Mila e Shiro - Il sogno continua
"Mila e Shiro - Il sogno continua" è il sequel molto deludente di uno dei cartoni animati della mia infanzia, cioè "Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo", che ogni tanto, molti anni fa, guardavo su Italia 1.
A distanza di molti anni dalla conclusione del primo anime di "Mila e Shiro", è andato in onda in Italia intorno al 2016 il sequel di "Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo", storica serie anime degli anni '80. Con interesse mi sono approcciato a questo nuovo titolo ("Mila e Shiro - Il sogno continua"), che si proponeva di riportare in auge la storia di Mila e Shiro.
Purtroppo, il risultato è stato un vero e proprio flop, che mi ha deluso.
Primo problema dell'anime "Mila e Shiro - Il sogno continua" è la grafica, che a volte mi risulta decisamente non piacevole, soprattutto rispetto agli standard attuali. I personaggi sono realizzati con colori spesso troppo accesi e le animazioni in alcune sequenze sono sgraziate, legnose e poco fluide, e i fondali sono spesso semplici e ripetitivi. Se non sbaglio, questo è un anime coproduzione cinese-giapponese, e si nota molto dalla grafica a volte abbastanza brutta.
Secondo problema è la continuità, infatti la serie è afflitta da numerosi problemi di continuità. In alcuni episodi, le azioni dei personaggi non sono coerenti con quanto accaduto in precedenza nella prima storica serie, e in altri si verificano veri e propri errori. Un esempio eclatante è che il primo anime è ambientato nel 1988, questo presunto sequel è ambientato a ridosso del 2008, cioè con un divario di vent’anni assolutamente non plausibile.
Senza contare che alcune personali vicende del primo anime non vengono per nulla tenute in considerazione, come i rapporti e alcuni avvenimenti tra alcuni personaggi storici.
Terzo problema sono i personaggi nuovi, che non mi risultano interessanti, e non sono particolarmente riusciti. Le altre protagoniste della serie, le giocatrici che compongono la squadra di cui vedremo le peripezie in questo anime (e anche i personaggi di contorno), non sono riuscite a interessarmi per nulla, non ricordo più neppure i loro nomi, talmente mi interessavano poco, la loro caratterizzazione per me è anonima e piatta, non mi hanno coinvolto.
Quarto problema la trama, che, seppur in alcuni episodi che ho visto mi incuriosiva per certe sotto-trame, alla fine è banale e scontata. I match di pallavolo, inoltre, sono a volte poco avvincenti, e a volte li trovavo la cosa meno convincente della serie, mi capitava spesso di annoiarmi mentre li guardavo.
Quinto problema, le tecniche assurde. Se il primo anime era comunque un anime abbastanza realistico nelle partite di pallavolo (erano presenti anche tecniche irreali, ma ben elaborate e coinvolgenti), in questo anime sequel invece ci sono tecniche di pallavolo totalmente assurde e così poco attraenti da risultare ridicole.
Insomma, "Mila e Shiro - Il sogno continua" è un sequel per me deludente e bruttino, mi ricordo che con molta fatica ho visionato l'intera serie, e sicuramente qualche episodio l'ho saltato del tutto, poiché ad un certo punto l'anime mi sembrava talmente poco interessante e noioso, che quasi stavo per abbandonarlo (gli episodi non mi piacevano e i personaggi non riuscivano a interessarmi praticamente in nulla, così come alcune partite di pallavolo mi annoiavano totalmente); insomma, un apparente sequel che non riesce a reggere il confronto con la (molto più bella) serie originale degli anni '80, per me questo è un sequel deludente di cui la visione non è consigliabile.
Sicuramente qualcosina la salvo di questo anime, però è talmente poco, che non ne vale la pena.
A distanza di molti anni dalla conclusione del primo anime di "Mila e Shiro", è andato in onda in Italia intorno al 2016 il sequel di "Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo", storica serie anime degli anni '80. Con interesse mi sono approcciato a questo nuovo titolo ("Mila e Shiro - Il sogno continua"), che si proponeva di riportare in auge la storia di Mila e Shiro.
Purtroppo, il risultato è stato un vero e proprio flop, che mi ha deluso.
Primo problema dell'anime "Mila e Shiro - Il sogno continua" è la grafica, che a volte mi risulta decisamente non piacevole, soprattutto rispetto agli standard attuali. I personaggi sono realizzati con colori spesso troppo accesi e le animazioni in alcune sequenze sono sgraziate, legnose e poco fluide, e i fondali sono spesso semplici e ripetitivi. Se non sbaglio, questo è un anime coproduzione cinese-giapponese, e si nota molto dalla grafica a volte abbastanza brutta.
Secondo problema è la continuità, infatti la serie è afflitta da numerosi problemi di continuità. In alcuni episodi, le azioni dei personaggi non sono coerenti con quanto accaduto in precedenza nella prima storica serie, e in altri si verificano veri e propri errori. Un esempio eclatante è che il primo anime è ambientato nel 1988, questo presunto sequel è ambientato a ridosso del 2008, cioè con un divario di vent’anni assolutamente non plausibile.
Senza contare che alcune personali vicende del primo anime non vengono per nulla tenute in considerazione, come i rapporti e alcuni avvenimenti tra alcuni personaggi storici.
Terzo problema sono i personaggi nuovi, che non mi risultano interessanti, e non sono particolarmente riusciti. Le altre protagoniste della serie, le giocatrici che compongono la squadra di cui vedremo le peripezie in questo anime (e anche i personaggi di contorno), non sono riuscite a interessarmi per nulla, non ricordo più neppure i loro nomi, talmente mi interessavano poco, la loro caratterizzazione per me è anonima e piatta, non mi hanno coinvolto.
Quarto problema la trama, che, seppur in alcuni episodi che ho visto mi incuriosiva per certe sotto-trame, alla fine è banale e scontata. I match di pallavolo, inoltre, sono a volte poco avvincenti, e a volte li trovavo la cosa meno convincente della serie, mi capitava spesso di annoiarmi mentre li guardavo.
Quinto problema, le tecniche assurde. Se il primo anime era comunque un anime abbastanza realistico nelle partite di pallavolo (erano presenti anche tecniche irreali, ma ben elaborate e coinvolgenti), in questo anime sequel invece ci sono tecniche di pallavolo totalmente assurde e così poco attraenti da risultare ridicole.
Insomma, "Mila e Shiro - Il sogno continua" è un sequel per me deludente e bruttino, mi ricordo che con molta fatica ho visionato l'intera serie, e sicuramente qualche episodio l'ho saltato del tutto, poiché ad un certo punto l'anime mi sembrava talmente poco interessante e noioso, che quasi stavo per abbandonarlo (gli episodi non mi piacevano e i personaggi non riuscivano a interessarmi praticamente in nulla, così come alcune partite di pallavolo mi annoiavano totalmente); insomma, un apparente sequel che non riesce a reggere il confronto con la (molto più bella) serie originale degli anni '80, per me questo è un sequel deludente di cui la visione non è consigliabile.
Sicuramente qualcosina la salvo di questo anime, però è talmente poco, che non ne vale la pena.
"Mila e Shiro - Il sogno continua" è la serie del 2008 sequel di "Mila e Shiro - Due cuori nella pallavolo".
Come il mitico "spokon" degli anni Ottanta voleva sfruttare l'attesa per le successive Olimpiadi di Seoul del 1988 (come dimostrava l'ultimo fotogramma della sigla iniziale), questo è stato mandato in onda per la prima volta in Cina prima delle Olimpiadi di Pechino del 2008, e la produzione è congiunta tra il Giappone e la Cina, dove è stata ambientata la vicenda: una squadra di pallavolo cinese, le "Dragon Ladies", appena retrocessa in serie A2, cerca di riconquistare la massima serie nel minor tempo possibile, pena la dissoluzione della società. Per realizzare i suoi scopi, ci si affida a Shiro come allenatore, all'ex giocatrice della nazionale cinese Ming Yang come direttrice sportiva, e a una serie di "casi umani" come giocatrici: quelle già note a chi ha visto "Due cuori nella pallavolo" sono Nami, la cui carriera è declinata al punto di adattarsi ad emigrare e a scendere di categoria; Mila, che torna a giocare dopo una lunga inattività per la rottura del tendine d'Achille; e Kaori, che era rimasta senza squadra ed è proprio lei a suggerire a Mila la nuova avventura in Cina. Tra le altre giocatrici, quelle che mi hanno colpito di più sono Ling Lao, la veterana che sarà costretta a un precoce ritiro per problemi alla schiena; Glin Wong, abile combattente di kung fu, quasi a digiuno di pallavolo, che diventa presto uno dei migliori elementi della squadra; Ming Hua Liu, una ragazzona proveniente dalla Mongolia interna che prova a farsi strada nella pallavolo perché è stanca di fare la pastora; Gina Malansano, ragazza italiana dal fisico minuto che sfrutta le sue abilità di danza classica anche sul terreno di gioco. Anche queste ragazze si possono considerare dei "casi umani", per i motivi opposti a quelli enunciati prima, ed è sorprendente (e inverosimile) che possano arrivare subito al livello di pallavoliste professioniste.
Rispetto alla prima serie, una delle maggiori differenze, e anche uno dei (pochi) pregi, è dato dal rilievo accordato alle singole componenti della squadra. Ming Yang è forse il personaggio più riuscito della serie, per il suo carisma nei confronti delle più giovani pallavoliste, al punto da mettere spesso in ombra Shiro, la cui presenza nel titolo italiano è dovuta solo alla continuità col vecchio anime.
Sul piano tecnico, la differenza di epoca si vede in diversi piccoli dettagli. Si è cercato di rendere i personaggi più "kawaii", cambiando leggermente il contorno degli occhi, ma non sempre il risultato è migliorativo. I colori sono molto vividi, anche troppo, e sembrano spesso sovrasaturi. Per contro, le animazioni sono decisamente al di sotto della media delle altre serie dell'epoca, e talvolta si notano degli errori di continuità. Questi, oltre all'inverosimiglianza di molte situazioni, sono i principali handicap della serie, che per il resto non sarebbe neanche sgradevole da seguire.
