Il Re Leone
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Il Re Leone" è un film d'animazione Disney del 1994 ed è il 32° classico Disney e ha riscosso un enorme successo di critica e pubblico, diventando uno dei film d'animazione più amati di tutti i tempi.
Il film racconta (riassunto molto veloce e privo di dettagli) la storia di Simba, un giovane leone che viene incoronato re delle sue Terre dopo la morte di suo padre, Mufasa. Tuttavia, lo zio Scar, il fratello minore di Mufasa, ha ucciso il padre di Simba e fa in modo di incolpare il figlio del suo assassinio. Simba, sconvolto e in colpa, fugge disperato dal regno e si rifugia con due simpatici facoceri suoi amici, Timon e Pumbaa, che lo convincono a dimenticare il suo passato e a vivere una nuova vita "hakuna matata" ovvero senza pensieri.
Anni dopo, Simba maturato e cresciuto incontra Nala, la leonessa sua amica d'infanzia, che lo convince a tornare a casa e a reclamare il suo posto come re dopo aver scoperto la verità, poiché è lui il vero re. Simba alla fine affronta Scar e lo sconfigge, diventando il nuovo re delle Terre del Branco e Nala diventa sua moglie.
Il Re Leone è un film che parla di crescita e cambiamento. Simba inizia come un cucciolo spensierato e incosciente che non conosce nulla della vita e che impara pian piano a conoscere le cose, ma la morte del padre e la sua fuga dal regno sono due eventi traumatici che lo costringono a maturare e ad affrontare la realtà. Il film esplora temi come il senso di colpa, la responsabilità, il perdono, l'amicizia e il potere dell'amore.
Il Re Leone è un film visivamente molto bello. La grafica è ricca di dettagli e di colori vivaci, che rendono la savana africana un luogo magico e affascinante. Anche i character design degli animali è estremamente riuscito e gradevolissimo. Le musiche del film sono tra le più iconiche della storia del cinema d'animazione. Le canzoni, come "Can You Feel the Love Tonight" e "Hakuna Matata", sono rimaste impresse nella memoria di milioni di spettatori. Grafica e sonoro dunque sono di qualità molto alta.
"Il Re Leone" è un film universale che parla a persone di tutte le età. È un film che emoziona, diverte e insegna valori importanti. È un classico dell'animazione senza tempo, è un film d'animazione Disney straordinario che ha segnato un'epoca. È un classico del cinema mondiale degli anni '90, intramontabile, che merita di essere visto da bambini e adulti.
Voto 10. Un classico senza tempo.
"Il Re Leone" è un film d'animazione Disney del 1994 ed è il 32° classico Disney e ha riscosso un enorme successo di critica e pubblico, diventando uno dei film d'animazione più amati di tutti i tempi.
Il film racconta (riassunto molto veloce e privo di dettagli) la storia di Simba, un giovane leone che viene incoronato re delle sue Terre dopo la morte di suo padre, Mufasa. Tuttavia, lo zio Scar, il fratello minore di Mufasa, ha ucciso il padre di Simba e fa in modo di incolpare il figlio del suo assassinio. Simba, sconvolto e in colpa, fugge disperato dal regno e si rifugia con due simpatici facoceri suoi amici, Timon e Pumbaa, che lo convincono a dimenticare il suo passato e a vivere una nuova vita "hakuna matata" ovvero senza pensieri.
Anni dopo, Simba maturato e cresciuto incontra Nala, la leonessa sua amica d'infanzia, che lo convince a tornare a casa e a reclamare il suo posto come re dopo aver scoperto la verità, poiché è lui il vero re. Simba alla fine affronta Scar e lo sconfigge, diventando il nuovo re delle Terre del Branco e Nala diventa sua moglie.
Il Re Leone è un film che parla di crescita e cambiamento. Simba inizia come un cucciolo spensierato e incosciente che non conosce nulla della vita e che impara pian piano a conoscere le cose, ma la morte del padre e la sua fuga dal regno sono due eventi traumatici che lo costringono a maturare e ad affrontare la realtà. Il film esplora temi come il senso di colpa, la responsabilità, il perdono, l'amicizia e il potere dell'amore.
Il Re Leone è un film visivamente molto bello. La grafica è ricca di dettagli e di colori vivaci, che rendono la savana africana un luogo magico e affascinante. Anche i character design degli animali è estremamente riuscito e gradevolissimo. Le musiche del film sono tra le più iconiche della storia del cinema d'animazione. Le canzoni, come "Can You Feel the Love Tonight" e "Hakuna Matata", sono rimaste impresse nella memoria di milioni di spettatori. Grafica e sonoro dunque sono di qualità molto alta.
"Il Re Leone" è un film universale che parla a persone di tutte le età. È un film che emoziona, diverte e insegna valori importanti. È un classico dell'animazione senza tempo, è un film d'animazione Disney straordinario che ha segnato un'epoca. È un classico del cinema mondiale degli anni '90, intramontabile, che merita di essere visto da bambini e adulti.
Voto 10. Un classico senza tempo.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Il primo capitolo di una saga cinematografica e animata che ha segnato intere generazioni passate e presenti. Il Re Leone. Un classico dell'animazione che commuove, fa ridere e riflettere sulla concezione dinastica del potere.
