Il castello errante di Howl
"Il primo amore non si scorda mai" dicono le persone sagge, quelle che fin troppo bene sanno come gira il mondo e, in fin dei conti, è impossibile dargli torto. Quando vidi per la prima volta “Il Castello Errante di Howl”, primo personale contatto con il cinema sensazionale di Hayao Miyazaki, ero poco più che maggiorenne e, da meno di un anno, mi ero avvicinato allo sconfinato mondo dell’animazione giapponese. Ricordo che il film mi piacque parecchio, ma, più che dai i contenuti, che all’epoca feci fatica a cogliere nella loro totalità, restai folgorato dalla bellezza grafica ed acustica della pellicola targata Studio Ghibli. Fu probabilmente allora che decisi di immergermi a capofitto nel fantastico mondo creato da Miyazaki, Takahata e Suzuki e prendere visione di tutti i lungometraggi dello Studio, posticipando alla fine di questo lungo percorso il rewatch del film che mi aveva iniziato a questo universo magico e meraviglioso. Almeno tre anni sono passati da allora e la convinzione che avevo iniziato a maturare pellicola dopo pellicola ha finalmente trovato conferma: “Il Castello Errante di Howl”, complice la componente sentimentale, è senza ombra di dubbio il mio film preferito dello Studio Ghibli.
Largamente ispirato all’omonimo romanzo della scrittrice inglese Diana Wynne Jones, “Il Castello Errante di Howl” è uno dei film d’animazione più celebri di Hayao Miyazaki, uscito nelle sale giapponesi il 20 novembre 2004. L’anno successivo, il 9 settembre 2005, il film uscì nelle sale italiane, in concomitanza con la 62ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, durante la quale Miyazaki venne premiato con il Leone d'oro alla carriera, facendone così l'unico regista di film d'animazione a conquistare sia l'Oscar – per “La Città Incantata” – sia il Leone d'oro. Il lungometraggio fu anche tra i candidati per il premio Oscar come miglior film d’animazione del 2006, arrivando secondo dietro a “Wallace & Gromit: La maledizione del coniglio mannaro”. Una scelta difficilmente comprensibile.
La giovane Sophie, 18 anni, lavora senza posa nella boutique di cappelli che, prima di morire, apparteneva a suo padre. Durante una delle sue rare uscite in città, conosce Howl il Mago. Howl è un ragazzo molto affascinante che, però, manca leggermente di carattere. Fraintendendo la loro relazione, la Strega delle Lande lancia un maleficio terribile su Sophie e la trasforma in una vecchia di 90 anni. Prostrata, Sophie fugge e vaga nelle terre desolate. Per puro caso, entra nel Castello Errante di Howl e, nascondendo la sua vera identità̀, si fa assumere come donna delle pulizie. Questa “vecchia signora”, tanto misteriosa quanto dinamica, riuscirà̀ in breve tempo a dare nuova vita alla vecchia dimora abitata solo da un giovane apprendista, Markl, e da colui che manda avanti il Castello, Calcifer, il demone del fuoco. Più energica che mai, Sophie compie degli autentici miracoli. Quale favoloso destino la attende? Cosa succederà tra lei e Howl?
Attenzione: la recensione contiene spoiler
“Il Castello Errante di Howl” è una fiaba a tutti gli effetti: dolce, poetico e commovente. È un film che parla di tante cose, ma che, sopra ogni altra, si presenta allo spettatore come un autentico inno all’amore, protagonista assoluto della pellicola targata Miyazaki. Sophie è una ragazza di 18 anni, che dedica tanto tempo al lavoro e troppo poco a sé stessa. Sophie non si piace, soprattutto esteticamente, infatti, sembra vivere quasi una sorta di complesso di inferiorità nei confronti della sorella, la bella e seducente Hatter. Nonostante ciò, riesce ad attirare su di sé lo sguardo dell’incantevole Howl, di cui la ragazza finisce per innamorarsi a prima vista. Pur trasformata in vecchia, l’amore di Sophie non vacilla e, anzi, la porta a prendersi cura della casa di Howl e dei suoi due inquilini: Markl e Calcifer. In questo modo, il rapporto tra i due innamorati ha la possibilità di essere approfondito e, ben presto, Sophie scopre che lo stesso Howl sembra piacersi molto poco, quasi come se i due condividessero la medesima sventura. Eppure, come ci insegnano da tutta la vita, non importa cosa c’è fuori, bensì quello che c’è dentro le persone, il loro cuore. Sophie è una ragazza gentile e amorevole, dalla grande prontezza di spirito, la stessa che la porta ad affrontare qualsiasi situazione senza timore. Howl è un mago molto potente, che si muove per le Lande Desolate apparentemente senza meta, e, pur privato della sua anima, ha a cuore la pace del mondo. Con la sua forza d’animo, Sophie è in grado di sopperire alla mancanza di carattere di Howl, che, a sua volta, sa apprezzare ciò che il cuore della ragazza ha da offrirgli. Allo stesso modo delle due parti della mela di Platone, Sophie e Howl si completano perfettamente, perché insieme imparano ad accettarsi per ciò che sono, e, come il film suggerisce sin dall’inizio, i due innamorati sono destinati a stare insieme finché morte non li separi, in perfetto stile fiaba a lieto fine. La frase “e vissero per sempre felici e contenti” si adatta perfettamente al finale della storia tra Howl e Sophie. Quando si parla d’amore a proposito de “Il Castello Errante di Howl”, però, io non riesco a non pensare anche a Testa di Rapa. Come nel caso di Howl, l’amore ha rappresentato per lui un ancora di salvezza nel momento più buio e, quando viene rivelata la sua identità, in seguito al bacio di Sophie, non è difficile capire che Justin, questo il suo vero nome, si trovava sotto l’effetto di un terribile maleficio che solo il bacio della donna amata avrebbe potuto spezzare. L’amore è il motore del mondo e, questo, Miyazaki ci ha tenuto spesso a ribadirlo, specialmente in questo film.
Nell’ottica comune, non c’è nulla di più distante dall’amore dell’odio, che può assumere tante forme, in particolar modo quella della guerra. Come in altre pellicole maggiormente incentrate sul tema, anche ne “Il Castello Errante di Howl” Miyazaki denuncia a gran voce la guerra e le sue nefaste conseguenze. In uno scenario che mi ha molto ricordato “Nausicaa della Valle del Vento”, due regni vicini si fanno la guerra e Howl si trova perfettamente nel mezzo, nell’estenuante tentativo di far finalmente ritornare la pace. Miyazaki mette così a nudo una grande verità: quando si combatte una guerra, sono sempre coinvolte vite umane innocenti; per questo motivo, non importa chi abbia ragione e chi torto, la guerra andrebbe sempre ripudiata. Emblematico, a tal proposito, il dialogo tra Howl e Sophie, quando quest’ultima, nello scorgere all’orizzonte delle sinistre macchine volanti belliche, chiede al ragazzo “Saranno nemici o amici?” e il mago le risponde “Gli uni o gli altri è la stessa cosa”. Fino a quando migliaia, anzi milioni di persone saranno costrette a combattere e morire per una guerra che non gli appartiene, voluta solo ed esclusivamente dalle grandi forze politiche e militari scarsamente interessate al benessere del proprio popolo, l’umanità non potrà mai veramente definirsi tale.
In ultima istanza, io credo fortemente che “Il Castello Errante di Howl” impartisca allo spettatore un’altra lezione fondamentale: molto spesso, le persone con cui leghiamo maggiormente, nel corso della nostra vita, non sono i nostri familiari, persone con cui magari condividiamo lo stesso sangue e nulla più, bensì dei perfetti sconosciuti con cui condividiamo la scelta di aver creato insieme e del tutto spontaneamente una nuova famiglia. Questo lo sa bene Sophie, che con la sua, di famiglia, non sembra avere un rapporto idilliaco; lo sanno Howl e Calcifer, che hanno trascorso quasi tutta la loro esistenza uno al fianco dell’altro; lo sa il giovane Markl, del cui passato sappiamo poco o nulla, e che ha trovato in Heen un amico fedele e un compagno di giochi; lo sa, infine, anche l’anziana Strega delle Lande, la quale, soltanto dopo essere stata privata dei suoi poteri, ha compreso il significato della parola amore. Alla fine del film, questi personaggi hanno finalmente trovato un posto da chiamare casa, in cui vivere come una vera famiglia, e vederli partire a bordo del Castello Errante provoca una stretta al cuore tanto forte da far venire le lacrime agli occhi.
Nonostante l’esaustivo panegirico ormai prossimo alla sua naturale conclusione, ritengo che “Il Castello Errante di Howl” sia un film tutt’altro che perfetto. In diversi frangenti, la storia è difficile da seguire e ci sono alcuni personaggi che escono dalla scena così come sono entrati: senza fare scalpore. In realtà, credo che sarebbe stato giusto approfondire anche questi altri comprimari, per quanto secondari, come la sorella e la madre di Sophie, ma chiedere altro ad un film così pregno ed emozionante sarebbe forse troppo egoistico. Nella sua imperfezione, “Il Castello Errante di Howl” resta un capolavoro assoluto, merito anche e soprattutto di un comparto grafico stupefacente, inesauribile leitmotiv di tutti lungometraggi targati Studio Ghibli, e delle musiche magnifiche del miglior Joe Hisaishi. La colonna sonora del film, “Merry-Go-Round of Life”, è una delle migliori che io abbia mai avuto il piacere di ascoltare finora, talmente bella da essere difficilmente descrivibile a parole. Alcune note, incredibilmente rievocative di “Nuovo Cinema Paradiso” dell’inarrivabile Ennio Morricone, assicurano a questa canzone un posto in prima fila nell’Olimpo delle colonne sonore, non soltanto del cinema giapponese.
Come già detto, ritengo che “Il Castello Errante di Howl” rappresenti il miglior Miyazaki, ma probabilmente molti, io compreso, faticherebbero a definirlo il più bel film dello Studio fondato dal sensei. Nonostante ciò, “Il Castello Errante di Howl” resta il mio film preferito dello Studio Ghibli in assoluto e, questo, niente e nessuno potrà mai cambiarlo.
Largamente ispirato all’omonimo romanzo della scrittrice inglese Diana Wynne Jones, “Il Castello Errante di Howl” è uno dei film d’animazione più celebri di Hayao Miyazaki, uscito nelle sale giapponesi il 20 novembre 2004. L’anno successivo, il 9 settembre 2005, il film uscì nelle sale italiane, in concomitanza con la 62ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, durante la quale Miyazaki venne premiato con il Leone d'oro alla carriera, facendone così l'unico regista di film d'animazione a conquistare sia l'Oscar – per “La Città Incantata” – sia il Leone d'oro. Il lungometraggio fu anche tra i candidati per il premio Oscar come miglior film d’animazione del 2006, arrivando secondo dietro a “Wallace & Gromit: La maledizione del coniglio mannaro”. Una scelta difficilmente comprensibile.
La giovane Sophie, 18 anni, lavora senza posa nella boutique di cappelli che, prima di morire, apparteneva a suo padre. Durante una delle sue rare uscite in città, conosce Howl il Mago. Howl è un ragazzo molto affascinante che, però, manca leggermente di carattere. Fraintendendo la loro relazione, la Strega delle Lande lancia un maleficio terribile su Sophie e la trasforma in una vecchia di 90 anni. Prostrata, Sophie fugge e vaga nelle terre desolate. Per puro caso, entra nel Castello Errante di Howl e, nascondendo la sua vera identità̀, si fa assumere come donna delle pulizie. Questa “vecchia signora”, tanto misteriosa quanto dinamica, riuscirà̀ in breve tempo a dare nuova vita alla vecchia dimora abitata solo da un giovane apprendista, Markl, e da colui che manda avanti il Castello, Calcifer, il demone del fuoco. Più energica che mai, Sophie compie degli autentici miracoli. Quale favoloso destino la attende? Cosa succederà tra lei e Howl?
Attenzione: la recensione contiene spoiler
“Il Castello Errante di Howl” è una fiaba a tutti gli effetti: dolce, poetico e commovente. È un film che parla di tante cose, ma che, sopra ogni altra, si presenta allo spettatore come un autentico inno all’amore, protagonista assoluto della pellicola targata Miyazaki. Sophie è una ragazza di 18 anni, che dedica tanto tempo al lavoro e troppo poco a sé stessa. Sophie non si piace, soprattutto esteticamente, infatti, sembra vivere quasi una sorta di complesso di inferiorità nei confronti della sorella, la bella e seducente Hatter. Nonostante ciò, riesce ad attirare su di sé lo sguardo dell’incantevole Howl, di cui la ragazza finisce per innamorarsi a prima vista. Pur trasformata in vecchia, l’amore di Sophie non vacilla e, anzi, la porta a prendersi cura della casa di Howl e dei suoi due inquilini: Markl e Calcifer. In questo modo, il rapporto tra i due innamorati ha la possibilità di essere approfondito e, ben presto, Sophie scopre che lo stesso Howl sembra piacersi molto poco, quasi come se i due condividessero la medesima sventura. Eppure, come ci insegnano da tutta la vita, non importa cosa c’è fuori, bensì quello che c’è dentro le persone, il loro cuore. Sophie è una ragazza gentile e amorevole, dalla grande prontezza di spirito, la stessa che la porta ad affrontare qualsiasi situazione senza timore. Howl è un mago molto potente, che si muove per le Lande Desolate apparentemente senza meta, e, pur privato della sua anima, ha a cuore la pace del mondo. Con la sua forza d’animo, Sophie è in grado di sopperire alla mancanza di carattere di Howl, che, a sua volta, sa apprezzare ciò che il cuore della ragazza ha da offrirgli. Allo stesso modo delle due parti della mela di Platone, Sophie e Howl si completano perfettamente, perché insieme imparano ad accettarsi per ciò che sono, e, come il film suggerisce sin dall’inizio, i due innamorati sono destinati a stare insieme finché morte non li separi, in perfetto stile fiaba a lieto fine. La frase “e vissero per sempre felici e contenti” si adatta perfettamente al finale della storia tra Howl e Sophie. Quando si parla d’amore a proposito de “Il Castello Errante di Howl”, però, io non riesco a non pensare anche a Testa di Rapa. Come nel caso di Howl, l’amore ha rappresentato per lui un ancora di salvezza nel momento più buio e, quando viene rivelata la sua identità, in seguito al bacio di Sophie, non è difficile capire che Justin, questo il suo vero nome, si trovava sotto l’effetto di un terribile maleficio che solo il bacio della donna amata avrebbe potuto spezzare. L’amore è il motore del mondo e, questo, Miyazaki ci ha tenuto spesso a ribadirlo, specialmente in questo film.
Nell’ottica comune, non c’è nulla di più distante dall’amore dell’odio, che può assumere tante forme, in particolar modo quella della guerra. Come in altre pellicole maggiormente incentrate sul tema, anche ne “Il Castello Errante di Howl” Miyazaki denuncia a gran voce la guerra e le sue nefaste conseguenze. In uno scenario che mi ha molto ricordato “Nausicaa della Valle del Vento”, due regni vicini si fanno la guerra e Howl si trova perfettamente nel mezzo, nell’estenuante tentativo di far finalmente ritornare la pace. Miyazaki mette così a nudo una grande verità: quando si combatte una guerra, sono sempre coinvolte vite umane innocenti; per questo motivo, non importa chi abbia ragione e chi torto, la guerra andrebbe sempre ripudiata. Emblematico, a tal proposito, il dialogo tra Howl e Sophie, quando quest’ultima, nello scorgere all’orizzonte delle sinistre macchine volanti belliche, chiede al ragazzo “Saranno nemici o amici?” e il mago le risponde “Gli uni o gli altri è la stessa cosa”. Fino a quando migliaia, anzi milioni di persone saranno costrette a combattere e morire per una guerra che non gli appartiene, voluta solo ed esclusivamente dalle grandi forze politiche e militari scarsamente interessate al benessere del proprio popolo, l’umanità non potrà mai veramente definirsi tale.
In ultima istanza, io credo fortemente che “Il Castello Errante di Howl” impartisca allo spettatore un’altra lezione fondamentale: molto spesso, le persone con cui leghiamo maggiormente, nel corso della nostra vita, non sono i nostri familiari, persone con cui magari condividiamo lo stesso sangue e nulla più, bensì dei perfetti sconosciuti con cui condividiamo la scelta di aver creato insieme e del tutto spontaneamente una nuova famiglia. Questo lo sa bene Sophie, che con la sua, di famiglia, non sembra avere un rapporto idilliaco; lo sanno Howl e Calcifer, che hanno trascorso quasi tutta la loro esistenza uno al fianco dell’altro; lo sa il giovane Markl, del cui passato sappiamo poco o nulla, e che ha trovato in Heen un amico fedele e un compagno di giochi; lo sa, infine, anche l’anziana Strega delle Lande, la quale, soltanto dopo essere stata privata dei suoi poteri, ha compreso il significato della parola amore. Alla fine del film, questi personaggi hanno finalmente trovato un posto da chiamare casa, in cui vivere come una vera famiglia, e vederli partire a bordo del Castello Errante provoca una stretta al cuore tanto forte da far venire le lacrime agli occhi.
Nonostante l’esaustivo panegirico ormai prossimo alla sua naturale conclusione, ritengo che “Il Castello Errante di Howl” sia un film tutt’altro che perfetto. In diversi frangenti, la storia è difficile da seguire e ci sono alcuni personaggi che escono dalla scena così come sono entrati: senza fare scalpore. In realtà, credo che sarebbe stato giusto approfondire anche questi altri comprimari, per quanto secondari, come la sorella e la madre di Sophie, ma chiedere altro ad un film così pregno ed emozionante sarebbe forse troppo egoistico. Nella sua imperfezione, “Il Castello Errante di Howl” resta un capolavoro assoluto, merito anche e soprattutto di un comparto grafico stupefacente, inesauribile leitmotiv di tutti lungometraggi targati Studio Ghibli, e delle musiche magnifiche del miglior Joe Hisaishi. La colonna sonora del film, “Merry-Go-Round of Life”, è una delle migliori che io abbia mai avuto il piacere di ascoltare finora, talmente bella da essere difficilmente descrivibile a parole. Alcune note, incredibilmente rievocative di “Nuovo Cinema Paradiso” dell’inarrivabile Ennio Morricone, assicurano a questa canzone un posto in prima fila nell’Olimpo delle colonne sonore, non soltanto del cinema giapponese.
Come già detto, ritengo che “Il Castello Errante di Howl” rappresenti il miglior Miyazaki, ma probabilmente molti, io compreso, faticherebbero a definirlo il più bel film dello Studio fondato dal sensei. Nonostante ciò, “Il Castello Errante di Howl” resta il mio film preferito dello Studio Ghibli in assoluto e, questo, niente e nessuno potrà mai cambiarlo.
Di solito è buona cosa mettere i pro e i contro di un’opera per poi arrivare al voto finale: ma qui esprimo subito il mio voto… otto.
Quest’opera la considero un mezzo fallimento per il regista Miyazaki, pur riconoscendo che lui ha messo una toppa ad un’opera inizialmente cominciata da qualcun altro (credo di aver letto così da qualche parte anni fa’). Non sappiamo se la toppa sia di valore migliore o peggiore, io per esempio adoro "I Racconti di Terramare" che secondo molti sono orribili.
Ma quali sono i punti di forza de “Il castello errante di Howl”?
Io assegno un dieci pieno alle animazioni e al comparto tecnico, musica e fondali, un tripudio per gli occhi e una fluidità delle immagini che ti permette di seguire tutto, quasi stupito per quanto siano bravi gli artigiani dello studio Ghibli.
Purtroppo il mio giudizio viene a raccordarsi con un sei per il lato puramente narrativo della storia.
Si dice che parte lentamente: in realtà conosciamo i personaggi quasi subito.
La seria Sophie, il bel Howl, la maligna Strega delle Lande desolate, la tranquillità della gente in un mondo che va in guerra, lieta di festeggiare l’esercito che parte per la guerra, una guerra ancora lontana e un popolo che non sa che dalla guerra non si può guadagnare nulla. Un po’ come le nazioni europee alla fine della belle Epoque, in procinto di essere massacrate nella prima guerra mondiale. E ho detto ciò perché l’ambientazione sembra quella anche se il film non lo dice, anche se c’è in più la magia di mezzo.
Se la strega delle Lande cerca Howl perché se ne è perdutamente innamorata, lo cercano anche Madam Sulivan (la maga di corte), sua maestra che lo vuole usare come arma bellica e la stessa Sophie, che per colpa di un incantesimo della Strega è precocemente invecchiata. Non siamo certi che cercasse proprio Howl per rompere l’incantesimo, ma sappiamo che, anche se non lo dice subito, se ne è innamorata da quando la ha aiutata a sbarazzarsi di due soldati che la importunavano. La maledizione consiste nel mostrare l’età nell’animo della ragazza: l’amore la farà ringiovanire, ma questo lei non lo sa.
Per quanto riguarda la guerra penso che Howl combatta contro entrambe le nazioni belligeranti tentando di salvare le persone. Ciò sembrerebbe strano visto che Howl è senza cuore, e le emozioni positive dovrebbero giacere in esso… in realtà Howl condivide il suo cuore con Calcifer, un demone di fuoco con il quale ha stretto un patto da giovinetto. E qui pone un problema perché a fine anime lo stregone si riprende il cuore ma spirito rimane in vita. Come ho detto la trama è da sei perché Miyazaki non risolve i problemi, li elude, creando una fiaba che non è né educativa né diseducativa ma quanto fine a se stessa.
Eppure nonostante ciò riesce a creare un opera che dura due ore senza annoiare, ma nemmeno stupire. Bella ma quasi senz’anima.
Quest’opera la considero un mezzo fallimento per il regista Miyazaki, pur riconoscendo che lui ha messo una toppa ad un’opera inizialmente cominciata da qualcun altro (credo di aver letto così da qualche parte anni fa’). Non sappiamo se la toppa sia di valore migliore o peggiore, io per esempio adoro "I Racconti di Terramare" che secondo molti sono orribili.
Ma quali sono i punti di forza de “Il castello errante di Howl”?
Io assegno un dieci pieno alle animazioni e al comparto tecnico, musica e fondali, un tripudio per gli occhi e una fluidità delle immagini che ti permette di seguire tutto, quasi stupito per quanto siano bravi gli artigiani dello studio Ghibli.
Purtroppo il mio giudizio viene a raccordarsi con un sei per il lato puramente narrativo della storia.
Si dice che parte lentamente: in realtà conosciamo i personaggi quasi subito.
La seria Sophie, il bel Howl, la maligna Strega delle Lande desolate, la tranquillità della gente in un mondo che va in guerra, lieta di festeggiare l’esercito che parte per la guerra, una guerra ancora lontana e un popolo che non sa che dalla guerra non si può guadagnare nulla. Un po’ come le nazioni europee alla fine della belle Epoque, in procinto di essere massacrate nella prima guerra mondiale. E ho detto ciò perché l’ambientazione sembra quella anche se il film non lo dice, anche se c’è in più la magia di mezzo.
Se la strega delle Lande cerca Howl perché se ne è perdutamente innamorata, lo cercano anche Madam Sulivan (la maga di corte), sua maestra che lo vuole usare come arma bellica e la stessa Sophie, che per colpa di un incantesimo della Strega è precocemente invecchiata. Non siamo certi che cercasse proprio Howl per rompere l’incantesimo, ma sappiamo che, anche se non lo dice subito, se ne è innamorata da quando la ha aiutata a sbarazzarsi di due soldati che la importunavano. La maledizione consiste nel mostrare l’età nell’animo della ragazza: l’amore la farà ringiovanire, ma questo lei non lo sa.
Per quanto riguarda la guerra penso che Howl combatta contro entrambe le nazioni belligeranti tentando di salvare le persone. Ciò sembrerebbe strano visto che Howl è senza cuore, e le emozioni positive dovrebbero giacere in esso… in realtà Howl condivide il suo cuore con Calcifer, un demone di fuoco con il quale ha stretto un patto da giovinetto. E qui pone un problema perché a fine anime lo stregone si riprende il cuore ma spirito rimane in vita. Come ho detto la trama è da sei perché Miyazaki non risolve i problemi, li elude, creando una fiaba che non è né educativa né diseducativa ma quanto fine a se stessa.
Eppure nonostante ciò riesce a creare un opera che dura due ore senza annoiare, ma nemmeno stupire. Bella ma quasi senz’anima.
Inghilterra, fine Ottocento. La piccola Sophie lavora nel negozio di cappelli appartenuto al padre deceduto e viene tiranneggiata dalla madre a caccia di nuovi mariti. Finché non incontra il mago Hawl...
Ambientato in pieno ottocento steampunk, coloratissimo e con una punta di animazione digitale, "Il castello errante di Howl" è forse uno dei più poetici tra i film di Miyazaki. Si tratta di un'opera potente e suggestiva, l'ennesimo capolavoro di M. infarcito da animazioni semplicemente meravigliose, scene incantevoli e ambientazioni mozzafiato.
La protagonista, come spesso nei film di M., è una ragazza, determinata a trovare la sua forza interiore per superare le difficoltà della vita e comprendere la sua collocazione nel mondo. Gli altri personaggi principali, come Howl, Calcifer e la strega delle Lande, sono altrettanto affascinanti e ben caratterizzati.
Le inquadrature ricercate, la trama sospesa come sempre tra logica e magia (con messaggio pacifista incorporato), e una serie di invenzioni poetiche (che non scadono mai nello zucchero estremo), conferiscono a quest’opera un fascino incredibile. Ancora una volta il confine tra bene e male è una oscura linea non troppo definita e forse l’unica leggera caduta, è un finale (doverosamente?) lieto.
La colonna sonora di Joe Hisaishi poi, aggiunge ulteriore profondità emotiva al film, contribuendo nel creare un'esperienza coinvolgente ed indimenticabile. Tirando le somme: due ore di puro divertimento, di avventura e sentimenti, il tutto sorretto da un comparto tecnico praticamente perfetto.
Ambientato in pieno ottocento steampunk, coloratissimo e con una punta di animazione digitale, "Il castello errante di Howl" è forse uno dei più poetici tra i film di Miyazaki. Si tratta di un'opera potente e suggestiva, l'ennesimo capolavoro di M. infarcito da animazioni semplicemente meravigliose, scene incantevoli e ambientazioni mozzafiato.
La protagonista, come spesso nei film di M., è una ragazza, determinata a trovare la sua forza interiore per superare le difficoltà della vita e comprendere la sua collocazione nel mondo. Gli altri personaggi principali, come Howl, Calcifer e la strega delle Lande, sono altrettanto affascinanti e ben caratterizzati.
Le inquadrature ricercate, la trama sospesa come sempre tra logica e magia (con messaggio pacifista incorporato), e una serie di invenzioni poetiche (che non scadono mai nello zucchero estremo), conferiscono a quest’opera un fascino incredibile. Ancora una volta il confine tra bene e male è una oscura linea non troppo definita e forse l’unica leggera caduta, è un finale (doverosamente?) lieto.
La colonna sonora di Joe Hisaishi poi, aggiunge ulteriore profondità emotiva al film, contribuendo nel creare un'esperienza coinvolgente ed indimenticabile. Tirando le somme: due ore di puro divertimento, di avventura e sentimenti, il tutto sorretto da un comparto tecnico praticamente perfetto.
Un anime la cui trama cresce gradualmente e che ci trasporta in un mondo stile mago di Oz al quale il film è marcatamente ispirato pur essendo tratto dall'omonimo romanzo (Il Castello Errante di Howl). Questo è Il Castello Errante Di Howl.
I personaggi sono semplici all'inizio, ma si trasformano gradualmente con il precipitare degli eventi e a poco a poco rivelano la loro natura in base alle loro azioni e scelte. La grafica, come sempre è curata nei minimi dettagli e sembra un incredibile acquarello che stupisce e fa venire voglia di immergersi nel mondo del film. I temi trattati come l'aberrazione della guerra, la quasi sempre presente futilità del potere e l'amore vengono sono illustrati con colpi di scena e sequenze da conflitto alternate a scene di contemplazione e di reciproca intesa come poche altre in una via di mezzo tra il violento e il fantastico. Questo si dimostra essere l'elemento centrale del film.
La mancanza di amore e/o forse peggio l'amore non corrisposto generano emozioni violente nelle persone e le portano a prendere le decisioni sbagliate che si ripercuotono sul prossimo e alla fine su loro stesse. Il film è quindi una denuncia sul vuoto dell'epoca moderna e contemporanea che rischia di trasformare le persone in mostri e demoni senza coscienza e senza giudizio, esattamente come visto nei film precedenti di Hayao Miyazaki, "La Città Incantata" e, soprattutto, "La Principessa Mononoke".
Particolare enfasi viene data qui ad una storia d'amore sullo sfondo di una guerra; l'amore nei tempi moderni è una sorta di incognita dalla quale si fa fatica ad uscire, ma il Maestro ci consiglia di addentrarci ugualmente per scoprirne la causa, le dinamiche, gli svolgimenti e capovolgimenti e ribaltamenti insieme ai segreti dei suoi protagonisti e trovare la soluzione.
I personaggi sono semplici all'inizio, ma si trasformano gradualmente con il precipitare degli eventi e a poco a poco rivelano la loro natura in base alle loro azioni e scelte. La grafica, come sempre è curata nei minimi dettagli e sembra un incredibile acquarello che stupisce e fa venire voglia di immergersi nel mondo del film. I temi trattati come l'aberrazione della guerra, la quasi sempre presente futilità del potere e l'amore vengono sono illustrati con colpi di scena e sequenze da conflitto alternate a scene di contemplazione e di reciproca intesa come poche altre in una via di mezzo tra il violento e il fantastico. Questo si dimostra essere l'elemento centrale del film.
La mancanza di amore e/o forse peggio l'amore non corrisposto generano emozioni violente nelle persone e le portano a prendere le decisioni sbagliate che si ripercuotono sul prossimo e alla fine su loro stesse. Il film è quindi una denuncia sul vuoto dell'epoca moderna e contemporanea che rischia di trasformare le persone in mostri e demoni senza coscienza e senza giudizio, esattamente come visto nei film precedenti di Hayao Miyazaki, "La Città Incantata" e, soprattutto, "La Principessa Mononoke".
Particolare enfasi viene data qui ad una storia d'amore sullo sfondo di una guerra; l'amore nei tempi moderni è una sorta di incognita dalla quale si fa fatica ad uscire, ma il Maestro ci consiglia di addentrarci ugualmente per scoprirne la causa, le dinamiche, gli svolgimenti e capovolgimenti e ribaltamenti insieme ai segreti dei suoi protagonisti e trovare la soluzione.