Come il mitico "spokon" degli anni Ottanta voleva sfruttare l'attesa per le successive Olimpiadi di Seoul del 1988 (come dimostrava l'ultimo fotogramma della sigla iniziale), questo è stato mandato in onda per la prima volta in Cina prima delle Olimpiadi di Pechino del 2008, e la produzione è congiunta tra il Giappone e la Cina, dove è stata ambientata la vicenda: una squadra di pallavolo cinese, le "Dragon Ladies", appena retrocessa in serie A2, cerca di riconquistare la massima serie nel minor tempo possibile, pena la dissoluzione della società. Per realizzare i suoi scopi, ci si affida a Shiro come allenatore, all'ex giocatrice della nazionale cinese Ming Yang come direttrice sportiva, e a una serie di "casi umani" come giocatrici: quelle già note a chi ha visto "Due cuori nella pallavolo" sono Nami, la cui carriera è declinata al punto di adattarsi ad emigrare e a scendere di categoria; Mila, che torna a giocare dopo una lunga inattività per la rottura del tendine d'Achille; e Kaori, che era rimasta senza squadra ed è proprio lei a suggerire a Mila la nuova avventura in Cina. Tra le altre giocatrici, quelle che mi hanno colpito di più sono Ling Lao, la veterana che sarà costretta a un precoce ritiro per problemi alla schiena; Glin Wong, abile combattente di kung fu, quasi a digiuno di pallavolo, che diventa presto uno dei migliori elementi della squadra; Ming Hua Liu, una ragazzona proveniente dalla Mongolia interna che prova a farsi strada nella pallavolo perché è stanca di fare la pastora; Gina Malansano, ragazza italiana dal fisico minuto che sfrutta le sue abilità di danza classica anche sul terreno di gioco. Anche queste ragazze si possono considerare dei "casi umani", per i motivi opposti a quelli enunciati prima, ed è sorprendente (e inverosimile) che possano arrivare subito al livello di pallavoliste professioniste.
Rispetto alla prima serie, una delle maggiori differenze, e anche uno dei (pochi) pregi, è dato dal rilievo accordato alle singole componenti della squadra. Ming Yang è forse il personaggio più riuscito della serie, per il suo carisma nei confronti delle più giovani pallavoliste, al punto da mettere spesso in ombra Shiro, la cui presenza nel titolo italiano è dovuta solo alla continuità col vecchio anime.
Sul piano tecnico, la differenza di epoca si vede in diversi piccoli dettagli. Si è cercato di rendere i personaggi più "kawaii", cambiando leggermente il contorno degli occhi, ma non sempre il risultato è migliorativo. I colori sono molto vividi, anche troppo, e sembrano spesso sovrasaturi. Per contro, le animazioni sono decisamente al di sotto della media delle altre serie dell'epoca, e talvolta si notano degli errori di continuità. Questi, oltre all'inverosimiglianza di molte situazioni, sono i principali handicap della serie, che per il resto non sarebbe neanche sgradevole da seguire.
Molti anni dopo ritorna la serie anime Mila e Shiro, il sogno continua: questa volta però non cattura i cuori di tutti, specialmente il mio, che dopo questa visione ha rimpianto i vecchi tempi seduto sulla sedia a quasi un metro distante dalla televisione mentre vedeva la prima stagione.
La trama non è altro che il sequel della serie, e questa volta sarà ambientata in Cina e non in Giappone, avendo come protagonista la squadra delle Dragon Ladies. Rivediamo Shiro, che per rafforzare la squadra decide di invitare Mila dal Giappone a giocare nella squadra ormai a pezzi; due anni prima Mila si ruppe il tendine d'Achille, cosa che mise fine alla sua carriera, ma dopo una dura terapia è ritornata in forma. Le Dragon Ladies cercheranno di ritornare in vetta alle classifiche, con la speranza di entrare in nazionale nelle Olimpiadi di Pechino del 2008.
Lo sviluppo della trama è ben diverso dalla passata stagione, infatti noteremo subito differenze abissali; se nella prima stagione la storia girava intorno alla protagonista Mila, qui invece gira intorno alla squadra di pallavolo, e quindi i personaggi vengono molto più presi in considerazione e quindi caratterizzati rispetto alla precedente stagione, dove il resto dei personaggi, tra cui le compagne di squadra di Mila, venivano a dir poco scartate. Purtroppo è l'unico aspetto positivo della serie, perché per il resto non regala le stesse emozioni, valori e quant'altro visto nella prima stagione, per non omettere che la trama non è abbastanza fluida e lineare da rendersi coinvolgente.
Il comparto tecnico migliora sicuramente grazie anche al passar degli anni, però non mi convince ancora, infatti la grafica gioca troppo con colori troppo appariscenti e fastidiosi, creando una luminosità che rende il tutto meno piacevole, ma almeno le animazioni sono migliorate. Il comparto sonoro mi delude molto, per via di un doppiaggio peggiorato negli anni.
Infine, mi trovo davanti una serie che doveva riaccendere l'entusiasmo in noi ragazzi, ma purtroppo non ha saputo migliorarsi neanche con il passar degli anni. Un vero peccato, serie insufficiente.
La trama non è altro che il sequel della serie, e questa volta sarà ambientata in Cina e non in Giappone, avendo come protagonista la squadra delle Dragon Ladies. Rivediamo Shiro, che per rafforzare la squadra decide di invitare Mila dal Giappone a giocare nella squadra ormai a pezzi; due anni prima Mila si ruppe il tendine d'Achille, cosa che mise fine alla sua carriera, ma dopo una dura terapia è ritornata in forma. Le Dragon Ladies cercheranno di ritornare in vetta alle classifiche, con la speranza di entrare in nazionale nelle Olimpiadi di Pechino del 2008.
Lo sviluppo della trama è ben diverso dalla passata stagione, infatti noteremo subito differenze abissali; se nella prima stagione la storia girava intorno alla protagonista Mila, qui invece gira intorno alla squadra di pallavolo, e quindi i personaggi vengono molto più presi in considerazione e quindi caratterizzati rispetto alla precedente stagione, dove il resto dei personaggi, tra cui le compagne di squadra di Mila, venivano a dir poco scartate. Purtroppo è l'unico aspetto positivo della serie, perché per il resto non regala le stesse emozioni, valori e quant'altro visto nella prima stagione, per non omettere che la trama non è abbastanza fluida e lineare da rendersi coinvolgente.
Il comparto tecnico migliora sicuramente grazie anche al passar degli anni, però non mi convince ancora, infatti la grafica gioca troppo con colori troppo appariscenti e fastidiosi, creando una luminosità che rende il tutto meno piacevole, ma almeno le animazioni sono migliorate. Il comparto sonoro mi delude molto, per via di un doppiaggio peggiorato negli anni.
Infine, mi trovo davanti una serie che doveva riaccendere l'entusiasmo in noi ragazzi, ma purtroppo non ha saputo migliorarsi neanche con il passar degli anni. Un vero peccato, serie insufficiente.
C'è qualcosa di profondamente sbagliato in questo anime. Potrei dire tutto... ed effettivamente è davvero tutto che non quadra, a cominciare dal titolo. Può un titolo essere sbagliato? Sì, può eccome. Nel nostro Paese, così come in tanti altri, spesso si tende a cambiare il titolo, preferendo a una vera traduzione del titolo un qualcosa che credono possa meglio attirare le masse. Basti pensare al celebre film "Pirati dei Caraibi"... ho detto tutto.
"New Attacker You!" vorrebbe essere il seguito del celebre "Attacker You!", ci prova, ma non ci riesce.
"Mila e Shiro - due cuori nella pallavolo" è un titolo a me particolarmente caro. È uno di quei rari anime a tematica sportiva che mi è rimasto nel cuore. Il finale era quello che era, non mi è piaciuto vedere una fine così, che mi ha sempre fatto sperare in un seguito... ma non era questo il seguito che avevo in mente. I personaggi di Mila, Nami e Kaori sono uno specchietto per le allodole. La loro presenza nella storia serviva unicamente per attirare quei poveri sprovveduti dei nostalgici che, attirati come mosche dal miele, si son lasciati sfilare il terreno da sotto i piedi, finendo col sedere per terra. E per terra c'era uno di quei bei tappetini per i fachiri indiani. Non è stata una bella sensazione.
La nuova protagonista si chiama Glin Wong ed è... un'esperta di kung fu! Ora, ditemi che c'entra il kung fu, un'arte marziale, con la pallavolo...
La trama è la seguente: c'è una squadra, le Dragon Ladies, che non se la sta passando molto bene. Sono sull'orlo del fallimento, hanno il piede in una fossa. Arrivano i tre paladini della pallavolo a salvare la situazione: l'ex giocatrice Ming Yang, e due nostre vecchie conoscenze: Shiro e Nami. Per salvare la squadra dovranno trovare nuove giocatrici, che accettino di vivere di stenti e lavorare sodo... o la squadra sparirà nel nulla. Una bella sfida, senza dubbio. Incontrano Glin, che si lascia convincere ad entrare nella squadra, e non è stato difficile abbandonare l'arte nella quale si è applicata per tutta una vita. Più o meno è la stessa roba... c'è solo una palla di mezzo adesso. Ah, il tutto è ambientato in Cina, dimenticavo. Nami convince la Yang a reclutare anche Mila, che a seguito di un incidente aveva la carriera oramai rovinata, nonostante abbia fatto di tutto per rimettersi. Dopo aver preso sia Mila che Kaori (questa solo per un certo periodo), si torna in Cina e si comincia il duro lavoro di recupero della squadra. Con sempre nuove aggiunte di giocatrici, quasi tutte prelevate da altri ambienti sportivi: sumo, basket, danza classica... insomma, volevano fare una carrellata di sport vari, per giustificare i nuovi attacchi improbabili.
Come sempre, ad attirare, in casi come questo, è un titolo solido alle spalle. Vedi i vari "Crystal", "Omega", "DB Evolution" ecc. Ma non è un marchio famoso a decretarne la validità. Questa co-produzione cino-nipponica è un disastro. Sorvolo sui disegni (entra in competizione con "Sailor Moon Crystal" per alcune scene), sorvolo sui colori, troppo appariscenti (questo però è il mio gusto personale), e sull'armonia dei corpi. A volte hanno una corporatura normale, a volte sembrano le sorelle disperse di Pamela Anderson.