Inizia tutto con l'introduzione del protagonista, Simba e di suo padre, Mufasa, insieme al perfido zio, Scar. Quest'ultimo complotta insieme alle iene per detronizzare Mufasa e usurpargli il trono di Re dei leoni e della savana. Mufasa capisce che Scar è pericoloso e cerca di tenerlo a bada, ma purtroppo ha anche un punto debole, suo figlio Simba, il quale essendo giovane e inesperto non si rende conto dei pericoli che la savana nasconde e specialmente il pericolo che suo zio Scar rappresenta per tutto la savana stessa. Purtroppo questo gli costa caro: suo zio mette in atto il suo piano e ordina alle iene di scatenare una mandria di bufali che rischia di investire Simba, mentre lui avverte Mufasa del pericolo in cui si trova facendo leva sul suo lato paterno per metterlo in pericolo ed all'ultimo tradirlo e facendolo precipitare dalla rocca per farlo investire dai buffali. Il piano riesce e Mufasa muore. Simba, avendo capito troppo tardi il suo errore di giudizio, viene convinto da Scar a lasciare la roccia del leone per fuggire nella savana. Scar, a questo punto, ha campo libero e può usurpare il trono di Mufasa. Simba fugge nella savana e trascorre il suo tempo in esilio contando sull'aiuto di Timon e Pumbaa, i quali gli insegnano a lasciare il proprio passato alle spalle. Questo funziona fino ad un certo punto, perché a distanza di anni si intravedono le conseguenze del regno di scar. L'abbeverata è prosciugata, sia il branco di leoni che gli altri animali soffrono la sete e la fame. Molti, tra cui l'amica di infanzia di Simba, Nala, accusano Scar di aver portato la sciagura e la rovina sulla savana, soprattutto dopo aver portato le iene alla rocca, le quali hanno rovinato a loro volta la savana. Ma Scar non vuole sentire ragioni e usa l'artiglio di ferro per far rispettare la sua volontà, pur essendo essa sbagliata-Nala ritrova Simba e gli spiega cosa è accaduto durante la sua assenza. Simba, però, sembra riluttante a voler tornare alla rocca per sistemare le cose, offendendo così Nala. Ad un certo punto però Simba capisce e vede come stanno le cose e riceve un ammonimento da parte di suo padre Mufasa che gli parla dal cielo, dove risiedono i re precedenti della savana e poi da Rafiki, il quale come sacerdote gli fa ricordare e capire il suo vero destino come successore di Mufasa. A questo, ritrovata la consapevolezza e la coscienza di sé stesso, Simba fa ritorno alla rocca per affrontare suo zio Scar e cacciare via le iene. Serve un piano e quindi un diversivo ben progettato per l'impresa. Alla fine, l'impresa riesce e gli inganni di Scar vengono rilevati. Questi, messo all'angolo si dà alla fuga e si tradisce dicendo che sono state le iene a convincerlo ad usurpare il trono di Mufasa. Alla fine queste si rivoltano contro di lui e lo massacrano. L'ordine viene ristabilito. La pioggia torna e spegne l'incendio che un fulmine aveva scatenato a simboleggiare che la natura cura le ferite che Scar (infatti il nome significa cicatrice in inglese) aveva causato.
Quindi qui assistiamo a un vero e proprio spettacolo e celebrazione della volontà della natura, la quale ci sorprende ma che pone ostacoli sul sentiero e/o strada della nostra vita. I personaggi sono perfettamente inseriti nel loro ruolo e tutto nello stile Disney. Dimostrano una personalità in perfetta simbiosi con la loro natura e il loro ruolo. I nomi dei personaggi risultano descrivere perfettamente la natura degli stessi. Abbiamo Mufasa che significa "sciocco" in lingua shona, Simba significa leone. Timon è preso dall'inglese è significa timone come a sottolineare che è il cervello del duo e del trio, Pumbaa rimane Pumbaa. Shenzi significa barbarico, Banzai significa "rintanare", Nala diventa Nalla in italiano. Rafiki significa amico ed è l'unico a ricordare a Simba chi lui è veramente. Zazu rimane Zazu, anche si tradurebbe in sedere. Sta di fatto che i loro nomi riflettono al meglio le loro personalità. Le musiche, composte dal grande Hans Zimmer, riflettono l'ambientazione e la vicinanza della trama ai popoli che popolano la savana africana e sono quindi una sorta di omaggio. Specialmente l'assolo di Scar, ma anche e soprattutto il famoso brano "Hakuna Matata", traduzione "senza pensieri e/o problemi" in lingua swahili, riflettono il carattere anche disteso e distaccato dei personaggi prima di Timon e Pumbaa e poi in parte anche di Simba, come a sottolineare la leggerezza della trama ed anche il carattere e/o comportamento dei popoli della savana africana nella vita reale e funge anche da invito a non crearsi troppe complicazioni nella vita e nella speranza di riparare quello che non si può riparare (come Timon stesso dice: "Quando il mondo ti volta le spalle, tu voltagli le spalle", anche se è una soluzione temporanea).
La grafica è semplicemente bellissima, fluida, dinamica e si riflette nella spontaneità dei personaggi, altro tratto caratteristico della Disney. I messaggi che emergono sono diversi: si può pensare ad esempio alla necessità di riflettere prima di agire, di non essere avventati e di assumersi la responsabilità dei propri pensieri, parole, azioni, gesti, senza prendersi troppo sul serio perché altrimenti si finisce con il scaricare la propria colpa della propria negligenza e falso senso di responsabilità sugli altri come alla fine fa Scar. E prima di tutto di ricordarsi chi si è veramente e che non si può evitare di essere se stessi, né nel bene né nel male e che bisogna vivere fino in fondo il ruolo che la Natura ci ha riservato nel Grande Cerchio della Vita. Un capolavoro dalla trama molto contorta, ma che se analizzato propriamente e nel mondo giusto si rivela efficace e realizzabile.
Il primo capitolo di una saga cinematografica e animata che ha segnato intere generazioni passate e presenti. Il Re Leone. Un classico dell'animazione che commuove, fa ridere e riflettere sulla concezione dinastica del potere.
