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Eversor

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7,5
Non sono particolarmente avvezzo ai reverse-harem, e dunque ho intrapreso la visione di "Kamigami no Asobi" quasi all'oscuro di ciò che mi sarei potuto trovare davanti. Le premesse erano buone e, a conti fatti, devo ammettere di esserne rimasto affascinato. Dodici episodi molto emozionanti, in cui la commedia scolastica, prettamente fantasy, si intreccia adeguatamente con un sottile velo di sentimentalismo, con al centro la bella ed energica Yui Kusanagi.

Yui è, almeno all'inizio, una normalissima liceale giapponese, alle prese con i soliti problemi di tutti i giorni. E' particolarmente dotata nell'arte della spada, non ha ancora avuto alcuna esperienza sentimentale e non sa cosa fare del suo futuro. Insomma, una brevissima descrizione per rappresentare la semplice, ma comunque affascinante, protagonista. Ecco però che, improvvisamente, viene coinvolta in uno strano gioco tra divinità. Zeus in persona la convoca in una misteriosa scuola, situata su un'isola fluttuante nel cielo. Qui dovrà addestrare otto divinità a comprendere maggiormente i sentimenti degli umani. Fino a che essi non avranno scoperto questa capacità, non potranno abbandonare la struttura.

Insomma, un inizio ad effetto, che capovolge completamente sia la protagonista che lo spettatore. Da una normalissima situazione, ci si ritrova in mezzo a divinità di ogni genere, tutte accomunate da un fattore alquanto essenziale, ovvero l'essere dei ragazzi incredibilmente belli e ammalianti. Riuscirà Yui a cavarsela in mezzo a tutti questi bei ragazzoni?
La serie è strutturata in modo tale che, dopo una breve introduzione di qualche puntata, Yui dovrà approfondire il suo rapporto con una divinità in particolare, a turno. Quasi tutti hanno qualcosa che grava sul loro cuore, il compito della giovane sarà proprio quello di alleggerire tale fardello, facendoli però rimanere inevitabilmente ammaliati. Su otto, ben sei ragazzi cadranno più o meno ai piedi della protagonista. Tuttavia, devo ammettere che ciò non appesantirà più di tanto la trama: sebbene ci saranno scene di abbracci e carezze, non si andrà mai troppo oltre, e neanche Yui pare essere particolarmente interessata a legarsi a uno di essi in particolare. Questa sua apparente neutralità permette alla commedia di mantenere toni più leggeri e divertenti. Tutti i personaggi possiedono un carattere ben studiato e, soprattutto, differente dagli altri. Nel corso della serie hanno tutte le possibilità per mostrarlo e per migliorarsi.
A differenza di molte altre opere, in questo caso avviene una costante crescita nella psicologia dei vari protagonisti. Non sono mere sagome di cartone infiocchettate di qualche muscolo, ma, anzi, possiedono una personalità vera, forte e a tutto tondo. Tra tutti, quelli che mi hanno saputo affascinare maggiormente sono Apollon e Loki, anche se dotati di caratteri completamente opposti.

La grafica è bella e mostra tinte molto luminose e vivaci. I colori risplendono sui volti dei personaggi, di cui si può notare un certo utilizzo di elementi classici del genere. I vari ragazzoni hanno qualcosa di "già visto", ma in fin dei conti penso che sia necessario e inevitabile per inquadrare tali personaggi nei canoni di bellezza tipici.
Le musiche hanno saputo accompagnare bene gli avvicendamenti e il doppiaggio non era male, sebbene abbia notato delle imperfezioni nella parte finale della serie.
Buona la regia, che è riuscita ad organizzare adeguatamente un'opera dotata di un inizio e una fine, il tutto in appena dodici puntate. Da come aveva preso avvio, mi sarei aspettato un po' più di azione, ma ho comunque gradito il tentativo di concentrarsi maggiormente sull'analisi psicologica dei vari personaggi.