Ci sono dei buchi temporali, di coesione e di coerenza globale da far paura.
Anche nella prima serie gli attacchi non erano molto credibili, ma qui... qui stiamo esagerando. Non puoi usare mosse di danza classica o quella, e permettetemelo, "cagata pazzesca" di colpo "Giroscopio del drago" (a volte mi aspettavo che cambiasse doppiatrice, lasciando spazio a Balzarotti e al suo "colpo segreto del drago nascente"... sarebbe stato meglio!).
Inoltre, e qui mi piange il cuore in una maniera assurda: che fine hanno fatto le vere Nami e Mila? A parte Mila, che ok, con l'infortunio, bla bla bla... ma Nami era la regina della ricezione, e adesso come l'hanno ridotta?
Inoltre ci sono buchi temporali da far accapponare la pelle... Da denuncia quello che hanno fatto!
Vi chiederete come ho fatto ad arrivare alla fine: non avevo niente da fare, e in TV non c'era altro. Speravo in un miglioramento, ma è stata una speranza vana. Per me "Mila e Shiro" è uno solo. Questo è solo un orribile incubo che spero di scordare.
Da vedere? Se ne può fare anche a meno. Bruciate ogni copia esistente, le future generazioni non devono scoprire questo orribile sequel.
"New Attacker You!" vorrebbe essere il seguito del celebre "Attacker You!", ci prova, ma non ci riesce.
"Mila e Shiro - due cuori nella pallavolo" è un titolo a me particolarmente caro. È uno di quei rari anime a tematica sportiva che mi è rimasto nel cuore. Il finale era quello che era, non mi è piaciuto vedere una fine così, che mi ha sempre fatto sperare in un seguito... ma non era questo il seguito che avevo in mente. I personaggi di Mila, Nami e Kaori sono uno specchietto per le allodole. La loro presenza nella storia serviva unicamente per attirare quei poveri sprovveduti dei nostalgici che, attirati come mosche dal miele, si son lasciati sfilare il terreno da sotto i piedi, finendo col sedere per terra. E per terra c'era uno di quei bei tappetini per i fachiri indiani. Non è stata una bella sensazione.
La nuova protagonista si chiama Glin Wong ed è... un'esperta di kung fu! Ora, ditemi che c'entra il kung fu, un'arte marziale, con la pallavolo...
La trama è la seguente: c'è una squadra, le Dragon Ladies, che non se la sta passando molto bene. Sono sull'orlo del fallimento, hanno il piede in una fossa. Arrivano i tre paladini della pallavolo a salvare la situazione: l'ex giocatrice Ming Yang, e due nostre vecchie conoscenze: Shiro e Nami. Per salvare la squadra dovranno trovare nuove giocatrici, che accettino di vivere di stenti e lavorare sodo... o la squadra sparirà nel nulla. Una bella sfida, senza dubbio. Incontrano Glin, che si lascia convincere ad entrare nella squadra, e non è stato difficile abbandonare l'arte nella quale si è applicata per tutta una vita. Più o meno è la stessa roba... c'è solo una palla di mezzo adesso. Ah, il tutto è ambientato in Cina, dimenticavo. Nami convince la Yang a reclutare anche Mila, che a seguito di un incidente aveva la carriera oramai rovinata, nonostante abbia fatto di tutto per rimettersi. Dopo aver preso sia Mila che Kaori (questa solo per un certo periodo), si torna in Cina e si comincia il duro lavoro di recupero della squadra. Con sempre nuove aggiunte di giocatrici, quasi tutte prelevate da altri ambienti sportivi: sumo, basket, danza classica... insomma, volevano fare una carrellata di sport vari, per giustificare i nuovi attacchi improbabili.
Come sempre, ad attirare, in casi come questo, è un titolo solido alle spalle. Vedi i vari "Crystal", "Omega", "DB Evolution" ecc. Ma non è un marchio famoso a decretarne la validità. Questa co-produzione cino-nipponica è un disastro. Sorvolo sui disegni (entra in competizione con "Sailor Moon Crystal" per alcune scene), sorvolo sui colori, troppo appariscenti (questo però è il mio gusto personale), e sull'armonia dei corpi. A volte hanno una corporatura normale, a volte sembrano le sorelle disperse di Pamela Anderson.
Ci sono dei buchi temporali, di coesione e di coerenza globale da far paura.
Anche nella prima serie gli attacchi non erano molto credibili, ma qui... qui stiamo esagerando. Non puoi usare mosse di danza classica o quella, e permettetemelo, "cagata pazzesca" di colpo "Giroscopio del drago" (a volte mi aspettavo che cambiasse doppiatrice, lasciando spazio a Balzarotti e al suo "colpo segreto del drago nascente"... sarebbe stato meglio!).
Inoltre, e qui mi piange il cuore in una maniera assurda: che fine hanno fatto le vere Nami e Mila? A parte Mila, che ok, con l'infortunio, bla bla bla... ma Nami era la regina della ricezione, e adesso come l'hanno ridotta?
Inoltre ci sono buchi temporali da far accapponare la pelle... Da denuncia quello che hanno fatto!
Vi chiederete come ho fatto ad arrivare alla fine: non avevo niente da fare, e in TV non c'era altro. Speravo in un miglioramento, ma è stata una speranza vana. Per me "Mila e Shiro" è uno solo. Questo è solo un orribile incubo che spero di scordare.
Da vedere? Se ne può fare anche a meno. Bruciate ogni copia esistente, le future generazioni non devono scoprire questo orribile sequel.
Quando ero piccolino, desideravo un sequel intrigante in cui poter scoprire l'evoluzione dei vari personaggi e osservare entusiasmanti partite, sulla falsariga della storica e memorabile prima serie. Un giorno scoprii la messa in onda di questa nuova serie su Mediaset e mi fiondai a visionarla, curioso di capire quali nuovi sviluppi avrebbero avuto Mila e le sue compagne. Non lo avessi mai fatto...
Parlare di questa serie animata mi disgusta, perché non la considero una serie di animazione, bensì uno scempio che rovina interamente la prima serie, sebbene io non le paragonerei per nessun motivo al mondo: animazioni scadenti, trama inconsistente e personaggi scialbi, molto meno caratterizzati rispetto al necessario. Basti prendere colei che sarebbe la protagonista, ossia Mila, la rossa per adozione: apatica, a tratti depressa come non mai, senza nessuna spiegazione plausibile, non è la ragazza divertente, giocherellona e simpatica che tutti avevamo conosciuto con la prima serie. Inoltre, dal lato tecnico, è scarsa, terribilmente scarsa, e l'infortunio non è una scusante a sua discolpa. Giocare in serie B cinese dopo quello che aveva mostrato in passato è una incongruenza madornale, anzi apocalittica. E le sue amiche Kaori e Nami? Ancora peggio di lei, visto che da promesse della nazionale giapponese vengono qui trasformate in riserve di una squadra di serie B cinese: vomitevole sceneggiatura con partite senza enfasi e con zero pathos.
La protagonista vera è una ragazza cinese (che strano,eh?) che sostituisce Mila in tutto e per tutto, provenendo dal nulla e senza spiegazioni con un senso logico. Le altre ragazze della squadra sono quanto di più scandaloso e demenziale si possa desiderare, illogiche nelle loro giocate e quanto di più lontano dalla pallavolo si possa immaginare.
Ah, Shiro è un tipo che non si dichiara a Mila per motivi oscuri, accontentandosi di farle da allenatore.
In conclusione, questo sequel mal riuscito è incredibilmente brutto e difficilissimo da vedersi, giacché perfino io, incline alla visione di serie complete, anche se negative, non sono riuscito a completare questa serie, perché troppo banale e anonima, senza emozioni. Sconsigliatissimo! Se avete amato e ancora amate "Mila e Shiro" (la famosa serie originale), non fate l'errore di guardare questa serie, anzi statene alla larga... lo dico per il vostro bene!
Parlare di questa serie animata mi disgusta, perché non la considero una serie di animazione, bensì uno scempio che rovina interamente la prima serie, sebbene io non le paragonerei per nessun motivo al mondo: animazioni scadenti, trama inconsistente e personaggi scialbi, molto meno caratterizzati rispetto al necessario. Basti prendere colei che sarebbe la protagonista, ossia Mila, la rossa per adozione: apatica, a tratti depressa come non mai, senza nessuna spiegazione plausibile, non è la ragazza divertente, giocherellona e simpatica che tutti avevamo conosciuto con la prima serie. Inoltre, dal lato tecnico, è scarsa, terribilmente scarsa, e l'infortunio non è una scusante a sua discolpa. Giocare in serie B cinese dopo quello che aveva mostrato in passato è una incongruenza madornale, anzi apocalittica. E le sue amiche Kaori e Nami? Ancora peggio di lei, visto che da promesse della nazionale giapponese vengono qui trasformate in riserve di una squadra di serie B cinese: vomitevole sceneggiatura con partite senza enfasi e con zero pathos.
La protagonista vera è una ragazza cinese (che strano,eh?) che sostituisce Mila in tutto e per tutto, provenendo dal nulla e senza spiegazioni con un senso logico. Le altre ragazze della squadra sono quanto di più scandaloso e demenziale si possa desiderare, illogiche nelle loro giocate e quanto di più lontano dalla pallavolo si possa immaginare.
Ah, Shiro è un tipo che non si dichiara a Mila per motivi oscuri, accontentandosi di farle da allenatore.
In conclusione, questo sequel mal riuscito è incredibilmente brutto e difficilissimo da vedersi, giacché perfino io, incline alla visione di serie complete, anche se negative, non sono riuscito a completare questa serie, perché troppo banale e anonima, senza emozioni. Sconsigliatissimo! Se avete amato e ancora amate "Mila e Shiro" (la famosa serie originale), non fate l'errore di guardare questa serie, anzi statene alla larga... lo dico per il vostro bene!
Questa serie TV d'animazione è la continuazione di "Attacker You!", serie TV realizzata negli anni Ottanta e trasmessa più volte sui canali Mediaset con il titolo di "Mila e Shiro - due cuori nella pallavolo", con la quale tuttavia, nonostante sia stata realizzata dallo stesso studio d'animazione, ha ben poco a che vedere, per cui il mio consiglio è quello di non prendere troppo a riferimento la prima serie TV nel guardare questa.