Questo è senza dubbio uno dei film di Miyazaki maggiormente apprezzati: ho persino visto persone che tengono l'immagine del castello errante come desktop sul proprio PC, ma mi trovo costretto ad andare controcorrente.
Lo Studio Ghibli ha sfornato dei capolavori, poco ma sicuro, però "Il castello errante di Howl" per me cade nella categoria dei film Ghibli peggiori. Come potrei definirlo? E' una stramberia infinita. Ho grande rispetto per la creatività grafica di questo film, non mi si fraintenda. Gli aspetti tecnici sono ancora una volta ineccepibili (a parte la colonna sonora, che forse è un po' banale), come nella maggior parte dei film dello "zio" Hayao, ma ho un problema con i contenuti. Non che io sia un grande amante del fantasy, o meglio, lo sono stato da adolescente. Probabilmente non leggerò mai il romanzo di Diana Wynne Jones, per quanto il libro possa essere sicuramente migliore del film. Il problema è che questo film necessita di una sospensione dell'incredulità oltre ogni limite.
Già l'incipit è ai limiti della comicità: nella scena iniziale ci viene subito presentato il castello errante che scorrazza per i prati, come se dovesse essere una cosa assolutamente normale. Ricordate "Dragon Ball"? Nel mondo di Akira Toriyama, molti personaggi sono bestie antropomorfe che convivono con gli esseri umani e nessuno se ne stupisce, così come nessuno si stupisce di vedere gente che vola. Nel film di Miyazaki accade la stessa cosa, ma all'ennesima potenza. Almeno in "Alice nel Paese delle Meraviglie" viene stabilita una netta separazione fra realtà e sogno, qui invece non si comprende bene dove finisca la realtà e dove inizi il sogno. Qualcuno penserà che "è solo una fiaba", ma la fantasia è tale che perfino i personaggi risultano spesso incomprensibili. Da spettatore, io ho bisogno di stabilire un'empatia con almeno uno dei personaggi, o perlomeno di capire cosa passa loro per la testa. Ne "La storia della Principessa Splendente" si percepisce vividamente cosa prova Kaguya. Qui invece la fantasia è tale da uccidere qualunque possibilità di coinvolgimento emotivo. La storia d'amore accade perché deve accadere, e Howl è ossessionato dal colore dei capelli perché sì. Ma anche senza i capelli biondi non si preoccupi, rimane comunque un belloccio. Sarebbe stato più interessante vedere come Howl possa perdere completamente la bellezza fisica, dando così origine a una "storia d'amore fra brutti" (anche se ci aveva già pensato Shrek), ma forse sarebbe stato troppo poco bonario per Miyazaki. Non che gli altri personaggi se la passino meglio. In Sophie non ho visto nulla di interessante.
Non so, forse questo film può essere una fiaba carina per le bambine (anche se di fatto è piaciuto a spettatori di qualunque tipo), ma per me Miyazaki ha fatto ampiamente di meglio.
Lo Studio Ghibli ha sfornato dei capolavori, poco ma sicuro, però "Il castello errante di Howl" per me cade nella categoria dei film Ghibli peggiori. Come potrei definirlo? E' una stramberia infinita. Ho grande rispetto per la creatività grafica di questo film, non mi si fraintenda. Gli aspetti tecnici sono ancora una volta ineccepibili (a parte la colonna sonora, che forse è un po' banale), come nella maggior parte dei film dello "zio" Hayao, ma ho un problema con i contenuti. Non che io sia un grande amante del fantasy, o meglio, lo sono stato da adolescente. Probabilmente non leggerò mai il romanzo di Diana Wynne Jones, per quanto il libro possa essere sicuramente migliore del film. Il problema è che questo film necessita di una sospensione dell'incredulità oltre ogni limite.
Già l'incipit è ai limiti della comicità: nella scena iniziale ci viene subito presentato il castello errante che scorrazza per i prati, come se dovesse essere una cosa assolutamente normale. Ricordate "Dragon Ball"? Nel mondo di Akira Toriyama, molti personaggi sono bestie antropomorfe che convivono con gli esseri umani e nessuno se ne stupisce, così come nessuno si stupisce di vedere gente che vola. Nel film di Miyazaki accade la stessa cosa, ma all'ennesima potenza. Almeno in "Alice nel Paese delle Meraviglie" viene stabilita una netta separazione fra realtà e sogno, qui invece non si comprende bene dove finisca la realtà e dove inizi il sogno. Qualcuno penserà che "è solo una fiaba", ma la fantasia è tale che perfino i personaggi risultano spesso incomprensibili. Da spettatore, io ho bisogno di stabilire un'empatia con almeno uno dei personaggi, o perlomeno di capire cosa passa loro per la testa. Ne "La storia della Principessa Splendente" si percepisce vividamente cosa prova Kaguya. Qui invece la fantasia è tale da uccidere qualunque possibilità di coinvolgimento emotivo. La storia d'amore accade perché deve accadere, e Howl è ossessionato dal colore dei capelli perché sì. Ma anche senza i capelli biondi non si preoccupi, rimane comunque un belloccio. Sarebbe stato più interessante vedere come Howl possa perdere completamente la bellezza fisica, dando così origine a una "storia d'amore fra brutti" (anche se ci aveva già pensato Shrek), ma forse sarebbe stato troppo poco bonario per Miyazaki. Non che gli altri personaggi se la passino meglio. In Sophie non ho visto nulla di interessante.
Non so, forse questo film può essere una fiaba carina per le bambine (anche se di fatto è piaciuto a spettatori di qualunque tipo), ma per me Miyazaki ha fatto ampiamente di meglio.
Nonostante un ottimo comparto tecnico, in particolare la colonna sonora, questo film non sembra allontanarsi troppo dalla tipica pellicola hollywoodiana studiata a tavolino per raccattare premi: vengono tirati in ballo i vari leitmotiv cari al regista, come l’odio per la guerra (con tanto di citazioni visive a filmati della belle époque) e il soprannaturale mischiato alla quotidianità, e vengono presentati allo spettatore infiocchettati secondo l'estetica Ghibli nella speranza poter bissare, anche grazie al nome di Miyazaki, il successo de "La città incantata"; il risultato finale è, però, - a mio avviso- un pastrocchio confuso in cui si parla di tutto e di niente, con una trama che cambia direzione continuamente senza motivi precisi e del cui stesso finale pare "tirato via".
Liberamente tratto dal romanzo fantastico di Diana Wynne Jones, "Il castello errante di Howl" riesce letteralmente a far rifiorire in un’epoca cinematografica dominata dalla computer grafica e da lungometraggi occidentali di successo prevalentemente made-in-pixar il tangibile e magico fascino del disegno classico, chiaramente supportato dai mezzi tecnici contemporanei, ma che si discosta letteralmente dalla tendenza del momento. Così come il miglior Walt Disney dei tempi d’oro, Hayao Miyazaki sale di nuovo in cattedra e forte dell’inseparabile Studio Ghibli ci regala la rivisitazione di un libro fantastico che fino a diverso tempo fa, almeno in Italia, non era certo così noto.
Gustare un’opera di Miyazaki è tutt’oggi un’esperienza indimenticabile, sia per impatto grafico-visivo, sia per atmosfere create, sia colonna sonora che per animazioni, intelaiatura inossidabile e adamantina di uno dei prodotti d’animazione migliori mai creati negli ultimi anni. È altresì vero che tale rivisitazione è stata plasmata secondo i desideri e i capricci del Maestro, ed in alcuni punti si discosta notevolmente dalla traccia originale cartacea, tuttavia ciò non inficia né il valore estetico né intacca la filosofia del nucleo che l’anime vuole comunicare a chi osserva.
"Il castello errante di Howl" è a tutti gli effetti una fiaba moderna dai toni retrò, un foglio di carta appena tagliato e subito anticato da mani sapienti che l’hanno reso un piccolo capolavoro senza tempo, capace di comunicare la “saggia morale” che non ha niente da invidiare alle sempiterne leggende vergate dalla mano dei Fratelli Grimm o di Hans Christian Andersen, per annoverare illustri esempi. L’unica accusa che gli si può muovere è un ritmo dapprima lento, compassato, poi altalenante ed infine concitato, tanto da lasciare incompiute alla stregua di tele mezze dipinte alcuni elementi della vicenda su cui non si tornerà ovviamente più; determinati comprimari appaiono appena accennati, decisamente piatti e mai approfonditi, nei in un’opera che si regge su una solida, profonda, tridimensionale poliedricità dei personaggi principali.
Protagonista di questo incantesimo animato è Sophie, una ragazza carina, leggermente introversa e poco sicura di sé, che dalla morte del padre gestisce il negozio preso in eredità non coi risultati che si aspettava, capace di sognare ad occhi aperti un romantico cavaliere azzurro che la rapisca da un futuro scontato e per nulla frizzante per come sembra prospettarsi. Sarà l’incontro con una strega dispettosa e davvero crudele a cambiare radicalmente la vita della giovane ragazza, frantumando l’apatica routine in cui era prigioniera, infliggendole una tremenda maledizione e gettandola in un turbine d’eventi che mai avrebbe immaginato di vivere (-subire), cominciando proprio dal palpitante incontro con un mago misterioso e dal fascino irresistibile, che vive su di un pazzesco castello semovente: Howl!
Miyazaki sensei stavolta mischia dosi d’introspezione, azione e fantasia in egual misura, soffocando ad ogni modo la possibilità da parte dei comprimari d’emergere così come è permesso ai protagonisti. Il sapore puramente steampunk di alcuni elementi come lo stesso castello ambulante o altri sistemi meccanici a vapore, la fiabesca dolcezza di alcune creature come Kalcifer o le frizzanti e dinamiche scene d’azione lampeggiano come reminiscenze frammentate raccolte da opere già esistenti, ideate proprio dallo stesso Myazaki, quasi autocitazioni che arricchiscono e regalano un tocco di tradizionale magia al già solido racconto.
Fondali simili a quadri di matrice ottocentesca fanno da memorabile cornice ad una trama che parla per metafore, trasponendo l’essenza stessa della vita come fosse la più grande magia che nessuno può eguagliare e che a conti fatti è il dono più prezioso che ci è stato concesso, e quale follia sarebbe trascorrerla senza tentare di realizzare i nostri sogni, nonostante paure, difficoltà e imprevisti pronti a bloccarci la strada.
Non meno importante è l’inequivocabile condanna nei confronti della guerra, dipinta come demone ultimo e acerrimo nemico della Vita stessa, errore fatale e insana tendenza a cui ogni essere umano, anche se in piccola parte è tristemente incline, tema molto caro a tanti artisti nipponici (sublimato al massimo nel tragico ed apocalittico “L’attacco dei giganti” da Hajime Isayama).
Si giunge forse un po’ troppo frettolosamente ad un finale dolce ed appassionato tramite animazioni meravigliosamente curate, una colonna sonora fra le migliori ascoltate nei lungometraggi firmati Studio Ghibli ed uno sfavillio di colori, ricercato, polivalente, chiave di lettura per alcuni personaggi che oltre ad esprimersi tramite voce e gestualità, comunicano il loro essere anche con cambiamenti cromatici e d’aspetto esteriore.
Il raggiungimento della felicità è il traguardo al termine di un lungo percorso interiore che porta a quella chimera chiamata “maturità interiore”, un luogo da dove è possibile osservare con sereno distacco i veri valori che imperano nell'esistenza di ognuno di noi, ben lungi da beni materiali o desideri vanagloriosi ed egoistici.
Proprio come recita un famoso proverbio, “chi si accontenta gode”, ma gode ancor più chi ha compreso che è nella semplicità delle piccole cose e nel saper accettare ciò che ci viene dato che risiede la più serena, profonda felicità.
Gustare un’opera di Miyazaki è tutt’oggi un’esperienza indimenticabile, sia per impatto grafico-visivo, sia per atmosfere create, sia colonna sonora che per animazioni, intelaiatura inossidabile e adamantina di uno dei prodotti d’animazione migliori mai creati negli ultimi anni. È altresì vero che tale rivisitazione è stata plasmata secondo i desideri e i capricci del Maestro, ed in alcuni punti si discosta notevolmente dalla traccia originale cartacea, tuttavia ciò non inficia né il valore estetico né intacca la filosofia del nucleo che l’anime vuole comunicare a chi osserva.
"Il castello errante di Howl" è a tutti gli effetti una fiaba moderna dai toni retrò, un foglio di carta appena tagliato e subito anticato da mani sapienti che l’hanno reso un piccolo capolavoro senza tempo, capace di comunicare la “saggia morale” che non ha niente da invidiare alle sempiterne leggende vergate dalla mano dei Fratelli Grimm o di Hans Christian Andersen, per annoverare illustri esempi. L’unica accusa che gli si può muovere è un ritmo dapprima lento, compassato, poi altalenante ed infine concitato, tanto da lasciare incompiute alla stregua di tele mezze dipinte alcuni elementi della vicenda su cui non si tornerà ovviamente più; determinati comprimari appaiono appena accennati, decisamente piatti e mai approfonditi, nei in un’opera che si regge su una solida, profonda, tridimensionale poliedricità dei personaggi principali.
Protagonista di questo incantesimo animato è Sophie, una ragazza carina, leggermente introversa e poco sicura di sé, che dalla morte del padre gestisce il negozio preso in eredità non coi risultati che si aspettava, capace di sognare ad occhi aperti un romantico cavaliere azzurro che la rapisca da un futuro scontato e per nulla frizzante per come sembra prospettarsi. Sarà l’incontro con una strega dispettosa e davvero crudele a cambiare radicalmente la vita della giovane ragazza, frantumando l’apatica routine in cui era prigioniera, infliggendole una tremenda maledizione e gettandola in un turbine d’eventi che mai avrebbe immaginato di vivere (-subire), cominciando proprio dal palpitante incontro con un mago misterioso e dal fascino irresistibile, che vive su di un pazzesco castello semovente: Howl!
Miyazaki sensei stavolta mischia dosi d’introspezione, azione e fantasia in egual misura, soffocando ad ogni modo la possibilità da parte dei comprimari d’emergere così come è permesso ai protagonisti. Il sapore puramente steampunk di alcuni elementi come lo stesso castello ambulante o altri sistemi meccanici a vapore, la fiabesca dolcezza di alcune creature come Kalcifer o le frizzanti e dinamiche scene d’azione lampeggiano come reminiscenze frammentate raccolte da opere già esistenti, ideate proprio dallo stesso Myazaki, quasi autocitazioni che arricchiscono e regalano un tocco di tradizionale magia al già solido racconto.
Fondali simili a quadri di matrice ottocentesca fanno da memorabile cornice ad una trama che parla per metafore, trasponendo l’essenza stessa della vita come fosse la più grande magia che nessuno può eguagliare e che a conti fatti è il dono più prezioso che ci è stato concesso, e quale follia sarebbe trascorrerla senza tentare di realizzare i nostri sogni, nonostante paure, difficoltà e imprevisti pronti a bloccarci la strada.
Non meno importante è l’inequivocabile condanna nei confronti della guerra, dipinta come demone ultimo e acerrimo nemico della Vita stessa, errore fatale e insana tendenza a cui ogni essere umano, anche se in piccola parte è tristemente incline, tema molto caro a tanti artisti nipponici (sublimato al massimo nel tragico ed apocalittico “L’attacco dei giganti” da Hajime Isayama).
Si giunge forse un po’ troppo frettolosamente ad un finale dolce ed appassionato tramite animazioni meravigliosamente curate, una colonna sonora fra le migliori ascoltate nei lungometraggi firmati Studio Ghibli ed uno sfavillio di colori, ricercato, polivalente, chiave di lettura per alcuni personaggi che oltre ad esprimersi tramite voce e gestualità, comunicano il loro essere anche con cambiamenti cromatici e d’aspetto esteriore.
Il raggiungimento della felicità è il traguardo al termine di un lungo percorso interiore che porta a quella chimera chiamata “maturità interiore”, un luogo da dove è possibile osservare con sereno distacco i veri valori che imperano nell'esistenza di ognuno di noi, ben lungi da beni materiali o desideri vanagloriosi ed egoistici.
Proprio come recita un famoso proverbio, “chi si accontenta gode”, ma gode ancor più chi ha compreso che è nella semplicità delle piccole cose e nel saper accettare ciò che ci viene dato che risiede la più serena, profonda felicità.
Senza il cognome di Miyazaki a fargli da cornice, credo che questo film non avrebbe avuto lo stesso impatto psicologico sullo spettatore. Io stesso avevo enormi aspettative e non posso dare un voto basso perché il fascino dei disegni, tramite i quali si viene catapultati in quel mondo assurdo che va da lande che hanno una sfumatura di magico a campi di battaglia dove le bombe riecheggiano nell'aria, rimane innegabile. Per non parlare delle animazioni che personalmente ho adorato.
Però... e c'è un grande però.
Primo: se mai vorrete imbarcarvi in questa visione, consiglio di evitare il doppiaggio italiano che soprattutto in un paio di battute all'inizio e di nuovo verso la fine, è davvero goffo... Il mio secondo punto di critica contiene spoiler
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Allora, a parte le diverse cose che succedono abbastanza a caso che ci possono stare dato che comunque si parla di una storia di fantasia, il fatto però che la protagonista accetti così serenamente certi accadimenti come la scena iniziale in cui volano (il sorriso che sfoggia quando corre in aria non è quello che una persona vera farebbe, al massimo farebbe un sorrisetto incredulo o, volendo essere un goccio più realisti, darebbe di matto per lo shock) tolgono un po' l'empatia verso la protagonista in quanto appunto è difficile immedesimarsi dato il suo comportamento.
Poi il fatto che la maledizione varia di 'intensità' da un momento all'altro o che addirittura scompaia durante il sonno mi è sembrata una forzatura un po' "conveniente" per evitare di complicare troppo la vita ai protagonisti e per permettere al belloccio di capire senza troppi sforzi che la vecchietta in realtà era la sua belloccia, così da mandare avanti la trama senza intoppi. Non sono un fan di queste casualità, le accetto quando la storia e la produzione non promette nulla di particolare, ma quando ci sono grandi firme in ballo l'aspettativa cresce esponenzialmente e quindi altrettanto esponenzialmente cresce la percezione dei difetti.
Credo inoltre che in generale abbiano messo troppa carne al fuoco su sta storia, per esempio trovo che la questione della guerra (cui l'autore tiene particolarmente da quanto ho letto sulla sua biografia) venga trattata e conclusa sorprendentemente con eccessiva superficialità.
Fine parte contenente spoiler
In sostanza ho apprezzato lo stile della regia e in generale tutto il comparto tecnico, tranne il doppiaggio, ma ho trovato troppe lacune (o forzature, come preferite) nella sceneggiatura. Invecchiato bene, ma leggermente sopravvalutato.
Però... e c'è un grande però.
Primo: se mai vorrete imbarcarvi in questa visione, consiglio di evitare il doppiaggio italiano che soprattutto in un paio di battute all'inizio e di nuovo verso la fine, è davvero goffo... Il mio secondo punto di critica contiene spoiler
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Allora, a parte le diverse cose che succedono abbastanza a caso che ci possono stare dato che comunque si parla di una storia di fantasia, il fatto però che la protagonista accetti così serenamente certi accadimenti come la scena iniziale in cui volano (il sorriso che sfoggia quando corre in aria non è quello che una persona vera farebbe, al massimo farebbe un sorrisetto incredulo o, volendo essere un goccio più realisti, darebbe di matto per lo shock) tolgono un po' l'empatia verso la protagonista in quanto appunto è difficile immedesimarsi dato il suo comportamento.
Poi il fatto che la maledizione varia di 'intensità' da un momento all'altro o che addirittura scompaia durante il sonno mi è sembrata una forzatura un po' "conveniente" per evitare di complicare troppo la vita ai protagonisti e per permettere al belloccio di capire senza troppi sforzi che la vecchietta in realtà era la sua belloccia, così da mandare avanti la trama senza intoppi. Non sono un fan di queste casualità, le accetto quando la storia e la produzione non promette nulla di particolare, ma quando ci sono grandi firme in ballo l'aspettativa cresce esponenzialmente e quindi altrettanto esponenzialmente cresce la percezione dei difetti.
Credo inoltre che in generale abbiano messo troppa carne al fuoco su sta storia, per esempio trovo che la questione della guerra (cui l'autore tiene particolarmente da quanto ho letto sulla sua biografia) venga trattata e conclusa sorprendentemente con eccessiva superficialità.
Fine parte contenente spoiler
In sostanza ho apprezzato lo stile della regia e in generale tutto il comparto tecnico, tranne il doppiaggio, ma ho trovato troppe lacune (o forzature, come preferite) nella sceneggiatura. Invecchiato bene, ma leggermente sopravvalutato.
Amori, incantesimi e CGI
Lo Studio Ghibli è un universo tutto da esplorare che non manca mai di stupire svelando sempre nuovi territori e nuovi personaggi da incontrare. Con Il castello errante di Howl, scritto e diretto da Hayao Miyazaki nel 2004, siamo nel cuore della vecchia Europa, rivisitata in chiave fantasy sulle pagine del romanzo omonimo di Diana Wynne Jones, per un atipico racconto di formazione "al contrario" che unisce il predominante elemento visionario a una marcata componente romantica.
La diciottenne Sophie gestisce il negozio di cappelli ereditato da suo padre, in una città mitteleuropea su cui spirano venti di guerra. Un giorno viene importunata da due soldati per strada e in suo aiuto accorre il giovane mago Howl con cui entra subito in sintonia. Al suo ritorno riceve la visita della Strega delle Lande Desolate che ha nelle mire il cuore di Howl: lancia quindi un incantesimo sulla giovane, trasformandola in una vecchietta novantenne e intimandole di non rivelare la sua identità a Howl. Spaventata, Sophie fugge dalla città e si imbatte nello spaventapasseri Rapa che la accompagna presso la dimora del mago in un vecchio castello semovente. Qui viene accolta come governante, per dare una mano al giovane apprendista Markl e al demone del focolare Calcifer, con cui Sophie stringe segretamente un patto affinché si aiutino a liberarsi dei rispettivi incantesimi. Howl, che è conosciuto con diversi nomi a seconda dei diversi stati che si preparano alla guerra, cerca di sfruttare le sue identità per scongiurare il conflitto. Sophie, sempre più innamorata di Howl, affronterà una lunga serie di peripezie pur di aiutare il mago nel suo piano.
Il castello errante di Howl rappresenta un momento di passaggio nella filmografia di Hayao Miyazaki, di ritorno alla regia a tre anni di distanza da La città incantata, l’opera che aveva segnato la sua definitiva consacrazione a livello internazionale. Nonostante vi rientrino di buon grado tutte le tematiche e le suggestioni care al regista, l’intento ideologico è attenuato rispetto a opere fondamentali come Nausicaa o Mononoke hime. Anche Sophie ci regala un meraviglioso ritratto di eroina romantica che deve fronteggiare la minaccia della guerra, ma il conflitto viene mostrato in modo spettacolare e il film mantiene una certa leggerezza espressiva anche nelle scene più cupe e drammatiche. In un certo senso è come se il regista si fosse un po’ addolcito con l’età e avesse messo da parte le invettive contro la società per lasciare spazio a un fantasy poetico e sognante.
I due protagonisti, la dolce Sophie e il vanesio Howl, emergono per un più intenso profilo psicologico e sono dipinti con la solita grazia ed eleganza mai stucchevole che contraddistingue lo stile Miyazaki. All’inizio Sophie ha poca autostima e fiducia in sé, sebbene mandi avanti da sola la bottega paterna, ma una volta diventata vecchietta dimostra una personalità forte e risoluta; inoltre è gentile e rispettosa, tende ad essere impulsiva e si sente spesso in colpa. Howl è un giovane mago conosciuto con diversi pseudonimi (Pendragon e Jenkins). Anch’egli ha stretto un patto con Calcifer: gli ha donato il suo cuore ricevendo in cambio i poteri magici, il che però indebolisce progressivamente la sua volontà. Benché pusillanime, è un mago molto potente ed è descritto come un bel ragazzo alto e sofisticato, a cui piace tingersi i capelli e indossare abiti stravaganti ogni mattina, dopo aver trascorso almeno due ore in bagno; ma quando salva Sophie dalla Strega delle Lande Desolate ha un aspetto trascurato, a riprova del suo amore sincero verso la ragazza. Come controcanto abbiamo un numero considerevole di personaggi secondari che si distinguono con marcate e originali caratterizzazioni, spinte fino all’ironico e al grottesco. Su tutti spicca il multiforme Calcifer, capriccioso demone del fuoco e cuore pulsante dello stesso castello, a sua volta personaggio vivente e quasi umanizzato, destinato a disintegrarsi per poi rigenerarsi come un’araba fenice.
Si è scritto molto sui presunti “tradimenti” rispetto al romanzo della Wynne Jones, di certo il soggetto si presta molto all'estro di Miyazaki che in questo caso cura personalmente l'adattamento alla sceneggiatura. Nel piegare la storia al nuovo formato, inserisce lo sfondo bellico (assente nel libro), omette alcuni personaggi o ne ridimensiona il ruolo. Se da un lato bisogna notare che alcuni elementi narrativi si affastellano dando l’impressione di una trama un po' sfilacciata, dall’altro l’opera risulta arricchita proprio dai componenti tipici del repertorio miyazakiano.
Dove infatti il film non tradisce è sul piano puramente visivo: alcune sequenze sono da antologia e lasciano letteralmente a bocca aperta lo spettatore, con quel particolare sense of wonder che è un marchio di fabbrica dello Studio Ghibli. Fregiati della consueta cura maniacale per i dettagli, i fondali scenografici traboccano di ricercatezze, fra palazzi fiabeschi, arredi art-deco, padiglioni liberty e costumi sfarzosi, mentre tutto un minuzioso armamentario retro-futurista si esalta nelle scene di volo e nelle incredibili invenzioni meccaniche, in primis lo sbuffante e cigolante castello, dal sapore steampunk.
Tecnicamente si tratta del primo film dello Studio Ghibli che fa un uso sistematico della computer grafica, strumento verso il quale Miyazaki ha sempre nutrito una certa diffidenza e usato con estrema parsimonia. La CGI viene usata per lo più nelle animazioni del castello, nelle carrellate cittadine e negli effetti particellari (fumo, coriandoli, vapore), e bisogna riconoscere che è molto ben integrata e poco invasiva, a tutto vantaggio della spettacolarità delle scene.
La colonna sonora, composta e arrangiata per orchestra da Joe Hisaishi, si ispira chiaramente al clima decadente della belle epoque soprattutto nel tema principale The Merry-Go-Round of Life, scandito da uno struggente valzer, un po’ nostalgico e un po’ astratto, che si scompone in lievi pizzicati per poi ricomporsi in titaniche architetture sonore edificate sugli archi e sugli ottoni, il tutto ammantato dall’inconfondibile tocco del compositore nipponico. Nella seconda parte, quando il film vira su atmosfere più oscure, il tema iniziale tende a ripetersi in infinite varianti e se da un lato si fissa indelebilmente nell'orecchio dello spettatore, dall'altro manca di quella varietà tematica che aveva contraddistinto, ad esempio, le musiche di Mononoke, più incisive nei registri drammatici. Infine, il pianoforte conclusivo di To The Lake Of Stars tradisce assonanze e rimandi al capolavoro La città incantata.
Il castello errante di Howl è stato presentato in concorso alla 61ª Mostra di Venezia, conquistando il Premio Osella per il migliore contributo tecnico. È uscito nelle sale italiane l'anno successivo, il 9 settembre 2005, in concomitanza con la 62ª Mostra di Venezia, durante la quale Miyazaki è stato premiato con il Leone d'oro alla carriera. Creatura un po’ aliena, come il castello del titolo, rischia di apparire opera minore nell’ambito della prestigiosa e complessa filmografia dello Studio Ghibli, ma rimane pur sempre un film romantico e appassionato, emozionante e divertente, che continua a far sognare con le sue invenzioni e le sue visioni.
Lo Studio Ghibli è un universo tutto da esplorare che non manca mai di stupire svelando sempre nuovi territori e nuovi personaggi da incontrare. Con Il castello errante di Howl, scritto e diretto da Hayao Miyazaki nel 2004, siamo nel cuore della vecchia Europa, rivisitata in chiave fantasy sulle pagine del romanzo omonimo di Diana Wynne Jones, per un atipico racconto di formazione "al contrario" che unisce il predominante elemento visionario a una marcata componente romantica.
La diciottenne Sophie gestisce il negozio di cappelli ereditato da suo padre, in una città mitteleuropea su cui spirano venti di guerra. Un giorno viene importunata da due soldati per strada e in suo aiuto accorre il giovane mago Howl con cui entra subito in sintonia. Al suo ritorno riceve la visita della Strega delle Lande Desolate che ha nelle mire il cuore di Howl: lancia quindi un incantesimo sulla giovane, trasformandola in una vecchietta novantenne e intimandole di non rivelare la sua identità a Howl. Spaventata, Sophie fugge dalla città e si imbatte nello spaventapasseri Rapa che la accompagna presso la dimora del mago in un vecchio castello semovente. Qui viene accolta come governante, per dare una mano al giovane apprendista Markl e al demone del focolare Calcifer, con cui Sophie stringe segretamente un patto affinché si aiutino a liberarsi dei rispettivi incantesimi. Howl, che è conosciuto con diversi nomi a seconda dei diversi stati che si preparano alla guerra, cerca di sfruttare le sue identità per scongiurare il conflitto. Sophie, sempre più innamorata di Howl, affronterà una lunga serie di peripezie pur di aiutare il mago nel suo piano.
Il castello errante di Howl rappresenta un momento di passaggio nella filmografia di Hayao Miyazaki, di ritorno alla regia a tre anni di distanza da La città incantata, l’opera che aveva segnato la sua definitiva consacrazione a livello internazionale. Nonostante vi rientrino di buon grado tutte le tematiche e le suggestioni care al regista, l’intento ideologico è attenuato rispetto a opere fondamentali come Nausicaa o Mononoke hime. Anche Sophie ci regala un meraviglioso ritratto di eroina romantica che deve fronteggiare la minaccia della guerra, ma il conflitto viene mostrato in modo spettacolare e il film mantiene una certa leggerezza espressiva anche nelle scene più cupe e drammatiche. In un certo senso è come se il regista si fosse un po’ addolcito con l’età e avesse messo da parte le invettive contro la società per lasciare spazio a un fantasy poetico e sognante.