La conclusione ad effetto intriga e affascina, anche se, a parer mio, avrei utilizzato un pochino più di cinismo. Il finale aperto soddisfa, certamente, ma colpisce solamente fino a un certo punto. Detto ciò, non posso che consigliare a tutti "Kamigami no Asobi", un'opera che, sebbene sia un reverse-harem, non si concentra unicamente sul rapporto tra la protagonista e il suo sciame di corteggiatori, ma costruisce anche, e soprattutto, una storia interessante ed emozionante.

Voto finale: 7 e mezzo


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Benihime

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Un reverse-harem in cui i personaggi non sono una massa di cerebrolesi.
Come già detto da altri recensori, la protagonista, Yui, non è la solita bambolina passiva, ma è un soggetto pensante e in grado di dire la sua, prendendo iniziative e facendo valere le sue opinioni, senza limitarsi a squittire lamentosa quando un maschio la approccia fisicamente.
Ma anche le otto divinità che frequentano l'accademia sono una sorpresa. In particolar modo mi ha colpito come non siano tutti indistintamente attratti dalla protagonista, anzi c'è chi è innamorato di lei, chi prova una forte simpatia o chi addirittura la vede solo come un'amica, e questo conferisce ai rapporti tra i personaggi una connotazione decisamente più realistica rispetto alla solita mandria di maschi che a prescindere dalle vicende accadute, intense o meno che siano, si innamorano della protagonista. Inoltre anche tra le divinità ci sono rapporti di amicizia più o meno intensi, andando contro ai soliti schemi del tipo "tutti rivali" o "tutti amici", rendendo il panorama sentimentale più sfaccettato (ad esempio, un ruolo decisamente importante avrà la splendida amicizia tra le divinità nordiche, in particolar modo tra Loki e Balder).

La trama non è particolarmente articolata, le puntate raccontano le giornate degli studenti dell'accademia come un tipico anime scolastico. Si alternano momenti divertenti (come la puntata dedicata all'apatico Tsukiyomi o le decine di sventure del povero Hades) a parentesi drammatiche (come il flashback su un periodo della vita di Apollo o sull'infanzia di Loki). Le situazioni in cui le povere divinità devono rapportarsi al mondo umano sono spassose.

A differenza degli altri reverse-harem che sono godibili solo dal pubblico femminile (e solo se di poche pretese), questo anime può essere divertente anche per un pubblico maschile, il fanservice è limitato e le scene ambigue sono circoscritte e per nulla eccessive. Discrete le poche scene d'azione e fantasiose le trasformazioni finali (peccato non aver potuto apprezzare quella di Thoth-sama, a mio gusto la divinità più affascinante in scena, anche se solo i suoi insulti acidi e divertenti lo salvano dall'essere eletto re dell'antipatia, la cui corona spetta a Zeus).

Disegni splendidi e coloratissimi. I ragazzi sono tutti bellissimi ma soprattutto ben caratterizzati esteticamente e psicologicamente. Avremo il piacere di assaporare perle come un infantile Apollo e i suoi teneri soprannomi (DeeDee per il fratello Dioniso o BaruBaru per Balder) o Hades nelle vesti dello sfortunato timidone, e altre divertenti caratterizzazioni.
Se cercate una serie che intrattiene senza particolare profondità, è consigliatissimo.

Nirva23

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Nirva23

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9
Un reverse-harem. Come sempre, quando si sente questo genere spesso si pensa subito a un prodotto mediocre con una protagonista piatta circondata da maschi in calore che ci provano sempre e solo con lei. Beh, devo dire che invece questo titolo mi ha piacevolmente colpito. La trama è abbastanza semplice: Yui Kusanagi, una semplice liceale, viene scelta da Zeus per insegnare ad alcune divinità a comprendere i sentimenti degli esseri umani in una scuola creata appositamente da Zeus stesso.
Prima di tutto abbiamo una protagonista diversa da quelle degli altri reverse-harem: Yui agisce, pensa e sa essere molto determinata quando vuole. I protagonisti maschili non sono messi lì a caso e non corrono tutti dietro alla protagonista. Ognuno di loro ha una sua storia, che qualche volta mi ha fatto persino emozionare. Nulla da dire sulla grafica che io reputo eccezionale. Opening ed ending sono molto carine e simpatiche, non mancano momenti divertenti e la presenza di gag che mi hanno fatto molto ridere. Non do 10 solo perché reputo che dodici episodi siano davvero pochi e anche perché volevo vedere dei risvolti amorosi, ma del resto non posso affatto lamentarmi.