I punti di forza di New attacker You! secondo me sono la storia, che mi è piaciuta, le azioni di gioco, e i personaggi, che vengono tutti abbastanza approfonditi nella personalità, dal momento che rispetto alla prima serie viene posto maggiormente l'accento sul gioco di squadra, e che risultano quindi ben differenziati nel carattere, oltre che coerenti nei comportamenti per tutta la durata della serie.
Il chara design è moderno e abbastanza gradevole, ma difetta di originalità.
A questa serie TV d'animazione, nonostante i numerosissimi errori nella realizzazione tecnica, come voto darei un 8, ma per via della scarsa coerenza con gli eventi della prima serie TV, evidenziata anche dal diverso carattere di Yu Hazuki, a cui il ruolo da protagonista e da personaggio allegro e mangione viene tolto per essere assegnato a Glin (probabilmente per via del fatto che questa serie, pur essendo una produzione giapponese, è rivolta prevalentemente al pubblico cinese), il mio voto scende a 7, che è comunque un buon voto.
I punti di forza di New attacker You! secondo me sono la storia, che mi è piaciuta, le azioni di gioco, e i personaggi, che vengono tutti abbastanza approfonditi nella personalità, dal momento che rispetto alla prima serie viene posto maggiormente l'accento sul gioco di squadra, e che risultano quindi ben differenziati nel carattere, oltre che coerenti nei comportamenti per tutta la durata della serie.
Il chara design è moderno e abbastanza gradevole, ma difetta di originalità.
A questa serie TV d'animazione, nonostante i numerosissimi errori nella realizzazione tecnica, come voto darei un 8, ma per via della scarsa coerenza con gli eventi della prima serie TV, evidenziata anche dal diverso carattere di Yu Hazuki, a cui il ruolo da protagonista e da personaggio allegro e mangione viene tolto per essere assegnato a Glin (probabilmente per via del fatto che questa serie, pur essendo una produzione giapponese, è rivolta prevalentemente al pubblico cinese), il mio voto scende a 7, che è comunque un buon voto.
Il ritorno in tv di Mila Hazuki, giocatrice di pallavolo di grande talento, nonché mito animato degli anni'80, è una delusione. Questa serie sino-giapponese della Knack, mandata in onda prima delle Olimpiadi di Pechino del 2008, non solo non è ambientata in Giappone, ma non ha nemmeno Mila come personaggio principale. E' un pò come guardare le avventure di un calciatore, che va all'estero per giocare le sue ultime stagioni da professionista. Che tristezza! Ma non era Mila l'asso della pallavolo? A sentire la preparatrice atletica Ming Yang (uno dei pochi personaggi indovinati di questo anime), la nostra eroina è solo una delle tante giocatrici delle Dragon Ladies, composta da atlete di varie nazioni. D'accordo, ogni membro è importante e l'unione fa la forza, ma Mila Hazuki è Mila Hazuki e il ruolo che ha qui è davvero poca cosa! L'anime ha sì i suoi momenti buoni, ma rispetto a quello degli anni'80, sono assai pochi. Neanche i disegni sono il massimo della bellezza e si notano troppi errori grafici. Le partite mi sono sembrate tutte uguali e non c'era emozione a guardarle. I doppiatori romani Barbara de Bortoli e Vittorio Guerrieri riprendono i vecchi ruoli di Mila e Shiro, mescolandosi ai consueti attori milano-torinesi, usati da Mediaset, ma consola poco. La sigla di Cristina d'Avena è bella, ma anche questa consola poco. Peccato, l'idea di un sequel della prima serie era sfizioso. Quattro.
C'è un limite a tutto, questo potrebbe racchiudere il mio pensiero. Mi capitò per caso un pomeriggio su Italia 1 di vedere uno dei primi episodi di questa "serie". Da vecchio appassionato mi misi subito a seguirla senza aspettarmi fortunatamente niente di eccezionale. Il problema è che il risultato va ben oltre i miei peggiori presagi.
Lasciamo perdere per un attimo cose fondamentali come: la storia, i disegni orrendi, le musiche che comunque sono la cosa migliore perché riciclate, le animazioni come minimo indegne, le mosse da cavalieri dello zodiaco, la demenza di giocatrici appena entrate in squadra che tutte, dopo 5 minuti, senza aver mai giocato a pallavolo e venendo da mondi completamente diversi (arti marziali, danza, ecc.), superano quelle che dovrebbero essere campionesse affermate come Mila, Nami e Kaori. E' inaccettabile per un anime del 2008 vedere in ogni partita - e non solo, anche in ogni altro frangente - le squadre in campo con giocatrici o che ancora non erano arrivate, o che erano uscite dalla serie, o che erano appena state sostituite: questo accade di continuo praticamente una o due volte a episodio e testimonia quanto non sia stata per niente curata questa serie e quanto forse a chi ha realizzato questo sequel interessasse solo cavalcare un po' l'onda di un vecchio successo.
Credo che "Il sogno continua" sia forse il peggior anime che abbia mai visto, sotto ogni punto di vista; il pregio che gli trovo e che mi ha fatto arrivare alla fine della serie, è che è talmente brutto da diventare trash e da farmi divertire a vederlo solo per farmi due risate in compagnia.
Lasciamo perdere per un attimo cose fondamentali come: la storia, i disegni orrendi, le musiche che comunque sono la cosa migliore perché riciclate, le animazioni come minimo indegne, le mosse da cavalieri dello zodiaco, la demenza di giocatrici appena entrate in squadra che tutte, dopo 5 minuti, senza aver mai giocato a pallavolo e venendo da mondi completamente diversi (arti marziali, danza, ecc.), superano quelle che dovrebbero essere campionesse affermate come Mila, Nami e Kaori. E' inaccettabile per un anime del 2008 vedere in ogni partita - e non solo, anche in ogni altro frangente - le squadre in campo con giocatrici o che ancora non erano arrivate, o che erano uscite dalla serie, o che erano appena state sostituite: questo accade di continuo praticamente una o due volte a episodio e testimonia quanto non sia stata per niente curata questa serie e quanto forse a chi ha realizzato questo sequel interessasse solo cavalcare un po' l'onda di un vecchio successo.
Credo che "Il sogno continua" sia forse il peggior anime che abbia mai visto, sotto ogni punto di vista; il pregio che gli trovo e che mi ha fatto arrivare alla fine della serie, è che è talmente brutto da diventare trash e da farmi divertire a vederlo solo per farmi due risate in compagnia.
Credo che il problema principale di questa serie non sia tanto l'operazione di ringiovanimento, e nemmeno quella di rimettere in piedi un merchandising su un glorioso titolo. C'è solo la volontà di proseguire un progetto lasciato in sospeso per anni, inserendo, per così dire, nuove motivazioni. La trama comunque non è affatto maluccio, ci sono tutti i crismi per assistere a un ennesimo capolavoro delle gesta di Mila, ma proprio non decolla.
Purtroppo le nuove tecnologie sono buone se sono adeguatamente sfruttate a livello mediatico, altrimenti peggiorano solamente la situazione. Vediamo difatti un proliferare di misure di reggiseno piuttosto evidenti, come se da parte degli autori ci sia la volontà di inserire dei modernismi stilistici non richiesti, come se le pallavoliste da una serie all'altra abbiano acquisito maggiore dimestichezza con le lingerie da indossare!
Ma non è il punto per così dire voyeuristico il problema. Il problema nasce essenzialmente dall'avere pochi spunti su una trama che davvero aveva detto tutto nella serie classica. In questa assistiamo a tante situazioni edulcorate, a prese di posizione praticamente differenti da occhi che emanavano fiamme nell'attesa dei big match, oppure a tiri nuovi da preparare al punto di sorprendere le avversarie, magari con allenatori che usano mezzi davvero disumani per conseguire la vittoria.
E' anche vero che ritroviamo diversi personaggi storici, ma sinceramente viene a mancare quello spirito combattivo che era invece un continuo crescere nella prima serie; sembra tutto così cambiato, così scontato, e secondo me questo è uno dei motivi per cui questa serie, dal mio punto di vista, è stata aspramente criticata alla prima tv nel nostro paese, al punto da chiedere invece le repliche della vecchia serie, che erano di tutt'altra pasta.
Inoltre sono stati chiamati anche i vecchi doppiatori del cast storico, anche per dare un sapore di continuità in più dell'edizione italiana, ma si vede chiaramente, che nonostante la bravura, la forzatura del prodotto è tale da non coprire queste innumerevoli lacune narrative, dove tutto viene lasciato al caso abbastanza spesso. Particolare che tra l'altro era già apparso in altre serie recenti, come le ultime saghe di Holly e Benji, ma lì si sono almeno limitati i danni riprendendo alcuni canovacci narrativi di cui qui non si vede nemmeno l'ombra.
I cultori della serie devono assolutamente guardarla per fare un paragone, ma una volta vista la serie classica, è più facile sconsigliarla che il contrario.
Una vera occasione persa.
Purtroppo le nuove tecnologie sono buone se sono adeguatamente sfruttate a livello mediatico, altrimenti peggiorano solamente la situazione. Vediamo difatti un proliferare di misure di reggiseno piuttosto evidenti, come se da parte degli autori ci sia la volontà di inserire dei modernismi stilistici non richiesti, come se le pallavoliste da una serie all'altra abbiano acquisito maggiore dimestichezza con le lingerie da indossare!
Ma non è il punto per così dire voyeuristico il problema. Il problema nasce essenzialmente dall'avere pochi spunti su una trama che davvero aveva detto tutto nella serie classica. In questa assistiamo a tante situazioni edulcorate, a prese di posizione praticamente differenti da occhi che emanavano fiamme nell'attesa dei big match, oppure a tiri nuovi da preparare al punto di sorprendere le avversarie, magari con allenatori che usano mezzi davvero disumani per conseguire la vittoria.
E' anche vero che ritroviamo diversi personaggi storici, ma sinceramente viene a mancare quello spirito combattivo che era invece un continuo crescere nella prima serie; sembra tutto così cambiato, così scontato, e secondo me questo è uno dei motivi per cui questa serie, dal mio punto di vista, è stata aspramente criticata alla prima tv nel nostro paese, al punto da chiedere invece le repliche della vecchia serie, che erano di tutt'altra pasta.