I due protagonisti, la dolce Sophie e il vanesio Howl, emergono per un più intenso profilo psicologico e sono dipinti con la solita grazia ed eleganza mai stucchevole che contraddistingue lo stile Miyazaki. All’inizio Sophie ha poca autostima e fiducia in sé, sebbene mandi avanti da sola la bottega paterna, ma una volta diventata vecchietta dimostra una personalità forte e risoluta; inoltre è gentile e rispettosa, tende ad essere impulsiva e si sente spesso in colpa. Howl è un giovane mago conosciuto con diversi pseudonimi (Pendragon e Jenkins). Anch’egli ha stretto un patto con Calcifer: gli ha donato il suo cuore ricevendo in cambio i poteri magici, il che però indebolisce progressivamente la sua volontà. Benché pusillanime, è un mago molto potente ed è descritto come un bel ragazzo alto e sofisticato, a cui piace tingersi i capelli e indossare abiti stravaganti ogni mattina, dopo aver trascorso almeno due ore in bagno; ma quando salva Sophie dalla Strega delle Lande Desolate ha un aspetto trascurato, a riprova del suo amore sincero verso la ragazza. Come controcanto abbiamo un numero considerevole di personaggi secondari che si distinguono con marcate e originali caratterizzazioni, spinte fino all’ironico e al grottesco. Su tutti spicca il multiforme Calcifer, capriccioso demone del fuoco e cuore pulsante dello stesso castello, a sua volta personaggio vivente e quasi umanizzato, destinato a disintegrarsi per poi rigenerarsi come un’araba fenice.
Si è scritto molto sui presunti “tradimenti” rispetto al romanzo della Wynne Jones, di certo il soggetto si presta molto all'estro di Miyazaki che in questo caso cura personalmente l'adattamento alla sceneggiatura. Nel piegare la storia al nuovo formato, inserisce lo sfondo bellico (assente nel libro), omette alcuni personaggi o ne ridimensiona il ruolo. Se da un lato bisogna notare che alcuni elementi narrativi si affastellano dando l’impressione di una trama un po' sfilacciata, dall’altro l’opera risulta arricchita proprio dai componenti tipici del repertorio miyazakiano.
Dove infatti il film non tradisce è sul piano puramente visivo: alcune sequenze sono da antologia e lasciano letteralmente a bocca aperta lo spettatore, con quel particolare sense of wonder che è un marchio di fabbrica dello Studio Ghibli. Fregiati della consueta cura maniacale per i dettagli, i fondali scenografici traboccano di ricercatezze, fra palazzi fiabeschi, arredi art-deco, padiglioni liberty e costumi sfarzosi, mentre tutto un minuzioso armamentario retro-futurista si esalta nelle scene di volo e nelle incredibili invenzioni meccaniche, in primis lo sbuffante e cigolante castello, dal sapore steampunk.
Tecnicamente si tratta del primo film dello Studio Ghibli che fa un uso sistematico della computer grafica, strumento verso il quale Miyazaki ha sempre nutrito una certa diffidenza e usato con estrema parsimonia. La CGI viene usata per lo più nelle animazioni del castello, nelle carrellate cittadine e negli effetti particellari (fumo, coriandoli, vapore), e bisogna riconoscere che è molto ben integrata e poco invasiva, a tutto vantaggio della spettacolarità delle scene.
La colonna sonora, composta e arrangiata per orchestra da Joe Hisaishi, si ispira chiaramente al clima decadente della belle epoque soprattutto nel tema principale The Merry-Go-Round of Life, scandito da uno struggente valzer, un po’ nostalgico e un po’ astratto, che si scompone in lievi pizzicati per poi ricomporsi in titaniche architetture sonore edificate sugli archi e sugli ottoni, il tutto ammantato dall’inconfondibile tocco del compositore nipponico. Nella seconda parte, quando il film vira su atmosfere più oscure, il tema iniziale tende a ripetersi in infinite varianti e se da un lato si fissa indelebilmente nell'orecchio dello spettatore, dall'altro manca di quella varietà tematica che aveva contraddistinto, ad esempio, le musiche di Mononoke, più incisive nei registri drammatici. Infine, il pianoforte conclusivo di To The Lake Of Stars tradisce assonanze e rimandi al capolavoro La città incantata.
Il castello errante di Howl è stato presentato in concorso alla 61ª Mostra di Venezia, conquistando il Premio Osella per il migliore contributo tecnico. È uscito nelle sale italiane l'anno successivo, il 9 settembre 2005, in concomitanza con la 62ª Mostra di Venezia, durante la quale Miyazaki è stato premiato con il Leone d'oro alla carriera. Creatura un po’ aliena, come il castello del titolo, rischia di apparire opera minore nell’ambito della prestigiosa e complessa filmografia dello Studio Ghibli, ma rimane pur sempre un film romantico e appassionato, emozionante e divertente, che continua a far sognare con le sue invenzioni e le sue visioni.
Quarantena. Vedo dopo molti anni "Il castello errante di Howl". Il regista è il maestro Miyazaki. Il film non ha bisogno di presentazioni. È così famoso e iconico che tutti hanno visto, almeno una volta, l'immagine del castello errante che si aggira, spettrale, per la nebbia. Erano anni che dovevo recuperarlo. Dopo la visione mi dico: "Devo recensirlo".
E allora: iniziamo. Sarà una recensione ridotta all'osso. Tanto mi dà tanto. Per prima cosa il comparto tecnico. Le musiche sono molto belle. È tipico dei film Ghibli. Niente da eccepire sull'animazione e sui disegni. Rispetto ai predecessori però sono peggio sfruttati. Non ci sono le divinità di "Principessa Mononoke" o gli splendidi oceani di pace de "La città incantata". Le ambientazioni sono fin troppo simili a "Kiki". Il character design è il solito Ghibli. Aiuto. Ancora una volta il Maestro preferisce l'autocompiacimento alla sostanza, perfino visiva. Peccato.
Registicamente è tutto traballante. La prima parte del film è lenta. E senza giustificazioni. Vorrebbe tessere la quotidianità e i sentimenti dei personaggi, per poi letteralmente distruggere il castello di lieta pigrizia che si era costruito attorno alla rassicurante quotidianità della protagonista. Nulla di male in questo. Ma non c'è scena di pulizia o presentazione che abbia anima. Il filo non è né quello di una domestica Penelope né di un ragno famelico. Le scene della prima parte sono tutte rattoppate. La seconda metà riesce a far riprendere un po' la storia. Ma gettano troppa carne a fuoco e troppe sottotrame mal gestite e giustapposte. È un casino. E nessun elemento si incastra o risalta.
In conclusione. Prima parte sonnolenta. Seconda confusionaria e distratta. Si sono dimenticati dello spettatore. Non so se l'idea fosse questa, ma io ho trovato tutti i fili della 'ntramaria flebili e senza nessun nesso.
Veniamo ai personaggi. Sophie non ha niente delle altre protagoniste di Miyazaki. Già le varie Nausicäa avevano stufato con le loro guerriglie del nulla. Ma, almeno, tentavano di portare con sé e incarnare i ripetitivi ideali del Maestro. Repetita iuvant. Certo, sono ideali di facciata, illusori e per di più mai approfonditi, essendo il genio di Hayao uno spettro del caso e della vuotezza narrativa. Ma almeno erano un marchio di fabbrica. Poteva essere simpatico e forse persino autoironico ripetere pedissequamente una nuova San. Mi avrebbe fatto schiattare dalle risate. Sophie, come le eroine del Vate, non ha carattere e non ha personalità. È passiva nei confronti degli eventi e degli artifici narrativi. Il suo solo momento interessante si riduce alla celebre scena in cui sale le scale con la Strega delle Ande. Una scena spettacolarmente animata, nel solito trionfo di colori di un agguerrito e lautamente arricchito studio Ghibli. Trattandosi di una storia d'amore posso comprendere la caratterizzazione casalinga e materna della ragazza. Ben più dignitosa di certe principesse del nulla del Vate. In più di una occasione lei dimostra di essere fedele e di voler curare le ferite emotive di Howl. Un tipo di protagonista che io adoro. Sono un grande fan dei personaggi femminili devoti di una volta. Ma Sophie non è neanche questo. Non comunica nulla. Non è niente. In "La città incantata" Miyazaki, ovviamente per pura casualità, c'aveva azzeccato. Chihiro era riuscita, in un frenetico viaggio nel Paese delle meraviglie, a scoprire la virtù del lavoro e del sudore domestico. Mi sarei aspettato che il caso fosse almeno altrettanto generoso con il film seguente. Chihiro è più casalinga e devota.
Il confronto mi aiuta. Chihiro, quando cambia nome in Sen, sperimenta una splendida scissione di personalità. Mi verrebbe da dire fra soggetto osservante e oggetto osservato, per riprendere le parole di Hideaki Anno. Ogni protagonista deve specchiarsi. Motoko Kusanagi si specchia. Alice si specchia. E Chihiro aveva un solo difetto: Haku. Quello che in lei era un difetto diventa l'intera personalità di Sophie. Sophie non si rispecchia negli occhi di Howl. Forse il Maestro ha visto che i suoi tanti nuovi fan occidentali erano estasiati da una insulsa storia romantica senz'anima. La scena più brutta del film era Chihiro che cerca di aiutare un Haku ferito sotto forma di drago. Leggendo le recensioni si sarà convinto di essere un bravo narratore di storie d'amore. E la scena più fuori posto del suo film più celebre è stata allungata all'inverosimile e trasformata in un solo nuovo film.
Ma almeno Sophie, rispetto a Chihiro, non può andare out of character. Non ha neanche un carattere. Come dicevo la fiaba è lo specchiarsi del personaggio. Può essere la strega cattiva di Biancaneve o Narciso, la stessa Biancaneve nel pozzo o Light Yagami crollato che rivede se stesso giovane e innocente. Sophie si scinde. La maledizione della Strega la rende vecchia. Anche una principessa che si trasforma in cigno però si deve confrontare con questo specchio. Sophie non lo fa. Come per Ashitaka di "Mononoke" la sua maledizione non reca nessuna vera maledizione. Non c'è conflitto o riflessione. Un buon autore avrebbe approfondito cosa significa per una diciassettenne ritrovarsi in un corpo non proprio. Che sarebbe un Purgatorio in terra per chiunque. Le due Sophie si sarebbero allontanate o incontrate o entrambe. Sophie avrebbe addirittura dubitato di se stessa o si sarebbe incolpata. Ma niente di niente. Ergo: "Howl" non è una fiaba.
Ma il punto dolente del lungometraggio è proprio il protagonista maschile. Non certo una novità per il gran Maestro. Miyazaki ha voluto creare un dandy, un eccentrico protagonista con fisse e pensieri strani. Un nevrastenico forse. Ma anche in questo è miseramente fallito. Nulla comunica lo spirito dello Jugendstil. Lui risulta fuori posto nell'ambientazione più congeniale per un decadente romantico. Questo dovrebbe far riflettere sulle presunte capacità artistiche di Mastro Hayao. Nulla comunica la decadenza di quell'epoca sull'orlo della catastrofe. Il suo castello non è un Titanic da interpretare: è un vuoto simulacro di 3DCG che lascia il tempo che trova. Lui e Sophie vorrebbero essere una Sybil Vane e un Dorian Gray gai e felici, degli spensierati protagonisti di un film déco del ventunesimo secolo. Ma non lo sono. La Luna di Giulietta è finta. E Miyazaki è l'ebreo che osserva l'impietoso crollo di Sybil. Solo che siamo nel ventunesimo secolo e il pubblico è estasiato da questi Leonato e Imogene del niente. Forse solo nel futuro "Arrietty" ci sarà un personaggio maschile, e ci vuole coraggio a chiamarlo così, altrettanto insulso e vuoto. Mi piace però la scena in cui viene presentato. In una città della vuota e sopravvalutata Europa settentrionale, fra l'altro rappresentata con i soliti e irrealistici cieli tersi e immacolati, Sophie e Howl camminano sul vuoto non visti da nessuno. Perfetto. "Howl" è la danza del nulla. Non brilla. Non svuota. Niente. Non comunica amore. Sarei il primo a palpitare per una scena simile. Howl è un ragazzo stupendo, Sophie ha una espressione dolcissima e sognante, in una posa a metà fra una nuova Nike di Samotracia e Rose di "Titanic". Una scena idealizzata, certo. Ma Miyazaki non riesce neanche a idealizzare come dovrebbe. E chi non idealizza nemmeno, mi dispiace, non ama o, almeno, non comunica amore.
Stendiamo un velo pietoso sugli altri personaggi. A partire dalla Strega delle Ande. Perfino lo Spaventapasseri è rovinato nel finale. Ma il punto dolente del cast è Calcifer. Un odioso elemento che rappresenta in pieno i film del Maestro: fonde tutto insieme, nella speranza di accontentare tutti, ma è completamente piegato alle esigenze di una scatola di cioccolatini senza sorpresa. Miyazaki fa fiasco persino nel suo. Calcifer avrebbe potuto essere un irraggiungibile Dio della Foresta, migliore e trascendente, e rappresentare il silenzio sacro che si addice a un elemento naturale. Poteva avere forza suggestiva e un ruolo degno del suo rango spirituale. Essere lo specchio e la luce degli spenti occhi di Howl. Invece no.
La sua è una fiammella infantile, incapace di illuminare e riscaldare una scenografia senza anima. Persino la suggestione metafisica sulle stelle è sprecata. Non dico di creare un "Silmarillion". Ma il Maestro ha scomodato il firmamento per una scenetta da "Teletubbies". Che squallore.
Sul lato delle tematiche neanche la pietà riesce a coprire qualcosa. Lo sfondo bellico è funzionale a scene visivamente suggestive, certo. Ma prive di pathos. In questo Miyazaki ha dimostrato di essere addirittura peggiorato dalle trascurabili ma un po' suggestive apocalissi divine di "Nausicäa". Odioso il tocco pseudo-steampunk. Unico punto di elogio i simpatici aerei da guerra. Per il resto, come al solito, il Maestro non riesce a comunicare nulla neanche nel volo e gli altri design sono ridicoli.
Cosa rimane, dopo questo, è facile da intuire. Il mio voto è generoso. Miyazaki non ha gli elementi per dipingere quella storia d'amore trascendentale che vuole tessere. Gli mancano i colori e i pennelli. Gli manca persino l'immanenza da trascendere. Lo spazio di questa storia è orrendo. Il tempo art nouveau è trattato da scuola superiore. Sull'amore ho detto tutto. Peccato che il Maestro non si sia fermato a "La città incantata". Sarebbe stato un ritiro glorioso, che avrebbe colorato almeno gli spazi solidi delle sue tele bucate. Ma neanche quello. Peccato.
Allo stato attuale non è un film. Né, figurarsi, un buon film.
E allora: iniziamo. Sarà una recensione ridotta all'osso. Tanto mi dà tanto. Per prima cosa il comparto tecnico. Le musiche sono molto belle. È tipico dei film Ghibli. Niente da eccepire sull'animazione e sui disegni. Rispetto ai predecessori però sono peggio sfruttati. Non ci sono le divinità di "Principessa Mononoke" o gli splendidi oceani di pace de "La città incantata". Le ambientazioni sono fin troppo simili a "Kiki". Il character design è il solito Ghibli. Aiuto. Ancora una volta il Maestro preferisce l'autocompiacimento alla sostanza, perfino visiva. Peccato.
Registicamente è tutto traballante. La prima parte del film è lenta. E senza giustificazioni. Vorrebbe tessere la quotidianità e i sentimenti dei personaggi, per poi letteralmente distruggere il castello di lieta pigrizia che si era costruito attorno alla rassicurante quotidianità della protagonista. Nulla di male in questo. Ma non c'è scena di pulizia o presentazione che abbia anima. Il filo non è né quello di una domestica Penelope né di un ragno famelico. Le scene della prima parte sono tutte rattoppate. La seconda metà riesce a far riprendere un po' la storia. Ma gettano troppa carne a fuoco e troppe sottotrame mal gestite e giustapposte. È un casino. E nessun elemento si incastra o risalta.
In conclusione. Prima parte sonnolenta. Seconda confusionaria e distratta. Si sono dimenticati dello spettatore. Non so se l'idea fosse questa, ma io ho trovato tutti i fili della 'ntramaria flebili e senza nessun nesso.
Veniamo ai personaggi. Sophie non ha niente delle altre protagoniste di Miyazaki. Già le varie Nausicäa avevano stufato con le loro guerriglie del nulla. Ma, almeno, tentavano di portare con sé e incarnare i ripetitivi ideali del Maestro. Repetita iuvant. Certo, sono ideali di facciata, illusori e per di più mai approfonditi, essendo il genio di Hayao uno spettro del caso e della vuotezza narrativa. Ma almeno erano un marchio di fabbrica. Poteva essere simpatico e forse persino autoironico ripetere pedissequamente una nuova San. Mi avrebbe fatto schiattare dalle risate. Sophie, come le eroine del Vate, non ha carattere e non ha personalità. È passiva nei confronti degli eventi e degli artifici narrativi. Il suo solo momento interessante si riduce alla celebre scena in cui sale le scale con la Strega delle Ande. Una scena spettacolarmente animata, nel solito trionfo di colori di un agguerrito e lautamente arricchito studio Ghibli. Trattandosi di una storia d'amore posso comprendere la caratterizzazione casalinga e materna della ragazza. Ben più dignitosa di certe principesse del nulla del Vate. In più di una occasione lei dimostra di essere fedele e di voler curare le ferite emotive di Howl. Un tipo di protagonista che io adoro. Sono un grande fan dei personaggi femminili devoti di una volta. Ma Sophie non è neanche questo. Non comunica nulla. Non è niente. In "La città incantata" Miyazaki, ovviamente per pura casualità, c'aveva azzeccato. Chihiro era riuscita, in un frenetico viaggio nel Paese delle meraviglie, a scoprire la virtù del lavoro e del sudore domestico. Mi sarei aspettato che il caso fosse almeno altrettanto generoso con il film seguente. Chihiro è più casalinga e devota.
Il confronto mi aiuta. Chihiro, quando cambia nome in Sen, sperimenta una splendida scissione di personalità. Mi verrebbe da dire fra soggetto osservante e oggetto osservato, per riprendere le parole di Hideaki Anno. Ogni protagonista deve specchiarsi. Motoko Kusanagi si specchia. Alice si specchia. E Chihiro aveva un solo difetto: Haku. Quello che in lei era un difetto diventa l'intera personalità di Sophie. Sophie non si rispecchia negli occhi di Howl. Forse il Maestro ha visto che i suoi tanti nuovi fan occidentali erano estasiati da una insulsa storia romantica senz'anima. La scena più brutta del film era Chihiro che cerca di aiutare un Haku ferito sotto forma di drago. Leggendo le recensioni si sarà convinto di essere un bravo narratore di storie d'amore. E la scena più fuori posto del suo film più celebre è stata allungata all'inverosimile e trasformata in un solo nuovo film.
Ma almeno Sophie, rispetto a Chihiro, non può andare out of character. Non ha neanche un carattere. Come dicevo la fiaba è lo specchiarsi del personaggio. Può essere la strega cattiva di Biancaneve o Narciso, la stessa Biancaneve nel pozzo o Light Yagami crollato che rivede se stesso giovane e innocente. Sophie si scinde. La maledizione della Strega la rende vecchia. Anche una principessa che si trasforma in cigno però si deve confrontare con questo specchio. Sophie non lo fa. Come per Ashitaka di "Mononoke" la sua maledizione non reca nessuna vera maledizione. Non c'è conflitto o riflessione. Un buon autore avrebbe approfondito cosa significa per una diciassettenne ritrovarsi in un corpo non proprio. Che sarebbe un Purgatorio in terra per chiunque. Le due Sophie si sarebbero allontanate o incontrate o entrambe. Sophie avrebbe addirittura dubitato di se stessa o si sarebbe incolpata. Ma niente di niente. Ergo: "Howl" non è una fiaba.
Ma il punto dolente del lungometraggio è proprio il protagonista maschile. Non certo una novità per il gran Maestro. Miyazaki ha voluto creare un dandy, un eccentrico protagonista con fisse e pensieri strani. Un nevrastenico forse. Ma anche in questo è miseramente fallito. Nulla comunica lo spirito dello Jugendstil. Lui risulta fuori posto nell'ambientazione più congeniale per un decadente romantico. Questo dovrebbe far riflettere sulle presunte capacità artistiche di Mastro Hayao. Nulla comunica la decadenza di quell'epoca sull'orlo della catastrofe. Il suo castello non è un Titanic da interpretare: è un vuoto simulacro di 3DCG che lascia il tempo che trova. Lui e Sophie vorrebbero essere una Sybil Vane e un Dorian Gray gai e felici, degli spensierati protagonisti di un film déco del ventunesimo secolo. Ma non lo sono. La Luna di Giulietta è finta. E Miyazaki è l'ebreo che osserva l'impietoso crollo di Sybil. Solo che siamo nel ventunesimo secolo e il pubblico è estasiato da questi Leonato e Imogene del niente. Forse solo nel futuro "Arrietty" ci sarà un personaggio maschile, e ci vuole coraggio a chiamarlo così, altrettanto insulso e vuoto. Mi piace però la scena in cui viene presentato. In una città della vuota e sopravvalutata Europa settentrionale, fra l'altro rappresentata con i soliti e irrealistici cieli tersi e immacolati, Sophie e Howl camminano sul vuoto non visti da nessuno. Perfetto. "Howl" è la danza del nulla. Non brilla. Non svuota. Niente. Non comunica amore. Sarei il primo a palpitare per una scena simile. Howl è un ragazzo stupendo, Sophie ha una espressione dolcissima e sognante, in una posa a metà fra una nuova Nike di Samotracia e Rose di "Titanic". Una scena idealizzata, certo. Ma Miyazaki non riesce neanche a idealizzare come dovrebbe. E chi non idealizza nemmeno, mi dispiace, non ama o, almeno, non comunica amore.
Stendiamo un velo pietoso sugli altri personaggi. A partire dalla Strega delle Ande. Perfino lo Spaventapasseri è rovinato nel finale. Ma il punto dolente del cast è Calcifer. Un odioso elemento che rappresenta in pieno i film del Maestro: fonde tutto insieme, nella speranza di accontentare tutti, ma è completamente piegato alle esigenze di una scatola di cioccolatini senza sorpresa. Miyazaki fa fiasco persino nel suo. Calcifer avrebbe potuto essere un irraggiungibile Dio della Foresta, migliore e trascendente, e rappresentare il silenzio sacro che si addice a un elemento naturale. Poteva avere forza suggestiva e un ruolo degno del suo rango spirituale. Essere lo specchio e la luce degli spenti occhi di Howl. Invece no.
La sua è una fiammella infantile, incapace di illuminare e riscaldare una scenografia senza anima. Persino la suggestione metafisica sulle stelle è sprecata. Non dico di creare un "Silmarillion". Ma il Maestro ha scomodato il firmamento per una scenetta da "Teletubbies". Che squallore.
Sul lato delle tematiche neanche la pietà riesce a coprire qualcosa. Lo sfondo bellico è funzionale a scene visivamente suggestive, certo. Ma prive di pathos. In questo Miyazaki ha dimostrato di essere addirittura peggiorato dalle trascurabili ma un po' suggestive apocalissi divine di "Nausicäa". Odioso il tocco pseudo-steampunk. Unico punto di elogio i simpatici aerei da guerra. Per il resto, come al solito, il Maestro non riesce a comunicare nulla neanche nel volo e gli altri design sono ridicoli.
Cosa rimane, dopo questo, è facile da intuire. Il mio voto è generoso. Miyazaki non ha gli elementi per dipingere quella storia d'amore trascendentale che vuole tessere. Gli mancano i colori e i pennelli. Gli manca persino l'immanenza da trascendere. Lo spazio di questa storia è orrendo. Il tempo art nouveau è trattato da scuola superiore. Sull'amore ho detto tutto. Peccato che il Maestro non si sia fermato a "La città incantata". Sarebbe stato un ritiro glorioso, che avrebbe colorato almeno gli spazi solidi delle sue tele bucate. Ma neanche quello. Peccato.
Allo stato attuale non è un film. Né, figurarsi, un buon film.
Questo film è meraviglioso, l'avrò visto una decina di volte e consigliato altrettante volte.
L'intreccio è realizzato con molta cura e non è per nulla banale, andando così a formare una trama profonda e coinvolgente a tutte le età. L'intera opere si caratterizza per un'aria fiabesca quasi onirica data dalle scelte cromatiche e dai disegni dal tipico tratto Ghibli, quindi è visivamente molto appagante; una realizzazione grafica di altissimo livello, affiancata da un altrettanto magnifica animazione. I primi venti minuti sono un po' lenti ma necessari per immedesimarsi meglio nella storia che una volta incanalata diventa scorrevolissima e molto piacevole. I personaggi poi sono tutti bellissimi, soprattutto il protagonista maschile ed ognuno di essi è ben caratterizzato ed ha uno scopo ben preciso nella storia.
Il film inoltre si presta molto bene anche ad analisi filosofiche e/o morali, o comunque porta lo spettatore ad interrogarsi sul film stesso, sulle scelte dei personaggi sulle ambientazioni, aggiungendo così una maggior profondità ed attualità, infatti questo film, come tutti quelli di Miyazaki, sono sempre molto attuali indipendentemente dall'anno in cui li si guarda.
L'intreccio è realizzato con molta cura e non è per nulla banale, andando così a formare una trama profonda e coinvolgente a tutte le età. L'intera opere si caratterizza per un'aria fiabesca quasi onirica data dalle scelte cromatiche e dai disegni dal tipico tratto Ghibli, quindi è visivamente molto appagante; una realizzazione grafica di altissimo livello, affiancata da un altrettanto magnifica animazione. I primi venti minuti sono un po' lenti ma necessari per immedesimarsi meglio nella storia che una volta incanalata diventa scorrevolissima e molto piacevole. I personaggi poi sono tutti bellissimi, soprattutto il protagonista maschile ed ognuno di essi è ben caratterizzato ed ha uno scopo ben preciso nella storia.
Il film inoltre si presta molto bene anche ad analisi filosofiche e/o morali, o comunque porta lo spettatore ad interrogarsi sul film stesso, sulle scelte dei personaggi sulle ambientazioni, aggiungendo così una maggior profondità ed attualità, infatti questo film, come tutti quelli di Miyazaki, sono sempre molto attuali indipendentemente dall'anno in cui li si guarda.
É davvero difficile scrivere una recensione su un'opera che mi ha regalato così tante emozioni positive e mi ha fatto sognare per quasi due ore, mentre guardavo lo schermo del televisore con un sorriso stampato sul viso.
Ecco l'effetto che mi ha fatto questo meraviglioso gioiello: "Il castello errante di Howl". Mi maledico per averlo recuperato solo ora ma, per fortuna, meglio tardi che mai.
Da dove cominciare? Ci sono così tante cose che mi passano per la testa, in questo momento, e potrei restare a parlare di questo capolavoro per tutto il giorno. "Il castello errante di Howl", opera del maestro Miyazaki, ha avuto lo stesso effetto, su di me, di un colpo di fulmine. É stato come innamorarmi: le farfalle nello stomaco, gli occhi che scintillavano, il sorriso permanente sulla faccia. Mi sono sentita una bambina! Non posso farci niente: quando guardo i mondi fantastici come quello dell'opera che sto recensendo o di qualsiasi altra in cui sia presente nella stessa massiccia quantità, io mi immergo in quell'universo, abbandono la realtà e vivo con i personaggi le loro avventure.
"Il castello errante di Howl" offre proprio questo, ai suoi spettatori: un mondo immaginario, magico, in cui gettarsi. Le due ore trascorrono troppo velocemente e al termine della pellicola vorresti solo ritornare all'inizio e goderlo tutto di nuovo.
Il film è la storia di Sophie, una ragazza che confeziona cappelli in un negozio. Un giorno, viene tratta in salvo da un misterioso e affascinante personaggio, mentre i due vengono inseguiti da strane figure. In salvo, Sophie torna al negozio ma viene attaccata da una donna: la Strega delle Ande, che le lancia una maledizione. L'aspetto di Sophie non è più quello di una ragazza, ma di un'anziana signora. Per liberarsi dell'incantesimo, Sophie si mette in viaggio e, durante il cammino (affaticata dai dolori della vecchiaia), incontra un curioso spaventapasseri, Rapa. Eppure, dato che ci troviamo in un mondo magico, questo riesce a sentirla e, alla sua ironica richiesta di volere una casa per riposare e ripararsi dal freddo, Rapa la porta dal castello errante di Howl. Qui, Sophie conoscerà Markl, un piccolo mago, e Calcifer, un demone del fuoco, nonché il motore del castello. Inoltre, la protagonista scopre che il ragazzo misterioso che l'ha salvata dalle strane figure che appartenevano alla Strega delle Ande è proprio Howl. Da qui, inizierà la straordinaria avventura di Sophie, che però lascerò scoprire a voi guardando la pellicola.
Oltre alla trama ben costruita, interessante e estremamente piacevole, "Il castello errante di Howl" ha una miriade di elementi positivi di cui andare a parlare. A partire dalle animazioni e la grafica. Che dire? I colori sono tantissimi, le vedute sulle città e sui paesaggi assolutamente meravigliose. Anche solamente per questo aspetto si dovrebbe vedere questo film!
Passiamo poi ai personaggi! Ho amato tutti i protagonisti: dalla simpatica e coraggiosa Sophie all'affascinante e dolce Hawl (lo ammetto: il mio personaggio preferito). E ancora Calcifer, con il suo carattere eccentrico, Markl, il giovanissimo mago, e Rapa, lo spaventapasseri che in realtà è un uomo che ha subito anch'egli, come Sophie, una maledizione, che ho trovato carinissimo fin dal primo istante! Lo sviluppo psicologico dei personaggi rende questi ultimi, inoltre, ancora più piacevoli e trasformano la miticità della storia in un racconto che comunque, per certi aspetti, rappresenta la metafora di alcuni argomenti della nostra vita reale. Primo tra tutti: la bellezza, per Howl indispensabile alla vita, mentre Sophie non la ritrova in sé e la maledizione che la rende anziana sembra quasi non sconvolgerla più di tanto (ad enfatizzare il fatto che lei, comunque, non si trovava carina).