Rygar

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Il reverse harem. Generalmente associato alla categoria che produce il maggior numero di anime spazzatura (la stragrande maggioranza di prodotti d'animazione contenenti il genere reverse harem sono di infima qualità), la cui triste fama risulta quasi impossibile da smentire. Nell'immaginario collettivo questa categoria di prodotti è associata a un'utenza femminile dall'aspetto sgradevole, intellettualmente ipodotata e sentimentalmente repressa, che sogna un'orda di aitanti maschietti che cascano ai loro piedi e che replicano all'infinito i più tristi stereotipi dell' "uomo che piace alle donne". Si ha a che fare con infinite copie di bellocci, di bei tenebrosi, di occhialuti intellettualoidi, di 'bamboccini' che dovrebbero ispirare la 'tenerellite', di effeminati androgini dalle acconciature improponibili (non è infrequente che facciano utilizzo di cosmetici), di maschi tsundere, di ricchi viziati e capricciosi, di qualche rarissimo esemplare di "macho muscoloso" e così via. E le protagoniste? Sostanzialmente sono delle insulse sciacquette dall'aspetto "neutrale" (non aspettatevi una qualsivoglia forma di bellezza femminile, poiché ne sono prive al fine di facilitare l' "immedesimazione"!) e dalla caratterizzazione di una planaria. Il tutto è stato realizzato affinché quell'orda di rospette represse possa "riempire la protagonista" e "vivere le sue avventure". Altra nota: nella stragrande maggioranza dei casi il finale degli anime reverse harem è inesistente o assolutamente inconcludente, poiché sarebbe un peccato mortale che la pseudo protagonista s'innamori (o venga scelta) di un "maschietto" in particolare. Questo per non scontentare fantasie perverse del pubblico femminile che "deve essere libero di poter sognare" con quale mascalzone finisca la povera malcapitata.
Questa natura schematica e ripetitiva fino alla nausea deriva in gran parte dall'origine di questi prodotti, ossia delle visual novel di natura eroge chiamati "otome game" (ossia "giochi per signorine"), nelle quali la giocatrice può scegliere di volta in volta con chi flirtare. Sembrerebbe che questo genere sia condannato al baratro del disgusto, poiché molte fanciulle appassionate di anime si sentono giustamente offese e schifate da come sono rappresentate le protagoniste, ossia delle marionette senz'anima e senza spina dorsale costrette alla sottomissione e all'eterna mercé del pagliaccio di turno. Eppure qualcosa è cambiato. Quel gran 'broccolone' di Takaaki Kidani, fondatore della leggendaria "Broccoli" (un'azienda che fa un po' di tutto, dai giochi di carte ai videogame), l'ha vista giusta un'altra volta e ha rischiarato il torbido fondale dei reverse harem con un'opera rivoluzionaria nel suo genere.
Dopo lo splendido "Z/X:Ignition", la Broccoli delizia gli spettatori con "Kamigami no Asobi ~Ludere deorum~", udite udite, un reverse harem dignitoso!
"Kamigami no Asobi ~Ludere deorum~" è un'opera della stagione primaverile 2014, composta da dodici episodi di durata canonica. L'opera deriva dall'omonima visual novel del 2013.