Inoltre sono stati chiamati anche i vecchi doppiatori del cast storico, anche per dare un sapore di continuità in più dell'edizione italiana, ma si vede chiaramente, che nonostante la bravura, la forzatura del prodotto è tale da non coprire queste innumerevoli lacune narrative, dove tutto viene lasciato al caso abbastanza spesso. Particolare che tra l'altro era già apparso in altre serie recenti, come le ultime saghe di Holly e Benji, ma lì si sono almeno limitati i danni riprendendo alcuni canovacci narrativi di cui qui non si vede nemmeno l'ombra.
I cultori della serie devono assolutamente guardarla per fare un paragone, ma una volta vista la serie classica, è più facile sconsigliarla che il contrario.
Una vera occasione persa.
Che delusione immensa! Di questo sequel non sono riuscita a vedere più di 20 puntate. Ero partita con delle aspettative che oggi mi rendo conto fossero proprio assurde. "Mila e Shiro - Il sogno continua" non sta né in cielo né in terra. Che amarezza.
La trama è di per sé semplice e lineare. La famosa (famosa?) Ming Yang, dapprima splendida giocatrice, adesso allenatrice delle Dragon Ladies, cerca nuove giocatrici per far risalire la sua squadra dalla serie A2, posto che, secondo la Yang, non meritano assolutamente. Accompagnata da un inedito Shiro nelle vesti di allenatore, e dalla mitica Nami, trovano dapprima una ragazza forte e di costituzione robusta, di nome Glin Wong, esperta di kung fu. Kung fu? Purtroppo sì. La serie è ambientata in Cina e non più in Giappone, e questa scelta proprio non mi va giù. Dalle premesse sembra proprio che Glin prenderà il posto di protagonista in questa storia. E dov'è finita Mila? Reduce da un infortunio grave, torna in campo e si unisce alle Dragon Ladies, accompagnata da Kaori. Il trio è così ritrovato, ma non farà scintille poiché sembra che tutte e tre abbiano disimparato a giocare. Riuscirà Ming Yang a raggiungere il suo obbiettivo?
A quell'ultima domanda non so rispondere e non m'interessa la risposta. "Mila e Shiro - Il sogno continua" è un prodotto così scadente che ti passa la voglia di vederlo. Che cosa dire delle animazioni? In una parola: orrende. Non si possono proprio vedere, e inoltre le ragazze sono tutte con la stessa corporatura, stessa fisicità, sono praticamente uguali! Non mi voglio soffermare oltre a descrivere qualcosa che non c'è. Sono passati anni e anni, ma preferisco nettamente la prima serie in tutti gli aspetti. Questa coproduzione fra Cina e Giappone, avvenuta in vista delle olimpiadi di Pechino mi ha davvero deluso. I buoni valori dell'amicizia, dove sono finiti? La bellezza umana di Mila, dov'è andata a finire? Non si tratta solo di aver cambiato la protagonista, ma il danno è ben più grave: aver tolto personalità ai personaggi epici della prima serie.
Non ho mai assegnato un voto così basso, ma quest'anime - lo si può ancora chiamare così, vista la collaborazione Cina/Giappone? - se lo merita in pieno. Non c'è nulla che mi sia piaciuto e abbia soddisfatto le mie aspettative, niente! Non merita di essere visto. Guasta solo il bel ricordo che si ha della prima serie. Non avrei mai pensato di vedere un anime penoso. Di solito scanso quegli anime che potrebbero non interessarmi o non piacermi per certi temi o azioni troppo violente. Non mi piace vedere anime che poi so già che non mi piaceranno e che quindi avranno un voto negativo da parte mia. Ho visto questo sequel con tanta gioia nel cuore, ma la fiducia non è stata ripagata. Voto: 1. Unica nota positiva, ma che non c'entra con la realizzazione dell'anime o con la trama, è la sigla italiana cantata dalla splendida Cristina D'Avena. Secondo me è stato un vero e proprio spreco utilizzare una voce del calibro di Cristina per un prodotto così.
In conclusione, non si salva davvero nulla di questo nuovo sogno di pallavolo. Questa è la conferma che non bisognerebbe fare dei sequel di anime tanto famosi e amati degli anni '80/'90. Non ha davvero senso stravolgere così la trama e le dinamiche fra compagne. Con "Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo" ho scoperto questo bellissimo sport, e lo continuo ad amare tutt'oggi. Con gli anni hanno pubblicato in Italia il capostipite di questi anime fondati su questo sport: il manga di "Mimì e la nazionale di pallavolo", ovvero " Attack No.1". Per me è stato davvero un onore leggerlo. Mi ha fatto pensare che non tutto è perduto e che "Mila e Shiro - Il sogno continua" non riuscirà a distruggere il mio amore verso la pallavolo. Non lo consiglio a nessuno, statene alla larga!
La trama è di per sé semplice e lineare. La famosa (famosa?) Ming Yang, dapprima splendida giocatrice, adesso allenatrice delle Dragon Ladies, cerca nuove giocatrici per far risalire la sua squadra dalla serie A2, posto che, secondo la Yang, non meritano assolutamente. Accompagnata da un inedito Shiro nelle vesti di allenatore, e dalla mitica Nami, trovano dapprima una ragazza forte e di costituzione robusta, di nome Glin Wong, esperta di kung fu. Kung fu? Purtroppo sì. La serie è ambientata in Cina e non più in Giappone, e questa scelta proprio non mi va giù. Dalle premesse sembra proprio che Glin prenderà il posto di protagonista in questa storia. E dov'è finita Mila? Reduce da un infortunio grave, torna in campo e si unisce alle Dragon Ladies, accompagnata da Kaori. Il trio è così ritrovato, ma non farà scintille poiché sembra che tutte e tre abbiano disimparato a giocare. Riuscirà Ming Yang a raggiungere il suo obbiettivo?
A quell'ultima domanda non so rispondere e non m'interessa la risposta. "Mila e Shiro - Il sogno continua" è un prodotto così scadente che ti passa la voglia di vederlo. Che cosa dire delle animazioni? In una parola: orrende. Non si possono proprio vedere, e inoltre le ragazze sono tutte con la stessa corporatura, stessa fisicità, sono praticamente uguali! Non mi voglio soffermare oltre a descrivere qualcosa che non c'è. Sono passati anni e anni, ma preferisco nettamente la prima serie in tutti gli aspetti. Questa coproduzione fra Cina e Giappone, avvenuta in vista delle olimpiadi di Pechino mi ha davvero deluso. I buoni valori dell'amicizia, dove sono finiti? La bellezza umana di Mila, dov'è andata a finire? Non si tratta solo di aver cambiato la protagonista, ma il danno è ben più grave: aver tolto personalità ai personaggi epici della prima serie.
Non ho mai assegnato un voto così basso, ma quest'anime - lo si può ancora chiamare così, vista la collaborazione Cina/Giappone? - se lo merita in pieno. Non c'è nulla che mi sia piaciuto e abbia soddisfatto le mie aspettative, niente! Non merita di essere visto. Guasta solo il bel ricordo che si ha della prima serie. Non avrei mai pensato di vedere un anime penoso. Di solito scanso quegli anime che potrebbero non interessarmi o non piacermi per certi temi o azioni troppo violente. Non mi piace vedere anime che poi so già che non mi piaceranno e che quindi avranno un voto negativo da parte mia. Ho visto questo sequel con tanta gioia nel cuore, ma la fiducia non è stata ripagata. Voto: 1. Unica nota positiva, ma che non c'entra con la realizzazione dell'anime o con la trama, è la sigla italiana cantata dalla splendida Cristina D'Avena. Secondo me è stato un vero e proprio spreco utilizzare una voce del calibro di Cristina per un prodotto così.
In conclusione, non si salva davvero nulla di questo nuovo sogno di pallavolo. Questa è la conferma che non bisognerebbe fare dei sequel di anime tanto famosi e amati degli anni '80/'90. Non ha davvero senso stravolgere così la trama e le dinamiche fra compagne. Con "Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo" ho scoperto questo bellissimo sport, e lo continuo ad amare tutt'oggi. Con gli anni hanno pubblicato in Italia il capostipite di questi anime fondati su questo sport: il manga di "Mimì e la nazionale di pallavolo", ovvero " Attack No.1". Per me è stato davvero un onore leggerlo. Mi ha fatto pensare che non tutto è perduto e che "Mila e Shiro - Il sogno continua" non riuscirà a distruggere il mio amore verso la pallavolo. Non lo consiglio a nessuno, statene alla larga!
In vista delle olimpiadi di Pechino, Giappone e Cina collaborarono alla realizzazione di una serie animata: "New Attacker You". Quest'anime altro non è che il sequel del famosissimo "Mila e Shiro" ed è stato pubblicizzato moltissimo dalla Mediaset durante l'autunno 2011. Inutile dire che, da grandissima fan del prequel e amante della pallavolo, la notizia dell'esistenza di questo sequel e del suo arrivo sui nostri schermi mi rese molto felice. Mi informai bene sulla serie e scoprii che la protagonista non sarebbe stata Mila e che quest'anime in Giappone si era rivelato essere un vero flop. Ma perché?
Partiamo dalla trama. La storia, anziché svolgersi in Giappone, si trasferisce in Cina, qualche anno dopo gli avvenimenti della serie precedente. A Pechino, la squadra delle Dragon Ladies rischia di sciogliersi dopo essere stata retrocessa. A intervenire entrano in scena tre stelle della pallavolo: Ming Yang, ex giocatrice della nazionale cinese, Nami Hayase e Shiro Takiki, quest'ultimo nei panni di allenatore.
Questo l'incipit della serie. A Mila e Nami si uniranno Glin, Kaori e tantissime altre giocatrici. Gli unici pregi di questa serie sono: Mila non è l'unica protagonista e Shiro ha finalmente un ruolo decente e non da comparsa. Punto. Da qui in poi ci sono solo difetti.
I colori sono troppo sgargianti, vedere un episodio fa male agli occhi, le animazioni sono penose e si nota moltissimo che sono tutte fatte al computer. In ogni episodio abbiamo molto frequentemente intere scene che si ripetono, inquadrature identiche e doppioni delle varie giocatrici. E' una cosa assurda la presenza di tre Kaori in campo o di tre Mila.