Per quanto riguarda la colonna sonora, non ho molte parole da spendere. Dire che è "magica" basta a far capire quanto mi sia piaciuta? Grazie ad essa, alcuni momenti del film mi hanno emozionata al punto da provocarmi la pelle d'oca!
Cos'altro aggiungere? Una delle opere più belle che io abbia mai visto e che sicuramente rivedrò molte altre volte. Se non lo avete ancora fatto, vi prego: guardatelo! Non per i commenti positivi che possono influenzarvi e nemmeno perché convinti da qualcuno che vuole avere anche il vostro parere: ma fatelo per voi. Fatelo perché, almeno per due ore, allontanatevi dalla realtà e immergetevi nel mondo magico e fantastico del castello errante di Howl.
Ecco l'effetto che mi ha fatto questo meraviglioso gioiello: "Il castello errante di Howl". Mi maledico per averlo recuperato solo ora ma, per fortuna, meglio tardi che mai.
Da dove cominciare? Ci sono così tante cose che mi passano per la testa, in questo momento, e potrei restare a parlare di questo capolavoro per tutto il giorno. "Il castello errante di Howl", opera del maestro Miyazaki, ha avuto lo stesso effetto, su di me, di un colpo di fulmine. É stato come innamorarmi: le farfalle nello stomaco, gli occhi che scintillavano, il sorriso permanente sulla faccia. Mi sono sentita una bambina! Non posso farci niente: quando guardo i mondi fantastici come quello dell'opera che sto recensendo o di qualsiasi altra in cui sia presente nella stessa massiccia quantità, io mi immergo in quell'universo, abbandono la realtà e vivo con i personaggi le loro avventure.
"Il castello errante di Howl" offre proprio questo, ai suoi spettatori: un mondo immaginario, magico, in cui gettarsi. Le due ore trascorrono troppo velocemente e al termine della pellicola vorresti solo ritornare all'inizio e goderlo tutto di nuovo.
Il film è la storia di Sophie, una ragazza che confeziona cappelli in un negozio. Un giorno, viene tratta in salvo da un misterioso e affascinante personaggio, mentre i due vengono inseguiti da strane figure. In salvo, Sophie torna al negozio ma viene attaccata da una donna: la Strega delle Ande, che le lancia una maledizione. L'aspetto di Sophie non è più quello di una ragazza, ma di un'anziana signora. Per liberarsi dell'incantesimo, Sophie si mette in viaggio e, durante il cammino (affaticata dai dolori della vecchiaia), incontra un curioso spaventapasseri, Rapa. Eppure, dato che ci troviamo in un mondo magico, questo riesce a sentirla e, alla sua ironica richiesta di volere una casa per riposare e ripararsi dal freddo, Rapa la porta dal castello errante di Howl. Qui, Sophie conoscerà Markl, un piccolo mago, e Calcifer, un demone del fuoco, nonché il motore del castello. Inoltre, la protagonista scopre che il ragazzo misterioso che l'ha salvata dalle strane figure che appartenevano alla Strega delle Ande è proprio Howl. Da qui, inizierà la straordinaria avventura di Sophie, che però lascerò scoprire a voi guardando la pellicola.
Oltre alla trama ben costruita, interessante e estremamente piacevole, "Il castello errante di Howl" ha una miriade di elementi positivi di cui andare a parlare. A partire dalle animazioni e la grafica. Che dire? I colori sono tantissimi, le vedute sulle città e sui paesaggi assolutamente meravigliose. Anche solamente per questo aspetto si dovrebbe vedere questo film!
Passiamo poi ai personaggi! Ho amato tutti i protagonisti: dalla simpatica e coraggiosa Sophie all'affascinante e dolce Hawl (lo ammetto: il mio personaggio preferito). E ancora Calcifer, con il suo carattere eccentrico, Markl, il giovanissimo mago, e Rapa, lo spaventapasseri che in realtà è un uomo che ha subito anch'egli, come Sophie, una maledizione, che ho trovato carinissimo fin dal primo istante! Lo sviluppo psicologico dei personaggi rende questi ultimi, inoltre, ancora più piacevoli e trasformano la miticità della storia in un racconto che comunque, per certi aspetti, rappresenta la metafora di alcuni argomenti della nostra vita reale. Primo tra tutti: la bellezza, per Howl indispensabile alla vita, mentre Sophie non la ritrova in sé e la maledizione che la rende anziana sembra quasi non sconvolgerla più di tanto (ad enfatizzare il fatto che lei, comunque, non si trovava carina).
Per quanto riguarda la colonna sonora, non ho molte parole da spendere. Dire che è "magica" basta a far capire quanto mi sia piaciuta? Grazie ad essa, alcuni momenti del film mi hanno emozionata al punto da provocarmi la pelle d'oca!
Cos'altro aggiungere? Una delle opere più belle che io abbia mai visto e che sicuramente rivedrò molte altre volte. Se non lo avete ancora fatto, vi prego: guardatelo! Non per i commenti positivi che possono influenzarvi e nemmeno perché convinti da qualcuno che vuole avere anche il vostro parere: ma fatelo per voi. Fatelo perché, almeno per due ore, allontanatevi dalla realtà e immergetevi nel mondo magico e fantastico del castello errante di Howl.
Questo film è meraviglioso, l'avrò visto una quindicina di volte per quanto mi piace. L'intreccio è realizzato con molta cura e non è per nulla banale. L'intera opere si caratterizza per un'aria fiabesca quasi onirica data dalle scelte cromatiche e dai disegni dal tipico tratto Ghibli, quindi è visivamente molto appagante. I primi venti minuti sono un po' lenti ma necessari per immedesimarsi meglio nella storia che una volta incanalata diventa scorrevolissima e molto piacevole. I personaggi poi sono tutti bellissimi, soprattutto il protagonista maschile.
Eccomi a recensire un'opera dello Studio Ghibli, uno dei famosi capolavori tanto osannati dal pubblico medio: "Il castello errante di Howl", oppure "Hauru no Ugoku Shiro". La regia ha la firma del maestro Hayao Miyazaki (non mi dilungo nel rammentarlo, in quanto è quasi impossibile che non lo si conosca).
Va precisato che differisce da opere precedenti come "Laputa: il castello nel cielo" oppure "La città incantata", in quanto la sceneggiatura è tratta da un romanzo (omonimo dell'autrice britannica Diana Wynne Jones).
Come tutte le opere nate dal genio, summenzionato, Hayao Miyazaki, questa pellicola possiede un aspetto magico, quasi fiabesco, ma al contempo ha un retrogusto cupo ed esprime emozioni quasi opprimenti (come ad esempio ne "La città incantata").
Le immagini, tassativamente disegnate a mano, raccontano un mondo che, se non ci fossero i fatti a confermarlo, si penserebbe pensato e creato unicamente dal regista.
Come sempre non ci si perde in prologhi e noiose introduzioni, e ci si ritrova catapultati immediatamente nel tempo a cui appartiene la storia.
La storia ci racconta di Sophie, una giovane e dolce cappellaia, che in un giorno come tanti si ritrova a dover essere salvata da un misterioso e affascinante mago, meglio noto come Howl. Creduta una rivale in amore dall'orribile Strega delle lande desolate, viene maledetta ad essere un'anziana di novant'anni e a dover tener segreta la sua identità. Sophie, non potendo chiedere aiuto a nessuno e timorosa di non essere riconosciuta dalla sua famiglia, decide di scappare. Da qui vivrà una serie di rocamboleschi eventi che la porteranno a vivere nel castello dell'avvenente ma fin troppo narcisista Howl.
Bombe, magie, amori, gelosie e tanto altro in questi magici 119 minuti: ciò che entusiasma e che emoziona sono gli sviluppi psicologici dei vari personaggi, un frenetico e altalenante ritmo che denuderà alcune tra le più grandi debolezze umane.
Il reparto grafico è impeccabile. Il maestro non si smentisce mai.
La colonna sonora è curata da Youmi Kimura, ma soprattutto Joe Hisaishi, il cui nome è sinonimo di qualità ("Laputa: il castello nel cielo", "La città incantata" ecc.).
Il mio voto conclusivo è 8,5. Piacevole da vedere e rivedere, ma 119 minuti non raccolgono appieno l'essenza dell'opera originale.
Va precisato che differisce da opere precedenti come "Laputa: il castello nel cielo" oppure "La città incantata", in quanto la sceneggiatura è tratta da un romanzo (omonimo dell'autrice britannica Diana Wynne Jones).
Come tutte le opere nate dal genio, summenzionato, Hayao Miyazaki, questa pellicola possiede un aspetto magico, quasi fiabesco, ma al contempo ha un retrogusto cupo ed esprime emozioni quasi opprimenti (come ad esempio ne "La città incantata").
Le immagini, tassativamente disegnate a mano, raccontano un mondo che, se non ci fossero i fatti a confermarlo, si penserebbe pensato e creato unicamente dal regista.
Come sempre non ci si perde in prologhi e noiose introduzioni, e ci si ritrova catapultati immediatamente nel tempo a cui appartiene la storia.
La storia ci racconta di Sophie, una giovane e dolce cappellaia, che in un giorno come tanti si ritrova a dover essere salvata da un misterioso e affascinante mago, meglio noto come Howl. Creduta una rivale in amore dall'orribile Strega delle lande desolate, viene maledetta ad essere un'anziana di novant'anni e a dover tener segreta la sua identità. Sophie, non potendo chiedere aiuto a nessuno e timorosa di non essere riconosciuta dalla sua famiglia, decide di scappare. Da qui vivrà una serie di rocamboleschi eventi che la porteranno a vivere nel castello dell'avvenente ma fin troppo narcisista Howl.
Bombe, magie, amori, gelosie e tanto altro in questi magici 119 minuti: ciò che entusiasma e che emoziona sono gli sviluppi psicologici dei vari personaggi, un frenetico e altalenante ritmo che denuderà alcune tra le più grandi debolezze umane.
Il reparto grafico è impeccabile. Il maestro non si smentisce mai.
La colonna sonora è curata da Youmi Kimura, ma soprattutto Joe Hisaishi, il cui nome è sinonimo di qualità ("Laputa: il castello nel cielo", "La città incantata" ecc.).
Il mio voto conclusivo è 8,5. Piacevole da vedere e rivedere, ma 119 minuti non raccolgono appieno l'essenza dell'opera originale.
Per scrivere in tutta sincerità, sono rimasto deluso di fronte a quest'opera sempre pubblicizzatami come capolavoro fin da bambino. La sorpresa mi ha avvolto nel constatare che non solo, durante la visione, non provavo nessun interesse nei confronti della trama, ma che non capivo neanche bene cosa stesse succedendo!
In questo film d'animazione, la Ghibli trasporta la spettatore in un mondo diverso dal suo, con storia e culture diverse, senza però che esso, lo studio, si dia il minimo da fare per introdurre al povero e disorientato spettatore le vicende del mondo in cui l'ha catapultato, pretendendo, tra colori sgargianti e ottimi disegni paesaggistici, che lui gridi "Magnifico!".
Non so quale sarebbe stato il mio destino se prima di guardare l'opera non avessi letto la trama su Wikipedia, non so se avrei capito quel poco che ho capito adesso. Di certo so che non basta che il film sia della Ghibli per far in modo che io lo consigli ad altri. Infatti, credo che se non fosse stato prodotto dal famoso studio non credo sarebbe stato considerato come lo è oggi. incantevoli musiche, paragonabili a quelle di "Laputa", e disegni, tranne per i personaggi, che colpiscono l'occhio, ma non bastano per dimenticare l'assenza di una trama comprensibile a coloro che non hanno letto il romanzo da cui l'opera è tratta.
Consiglio il film solo ai fan della Ghibli, in modo tale che possano mettere nella loro lista di "visti" anche questo film, avvisandoli, però, che potrebbero rimanere delusi dal maestro Myazaki.
In questo film d'animazione, la Ghibli trasporta la spettatore in un mondo diverso dal suo, con storia e culture diverse, senza però che esso, lo studio, si dia il minimo da fare per introdurre al povero e disorientato spettatore le vicende del mondo in cui l'ha catapultato, pretendendo, tra colori sgargianti e ottimi disegni paesaggistici, che lui gridi "Magnifico!".
Non so quale sarebbe stato il mio destino se prima di guardare l'opera non avessi letto la trama su Wikipedia, non so se avrei capito quel poco che ho capito adesso. Di certo so che non basta che il film sia della Ghibli per far in modo che io lo consigli ad altri. Infatti, credo che se non fosse stato prodotto dal famoso studio non credo sarebbe stato considerato come lo è oggi. incantevoli musiche, paragonabili a quelle di "Laputa", e disegni, tranne per i personaggi, che colpiscono l'occhio, ma non bastano per dimenticare l'assenza di una trama comprensibile a coloro che non hanno letto il romanzo da cui l'opera è tratta.
Consiglio il film solo ai fan della Ghibli, in modo tale che possano mettere nella loro lista di "visti" anche questo film, avvisandoli, però, che potrebbero rimanere delusi dal maestro Myazaki.
"Il castello errante di Howl" è un lungometraggio dello Studio Ghibli, scritto e prodotto da Hayao Miyazaki, basato sul romanzo omonimo di Diana Wynne Jones.
Capolavoro visivo di livello sopraffino, "Il castello errante di Howl" racconta di Sophie, una ragazza un po' rigida e chiusa in se stessa che vive lavorando nella cappelleria di famiglia. La vita di Sophie scorre monotona e senza alcuna ambizione in particolare, fino a che viene a sapere che in città è arrivato, col suo castello in grado di muoversi, il temibile mago Howl, che si diverte a conquistare ragazze alle quali - secondo le voci che corrono - mangerebbe il cuore prima di abbandonarle. Un giorno per caso, Sophie viene importunata da due uomini e a salvarla arriva un ragazzo misterioso che altri non è che il mago Howl; questo episodio però costerà caro alla povera ragazza, che verrà notata dalla terribile Strega delle Lande Desolate, che credendo che Sophie abbia qualcosa a che fare col mago, la maledice rendendola una signora anziana. Da questo momento in poi, Sophie è costretta a vivere nel suo corpo invecchiato di parecchi decenni, e con non poca fatica decide di mettersi in viaggio per trovare un modo per liberarsi da questa maledizione... Dopo un po' riesce a ritrovare il castello errante del mago e a entrarvi. Dopo aver conosciuto l'aiutante di Howl e soprattutto Calcifer, il demone del fuoco col quale molti anni prima Howl aveva fatto un patto per ricevere i suoi poteri, e che è al tempo stesso colui che tiene in movimento il castello, Sophie riesce a farsi assumere come donna delle pulizie dal mago stesso, per avere un'occasione di indagare e cercare qualunque indizio possa essere utile per tornare giovane...
Queste sono le premesse per una storia piena di magia e colpi di scena, piena zeppa di personaggi.
Partiamo dal comparto visivo, che è eccezionale e prosegue sulla scia della "Città Incantata", capolavoro precedente dello Studio Ghibli, che ha conquistato anche il pubblico occidentale coi suoi colori sgargianti, le animazioni fluide e i fondali curati in modo maniacale.
Qui ritroviamo esattamente le stesse caratteristiche con un character design accattivante ma che ha il tipico stile dei personaggi ai quali lo Studio Ghibli ci ha abituato nel corso degli anni, forse in chiave più moderna.
Maestosa anche la colonna sonora che accompagna i personaggi nel corso del film, fino alla splendida e dolcissima canzone del finale.
La sceneggiatura del film, come già detto, è curata da Hayao Miyazaki, che ha voluto inserire l'elemento di una guerra magica che si sta consumando nel regno, che in realtà è assente dal libro originale.
Probabilmente questa scelta di trattare un tema tipicamente caro al Maestro costituisce l'unico punto di debolezza del film, altrimenti impeccabile.
La sceneggiatura alterna infatti momenti perfettamente aderenti al romanzo (come la parte iniziale e la scena in cui Sophie arranca faticosamente per salire le scale del palazzo reale) ad altre aggiunte e a personaggi pesantemente modificati.
Nel romanzo, infatti, Sophie ha ben due sorelle, che saranno oggetto di larga parte della narrazione, poiché disgraziatamente sembra che Howl si sia infatuato di una delle due (Lettie, che nel film si vede lavorare in pasticceria circondata da ammiratori) con non poca preoccupazione da parte di Sophie; un altro elemento di fondamentale differenza è che nel romanzo Howl in realtà è nato nel Galles dei giorni nostri e solo in seguito ha acquisito la magia; infatti, una delle uscite del castello è costituita dal Galles attuale, mondo in cui Howl ha una difficile situazione familiare, e dal quale scappa in continuazione.
In buona sostanza, poiché il romanzo si concentra principalmente sul rapporto tra Howl e Sophie e sulle loro rispettive vite, è lasciato molto più spazio alla loro caratterizzazione, che risulta efficace e di impatto, cosa sulla quale forse sarebbe stato necessario calcare di più la mano nel film: introducendo l'elemento della guerra si perde focalizzazione sui personaggi principali, mentre, invece, probabilmente la storia familiare di Howl e qualche nota in più sulle preoccupazioni di Sophie sarebbero state più in linea con il ritmo della narrazione e con l'idea originale dell'autrice.
La sceneggiatura di Miyazaki rimane un ottimo lavoro, ma forse una maggiore aderenza ai temi del romanzo originale avrebbe reso maggiore giustizia a questo splendido romanzo per ragazzi (che però forse può essere apprezzato a pieno solo da un lettore adulto, per essere compreso in tutte le sue sfumature).
Per quanto riguarda l'adattamento italiano, come al solito ci troviamo di fronte a perle di ineffabile bruttezza come "Sorellona di se stessi bisogna decidere da se stessi!" (frase gridata da Lettie a Sophie all'inizio del film) che contribuiscono a rovinare il ritmo e la credibilità della sceneggiatura.
Tuttavia, a parte qualche bruttura come quella citata sopra, siamo ancora nell'ambito del comprensibile, anche se ancora una volta bisognerebbe fare una riflessione profonda sul confine tra una traduzione aderente e rispettosa dell'originale e il concetto stesso di adattamento (spesso completamente assente).
Il doppiaggio è buono, con qualche scelta meno felice e altre più azzeccate, ma il vero problema è che un adattamento artificioso o comunque troppo macchinoso rende il doppiaggio meno credibile e secondo me irrigidisce la recitazione dei doppiatori, visto che si perde quasi il senso delle battute che devono pronunciare (cosa palese in "Arrietty" sempre dello Studio Ghibli), anche se come dicevo siamo ancora nei limiti dell'accettabile. Anche se un film di questo livello e con questo impegno a monte forse avrebbe meritato qualche sforzo in più in termini di adattamento.
Capolavoro visivo di livello sopraffino, "Il castello errante di Howl" racconta di Sophie, una ragazza un po' rigida e chiusa in se stessa che vive lavorando nella cappelleria di famiglia. La vita di Sophie scorre monotona e senza alcuna ambizione in particolare, fino a che viene a sapere che in città è arrivato, col suo castello in grado di muoversi, il temibile mago Howl, che si diverte a conquistare ragazze alle quali - secondo le voci che corrono - mangerebbe il cuore prima di abbandonarle. Un giorno per caso, Sophie viene importunata da due uomini e a salvarla arriva un ragazzo misterioso che altri non è che il mago Howl; questo episodio però costerà caro alla povera ragazza, che verrà notata dalla terribile Strega delle Lande Desolate, che credendo che Sophie abbia qualcosa a che fare col mago, la maledice rendendola una signora anziana. Da questo momento in poi, Sophie è costretta a vivere nel suo corpo invecchiato di parecchi decenni, e con non poca fatica decide di mettersi in viaggio per trovare un modo per liberarsi da questa maledizione... Dopo un po' riesce a ritrovare il castello errante del mago e a entrarvi. Dopo aver conosciuto l'aiutante di Howl e soprattutto Calcifer, il demone del fuoco col quale molti anni prima Howl aveva fatto un patto per ricevere i suoi poteri, e che è al tempo stesso colui che tiene in movimento il castello, Sophie riesce a farsi assumere come donna delle pulizie dal mago stesso, per avere un'occasione di indagare e cercare qualunque indizio possa essere utile per tornare giovane...
Queste sono le premesse per una storia piena di magia e colpi di scena, piena zeppa di personaggi.
Partiamo dal comparto visivo, che è eccezionale e prosegue sulla scia della "Città Incantata", capolavoro precedente dello Studio Ghibli, che ha conquistato anche il pubblico occidentale coi suoi colori sgargianti, le animazioni fluide e i fondali curati in modo maniacale.
Qui ritroviamo esattamente le stesse caratteristiche con un character design accattivante ma che ha il tipico stile dei personaggi ai quali lo Studio Ghibli ci ha abituato nel corso degli anni, forse in chiave più moderna.
Maestosa anche la colonna sonora che accompagna i personaggi nel corso del film, fino alla splendida e dolcissima canzone del finale.
La sceneggiatura del film, come già detto, è curata da Hayao Miyazaki, che ha voluto inserire l'elemento di una guerra magica che si sta consumando nel regno, che in realtà è assente dal libro originale.
Probabilmente questa scelta di trattare un tema tipicamente caro al Maestro costituisce l'unico punto di debolezza del film, altrimenti impeccabile.
La sceneggiatura alterna infatti momenti perfettamente aderenti al romanzo (come la parte iniziale e la scena in cui Sophie arranca faticosamente per salire le scale del palazzo reale) ad altre aggiunte e a personaggi pesantemente modificati.
Nel romanzo, infatti, Sophie ha ben due sorelle, che saranno oggetto di larga parte della narrazione, poiché disgraziatamente sembra che Howl si sia infatuato di una delle due (Lettie, che nel film si vede lavorare in pasticceria circondata da ammiratori) con non poca preoccupazione da parte di Sophie; un altro elemento di fondamentale differenza è che nel romanzo Howl in realtà è nato nel Galles dei giorni nostri e solo in seguito ha acquisito la magia; infatti, una delle uscite del castello è costituita dal Galles attuale, mondo in cui Howl ha una difficile situazione familiare, e dal quale scappa in continuazione.
In buona sostanza, poiché il romanzo si concentra principalmente sul rapporto tra Howl e Sophie e sulle loro rispettive vite, è lasciato molto più spazio alla loro caratterizzazione, che risulta efficace e di impatto, cosa sulla quale forse sarebbe stato necessario calcare di più la mano nel film: introducendo l'elemento della guerra si perde focalizzazione sui personaggi principali, mentre, invece, probabilmente la storia familiare di Howl e qualche nota in più sulle preoccupazioni di Sophie sarebbero state più in linea con il ritmo della narrazione e con l'idea originale dell'autrice.
La sceneggiatura di Miyazaki rimane un ottimo lavoro, ma forse una maggiore aderenza ai temi del romanzo originale avrebbe reso maggiore giustizia a questo splendido romanzo per ragazzi (che però forse può essere apprezzato a pieno solo da un lettore adulto, per essere compreso in tutte le sue sfumature).
Per quanto riguarda l'adattamento italiano, come al solito ci troviamo di fronte a perle di ineffabile bruttezza come "Sorellona di se stessi bisogna decidere da se stessi!" (frase gridata da Lettie a Sophie all'inizio del film) che contribuiscono a rovinare il ritmo e la credibilità della sceneggiatura.
Tuttavia, a parte qualche bruttura come quella citata sopra, siamo ancora nell'ambito del comprensibile, anche se ancora una volta bisognerebbe fare una riflessione profonda sul confine tra una traduzione aderente e rispettosa dell'originale e il concetto stesso di adattamento (spesso completamente assente).
Il doppiaggio è buono, con qualche scelta meno felice e altre più azzeccate, ma il vero problema è che un adattamento artificioso o comunque troppo macchinoso rende il doppiaggio meno credibile e secondo me irrigidisce la recitazione dei doppiatori, visto che si perde quasi il senso delle battute che devono pronunciare (cosa palese in "Arrietty" sempre dello Studio Ghibli), anche se come dicevo siamo ancora nei limiti dell'accettabile. Anche se un film di questo livello e con questo impegno a monte forse avrebbe meritato qualche sforzo in più in termini di adattamento.
Hayao Miyazaki è indubbiamente uno dei cinque registi più influenti degli ultimi trent'anni ed è, a mio avviso, al pari del compianto Walt Disney, il miglior cineasta di sempre per quanto concerne l'animazione. I suoi film sono dei veri e propri classici, intrisi di una potenza visionaria che con il tempo è divenuta il vero e proprio marchio di fabbrica del suo genio. Tra i gioielli che compongono la cinematografia di Hayao, "Il castello errante di Howl" risulta uno dei più splendenti, impreziosito ulteriormente da un'originalità invidiabile, sia per quanto riguarda i personaggi che per la storia stessa. Veniamo alla trama.
Sophie è una ragazza semplice che lavora come cappellaia in un negozio lasciatogli in eredità dal defunto padre. La sua vita cambierà dall'incontro con Howl, un bellissimo stregone, il cui fascino si dice rubi il cuore a qualsiasi fanciulla. Lo stesso giorno, mentre cuce nel suo negozio, gli farà visita la temibile Strega delle lande. La strega maledirà Sophie, rendendola un'inerme vecchietta. Tra intemperie e scorci mozzafiato Sophie si metterà in viaggio alla ricerca di Howl, convinta che lui, in quanto stregone, possa spezzare il suo maleficio; si improvviserà donna delle pulizie del suo castello errante.
Non mancheranno colpi di scena e cambi di rotta inaspettati a ben farcire quella che sembra una storia classica.
Sono i personaggi però, la colonna portante dell'intera opera.
La maledizione di Sophie la renderà una personalità molto più interessante di quanto non sembri all'inizio, facendoci spesso dimenticare del suo reale giovane aspetto.
Howl risulta un personaggio quasi mistico, capace di farvi sussultare ad ogni sua entrata in scena, dotato di un fascino e di una dolcezza che è difficilmente descrivibile.
La Strega delle lande è un'antagonista atipica ed una volta capito il perché delle sue azioni susciterà tenerezza nello spettatore come pochi altri villain. Indimenticabili anche i personaggi secondari, su tutti Calcifer e Testa di Rapa. Il primo è un'eccentrica fiammella, demone del fuoco nonché il vero e proprio motore del castello errante; il secondo invece uno spaventapasseri il quale, come Sophie, ha subito una terribile maledizione.
A far da sfondo a tutto ciò un'inspiegabile e violenta guerra, le cui cause restano volutamente misteriose ed inspiegate. D'altronde, quale guerra ha senso?
La metafora su cui verte lo scheletro narrativo del film è la bellezza; Howl è ossessionato dal suo stesso fascino (epica la scena in cui si deprime trasformandosi in una melma gelatinosa solo perché si tinge erroneamente i capelli di rosso): "Senza avere la bellezza non c'è alcuna ragione di vivere".
Sophie risulta essere invece l'esatto opposto. Non essendosi mai sentita bella è finita per essere oppressa dalla sua insicurezza estetica. La maledizione subita infatti, rappresenta l'immagine che lei ha di se stessa.
Tecnicamente, il lavoro svolto è sontuoso, con disegni che sembrano vivi e sfondi e fondali che fan venir voglia di mettere il film in pausa per goderseli a pieno. Il comparto sonoro è anch'esso eccezionale, con musiche magiche e nostalgiche, in perfetta linea con le altre opere targate Ghibli.
Piccola nota dolente: il finale, che risulta un po' scarnificato e fin troppo sbrigativo, con la soluzione simultanea di più eventi che avrebbero, a mio avviso, meritato un maggior approfondimento.
Ancora una volta, Miyazaki e lo Studio Ghibli insegnano ed emozionano come solo loro sanno fare, regalandoci un capolavoro dell'animazione moderna che nessuno dovrebbe lasciarsi sfuggire.
Voto: 9
Sophie è una ragazza semplice che lavora come cappellaia in un negozio lasciatogli in eredità dal defunto padre. La sua vita cambierà dall'incontro con Howl, un bellissimo stregone, il cui fascino si dice rubi il cuore a qualsiasi fanciulla. Lo stesso giorno, mentre cuce nel suo negozio, gli farà visita la temibile Strega delle lande. La strega maledirà Sophie, rendendola un'inerme vecchietta. Tra intemperie e scorci mozzafiato Sophie si metterà in viaggio alla ricerca di Howl, convinta che lui, in quanto stregone, possa spezzare il suo maleficio; si improvviserà donna delle pulizie del suo castello errante.
Non mancheranno colpi di scena e cambi di rotta inaspettati a ben farcire quella che sembra una storia classica.
Sono i personaggi però, la colonna portante dell'intera opera.
La maledizione di Sophie la renderà una personalità molto più interessante di quanto non sembri all'inizio, facendoci spesso dimenticare del suo reale giovane aspetto.
Howl risulta un personaggio quasi mistico, capace di farvi sussultare ad ogni sua entrata in scena, dotato di un fascino e di una dolcezza che è difficilmente descrivibile.
La Strega delle lande è un'antagonista atipica ed una volta capito il perché delle sue azioni susciterà tenerezza nello spettatore come pochi altri villain. Indimenticabili anche i personaggi secondari, su tutti Calcifer e Testa di Rapa. Il primo è un'eccentrica fiammella, demone del fuoco nonché il vero e proprio motore del castello errante; il secondo invece uno spaventapasseri il quale, come Sophie, ha subito una terribile maledizione.
A far da sfondo a tutto ciò un'inspiegabile e violenta guerra, le cui cause restano volutamente misteriose ed inspiegate. D'altronde, quale guerra ha senso?
La metafora su cui verte lo scheletro narrativo del film è la bellezza; Howl è ossessionato dal suo stesso fascino (epica la scena in cui si deprime trasformandosi in una melma gelatinosa solo perché si tinge erroneamente i capelli di rosso): "Senza avere la bellezza non c'è alcuna ragione di vivere".
Sophie risulta essere invece l'esatto opposto. Non essendosi mai sentita bella è finita per essere oppressa dalla sua insicurezza estetica. La maledizione subita infatti, rappresenta l'immagine che lei ha di se stessa.
Tecnicamente, il lavoro svolto è sontuoso, con disegni che sembrano vivi e sfondi e fondali che fan venir voglia di mettere il film in pausa per goderseli a pieno. Il comparto sonoro è anch'esso eccezionale, con musiche magiche e nostalgiche, in perfetta linea con le altre opere targate Ghibli.
Piccola nota dolente: il finale, che risulta un po' scarnificato e fin troppo sbrigativo, con la soluzione simultanea di più eventi che avrebbero, a mio avviso, meritato un maggior approfondimento.