Inizia tutto con l'introduzione del protagonista, Simba e di suo padre, Mufasa, insieme al perfido zio, Scar. Quest'ultimo complotta insieme alle iene per detronizzare Mufasa e usurpargli il trono di Re dei leoni e della savana. Mufasa capisce che Scar è pericoloso e cerca di tenerlo a bada, ma purtroppo ha anche un punto debole, suo figlio Simba, il quale essendo giovane e inesperto non si rende conto dei pericoli che la savana nasconde e specialmente il pericolo che suo zio Scar rappresenta per tutto la savana stessa. Purtroppo questo gli costa caro: suo zio mette in atto il suo piano e ordina alle iene di scatenare una mandria di bufali che rischia di investire Simba, mentre lui avverte Mufasa del pericolo in cui si trova facendo leva sul suo lato paterno per metterlo in pericolo ed all'ultimo tradirlo e facendolo precipitare dalla rocca per farlo investire dai buffali. Il piano riesce e Mufasa muore. Simba, avendo capito troppo tardi il suo errore di giudizio, viene convinto da Scar a lasciare la roccia del leone per fuggire nella savana. Scar, a questo punto, ha campo libero e può usurpare il trono di Mufasa. Simba fugge nella savana e trascorre il suo tempo in esilio contando sull'aiuto di Timon e Pumbaa, i quali gli insegnano a lasciare il proprio passato alle spalle. Questo funziona fino ad un certo punto, perché a distanza di anni si intravedono le conseguenze del regno di scar. L'abbeverata è prosciugata, sia il branco di leoni che gli altri animali soffrono la sete e la fame. Molti, tra cui l'amica di infanzia di Simba, Nala, accusano Scar di aver portato la sciagura e la rovina sulla savana, soprattutto dopo aver portato le iene alla rocca, le quali hanno rovinato a loro volta la savana. Ma Scar non vuole sentire ragioni e usa l'artiglio di ferro per far rispettare la sua volontà, pur essendo essa sbagliata-Nala ritrova Simba e gli spiega cosa è accaduto durante la sua assenza. Simba, però, sembra riluttante a voler tornare alla rocca per sistemare le cose, offendendo così Nala. Ad un certo punto però Simba capisce e vede come stanno le cose e riceve un ammonimento da parte di suo padre Mufasa che gli parla dal cielo, dove risiedono i re precedenti della savana e poi da Rafiki, il quale come sacerdote gli fa ricordare e capire il suo vero destino come successore di Mufasa. A questo, ritrovata la consapevolezza e la coscienza di sé stesso, Simba fa ritorno alla rocca per affrontare suo zio Scar e cacciare via le iene. Serve un piano e quindi un diversivo ben progettato per l'impresa. Alla fine, l'impresa riesce e gli inganni di Scar vengono rilevati. Questi, messo all'angolo si dà alla fuga e si tradisce dicendo che sono state le iene a convincerlo ad usurpare il trono di Mufasa. Alla fine queste si rivoltano contro di lui e lo massacrano. L'ordine viene ristabilito. La pioggia torna e spegne l'incendio che un fulmine aveva scatenato a simboleggiare che la natura cura le ferite che Scar (infatti il nome significa cicatrice in inglese) aveva causato.
Quindi qui assistiamo a un vero e proprio spettacolo e celebrazione della volontà della natura, la quale ci sorprende ma che pone ostacoli sul sentiero e/o strada della nostra vita. I personaggi sono perfettamente inseriti nel loro ruolo e tutto nello stile Disney. Dimostrano una personalità in perfetta simbiosi con la loro natura e il loro ruolo. I nomi dei personaggi risultano descrivere perfettamente la natura degli stessi. Abbiamo Mufasa che significa "sciocco" in lingua shona, Simba significa leone. Timon è preso dall'inglese è significa timone come a sottolineare che è il cervello del duo e del trio, Pumbaa rimane Pumbaa. Shenzi significa barbarico, Banzai significa "rintanare", Nala diventa Nalla in italiano. Rafiki significa amico ed è l'unico a ricordare a Simba chi lui è veramente. Zazu rimane Zazu, anche si tradurebbe in sedere. Sta di fatto che i loro nomi riflettono al meglio le loro personalità. Le musiche, composte dal grande Hans Zimmer, riflettono l'ambientazione e la vicinanza della trama ai popoli che popolano la savana africana e sono quindi una sorta di omaggio. Specialmente l'assolo di Scar, ma anche e soprattutto il famoso brano "Hakuna Matata", traduzione "senza pensieri e/o problemi" in lingua swahili, riflettono il carattere anche disteso e distaccato dei personaggi prima di Timon e Pumbaa e poi in parte anche di Simba, come a sottolineare la leggerezza della trama ed anche il carattere e/o comportamento dei popoli della savana africana nella vita reale e funge anche da invito a non crearsi troppe complicazioni nella vita e nella speranza di riparare quello che non si può riparare (come Timon stesso dice: "Quando il mondo ti volta le spalle, tu voltagli le spalle", anche se è una soluzione temporanea).
La grafica è semplicemente bellissima, fluida, dinamica e si riflette nella spontaneità dei personaggi, altro tratto caratteristico della Disney. I messaggi che emergono sono diversi: si può pensare ad esempio alla necessità di riflettere prima di agire, di non essere avventati e di assumersi la responsabilità dei propri pensieri, parole, azioni, gesti, senza prendersi troppo sul serio perché altrimenti si finisce con il scaricare la propria colpa della propria negligenza e falso senso di responsabilità sugli altri come alla fine fa Scar. E prima di tutto di ricordarsi chi si è veramente e che non si può evitare di essere se stessi, né nel bene né nel male e che bisogna vivere fino in fondo il ruolo che la Natura ci ha riservato nel Grande Cerchio della Vita. Un capolavoro dalla trama molto contorta, ma che se analizzato propriamente e nel mondo giusto si rivela efficace e realizzabile.
