Il Re Leone II - Il regno di Simba
"Il re leone II: Il regno di Simba" è un bel film d'animazione Disney del 1998 sequel molto piacevole de "Il re leone", e racconta la storia d'amore tra Kiara, la figlia di Simba e Nala, e Kovu, un leone allevato dai Rinnegati, il gruppo di leoni esiliati da Simba.
Kiara è una leonessa ribelle che ama esplorare il mondo al di fuori delle Terre del Branco, il regno governato dal padre. Durante una di queste esplorazioni, incontra Kovu, un leone che le salva la vita. I due si innamorano, ma il loro amore è ostacolato dall'odio che regna tra le due fazioni di leoni. Kiara e Kovu devono superare molte sfide per stare insieme, tra cui l'opposizione di Simba, che non vuole che la figlia si leghi a un leone dei Rinnegati, e di Zira, la madre di Kovu, che vuole usare la figlia per vendicarsi di Simba. Alla fine c'è il lieto fine.
Il film trasmette un messaggio di amore, tolleranza e perdono. Kiara e Kovu rappresentano la possibilità di superare le divisioni e di creare un mondo migliore. Dal punto di vista psicologico, il film esplora il tema dell'identità. Kiara e Kovu devono trovare il loro posto nel mondo, al di là delle aspettative dei loro genitori. Il film è anche un'allegoria della società umana. L'odio tra le due fazioni di leoni rappresenta l'odio e la divisione che esistono nel mondo reale. Kiara e Kovu rappresentano la possibilità di superare queste divisioni attraverso l'amore, la tolleranza e il perdono.
"Il re leone II" ha una bella storia con alcuni messaggi di fondo molto importanti e metaforici della stessa società umana. È un film adatto a tutte le età che può essere apprezzato sia dai bambini che dagli adulti, è un film d'animazione molto buono sotto vari aspetti ed è ben realizzato sia in termini di sceneggiatura che di grafica che di caratterizzazione dei personaggi principali.
Voto: 9 un sequel molto buono sotto vari punti di vista e gradevolissimo, un film che è una visione ottima per tutta la famiglia.
Kiara è una leonessa ribelle che ama esplorare il mondo al di fuori delle Terre del Branco, il regno governato dal padre. Durante una di queste esplorazioni, incontra Kovu, un leone che le salva la vita. I due si innamorano, ma il loro amore è ostacolato dall'odio che regna tra le due fazioni di leoni. Kiara e Kovu devono superare molte sfide per stare insieme, tra cui l'opposizione di Simba, che non vuole che la figlia si leghi a un leone dei Rinnegati, e di Zira, la madre di Kovu, che vuole usare la figlia per vendicarsi di Simba. Alla fine c'è il lieto fine.
Il film trasmette un messaggio di amore, tolleranza e perdono. Kiara e Kovu rappresentano la possibilità di superare le divisioni e di creare un mondo migliore. Dal punto di vista psicologico, il film esplora il tema dell'identità. Kiara e Kovu devono trovare il loro posto nel mondo, al di là delle aspettative dei loro genitori. Il film è anche un'allegoria della società umana. L'odio tra le due fazioni di leoni rappresenta l'odio e la divisione che esistono nel mondo reale. Kiara e Kovu rappresentano la possibilità di superare queste divisioni attraverso l'amore, la tolleranza e il perdono.
"Il re leone II" ha una bella storia con alcuni messaggi di fondo molto importanti e metaforici della stessa società umana. È un film adatto a tutte le età che può essere apprezzato sia dai bambini che dagli adulti, è un film d'animazione molto buono sotto vari aspetti ed è ben realizzato sia in termini di sceneggiatura che di grafica che di caratterizzazione dei personaggi principali.