Ancora una volta, Miyazaki e lo Studio Ghibli insegnano ed emozionano come solo loro sanno fare, regalandoci un capolavoro dell'animazione moderna che nessuno dovrebbe lasciarsi sfuggire.
Voto: 9
"Il castello errante di Howl" è un film che mi ha confusa... ossia: fino all'ultimo sono stata indecisa sulla votazione da dare. L'ho trovato davvero poco scorrevole perché troppo confusionario: l'idea iniziale è buona, ma il modo in cui viene sviluppata e l'eccessivo numero di elementi tra essi contraddittori che caratterizzano e la trama in sé e i vari personaggi... lascia tranquillamente spazio alla distrazione. Ho trovato questo film d'animazione abbastanza irritante (soprattutto perché, necessariamente devo ripetermi, è del tutto confusionario in alcuni punti); i personaggi sono identici ad altri già presenti in alcune opere precedenti di Studio Ghibli (è una delle cose che odio dell'animazione giapponese: la difficoltà nel distinguere un personaggio di un film da quello di un altro, se non due facenti parte dello stesso film, cosa per nulla rara).
Riassumendo con un voto: 4.
Riassumendo con un voto: 4.
Il castello errante di Howl, prodotto dallo Studio Ghibli nel 2004, è un'altro capolavoro del maestro Hayao Miyazaki che ancora una volta mi lascia senza parole. La trama è magnifica, i personaggi non sono per nulla scontati o di troppo, anzi sono molto profondi e pieni di significato; per non parlare dei disegni e dell'animazione che ogni volta mi lasciano più che soddisfatto.
La storia si concentra su Sophie, una ragazza impegnata nel lavoro dopo aver ereditato il negozio del padre, e su due maghi presenti nella città in cui vive, di cui una è una strega cattiva e l'altro è Howl, un giovane che rapisce i cuori delle fanciulle. In una tranquilla giornata la strega fa visita nel negozio di Sophie, lanciandole una maledizione trasformandola così in una vecchia signora; a questo punto Sophie si vede costretta a partire alla ricerca di Howl, rifugiandosi nella sua casa come domestica e cercare un modo per cancellare la maledizione.
I personaggi sono creati benissimo, Sophie ha una grande determinazione nel voler compiere i propri obiettivi, anche quelli meno graditi, ad esempio portare avanti la bottega del padre dopo tante aspettative; la sua esperienza fa si che la protagonista migliori su ogni aspetto, la trasformazione in vecchia signora è una sfida per lei che accoglie senza arrendersi.
Howl è un po' il principe di questo film, un principe buono ma molto strano e secondo me è il personaggio più profondo nel film.
Il comparto tecnico è meraviglioso, ottimi disegni e animazione che genera un'ambientazione di pura fantascienza; il sonoro non presenta lacune e mi è piaciuto ugualmente, anche il doppiaggio in italiano è ben realizzato.
Consiglio assolutamente di vedere questo film dello Studio Ghibli e personalmente penso che un film come questo merita moltissimo.
La storia si concentra su Sophie, una ragazza impegnata nel lavoro dopo aver ereditato il negozio del padre, e su due maghi presenti nella città in cui vive, di cui una è una strega cattiva e l'altro è Howl, un giovane che rapisce i cuori delle fanciulle. In una tranquilla giornata la strega fa visita nel negozio di Sophie, lanciandole una maledizione trasformandola così in una vecchia signora; a questo punto Sophie si vede costretta a partire alla ricerca di Howl, rifugiandosi nella sua casa come domestica e cercare un modo per cancellare la maledizione.
I personaggi sono creati benissimo, Sophie ha una grande determinazione nel voler compiere i propri obiettivi, anche quelli meno graditi, ad esempio portare avanti la bottega del padre dopo tante aspettative; la sua esperienza fa si che la protagonista migliori su ogni aspetto, la trasformazione in vecchia signora è una sfida per lei che accoglie senza arrendersi.
Howl è un po' il principe di questo film, un principe buono ma molto strano e secondo me è il personaggio più profondo nel film.
Il comparto tecnico è meraviglioso, ottimi disegni e animazione che genera un'ambientazione di pura fantascienza; il sonoro non presenta lacune e mi è piaciuto ugualmente, anche il doppiaggio in italiano è ben realizzato.
Consiglio assolutamente di vedere questo film dello Studio Ghibli e personalmente penso che un film come questo merita moltissimo.
Come sapranno ormai anche i sassi, " Il castello errante di Howl" è la trasposizione animata dell'omonimo libro della scrittrice inglese Diana Wynne Jones; un libro che per i suoi contenuti è decisamente molto vicino alla poetica ed al pensiero di Hayao Miyazaki. Purtroppo non ho avuto la fortuna di leggere quest'opera, per cui cercare di fare dei paragoni tra le due versioni mi risulta impossibile; e, a quanto ho avuto modo di leggere in giro, questo non sarebbe un particolare trascurabile, poichè in moltissimi affermano che, come succede spessissimo, il film non riuscirebbe a riprodurre fedelmente il contenuto del libro ma presenta tagli e variazioni sul tema molto rilevanti.
Cominciamo con qualche breve cenno sulla trama. Sophie è una ragazza che, nonostante la giovane età, deve già occuparsi del negozio di cappelli ereditato dal padre. Un giorno, vagando per la città alla ricerca del negozio in cui lavora la sua sorella più piccola, riceve le attenzioni di due soldati in cerca di avventure. In suo soccorso arriva però inaspettatamente il bellissimo Howl, un mago che ha la triste fama di rubare il cuore delle donne più belle in cui si imbatte. La simpatia mostrata da Howl per la giovane Sophie provoca però la gelosia della terribile Strega delle Lande Desolate che, per vendicarsi dell'affronto, lancia una maledizione sulla ragazza, trasformandola in una vecchia. Sophie, però, passato lo smarrimento iniziale, non si perde d'animo e decide di raggiungere il castello mobile in cui Howl tiene abitualmente dimora; una volta lì si autoassume come donna delle pulizie e prende alloggio nel castello in compagnia del mago e della sua strana combriccola.
Come in ogni film di Miyazaki che si rispetti, la componente "interpretazione" svolge un ruolo determinante per la corretta comprensione dell'opera.
Come già avevo avuto modo di notare dalla visione di quasi tutti gli altri lavori del maestro, la visione dell'animo umano propria di Miyazaki sembra essere proprio una visione molto pessimista: incapace di cogliere la vera bellezza, ossia quella offerta dalla natura, l'essere umano non solo non riesce ad apprezzarla ma si adopera costantemente per distruggerla. Questa convinzione si manifesta con un'evidenza ancora maggiore proprio ne "Il castello errante di Howl": a dimostrazione di ciò basta osservare con occhio attento le caratteristiche e le vicende dei vari personaggi.
Per cominciare bisogna chiarire che la maledizione che colpisce Sophie in realtà non produce l'invecchiamento del corpo ma, più semplicemente, trasforma la ragazza nell'immagine che ha di sé stessa: e lei si vede brutta, specie se usa come metro di paragone la madre e la sorella, e vecchia, a causa del tipo di vita troppo sacrificato che conduce. Inizialmente, quindi, non riesce a cogliere i doni che la natura le ha dato ma ne prenderà consapevolezza solo molto lentamente (ed ecco perchè nel corso del film Sophie cambia continuamente aspetto mostrandosi ora più giovane ora più anziana); così, quando questo processo arriverà finalmente a conclusione, la ragazza cambierà definitivamente l'immagine che ha di sé stessa, neutralizzando la maledizione.
Howl, poi, è un'espressione ancora più evidente del pessimismo di Miyazaki: presentato come un mago gaudente e vigliacco, in realtà è un personaggio deluso dalla società umana che si rifiuta ostinatamente di divenire complice dei suoi misfatti. E così passa la maggior parte del suo tempo in volo (che, tra l'altro, è un'altra delle passioni del maestro) quasi a voler sottolineare la sua dissociazione dalle vicende terrene.
E c'è, infine, un terzo personaggio, invadente e molto rumoroso: la guerra. Le immagini dei bombardamenti e delle conseguenti distruzioni proposti in questo film sono di un realismo mai riscontrato prima; e mai come questa volta la guerra non ha un senso, in quanto non vengono chiariti gli obiettivi nè tanto meno si nomina mai il nemico. Il motivo è che non ha veramente importanza contro chi si combatte: in fondo "solo gli sciocchi possono credere che una guerra possa essere vinta"; la catastrofe che essa determina, invece, è terribile ed irreparabile.
Nonostante tutto, però, Miyazaki sembra non aver perso del tutto la speranza per un futuro migliore: in fondo alla fine i ragazzi riescono a riconciliarsi con loro stessi e con il mondo e la guerra termina.
Il film è davvero bellissimo e conferma la capacita di Miyazaki e dello studio Ghibli di produrre autentici capolavori. La sensazione che vi siano dei buchi all'interno della narrazione è, però, molto forte; in alcuni tratti, poi, la sceneggiatura è disorganica e non proprio chiarissima. E anche se si tratta di piccoli difetti questi sono sufficienti ad indurmi a non assegnare a questo film la valutazione massima possibile. In parole povere: rispetto a "l'isola incantata" ed alla "principessa Mononoke" (titoli a cui a cui ho assegnato il massimo voto possibile) "il castello errante di Howl" m'è piaciuto un po' meno. Rimane comunque tanta, tantissima roba.
Cominciamo con qualche breve cenno sulla trama. Sophie è una ragazza che, nonostante la giovane età, deve già occuparsi del negozio di cappelli ereditato dal padre. Un giorno, vagando per la città alla ricerca del negozio in cui lavora la sua sorella più piccola, riceve le attenzioni di due soldati in cerca di avventure. In suo soccorso arriva però inaspettatamente il bellissimo Howl, un mago che ha la triste fama di rubare il cuore delle donne più belle in cui si imbatte. La simpatia mostrata da Howl per la giovane Sophie provoca però la gelosia della terribile Strega delle Lande Desolate che, per vendicarsi dell'affronto, lancia una maledizione sulla ragazza, trasformandola in una vecchia. Sophie, però, passato lo smarrimento iniziale, non si perde d'animo e decide di raggiungere il castello mobile in cui Howl tiene abitualmente dimora; una volta lì si autoassume come donna delle pulizie e prende alloggio nel castello in compagnia del mago e della sua strana combriccola.
Come in ogni film di Miyazaki che si rispetti, la componente "interpretazione" svolge un ruolo determinante per la corretta comprensione dell'opera.
Come già avevo avuto modo di notare dalla visione di quasi tutti gli altri lavori del maestro, la visione dell'animo umano propria di Miyazaki sembra essere proprio una visione molto pessimista: incapace di cogliere la vera bellezza, ossia quella offerta dalla natura, l'essere umano non solo non riesce ad apprezzarla ma si adopera costantemente per distruggerla. Questa convinzione si manifesta con un'evidenza ancora maggiore proprio ne "Il castello errante di Howl": a dimostrazione di ciò basta osservare con occhio attento le caratteristiche e le vicende dei vari personaggi.
Per cominciare bisogna chiarire che la maledizione che colpisce Sophie in realtà non produce l'invecchiamento del corpo ma, più semplicemente, trasforma la ragazza nell'immagine che ha di sé stessa: e lei si vede brutta, specie se usa come metro di paragone la madre e la sorella, e vecchia, a causa del tipo di vita troppo sacrificato che conduce. Inizialmente, quindi, non riesce a cogliere i doni che la natura le ha dato ma ne prenderà consapevolezza solo molto lentamente (ed ecco perchè nel corso del film Sophie cambia continuamente aspetto mostrandosi ora più giovane ora più anziana); così, quando questo processo arriverà finalmente a conclusione, la ragazza cambierà definitivamente l'immagine che ha di sé stessa, neutralizzando la maledizione.
Howl, poi, è un'espressione ancora più evidente del pessimismo di Miyazaki: presentato come un mago gaudente e vigliacco, in realtà è un personaggio deluso dalla società umana che si rifiuta ostinatamente di divenire complice dei suoi misfatti. E così passa la maggior parte del suo tempo in volo (che, tra l'altro, è un'altra delle passioni del maestro) quasi a voler sottolineare la sua dissociazione dalle vicende terrene.
E c'è, infine, un terzo personaggio, invadente e molto rumoroso: la guerra. Le immagini dei bombardamenti e delle conseguenti distruzioni proposti in questo film sono di un realismo mai riscontrato prima; e mai come questa volta la guerra non ha un senso, in quanto non vengono chiariti gli obiettivi nè tanto meno si nomina mai il nemico. Il motivo è che non ha veramente importanza contro chi si combatte: in fondo "solo gli sciocchi possono credere che una guerra possa essere vinta"; la catastrofe che essa determina, invece, è terribile ed irreparabile.
Nonostante tutto, però, Miyazaki sembra non aver perso del tutto la speranza per un futuro migliore: in fondo alla fine i ragazzi riescono a riconciliarsi con loro stessi e con il mondo e la guerra termina.
Il film è davvero bellissimo e conferma la capacita di Miyazaki e dello studio Ghibli di produrre autentici capolavori. La sensazione che vi siano dei buchi all'interno della narrazione è, però, molto forte; in alcuni tratti, poi, la sceneggiatura è disorganica e non proprio chiarissima. E anche se si tratta di piccoli difetti questi sono sufficienti ad indurmi a non assegnare a questo film la valutazione massima possibile. In parole povere: rispetto a "l'isola incantata" ed alla "principessa Mononoke" (titoli a cui a cui ho assegnato il massimo voto possibile) "il castello errante di Howl" m'è piaciuto un po' meno. Rimane comunque tanta, tantissima roba.
Riuscire a dare una valutazione completamente oggettiva per quello che è diventato il mio lungometraggio preferito della casa Ghibli è un'impresa titanica. Ma ce la metterò tutta per dare un giudizio non eccessivamente influenzato dalla mia passione per questa pellicola.
Premetto che, avendo letto il libro, il mio giudizio era già di per sé calato un pelo. Se prima era un 10 spaccato, da fan accanita è diventato un 9. Se guardo però i molteplici aspetti della struttura del film, credo che il voto più appropriato sia un 8 e mezzo.
La trama del film è ispirata dall'omonimo libro scritto dalla talentuosa Diana Wynne Jones, nel quale vengono narrate le vicende della giovane Sophie. Il film differisce per parecchi aspetti dal libro, e alcuni personaggi sono stati fusi per poter far stare la maggior parte delle vicende nell'abbondante ora e mezza di film.
Sophie Hatter è una ragazza semplice, con poche aspettative. L'unica cosa che sembra riuscire a farla andare avanti è l'impresa di famiglia: una cappelleria. La matrigna le è affezionata, anche perché tutto il lavoro viene svolto dalla figliastra, mentre lei se ne va a zonzo a spendere e spandere. Un giorno, mentre Sophie si reca a far visita all'avvenente e simpatica sorella, viene importunata da due soldati, e salvata da uno sconosciuto affascinante. Quello sconosciuto si rivelerà essere poi il mago più conosciuto e temuto del regno: Howl. Ed è proprio questo incontro che farà scaturire tutta una serie di eventi, primo fra tutti l'incontro con la terribile Strega delle Lande. Questa simpatica vecchia strega, così, giusto perché è molto simpatica, saputo dell'incontro fra il mago e la ragazza, le fa visita, sperando di poter incontrare il giovane mago... un battibecco e... maledizione per la povera Sophie, che si troverà invecchiata. Partirà alla ricerca del mago Howl, nella speranza di poter trovare un modo per spezzare il suo incantesimo.
Ho cercato di non entrare eccessivamente nei dettagli, ma credo che tutti conoscano bene o male l'andamento del film. A dispetto del libro, nel film non è così chiaro l'innamoramento dei due. Nel libro è certamente più sentito. Nel corso del film conosceremo molti personaggi: testa di Rapa (non è un insulto), Markl, l'apprendista di Howl, Calcifer, demone del fuoco che ha stipulato un accordo con il mago, Madam Suliman, ex maestra di Howl e maga di corte... Simpatico anche il personaggio del re.
Colonna sonora da urlo! Le note che accompagnano tutto il film sono pura poesia, ma questo devo dire che lo possiamo riscontrare in un qualsiasi film dello studio Ghibli. È una di quelle cose alle quali hanno sempre prestato particolare cura.
I fondali, così come tutte le varie location, sono state curate con una precisione e con un amore che traspare in ogni singola inquadratura. La cura dei dettagli per questi fondali non può non catturare lo spettatore.
La caratterizzazione dei personaggi è buona, ma alcune relazioni, soprattutto quella fra il mago e la nostra Sophie, non sono state sviluppate appieno, per il mio gusto. Sotto questo punto di vista, il film non è stato approfondito quanto necessario. E mi spiace dirlo, perché è un film che, al di là di questo difetto, che purtroppo ha il suo peso, è uno dei miei preferiti. Non sono comunque cieca di fronte a queste pecche.
Il film, per quanto lungo possa essere (e non è nemmeno una lunghezza eccessiva), è godibile, e non posso far altro che consigliarlo caldamente.
È impossibile non paragonarlo al libro, ma rimane comunque un ottimo film.
Premetto che, avendo letto il libro, il mio giudizio era già di per sé calato un pelo. Se prima era un 10 spaccato, da fan accanita è diventato un 9. Se guardo però i molteplici aspetti della struttura del film, credo che il voto più appropriato sia un 8 e mezzo.
La trama del film è ispirata dall'omonimo libro scritto dalla talentuosa Diana Wynne Jones, nel quale vengono narrate le vicende della giovane Sophie. Il film differisce per parecchi aspetti dal libro, e alcuni personaggi sono stati fusi per poter far stare la maggior parte delle vicende nell'abbondante ora e mezza di film.
Sophie Hatter è una ragazza semplice, con poche aspettative. L'unica cosa che sembra riuscire a farla andare avanti è l'impresa di famiglia: una cappelleria. La matrigna le è affezionata, anche perché tutto il lavoro viene svolto dalla figliastra, mentre lei se ne va a zonzo a spendere e spandere. Un giorno, mentre Sophie si reca a far visita all'avvenente e simpatica sorella, viene importunata da due soldati, e salvata da uno sconosciuto affascinante. Quello sconosciuto si rivelerà essere poi il mago più conosciuto e temuto del regno: Howl. Ed è proprio questo incontro che farà scaturire tutta una serie di eventi, primo fra tutti l'incontro con la terribile Strega delle Lande. Questa simpatica vecchia strega, così, giusto perché è molto simpatica, saputo dell'incontro fra il mago e la ragazza, le fa visita, sperando di poter incontrare il giovane mago... un battibecco e... maledizione per la povera Sophie, che si troverà invecchiata. Partirà alla ricerca del mago Howl, nella speranza di poter trovare un modo per spezzare il suo incantesimo.
Ho cercato di non entrare eccessivamente nei dettagli, ma credo che tutti conoscano bene o male l'andamento del film. A dispetto del libro, nel film non è così chiaro l'innamoramento dei due. Nel libro è certamente più sentito. Nel corso del film conosceremo molti personaggi: testa di Rapa (non è un insulto), Markl, l'apprendista di Howl, Calcifer, demone del fuoco che ha stipulato un accordo con il mago, Madam Suliman, ex maestra di Howl e maga di corte... Simpatico anche il personaggio del re.
Colonna sonora da urlo! Le note che accompagnano tutto il film sono pura poesia, ma questo devo dire che lo possiamo riscontrare in un qualsiasi film dello studio Ghibli. È una di quelle cose alle quali hanno sempre prestato particolare cura.
I fondali, così come tutte le varie location, sono state curate con una precisione e con un amore che traspare in ogni singola inquadratura. La cura dei dettagli per questi fondali non può non catturare lo spettatore.
La caratterizzazione dei personaggi è buona, ma alcune relazioni, soprattutto quella fra il mago e la nostra Sophie, non sono state sviluppate appieno, per il mio gusto. Sotto questo punto di vista, il film non è stato approfondito quanto necessario. E mi spiace dirlo, perché è un film che, al di là di questo difetto, che purtroppo ha il suo peso, è uno dei miei preferiti. Non sono comunque cieca di fronte a queste pecche.
Il film, per quanto lungo possa essere (e non è nemmeno una lunghezza eccessiva), è godibile, e non posso far altro che consigliarlo caldamente.
È impossibile non paragonarlo al libro, ma rimane comunque un ottimo film.
Un film d'animazione del grande Hayao Miyazaki, che dopo il grande successo della "Città incantata" del 2001 ci regala un altro capolavoro con il titolo "Il castello errante di Howl" nel 2004.
Un film che tratta di magia, amore e protezione verso i propri cari. Anche in questo lungometraggio ci sono molte delle caratteristiche di Miyazaki come la donna come personaggio protagonista, il potere dell'amore che salva dalle varie maledizioni come nelle più comuni fiabe e il volo che è una caratteristiche che in qualche modo riesce a far entrare sempre nelle sue storie, in questo caso il grande mago Howl (che non ha per niente l'aspetto del classico mago con la barba lunga, anzi è estremamente affascinante) che si trasforma in un mezzo uccello/demone e vola per la città mettendosi a servizio di una città affranta dalla guerra e dalle bombe che piovono dal cielo.
A me personalmente è piaciuto abbastanza questo film, anche se in alcune parti avrei approfondito di più gli argomenti, come le maledizioni dei protagonisti, le varie trasformazioni, la madre di Sophie che la tradisce e lei non viene neanche a saperlo ed il preciso perchè lei dopo essere stata colpita dalla maledizione della Strega delle lande (per gelosia verso Howl, anche se si sono incontrati una mezza volta) va direttamente su una collina in cerca non si sa bene di cosa. Poi la scena in cui non sapevo se ridere o incavolarmi per la scemenza della scena è stato quando Howl ha una strana crisi di nervi legata al fatto che i suoi capelli hanno cambiato colore quindi non è più bello come prima, dice che per lui la bellezza è tutto! ed ha una crisi da cui non riesce a riprendersi e lì ho pensato "ma no dai ti prego!!!!!! che stupidaggine!"
Le immagini che ci regala con i paesaggi sono assolutamente stupendi!con dei colori spettacolari. anche tutto il resto è fatto davvero con gran cura, si vede subito che c'è stato un duro lavoro dietro e la realizzazione dei luoghi è molto realistica.
La storia d'amore comunque è coinvolgente, questo grazie anche alla buona focalizzazione dei caratteri dei personaggi che sono assolutamente caratteri ben definiti. La cosa che mi ha stupito è come Sophie reagisce alla sua maledizione, rimane sbalordita e stupefatta e forse più shoccata che arrabbiata. Guardandosi allo specchio non ha neanche urlato, cosa che credo la maggior parte di noi avrebbe fatto in una situazione del genere o almeno andare un attimo nel panico. Ma lei già dall'inizio è decisa a liberarsi della sua maledizione! Se all'inizio il suo carattere si presenta gentile, docile, buona, lavoratrice e con poco stima del suo aspetto fisico, le cose cambiano in un secondo momento quando nel castello di Howl è decisa a prendere il comando, vuole a tutti costi aiutare il suo amato e proteggerlo mattendo a rischio tutto e tutti. Si dimostra molto più forte anche confessando apertamente i suoi sentimenti, mantenendo la stessa bontà d'animo.
Nonostante dei momenti un pò morti e un pochetto pesanti, il film complessivamente risulta emozionante,enigmatico e magico.
Per il finale invece direi che è abbastanza scontato,ma in fondo il lieto fine piace a tutti! Quindi non poteva finire diversamente... A parte che per il povero Rapa che credo abbia avuto una piccola delusione...ma in fondo si sa che i belli e dannati piacciono di più!
Un film che tratta di magia, amore e protezione verso i propri cari. Anche in questo lungometraggio ci sono molte delle caratteristiche di Miyazaki come la donna come personaggio protagonista, il potere dell'amore che salva dalle varie maledizioni come nelle più comuni fiabe e il volo che è una caratteristiche che in qualche modo riesce a far entrare sempre nelle sue storie, in questo caso il grande mago Howl (che non ha per niente l'aspetto del classico mago con la barba lunga, anzi è estremamente affascinante) che si trasforma in un mezzo uccello/demone e vola per la città mettendosi a servizio di una città affranta dalla guerra e dalle bombe che piovono dal cielo.
A me personalmente è piaciuto abbastanza questo film, anche se in alcune parti avrei approfondito di più gli argomenti, come le maledizioni dei protagonisti, le varie trasformazioni, la madre di Sophie che la tradisce e lei non viene neanche a saperlo ed il preciso perchè lei dopo essere stata colpita dalla maledizione della Strega delle lande (per gelosia verso Howl, anche se si sono incontrati una mezza volta) va direttamente su una collina in cerca non si sa bene di cosa. Poi la scena in cui non sapevo se ridere o incavolarmi per la scemenza della scena è stato quando Howl ha una strana crisi di nervi legata al fatto che i suoi capelli hanno cambiato colore quindi non è più bello come prima, dice che per lui la bellezza è tutto! ed ha una crisi da cui non riesce a riprendersi e lì ho pensato "ma no dai ti prego!!!!!! che stupidaggine!"
Le immagini che ci regala con i paesaggi sono assolutamente stupendi!con dei colori spettacolari. anche tutto il resto è fatto davvero con gran cura, si vede subito che c'è stato un duro lavoro dietro e la realizzazione dei luoghi è molto realistica.
La storia d'amore comunque è coinvolgente, questo grazie anche alla buona focalizzazione dei caratteri dei personaggi che sono assolutamente caratteri ben definiti. La cosa che mi ha stupito è come Sophie reagisce alla sua maledizione, rimane sbalordita e stupefatta e forse più shoccata che arrabbiata. Guardandosi allo specchio non ha neanche urlato, cosa che credo la maggior parte di noi avrebbe fatto in una situazione del genere o almeno andare un attimo nel panico. Ma lei già dall'inizio è decisa a liberarsi della sua maledizione! Se all'inizio il suo carattere si presenta gentile, docile, buona, lavoratrice e con poco stima del suo aspetto fisico, le cose cambiano in un secondo momento quando nel castello di Howl è decisa a prendere il comando, vuole a tutti costi aiutare il suo amato e proteggerlo mattendo a rischio tutto e tutti. Si dimostra molto più forte anche confessando apertamente i suoi sentimenti, mantenendo la stessa bontà d'animo.
Nonostante dei momenti un pò morti e un pochetto pesanti, il film complessivamente risulta emozionante,enigmatico e magico.
Per il finale invece direi che è abbastanza scontato,ma in fondo il lieto fine piace a tutti! Quindi non poteva finire diversamente... A parte che per il povero Rapa che credo abbia avuto una piccola delusione...ma in fondo si sa che i belli e dannati piacciono di più!
Di questo film d'animazione ciò che colpisce di più sono indubbiamente le ambientazioni, talmente belle, dettagliate meravigliosamente disegnate, che con il loro stile steampunk valgono da sole la valutazione data.
Tutti i personaggi sono degni di nota e talmente ben caratterizzati da sembrare reali: dalla delicata Sophie, all'intrigante (e complessato!) Howl, alla Strega delle Lande, alla grande Maestra.
Su tutto, però, regna il mitico Calcifer: misterioso, comico e potentissimo, in pochi attimi è diventato uno dei miei personaggi preferiti.
Purtroppo in tutto ciò c'è un grande "MA": la trama!
Si è scelto di sacrificarla, lasciando molto di inspiegato per privilegiare gli altri aspetti sopra citati, peccato... Personalmente, pur di interpretare in modo migliore il romanzo da cui è tratto il film, sarei stata disposta a farlo durare il doppio.
E' esclusivamente per questo problema che il voto è 8 e non 10.
Per il resto, vi assicuro che chi ama i film dello Studio Ghibli e in particolare di Miyazaki non rimarrà minimamente deluso, perché potreste rimanere a fissare i singoli fotogrammi di alcune scene per minuti interi senza annoiarvi.
Si riprende inoltre la tematica della guerra, incentrando il discorso sulla grande domanda:
"Esiste una guerra giusta?".
Potrei parlarvi di scene memorabili, come la "scalata della scala" o il cambiamento di Sophie, o quella sequenza meravigliosa che porta Howl a dire "Senza la bellezza, cosa mi rimane?"
Parliamo di tematiche delicate e interessanti, questo film d'animazione andrebbe visto (rigorosamente in HHHHD, per godersi appieno i disegni meravigliosi) solo per poter riflettere sui temi proposti.
Tutti i personaggi sono degni di nota e talmente ben caratterizzati da sembrare reali: dalla delicata Sophie, all'intrigante (e complessato!) Howl, alla Strega delle Lande, alla grande Maestra.
Su tutto, però, regna il mitico Calcifer: misterioso, comico e potentissimo, in pochi attimi è diventato uno dei miei personaggi preferiti.
Purtroppo in tutto ciò c'è un grande "MA": la trama!
Si è scelto di sacrificarla, lasciando molto di inspiegato per privilegiare gli altri aspetti sopra citati, peccato... Personalmente, pur di interpretare in modo migliore il romanzo da cui è tratto il film, sarei stata disposta a farlo durare il doppio.
E' esclusivamente per questo problema che il voto è 8 e non 10.
Per il resto, vi assicuro che chi ama i film dello Studio Ghibli e in particolare di Miyazaki non rimarrà minimamente deluso, perché potreste rimanere a fissare i singoli fotogrammi di alcune scene per minuti interi senza annoiarvi.
Si riprende inoltre la tematica della guerra, incentrando il discorso sulla grande domanda:
"Esiste una guerra giusta?".
Potrei parlarvi di scene memorabili, come la "scalata della scala" o il cambiamento di Sophie, o quella sequenza meravigliosa che porta Howl a dire "Senza la bellezza, cosa mi rimane?"
Parliamo di tematiche delicate e interessanti, questo film d'animazione andrebbe visto (rigorosamente in HHHHD, per godersi appieno i disegni meravigliosi) solo per poter riflettere sui temi proposti.
Attenzione! Possibili spoiler!
"Il Castello Errante di Howl" è stato il primo film dello Studio Ghibli che ho visto. Ed è proprio grazie a lui se mi sono appassionata a tutti i film targati Ghibli, anche perché lo Studio è ancora uno dei pochi ad utilizzare l'animazione tradizionale, in un mondo quasi del tutto in 3D.
La trama - diversa da quella del libro da cui è stato tratto - è lineare, segue un percorso che si snoda senza eclatanti colpi di scena né sorprese impensabili. Ma non è neppure scontata, non si riduce alla solita storiella d'amore tra l'affascinante mago di turno e la tipica ragazza con l'autostima sotto i piedi. Credo sia molto di più.