Non parliamo poi delle partite. Sono tutte uguali, non c'è emozione o colpo di scena, manco uno. Hanno tutte lo stesso schema di gioco: se gli avversari sono fortissimi allora le Dragon Ladies vincono, se sono deboli allora le nostre perdono clamorosamente. I colpi delle giocatrici sembrano un miscuglio tra Pretty Cure e Saint Seiya, ho capito che la squadra è quella delle Dragon Ladies, ma che bisogno c'era di riciclare così il Colpo del Dragone Nascente? O di dare nomi assurdi a colpi altrettanto assurdi?
Stendiamo un velo pietoso sulla caratterizzazione dei personaggi: abbiamo un Mitamura che è diventato lo zerbino di Daimon - ma non si odiavano questi due? -, Mila, Nami e Kaori che si fanno battere e si dimostrano inferiori a ragazze che di pallavolo conoscono solo il nome, dato che tutte, prima di essere reclutate dalla Yang, giocavano chi a basket, chi a tennis ecc. Abbiamo anche le lottatrici di sumo! Non c'è un minimo della grinta che le ragazze avevano nel prequel, infatti tutto viene risolto sempre o quasi dal buonismo di Glin.
Adesso capisco l'insuccesso della serie in Giappone: "Mila e Shiro- Il sogno continua" è una serie inferiore in tutto, anche nella grafica, al suo prequel, nonostante sia stato realizzato 24 anni più tardi rispetto quest'ultimo. Se fosse stata una serie che con "Attacker You" non aveva niente in comune, avrebbe avuto molto più successo.
Do 2 solo per i due pregi accennati prima. Sconsigliatissimo.
Partiamo dalla trama. La storia, anziché svolgersi in Giappone, si trasferisce in Cina, qualche anno dopo gli avvenimenti della serie precedente. A Pechino, la squadra delle Dragon Ladies rischia di sciogliersi dopo essere stata retrocessa. A intervenire entrano in scena tre stelle della pallavolo: Ming Yang, ex giocatrice della nazionale cinese, Nami Hayase e Shiro Takiki, quest'ultimo nei panni di allenatore.
Questo l'incipit della serie. A Mila e Nami si uniranno Glin, Kaori e tantissime altre giocatrici. Gli unici pregi di questa serie sono: Mila non è l'unica protagonista e Shiro ha finalmente un ruolo decente e non da comparsa. Punto. Da qui in poi ci sono solo difetti.
I colori sono troppo sgargianti, vedere un episodio fa male agli occhi, le animazioni sono penose e si nota moltissimo che sono tutte fatte al computer. In ogni episodio abbiamo molto frequentemente intere scene che si ripetono, inquadrature identiche e doppioni delle varie giocatrici. E' una cosa assurda la presenza di tre Kaori in campo o di tre Mila.
Non parliamo poi delle partite. Sono tutte uguali, non c'è emozione o colpo di scena, manco uno. Hanno tutte lo stesso schema di gioco: se gli avversari sono fortissimi allora le Dragon Ladies vincono, se sono deboli allora le nostre perdono clamorosamente. I colpi delle giocatrici sembrano un miscuglio tra Pretty Cure e Saint Seiya, ho capito che la squadra è quella delle Dragon Ladies, ma che bisogno c'era di riciclare così il Colpo del Dragone Nascente? O di dare nomi assurdi a colpi altrettanto assurdi?
Stendiamo un velo pietoso sulla caratterizzazione dei personaggi: abbiamo un Mitamura che è diventato lo zerbino di Daimon - ma non si odiavano questi due? -, Mila, Nami e Kaori che si fanno battere e si dimostrano inferiori a ragazze che di pallavolo conoscono solo il nome, dato che tutte, prima di essere reclutate dalla Yang, giocavano chi a basket, chi a tennis ecc. Abbiamo anche le lottatrici di sumo! Non c'è un minimo della grinta che le ragazze avevano nel prequel, infatti tutto viene risolto sempre o quasi dal buonismo di Glin.
Adesso capisco l'insuccesso della serie in Giappone: "Mila e Shiro- Il sogno continua" è una serie inferiore in tutto, anche nella grafica, al suo prequel, nonostante sia stato realizzato 24 anni più tardi rispetto quest'ultimo. Se fosse stata una serie che con "Attacker You" non aveva niente in comune, avrebbe avuto molto più successo.
Do 2 solo per i due pregi accennati prima. Sconsigliatissimo.
Ho sempre avuto un certo timore quando sono andato a guardare seguiti di opere, per qualche motivo, famose. Ma l'esempio più calzante è forse quello delle commedie italiane degli anni '80: titoli come "L'Allenatore nel pallone" o "Febbre da Cavallo", specchi di un'epoca, riproposti con dei seguiti dopo venti o più anni con attori invecchiati e ormai passati ad altro o senza i vecchi autori, sicché il risultato che ne usciva fuori era al massimo ai livelli di decenza, ma di sicuro privo dell'energia dell'epoca.
Un paragone, se vogliamo, calzante anche con questa nuova serie dedicata a Mila e Shiro, la grande coppia di cuori nella pallavolo (anche se Shiro si vedeva poco) che spadroneggiava nei pomeriggi a cartoni negli anni '90.
La nuova serie (in origine "New Attacker You!") porta stavolta come sottotitolo all'edizione italiana l'affermazione "Il sogno continua". Sarà vero? E soprattutto, sarà davvero un sogno? Scopriamolo...
Al passo con i tempi che cambiano, il centro della storia è ora spostato in Cina, così come la produzione, che è solo in parte giapponese, e qui seguiremo la squadra delle Dragon Ladies che, sotto la guida dell'ex-stella Ming Yang, intraprende un cammino/epopea che parte dalle paludi della serie A2 puntando non meno in alto se non alla vittoria del mondiale per club. Come ci colleghiamo allora con il passato?
La Yang si porta dietro Shiro come allenatore e Nami come giocatrice. Mila è in Giappone reduce da un infortunio, ma si riprenderà e finirà nelle Dragon. Automaticamente si aggregherà Kaori, e così il vecchio terzetto è ricomposto. Rivedremo anche i vecchi coach Daimond e Mitamura - ora divenuto il galoppino del primo!? - e la famiglia di Mila, con Sammy che non pare minimamente cresciuto neanche ad anni di distanza.
Si chiude qui l'elenco delle vecchie glorie. Ce ne saranno di nuove? Beh, sicuramente la Yang e poi quella che dovrebbe essere la nuova protagonista, Glin Wong, un allegra ragazza di campagna che dal kung fu, disciplina in cui è esperta, decide di avventurarsi nella pallavolo professionistica. Alleati, compagne e avversari sono già sulla strada per incontrare i nostri eroi.
Ora, per analizzare quest'anime, meglio cominciare togliendosi le spine dai piedi. Partiamo quindi dalle animazioni, e bastano due parole: un disastro. Se nella prima parte non ci sono particolari problemi, con l'avanzare degli episodi i problemi arrivano eccome: animazioni legnose (il minimo), computer grafica mascherata che è un pugno nell'occhio, distanze che vengono completamente perse per via dei movimenti. In un episodio della parte centrale si tocca il fondo: basti dire che in questo caso è possibile vedere la palla spostarsi sullo schermo semplicemente traslata senza che cambi dimensione per prospettive o altro. Per fortuna dopo il fondo non si inizia a scavare e andando verso il finale la situazione migliora, anche se arriva solo a un livello a malapena sufficiente.
Con la grafica non siamo messi così male, ma anche qui, dall'inizio alla fine, assistiamo a un sensibile peggioramento - eppure non eravamo partiti neanche malissimo. Tutto ciò per i personaggi perché gli sfondi invece... diciamo che il pubblico nei palazzetti è "un opera d'arte moderna".
Ma ciò che fa maggiormente scadere il livello di qualità è una serie di errori di cui è costellato l'anime lungo un po' tutto il suo corso: giocatrici che lasciano la squadra o che escono infortunate, ma che rivediamo in campo subito dopo; all'inverso, in certi momenti vediamo in campo giocatrici ancora non presentate come personaggi. Vediamo poi talune azioni elementari violare le più basilari regole della pallavolo (invasioni di campo, ma anche quattro tocchi!). Sono errori inutili che denotano solo poca attenzione in ciò che si realizza.
Una certa confusione nei dialoghi si denota anche quando il discorso va a parare sulle Olimpiadi, spesso confuse con i mondiali, ma anche in strani passaggi su nazionali e squadre di club. Si potrebbe pensar male degli adattatori italiani, ma visto il risultato sulla tecnica dell'anime è lecito aspettarsi di tutto.
"Mila e Shiro", così come gli anime sportivi che si rispettino, ci ha abituato a delle sfide non solo sul campo sportivo, ma anche fra caratteri e personalità dei giocatori. Da questo punto di vista come siamo messi in questo sequel? Ahimè non molto bene.
Paradossalmente se non avessimo già conosciuto Mila, Nami e Kaori qui le prenderemmo quasi come delle sconosciute, perché su di loro scopriremo ben poco. In generale non c'è molto spazio per conoscere passato e carattere delle giocatrici, quasi che in un'ottica (forse un punto di vista cinese?) di dedizione stacanovista non ci sia altro che il campo e l'allenamento. Parziale eccezione è Glin, ma anche lei rientra ben presto nei ranghi.
Ci sarebbe da aprire un discorso sulla rivale per antonomasia delle eroine - qualcuno la definirebbe "uberpower"... Prima il ruolo era di Kaori, e qui? Qui abbiamo tale Tan Tan Chung, una spilungona, ostinata come la piovra di "Final Fantasy VI", la cui specialità principale però pare essere solo quella di lanciare occhiatacce da dietro la rete, tra l'altro andando avanti con la storia la sua figura non è che acquisti poi tutta quest'importanza.
Non è un bel contesto, insomma. Che fare allora? Invertire il proprio punto di vista e iniziare a divertirsi con gli svarioni tecnici e con le assurdità che si vedono in campo, e allora sì che le soddisfazioni arrivano. In più, se conoscete o siete degli ammiratori dei Cavalieri dello Zodiaco (aka "Saint Seiya"), troverete succose, ma probabilmente involontarie, citazioni che vi stuzzicheranno non poco.