Voto: 9 un sequel molto buono sotto vari punti di vista e gradevolissimo, un film che è una visione ottima per tutta la famiglia.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Il seguito del Re Leone. Il secondo capitolo ambientato nella savana africana. Sono passati diversi anni e ormai Simba è diventato re a tutti gli effetti. Il ciò è confermato dalla nascita di sua figlia Kiara, la quale viene battezzata come lui era stato battezzato a sua volta, da Rafiki. Simba incarica Timon e Pumbaa di accudire la piccola: impresa tutt'altro che facile, visto che questa è una scalmanata come suo padre lo era alla sua età. La piccola si addentra nel territorio degli esiliati e conosce Kovu, un suo coetaneo con il quale stringe amicizia. Tuttavia, si scopre che questi è figlio di Zira, il capo degli esiliati, e compagno di Scar. Questa è decisa a vendicare quest'ultimo e pianifica con cura e pazienza i dettagli dell'insurrezione, istruendo Kovu sul fatto di dover uccidere Simba. Passa il tempo, sia Kiara che Kovu crescono e a questo punto, Zira mette in atto il suo piano convicendo Kovu a diventare amico di Simba per poterlo avvicinare e fare in modo che alla minima debolezza da parte di questo gli esiliati possano attaccare. Per farlo mette prima in pericolo Kiara facendo appiccare un incendio dai suoi sottoposti così che Kovu possa prensentarsi come salvatore di Kiara e guadagnarsi a poco a poco la fiducia di Simba e di Nala. Il piano procede come previsto, ma fino ad un certo punto. Perché Kovu si mette nei guai spingendosi troppo oltre e alzando la criniera più del dovuto con Kiara, cosa che fa infuriare Simba non poco e che gli fa prendere la decisione più drastica e giusta negli interessi del branco e del resto della savana. A questo punto Zira non è più disposta ad aspettare e decide di ordinare l'attacco. Timon e Pumbaa scoprono tutto ed avvertono Simba della scomparsa di Kiara. A questo punto Simba capisce la situazione ed ordina a sua volta al branco di prepararsi per la battaglia. La situazione degenera. Alla fine Zira è messa con le spalle al muro, venendo tradita dal suo branco, ma non è decisa a demordere, però rischia di cadere. Kiara si offre di aiutarla, ma Zira è troppo orgogliosa e precipita nel fiume che la trascina. Alla fine il tutto si risolve ed avendo dimostrato di non essere come suo padre Scar, Kovu viene accettato da Simba ed accolto nel branco.
Questo secondo capitolo è la dimostrazione di cosa il risentimento e l'orgoglio siano capace di fare, soprattutto quando non vengono abbandonati definitivamente e di come invece lasciarlo andare sia in grado di risanare le cicatrici,(riferimento a Scar). I personaggi sono, come nel primo capitolo, perfettamente inseriti nel loro ruolo e ciascuno si comporta di conseguenza. La grafica non ha subito molti cambiamenti, ma questo va bene perché aiuta ad immedesimarsi meglio nei personaggi, i quali hanno mantenuto la propria spontaneità. La musica, sempre composta da Hans Zimmer mantiene l'atmosfera viva ed accesa in simbiosi con l'ambientazione e la vicenda ivi narrata. Quindi possiamo dire che questo secondo capitolo è un punto di svolta significativo in collegamento con il precedente per il suo sviluppo ed evoluzione che si rivelano essere fondamentali.
Il seguito del Re Leone. Il secondo capitolo ambientato nella savana africana. Sono passati diversi anni e ormai Simba è diventato re a tutti gli effetti. Il ciò è confermato dalla nascita di sua figlia Kiara, la quale viene battezzata come lui era stato battezzato a sua volta, da Rafiki. Simba incarica Timon e Pumbaa di accudire la piccola: impresa tutt'altro che facile, visto che questa è una scalmanata come suo padre lo era alla sua età. La piccola si addentra nel territorio degli esiliati e conosce Kovu, un suo coetaneo con il quale stringe amicizia. Tuttavia, si scopre che questi è figlio di Zira, il capo degli esiliati, e compagno di Scar. Questa è decisa a vendicare quest'ultimo e pianifica con cura e pazienza i dettagli dell'insurrezione, istruendo Kovu sul fatto di dover uccidere Simba. Passa il tempo, sia Kiara che Kovu crescono e a questo punto, Zira mette in atto il suo piano convicendo Kovu a diventare amico di Simba per poterlo avvicinare e fare in modo che alla minima debolezza da parte di questo gli esiliati possano attaccare. Per farlo mette prima in pericolo Kiara facendo appiccare un incendio dai suoi sottoposti così che Kovu possa prensentarsi come salvatore di Kiara e guadagnarsi a poco a poco la fiducia di Simba e di Nala. Il piano procede come previsto, ma fino ad un certo punto. Perché Kovu si mette nei guai spingendosi troppo oltre e alzando la criniera più del dovuto con Kiara, cosa che fa infuriare Simba non poco e che gli fa prendere la decisione più drastica e giusta negli interessi del branco e del resto della savana. A questo punto Zira non è più disposta ad aspettare e decide di ordinare l'attacco. Timon e Pumbaa scoprono tutto ed avvertono Simba della scomparsa di Kiara. A questo punto Simba capisce la situazione ed ordina a sua volta al branco di prepararsi per la battaglia. La situazione degenera. Alla fine Zira è messa con le spalle al muro, venendo tradita dal suo branco, ma non è decisa a demordere, però rischia di cadere. Kiara si offre di aiutarla, ma Zira è troppo orgogliosa e precipita nel fiume che la trascina. Alla fine il tutto si risolve ed avendo dimostrato di non essere come suo padre Scar, Kovu viene accettato da Simba ed accolto nel branco.