Trama: Yui Kusanagi è una studentessa liceale e pratica l'arte della spada giapponese. È inoltre discendente di un santuario Shinto, luogo sacro ove si narra risiedano le divinità. Un giorno, rovistando tra le carabattole e le cianfrusaglie del santuario, Yui scopre un'antica spada misteriosa, la quale funge da strumento di teletrasporto e la conduce in un mondo parallelo al suo. Questo mondo è una sorta di continente fluttuante utilizzato come "liceo", nel quale il dio Zeus ha richiamato le divinità provenienti dai pantheon più disparati affinché apprendano la cultura umana e riescano a comprenderne i sentimenti. Solo in questo modo potranno rompere i sigilli che inibiscono i loro poteri e, diplomandosi, potranno tornare nelle loro dimensioni. A Yui spetterà il compito di "guidare" le suddette divinità nel loro "percorso scolastico".

Grafica: semplicemente perfetta. Le ambientazioni sono a dir poco splendide per cura e resa estetica. Ottimi giochi di luce. Le animazioni sono fluide, rapide e ben realizzate. Ottimo character design. Iperdettaglio ovunque. Da encomio.

Sonoro: non ci si può lamentare considerata la natura del prodotto. L'opening è la tipica canzoncina in stile boy band giapponese. L'ending è simpatica. Entrambe le sigle sono cantate dagli stessi doppiatori delle divinità. Ottime OST, gradevoli e orecchiabili. Effetti sonori all'altezza della serie. Ottimo doppiaggio.

Personaggi: si poteva fare di più ma la resa è accettabile. La caratterizzazione è buona (miracolo! Una protagonista di un reverse harem che pensa con la sua testa e riesce a dire di no! Non sempre, ma è un buon inizio...), sebbene manchi di una certa incisività generale. Questo lo si vede anche nelle divinità, che seppure siano molto simpatiche e facilmente apprezzabili, talvolta scivolano nel banale. Il fattore introspettivo ed evolutivo è chiaramente ben presente in tutti i personaggi. L'interazione è buona ma migliorabile in certi frangenti.

Sceneggiatura: l'opera è prevalentemente comica (sebbene non manchino momenti più seri), per cui la struttura degli episodi è piuttosto semplice. La gestione temporale è chiara, semplice e fruibile, con alcuni flashback e rimandi ai miti del passato. Il ritmo s'attesta a livelli medio/veloci, adatto al contesto. Sono presenti delle belle scene d'azione. Il fanservice maschile è presente in quantità accettabili, quello femminile è inesistente. I dialoghi sono buoni.

Finale: straordinariamente buono per la natura dell'opera. Il finale risulta completo, conclusivo, capace di dare una chiara conclusione, sebbene possa risultare "aperto" a livello sentimentale (le 'ciospe' assatanate sono pericolose), anche se, alla fin fine, lo spettatore intelligente capirà quali sono le carte in tavola.

In sintesi: questo "Kamigami no Asobi ~Ludere deorum~" è con ogni probabilità il migliore reverse harem sinora concepito. L'anime è tecnicamente ineccepibile, divertente, ben congegnato, con una buona trama e con dei personaggi simpatici e discretamente caratterizzati. L'opera è fruibile da chiunque e non crea imbarazzanti problemi di virilità da parte del pubblico maschile.


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Yuo7o

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
Questo è l'unico reverse-harem che apprezzo. Certo, la trama non è tra le più originali (ci sono un sacco di anime e manga dove il protagonista è rinchiuso in una scuola con altra gente e deve cercare la via d'uscita - la via d'uscita non c'è proprio e per uscire bisogna fare certe cose). Ovviamente se analizzato come anime a sé stante è solo decente, ma se analizzato come anime tratto da un otome game è più che ottimo.

