a «Boku no Hero Academia» e «Demon Slayer», rappresenta la nuova generazione dei battle shonen. Prende spunto, inevitabilmente, dai suoi predecessori («Fairy Tail», «Naruto» e «Bleach»), senza però risultare banale.
Parto col dire che l'inizio è stato un disastro: Asta e il suo doppiatore mi stavano per far venire una crisi isterica da quanto erano insopportabili: una vera e propria tortura. Il problema non era il doppiatore in sè, dato che è lo stesso di Shinra di «Fire force» e in quel ruolo mi ha soddisfatto parecchio, ma come il direttore del doppiaggio ha scelto di rappresentare Asta all'inizio: urla, urla e ancora urla, il tono era atroce, persino il suo comportamento era detestabile. Ero sull'orlo di abbandonare, ma fortunatamente, nel corso della serie, sono migliorati sia il protagonista che il doppiatore, a tal punto che li ho apprezzati entrambi.
Per il resto che dire, sicuramente il fanservice, i cliché e le animazioni sono la pecca più grande; con fanservice e cliché intendo le relazioni tra vari personaggi femminili e maschili, come la classica, insopportabile tsundere Noelle, della quale vengono mostrate fino allo sfinimento le reazioni violente, insincere e d'imbarazzo non appena è insieme ad Asta. Oppure Mimosa, che all'improvviso si innamora del protagonista finendo per mostrare anche lei i soliti cliché. Persino la bellissima e seria Charlotte, capitano dei Blue rose, viene ridicolizzata a causa della sua cotta per Yami. Tutto questo per soddisfare i patetici gusti della massa.
Parlando delle animazioni, possiedono una crescita graduale: per metà dell'anime sono qualcosa di inguardabile, non mi sto riferendo solo ai combattimenti, ma anche a scene quotidiane dove i personaggi sembrano dei veri e propri ceppi di legno, mentre nella seconda metà migliorano nettamente, anche se in modo lento. Un altro difetto a mio parere è che gran parte dei personaggi vengano mostrati solo per far dire la loro battuta, in particolare i membri dei Black Bull, altrimenti, a causa della loro inutilità, finirebbero nel dimenticatoio; ciò dopo un po' diventa ripetitivo e pesante. Fortunatamente, nell'ultimo arco iniziano a fare la loro parte.
In conclusione «Black Clover» è un bell'anime, la storia è interessante e difficilmente annoia, ovviamente non è allo stesso livello di classici quali «Bleach» e «Hunter x Hunter», però allo stesso tempo è migliore di molti altri shonen. Personalmente l'avrei preferito più serio e maturo, piuttosto che esageratamente infantile e sciocco stile «Fairy Tail», anche se gran parte delle volte la commedia è azzeccata, originale e piacevole. In definitiva lo consiglio, non aspettatevi un capolavoro, ma almeno spicca per qualità rispetto a molti altri shonen degli ultimi anni.
Parto col dire che l'inizio è stato un disastro: Asta e il suo doppiatore mi stavano per far venire una crisi isterica da quanto erano insopportabili: una vera e propria tortura. Il problema non era il doppiatore in sè, dato che è lo stesso di Shinra di «Fire force» e in quel ruolo mi ha soddisfatto parecchio, ma come il direttore del doppiaggio ha scelto di rappresentare Asta all'inizio: urla, urla e ancora urla, il tono era atroce, persino il suo comportamento era detestabile. Ero sull'orlo di abbandonare, ma fortunatamente, nel corso della serie, sono migliorati sia il protagonista che il doppiatore, a tal punto che li ho apprezzati entrambi.
Per il resto che dire, sicuramente il fanservice, i cliché e le animazioni sono la pecca più grande; con fanservice e cliché intendo le relazioni tra vari personaggi femminili e maschili, come la classica, insopportabile tsundere Noelle, della quale vengono mostrate fino allo sfinimento le reazioni violente, insincere e d'imbarazzo non appena è insieme ad Asta. Oppure Mimosa, che all'improvviso si innamora del protagonista finendo per mostrare anche lei i soliti cliché. Persino la bellissima e seria Charlotte, capitano dei Blue rose, viene ridicolizzata a causa della sua cotta per Yami. Tutto questo per soddisfare i patetici gusti della massa.