Un capolavoro indiscusso non si può non apprezzare, pertanto il recensirlo, senza che questa, la recensione, diventi una semplice elencazione di aggettivi d'elogio e apprezzamento, sembra quasi un compito impossibile. Premesso questo, risulta strano che di fronte a un'opera che è stata più volte valutata come un'opera eccellente io voglia esprimere la mia opinione che, in fondo, non si discosta di nulla da quella della maggioranza. Ma in verità con questa recensione mi accontento di riaffermare il meritato successo di quest'opera e nient'altro.
Che scrivere? Sicuramente "Il Re Leone" è stato, oltre ad essere stato un "gran colpaccio", il vero inizio del cosiddetto "Rinascimento Disney" e sua icona per decenni fino ai giorni nostri.
Comicità, tragedia simile a quella greca per molti versi, nonché la dura legge della vita che può essere fonte colma di meraviglie, come la famosa scena iniziale, oppure terribilmente crudele, come la morte di Mufasa: è un'opera incredibile che, seppur nel suo limitato tempo e ambientazione, riesce a indagare nella sfera dell'essere umano, offrendoci un sua rappresentazione nella quale è quasi impossibile non immedesimarci, dalla perdita di autostima di Simba al desiderio di potere di Scar.
Ovviamente consiglio la visione di quest'opera a tutti, e per tutti intendo tutti, poiché, io credo, "Il Re Leone" è capace d'insegnare qualcosa a chiunque, sia a "grandi" che "piccini".
Che scrivere? Sicuramente "Il Re Leone" è stato, oltre ad essere stato un "gran colpaccio", il vero inizio del cosiddetto "Rinascimento Disney" e sua icona per decenni fino ai giorni nostri.
Comicità, tragedia simile a quella greca per molti versi, nonché la dura legge della vita che può essere fonte colma di meraviglie, come la famosa scena iniziale, oppure terribilmente crudele, come la morte di Mufasa: è un'opera incredibile che, seppur nel suo limitato tempo e ambientazione, riesce a indagare nella sfera dell'essere umano, offrendoci un sua rappresentazione nella quale è quasi impossibile non immedesimarci, dalla perdita di autostima di Simba al desiderio di potere di Scar.
Ovviamente consiglio la visione di quest'opera a tutti, e per tutti intendo tutti, poiché, io credo, "Il Re Leone" è capace d'insegnare qualcosa a chiunque, sia a "grandi" che "piccini".
Non può che meritare il massimo dei voti uno dei più grandi classici firmati Disney.
Con incassi da record e una moltitudine di riconoscimenti vinti, "Il Re Leone" narra le vicende di Simba, il figlio del re leone Mufasa, un saggio sovrano che ha il compito di regnare sugli altri animali e mantenere l'equilibrio nelle Terre del Branco dell'Africa. Sempre sotto l'occhio vigile del maggiordomo Zazu, un bucero, ed accompagnato dalla migliore amica Nala, il cucciolo cresce spensierato nella Rupe dei Re, totalmente all'oscuro di essere oggetto di forte invidia da parte dello zio Scar, un leone che nutre profondo odio per il fratello Mufasa e la sua famiglia, in quanto primogenito destinato ad essere re.
Con un'abile stratagemma, egli riesce a condurre Simba e Mufasa in una gola e, complici i suoi scagnozzi, le tre iene Shenzi, Ed e Banzai, fa in modo che una mandria di gnu terrorizzati uccida il re leone. Purtroppo per lui, Simba riesce a salvarsi, e per togliere di mezzo lo scomodo nipote, Scar lo convince di essere il responsabile della morte del padre e di fuggire per sempre, prendendo così il comando delle Terre del Branco.
Mentre Scar dà il via ad un regno di terrore, accompagnato dalle fedeli iene, riducendo presto la terra in un regno sterile e senza più cibo da cacciare, Simba fa amicizia con un simpatico e spensierato duo di amici, il suricato Timon e il facocero Pumbaa che, facendo del motto "Hakuna Matata" (una locuzione swahili realmente esistente, di uso estremamente comune in molte regioni dell'Africa centro-orientale, traducibile come "non ci sono problemi" o "senza pensieri") il loro stile di vita, insegnano a Simba a vivere alla giornata, oziando e canticchiando per scacciare i brutti pensieri.
La storia del leone, ormai giovane adulto, è destinata a cambiare bruscamente quando si imbatterà in Nala, che si era spinta fino a quella zona remota alla disperata ricerca di aiuto e cibo. Rivedendosi, i due si innamorano, ma Simba, incapace di dire all'amica di essere il responsabile della morte del padre, volta le spalle al suo destino e le comunica la ferma volontà di restare dove si trova, lasciando la compagna delusa e incapace di comprendere la sua scelta.
Ancora una volta, il destino di Simba subirà una brusca mutazione, questa volta grazie all'intervento dello scimmione Rafiki, sciamano e grande amico di Mufasa, che lo metterà in contatto con lo spirito del padre e lo ricondurrà sulla retta via, ovvero a casa, a prendersi il suo posto come legittimo re, in una sfida finale che non risparmia colpi di scena.
"Il Re Leone" è indubbiamente una delle opere Disney più mature, in grado di mischiare con sapienza e abilità forti messaggi, lezioni di vita, comicità e canzoni orecchiabili sia per adulti che per bambini, grazie ad un nutrito cast di personaggi.
A mandare avanti la storia è comunque il messaggio dell'importanza del rispetto e dell'armonia per la natura e le creature che la popolano e il riproporsi continuo del cerchio della vita, che prevede la nascita, lo sviluppo dell'individuo e la sua morte.
Anche com'era stato fatto in passato per "Bambi", gli animatori hanno studiato a lungo i comportamenti ed i movimenti di animali reali da prendere come riferimento, ed è bello veder presenti sulla pellicola tante differenti specie di animali.