Prima di tutto, i personaggi. Yui come eroina è promossa: non è come le sue colleghe che si fanno fare di tutto e di più, che non sanno ragionare con la propria testa e hanno l'intelligenza di un rana essiccata al sole. Lei è decisa, combattiva, vuole aiutare gli altri, non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno e compie le decisioni giuste a seconda della situazione. Certo, nelle ultime puntate ha un crollo e scoppia in lacrime per un problema grave, ma ciò non la rende debole, la rende solo più umana. E poi non ha i condotti lacrimatori costantemente aperti per ogni minima cavolata come alcune protagoniste! I 'figoni', certo, si ispirano agli stereotipi (ci sono lo tsundere, il rompiscatole, il cooldere, il depresso, ecc.), ma li superano e ci sono dei motivi se si comportano in un certo modo, non con la scusa usata di solito che è "just because".

Su grafica e musiche niente da lamentarmi, opening ed ending non mi fanno impazzire, ma è solo una questione di gusti miei, dato che non amo le sigle cantate dai personaggi.
Purtroppo è da buttare come è trattata la mitologia: non è fedele e agli appassionati potrebbe far storcere il naso. Ma a parte questo difetto "Kamigami no Asobi" è un bell'anime, ovviamente considerando che è tratto da un otome game. Consigliato.


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Haizhong_Musume

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
"Kamigami no Asobi", adattamento anime dall'omonima visual novel uscita l'anno scorso per Broccoli, incarna tutto ciò che il perfetto reverse-harem dovrebbe essere: allegro, leggero, dolce e un po' demenziale. Inizialmente titubante a intraprenderne la visione per la paura di ritrovarmi di fronte a un nuovo "Amnesia" o altre produzioni del genere alquanto scarse, sono invece rimasta piacevolmente sorpresa dalla comicità, dal valore dei personaggi e dall'autoironia che pervadono tutte le dodici puntate.

La trama vede Yui Kusanagi, una comune studentessa giapponese la cui famiglia gestisce un tempio shintoista, venire improvvisamente evocata in una dimensione parallela, che altro non si rivela essere che un'accademia fondata dallo stesso Zeus, re dell'Olimpo e, in questo caso, preside della suddetta scuola. Il compito della nostra eroina sarà insegnare gli usi e i costumi della società umana, fino all'amore e i sentimenti, a divinità provenienti da diverse aree del mondo.

Una delle cose che colpiscono sin dal primo istante è senza dubbio il carattere della protagonista. Yui parla, prende l'iniziativa, ride e piange insieme agli dei. Sembrerà strano che annoti queste caratteristiche, ma purtroppo, in queste produzioni tratte dagli otome game, le ragazze non sempre hanno una personalità ben definita.
Anche gli Dei, tra personaggi principali e altri di contorno, sono ben delineati: innanzitutto, non tutti corrono ciecamente dietro alla protagonista, e il tipo di relazioni che con lei sviluppano vanno dall'amicizia alla semplice compagna di studi, alla persona speciale. Alcuni maturano notevolmente nel corso della storia: prendiamo Hades, che dalla paura di approcciarsi con le persone per paura di causare sfortuna impara ad apprezzare la compagnia del gruppo, o ancora il dio Loki, all'apparenza una peste in grado di causare solo guai, ma in fondo attento a proteggere coloro per cui prova affetto.

Da aggiungere a tutto questo il vero punto forte della serie, ossia la comicità, che qui diventa la ciliegina sulla torta (se non sbaglio c'è una battuta pure su questo modo di dire in una puntata). In particolare il dio del Sole Apollon, a neanche trenta secondi dall'inizio, ci delizierà con una bellissima trasformazione in stile Sailor e come premio, nell'ultima puntata, vedremo parzialmente anche le trasformazioni dei suoi colleghi. Vi sono poi romantiche cavalcate su cavalli alati, ragazzi che inciampano nel nulla (la scusa più comune per creare situazioni equivoche), spogliarelli d'inverno e sotto la pioggia, professori che sembrano provare particolare soddisfazione a schiantare le mani sulle mura e a re-inventare le favole dell'infanzia con tremendo, esilarante cinismo. Ma non vi anticipo altro, sia perché le gag sono davvero troppe sia per lasciarvi il gusto di scoprirle.