Questo secondo capitolo è la dimostrazione di cosa il risentimento e l'orgoglio siano capace di fare, soprattutto quando non vengono abbandonati definitivamente e di come invece lasciarlo andare sia in grado di risanare le cicatrici,(riferimento a Scar). I personaggi sono, come nel primo capitolo, perfettamente inseriti nel loro ruolo e ciascuno si comporta di conseguenza. La grafica non ha subito molti cambiamenti, ma questo va bene perché aiuta ad immedesimarsi meglio nei personaggi, i quali hanno mantenuto la propria spontaneità. La musica, sempre composta da Hans Zimmer mantiene l'atmosfera viva ed accesa in simbiosi con l'ambientazione e la vicenda ivi narrata. Quindi possiamo dire che questo secondo capitolo è un punto di svolta significativo in collegamento con il precedente per il suo sviluppo ed evoluzione che si rivelano essere fondamentali.
"Il Re Leone 2 - Il Regno di Simba" ("The Lion King II: Simba's Pride") narra una serie di eventi la cui causa prima, in ultima battuta, si può ricercare proprio in questo: l'orgoglio di Simba. Mi sono resa conto solo negli ultimi anni che non è un caso che questo sia il titolo di un film che ruota principalmente intorno alla crescita caratteriale di Simba, nonostante la protagonista "sulla carta" sia Kiara, la figlia. Il rapporto che si evolve, cambia e matura più di tutti, e nel quale ricercare il senso di tutto il lungometraggio, è proprio quello tra Simba e Kovu.
Lungometraggio che, per mio parere personale, per storia e messaggio di fondo eguaglia e possibilmente supera il primo capitolo.
Kiara non è altro che una Simba da giovane, in versione femminile. Somiglia al piccolo Simba che conoscevamo sotto praticamente ogni punto di vista ed è anche uno dei pochi personaggi ad avere un arco narrativo essenzialmente privo di evoluzione: è molto vivace, ribelle, e resta ribelle e vivace crescendo. Dall'inizio alla fine Kiara è l'unico personaggio principale senza quasi alcuna ombra, ed è proprio questo suo carattere a permettere la felice conclusione del film. Questo non è però un difetto, ma semplicemente il suo ruolo: più che una protagonista è quasi una guida, fondamentale per supportare la crescita psicologica di altri due personaggi che senza di lei non avrebbero avuto le spinte necessarie per la loro evoluzione: Simba e Kovu.
Simba è Re, ma diventa davvero Il Re Leone solo nel finale del film, e solo grazie al discorso di Kiara durante il combattimento finale. Fino a quel momento, è soltanto un ragazzo diventato adulto che tenta maldestramente di seguire le orme di suo padre, idealizzandolo (possiamo infatti immaginare che Mufasa fosse lungi dall'essere perfetto, altrimenti "Il Re Leone I" si sarebbe concluso in dieci minuti). È una figura in cui ogni padre può identificarsi, che si ritrova a preoccuparsi per atteggiamenti della figlia sostanzialmente identici a quelli a cui lui stesso da piccolo non dava alcun peso (anzi, Kiara appare decisamente più responsabile del padre da giovane. Basti pensare che la sua prima fuga non è che una diretta conseguenza del suo astio per l'essere stata messa sotto sorveglianza).