Sophie non è quella che definiremmo "femme fatale", ma nemmeno un coniglietto pauroso che si rifugia nella tana al primo accenno di temporale. Trasformata in una vecchietta dalla Strega delle Lande, non reagisce strappandosi i capelli; dopo lo sgomento iniziale riflette sulle conseguenze e su ciò che è necessario fare: mantiene la calma. Quando invece si presenta il momento di agire, agisce. Per dirla con una battuta del film: "I fuoriclasse non si scelgono il campo!" (Sophie a Calcifer). Non è del tutto distante dalla Sophie creata da Diana Wynne Jones, magia e capelli a parte.
Howl al contrario lo è abbastanza: meno ironico, meno pungente, meno vanitoso (anche se lo rimane); il suo personaggio ha risentito dei tagli fatti al romanzo. Ciononostante, non è peggiorato, anzi. Si può dire che sia la versione migliorata dell'originale. Per chi poi preferisse quest'ultimo, certamente il suo carattere, nell'adattamento cinematografico, può sembrare buonista e stereotipato. Il suo romanticismo non è, però, quello del principe azzurro che si dichiara immediatamente all'amata, né scioglie la maledizione di Sophie al primo colpo. Attende lo svolgersi degli eventi.
A me piacciono entrambe le versioni.
Calcifer conserva il sarcasmo e la malizia (è un demone, d'altronde) che gli vengono dati nel libro. Non muta particolarmente - e fortunatamente.
La Strega delle Lande è completamente diversa, fisicamente e caratterialmente. Non è quella specie di dea descritta nell'opera cartacea, piuttosto un budino umano. Quando ritorna al suo vero aspetto, si trasforma in una vecchietta comica (ma pare che fosse intenzione di Miyazaki-sensei, che non voleva classificarla come un personaggio interamente malvagio).
Markl (Michael nel libro), l'apprendista di Howl, diventa un bambino tenero e responsabile. Perde molte caratteristiche, ma risulta comunque simpatico e congeniale.
Gli altri personaggi cambiano, si fondono o, addirittura, scompaiono. Per chi avesse letto il romanzo può sembrare un taglio importante, ma personalmente trovo che sia stata una scelta coerente con la sceneggiatura. La presenza - o mancanza - di alcuni personaggi quadra, a parer mio. Chiaramente, ognuno è libero di giudicare la cosa con propri criteri.
I disegni sono stupendi. Linee, colori, sfumature, sono una gioia per gli occhi. Ma stiamo parlando di un prodotto Ghibli, non c'è di che stupirsi.
"Il Castello Errante di Howl" è una dolce e magica storia che ci trasporta in un altro mondo e ci fa sognare ad occhi aperti. Qualcuno può trovarla scialba o scarna, qualcun altro poetica e meravigliosa. Io faccio parte della seconda categoria.
"Il Castello Errante di Howl" è stato il primo film dello Studio Ghibli che ho visto. Ed è proprio grazie a lui se mi sono appassionata a tutti i film targati Ghibli, anche perché lo Studio è ancora uno dei pochi ad utilizzare l'animazione tradizionale, in un mondo quasi del tutto in 3D.
La trama - diversa da quella del libro da cui è stato tratto - è lineare, segue un percorso che si snoda senza eclatanti colpi di scena né sorprese impensabili. Ma non è neppure scontata, non si riduce alla solita storiella d'amore tra l'affascinante mago di turno e la tipica ragazza con l'autostima sotto i piedi. Credo sia molto di più.
Sophie non è quella che definiremmo "femme fatale", ma nemmeno un coniglietto pauroso che si rifugia nella tana al primo accenno di temporale. Trasformata in una vecchietta dalla Strega delle Lande, non reagisce strappandosi i capelli; dopo lo sgomento iniziale riflette sulle conseguenze e su ciò che è necessario fare: mantiene la calma. Quando invece si presenta il momento di agire, agisce. Per dirla con una battuta del film: "I fuoriclasse non si scelgono il campo!" (Sophie a Calcifer). Non è del tutto distante dalla Sophie creata da Diana Wynne Jones, magia e capelli a parte.
Howl al contrario lo è abbastanza: meno ironico, meno pungente, meno vanitoso (anche se lo rimane); il suo personaggio ha risentito dei tagli fatti al romanzo. Ciononostante, non è peggiorato, anzi. Si può dire che sia la versione migliorata dell'originale. Per chi poi preferisse quest'ultimo, certamente il suo carattere, nell'adattamento cinematografico, può sembrare buonista e stereotipato. Il suo romanticismo non è, però, quello del principe azzurro che si dichiara immediatamente all'amata, né scioglie la maledizione di Sophie al primo colpo. Attende lo svolgersi degli eventi.
A me piacciono entrambe le versioni.
Calcifer conserva il sarcasmo e la malizia (è un demone, d'altronde) che gli vengono dati nel libro. Non muta particolarmente - e fortunatamente.
La Strega delle Lande è completamente diversa, fisicamente e caratterialmente. Non è quella specie di dea descritta nell'opera cartacea, piuttosto un budino umano. Quando ritorna al suo vero aspetto, si trasforma in una vecchietta comica (ma pare che fosse intenzione di Miyazaki-sensei, che non voleva classificarla come un personaggio interamente malvagio).
Markl (Michael nel libro), l'apprendista di Howl, diventa un bambino tenero e responsabile. Perde molte caratteristiche, ma risulta comunque simpatico e congeniale.
Gli altri personaggi cambiano, si fondono o, addirittura, scompaiono. Per chi avesse letto il romanzo può sembrare un taglio importante, ma personalmente trovo che sia stata una scelta coerente con la sceneggiatura. La presenza - o mancanza - di alcuni personaggi quadra, a parer mio. Chiaramente, ognuno è libero di giudicare la cosa con propri criteri.
I disegni sono stupendi. Linee, colori, sfumature, sono una gioia per gli occhi. Ma stiamo parlando di un prodotto Ghibli, non c'è di che stupirsi.
"Il Castello Errante di Howl" è una dolce e magica storia che ci trasporta in un altro mondo e ci fa sognare ad occhi aperti. Qualcuno può trovarla scialba o scarna, qualcun altro poetica e meravigliosa. Io faccio parte della seconda categoria.
Il Castello Errante di Howl è un film d'animazione di Hayao Miyazaki tratto da un romanzo di Diana Wynne Jones. Nonostante il romanzo sia una trilogia (Il Castello Errante di Howl, Il Castello in Aria, La Casa per Ognidove), Miyazaki ne rimase estasiato rimaneggiando così lo script del primo romanzo a suo piacimento per dare forma a questo film.
La vicenda narra di Sophie, una ragazza di giovane età e maggiore di tre sorelle che compie il lavoro di cappellaio perché morto il padre qualcuno doveva portare avanti il negozio di famiglia e seppur controvoglia decide di farlo. Rispetto alle tre sorelle Sophie compie una vita monotona e tranquilla, tuttavia un giorno rimane invischiata nel tentativo di fuga di un misterioso ragazzo, ovvero il mago Howl, che viene braccato dalla Strega delle Lande. Anche se sono riusciti a scappare, la Strega delle Lande raggiunge Sophie e la maledice rendendola una vecchietta. Per scongiurare il sortilegio, Sophie si mette in cerca di un modo per spezzarla e si farà aiutare involontariamente da Howl, il demone Calsifer e dall'apprendista Markl.
Il problema del film, come avrete notato, è proprio la reinterpretazione del libro. Molte cose non vengono spiegate come la guerra in corso o una data precisa degli eventi, oppure che non vengono approfonditi i personaggi quali Suliman o la magia stessa, creando abbastanza confusione. Ciononostante il film presenta dei personaggi molto esuberanti che trasmettono vivacità, facendoti scappare qualche risata inseguito a qualche scaramuccia. Infatti, più che porre la storia la centro di tutto, questa volta Miyazaki propone i personaggi sopra di tutti, elevandoli e caratterizzandoli con maestria. Non mancheranno nemmeno momenti tristi e infelici, però non sono molto toccanti perché alla fine ogni cosa viene messa al proprio posto, senza compiere chissà quale tragedia.
Dal punto di vista grafico, il film usa una buona dose di CG. Le movenze del Castello e il suo design lo rendono particolarmente maestoso con uno stile azzeccato. I paesaggi e le città hanno un contrasto visivo eccezionale, molto colorati e suggestivi. Le musiche di Joe Hisahishi accompagnano l'avventura ricoprendola magicamente con un suono piacevole e rilassante con un doppiaggio in italiano azzeccato.
Tirando le somme, stavolta Miyazaki non vuole lasciare un messaggio ben preciso al pubblico, anzi, vuole solo che godiamo la visione senza troppe pretese in assoluta tranquillità, tralasciando la storia che circonda i personaggi ponendoli al di sopra di tutto.
La vicenda narra di Sophie, una ragazza di giovane età e maggiore di tre sorelle che compie il lavoro di cappellaio perché morto il padre qualcuno doveva portare avanti il negozio di famiglia e seppur controvoglia decide di farlo. Rispetto alle tre sorelle Sophie compie una vita monotona e tranquilla, tuttavia un giorno rimane invischiata nel tentativo di fuga di un misterioso ragazzo, ovvero il mago Howl, che viene braccato dalla Strega delle Lande. Anche se sono riusciti a scappare, la Strega delle Lande raggiunge Sophie e la maledice rendendola una vecchietta. Per scongiurare il sortilegio, Sophie si mette in cerca di un modo per spezzarla e si farà aiutare involontariamente da Howl, il demone Calsifer e dall'apprendista Markl.
Il problema del film, come avrete notato, è proprio la reinterpretazione del libro. Molte cose non vengono spiegate come la guerra in corso o una data precisa degli eventi, oppure che non vengono approfonditi i personaggi quali Suliman o la magia stessa, creando abbastanza confusione. Ciononostante il film presenta dei personaggi molto esuberanti che trasmettono vivacità, facendoti scappare qualche risata inseguito a qualche scaramuccia. Infatti, più che porre la storia la centro di tutto, questa volta Miyazaki propone i personaggi sopra di tutti, elevandoli e caratterizzandoli con maestria. Non mancheranno nemmeno momenti tristi e infelici, però non sono molto toccanti perché alla fine ogni cosa viene messa al proprio posto, senza compiere chissà quale tragedia.
Dal punto di vista grafico, il film usa una buona dose di CG. Le movenze del Castello e il suo design lo rendono particolarmente maestoso con uno stile azzeccato. I paesaggi e le città hanno un contrasto visivo eccezionale, molto colorati e suggestivi. Le musiche di Joe Hisahishi accompagnano l'avventura ricoprendola magicamente con un suono piacevole e rilassante con un doppiaggio in italiano azzeccato.
Tirando le somme, stavolta Miyazaki non vuole lasciare un messaggio ben preciso al pubblico, anzi, vuole solo che godiamo la visione senza troppe pretese in assoluta tranquillità, tralasciando la storia che circonda i personaggi ponendoli al di sopra di tutto.
ATTENZIONE SPOILER!!
Prima di iniziare a parlare dell'anime in questione premetto che è uno dei film secondo me più belli che lo studio abbia prodotto e forse, insieme a pochi altri, uno di quelli che più si presta a essere visto da chi vuole addentrarsi nel meraviglioso mondo firmato Ghibli. Partiamo:
Sophie è una ragazza semplice, che dopo la morte del padre, ha deciso di tenere il negozio di famiglia e diventare una cappellaia. In un clima di guerra con un altro regno, la nostra conduce una vita monotona e priva di grossi svaghi, al contrario della sorella, cameriera che conquista con la sua bellezza i clienti che entrano nel locale in cui lavora, e della madre che dopo essersi risposata fa la bella vita nella capitale del regno. Solo per caso noi spettatori siamo messi al corrente proprio a inizio film che in questo mondo apparentemente normale sono presenti streghe e maghi, che vivono più o meno isolati dal resto della gente, tra questi un mago famoso tra le fanciulle per la sua bellezza, Howl. La nostra Sophie, uscita per un momento dal negozio, viene "salvata" dalle grinfie di due soldati da un misterioso ragazzo, che dopo averla aiutata la usa per cercare di sfuggire ai suoi inseguitori. In questa parte del film una delle scene più sublimi, camminano nell'aria, avvolti dalla splendida melodia che Joe Hisaishi ha composto per loro. La nostra viene lasciata proprio al locale della sorella dove quest'ultima, preoccupata per lei, la interroga sull'accaduto e la rimanda a casa. Qui inizia il vero film, trasformata in una vecchietta da una strega invidiosa (la strega delle lande) la nostra si mette in cammino verso le lande per cercare di spezzare l'incantesimo. Faremo la conoscenza di meravigliosi personaggi come Rapa, uno spaventappaseri ma soprattutto del castello di Howl, una fortezza mobile guidata da un demone del fuoco Calcifer. La nostra diventa una donna delle pulizie in un castello perennemente sporco (non mancheranno gag comiche ma anche scene importanti come il valore della bellezza e qui non dobbiamo scavare poi così affondo nella mente di Miyazaki per vedere quanta critica viene mossa nei confronti di una società presa da valori spesso futili).
Città nuove, il mare, paesaggi di montagna (che ci ricorderanno sicuramente Heidi), nuovi orizzonti insomma si dipanano agli occhi meravigliati della protagonista che ogni tanto torna (in una modalità che dal film non viene molto analizzata ma che probabilmente lo sarà nel romanzo di Diana Jones da cui il film prende ispirazione) giovane mostrando di non non essere una anziana signora, che non si sorprende più difronte alla vita, ma una ragazza desiderosa di riscoprirne la bellezza ma soprattutto pronta a difendere quello che diventerà una della persone a lei più care Howl stesso e la sua nuova famiglia. Già vi ho detto troppo di questa trama che ogni volta mi lascia senza parole, vediamo quindi gli aspetti tecnici di quest'opera. Le musiche sono sensazionali, Hisaishi, compagno in altri film di Miyazaki, si è dimostrato ancora una volta un virtuoso, mostrando quanto un film si basi molto sulla musica. I colori, i disegni sono perfetti per raccontare agli spettatori questa trama non poco complessa in cui tornano irrimediabilmente fuori i temi cari ad sensei, la natura, che meravigliosa si contrappone al disastro della guerra, fattore da collegare ai vecchi film del maestro, la magia ma soprattutto il volo che naturalmente è più spirituale che fisico dei nostri protagonisti incastonati in una società che si approfitta delle loro debolezze per andare avanti (come il caso della madre come si potrà vedere a fine film). Molti potrebbero supporre che questo sia un film per bambini e ragazzi ma io vi dico non senza averci pensato e ripensato che questo è un film per adulti in piena regola, con critiche sulla società che dovrebbero farci meditare su tante azioni che spesso portiamo avanti senza ragionare. Vi sentirete sollevati in un paesaggio quasi paradisiaco in cui alla fine con mia felicità (leggermente in contrapposizione con i soliti finali di Miyazaki che ci lasciano a bocca aperta) trionfa l'amore. Visione caldamente consigliata a tutti!
Prima di iniziare a parlare dell'anime in questione premetto che è uno dei film secondo me più belli che lo studio abbia prodotto e forse, insieme a pochi altri, uno di quelli che più si presta a essere visto da chi vuole addentrarsi nel meraviglioso mondo firmato Ghibli. Partiamo:
Sophie è una ragazza semplice, che dopo la morte del padre, ha deciso di tenere il negozio di famiglia e diventare una cappellaia. In un clima di guerra con un altro regno, la nostra conduce una vita monotona e priva di grossi svaghi, al contrario della sorella, cameriera che conquista con la sua bellezza i clienti che entrano nel locale in cui lavora, e della madre che dopo essersi risposata fa la bella vita nella capitale del regno. Solo per caso noi spettatori siamo messi al corrente proprio a inizio film che in questo mondo apparentemente normale sono presenti streghe e maghi, che vivono più o meno isolati dal resto della gente, tra questi un mago famoso tra le fanciulle per la sua bellezza, Howl. La nostra Sophie, uscita per un momento dal negozio, viene "salvata" dalle grinfie di due soldati da un misterioso ragazzo, che dopo averla aiutata la usa per cercare di sfuggire ai suoi inseguitori. In questa parte del film una delle scene più sublimi, camminano nell'aria, avvolti dalla splendida melodia che Joe Hisaishi ha composto per loro. La nostra viene lasciata proprio al locale della sorella dove quest'ultima, preoccupata per lei, la interroga sull'accaduto e la rimanda a casa. Qui inizia il vero film, trasformata in una vecchietta da una strega invidiosa (la strega delle lande) la nostra si mette in cammino verso le lande per cercare di spezzare l'incantesimo. Faremo la conoscenza di meravigliosi personaggi come Rapa, uno spaventappaseri ma soprattutto del castello di Howl, una fortezza mobile guidata da un demone del fuoco Calcifer. La nostra diventa una donna delle pulizie in un castello perennemente sporco (non mancheranno gag comiche ma anche scene importanti come il valore della bellezza e qui non dobbiamo scavare poi così affondo nella mente di Miyazaki per vedere quanta critica viene mossa nei confronti di una società presa da valori spesso futili).
Città nuove, il mare, paesaggi di montagna (che ci ricorderanno sicuramente Heidi), nuovi orizzonti insomma si dipanano agli occhi meravigliati della protagonista che ogni tanto torna (in una modalità che dal film non viene molto analizzata ma che probabilmente lo sarà nel romanzo di Diana Jones da cui il film prende ispirazione) giovane mostrando di non non essere una anziana signora, che non si sorprende più difronte alla vita, ma una ragazza desiderosa di riscoprirne la bellezza ma soprattutto pronta a difendere quello che diventerà una della persone a lei più care Howl stesso e la sua nuova famiglia. Già vi ho detto troppo di questa trama che ogni volta mi lascia senza parole, vediamo quindi gli aspetti tecnici di quest'opera. Le musiche sono sensazionali, Hisaishi, compagno in altri film di Miyazaki, si è dimostrato ancora una volta un virtuoso, mostrando quanto un film si basi molto sulla musica. I colori, i disegni sono perfetti per raccontare agli spettatori questa trama non poco complessa in cui tornano irrimediabilmente fuori i temi cari ad sensei, la natura, che meravigliosa si contrappone al disastro della guerra, fattore da collegare ai vecchi film del maestro, la magia ma soprattutto il volo che naturalmente è più spirituale che fisico dei nostri protagonisti incastonati in una società che si approfitta delle loro debolezze per andare avanti (come il caso della madre come si potrà vedere a fine film). Molti potrebbero supporre che questo sia un film per bambini e ragazzi ma io vi dico non senza averci pensato e ripensato che questo è un film per adulti in piena regola, con critiche sulla società che dovrebbero farci meditare su tante azioni che spesso portiamo avanti senza ragionare. Vi sentirete sollevati in un paesaggio quasi paradisiaco in cui alla fine con mia felicità (leggermente in contrapposizione con i soliti finali di Miyazaki che ci lasciano a bocca aperta) trionfa l'amore. Visione caldamente consigliata a tutti!
Dopo lo strepitoso successo sia di pubblico, che di critica, della "Città Incantata" condito addirittura con un'oscar come miglior film d'aniamzione (sinora l'unico orientale ad averlo vinto), Hayao Miyazaki pensa bene di ritirarsi e lasciare il posto ai più giovani talenti dello studio. Le cose però non vanno come sperato, visto che l'allora giovane e sconosciuto, ma pieno di talento che corrisponde al nome di Mamoru Hosoda, con il film "Il Castello Errante di Howl" aveva proposto molte soluzioni sperimentali per la sua realizzazione, tanto che gli anziani membri dello studio decisero di cacciarlo via (scelta sbagliata visto che Hosoda si rifarà anni dopo) e Miyazaki fu suo malgrado costretto a dirigerlo lui. Il film è stato portato qui in Italia dalla Lucky Red, che ha pubblicato sia un' edizione in DVD che in Blu-Ray.
Il soggetto del film si basa sull'omonimo romanzo scritto da Diana Jones anche se presenta molte differenze. Sophie Hatter è una giovane cappellaia che passa in monotonia le sue giornate, senza uscire quasi mai di casa. Nel paese in cui risiede, si aggirano due maghi, uno di questi è Howl, che si dice che rapisca i cuori di belle ragazze (Sophie non si ritiene tale) e l'altra è "Strega delle lande desolate", che una sera andando nel negozio di Sophie, la maledice trasformandola in una vecchia di quasi 90 anni. Sophie allora decide di andare dalla minore delle sue sorelle, ma sorpresa dalla notte trova rifugio nel castello errante di Howl!. Spacciatasi per signora delle pulizie, Sophie attenderà pazientemente di trovare un rimedio che sciolga la sua maledizione.
Il film, lungo ben 2 ore, parte bene con una prima parte molto buona, dove Sophie grazie al fatto di essere diventata vecchia, comincia finalmente a vivere assaporando le piccole cose del quotidiano come fare le pulizie, il bucato o il semplice stare seduta in riva al lago e godersi in tutta tranquillità lo spettacolo della natura, cosa che non le riusciva quando era giovane ed era costretta tutto il tempo a stare chiusa in bottega. Sophie in realtà era già "vecchia dentro" e la maledizione della strega non ha fatto altro che portare fuori una situazione già esistente, ma ciò è l'occasione di assaporare lentamente tutte le cosa che ci circondano gustandole con delicatezza e gioia.
Dopo una prima parte dai ritmi delicati e pacati, la parola chiave della seconda parte di film è : confusione. Miyazaki poco a poco perde sempre di più il controllo del film, cominciando ad andare nelle battute finali molto di fretta. Ci ritroveremo situazioni presentate di corsa, con poche spiegazioni e senza alcuna introduzione come ad esempio; Sopie che diviene vecchia a giovane almeno 6-7 volte, una guerra (non presente nel romanzo) che stona e risulta poco utile ai fini narrativi sino a divenire un peso per l'autore, che a causa di essa non riesce a conferire la giusta attenzione a personaggi (come la Strega, che diviene una macchietta comica), sino a sfociare negli ultimi 10 minuti di film in un frettoloso quanto insensato happy ending per tutti i personaggi, che finisce con il rinnegare tutta la drammaticità che permeava la pellicola poco prima.
Per quanto riguarda i personaggi, i due più riusciti sono Sophie Hatter e Howl, che presentano entrambi nel corso del film una discreta profondità psicologica con qualche spruzzatina di originalità nella costruzione delle loro figure. Sophie mano a mano uscirà dalla vita monotona che la stava uccidendo interiormente e prenderà il mano le redini della sua vita ribadendo il suo libro arbitrio, mentre Howl ragazzo biondo di bell'aspetto ma vigliacco, per la prima volta si troverà a lottare per ciò che ama senza indietreggiare o fuggire dai problemi.
Purtroppo gli altri personaggi della storia sono delle macchiette penalizzate da una sceneggiatura ignobile, infatti la strega sarà liquidata in modo osceno e usata come elemento comico, Marco non si smuove dal suo ruolo di assistente, mentre Calcifer e Sullivan sono appena abbozzati nonostante le loro potenzialità.
Nonostante una sceneggiatura quasi da buttare, dal lato tecnico c'è ben poco da dire, visto che "Il Castello Errante di Howl" rappresenta oggettivamente l'apice della visionarietà di Miyazaki. I colori esplodono in una miriade di tonalità tutte diverse da loro creando uno spettacolo visivo senza eguali dove l'autore coadiuvato da un Hisaishi insolitamente sottotono alle musiche, ma comunque discreto riesce a creare favolosi quanto rilassanti paesaggi pieni di verde dove la natura tanto cara all'autore esplodere letteralmente in tutto il suo splendore. Il castello di Howl realizzato con un eccellente computer grafica, ha una facciata esterna che è un inno all'anarchia con disposizioni casuali di balconi, finestre e comignoli, risultando una grandiosa gioia visiva. Molto curati anche gli interni in netto contrasto con gli esterni, dei quali spicca la stanza di Howl piena zeppa di oggetti ed in stile barocco.
Per quanto riguarda la regia il film pur essendo girato bene, non ha lampi o particolari guizzi di autorialità o sperimentalismi interessanti, presentando non pochi raccordi sbagliati nella seconda parte. Però quando tutto sembra perduto, Miyazaki da bravo regista qual è riesce e tirare su il film realizzando una delle migliori sequenze mai viste in un film d'animazione; cioè quando Sophie va nel passato di Howl e in quel frangente la regia, colonna sonora e le animazioni si muovo all'unisono creando una scena dal forte impatto visionario.
Concludendo la recensione, "Il Castello Errante di Howl" è oggettivamente il secondo fallimento artistico dell'autore dopo "Il Mio Vicino Totoro". Viene da paragonarlo a "Steamboy" di Kazuhiro Otomo, uscito nello stesso anno, ma a differenza di quest'ultimo Miyazaki dimostra ancora di possedere un 2-3 colpi che rendono il suo film diverso dai tanti oltre che a saperlo gestire molto meglio del suo collega. Certo, chi ha visto i precedenti film del maestro non può che notare grossi passi indietro, visto che il regista non riesce ad evolvere la sua poetica, entrata oramai in una fase di stagnazione. Il film è stato giustamente accolto freddamente in Giappone quanto esaltato da un ignorante critica occidentale, che si è dimostrata cieca innanzi alle enormi voragini del film e molti sostenitori di Miyazaki fuoriusciti dal nulla, proclamandolo (mostrando una scarsa conoscenza del cinema) come miglior regista d'animazione di sempre.
In sostanza questo film è consigliato a chi vuole vedere uno spettacolo grafico visto che rappresenta uno dei punti più alti mai raggiunti dall'animazione tradizionale. Mentre i fan di Miyazaki lo adoreranno a prescindere, agli altri consiglio caldamente di conoscere l'autore con altri suoi film, visto che oggettivamente questo è il suo peggiore.
Il soggetto del film si basa sull'omonimo romanzo scritto da Diana Jones anche se presenta molte differenze. Sophie Hatter è una giovane cappellaia che passa in monotonia le sue giornate, senza uscire quasi mai di casa. Nel paese in cui risiede, si aggirano due maghi, uno di questi è Howl, che si dice che rapisca i cuori di belle ragazze (Sophie non si ritiene tale) e l'altra è "Strega delle lande desolate", che una sera andando nel negozio di Sophie, la maledice trasformandola in una vecchia di quasi 90 anni. Sophie allora decide di andare dalla minore delle sue sorelle, ma sorpresa dalla notte trova rifugio nel castello errante di Howl!. Spacciatasi per signora delle pulizie, Sophie attenderà pazientemente di trovare un rimedio che sciolga la sua maledizione.
Il film, lungo ben 2 ore, parte bene con una prima parte molto buona, dove Sophie grazie al fatto di essere diventata vecchia, comincia finalmente a vivere assaporando le piccole cose del quotidiano come fare le pulizie, il bucato o il semplice stare seduta in riva al lago e godersi in tutta tranquillità lo spettacolo della natura, cosa che non le riusciva quando era giovane ed era costretta tutto il tempo a stare chiusa in bottega. Sophie in realtà era già "vecchia dentro" e la maledizione della strega non ha fatto altro che portare fuori una situazione già esistente, ma ciò è l'occasione di assaporare lentamente tutte le cosa che ci circondano gustandole con delicatezza e gioia.
Dopo una prima parte dai ritmi delicati e pacati, la parola chiave della seconda parte di film è : confusione. Miyazaki poco a poco perde sempre di più il controllo del film, cominciando ad andare nelle battute finali molto di fretta. Ci ritroveremo situazioni presentate di corsa, con poche spiegazioni e senza alcuna introduzione come ad esempio; Sopie che diviene vecchia a giovane almeno 6-7 volte, una guerra (non presente nel romanzo) che stona e risulta poco utile ai fini narrativi sino a divenire un peso per l'autore, che a causa di essa non riesce a conferire la giusta attenzione a personaggi (come la Strega, che diviene una macchietta comica), sino a sfociare negli ultimi 10 minuti di film in un frettoloso quanto insensato happy ending per tutti i personaggi, che finisce con il rinnegare tutta la drammaticità che permeava la pellicola poco prima.
Per quanto riguarda i personaggi, i due più riusciti sono Sophie Hatter e Howl, che presentano entrambi nel corso del film una discreta profondità psicologica con qualche spruzzatina di originalità nella costruzione delle loro figure. Sophie mano a mano uscirà dalla vita monotona che la stava uccidendo interiormente e prenderà il mano le redini della sua vita ribadendo il suo libro arbitrio, mentre Howl ragazzo biondo di bell'aspetto ma vigliacco, per la prima volta si troverà a lottare per ciò che ama senza indietreggiare o fuggire dai problemi.
Purtroppo gli altri personaggi della storia sono delle macchiette penalizzate da una sceneggiatura ignobile, infatti la strega sarà liquidata in modo osceno e usata come elemento comico, Marco non si smuove dal suo ruolo di assistente, mentre Calcifer e Sullivan sono appena abbozzati nonostante le loro potenzialità.
Nonostante una sceneggiatura quasi da buttare, dal lato tecnico c'è ben poco da dire, visto che "Il Castello Errante di Howl" rappresenta oggettivamente l'apice della visionarietà di Miyazaki. I colori esplodono in una miriade di tonalità tutte diverse da loro creando uno spettacolo visivo senza eguali dove l'autore coadiuvato da un Hisaishi insolitamente sottotono alle musiche, ma comunque discreto riesce a creare favolosi quanto rilassanti paesaggi pieni di verde dove la natura tanto cara all'autore esplodere letteralmente in tutto il suo splendore. Il castello di Howl realizzato con un eccellente computer grafica, ha una facciata esterna che è un inno all'anarchia con disposizioni casuali di balconi, finestre e comignoli, risultando una grandiosa gioia visiva. Molto curati anche gli interni in netto contrasto con gli esterni, dei quali spicca la stanza di Howl piena zeppa di oggetti ed in stile barocco.
Per quanto riguarda la regia il film pur essendo girato bene, non ha lampi o particolari guizzi di autorialità o sperimentalismi interessanti, presentando non pochi raccordi sbagliati nella seconda parte. Però quando tutto sembra perduto, Miyazaki da bravo regista qual è riesce e tirare su il film realizzando una delle migliori sequenze mai viste in un film d'animazione; cioè quando Sophie va nel passato di Howl e in quel frangente la regia, colonna sonora e le animazioni si muovo all'unisono creando una scena dal forte impatto visionario.