Dal punto di vista tecnico, abbiamo una grafica molto ben curata, con qualche semplificazione dei tratti nelle scene dalla prospettiva più distante, ma nulla di davvero notevole. I design delle divinità sono questione di apprezzamento personale e a me non sono dispiaciuti. Assolutamente moe quando vengono ritratti in versione chibi nei siparietti in coda. Ancora più notevole è però è la colonna sonora, con melodie diverse associate ai singoli personaggi, e talvolta anche malinconiche.

Riassumendo, quando meno me l'aspettavo, "Kamigami no Asobi" si è rivelato davvero un buon mix di tutte le caratteristiche sopra elencate e, soprattutto in virtù di novità quali una protagonista la cui simpatia rende facile l'identificazione, per una storia dotata di capo e coda, e specialmente per l'irresistibile allegria che accompagna la spettatrice dalla prima all'ultima puntata, penso di poter per una volta arrotondare per eccesso un giudizio già di per sé buono. Voto: 7,5 (8).


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Arashi84

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
"Sailor Apollo!"
"I fiori che sbocciano e i due biondini che allungano subito le mani!"
"Hades è troppo tenero!"
"Le papere volanti!"
"Il costumino di Dee-Dee, io non…"

Ecco alcune opinioni ampiamente condivise dagli spettatori dopo la visione delle prime puntate di "Kamigami no Asobi". Tratto dall'omonimo otome game by Broccoli (gli stessi di "Uta no Prince sama", per intenderci), l'anime racconta le vicende di Yui Kusanagi, una fortunata donzelletta che un bel giorno si vede trascinare in una sorta di dimensione parallela da Zeus in persona, che con tuonante "gentilezza" le impone di frequentare una speciale scuola assieme a divinità appartenenti a diversi pantheon. Yui dovrà quindi insegnare a questi dèi capricciosi, egoisti e anche parecchio stupidi, come capire e amare gli esseri umani. Una bella rottura, ma al cospetto di un gruppetto di divinità così carine, Yui accetta l'incarico senza troppa remore.

Abbiamo avuto gli scolaretti, gli idol, la Shinsegumi, i vampiri, i fratelloni... stavolta è toccato agli dèi. Dalla visione delle primissime puntate di "Kamigami no Asobi", salta subito all'occhio una caratteristica rara dei reverse-harem: il quoziente intellettivo della protagonista che si eleva oltre la decina. Se è vero che la protagonista passiva e dalla personalità debole è un classico espediente del genere, atto a mantenere una sorta di neutralità della stessa e un basso profilo che non sovrasti le personalità maschili, sono sempre stata dell'idea che una protagonista con un minimo di carattere non avrebbe danneggiato nessuno, anzi, avrebbe portato solo benefici, poiché invece di perdere tempo a insultarla per la sua stupidità, avrei potuto concentrarmi su ciò che davvero conta in un reverse: i ragazzi. Yui riesce nell'impresa titanica di mostrare una discreta caratterizzazione, un linguaggio che va oltre la lallazione infantile e una discreta capacità di prendere decisioni in autonomia. Certo non raggiunge il ruolo di Miss indipendent (altrimenti i ragazzi che ci stavano a fare?!), ma risulta comunque un personaggio apprezzabile quanto basta, che arriva addirittura a cantarle a Zeus stesso. Spese anche troppe parole sulla protagonista femminile, passiamo ai giovani aitanti dèi; innanzitutto è utile premettere che il contesto "divino" è solo un pretesto per creare situazioni e contorni particolari che favoriscano l'unico vero scopo della serie (il flirt selvaggio), quindi meglio non aspettarsi caratterizzazioni che in qualche modo riconducano i ragazzi alle loro origini divine, sarebbe un errore e certamente una delusione (pensiamo al tenerissmo Hades). Lo stereotipo romanticizzato è il pane dei reverse. A livello estetico i ragazzi si presentano in modo abbastanza vario, così come caratterialmente, difficile quindi non trovare almeno un preferito. Nonostante la loro natura divina, i ragazzi sono tutti molto "umani", sembrano addirittura degli studenti delle elementari alla scoperta del mondo; ciò li rende parecchio infantili e sciocchi, ma allo stesso tempo molto simpatici e divertenti in virtù del contrasto che viene a crearsi tra il loro aspetto da ragazzotti cresciuti e il loro ruolo divino, e gli atteggiamenti di chi per la prima volta si affaccia alla scoperta del mondo e dei sentimenti umani, creando così situazioni assurde ma molto divertenti. Per descriverli userei le parole del professor Thoth: il tonto, l'idiota, il depresso, l'imbecille, l'ubriacone, il somaro e il palo della luce. Menzione speciale alla bambola trans Melissa: meritava più spazio, altro che lo scoiattolo rompiscatole di "Brothers Conflict".
Ciò che non ho gradito particolarmente è stato un momento di svolta drammatica e melensa in mezzo a un clima generale di goliardia e armonia, un momento che fortunatamente dura poco e che, seppur si ripresenti in seguito, lo fa in maniera più contestualizzata e gradevole. La storia è carica di messaggi di redenzione, buoni sentimenti, zucchero filato, caramelle e canditi, ma date le personalità bonaccione dei protagonisti e il contesto fondamentalmente rilassato, non poteva essere altrimenti.