"Tu non sei come noi" è il punto massimo della discesa di Simba verso la confusione interiore, proprio nel momento in cui è convinto di star seguendo maggiormente le orme del padre: egli è convinto che basti eliminare Kovu, collegato a Scar e potenziale minaccia, per sentirsi finalmente un buon sovrano, attento al suo popolo e alla sua famiglia. Ci sono due, anzi, tre "Re Leone" in questo film: Mufasa, costantemente presente sia in forma spirituale sia come modello irraggiungibile negli ideali di Simba; Simba, nella sua evoluzione che lo porta alla comprensione finale di che cosa voglia dire essere un sovrano; e Scar, che come un'ombra è sempre presente sia per Simba sia per Kovu, e da entrambi associato all'immagine di quest'ultimo.
In quanto erede "naturale" di Scar, Kovu porta addosso un peso enorme per tutta la durata del film. Combattuto tra la lealtà verso la sua famiglia e quello che ritiene giusto fare, trascinato dall'amore di Kiara fuori da una situazione malata, da cui altrimenti il suo spirito sarebbe stato soffocato, si ritrova a dover compiere la scelta più difficile quando le sue posizioni finiscono per causare il male della sua famiglia che, seppur vendicativa e con intenti malvagi, è pur sempre composta dai suoi affetti più cari. Molto forte la scena dello sfregio inferto da Zira al suo stesso figlio, per il simbolismo che porta con sé nel sovrapporre anche fisicamente l'immagine di Kovu a quella di Scar.
Nella scena forse più bella di tutto il film, Kovu chiede a Kiara (ma più che altro a se stesso) se anche il padre si trovi ora insieme ai Grandi Re del Passato, nonostante sia stato un re malvagio e crudele: questa domanda rimane volutamente senza risposta, e proprio questo costituisce uno dei punti più alti di tutta la narrazione disneyana. Gli spiriti dei Grandi Re del Passato sono reali e presenti, come testimonia Mufasa, ma non viene preclusa a priori una qualche redenzione di Scar nell'aldilà, così come non viene suggerita. Quello che resta, molto forte, è il sentimento di vergogna e malinconia per l'affetto mai potuto esprimere che Kovu custodisce nei confronti del padre perduto.
Kovu si dimostra alla fine capace di emanciparsi da Scar e dalla sua figura opprimente che lo ha perseguitato per tutta la vita. E Simba si dimostra capace di emanciparsi dall'immagine idealizzata di Mufasa e dal senso di colpa che ha sempre confuso con senso del dovere. Kiara, in tutto questo, è un traino, una guida inconsapevole in grado di aiutare entrambi con la sua decisione ma anche con la sua ingenua sincerità.
Chi non riesce in alcun modo a emanciparsi e continua, fino all'ultimo respiro, a vivere all'ombra di Scar è Zira: Zira che non è mossa dal semplice desiderio di potere, ma dalla vendetta e dalla volontà di conquistare la redenzione per la sua famiglia. Tutto questo si è sviluppato in modo contorto e malato in lei, ma quello che colpisce di Zira e della sua famiglia è proprio il senso di unità che invece mancava in Scar, dittatore solitario. Zira è malvagia, ma ama i suoi figli e vuole il meglio per loro, e questo la rende una figura molto più complessa di quello che appare a prima vista. "Un'unica realtà" e "La mia ninna nanna", non a caso molto vicini nel corso della narrazione, sono gli inni alla famiglia di Simba e di Zira: radicalmente distinti, ma che comunque contribuiscono a chiarire come Zira sia sì vendicativa e malvagia, ma anche una madre. Il suo rapporto con Nuka, poi, ne è un'ulteriore conferma.
I temi affrontati in questo lungometraggio sono molteplici: l'unità familiare, la redenzione, la liberazione dalle catene del passato, la scoperta di sé. E in più si aggiunge a tutto questo l'accettazione del "diverso", una volta scoperto che... poi così diverso non è. Il discorso di Kiara durante il combattimento finale è estremamente toccante ed eternamente attuale.
Un film che a mio parere, nonostante il primo capitolo sia indubbiamente di elevata qualità, ha molte più sfaccettature e un messaggio davvero articolato.
Da vedere assolutamente.
Lungometraggio che, per mio parere personale, per storia e messaggio di fondo eguaglia e possibilmente supera il primo capitolo.