Concludendo la recensione, "Il Castello Errante di Howl" è oggettivamente il secondo fallimento artistico dell'autore dopo "Il Mio Vicino Totoro". Viene da paragonarlo a "Steamboy" di Kazuhiro Otomo, uscito nello stesso anno, ma a differenza di quest'ultimo Miyazaki dimostra ancora di possedere un 2-3 colpi che rendono il suo film diverso dai tanti oltre che a saperlo gestire molto meglio del suo collega. Certo, chi ha visto i precedenti film del maestro non può che notare grossi passi indietro, visto che il regista non riesce ad evolvere la sua poetica, entrata oramai in una fase di stagnazione. Il film è stato giustamente accolto freddamente in Giappone quanto esaltato da un ignorante critica occidentale, che si è dimostrata cieca innanzi alle enormi voragini del film e molti sostenitori di Miyazaki fuoriusciti dal nulla, proclamandolo (mostrando una scarsa conoscenza del cinema) come miglior regista d'animazione di sempre.
In sostanza questo film è consigliato a chi vuole vedere uno spettacolo grafico visto che rappresenta uno dei punti più alti mai raggiunti dall'animazione tradizionale. Mentre i fan di Miyazaki lo adoreranno a prescindere, agli altri consiglio caldamente di conoscere l'autore con altri suoi film, visto che oggettivamente questo è il suo peggiore.
A otto anni dalla prima visione e almeno quattro dall'ultima, non immaginavo che avrei rivalutato una pellicola fantasy tendenzialmente sentimentale come Il castello errante di Howl. Ispirato all'omonimo romanzo scritto a metà degli Anni Ottanta dall'inglese Diana Wynne Jones, scomparsa solo di recente, questo elaborato lungometraggio di quasi due ore è frutto di una produzione piuttosto travagliata: dopo aver avviato il progetto, il maestro Hayao Miyazaki aveva infatti affidato la regia del film all'amico Mamoru Hosoda, ma, in seguito ad alcune discordie occorse tra il giovane regista e lo Studio Ghibli, alla fine Miyazaki in persona decise di assumere il controllo della situazione portando a termine l'opera già cominciata. Howl venne così presentato in anteprima al Festival del Cinema di Venezia nel 2004, riscuotendo notevoli consensi destinati a tramutarsi in una duratura popolarità tra gli appassionati di animazione giapponese. Sebbene non manchino diversi passaggi narrativi poco chiari derivanti dalle ovvie modifiche e semplificazioni rispetto al racconto originale, nel complesso la trama scorre rapidamente senza troppi intoppi. L'impronta del maestro si palesa agli occhi dello spettatore grazie alla tematica, a lui molto cara ma assente nel romanzo, della guerra che sconvolge l'esistenza di migliaia di persone, così come è evidente l'amore tutto miyazakiano per la rappresentazione di scene di vita quotidiana unitamente alla potente bellezza dei paesaggi naturali.
La vicenda di Howl si colloca nei primi anni di un Novecento fantasioso, in cui immaginarie nazioni mitteleuropee si scontrano in una guerra feroce a colpi di armi e mezzi marcatamente steampunk. È una giornata come tante, quando la nostra giovane protagonista Sophie, appena uscita dal negozio di cappelli della famiglia, incontra uno strano biondino che afferma di averla cercata a lungo. Subito dopo, i due seminano un gruppo di esseri demoniaci che perseguitano il ragazzo... volando letteralmente, con sommo stupore di Sophie. In paese tutte le ragazze non fanno che parlare del misterioso mago rubacuori Howl e del suo stupefacente castello mobile; dal canto suo, non passa molto perché Sophie realizzi di averlo appena incontrato. Dopodiché la perfida Strega delle Lande, spinta dalla gelosia, lancia una maledizione sulla ragazza, invecchiandola precocemente fino a farle assumere le fattezze di una novantenne. Terrorizzata, Sophie fugge via nel tentativo di nascondere il proprio aspetto ai suoi familiari e, giunta alle pendici delle montagne circostanti, si imbatte dapprima in un curioso spaventapasseri saltellante e infine nel castello errante del famoso mago. Per Sophie ha così inizio un'avventura alla scoperta del mistero che aleggia attorno alla figura di Howl e, inaspettatamente, anche del proprio cuore...
Nonostante la maggior parte del film proceda bene, purtroppo lo stesso non si può dire dei venti minuti conclusivi, durante i quali si alternano splendide sequenze evocative come quella del passato di Howl ad altre meno efficaci intrise di un eccessivo buonismo e dei baci affettuosi della protagonista. Ad ogni modo, i personaggi principali sono caratterizzati talmente bene da risultare davvero memorabili: il capriccioso e pacifista Howl che nasconde oscuri segreti, l'insopportabile e irresistibile demone di fuoco Calcifer, la Strega delle Lande nelle sue varie forme, il piccolo tuttofare Markl, il bizzarro spaventapasseri Testa di Rapa e naturalmente la romantica Sophie, vera eroina della storia. A completare il quadro, alcune scene drammatiche come quelle del bombardamento della città della protagonista (pur senza sfociare nella violenza nuda e cruda) e altre assolutamente esilaranti come l'ascesa sfiancante di centinaia di gradini verso il palazzo imperiale da parte di Sophie e della Strega delle Lande. Da un punto di vista prettamente tecnico, ci rendiamo ben presto conto che l'immenso budget a disposizione dello Studio Ghibli (parliamo di circa 24 milioni di dollari) sia stato sfruttato al massimo in ogni singolo fotogramma del film: tra vedute cittadine e panorami foto-realistici, interni riprodotti con dovizia di particolari, animazioni all'avanguardia e una notevole dose di Computer Graphics che tutto sommato non dà particolare fastidio, i nostri occhi ammirano abiti coloratissimi e di foggia sempre diversa, immense corazzate provviste di ali e altri singolari veicoli, porte che conducono di volta in volta in luoghi diversi, cieli azzurrissimi o rossi di fuoco a seconda che osserviamo un altopiano montano o assistiamo a una battaglia, piccole magie e ovviamente lo sgangherato castello semovente che dà il titolo all'opera. Pur non essendo ai livelli di altri capolavori di Miyazaki come Porco Rosso e La città incantata e nonostante alcuni difetti più o meno evidenti, credo che Il castello errante di Howl rimanga comunque un film godibile in grado di regalare momenti di puro intrattenimento.
La vicenda di Howl si colloca nei primi anni di un Novecento fantasioso, in cui immaginarie nazioni mitteleuropee si scontrano in una guerra feroce a colpi di armi e mezzi marcatamente steampunk. È una giornata come tante, quando la nostra giovane protagonista Sophie, appena uscita dal negozio di cappelli della famiglia, incontra uno strano biondino che afferma di averla cercata a lungo. Subito dopo, i due seminano un gruppo di esseri demoniaci che perseguitano il ragazzo... volando letteralmente, con sommo stupore di Sophie. In paese tutte le ragazze non fanno che parlare del misterioso mago rubacuori Howl e del suo stupefacente castello mobile; dal canto suo, non passa molto perché Sophie realizzi di averlo appena incontrato. Dopodiché la perfida Strega delle Lande, spinta dalla gelosia, lancia una maledizione sulla ragazza, invecchiandola precocemente fino a farle assumere le fattezze di una novantenne. Terrorizzata, Sophie fugge via nel tentativo di nascondere il proprio aspetto ai suoi familiari e, giunta alle pendici delle montagne circostanti, si imbatte dapprima in un curioso spaventapasseri saltellante e infine nel castello errante del famoso mago. Per Sophie ha così inizio un'avventura alla scoperta del mistero che aleggia attorno alla figura di Howl e, inaspettatamente, anche del proprio cuore...
Nonostante la maggior parte del film proceda bene, purtroppo lo stesso non si può dire dei venti minuti conclusivi, durante i quali si alternano splendide sequenze evocative come quella del passato di Howl ad altre meno efficaci intrise di un eccessivo buonismo e dei baci affettuosi della protagonista. Ad ogni modo, i personaggi principali sono caratterizzati talmente bene da risultare davvero memorabili: il capriccioso e pacifista Howl che nasconde oscuri segreti, l'insopportabile e irresistibile demone di fuoco Calcifer, la Strega delle Lande nelle sue varie forme, il piccolo tuttofare Markl, il bizzarro spaventapasseri Testa di Rapa e naturalmente la romantica Sophie, vera eroina della storia. A completare il quadro, alcune scene drammatiche come quelle del bombardamento della città della protagonista (pur senza sfociare nella violenza nuda e cruda) e altre assolutamente esilaranti come l'ascesa sfiancante di centinaia di gradini verso il palazzo imperiale da parte di Sophie e della Strega delle Lande. Da un punto di vista prettamente tecnico, ci rendiamo ben presto conto che l'immenso budget a disposizione dello Studio Ghibli (parliamo di circa 24 milioni di dollari) sia stato sfruttato al massimo in ogni singolo fotogramma del film: tra vedute cittadine e panorami foto-realistici, interni riprodotti con dovizia di particolari, animazioni all'avanguardia e una notevole dose di Computer Graphics che tutto sommato non dà particolare fastidio, i nostri occhi ammirano abiti coloratissimi e di foggia sempre diversa, immense corazzate provviste di ali e altri singolari veicoli, porte che conducono di volta in volta in luoghi diversi, cieli azzurrissimi o rossi di fuoco a seconda che osserviamo un altopiano montano o assistiamo a una battaglia, piccole magie e ovviamente lo sgangherato castello semovente che dà il titolo all'opera. Pur non essendo ai livelli di altri capolavori di Miyazaki come Porco Rosso e La città incantata e nonostante alcuni difetti più o meno evidenti, credo che Il castello errante di Howl rimanga comunque un film godibile in grado di regalare momenti di puro intrattenimento.
"Il castello errante di Howl", lungometraggio animato ispirato all'omonimo libro di Diana Wynne Jones, è un'opera un po' atipica nel panorama di Miyazaki. Sarà stata la difficoltà dovuta al dover riproporre in un formato diverso un romanzo - problema del resto molto comune anche per film discretamente lunghi? Fatto sta che, mentre di solito le opere del regista giapponese sono contraddistinte da una trama semplice e coesa, qui non è così, anche se in realtà avevo riscontrato questa cosa anche in "Nausicaa della valle del vento". Per questo motivo non posso promuovere completamente la trama, che parla di più cose di quelle che il tempo le concederebbe di descrivere e approfondire degnamente: la guerra, la strega delle Lande, lo spaventapasseri: meritavano tutti un po' di spazio in più secondo me. A questo punto, si poteva anche azzardare lo sdoppiamento del film in due parti, secondo me.
A fianco alla delusione legata a queste trame secondarie poco riuscite in quanto poco chiare, comunque, devo rendere atto che almeno la vicenda della protagonista, Sophie, è portata avanti in maniera soddisfacente. Pertanto assegno un complessivo 7.
Finale: nel finale si addensano le risoluzioni di più trame, una delle quali tuttavia - non dico quale ma chi lo ha visto capirà - era passata talmente in secondo piano che è una sorpresa notevole ciò che accade in merito. Ovviamente parlo per chi non ha letto il libro. Pur trattandosi del classico finale fiabesco alla Miyazaki, in cui tutto va per il meglio, l'ho apprezzato. Assegno pertanto un 8.
Personaggi: come detto sopra, tanti personaggi, per la loro peculiarità, avrebbero necessitato di molto più spazio per essere descritti e conseguentemente compresi dallo spettatore. Si riesce a comprendere bene solo la protagonista, un po' più a fatica Howl, ma gli altri sono abbastanza oscuri. Assegno un 6 e non un voto più alto perché sono rimasto un po' deluso da quest'aspetto.
Grafica: è l'eccellente realizzazione artistica a cui ci ha abituati lo studio Ghibli. Particolarmente fluide sono le animazioni, e una nota di merito particolare va alle ambientazioni, molto ben curate, specie negli ambienti interni. Ben fatto anche il complesso "castello errante". Assegno un 10 a questo punto.
Sonoro: la colonna sonora, a tratti un po' malinconica, ma più frizzante in altri momenti, rende bene l'atmosfera oscillante tra la felicità e la malinconia vissute dalla protagonista. Assegno un ben meritato 9 abbondante.
Un'ultima nota di merito alla trattazione fuori dal comune e un po' fuori anche dagli schemi cui ci ha abituato Miyazaki del tema dell'amore tra i due protagonisti, che stavolta di tempo per conoscersi ne hanno un po' di più, ma conoscono solo una certa apparenza dell'altro...
Globalmente assegno di conseguenza un 8. Come di consueto, il piatto forte è la realizzazione tecnica, che per la sua grande maestria costituisce sempre una grande fonte di attrattiva anche per un pubblico esigente in questo settore, e mi ha portato a premiare quest'opera altrimenti forse un pochino sotto le aspettative per altri aspetti. Lo consiglio comunque a tutti.
A fianco alla delusione legata a queste trame secondarie poco riuscite in quanto poco chiare, comunque, devo rendere atto che almeno la vicenda della protagonista, Sophie, è portata avanti in maniera soddisfacente. Pertanto assegno un complessivo 7.
Finale: nel finale si addensano le risoluzioni di più trame, una delle quali tuttavia - non dico quale ma chi lo ha visto capirà - era passata talmente in secondo piano che è una sorpresa notevole ciò che accade in merito. Ovviamente parlo per chi non ha letto il libro. Pur trattandosi del classico finale fiabesco alla Miyazaki, in cui tutto va per il meglio, l'ho apprezzato. Assegno pertanto un 8.
Personaggi: come detto sopra, tanti personaggi, per la loro peculiarità, avrebbero necessitato di molto più spazio per essere descritti e conseguentemente compresi dallo spettatore. Si riesce a comprendere bene solo la protagonista, un po' più a fatica Howl, ma gli altri sono abbastanza oscuri. Assegno un 6 e non un voto più alto perché sono rimasto un po' deluso da quest'aspetto.
Grafica: è l'eccellente realizzazione artistica a cui ci ha abituati lo studio Ghibli. Particolarmente fluide sono le animazioni, e una nota di merito particolare va alle ambientazioni, molto ben curate, specie negli ambienti interni. Ben fatto anche il complesso "castello errante". Assegno un 10 a questo punto.
Sonoro: la colonna sonora, a tratti un po' malinconica, ma più frizzante in altri momenti, rende bene l'atmosfera oscillante tra la felicità e la malinconia vissute dalla protagonista. Assegno un ben meritato 9 abbondante.
Un'ultima nota di merito alla trattazione fuori dal comune e un po' fuori anche dagli schemi cui ci ha abituato Miyazaki del tema dell'amore tra i due protagonisti, che stavolta di tempo per conoscersi ne hanno un po' di più, ma conoscono solo una certa apparenza dell'altro...
Globalmente assegno di conseguenza un 8. Come di consueto, il piatto forte è la realizzazione tecnica, che per la sua grande maestria costituisce sempre una grande fonte di attrattiva anche per un pubblico esigente in questo settore, e mi ha portato a premiare quest'opera altrimenti forse un pochino sotto le aspettative per altri aspetti. Lo consiglio comunque a tutti.
Sicuramente "Il castello errante di Howl" è uno dei film migliori dello "Studio Ghibli".
Il film narra le vicende di Sophie, una ragazza che lavora in un negozio di cappelli. Un giorno la ragazza si imbatte nella Strega delle Lande che la trasforma in un'anziana signora. Durante un viaggio alla ricerca della giovinezza rubatagli dalla strega, Sophie incontra Howl e i suoi amici e iniziano le avventure che girano attorno alla protagonista e al giovane Howl.
La trama è sicuramente bellissima, ma in delle circostanze risulta un po' macchinosa e porta il lettore ad annoiarsi per qualche minuto.
Le musiche e i disegni a mio parere sono la parte migliore del film. Disegni bellissimi riescono a catturare chi guarda il film anche solo con dei piccoli particolari. Musiche assolutamente molto belle riescono ad adattarsi perfettamente ai disegni e a tutto il resto.
Questo a mio avviso è un film assolutamente di altissimo livello che va visto con tutta la famiglia.
Il film narra le vicende di Sophie, una ragazza che lavora in un negozio di cappelli. Un giorno la ragazza si imbatte nella Strega delle Lande che la trasforma in un'anziana signora. Durante un viaggio alla ricerca della giovinezza rubatagli dalla strega, Sophie incontra Howl e i suoi amici e iniziano le avventure che girano attorno alla protagonista e al giovane Howl.
La trama è sicuramente bellissima, ma in delle circostanze risulta un po' macchinosa e porta il lettore ad annoiarsi per qualche minuto.
Le musiche e i disegni a mio parere sono la parte migliore del film. Disegni bellissimi riescono a catturare chi guarda il film anche solo con dei piccoli particolari. Musiche assolutamente molto belle riescono ad adattarsi perfettamente ai disegni e a tutto il resto.
Questo a mio avviso è un film assolutamente di altissimo livello che va visto con tutta la famiglia.
Ennesimo capolavoro del maestro Miyazaki, "Il Castello Errante di Howl" è una delle opere più famose e apprezzate del celeberrimo regista nipponico. Tuttavia, a mio avviso, non è il suo prodotto migliore e, pur restando un film di altissimo livello, presenta alcuni importanti difetti.
Protagonista indiscussa della pellicola è la giovane Sophie, che lavora nel negozio di famiglia finché un giorno la Strega delle Lande non la trasforma in una vecchietta, costringendola a partire in cerca della perduta giovinezza. Troverà rifugio nel castello errante di Howl, come domestica a fianco del demone del fuoco Calcifer e del giovane apprendista Markl. Tutto bene, se non fosse che Howl, all'apparenza scanzonato e superficiale sciupafemmine, si rivelerà un personaggio dal carattere molto più complesso di quello che appare, mentre la guerra incombente, con la sua potenza devastante, causerà non pochi problemi ai nostri protagonisti.
Partiamo dai lati positivi: la grafica e le musiche sono fantastiche! E' veramente un piacere per gli occhi vedere dei disegni così belli, dettagliati e realistici che, insieme a un ottimo comparto musicale, calano direttamente lo spettatore nell'atmosfera fantasy-medievale della pellicola. E ci rendiamo conto di come in un film d'animazione questo non sia un dettaglio da poco.
Anche dal doppiaggio sono rimasto positivamente colpito. Ho apprezzato in particolare Francesco Buclkaen, la voce dello stesso Howl.
I personaggi sono tutti costruiti molto bene, mai banali, con personalità complesse ed evoluzioni inaspettate, con cattivi che diventano buoni e viceversa, in puro stile Miyazaki. Inoltre, sono tutti "well round characters" la cui maturazione psicologica è evidente e profonda.
La storia, tratta dall'omonimo romanzo di Diana Wynne Jones, è originale e riesce a mescolare con sapienza il genere romantico, drammatico, comico e persino un pizzico di mistero con annessi colpi di scena (uno dei quali però un po' bruciato sbrigativamente sul finale). Tuttavia, la costruzione della trama poteva essere strutturata meglio, essendo alle volte troppo lenta e altre viceversa eccessivamente rapida, con il risultato che il film può risultare macchinoso alla prima visione. "Howl" è infatti un'opera che va rivista almeno una seconda volta per comprendere appieno tutti i passaggi, le sfumature e i piccoli dettagli del caso.
Riassumendo: "Il Castello Errante di Howl" è un film che va assolutamente visto e che colpirà positivamente tutti i neofiti del genere, nonostante non sia, a mio avviso, il capolavoro di Miyazaki.
Protagonista indiscussa della pellicola è la giovane Sophie, che lavora nel negozio di famiglia finché un giorno la Strega delle Lande non la trasforma in una vecchietta, costringendola a partire in cerca della perduta giovinezza. Troverà rifugio nel castello errante di Howl, come domestica a fianco del demone del fuoco Calcifer e del giovane apprendista Markl. Tutto bene, se non fosse che Howl, all'apparenza scanzonato e superficiale sciupafemmine, si rivelerà un personaggio dal carattere molto più complesso di quello che appare, mentre la guerra incombente, con la sua potenza devastante, causerà non pochi problemi ai nostri protagonisti.
Partiamo dai lati positivi: la grafica e le musiche sono fantastiche! E' veramente un piacere per gli occhi vedere dei disegni così belli, dettagliati e realistici che, insieme a un ottimo comparto musicale, calano direttamente lo spettatore nell'atmosfera fantasy-medievale della pellicola. E ci rendiamo conto di come in un film d'animazione questo non sia un dettaglio da poco.
Anche dal doppiaggio sono rimasto positivamente colpito. Ho apprezzato in particolare Francesco Buclkaen, la voce dello stesso Howl.
I personaggi sono tutti costruiti molto bene, mai banali, con personalità complesse ed evoluzioni inaspettate, con cattivi che diventano buoni e viceversa, in puro stile Miyazaki. Inoltre, sono tutti "well round characters" la cui maturazione psicologica è evidente e profonda.
La storia, tratta dall'omonimo romanzo di Diana Wynne Jones, è originale e riesce a mescolare con sapienza il genere romantico, drammatico, comico e persino un pizzico di mistero con annessi colpi di scena (uno dei quali però un po' bruciato sbrigativamente sul finale). Tuttavia, la costruzione della trama poteva essere strutturata meglio, essendo alle volte troppo lenta e altre viceversa eccessivamente rapida, con il risultato che il film può risultare macchinoso alla prima visione. "Howl" è infatti un'opera che va rivista almeno una seconda volta per comprendere appieno tutti i passaggi, le sfumature e i piccoli dettagli del caso.
Riassumendo: "Il Castello Errante di Howl" è un film che va assolutamente visto e che colpirà positivamente tutti i neofiti del genere, nonostante non sia, a mio avviso, il capolavoro di Miyazaki.
"Il castello errante di Howl" è probabilmente uno di quei film che vanno goduti insieme alla famiglia. Non ha la pretesa di illustrarci tutti i retroscena del grandissimo libro di Diana Wynne Jones (anch'esso di un livello fuori la norma) ma vuole coinvolgere lo spettatore e, in questo caso, appassionare con una trama semplice ma dai ricchi contenuti. Il furbissimo e bravissimo Miyazaki già nei precedenti film ci aveva coinvolto ostentando delle morali di cui non si poteva non rimanere affascinati. Tuttavia ne "Il Castello errante di Howl" decide di affrontare temi a lui desueti. Proprio per questo credo che il pubblico rimane maggiormente entusiasta.
Sophie è una ragazzina che ha ereditato dal padre un negozio di cappelli. Vive una vita semplice e tranquilla quando un giorno, per caso, rimane coinvolta in una disputa tra un giovane mago, Howl, e una strega che bracca il bellissimo e biondissimo ragazzo. Nonostante riesca a fuggire, grazie all'aiuto di Howl, Sophie viene raggiunta dalla strega che le lancerà una maledizione. A questo punto per spezzare il sortilegio la ragazza, non più tanto giovane, andrà alla ricerca di una soluzione facendosi aiutare, quasi involontariamente, dall'incredibile ed affascinante Howl.
Quello che salta subito all'occhio è l'incredibile apparato tecnico di questo film. All'inizio ero un po' spaesato perchè non guardo spesso film (se non in blocco) e quindi tutto mi sembrava forzato. In realtà l'unica cosa che non mi ha colpito delle animazioni sono le camminate delle apparizioni, quasi macchinose. In realtà tutto il resto è impeccabile. A partire dal bellissimo Castello errante che realizzato con un'ottima Computer Grafica si amalgama perfettamente ai stupendi paesaggi, alle incredibili città in lontananza e al design appagante dei personaggi. Il disegno, infatti, è quello che caratterizza il film. Allo stile anime/manga Miyazaki, si sa, preferisce uno stile più "occidentale" ed è proprio questo che riesce a colpire.
La storia, come già anticipato, non si prefigge di essere complessa ma tratta dei temi abbastanza interessanti. Innanzitutto quello della guerra. Il mondo de "Il castello errante di Howl" è vittima di continue guerre. Quello che risulta interessante è che il protagonista, nonostante sia uno dei più forti maghi in circolazione, non si schiera mai da nessuna parte: Vuole vivere libero. E' proprio questo il centro focale di questo film. Tutti potremmo vivere felici, liberi e alla ricerca dell'amore se non ci fossero tutti questi impedimenti che rendono l'uomo incatenato. Ma proprio grazie a questo punto si sviluppa il secondo tema: la famiglia. In questo film, infatti, si crea un'inaspettata famiglia. Proprio grazie a questa si riusciranno a risolvere i problemi principali creando un nuovo "mondo" su misura dei protagonisti.
Insomma "Il Castello Errante di Howl" è una fiaba a tutti gli effetti e non si ci deve stupire se il finale è scontato e il mondo in cui si svolge la trama è magico. Un ottimo prodotto per una famiglia ma anche per passare una serata tra amici visti i grandi contenuti e la bellezza dell'opera!
Sophie è una ragazzina che ha ereditato dal padre un negozio di cappelli. Vive una vita semplice e tranquilla quando un giorno, per caso, rimane coinvolta in una disputa tra un giovane mago, Howl, e una strega che bracca il bellissimo e biondissimo ragazzo. Nonostante riesca a fuggire, grazie all'aiuto di Howl, Sophie viene raggiunta dalla strega che le lancerà una maledizione. A questo punto per spezzare il sortilegio la ragazza, non più tanto giovane, andrà alla ricerca di una soluzione facendosi aiutare, quasi involontariamente, dall'incredibile ed affascinante Howl.
Quello che salta subito all'occhio è l'incredibile apparato tecnico di questo film. All'inizio ero un po' spaesato perchè non guardo spesso film (se non in blocco) e quindi tutto mi sembrava forzato. In realtà l'unica cosa che non mi ha colpito delle animazioni sono le camminate delle apparizioni, quasi macchinose. In realtà tutto il resto è impeccabile. A partire dal bellissimo Castello errante che realizzato con un'ottima Computer Grafica si amalgama perfettamente ai stupendi paesaggi, alle incredibili città in lontananza e al design appagante dei personaggi. Il disegno, infatti, è quello che caratterizza il film. Allo stile anime/manga Miyazaki, si sa, preferisce uno stile più "occidentale" ed è proprio questo che riesce a colpire.
La storia, come già anticipato, non si prefigge di essere complessa ma tratta dei temi abbastanza interessanti. Innanzitutto quello della guerra. Il mondo de "Il castello errante di Howl" è vittima di continue guerre. Quello che risulta interessante è che il protagonista, nonostante sia uno dei più forti maghi in circolazione, non si schiera mai da nessuna parte: Vuole vivere libero. E' proprio questo il centro focale di questo film. Tutti potremmo vivere felici, liberi e alla ricerca dell'amore se non ci fossero tutti questi impedimenti che rendono l'uomo incatenato. Ma proprio grazie a questo punto si sviluppa il secondo tema: la famiglia. In questo film, infatti, si crea un'inaspettata famiglia. Proprio grazie a questa si riusciranno a risolvere i problemi principali creando un nuovo "mondo" su misura dei protagonisti.
Insomma "Il Castello Errante di Howl" è una fiaba a tutti gli effetti e non si ci deve stupire se il finale è scontato e il mondo in cui si svolge la trama è magico. Un ottimo prodotto per una famiglia ma anche per passare una serata tra amici visti i grandi contenuti e la bellezza dell'opera!
Meraviglioso: non ho parole per esprimere quanto sia meraviglioso questo film. Leggevo nella recensione dello staff che è tratto dal libro, ma io non l'ho letto e non posso paragonare le due opere. Quindi basandomi esclusivamente sulla storia delineata nel film devo ammettere che esso è un capolavoro, fantastico, come anche gli altri film del maestro del resto.
La trama è interessante, offre molti spunti di riflessione; i personaggi sono molto particolari, profondi, anche lo stesso Howl, per quanto possa avere dei difetti, non può non essere adorabile e, finalmente, la protagonista Sophie non è la solita bellacciona di cui tutti si innamorano, ma una ragazza comune con un lavoro e delle responsabilità da portare avanti, con del carattere insomma! Del resto non potevamo aspettarci niente di meno e sicuramente non un'altra banalità.
I disegni sono favolosi e in alcuni gesti e movimenti riescono a esprimere alla grande le emozioni dei personaggi, che spesso vengono sempre più che altro descritti da monologhi noiosi e pedanti; il tocco di Miyazaki è indistinguibile. Tutto il resto è trattato con un'immensa cura dei dettagli e i paesaggi sono favolosi. Il castello stesso è disegnato in maniera così particolareggiata che meglio non si poteva. Quando leggi di un "castello errante" chissà cosa immagini, ma l'esempio che poi ti offre il film è sicuramente innovativo ed esemplare. Credo che chi non ha visto "Il Castello Errante di Howl", non può definirsi intenditore di questo genere.
La trama è interessante, offre molti spunti di riflessione; i personaggi sono molto particolari, profondi, anche lo stesso Howl, per quanto possa avere dei difetti, non può non essere adorabile e, finalmente, la protagonista Sophie non è la solita bellacciona di cui tutti si innamorano, ma una ragazza comune con un lavoro e delle responsabilità da portare avanti, con del carattere insomma! Del resto non potevamo aspettarci niente di meno e sicuramente non un'altra banalità.
I disegni sono favolosi e in alcuni gesti e movimenti riescono a esprimere alla grande le emozioni dei personaggi, che spesso vengono sempre più che altro descritti da monologhi noiosi e pedanti; il tocco di Miyazaki è indistinguibile. Tutto il resto è trattato con un'immensa cura dei dettagli e i paesaggi sono favolosi. Il castello stesso è disegnato in maniera così particolareggiata che meglio non si poteva. Quando leggi di un "castello errante" chissà cosa immagini, ma l'esempio che poi ti offre il film è sicuramente innovativo ed esemplare. Credo che chi non ha visto "Il Castello Errante di Howl", non può definirsi intenditore di questo genere.
<b>Attenzione! Possibili spoiler!</b>
"Il castello errante di Howl" è un film d'animazione del 2004, diretto dal grande regista Hayao Miyazaki, noto per altre opere come: "Lupin III - Il castello di Cagliostro", "Porco Rosso", "Il mio vicino Totoro" e molti altri.
L'opera è stata ripresa dal libro omonimo della Jones, ed è stata prodotta dallo Studio Ghibli.