Tecnicamente "Kamigami no Asobi" si presenta bene: un chara vispo e bello, colori accesi, paesaggi gradevoli e una cura non indifferente per l'abbigliamento divino dei ragazzi e per le uniformi scolastiche. La trasformazione di Sailor Apollo, poi, è la cosa più bella mai vista dai tempi di "Sailor Moon", una vera chicca (anche se ci tengo a ricordare il bel Sailor Sytry di "Devils & Realist"). Musiche orecchiabili e belle opening ed ending, come al solito, cantate dal gruppetto di doppiatori principali. Ineccepibile anche il fronte voci, con un doppiaggio ad opera dei soliti Kamiya, Ono, Irino, Hosoya & Co., un vero godimento per le orecchie.

Fondamentalmente, tenuto conto dell'appartenenza al suo genere, "Kamigami no Asobi" è una serie molto gradevole, divertente e ridicola in modo simpatico, dotata di un fanservice ben dosato. Personalmente, a parte la seconda stagione di "Uta no Prince sama", non ho trovato qualcosa di altrettanto valido tra i reverse-harem, anzi, se paragoniamo "Kamigami no Asobi" all'altro reverse di stagione, ossia "La Corda d'Oro: Blue Sky", le nostre divinità dovrebbero vincere a mani basse il premio come reverse dell'anno, facendo pure una pernacchia ai musicisti della Corda. Di certo "Kamigami no Asobi" non porta nulla di nuovo nel campo dei reverse-harem (a parte la protagonista meno ebete del solito), ma se guardiamo all'opera in sé, come puro intrattenimento dal fine soprattutto estetico e 'flirtoso', la serie merita la visione, dopotutto con queste divinità strampalate le risate sono assicurate.

P.S. Sono rimasta delusa dal fatto che solo di Sailor Apollo ci sia stata mostrata per intero la trasformazione, io volevo vederle tutte!


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alisa

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
Le mani si sono attorcigliate febbrilmente ai capelli alla vista del promo di "Kamigami no Asobi", mentre dalle labbra uscivano epiteti poco carini, seguiti dalla fatale imprecazione: "Perché? Un altro reverse-harem, perché?".
Quesito plausibile, visto l'elevato rischio di un genere simile a una roulette russa, dai precedenti per nulla allettanti (basta ricordare, e subito dopo dimenticare, "Amnesia", "Brother Conflict", le ventimila edizioni di "Angelique", "Diabolik Lovers", oltre al recente "Corda d'Oro - Blue Sky"). Quindi, mossa da una giustificata rassegnazione nell'assistere per l'ennesima volta al festival dell'ovvietà, ho premuto con timore play e, sorpresa delle sorprese, mi sono piacevolmente ricreduta.