Parlando delle animazioni, possiedono una crescita graduale: per metà dell'anime sono qualcosa di inguardabile, non mi sto riferendo solo ai combattimenti, ma anche a scene quotidiane dove i personaggi sembrano dei veri e propri ceppi di legno, mentre nella seconda metà migliorano nettamente, anche se in modo lento. Un altro difetto a mio parere è che gran parte dei personaggi vengano mostrati solo per far dire la loro battuta, in particolare i membri dei Black Bull, altrimenti, a causa della loro inutilità, finirebbero nel dimenticatoio; ciò dopo un po' diventa ripetitivo e pesante. Fortunatamente, nell'ultimo arco iniziano a fare la loro parte.
In conclusione «Black Clover» è un bell'anime, la storia è interessante e difficilmente annoia, ovviamente non è allo stesso livello di classici quali «Bleach» e «Hunter x Hunter», però allo stesso tempo è migliore di molti altri shonen. Personalmente l'avrei preferito più serio e maturo, piuttosto che esageratamente infantile e sciocco stile «Fairy Tail», anche se gran parte delle volte la commedia è azzeccata, originale e piacevole. In definitiva lo consiglio, non aspettatevi un capolavoro, ma almeno spicca per qualità rispetto a molti altri shonen degli ultimi anni.
Un degno erede di "Fairy Tail", e se vogliamo puntualizzare forse, "Black Clover" ha dei lati in cui è superiore in tutto e per tutto al titolo mastodontico appena citato.
Parlando di animazione fa tremare ogni simile, esclusa Type Moon. Visuali dinamiche, veloci, fps elevati, bei colori. Ripeto ancora una volta che il comparto visivo è favoloso. Caratterizzazione dei personaggi ottima, ancora ci stanno lavorando su, e come è prevedibile getta ad ogni episodio benzina sul fuoco. Spero solamente che riesca a stupirmi e sorprendermi, non cadendo nella solita trama/monotona shonen.
Parlando di animazione fa tremare ogni simile, esclusa Type Moon. Visuali dinamiche, veloci, fps elevati, bei colori. Ripeto ancora una volta che il comparto visivo è favoloso. Caratterizzazione dei personaggi ottima, ancora ci stanno lavorando su, e come è prevedibile getta ad ogni episodio benzina sul fuoco. Spero solamente che riesca a stupirmi e sorprendermi, non cadendo nella solita trama/monotona shonen.
"Black Clover" si apre col tipico scenario “alla Naruto”: il protagonista, Asta, orfano di entrambi i genitori, considerato un po’ uno “sfigato” (poiché non possiede una singola goccia di magia), ossessionato dal diventare Imperatore Magico (ricorda un po’ il “Io diventerò Hokage” gridato da Naruto ad ogni occasione), amico-rivale di Yuno, ragazzino dalle incredibili abilità magiche.
Difatti, non è un segreto che Yuki Tabata, autore dell’opera in questione, si sia apertamente ed esplicitamente ispirato ai tipici cliché narrativi dei più famosi battle shonen ("Naruto", "One Piece", "Fairy Tail", "Bleach"...). Pertanto, non nascondo che i primi 5 episodi dell’anime mi abbiano un po’ fatto storcere il naso. Li ho trovati troppo commerciali e decisamente banali.
Tuttavia, complice il mio bisogno di guardare qualcosa di leggero e senza troppe pretese, ho continuato la visione di "Black Clover" e ne sono stata letteralmente travolta.
Terminati i primi episodi di presentazione dell’anime ed ingranando con la trama, mi sono ritrovata incollata davanti allo schermo del pc, intenta a divorare ogni singolo minuto e secondo dell’opera.