Ci sono protagonisti fortemente positivi, come il saggio Mufasa o le leonesse Nala e Sarabi, mentre è interessante l'evoluzione psicologica di Simba che, da cucciolo spensierato, curioso e vivace, si trova a dover affrontare la morte e a dover prendere decisioni per lui troppo importanti, considerata la sua giovane età. Facilmente plasmabile, dimentica presto le sue origini preferendo sfuggire alle responsabilità e al peso del passato, unendosi a Timon e Pumbaa finché, una volta adulto, non capirà in modo definitivo qual è il suo posto nel cerchio della vita.
Interessantissimo il personaggio di Scar, che presenta una psicologia contorta e criminale ottimamente realizzata, così come è interessante il suo character design che grazie al pelo più scuro rispetto a quello degli altri leoni e ad una criniera corvina, lo rendono un personaggio decisamente dark.
Ottimo lavoro fatto anche sui personaggi secondari. Le iene, che divertono ma inquietano, anche loro desiderose di veder migliorare la loro posizione, il povero maggiordomo Zazu sempre sottovalutato, il saggio e comico Rafiki, che snocciola le sue profonde perle di saggezza tra una gag e l'altra e l'intramontabile duo Timon e Pumbaa che è stato tanto amato dagli spettatori da aver diritto a tre serie animate a loro interamente dedicate, per un totale di 85 episodi.
Per il film sono stati anche realizzati due sequel: "Il Re Leone II - Il regno di Simba" e "Il Re Leone 3 - Hakuna Matata", mentre una nuova serie televisiva con protagonista Kion, secondogenito di Simba e Nala, prenderà il via nel 2015 su Disney Junior.
Anche la colonna sonora ha ottenuto un enorme successo e, grazie a nomi come quello di Hans Zimmer, fu il quarto album più venduto dell'anno della Billboard 200 e la colonna sonora più venduta.
Nonostante il mio amore incondizionato per il classico Disney "Robin Hood", che per me sarà sempre il mio preferito, credo "Il Re Leone" sia tra i classici più belli in assoluto. Non pensate ad un prodotto simpatico e divertente, ma ad un'opera drammatica che strappa sì qualche risata, ma che è in grado di regalare anche momenti di profonda riflessione e commozione.
Con incassi da record e una moltitudine di riconoscimenti vinti, "Il Re Leone" narra le vicende di Simba, il figlio del re leone Mufasa, un saggio sovrano che ha il compito di regnare sugli altri animali e mantenere l'equilibrio nelle Terre del Branco dell'Africa. Sempre sotto l'occhio vigile del maggiordomo Zazu, un bucero, ed accompagnato dalla migliore amica Nala, il cucciolo cresce spensierato nella Rupe dei Re, totalmente all'oscuro di essere oggetto di forte invidia da parte dello zio Scar, un leone che nutre profondo odio per il fratello Mufasa e la sua famiglia, in quanto primogenito destinato ad essere re.
Con un'abile stratagemma, egli riesce a condurre Simba e Mufasa in una gola e, complici i suoi scagnozzi, le tre iene Shenzi, Ed e Banzai, fa in modo che una mandria di gnu terrorizzati uccida il re leone. Purtroppo per lui, Simba riesce a salvarsi, e per togliere di mezzo lo scomodo nipote, Scar lo convince di essere il responsabile della morte del padre e di fuggire per sempre, prendendo così il comando delle Terre del Branco.
Mentre Scar dà il via ad un regno di terrore, accompagnato dalle fedeli iene, riducendo presto la terra in un regno sterile e senza più cibo da cacciare, Simba fa amicizia con un simpatico e spensierato duo di amici, il suricato Timon e il facocero Pumbaa che, facendo del motto "Hakuna Matata" (una locuzione swahili realmente esistente, di uso estremamente comune in molte regioni dell'Africa centro-orientale, traducibile come "non ci sono problemi" o "senza pensieri") il loro stile di vita, insegnano a Simba a vivere alla giornata, oziando e canticchiando per scacciare i brutti pensieri.
La storia del leone, ormai giovane adulto, è destinata a cambiare bruscamente quando si imbatterà in Nala, che si era spinta fino a quella zona remota alla disperata ricerca di aiuto e cibo. Rivedendosi, i due si innamorano, ma Simba, incapace di dire all'amica di essere il responsabile della morte del padre, volta le spalle al suo destino e le comunica la ferma volontà di restare dove si trova, lasciando la compagna delusa e incapace di comprendere la sua scelta.
Ancora una volta, il destino di Simba subirà una brusca mutazione, questa volta grazie all'intervento dello scimmione Rafiki, sciamano e grande amico di Mufasa, che lo metterà in contatto con lo spirito del padre e lo ricondurrà sulla retta via, ovvero a casa, a prendersi il suo posto come legittimo re, in una sfida finale che non risparmia colpi di scena.
"Il Re Leone" è indubbiamente una delle opere Disney più mature, in grado di mischiare con sapienza e abilità forti messaggi, lezioni di vita, comicità e canzoni orecchiabili sia per adulti che per bambini, grazie ad un nutrito cast di personaggi.
A mandare avanti la storia è comunque il messaggio dell'importanza del rispetto e dell'armonia per la natura e le creature che la popolano e il riproporsi continuo del cerchio della vita, che prevede la nascita, lo sviluppo dell'individuo e la sua morte.
Anche com'era stato fatto in passato per "Bambi", gli animatori hanno studiato a lungo i comportamenti ed i movimenti di animali reali da prendere come riferimento, ed è bello veder presenti sulla pellicola tante differenti specie di animali.
Ci sono protagonisti fortemente positivi, come il saggio Mufasa o le leonesse Nala e Sarabi, mentre è interessante l'evoluzione psicologica di Simba che, da cucciolo spensierato, curioso e vivace, si trova a dover affrontare la morte e a dover prendere decisioni per lui troppo importanti, considerata la sua giovane età. Facilmente plasmabile, dimentica presto le sue origini preferendo sfuggire alle responsabilità e al peso del passato, unendosi a Timon e Pumbaa finché, una volta adulto, non capirà in modo definitivo qual è il suo posto nel cerchio della vita.