Kiara non è altro che una Simba da giovane, in versione femminile. Somiglia al piccolo Simba che conoscevamo sotto praticamente ogni punto di vista ed è anche uno dei pochi personaggi ad avere un arco narrativo essenzialmente privo di evoluzione: è molto vivace, ribelle, e resta ribelle e vivace crescendo. Dall'inizio alla fine Kiara è l'unico personaggio principale senza quasi alcuna ombra, ed è proprio questo suo carattere a permettere la felice conclusione del film. Questo non è però un difetto, ma semplicemente il suo ruolo: più che una protagonista è quasi una guida, fondamentale per supportare la crescita psicologica di altri due personaggi che senza di lei non avrebbero avuto le spinte necessarie per la loro evoluzione: Simba e Kovu.
Simba è Re, ma diventa davvero Il Re Leone solo nel finale del film, e solo grazie al discorso di Kiara durante il combattimento finale. Fino a quel momento, è soltanto un ragazzo diventato adulto che tenta maldestramente di seguire le orme di suo padre, idealizzandolo (possiamo infatti immaginare che Mufasa fosse lungi dall'essere perfetto, altrimenti "Il Re Leone I" si sarebbe concluso in dieci minuti). È una figura in cui ogni padre può identificarsi, che si ritrova a preoccuparsi per atteggiamenti della figlia sostanzialmente identici a quelli a cui lui stesso da piccolo non dava alcun peso (anzi, Kiara appare decisamente più responsabile del padre da giovane. Basti pensare che la sua prima fuga non è che una diretta conseguenza del suo astio per l'essere stata messa sotto sorveglianza).
"Tu non sei come noi" è il punto massimo della discesa di Simba verso la confusione interiore, proprio nel momento in cui è convinto di star seguendo maggiormente le orme del padre: egli è convinto che basti eliminare Kovu, collegato a Scar e potenziale minaccia, per sentirsi finalmente un buon sovrano, attento al suo popolo e alla sua famiglia. Ci sono due, anzi, tre "Re Leone" in questo film: Mufasa, costantemente presente sia in forma spirituale sia come modello irraggiungibile negli ideali di Simba; Simba, nella sua evoluzione che lo porta alla comprensione finale di che cosa voglia dire essere un sovrano; e Scar, che come un'ombra è sempre presente sia per Simba sia per Kovu, e da entrambi associato all'immagine di quest'ultimo.
In quanto erede "naturale" di Scar, Kovu porta addosso un peso enorme per tutta la durata del film. Combattuto tra la lealtà verso la sua famiglia e quello che ritiene giusto fare, trascinato dall'amore di Kiara fuori da una situazione malata, da cui altrimenti il suo spirito sarebbe stato soffocato, si ritrova a dover compiere la scelta più difficile quando le sue posizioni finiscono per causare il male della sua famiglia che, seppur vendicativa e con intenti malvagi, è pur sempre composta dai suoi affetti più cari. Molto forte la scena dello sfregio inferto da Zira al suo stesso figlio, per il simbolismo che porta con sé nel sovrapporre anche fisicamente l'immagine di Kovu a quella di Scar.
Nella scena forse più bella di tutto il film, Kovu chiede a Kiara (ma più che altro a se stesso) se anche il padre si trovi ora insieme ai Grandi Re del Passato, nonostante sia stato un re malvagio e crudele: questa domanda rimane volutamente senza risposta, e proprio questo costituisce uno dei punti più alti di tutta la narrazione disneyana. Gli spiriti dei Grandi Re del Passato sono reali e presenti, come testimonia Mufasa, ma non viene preclusa a priori una qualche redenzione di Scar nell'aldilà, così come non viene suggerita. Quello che resta, molto forte, è il sentimento di vergogna e malinconia per l'affetto mai potuto esprimere che Kovu custodisce nei confronti del padre perduto.
Kovu si dimostra alla fine capace di emanciparsi da Scar e dalla sua figura opprimente che lo ha perseguitato per tutta la vita. E Simba si dimostra capace di emanciparsi dall'immagine idealizzata di Mufasa e dal senso di colpa che ha sempre confuso con senso del dovere. Kiara, in tutto questo, è un traino, una guida inconsapevole in grado di aiutare entrambi con la sua decisione ma anche con la sua ingenua sincerità.
