Dragon Quest Great Adventure of Dai! Destroy!! The Reborn 6 Commanders
Terzo e ultimo film cinematografico dedicato a "Dai no daibouken", "Destroy!! The Reborn 6 Commanders" è datato 1992 e si colloca idealmente fra la saga di Fraizard e quella di Baran (nell’arco di tempo coperto dal nostro volume 13 del manga).
La storia racconta la battaglia di Dai e compagni contro il malvagio demone Galvas e i suoi sottoposti, i quali hanno imprigionato l’anima di Maam tramite un rito magico allo scopo di attirare il prode guerriero a sé ed eliminarlo una volta per tutte, guadagnando così la stima di Baan.
Ho visto questo film recentemente, dopo parecchi anni che non rileggevo il manga o non riguardavo la serie animata di "Dai no daibouken", e per me è stata quindi una grandissima emozione rituffarmi nell’universo narrativo che, creato da Riku Sanjo, Koji Inada e Yuji Horii, tanto mi fece sognare anni e anni addietro.
La trama che il film mette in piedi permette di dare spazio, anche solo per una comparsata di pochi secondi, alla stragrande maggioranza dei personaggi apparsi nella storia fino a quel momento, dai protagonisti finanche alle guardie del corpo della principessa Leona. Questa è indubbiamente una buona cosa, ma purtroppo la durata di soli quaranta minuti scarsi non permette che tutti questi personaggi vengano sviluppati adeguatamente, e la maggior parte di loro finisce soltanto per apparire per una manciata di minuti senza lasciare una grossa impronta.
La trama segue uno schema piuttosto semplice, anche un po’ troppo, e si limita a mettere in scena una serie di combattimenti, caratterizzati però piuttosto blandamente a causa della scarsa durata. Anche lo stesso scontro con Galvas non viene per nulla approfondito, dato che viene svolto nell’arco degli ultimi tre minuti del film, e il finale è improvviso e un po’ vacuo.
Probabilmente, con una durata maggiore (un’ora e mezza/due ore) il film ne avrebbe giovato e avrebbe potuto perpetrare in maniera più definita i buoni spunti di cui gode, dato che comunque i personaggi di "Dai no daibouken" sono ottimi e l’idea di vederli impegnati in nuove avventure, avulse dalla loro storia di base narrata nel manga, lo è altrettanto. Purtroppo, però, con soli quaranta minuti si è finiti per correre un po’ troppo senza riuscire a definire bene né i combattimenti, che risultano un mero sfoggio di uno o due colpi speciali, né le psicologie dei personaggi, di cui abbiamo soltanto un piccolo accenno.
Dopo aver elencato i difetti, adesso posso spendere due parole di elogio, invece, per l’aspetto tecnico, che si presenta con una grafica immensamente più curata e colorata rispetto alla serie televisiva. Rispetto a quest'ultima, il comparto video del film vanta infatti dei disegni più piacevoli e fedeli al manga nella rappresentazione dei personaggi e dei bellissimi e dettagliati paesaggi. A ciò si possono aggiungere dei nuovi personaggi dal design accattivante e un comparto sonoro fantastico, che attinge a piene mani dai brani composti per i videogiochi di Dragon Quest per tre quarti del film e ci dona un’inaspettata e piacevolissima rivisitazione delle storiche sigle della serie tv, alle cui canzoni sono stati aggiunti effetti sonori e voci dei personaggi durante le scene d’azione e combattimento.
Ulteriori elogi vanno poi dati al doppiaggio, che chiama in sala gran parte del cast della serie tv, il quale era decisamente di prim’ordine e riuniva il fior fiore dei doppiatori giapponesi dell’epoca e di sempre.
Fra i doppiatori dei nuovi personaggi presentati nel film, poi, c’è un certo signor Daisuke Gouri che da solo, con la sua voce possente, tiene altissima la bandiera dei cattivi del film, nonostante al suo personaggio non siano state regalate che una manciata di battute abbastanza convenzionali.
Devo dire che guardare un film di "Dai no daibouken" doppiato in lingua originale è un’esperienza, per un fan di vecchia data della serie come me, perché è stato bellissimo godere dei nomi originali di attacchi e personaggi, che mi hanno proprio calato nell’atmosfera della storia che tanto ho amato su carta. Storia di cui, però, questo film non presenta molte delle caratteristiche che ho adorato, per via della scarsa durata e del poco spazio riservato a molte cose importanti che avrebbero dovuto essere narrate con maggior approfondimento.
Si tratta di una produzione abbastanza convenzionale, nel complesso, la quale purtroppo soffre dei classici problemi dei film d’animazione tratti da shounen manga (come Dragon Ball o Saint Seiya), ossia che non riescono a dar spazio a tutti i loro elementi per via della durata, finendo così per tralasciare o banalizzare la caratterizzazione dei personaggi e non riuscendo a rendere giustizia alla serie di base a cui si riferiscono.
Alla fin fine, "Dragon Quest Great Adventure of Dai! Destroy!! The Reborn 6 Commanders" è un film solo poco più che sufficiente, ma è "Dai no daibouken" e i fans di questa splendida saga fantasy non possono fare a meno di guardarlo e sicuramente lo apprezzeranno, riuscendo a chiudere un occhio sugli evidenti difetti per l'emozione di rivedere impegnati in nuove avventure personaggi a loro cari.