Interessantissimo il personaggio di Scar, che presenta una psicologia contorta e criminale ottimamente realizzata, così come è interessante il suo character design che grazie al pelo più scuro rispetto a quello degli altri leoni e ad una criniera corvina, lo rendono un personaggio decisamente dark.
Ottimo lavoro fatto anche sui personaggi secondari. Le iene, che divertono ma inquietano, anche loro desiderose di veder migliorare la loro posizione, il povero maggiordomo Zazu sempre sottovalutato, il saggio e comico Rafiki, che snocciola le sue profonde perle di saggezza tra una gag e l'altra e l'intramontabile duo Timon e Pumbaa che è stato tanto amato dagli spettatori da aver diritto a tre serie animate a loro interamente dedicate, per un totale di 85 episodi.
Per il film sono stati anche realizzati due sequel: "Il Re Leone II - Il regno di Simba" e "Il Re Leone 3 - Hakuna Matata", mentre una nuova serie televisiva con protagonista Kion, secondogenito di Simba e Nala, prenderà il via nel 2015 su Disney Junior.
Anche la colonna sonora ha ottenuto un enorme successo e, grazie a nomi come quello di Hans Zimmer, fu il quarto album più venduto dell'anno della Billboard 200 e la colonna sonora più venduta.
Nonostante il mio amore incondizionato per il classico Disney "Robin Hood", che per me sarà sempre il mio preferito, credo "Il Re Leone" sia tra i classici più belli in assoluto. Non pensate ad un prodotto simpatico e divertente, ma ad un'opera drammatica che strappa sì qualche risata, ma che è in grado di regalare anche momenti di profonda riflessione e commozione.
"Il Re Leone" non è il mio Disney preferito, ma è innegabile che sia davvero ben costruito: la trama forse (o anche senza forse) è telefonata e vecchia di secoli: un antagonismo tra fratelli portato allo stremo, il giovane protagonista che presto deve affrontare le durezze che la vita gli riserva, l'amore.
Sulla storia s'innestano cartoni davvero apprezzabili, una colonna sonora entrata e rimasta di diritto nella storia, attenzione per un mondo animale che, almeno con il cittadino medio italiano, europeo e internazionale, non è spesso scontato o conosciuto direttamente, cioè dal vero (io, per esempio, non sapevo nemmeno dell'esistenza dei suricata).
Sulla storia s'innestano cartoni davvero apprezzabili, una colonna sonora entrata e rimasta di diritto nella storia, attenzione per un mondo animale che, almeno con il cittadino medio italiano, europeo e internazionale, non è spesso scontato o conosciuto direttamente, cioè dal vero (io, per esempio, non sapevo nemmeno dell'esistenza dei suricata).
"Il Re Leone", come del resto dimostrato anche dal grande successo della riedizione con la nuova grafica, è sicuramente uno dei film d'animazione più belli e apprezzati in assoluto tra la grande produzione disneyana. Ammetto di non aver guardato tale ultima rivisitazione grafica, tuttavia lo amai molto da bambino, guardandolo più volte, nonostante ci fossero delle scene relativamente "forti", normalmente assenti nella produzione destinata ai bambini.
La trama è semplice, e ruota tutta attorno al protagonista e al suo viaggio alla ricerca di sé stesso, alla sua crescita fisica ma soprattutto psicologica. Sono presenti vari momenti di distensione e allegria, che compensano il resto, e nel complesso il ritmo della narrazione è buono: non ci sono "tempi morti" o scene che non servono, né si notano buchi di regia. Tenuto conto del target, e di come nonostante ciò sia piacevolmente visionabile anche da chi non è più bambino, assegno un 9 per questi motivi a questo punto, ma solo perché non tutti potrebbero apprezzare il numero di canzoni, seppure molto belle.
Il finale è proprio quello che ci si può aspettare. In questo senso, non sorprende e non delude, in quanto rimane fedele alla prassi delle fiabe. Considerato ciò, assegno un 8.
Come detto sopra, la storia ruota intorno a un unico personaggio, Simba, il giovane principe della savana, un leone. Di lui possiamo apprezzare appieno la progressiva crescita, che da cucciolo ne farà un adulto, anche con l'aiuto degli altri personaggi, ognuno dei quali svolge una funzione particolare nella sua formazione. Ed è dunque facile comprendere come tutti gli altri personaggi, al di là delle loro peculiarità - che ci sono -, esistano solo in funzione di Simba. Questo centralismo giova sicuramente alla trama e alla godibilità del film da parte dei bambini. Forse qualcuno di più esigente potrebbe storcere un po' il naso. Siccome qui stiamo facendo un'analisi per tutti, mitighiamo queste posizioni con un complessivo 7.
Grafica: come già detto, ho come riferimento quella originale, non avendo visionato l'ultima versione - e mannaggia, perché subito dopo aver acquistato il DVD causa pensionamento della ormai logora VHS, saltò fuori la notizia che sarebbe stato rifatto con una nuova estetica... Grrrr! Si tratta comunque di un ricordo piacevole. Non assegno un voto a questo punto perché quasi sicuramente chi dovesse guardarlo ormai opterebbe per la versione più recente. Ad ogni modo rimarco come l'ambientazione includa sfondi molto belli e spaziosi.
Sonoro: il film si apre subito molto bene su quest'aspetto, con la celebre canzone "Il cerchio della vita", e poi si inseriscono allegramente nella trama diverse canzoni simpatiche. Anche quella di Scar alla fine non è poi così "malvagia". Sono complessivamente tutte molto orecchiabili, e di conseguenza apprezzabili, specie per i bambini. Ma anche gli adulti potrebbero mettersi a cantare con loro. Assegno un 8.