La vicenda viene affrontata molto bene, senza fretta e senza sfociare nel banale. Certamente, come ho già affermato prima, Tabata si è evidentemente ispirato ad altre produzioni, ma nonostante ciò è riuscito perfettamente ad erigere una trama di tutto rispetto. Il ritmo è incalzante, scorrevole e decisamente piacevole. Ogni tanto c’è qualche episodio di “stacco” che, tuttavia, non risulta slegato nel complesso, ma, anzi, serve a prendere un attimo di respiro, prima di ributtarci a capofitto nella storia.
Mi è piaciuto molto il fatto che il fanservice sia appena accennato, ma non spinto ed eccessivo (se non ci fosse sarebbe meglio, ma non si può pretendere la perfezione).
I personaggi sono l’elemento che più ho apprezzato dell’opera. Sono tutti (anche quelli marginali) ben caratterizzati, con uno spessore psicologico consistente. Ad ognuno di loro è stato dedicato uno spazio apposito, senza mai risultare forzato oppure non inerente nel contesto in cui viene trattato. Basti pensare al personaggio di Yami, comandante del gruppo del Toro Nero, che, sebbene già molto maturo, evolve e cresce con lo svolgersi della trama.
Per quanto riguarda l’animazione in generale, l’ho gradita molto. Le scene, soprattutto quelle di combattimento, sono fluide, disegnate bene, dettagliate e mai stilizzate. Certo, il character design di Asta non mi piace particolarmente (occhi troppo spigolosi!), ma sono gusti. Altri personaggi, invece, sono rappresentati davvero molto bene.
Caratteristica che, invece, non mi è per niente piaciuta del protagonista è il fatto che urla. Spesso. Troppo spesso. Tuttavia, ho apprezzato come gli altri personaggi sottolineino questo difetto di Asta e ci scherzino un po’ sopra. Così come sono particolarmente gradevoli le prese in giro rivolte a Nozel Silva per la sua originale (orribile) acconciatura. Tutto questo conferisce una vena di “realismo” (almeno nelle reazioni dei vari personaggi) ed ulteriore consistenza all’opera.
In conclusione, "Black Clover" è un anime che consiglio a tutti coloro che apprezzano i battle shonen e sono alla ricerca di qualcosa di leggero, che mantenga, tuttavia, una certa qualità. Ovviamente, ribadisco, i cliché tipici di questo genere sono presenti, ma non sono ingombranti e nella trama costruita da Tabata funzionano perfettamente. Non c‘è modo, purtroppo, di poter saltare i primi episodi, poiché essenziali per capire meglio l’ambiente della storia, ma pazienza. Il resto dell’opera farà dimenticare presto il “drammatico” inizio.
Difatti, non è un segreto che Yuki Tabata, autore dell’opera in questione, si sia apertamente ed esplicitamente ispirato ai tipici cliché narrativi dei più famosi battle shonen ("Naruto", "One Piece", "Fairy Tail", "Bleach"...). Pertanto, non nascondo che i primi 5 episodi dell’anime mi abbiano un po’ fatto storcere il naso. Li ho trovati troppo commerciali e decisamente banali.
Tuttavia, complice il mio bisogno di guardare qualcosa di leggero e senza troppe pretese, ho continuato la visione di "Black Clover" e ne sono stata letteralmente travolta.
Terminati i primi episodi di presentazione dell’anime ed ingranando con la trama, mi sono ritrovata incollata davanti allo schermo del pc, intenta a divorare ogni singolo minuto e secondo dell’opera.
La vicenda viene affrontata molto bene, senza fretta e senza sfociare nel banale. Certamente, come ho già affermato prima, Tabata si è evidentemente ispirato ad altre produzioni, ma nonostante ciò è riuscito perfettamente ad erigere una trama di tutto rispetto. Il ritmo è incalzante, scorrevole e decisamente piacevole. Ogni tanto c’è qualche episodio di “stacco” che, tuttavia, non risulta slegato nel complesso, ma, anzi, serve a prendere un attimo di respiro, prima di ributtarci a capofitto nella storia.