Chi non riesce in alcun modo a emanciparsi e continua, fino all'ultimo respiro, a vivere all'ombra di Scar è Zira: Zira che non è mossa dal semplice desiderio di potere, ma dalla vendetta e dalla volontà di conquistare la redenzione per la sua famiglia. Tutto questo si è sviluppato in modo contorto e malato in lei, ma quello che colpisce di Zira e della sua famiglia è proprio il senso di unità che invece mancava in Scar, dittatore solitario. Zira è malvagia, ma ama i suoi figli e vuole il meglio per loro, e questo la rende una figura molto più complessa di quello che appare a prima vista. "Un'unica realtà" e "La mia ninna nanna", non a caso molto vicini nel corso della narrazione, sono gli inni alla famiglia di Simba e di Zira: radicalmente distinti, ma che comunque contribuiscono a chiarire come Zira sia sì vendicativa e malvagia, ma anche una madre. Il suo rapporto con Nuka, poi, ne è un'ulteriore conferma.
I temi affrontati in questo lungometraggio sono molteplici: l'unità familiare, la redenzione, la liberazione dalle catene del passato, la scoperta di sé. E in più si aggiunge a tutto questo l'accettazione del "diverso", una volta scoperto che... poi così diverso non è. Il discorso di Kiara durante il combattimento finale è estremamente toccante ed eternamente attuale.
Un film che a mio parere, nonostante il primo capitolo sia indubbiamente di elevata qualità, ha molte più sfaccettature e un messaggio davvero articolato.
Da vedere assolutamente.
Questo è il sequel del Re Leone, distribuito per l'home video. All'epoca della sua uscita ero una bambina e me ne innamorai, guardandolo fino allo sfinimento e imparando le battute e le canzoni a memoria. Vedendolo adesso non capisco appieno le ragioni di tanto fervore. E' sicuramente un prodotto di buona fattura rispetto a molti altri seguiti di altri celebri film Disney, ma non se ne sentiva troppo il bisogno: "Il Re Leone" si concludeva benissimo con l'ascesa di Simba, ma son gusti. Questo film parte appunto da dove il primo terminava: Simba e Nala hanno generato una figlia, Kiara, che come il padre è irrequieta e ribelle, ma non vuole assolutamente succedere al "trono" perché vuole vivere libera. Si inoltra in terre fuori confine dove il padre le aveva proibito di andare e incontra un leoncino, Kovu, con cui fa amicizia. Purtroppo il piccolo fa parte di un branco di leoni esiliati da Simba perché seguaci di Scar. La madre del cucciolo, Zira, vuole sfruttare Kovu per introdursi nel branco di Simba e farlo uccidere, ma poi avviene un imprevisto...
Se "Il re leone" s'ispira molto ad Amleto, in questo film si fa molto riferimento all'amore contrastato di Giulietta e Romeo, amore che supera ogni barriera. Diciamo che la trama non è il massimo dell'originalità, ma è godibile. I personaggi del 'vecchio cast' cambiano di ruolo, ed è interessante vedere Simba fare da paparino apprensivo, mentre Timon e Punbaa faticano come babysitter di Kiara, e Rafiki è ancora una guida spirituale. Kiara è simpatica e scanzonata, Kovu ha una buona maturazione caratteriale, anche se veloce. I nuovi personaggi secondari, praticamente solo i familiari di Kovu, sono ben sviluppati, ma il villain Zira è quasi una copia di Scar.
Tecnicamente il film è ben animato e colorato, anche se il design è più semplice rispetto al precedente titolo. Le canzoni sono molto orecchiabili e carine. Consigliato se siete stati appassionati de 'Il re leone'. Ai ragazzini delle nuove generazioni potrebbe non piacere.
Se "Il re leone" s'ispira molto ad Amleto, in questo film si fa molto riferimento all'amore contrastato di Giulietta e Romeo, amore che supera ogni barriera. Diciamo che la trama non è il massimo dell'originalità, ma è godibile. I personaggi del 'vecchio cast' cambiano di ruolo, ed è interessante vedere Simba fare da paparino apprensivo, mentre Timon e Punbaa faticano come babysitter di Kiara, e Rafiki è ancora una guida spirituale. Kiara è simpatica e scanzonata, Kovu ha una buona maturazione caratteriale, anche se veloce. I nuovi personaggi secondari, praticamente solo i familiari di Kovu, sono ben sviluppati, ma il villain Zira è quasi una copia di Scar.
Tecnicamente il film è ben animato e colorato, anche se il design è più semplice rispetto al precedente titolo. Le canzoni sono molto orecchiabili e carine. Consigliato se siete stati appassionati de 'Il re leone'. Ai ragazzini delle nuove generazioni potrebbe non piacere.