"Il Re Leone", proprio per la struttura della sua trama (e rimando a quanto detto sopra), è secondo me essenzialmente legato al tema della crescita dell'individuo, che si realizza nel momento in cui si acquisisce il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e la consapevolezza di quale è il proprio ruolo nel mondo.
Nel complesso la media viene un 8 abbondante, che assegno con grande piacere.
La trama è semplice, e ruota tutta attorno al protagonista e al suo viaggio alla ricerca di sé stesso, alla sua crescita fisica ma soprattutto psicologica. Sono presenti vari momenti di distensione e allegria, che compensano il resto, e nel complesso il ritmo della narrazione è buono: non ci sono "tempi morti" o scene che non servono, né si notano buchi di regia. Tenuto conto del target, e di come nonostante ciò sia piacevolmente visionabile anche da chi non è più bambino, assegno un 9 per questi motivi a questo punto, ma solo perché non tutti potrebbero apprezzare il numero di canzoni, seppure molto belle.
Il finale è proprio quello che ci si può aspettare. In questo senso, non sorprende e non delude, in quanto rimane fedele alla prassi delle fiabe. Considerato ciò, assegno un 8.
Come detto sopra, la storia ruota intorno a un unico personaggio, Simba, il giovane principe della savana, un leone. Di lui possiamo apprezzare appieno la progressiva crescita, che da cucciolo ne farà un adulto, anche con l'aiuto degli altri personaggi, ognuno dei quali svolge una funzione particolare nella sua formazione. Ed è dunque facile comprendere come tutti gli altri personaggi, al di là delle loro peculiarità - che ci sono -, esistano solo in funzione di Simba. Questo centralismo giova sicuramente alla trama e alla godibilità del film da parte dei bambini. Forse qualcuno di più esigente potrebbe storcere un po' il naso. Siccome qui stiamo facendo un'analisi per tutti, mitighiamo queste posizioni con un complessivo 7.
Grafica: come già detto, ho come riferimento quella originale, non avendo visionato l'ultima versione - e mannaggia, perché subito dopo aver acquistato il DVD causa pensionamento della ormai logora VHS, saltò fuori la notizia che sarebbe stato rifatto con una nuova estetica... Grrrr! Si tratta comunque di un ricordo piacevole. Non assegno un voto a questo punto perché quasi sicuramente chi dovesse guardarlo ormai opterebbe per la versione più recente. Ad ogni modo rimarco come l'ambientazione includa sfondi molto belli e spaziosi.
Sonoro: il film si apre subito molto bene su quest'aspetto, con la celebre canzone "Il cerchio della vita", e poi si inseriscono allegramente nella trama diverse canzoni simpatiche. Anche quella di Scar alla fine non è poi così "malvagia". Sono complessivamente tutte molto orecchiabili, e di conseguenza apprezzabili, specie per i bambini. Ma anche gli adulti potrebbero mettersi a cantare con loro. Assegno un 8.
"Il Re Leone", proprio per la struttura della sua trama (e rimando a quanto detto sopra), è secondo me essenzialmente legato al tema della crescita dell'individuo, che si realizza nel momento in cui si acquisisce il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e la consapevolezza di quale è il proprio ruolo nel mondo.
Nel complesso la media viene un 8 abbondante, che assegno con grande piacere.
"The Lion King" è uno di quei casi di cui personalmente condivido le qualità e i pregi, ma non ciò che si è percepito. Musiche favolose, paesaggi da sogno: tecnicamente esso è il punto "vecchia scuola" più alto della rinata Disney... Eppure da ragazzino tutto ciò non bastò a conquistarmi. Come "La Bella e la Bestia", non mi dispiaceva, ma nulla di più. Sopportavo la prima parte grazie a Zazu e le coreografie cantate e poi con la componente comica del duo suricata-facocero il film cominciava a intrattenermi bene (anche se la Hula a mio avviso eccedeva).
Spesso dopo l'alba della rupe saltavo direttamente all'incontro nel deserto; del resto a parte i pochi casi antropomorfi, gli altri classici con animali mai ebbero particolare presa su di me, e in questo senso "Il Re Leone" fu un successone a confronto. I felini dorati erano eleganti, ma non mi suscitavano simpatia, Mufasa era maestoso ma granitico, Simba, grande che fosse, l'ho sempre visto come un bamboccio inadatto al comando, ma il problema probabilmente era Sfregiato o meglio Scar - che poi tradurlo, visto che ha un sinistro e motivato significato, magari era meglio. Il cattivone compiva un'azione di grande rilevanza, ma anche nella sua canzone "zolforosa" non faceva paura affatto: era più magro del fratello, aveva umorismo e si autodefiniva come più furbo che forte. Come dire, il problema era che non si percepiva difficile da sconfiggere. Con il tempo ho rivalutato il suo essere davvero malefico e anche la sua ironia, ma mi appare tuttora come una versione gattesca e capricciosa di Jafar e ricordo che in uno special dissero di avere voluto rendere il suo sguardo più freddo possibile, ma io lo percepivo solo con l'iride chiara.
Diciamo che del film mi piacciono veramente solo due mangia insetti, Timon e Pumba, e gradisco Zazu, Lana e sicuramente Rafiki, il babbuino alla miyagi. Il resto è solo un grandissimo livello artistico (mica poco) e una storia vecchissima e banalissima, con o senza fonti d'ispirazione letterarie o a loro volta animate.