Yui, la protagonista femminile, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, portando avanti con coraggio le proprie convinzioni, al contrario delle sue colleghe capaci soltanto di riempire le scene con borbottii fastidiosi.
Persino le divinità 'figaccione' riscuotono simpatia, prestandosi a un fanservice studiato per divertire lo spettatore, con tanto di trasformazioni in stile Sailor Moon (o, nel caso di Dioniso, Sailor Wine). Inoltre, i ragazzuoli ragionano autonomamente con il cervello (distanti dallo stato vegetativo in funzione della bella di turno), permettendo così di sviluppare il tema dell'amicizia tra uomo e donna.

Altro aspetto positivo riguarda la grafica ricca di dettagli, in modo particolare i superbi paesaggi del mondo fluttuante creato dal padre degli dei, rovinato, a mio avviso, dalle facce prive di occhi degli studenti, bruttissime da vedere. Una scelta stilistica incomprensibile, considerato che il gruppo principale, su cui verte la narrazione, spicca a prescindere dai tratti somatici della massa.

Comunque, le pecche non sono finite.
Sarò schizzinosa, ma vedere la mitologica greca trattata da schifo arreca qualche fastidio, soprattutto la storiella della perdita dell'umanità da parte degli esseri divini. Pandora, creata dalle mani di Efesto, fu la prima tra le donne mortali, la prima tra i componenti di una società civilizzata, in quanto provvista di voce (phoné), dono offerto da Ermes, su indicazione di Zeus. Essa rappresenta il desiderio sovrumano di sfiorare la natura terrena, macchiata dalla vecchiaia, dalla gelosia, dalla pazzia e dal vizio, per aspirare poi alla speranza, rimasta sul fondo del vaso.

Infine, l'ultima lacuna concerne il finale tirato e limitato, rispetto a un racconto che aveva esaminato fino in fondo le peculiarità di ogni personaggio. Due o tre puntate in più potevano elevare maggiormente il livello di una vicenda già di per se meritevole.

Pinky

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Pinky

Episodi visti: 10/12 --- Voto 7
Ammetto che mi sono avvicinata con riluttanza, ho pensato: "Ah il solito reverse harem con trama ridicola e scontata dove i personaggi sono dei deficienti e dove tutti vanno dietro alla protagonista".
Mi sono sbagliata! La trama è originale e interessante, di comparto grafico e musicale non ho niente di cui lamentarmi.
Alcuni personaggi sono ben caratterizzati ed escono dagli stereotipi, tipo Hades e Anubis che di solito vengono visti come i cattivi di ogni storia. Apprezzo il fatto che siano usciti da questi stereotipi e le abbiano rese delle brave persone, nonostante il ruolo divino che hanno.
Un altro punto di forza è che ci sono dei personaggi che NON sono attratti da lei e la vedono solo come un'amica e questa è una cosa originale in un reverse harem.
Non avrei niente di cui lamentarmi, se non fosse per il fatto che, nonostante le prime puntate siano interessanti, l'azione è stata messa tutta nelle ultime puntate dando un ritmo troppo affrettato. Inoltre alcuni personaggi hanno caratterizzazioni lasciate a s'è stesse come per esempio, mi spiace dirlo, la stessa protagonista: Yui. Nonostante sia molto meno stupida di altre "eroine", è comunque lo stereotipo della ragazza gentile e forte e non ha dei madornali difetti che altri personaggi hanno.
Un'altra cosa che ad alcuni potrebbe risultare indifferente ma agli appassionati di mitologia potrebbe far storcere il naso è la poca fedeltà alla mitologia, che si nota sopratutto tra il rapporto tra Loki e Baldr e che viene ancor più accettuato nell'episodio 9.

Se consiglio quest'anime? Sì, ma solo se non avete standard troppo elevati e volete qualcosa che non sia troppo impegnativo e se non vi fa differenza che la mitologia venga un po' cambiata.