Altre gioie? Mah, a seconda dei punti di vista si potrebbero avere delle soddisfazioni dal doppiaggio, che vanta un cast con ottime voci del panorama milanese: Karpoff e Magnaghi su tutte, ma c'è anche la Pacotto e il duo De Bortoli/Guerrieri mantenuti sulla coppia Mila/Shiro.
In definitiva sul piano tecnico e realizzativo possiamo dire che il sequel di Mila e Shiro è, come anime, insufficiente, ma, invertendo la curva della valutazione e buttandola sull'ilarità e sui suoi paradossi, "Il sogno continua" diviene un anime che dà grandi soddisfazioni. Io ho fatto così e posso dire di non essermene pentito.
Sarei anche tentato di dargli un voto più che positivo, ma sarebbe ingiusto verso opere di pari valutazione fatte decisamente meglio. Mi limito dunque a un 6 di stima. Stima che resta immutata per la serie degli anni '90, bell'esempio di storia sportiva in animazione, che tuttora consiglio caldamente.
Un paragone, se vogliamo, calzante anche con questa nuova serie dedicata a Mila e Shiro, la grande coppia di cuori nella pallavolo (anche se Shiro si vedeva poco) che spadroneggiava nei pomeriggi a cartoni negli anni '90.
La nuova serie (in origine "New Attacker You!") porta stavolta come sottotitolo all'edizione italiana l'affermazione "Il sogno continua". Sarà vero? E soprattutto, sarà davvero un sogno? Scopriamolo...
Al passo con i tempi che cambiano, il centro della storia è ora spostato in Cina, così come la produzione, che è solo in parte giapponese, e qui seguiremo la squadra delle Dragon Ladies che, sotto la guida dell'ex-stella Ming Yang, intraprende un cammino/epopea che parte dalle paludi della serie A2 puntando non meno in alto se non alla vittoria del mondiale per club. Come ci colleghiamo allora con il passato?
La Yang si porta dietro Shiro come allenatore e Nami come giocatrice. Mila è in Giappone reduce da un infortunio, ma si riprenderà e finirà nelle Dragon. Automaticamente si aggregherà Kaori, e così il vecchio terzetto è ricomposto. Rivedremo anche i vecchi coach Daimond e Mitamura - ora divenuto il galoppino del primo!? - e la famiglia di Mila, con Sammy che non pare minimamente cresciuto neanche ad anni di distanza.
Si chiude qui l'elenco delle vecchie glorie. Ce ne saranno di nuove? Beh, sicuramente la Yang e poi quella che dovrebbe essere la nuova protagonista, Glin Wong, un allegra ragazza di campagna che dal kung fu, disciplina in cui è esperta, decide di avventurarsi nella pallavolo professionistica. Alleati, compagne e avversari sono già sulla strada per incontrare i nostri eroi.
Ora, per analizzare quest'anime, meglio cominciare togliendosi le spine dai piedi. Partiamo quindi dalle animazioni, e bastano due parole: un disastro. Se nella prima parte non ci sono particolari problemi, con l'avanzare degli episodi i problemi arrivano eccome: animazioni legnose (il minimo), computer grafica mascherata che è un pugno nell'occhio, distanze che vengono completamente perse per via dei movimenti. In un episodio della parte centrale si tocca il fondo: basti dire che in questo caso è possibile vedere la palla spostarsi sullo schermo semplicemente traslata senza che cambi dimensione per prospettive o altro. Per fortuna dopo il fondo non si inizia a scavare e andando verso il finale la situazione migliora, anche se arriva solo a un livello a malapena sufficiente.
Con la grafica non siamo messi così male, ma anche qui, dall'inizio alla fine, assistiamo a un sensibile peggioramento - eppure non eravamo partiti neanche malissimo. Tutto ciò per i personaggi perché gli sfondi invece... diciamo che il pubblico nei palazzetti è "un opera d'arte moderna".
Ma ciò che fa maggiormente scadere il livello di qualità è una serie di errori di cui è costellato l'anime lungo un po' tutto il suo corso: giocatrici che lasciano la squadra o che escono infortunate, ma che rivediamo in campo subito dopo; all'inverso, in certi momenti vediamo in campo giocatrici ancora non presentate come personaggi. Vediamo poi talune azioni elementari violare le più basilari regole della pallavolo (invasioni di campo, ma anche quattro tocchi!). Sono errori inutili che denotano solo poca attenzione in ciò che si realizza.
Una certa confusione nei dialoghi si denota anche quando il discorso va a parare sulle Olimpiadi, spesso confuse con i mondiali, ma anche in strani passaggi su nazionali e squadre di club. Si potrebbe pensar male degli adattatori italiani, ma visto il risultato sulla tecnica dell'anime è lecito aspettarsi di tutto.
"Mila e Shiro", così come gli anime sportivi che si rispettino, ci ha abituato a delle sfide non solo sul campo sportivo, ma anche fra caratteri e personalità dei giocatori. Da questo punto di vista come siamo messi in questo sequel? Ahimè non molto bene.
Paradossalmente se non avessimo già conosciuto Mila, Nami e Kaori qui le prenderemmo quasi come delle sconosciute, perché su di loro scopriremo ben poco. In generale non c'è molto spazio per conoscere passato e carattere delle giocatrici, quasi che in un'ottica (forse un punto di vista cinese?) di dedizione stacanovista non ci sia altro che il campo e l'allenamento. Parziale eccezione è Glin, ma anche lei rientra ben presto nei ranghi.
Ci sarebbe da aprire un discorso sulla rivale per antonomasia delle eroine - qualcuno la definirebbe "uberpower"... Prima il ruolo era di Kaori, e qui? Qui abbiamo tale Tan Tan Chung, una spilungona, ostinata come la piovra di "Final Fantasy VI", la cui specialità principale però pare essere solo quella di lanciare occhiatacce da dietro la rete, tra l'altro andando avanti con la storia la sua figura non è che acquisti poi tutta quest'importanza.
Non è un bel contesto, insomma. Che fare allora? Invertire il proprio punto di vista e iniziare a divertirsi con gli svarioni tecnici e con le assurdità che si vedono in campo, e allora sì che le soddisfazioni arrivano. In più, se conoscete o siete degli ammiratori dei Cavalieri dello Zodiaco (aka "Saint Seiya"), troverete succose, ma probabilmente involontarie, citazioni che vi stuzzicheranno non poco.
Altre gioie? Mah, a seconda dei punti di vista si potrebbero avere delle soddisfazioni dal doppiaggio, che vanta un cast con ottime voci del panorama milanese: Karpoff e Magnaghi su tutte, ma c'è anche la Pacotto e il duo De Bortoli/Guerrieri mantenuti sulla coppia Mila/Shiro.
In definitiva sul piano tecnico e realizzativo possiamo dire che il sequel di Mila e Shiro è, come anime, insufficiente, ma, invertendo la curva della valutazione e buttandola sull'ilarità e sui suoi paradossi, "Il sogno continua" diviene un anime che dà grandi soddisfazioni. Io ho fatto così e posso dire di non essermene pentito.
Sarei anche tentato di dargli un voto più che positivo, ma sarebbe ingiusto verso opere di pari valutazione fatte decisamente meglio. Mi limito dunque a un 6 di stima. Stima che resta immutata per la serie degli anni '90, bell'esempio di storia sportiva in animazione, che tuttora consiglio caldamente.
Non sono particolarmente appassionata di "Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo", ma sono comunque relativamente affezionata a quell'anime, perché anche se non prediligo le serie sportive è uno dei tanti che ho seguito da piccola. Com'è già stato detto, "Mila e Shiro - Il sogno continua" non è affatto un sequel della serie storica, innanzitutto perché Mila non è più la protagonista assoluta, dato che la vera protagonista è la squadra delle Dragon Ladies, che deve superare la sua profonda crisi. Mila, Kaori, Nami e Shiro sono presenze importanti, ma non le uniche determinanti. Beh, lui, poverino, almeno è l'unico che diventa finalmente una presenza fissa, nientemeno che l'allenatore della squadra, anche se non si fa più cenno al fantomatico amore fra lui e Mila. Magari leggermente più in rilievo è Glin, campionessa di arti marziali che grazie alle notevoli doti persuasive del direttore sportivo Yang (lavaggio del cervello durato mezza puntata?) si scopre improvvisamente annoiata dalla disciplina in cui eccelle e ansiosa di sfondare nella pallavolo.
Ma, soprattutto, "Mila e Shiro - il sogno continua" non è un sequel perché va considerata una vera e propria serie alternativa, ambientata in un universo parallelo. Chi conosce la vecchia serie non può che rimanere allibito da certe situazioni. Ok, Mila è reduce da un grave infortunio, perciò potrebbe anche starci che non sia più l'unico elemento portante come una volta, ma che dire della povera Nami, nei tempi d'oro divenuta una ricevitrice eccezionale grazie ai massacranti allenamenti di Daimon, che ora si ritrova a essere la riserva di una dilettante, una ragazzona mongola che fino a poco prima conosceva solo il sumo e che aveva appena imparato cosa fosse la pallavolo - per intenderci, devono persino spiegarle come posizionare le mani per ricevere!-? E di Kaori, che è poco più che una meteora, una giocatrice come tante, anche lei insignificante rispetto ad altre? Ma soprattutto è scioccante il nuovo Daimon, che per non rovinare la sorpresa non starò a descrivere qui.
Dopo quanto detto finora, dovrei dare 1 a questa serie, invece sarò più larga. E' vero, c'è anche da dire che i colori sono troppo sgargianti. Con quei corpi super muscolosi le giocatrici più che delle ragazze sembrano dei trans, le animazioni procedono poco fluide, ci sono intere sequenze ripetute anche più volte in una stessa partita e la sigla della D'Avena è insignificante e non del tutto adeguata, come spesso capita con le sigle moderne. Ma c'è anche un lato molto positivo, la comicità. I tiri speciali delle ragazze sono spesso una via di mezzo fra i balletti in stile Sailor Moon e gli attacchi dei Cavalieri dello Zodiaco: in particolare, potreste mai immaginare il mitico Colpo Segreto del Drago Nascente di Sirio il Dragone utilizzato in una partita di pallavolo? Credo proprio di no, ma seguendo questa serie potrete evitare lo sforzo e vederlo direttamente, ovviamente elaborato con tanto di allenamento sotto una pseudo-cascata dei Cinque Picchi!!! Insomma, la comicità (presumibilmente non voluta) di questa serie ben merita un innalzamento di ben 2 punti, così il mio voto finale è 3.