La storia racconta la battaglia di Dai e compagni contro il malvagio demone Galvas e i suoi sottoposti, i quali hanno imprigionato l’anima di Maam tramite un rito magico allo scopo di attirare il prode guerriero a sé ed eliminarlo una volta per tutte, guadagnando così la stima di Baan.
Ho visto questo film recentemente, dopo parecchi anni che non rileggevo il manga o non riguardavo la serie animata di "Dai no daibouken", e per me è stata quindi una grandissima emozione rituffarmi nell’universo narrativo che, creato da Riku Sanjo, Koji Inada e Yuji Horii, tanto mi fece sognare anni e anni addietro.
La trama che il film mette in piedi permette di dare spazio, anche solo per una comparsata di pochi secondi, alla stragrande maggioranza dei personaggi apparsi nella storia fino a quel momento, dai protagonisti finanche alle guardie del corpo della principessa Leona. Questa è indubbiamente una buona cosa, ma purtroppo la durata di soli quaranta minuti scarsi non permette che tutti questi personaggi vengano sviluppati adeguatamente, e la maggior parte di loro finisce soltanto per apparire per una manciata di minuti senza lasciare una grossa impronta.
La trama segue uno schema piuttosto semplice, anche un po’ troppo, e si limita a mettere in scena una serie di combattimenti, caratterizzati però piuttosto blandamente a causa della scarsa durata. Anche lo stesso scontro con Galvas non viene per nulla approfondito, dato che viene svolto nell’arco degli ultimi tre minuti del film, e il finale è improvviso e un po’ vacuo.
Probabilmente, con una durata maggiore (un’ora e mezza/due ore) il film ne avrebbe giovato e avrebbe potuto perpetrare in maniera più definita i buoni spunti di cui gode, dato che comunque i personaggi di "Dai no daibouken" sono ottimi e l’idea di vederli impegnati in nuove avventure, avulse dalla loro storia di base narrata nel manga, lo è altrettanto. Purtroppo, però, con soli quaranta minuti si è finiti per correre un po’ troppo senza riuscire a definire bene né i combattimenti, che risultano un mero sfoggio di uno o due colpi speciali, né le psicologie dei personaggi, di cui abbiamo soltanto un piccolo accenno.
Dopo aver elencato i difetti, adesso posso spendere due parole di elogio, invece, per l’aspetto tecnico, che si presenta con una grafica immensamente più curata e colorata rispetto alla serie televisiva. Rispetto a quest'ultima, il comparto video del film vanta infatti dei disegni più piacevoli e fedeli al manga nella rappresentazione dei personaggi e dei bellissimi e dettagliati paesaggi. A ciò si possono aggiungere dei nuovi personaggi dal design accattivante e un comparto sonoro fantastico, che attinge a piene mani dai brani composti per i videogiochi di Dragon Quest per tre quarti del film e ci dona un’inaspettata e piacevolissima rivisitazione delle storiche sigle della serie tv, alle cui canzoni sono stati aggiunti effetti sonori e voci dei personaggi durante le scene d’azione e combattimento.
Ulteriori elogi vanno poi dati al doppiaggio, che chiama in sala gran parte del cast della serie tv, il quale era decisamente di prim’ordine e riuniva il fior fiore dei doppiatori giapponesi dell’epoca e di sempre.
Fra i doppiatori dei nuovi personaggi presentati nel film, poi, c’è un certo signor Daisuke Gouri che da solo, con la sua voce possente, tiene altissima la bandiera dei cattivi del film, nonostante al suo personaggio non siano state regalate che una manciata di battute abbastanza convenzionali.
Devo dire che guardare un film di "Dai no daibouken" doppiato in lingua originale è un’esperienza, per un fan di vecchia data della serie come me, perché è stato bellissimo godere dei nomi originali di attacchi e personaggi, che mi hanno proprio calato nell’atmosfera della storia che tanto ho amato su carta. Storia di cui, però, questo film non presenta molte delle caratteristiche che ho adorato, per via della scarsa durata e del poco spazio riservato a molte cose importanti che avrebbero dovuto essere narrate con maggior approfondimento.
Si tratta di una produzione abbastanza convenzionale, nel complesso, la quale purtroppo soffre dei classici problemi dei film d’animazione tratti da shounen manga (come Dragon Ball o Saint Seiya), ossia che non riescono a dar spazio a tutti i loro elementi per via della durata, finendo così per tralasciare o banalizzare la caratterizzazione dei personaggi e non riuscendo a rendere giustizia alla serie di base a cui si riferiscono.
Alla fin fine, "Dragon Quest Great Adventure of Dai! Destroy!! The Reborn 6 Commanders" è un film solo poco più che sufficiente, ma è "Dai no daibouken" e i fans di questa splendida saga fantasy non possono fare a meno di guardarlo e sicuramente lo apprezzeranno, riuscendo a chiudere un occhio sugli evidenti difetti per l'emozione di rivedere impegnati in nuove avventure personaggi a loro cari.