Mi è piaciuto molto il fatto che il fanservice sia appena accennato, ma non spinto ed eccessivo (se non ci fosse sarebbe meglio, ma non si può pretendere la perfezione).
I personaggi sono l’elemento che più ho apprezzato dell’opera. Sono tutti (anche quelli marginali) ben caratterizzati, con uno spessore psicologico consistente. Ad ognuno di loro è stato dedicato uno spazio apposito, senza mai risultare forzato oppure non inerente nel contesto in cui viene trattato. Basti pensare al personaggio di Yami, comandante del gruppo del Toro Nero, che, sebbene già molto maturo, evolve e cresce con lo svolgersi della trama.
Per quanto riguarda l’animazione in generale, l’ho gradita molto. Le scene, soprattutto quelle di combattimento, sono fluide, disegnate bene, dettagliate e mai stilizzate. Certo, il character design di Asta non mi piace particolarmente (occhi troppo spigolosi!), ma sono gusti. Altri personaggi, invece, sono rappresentati davvero molto bene.
Caratteristica che, invece, non mi è per niente piaciuta del protagonista è il fatto che urla. Spesso. Troppo spesso. Tuttavia, ho apprezzato come gli altri personaggi sottolineino questo difetto di Asta e ci scherzino un po’ sopra. Così come sono particolarmente gradevoli le prese in giro rivolte a Nozel Silva per la sua originale (orribile) acconciatura. Tutto questo conferisce una vena di “realismo” (almeno nelle reazioni dei vari personaggi) ed ulteriore consistenza all’opera.
In conclusione, "Black Clover" è un anime che consiglio a tutti coloro che apprezzano i battle shonen e sono alla ricerca di qualcosa di leggero, che mantenga, tuttavia, una certa qualità. Ovviamente, ribadisco, i cliché tipici di questo genere sono presenti, ma non sono ingombranti e nella trama costruita da Tabata funzionano perfettamente. Non c‘è modo, purtroppo, di poter saltare i primi episodi, poiché essenziali per capire meglio l’ambiente della storia, ma pazienza. Il resto dell’opera farà dimenticare presto il “drammatico” inizio.
Davvero un ottimo anime, i personaggi sono originali e ben fatti, e soprattutto una volta iniziato a vedere non ti fermi più. La storia mi ha subito incuriosito e mi ha trasmesso momenti leggendari ma anche divertenti. Infatti questo anime oltre ad insegnarti molto sui ranghi sociali e sui pregiudizi, ti strappa il più delle volte un bel sorriso. Di certo non è un anime romantico ma credo che mi piacerebbe veder diventare canonica qualche ship, adoro il rapporto tra Noelle e Asta. La parte più soddisfacente è la trasformazione di Asta che si congiunge con il demone del Grimoro.
"Black Clover" è letteralmente un miscuglio di elementi presi da altre opere che però l'autore è riuscito a mettere insieme in modo soddisfacente secondo il mio parere. Un classico shonen che risulta scorrevole da guardare e che riesce a intrattenere. Presenta un ritmo molto veloce caratterizzato da un susseguirsi di battaglie che possono piacere o no in base ai gusti personali. I personaggi sono poco sviluppati e le animazioni molte volte lasciano a desiderare. Detto questo penso sia un anime che va visto se si cerca qualcosa di leggero e semplice che possa intrattenere lo spettatore. Un vero peccato per le animazioni.
Voto finale: 7
Voto finale: 7
Molto simile a "Fairy Tail" in quanto si vive in un mondo magico in cui la magia ha un ruolo importante, ma la trama non è molto avvincente. Molto prevedibile. Da vedere ma non imperdibile. I personaggi hanno un buon background e una buona grafica, tranne nelle scene di combattimento. Divertente anche se talvolta ripetitivo. Si segue molto tranquillamente senza dover stare attenti a ogni minimo dettaglio. C'è un po' di fanservice (il solito episodio in spiaggia, tettone...)
Dopotutto merita la visione.
Dopotutto merita la visione.