Ma, soprattutto, "Mila e Shiro - il sogno continua" non è un sequel perché va considerata una vera e propria serie alternativa, ambientata in un universo parallelo. Chi conosce la vecchia serie non può che rimanere allibito da certe situazioni. Ok, Mila è reduce da un grave infortunio, perciò potrebbe anche starci che non sia più l'unico elemento portante come una volta, ma che dire della povera Nami, nei tempi d'oro divenuta una ricevitrice eccezionale grazie ai massacranti allenamenti di Daimon, che ora si ritrova a essere la riserva di una dilettante, una ragazzona mongola che fino a poco prima conosceva solo il sumo e che aveva appena imparato cosa fosse la pallavolo - per intenderci, devono persino spiegarle come posizionare le mani per ricevere!-? E di Kaori, che è poco più che una meteora, una giocatrice come tante, anche lei insignificante rispetto ad altre? Ma soprattutto è scioccante il nuovo Daimon, che per non rovinare la sorpresa non starò a descrivere qui.
Dopo quanto detto finora, dovrei dare 1 a questa serie, invece sarò più larga. E' vero, c'è anche da dire che i colori sono troppo sgargianti. Con quei corpi super muscolosi le giocatrici più che delle ragazze sembrano dei trans, le animazioni procedono poco fluide, ci sono intere sequenze ripetute anche più volte in una stessa partita e la sigla della D'Avena è insignificante e non del tutto adeguata, come spesso capita con le sigle moderne. Ma c'è anche un lato molto positivo, la comicità. I tiri speciali delle ragazze sono spesso una via di mezzo fra i balletti in stile Sailor Moon e gli attacchi dei Cavalieri dello Zodiaco: in particolare, potreste mai immaginare il mitico Colpo Segreto del Drago Nascente di Sirio il Dragone utilizzato in una partita di pallavolo? Credo proprio di no, ma seguendo questa serie potrete evitare lo sforzo e vederlo direttamente, ovviamente elaborato con tanto di allenamento sotto una pseudo-cascata dei Cinque Picchi!!! Insomma, la comicità (presumibilmente non voluta) di questa serie ben merita un innalzamento di ben 2 punti, così il mio voto finale è 3.
Ero indeciso se dare un 5 o un 6, ma alla fine mi sono sentito buono, anche perché so che la maggior parte delle recensioni a "Mila e Shiro - Il sogno continua" avrà esito negativo. Perché?
Be', iniziamo partendo dal presupposto che buona parte delle animazioni sono state realizzate in Cina, che, non per discriminare, ma è così, fa opere animate di qualità più bassa rispetto a quelle giapponesi. E questo in "Mila e Shiro - Il Sogno Continua" si vede troppo.
Nell'anime sono presenti un abuso di computer grafica per muovere la palla, occhi che o sono fissi e immobili o sbattono le palpebre ogni santissimo secondo, intere sequenze che vengono più e più volte usate per le azioni in partita: uno sfacelo.
C'è stato addirittura un episodio nel quale una sequenza di minuti - e non parlo di secondi, ma di minuti reali - è stata riproposta subito dopo quella originale. In pratica si è vista la stessa scena per due volte di seguito, commentata in modo diverso.
E' davvero un peccato, perché le animazioni penalizzano quest'anime, e lo rendono un prodotto di serie B mentre a mio avviso poteva divenire un capolavoro, poiché a livello di trama Il Sogno Continua non è niente male. La serie è ambientata nel 2008 in Cina e Mila torna sulle scene dopo 2 anni di assenza per un infortunio al Tendine d'Achille; sono in molti che rifiutano la sua presenza in squadra e lei si sente demoralizzata, sino a quando Ming Jang, ex campionessa di pallavolo che fa la direttrice sportiva, la vuole nelle Dragon Ladies, una squadra in decadenza che la donna cercherà di aiutare a tornare in vetta.
La peculiarità di queste serie è che la protagonista non è più solo Mila, ma l'intera squadra in cui gioca, quindi abbiamo l'esuberante Glin Wong, l'altezzosa Catherine Maurel, la decisa Xiu Lan Mo, la forte Maria Rodriguez e tanti altri personaggi ognuno con la propria, caratterizzata personalità (chi più, chi meno).
Della squadra fanno parte anche Nami e Kaori (le ricordate? Sì, proprio loro), che daranno una grande spinta alla storia con colpi di scena che le riguarderanno - ma non voglio spoilerare nulla.
Un personaggio che finalmente ha un ruolo più o meno rilevante nella serie è Shiro, che è l'allenatore delle Dragon Ladies. Per chi non lo sapesse, Shiro nella prima serie era un personaggio di passaggio, che sviluppava il suo ruolo in 6 episodi e andava via - in realtà Mila lo dimenticherà presto, è in Italia che hanno forzato la loro storia d'amore, pressoché assente nella versione originale. Adesso Shiro è presente e costante in tutte le puntate e sembra che provi ancora qualcosa per Mila, ma non si dichiara perché non vuole distrarla dalla pallavolo - tutto ruota attorno a essa, a quanto pare.
Visto che mi sto dilungando troppo, voglio chiudere la recensione consigliando la visione di quest'anime solo a coloro che non sono affezionati alla prima serie, poiché in questa tutto è diverso: Mila non è più l'incosciente ragazzina, ma è una tipa matura, essendo più che ventenne oramai.
Inoltre sia Mila sia Kaori e Nami sembrano non sapere come si giochi a pallavolo, e si fanno superare in bravura dalle novizie della squadra. Eppure le tre ragazze sono state campionesse, no?!
Quindi, ripeto che bisogna affrontare questa serie non come il sequel di "Mila e Shiro - Due Cuori nella Pallavolo", ma come un'altra cosa proprio, distaccata dalla prima serie se non per alcuni personaggi e per la colonna sonora, che è in gran parte la stessa di un tempo.
Se si pone il paragone fra la prima e la seconda serie si vedrà solo il male di "Mila e Shiro - Il Sogno Continua", mentre a mio avviso ci sono anche lati positivi, che rendono "godibile" la visione.
Do 6. Se l'anime avesse avuto delle animazioni decenti magari scuciva anche un 7.
Be', iniziamo partendo dal presupposto che buona parte delle animazioni sono state realizzate in Cina, che, non per discriminare, ma è così, fa opere animate di qualità più bassa rispetto a quelle giapponesi. E questo in "Mila e Shiro - Il Sogno Continua" si vede troppo.
Nell'anime sono presenti un abuso di computer grafica per muovere la palla, occhi che o sono fissi e immobili o sbattono le palpebre ogni santissimo secondo, intere sequenze che vengono più e più volte usate per le azioni in partita: uno sfacelo.
C'è stato addirittura un episodio nel quale una sequenza di minuti - e non parlo di secondi, ma di minuti reali - è stata riproposta subito dopo quella originale. In pratica si è vista la stessa scena per due volte di seguito, commentata in modo diverso.
E' davvero un peccato, perché le animazioni penalizzano quest'anime, e lo rendono un prodotto di serie B mentre a mio avviso poteva divenire un capolavoro, poiché a livello di trama Il Sogno Continua non è niente male. La serie è ambientata nel 2008 in Cina e Mila torna sulle scene dopo 2 anni di assenza per un infortunio al Tendine d'Achille; sono in molti che rifiutano la sua presenza in squadra e lei si sente demoralizzata, sino a quando Ming Jang, ex campionessa di pallavolo che fa la direttrice sportiva, la vuole nelle Dragon Ladies, una squadra in decadenza che la donna cercherà di aiutare a tornare in vetta.
La peculiarità di queste serie è che la protagonista non è più solo Mila, ma l'intera squadra in cui gioca, quindi abbiamo l'esuberante Glin Wong, l'altezzosa Catherine Maurel, la decisa Xiu Lan Mo, la forte Maria Rodriguez e tanti altri personaggi ognuno con la propria, caratterizzata personalità (chi più, chi meno).
Della squadra fanno parte anche Nami e Kaori (le ricordate? Sì, proprio loro), che daranno una grande spinta alla storia con colpi di scena che le riguarderanno - ma non voglio spoilerare nulla.
Un personaggio che finalmente ha un ruolo più o meno rilevante nella serie è Shiro, che è l'allenatore delle Dragon Ladies. Per chi non lo sapesse, Shiro nella prima serie era un personaggio di passaggio, che sviluppava il suo ruolo in 6 episodi e andava via - in realtà Mila lo dimenticherà presto, è in Italia che hanno forzato la loro storia d'amore, pressoché assente nella versione originale. Adesso Shiro è presente e costante in tutte le puntate e sembra che provi ancora qualcosa per Mila, ma non si dichiara perché non vuole distrarla dalla pallavolo - tutto ruota attorno a essa, a quanto pare.
Visto che mi sto dilungando troppo, voglio chiudere la recensione consigliando la visione di quest'anime solo a coloro che non sono affezionati alla prima serie, poiché in questa tutto è diverso: Mila non è più l'incosciente ragazzina, ma è una tipa matura, essendo più che ventenne oramai.
Inoltre sia Mila sia Kaori e Nami sembrano non sapere come si giochi a pallavolo, e si fanno superare in bravura dalle novizie della squadra. Eppure le tre ragazze sono state campionesse, no?!
Quindi, ripeto che bisogna affrontare questa serie non come il sequel di "Mila e Shiro - Due Cuori nella Pallavolo", ma come un'altra cosa proprio, distaccata dalla prima serie se non per alcuni personaggi e per la colonna sonora, che è in gran parte la stessa di un tempo.
Se si pone il paragone fra la prima e la seconda serie si vedrà solo il male di "Mila e Shiro - Il Sogno Continua", mentre a mio avviso ci sono anche lati positivi, che rendono "godibile" la visione.
Do 6. Se l'anime avesse avuto delle animazioni decenti magari scuciva anche un 7.