Spesso dopo l'alba della rupe saltavo direttamente all'incontro nel deserto; del resto a parte i pochi casi antropomorfi, gli altri classici con animali mai ebbero particolare presa su di me, e in questo senso "Il Re Leone" fu un successone a confronto. I felini dorati erano eleganti, ma non mi suscitavano simpatia, Mufasa era maestoso ma granitico, Simba, grande che fosse, l'ho sempre visto come un bamboccio inadatto al comando, ma il problema probabilmente era Sfregiato o meglio Scar - che poi tradurlo, visto che ha un sinistro e motivato significato, magari era meglio. Il cattivone compiva un'azione di grande rilevanza, ma anche nella sua canzone "zolforosa" non faceva paura affatto: era più magro del fratello, aveva umorismo e si autodefiniva come più furbo che forte. Come dire, il problema era che non si percepiva difficile da sconfiggere. Con il tempo ho rivalutato il suo essere davvero malefico e anche la sua ironia, ma mi appare tuttora come una versione gattesca e capricciosa di Jafar e ricordo che in uno special dissero di avere voluto rendere il suo sguardo più freddo possibile, ma io lo percepivo solo con l'iride chiara.
Diciamo che del film mi piacciono veramente solo due mangia insetti, Timon e Pumba, e gradisco Zazu, Lana e sicuramente Rafiki, il babbuino alla miyagi. Il resto è solo un grandissimo livello artistico (mica poco) e una storia vecchissima e banalissima, con o senza fonti d'ispirazione letterarie o a loro volta animate.
Negli anni '80 la Disney ebbe un periodo di crisi, che fece venire fuori classici abbastanza scarsi, nonostante "Red e Toby" e "Basil l'Investigatopo" fossero tutto sommato belli questo non riusci a compensare gli insuccessi di "Taron e la pentola magica" e "Oliver e Company". Poi nel 1989 uscì la "Sirenetta", che fu un successo talmente grande da riportare la Disney agli splendori di un tempo; qualche anno più tardi "la Bella e la Bestia" avrebbe surclassato la "Sirenetta" per poi essere surclassato anch'esso da "Aladdin" e con "Il Re Leone" assistiamo al massimo dello splendore di quello che è riconosciuto come il "rinascimento Disney".
Su questo sono un po' una voce controcorrente: di solito si fa riferimento al "rinascimento Disney" con il periodo che va dal 1989 al 1999, e credo di essere fra i pochi a non essere del tutto convinto che lo splendore della Disney sia durato così tanto: per me "Il Re Leone" è stato il massimo del "rinascimento". Gli altri classici fatti dopo, se devo proprio essere onesto, diventando grande iniziarono a sembrarmi decisamente scarsi rispetto a "Il Re Leone", se escludiamo "Il Gobbo di Notre Dame".
Ma perché considero "Il Re Leone" il massimo dei successi della Disney? Intanto l'animazione splendente e accesa dà un tono veramente spettacolare al film; poi la potenza dell'inizio che si apre con "il cerchio della vita" e la bellissima marcia di tutti gli animali verso la rupe dei re per onorare il principe Simba, erede al trono del re leone della savana.
Il film continua mostrandoci il bellissimo e toccante affetto paterno fra il piccolo Simba e suo padre Mufasa, la simpatia di Timon e Pumbaa con la loro pazza filosofia della "Hakuna Matata" (vivere senza pensieri) e non dimentichiamo uno dei cattivi più carismatici della Disney: Scar.
Ma il vero motivo per cui per me il film è superiore agli altri classici è la morale che trasmette, che ho trovato molto più potente rispetto a quelle degli altri classici. Il film ci mostra il conflitto interiore di Simba, che si sente colpevole della morte del padre e che, spinto dallo zio che lo fa sentire ancora più colpevole, decide di fuggire e di dimenticare tutto. Incontrando Timon e Pumbaa decide di rimuovere il passato e vivere senza preoccupazioni, ma questo non potrà durare per sempre e anni dopo il babbuino Rafiki gli dirà che se uno fa un errore nel passato, per quanto possa essere doloroso, può scegliere se scappare vivendo nel tormento per il resto della vita - magari lo nasconderà, ma nell'inconscio rimane - o assumersi le proprie responsabilità.
Potente, spettacolare, avvincente, divertente, ma anche triste: a mio avviso questo film è un capolavoro.
Su questo sono un po' una voce controcorrente: di solito si fa riferimento al "rinascimento Disney" con il periodo che va dal 1989 al 1999, e credo di essere fra i pochi a non essere del tutto convinto che lo splendore della Disney sia durato così tanto: per me "Il Re Leone" è stato il massimo del "rinascimento". Gli altri classici fatti dopo, se devo proprio essere onesto, diventando grande iniziarono a sembrarmi decisamente scarsi rispetto a "Il Re Leone", se escludiamo "Il Gobbo di Notre Dame".
Ma perché considero "Il Re Leone" il massimo dei successi della Disney? Intanto l'animazione splendente e accesa dà un tono veramente spettacolare al film; poi la potenza dell'inizio che si apre con "il cerchio della vita" e la bellissima marcia di tutti gli animali verso la rupe dei re per onorare il principe Simba, erede al trono del re leone della savana.
Il film continua mostrandoci il bellissimo e toccante affetto paterno fra il piccolo Simba e suo padre Mufasa, la simpatia di Timon e Pumbaa con la loro pazza filosofia della "Hakuna Matata" (vivere senza pensieri) e non dimentichiamo uno dei cattivi più carismatici della Disney: Scar.
Ma il vero motivo per cui per me il film è superiore agli altri classici è la morale che trasmette, che ho trovato molto più potente rispetto a quelle degli altri classici. Il film ci mostra il conflitto interiore di Simba, che si sente colpevole della morte del padre e che, spinto dallo zio che lo fa sentire ancora più colpevole, decide di fuggire e di dimenticare tutto. Incontrando Timon e Pumbaa decide di rimuovere il passato e vivere senza preoccupazioni, ma questo non potrà durare per sempre e anni dopo il babbuino Rafiki gli dirà che se uno fa un errore nel passato, per quanto possa essere doloroso, può scegliere se scappare vivendo nel tormento per il resto della vita - magari lo nasconderà, ma nell'inconscio rimane - o assumersi le proprie responsabilità.
Potente, spettacolare, avvincente, divertente, ma anche triste: a mio avviso questo film è un capolavoro.