La trama parla di una ragazza di nome Sopie, che lavora nel negozio di cappelli di famiglia. Un giorno la sua vita viene scossa dall'incontro con il mago Howl, un ragazzo molto attraente, il quale è l'oggetto del desiderio della strega dell'est. Tuttavia la strega, gelosa dell'incontro, lancia una maledizione a Sophie e la tramuta in una vecchia, con il vincolo inoltre di non poter rivelare a nessuno questo segreto. L'unica speranza per Sophie è quella di ritrovare Howl per farsi liberare, ma il giovane mago abita in un castello errante che cambia continuamente posizione. Sophie è costretta a mettersi in viaggio, nello stesso tempo in cui una guerra imperversa tra il suo regno ed il paese confinante; oltre a ciò deve mettere in conto cosa vuol dire non esser più giovani. Il castello ha una caratteristica: si muove continuamente, e Sophie è costretta a cercarlo. Quando lo trova si finge una domestica per poter entrare, e in questo modo può stare accanto al mago Howl e poter cercare un rimedio alla sua maledizione.
L'ambientazione ricorda, nei vestiti e nell'architettura, l'Europa degli inizi del ventesimo secolo, in un mondo in cui è presente la magia. Gli avvenimenti si susseguono in una nazione fantastica. I disegni sono resi molto bene grazie alla computer grafica. I colori sono molto caldi e brillanti, carini i tratti delle persone.
Per quanto riguarda le musiche, sono state composte dal grandissimo compositore Joe Hisaishi, anche noto per aver collaborato con Myazaki in altre sue produzioni, come "Nausica nella valle del vento".
A mio modesto parere il lungometraggio è stato realizzato ottimamente, in particolare ho gradito i fondali e le musiche. Darei dieci per realizzazione, ma non avendo amato moltissimo tutte le parti della trama preferisco assegnare un otto.
"Il castello errante di Howl" è un film d'animazione del 2004, diretto dal grande regista Hayao Miyazaki, noto per altre opere come: "Lupin III - Il castello di Cagliostro", "Porco Rosso", "Il mio vicino Totoro" e molti altri.
L'opera è stata ripresa dal libro omonimo della Jones, ed è stata prodotta dallo Studio Ghibli.
La trama parla di una ragazza di nome Sopie, che lavora nel negozio di cappelli di famiglia. Un giorno la sua vita viene scossa dall'incontro con il mago Howl, un ragazzo molto attraente, il quale è l'oggetto del desiderio della strega dell'est. Tuttavia la strega, gelosa dell'incontro, lancia una maledizione a Sophie e la tramuta in una vecchia, con il vincolo inoltre di non poter rivelare a nessuno questo segreto. L'unica speranza per Sophie è quella di ritrovare Howl per farsi liberare, ma il giovane mago abita in un castello errante che cambia continuamente posizione. Sophie è costretta a mettersi in viaggio, nello stesso tempo in cui una guerra imperversa tra il suo regno ed il paese confinante; oltre a ciò deve mettere in conto cosa vuol dire non esser più giovani. Il castello ha una caratteristica: si muove continuamente, e Sophie è costretta a cercarlo. Quando lo trova si finge una domestica per poter entrare, e in questo modo può stare accanto al mago Howl e poter cercare un rimedio alla sua maledizione.
L'ambientazione ricorda, nei vestiti e nell'architettura, l'Europa degli inizi del ventesimo secolo, in un mondo in cui è presente la magia. Gli avvenimenti si susseguono in una nazione fantastica. I disegni sono resi molto bene grazie alla computer grafica. I colori sono molto caldi e brillanti, carini i tratti delle persone.
Per quanto riguarda le musiche, sono state composte dal grandissimo compositore Joe Hisaishi, anche noto per aver collaborato con Myazaki in altre sue produzioni, come "Nausica nella valle del vento".
A mio modesto parere il lungometraggio è stato realizzato ottimamente, in particolare ho gradito i fondali e le musiche. Darei dieci per realizzazione, ma non avendo amato moltissimo tutte le parti della trama preferisco assegnare un otto.
"Il Castello Errante di Howl" è sicuramente uno dei titoli che ho più apprezzato. E' forse la semplicità con la quale si presenta, sbocciando in una trama per niente scontata, che mi ha fatto amare questo lungometraggio. Da guardare con piacere, lascia un sorriso sulla bocca. A mio parere l'unico punto debole di questo titolo è la poca chiarezza di certe parti che risultano caotiche e non molto ordinate. Infatti la trama è molto carina (non sto qui a raccontarla), ma certi punti avrebbero dovuto essere più approfonditi dato che ogni tanto ci si poteva perdere. Alcuni rapporti esistenti tra i personaggi non sono molto chiari e tutt'ora, ripensandoci, non riesco a venirne a capo.
La cosa che mi è piaciuta, invece, sempre della trama, è stata, come detto prima, la semplicità con cui viene presentata, niente di molto elaborato, semplici dialoghi che vanno dritti al punto, paesaggi fantastici, personaggi con una caratterizzazione ottima. Il design è ben curato, l'animazione è stata eseguita con molta attenzione ai particolari. I personaggi sono fatti bene, sono carini e interessanti, sia d'aspetto che di carattere. Alla fine del lungo viaggio ci si trova a pensare di conoscere bene i personaggi fino in fondo dato che le loro emozioni traspaiono molto spesso. Essi, all'interno della storia, cambiano il modo di vedere le cose: ciò viene reso anche da un graduale cambio dell'aspetto fisico degli uni e degli altri. Interessante è appunto questo aspetto che secondo me non va trascurato: il regista ha saputo rendere questa trasformazione senza forzarla troppo. La figura da me preferita è quella della Strega delle Lande, che porterò appresso per molto tempo.
Le musiche scelte sono dolci e accompagnano perfettamente ogni scena di questo titolo. Il doppiaggio italiano è fatto bene, nonostante all'inizio avessi qualche incertezza. In conclusione quindi affermo che l'aspetto tecnico presente ne "Il Castello di Howl" è eccellente, così come la trama presentata, anche se possiede qualche piccola incertezza.
Consiglio vivamente il titolo a tutti coloro che hanno il tempo di guardarlo poiché può fare solo bene: non penso ci siano limiti d'età, secondo me lo si può vedere sia da grandi sia da piccini. Penso inoltre che abbia una morale ben evidente: "Tutti possono cambiare, basta che lo vogliano, che abbiano motivo per farlo."
La cosa che mi è piaciuta, invece, sempre della trama, è stata, come detto prima, la semplicità con cui viene presentata, niente di molto elaborato, semplici dialoghi che vanno dritti al punto, paesaggi fantastici, personaggi con una caratterizzazione ottima. Il design è ben curato, l'animazione è stata eseguita con molta attenzione ai particolari. I personaggi sono fatti bene, sono carini e interessanti, sia d'aspetto che di carattere. Alla fine del lungo viaggio ci si trova a pensare di conoscere bene i personaggi fino in fondo dato che le loro emozioni traspaiono molto spesso. Essi, all'interno della storia, cambiano il modo di vedere le cose: ciò viene reso anche da un graduale cambio dell'aspetto fisico degli uni e degli altri. Interessante è appunto questo aspetto che secondo me non va trascurato: il regista ha saputo rendere questa trasformazione senza forzarla troppo. La figura da me preferita è quella della Strega delle Lande, che porterò appresso per molto tempo.
Le musiche scelte sono dolci e accompagnano perfettamente ogni scena di questo titolo. Il doppiaggio italiano è fatto bene, nonostante all'inizio avessi qualche incertezza. In conclusione quindi affermo che l'aspetto tecnico presente ne "Il Castello di Howl" è eccellente, così come la trama presentata, anche se possiede qualche piccola incertezza.
Consiglio vivamente il titolo a tutti coloro che hanno il tempo di guardarlo poiché può fare solo bene: non penso ci siano limiti d'età, secondo me lo si può vedere sia da grandi sia da piccini. Penso inoltre che abbia una morale ben evidente: "Tutti possono cambiare, basta che lo vogliano, che abbiano motivo per farlo."
È molto complesso dare una valutazione a quest'anime. Credo che sia un voto che nasca più dal cuore che dalla ragione. Molto è quello che devo raccontare, molto quello che mi ha suscitato, ci sono alcuni dubbi che permangono e che mi lasciano perplesso, ma di certo non posso dire che sia un film d'animazione che mi abbia lasciato indifferente.
Ancora una volta lo Studio Ghibli con Miyazaki è riuscito a creare un mondo immaginario e forte, con uno sguardo all'anima e uno alla fantasia pura, tra disegni che incantano per profondità e meraviglia (i colori sono il vero protagonista di quest'anime) e tra musiche discrete che fanno da sottofondo a una trama ben costruita e interessante.
Parliamo proprio del disegno, che mai come in quest'anime è così importante. I personaggi infatti evolvono durante tutto il lungometraggio, si trasformano non solo dal punto di vista morale, come spesso capita, ma anche dal punto di vista fisico, lasciando all'abile mano del disegnatore l'importanza di tali mutamenti. E' così che le espressioni divengono fulcro di parole taciute, e questo incanta e trasporta all'interno del film chi lo guarda. I personaggi prendono davvero "vita", facendo trasparire dagli occhi e dal volto quelle emozioni che non possono essere espresse a parole. La paura, l'ansia, e l'amore si materializzano come raramente accade ed è possibile ammirare con tanta semplicità.
Ma questo non è l'unico pregio di quest'anime, dove la magia pervade l'universo inventato da Miyazaki, e dove strane aeronavi si contendono in una guerra violenta e assassina strisce di terra, nuove città.
L'anime inizia, infatti, proprio allo scoccare di una guerra tra due paesi, vi è quindi, accanto alla storia principale, in cui Sophie, ragazza timida ed introversa, si trova maledetta da una potente strega, coinvolta dal grande mago Howl, e poi accolta dallo stesso nel suo castello, vi è quindi, dicevo, uno sfondo violento e davvero cruento in cui l'assurdità della guerra affiora violenta e devastante. Il rientro dei soldati sconfitti, le trame di fuoco che si spandono per la città. Il tutto nella follia di due regni che si scontrano per la supremazia, protetti da potenti maghi, che non possono, però, proteggere anche le persone comuni… devastazione "stupida e folle", come lo stesso Demone del Fuoco dirà a un certo punto, disprezzando il "fuoco da polvere da sparo".
Ci sono quindi varie trame che si intrecciano, vari dissidi, morali, palesi, interni e nazionali che si scontrano e mutano durante l'intero film. Il tutto accompagnato da questi personaggi che mutano forma, fisicità, durante tutto l'arco della storia. Così come i colori, dicevo, protagonisti silenziosi. Vi sono infatti dei palesi mutamenti cromatici che verranno alla luce e che denoteranno la vera magia dell'anime, andando a sottolineare il mutamento morale importante e profondo che i vari personaggi subiranno man mano che avventure e scontri li porteranno pian piano a quella soluzione finale che, inutile dirlo, si attende dalle prime scene.
Va detto che quest'anime non è perfetto, però. Perché ci vorrebbero forse sei ore di animazione per enucleare, ampliare, sottolineare tutto quello che nel grande pentolone della mente di Miyazaki in questo film è stato solo accennato. Mancano alcuni retroscena che sono solo accennati, mancano alcune spiegazioni, e ci sono personaggi il cui apparire è fugace e funzionale alla storia, ma che meriterebbero forse maggiori attenzioni. C'è una conclusione forse troppo arrendevole, e un cattivo che alla fine cattivo non è, o viceversa. Insomma, un po' di confusione dovuta alla mole incredibile di nozioni e idee che il Maestro di Tokyo ha voluto comunque mettere sul piatto.
Ne esce un lavoro comunque straordinario, dove la guerra è nuovamente mostrata nella sua violenza senza senso, il coraggio e l'amore sono dipinte come l'unica speranza di sopravvivenza dell'uomo, e i difetti dell'umanità vengono ancora una volta messi alla berlina. "Il castello errante di Howl" è una perla di valore tra le opere dello Studio Ghibli e del maestro Miyazaki che non lascia e non può lasciare indifferenti, con il desiderio, una volta giunti alla fine, di ricominciare per assaporare meglio passaggi ed emozioni.
Una sola visione, infatti, può non bastare per assaporare bene quest'anime.
Ancora una volta lo Studio Ghibli con Miyazaki è riuscito a creare un mondo immaginario e forte, con uno sguardo all'anima e uno alla fantasia pura, tra disegni che incantano per profondità e meraviglia (i colori sono il vero protagonista di quest'anime) e tra musiche discrete che fanno da sottofondo a una trama ben costruita e interessante.
Parliamo proprio del disegno, che mai come in quest'anime è così importante. I personaggi infatti evolvono durante tutto il lungometraggio, si trasformano non solo dal punto di vista morale, come spesso capita, ma anche dal punto di vista fisico, lasciando all'abile mano del disegnatore l'importanza di tali mutamenti. E' così che le espressioni divengono fulcro di parole taciute, e questo incanta e trasporta all'interno del film chi lo guarda. I personaggi prendono davvero "vita", facendo trasparire dagli occhi e dal volto quelle emozioni che non possono essere espresse a parole. La paura, l'ansia, e l'amore si materializzano come raramente accade ed è possibile ammirare con tanta semplicità.
Ma questo non è l'unico pregio di quest'anime, dove la magia pervade l'universo inventato da Miyazaki, e dove strane aeronavi si contendono in una guerra violenta e assassina strisce di terra, nuove città.
L'anime inizia, infatti, proprio allo scoccare di una guerra tra due paesi, vi è quindi, accanto alla storia principale, in cui Sophie, ragazza timida ed introversa, si trova maledetta da una potente strega, coinvolta dal grande mago Howl, e poi accolta dallo stesso nel suo castello, vi è quindi, dicevo, uno sfondo violento e davvero cruento in cui l'assurdità della guerra affiora violenta e devastante. Il rientro dei soldati sconfitti, le trame di fuoco che si spandono per la città. Il tutto nella follia di due regni che si scontrano per la supremazia, protetti da potenti maghi, che non possono, però, proteggere anche le persone comuni… devastazione "stupida e folle", come lo stesso Demone del Fuoco dirà a un certo punto, disprezzando il "fuoco da polvere da sparo".
Ci sono quindi varie trame che si intrecciano, vari dissidi, morali, palesi, interni e nazionali che si scontrano e mutano durante l'intero film. Il tutto accompagnato da questi personaggi che mutano forma, fisicità, durante tutto l'arco della storia. Così come i colori, dicevo, protagonisti silenziosi. Vi sono infatti dei palesi mutamenti cromatici che verranno alla luce e che denoteranno la vera magia dell'anime, andando a sottolineare il mutamento morale importante e profondo che i vari personaggi subiranno man mano che avventure e scontri li porteranno pian piano a quella soluzione finale che, inutile dirlo, si attende dalle prime scene.
Va detto che quest'anime non è perfetto, però. Perché ci vorrebbero forse sei ore di animazione per enucleare, ampliare, sottolineare tutto quello che nel grande pentolone della mente di Miyazaki in questo film è stato solo accennato. Mancano alcuni retroscena che sono solo accennati, mancano alcune spiegazioni, e ci sono personaggi il cui apparire è fugace e funzionale alla storia, ma che meriterebbero forse maggiori attenzioni. C'è una conclusione forse troppo arrendevole, e un cattivo che alla fine cattivo non è, o viceversa. Insomma, un po' di confusione dovuta alla mole incredibile di nozioni e idee che il Maestro di Tokyo ha voluto comunque mettere sul piatto.
Ne esce un lavoro comunque straordinario, dove la guerra è nuovamente mostrata nella sua violenza senza senso, il coraggio e l'amore sono dipinte come l'unica speranza di sopravvivenza dell'uomo, e i difetti dell'umanità vengono ancora una volta messi alla berlina. "Il castello errante di Howl" è una perla di valore tra le opere dello Studio Ghibli e del maestro Miyazaki che non lascia e non può lasciare indifferenti, con il desiderio, una volta giunti alla fine, di ricominciare per assaporare meglio passaggi ed emozioni.
Una sola visione, infatti, può non bastare per assaporare bene quest'anime.
"Il castello errante di Howl" è un lungometraggio dello studio Ghibli, opera del maestro Hayao Miyazaki, liberamente tratto dal 1° romanzo di una saga di Diana Wynne Jones.
La protagonista è Sophie, primogenita di un cappellaio, che alla morte del padre ha preso le redini del suo negozio. La matrigna, seppure gentile con lei, è troppo frivola e intenta a comprare sempre abiti e cappellini all'ultima moda per contribuire significativamente, e la sorella minore, anche se affezionata a Sophie, lavora altrove. Così la vita di Sophie scorre monotona, perché la ragazza rifiuta i divertimenti tanto graditi a tutte le altre ragazze della sua età per dedicarsi completamente al suo lavoro. Questo fin quando non incontra un bellissimo ragazzo biondo, che l'aiuta a liberarsi di due ufficiali che volevano attaccare briga con lei e che si rivelerà essere il mago Howl, famoso fra le ragazze in quanto è solito ghermire loro il cuore. E infatti nemmeno Sophie sembra del tutto immune al fascino di Howl. Tuttavia quella sera stessa irrompe nel suo negozio di cappelli un'arrogante e grassa signora: di fronte alle sue offese gratuite Sophie la invita ad andarsene, ma lei, prima di sparire così come era apparsa, lancia alla povera ragazza una maledizione, trasformandola in una vecchietta novantenne. Allora Sophie decide di partire per spezzare quella maledizione e così, irriconoscibile, incontrerà nuovamente Howl.
Beh, ormai si sa, Miyazaki è una garanzia e non delude nemmeno in questo caso, e come tutti gli altri lungometraggi realizzati da lui io adoro questo film e lo riguardo volentieri a ogni sua messa in onda (chissà perché è uno dei pochi Ghibli portati in TV).
Molto significativo il fatto che Sophie sembri quasi più a suo agio nei panni di una vecchietta che nel suo stato normale, perché non ha nemmeno chissà quale reazione appena si vede trasformata, come se il suo aspetto esteriore semplicemente rispecchiasse il fatto che lei fin dall'inizio, sobbarcata di troppe responsabilità per la sua età, fosse vecchia dentro. Come in tutti i film di Miyazaki anche le situazioni apparentemente più banali, come una trasformazione come se ne possono vedere in qualsiasi favola, hanno in realtà un significato ben preciso. E anche Howl si rivela molto più complesso del mago dongiovanni quale sembrerebbe a prima vista. Sia Sophie sia Howl sono caratterizzati benissimo, ma io direi che è lo stesso anche per tutti gli altri personaggi.
La storia è molto bella, come pure character design ed animazioni; e come in altri film Ghibli i paesaggi incantano. Bella è anche la colonna sonora, anche l'assai discussa sigla di chiusura, che secondo certi "esperti" (tra virgolette perché si autodefiniscono tali, ma non è detto che lo siano davvero) potrebbe addirittura stravolgere il finale che ci viene mostrato, ipotesi di cui io continuo a dubitare fortemente. Non so se davvero il finale non è quello che sembra, in ogni caso io lo considero per ciò che ho modo di vedere, e perciò per me è splendido, perfetto.
Considero questo film bellissimo e sinceramente mi è piaciuto anche di più del romanzo, che presenta parecchie differenze sia per i personaggi sia per alcune svolte della storia, ma ha lo stesso finale.
La protagonista è Sophie, primogenita di un cappellaio, che alla morte del padre ha preso le redini del suo negozio. La matrigna, seppure gentile con lei, è troppo frivola e intenta a comprare sempre abiti e cappellini all'ultima moda per contribuire significativamente, e la sorella minore, anche se affezionata a Sophie, lavora altrove. Così la vita di Sophie scorre monotona, perché la ragazza rifiuta i divertimenti tanto graditi a tutte le altre ragazze della sua età per dedicarsi completamente al suo lavoro. Questo fin quando non incontra un bellissimo ragazzo biondo, che l'aiuta a liberarsi di due ufficiali che volevano attaccare briga con lei e che si rivelerà essere il mago Howl, famoso fra le ragazze in quanto è solito ghermire loro il cuore. E infatti nemmeno Sophie sembra del tutto immune al fascino di Howl. Tuttavia quella sera stessa irrompe nel suo negozio di cappelli un'arrogante e grassa signora: di fronte alle sue offese gratuite Sophie la invita ad andarsene, ma lei, prima di sparire così come era apparsa, lancia alla povera ragazza una maledizione, trasformandola in una vecchietta novantenne. Allora Sophie decide di partire per spezzare quella maledizione e così, irriconoscibile, incontrerà nuovamente Howl.
Beh, ormai si sa, Miyazaki è una garanzia e non delude nemmeno in questo caso, e come tutti gli altri lungometraggi realizzati da lui io adoro questo film e lo riguardo volentieri a ogni sua messa in onda (chissà perché è uno dei pochi Ghibli portati in TV).
Molto significativo il fatto che Sophie sembri quasi più a suo agio nei panni di una vecchietta che nel suo stato normale, perché non ha nemmeno chissà quale reazione appena si vede trasformata, come se il suo aspetto esteriore semplicemente rispecchiasse il fatto che lei fin dall'inizio, sobbarcata di troppe responsabilità per la sua età, fosse vecchia dentro. Come in tutti i film di Miyazaki anche le situazioni apparentemente più banali, come una trasformazione come se ne possono vedere in qualsiasi favola, hanno in realtà un significato ben preciso. E anche Howl si rivela molto più complesso del mago dongiovanni quale sembrerebbe a prima vista. Sia Sophie sia Howl sono caratterizzati benissimo, ma io direi che è lo stesso anche per tutti gli altri personaggi.
La storia è molto bella, come pure character design ed animazioni; e come in altri film Ghibli i paesaggi incantano. Bella è anche la colonna sonora, anche l'assai discussa sigla di chiusura, che secondo certi "esperti" (tra virgolette perché si autodefiniscono tali, ma non è detto che lo siano davvero) potrebbe addirittura stravolgere il finale che ci viene mostrato, ipotesi di cui io continuo a dubitare fortemente. Non so se davvero il finale non è quello che sembra, in ogni caso io lo considero per ciò che ho modo di vedere, e perciò per me è splendido, perfetto.
Considero questo film bellissimo e sinceramente mi è piaciuto anche di più del romanzo, che presenta parecchie differenze sia per i personaggi sia per alcune svolte della storia, ma ha lo stesso finale.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
"Il castello errante di Howl" è un film d'animazione del 2004, tratto dal romanzo di Diana Wynne Jones, sceneggiato e diretto dal maestro Miyazaki e prodotto dallo studio Ghibli.
Sophie è una giovane ragazza che lavora in un negozio di cappelli in una città di un paese immaginario e in un'epoca non precisata. Il suo paese è in guerra contro un altro regno e navi corazzate e aerei riempiono il mare e il cielo con il loro vapore e le loro bombe. Un giorno come un altro Sophie incontra per strada un giovane e affascinante mago che è inseguito da mostri-ombra. Quella stessa sera in negozio la tremenda Strega delle Lande viene a trovarla e la maledice, gelosa per le attenzioni che il giovane mago Howl le aveva rivolto. Sophie si ritrova trasformata in una gobba vecchietta e impossibilitata a rivelare la maledizione che ha subito.
La "nonnina Sophie" decide di partire a piedi per andare a trovare la sorella minore. Durante il viaggio incontra uno strano spaventapasseri con la testa di rapa in grado di muoversi che le procura un bastone e anche una casa dove ripararsi. La strana casa è la dimora del mago Howl, che si sposta per la magia del demone Calcifer, un fuocherello parlante che ha stipulato un patto con il mago. All'arrivo di Howl, Sophie si presenta come la nuova donna delle pulizie e da qui inizia la sua avventura.
La trama di per sé è molto interessante, ma presenta qualche lacuna probabilmente dovuta ai tagli della trasposizione dal romanzo. A causa di ciò alcune scene risultano di difficile comprensione e si capiscono soltanto dopo diverse visioni del film. All'inizio della vicenda la protagonista Sophie non ha un'introduzione molto approfondita del suo personaggio e la sua reazione dopo la trasformazione in vecchietta può apparire surreale e poco credibile, così come anche altre decisioni che prende nel corso del film. Sophie risulta così un po' idealizzata come modello di ragazza romantica, idealista e determinata. Non compie un vero percorso di crescita dall'inizio alla fine. L'unica cosa che acquista e che la muta è l'amore. Da timida e insicura diventa coraggiosa ed espansiva, ma questo cambiamento non è spiegato o descritto chiaramente.
Per quanto riguarda i personaggi, la maggior incoerenza si riscontra nei cattivi. La Strega delle Lande all'inizio appare tremenda e spaventosa con i suoi scagnozzi d'ombra, ma in seguito perde tutta la credibilità mostrandosi piena di amore per i giovanotti e per Howl. Dove è finita tutta la sua perfidia e la gelosia? Con la perdita dei poteri? Se è così però non è minimamente spiegato. La stessa ambiguità si nota anche nella maestra di Howl, che a volte è descritta come spaventosa e altre volte si mostra gentile. Non si sa mai cosa voglia, se la guerra o la pace.
A parte queste incoerenze e altre scene poco chiare, come le volte che Sophie torna normale per qualche attimo per poi ritornare vecchietta, il film è godibile e divertente. Il finale è un finale da fiaba, ma non scontato. Alcuni personaggi hanno una simpatia deliziosa, come Calcifer e Sophie da nonnina.
I disegni sono quelli dello studio Ghibli, in una sola parola magici. Il tema portante della colonna sonora è orecchiabile.
"Il castello errante di Howl" non è il film migliore di Miyazaki, nemmeno uno dei più belli, ma sicuramente da vedere se si è fan del maestro.
"Il castello errante di Howl" è un film d'animazione del 2004, tratto dal romanzo di Diana Wynne Jones, sceneggiato e diretto dal maestro Miyazaki e prodotto dallo studio Ghibli.
Sophie è una giovane ragazza che lavora in un negozio di cappelli in una città di un paese immaginario e in un'epoca non precisata. Il suo paese è in guerra contro un altro regno e navi corazzate e aerei riempiono il mare e il cielo con il loro vapore e le loro bombe. Un giorno come un altro Sophie incontra per strada un giovane e affascinante mago che è inseguito da mostri-ombra. Quella stessa sera in negozio la tremenda Strega delle Lande viene a trovarla e la maledice, gelosa per le attenzioni che il giovane mago Howl le aveva rivolto. Sophie si ritrova trasformata in una gobba vecchietta e impossibilitata a rivelare la maledizione che ha subito.
La "nonnina Sophie" decide di partire a piedi per andare a trovare la sorella minore. Durante il viaggio incontra uno strano spaventapasseri con la testa di rapa in grado di muoversi che le procura un bastone e anche una casa dove ripararsi. La strana casa è la dimora del mago Howl, che si sposta per la magia del demone Calcifer, un fuocherello parlante che ha stipulato un patto con il mago. All'arrivo di Howl, Sophie si presenta come la nuova donna delle pulizie e da qui inizia la sua avventura.
La trama di per sé è molto interessante, ma presenta qualche lacuna probabilmente dovuta ai tagli della trasposizione dal romanzo. A causa di ciò alcune scene risultano di difficile comprensione e si capiscono soltanto dopo diverse visioni del film. All'inizio della vicenda la protagonista Sophie non ha un'introduzione molto approfondita del suo personaggio e la sua reazione dopo la trasformazione in vecchietta può apparire surreale e poco credibile, così come anche altre decisioni che prende nel corso del film. Sophie risulta così un po' idealizzata come modello di ragazza romantica, idealista e determinata. Non compie un vero percorso di crescita dall'inizio alla fine. L'unica cosa che acquista e che la muta è l'amore. Da timida e insicura diventa coraggiosa ed espansiva, ma questo cambiamento non è spiegato o descritto chiaramente.
Per quanto riguarda i personaggi, la maggior incoerenza si riscontra nei cattivi. La Strega delle Lande all'inizio appare tremenda e spaventosa con i suoi scagnozzi d'ombra, ma in seguito perde tutta la credibilità mostrandosi piena di amore per i giovanotti e per Howl. Dove è finita tutta la sua perfidia e la gelosia? Con la perdita dei poteri? Se è così però non è minimamente spiegato. La stessa ambiguità si nota anche nella maestra di Howl, che a volte è descritta come spaventosa e altre volte si mostra gentile. Non si sa mai cosa voglia, se la guerra o la pace.
A parte queste incoerenze e altre scene poco chiare, come le volte che Sophie torna normale per qualche attimo per poi ritornare vecchietta, il film è godibile e divertente. Il finale è un finale da fiaba, ma non scontato. Alcuni personaggi hanno una simpatia deliziosa, come Calcifer e Sophie da nonnina.
I disegni sono quelli dello studio Ghibli, in una sola parola magici. Il tema portante della colonna sonora è orecchiabile.
"Il castello errante di Howl" non è il film migliore di Miyazaki, nemmeno uno dei più belli, ma sicuramente da vedere se si è fan del maestro.
A mio parere è uno dei film migliori realizzati da Miyazaki, e dallo studio Ghibli.
Sophie, la protagonista del film, è una giovane ragazza, che lavora in un negozio di cappelli e, un giorno come un altro, incontra Howl, e da quel momento la sua vita cambierà radicalmente. Difatti essa sarà vittima di un sortilegio, da parte della strega delle lande, che la porterà ad un invecchiamento precoce.
La trama del film è decisamente originale, perché è raro che i protagonisti di film o anime siano vecchietti, ma mantiene molti dei temi tanto cari a Miyazaki (si pensi alla maledizione per esempio). Sullo sfondo della trama ricorre spesso l'incubo della guerra che, sebbene non ne sappiamo le ragioni, e non sappiamo di preciso che cosa è conteso in questa guerra, è sempre additata come una cosa inutile, che porta solo morte e distruzione.
I personaggi infine sono molto ben fatti, e tutti caratterizzati a dovere, forse eccetto la sorella di Sophie, che però è una figura marginale nella storia.
Tecnicamente siamo forse dinnanzi al lavoro più impressionante dello studio Ghibli, vedere il film è un vero spettacolo. Se devo muovere qualche critica a questo film, dico che mi sarebbe piaciuto che la guerra fosse stata più presente e che se ne fossero conosciuti i motivi; e avrei cambiato pure il finale, in cui abbiamo un happy ending troppo forzato, senza che ci sia ragione per inserirlo.
Nel complesso però è un buon film, che vi saprà intrattenere a dovere.
Sophie, la protagonista del film, è una giovane ragazza, che lavora in un negozio di cappelli e, un giorno come un altro, incontra Howl, e da quel momento la sua vita cambierà radicalmente. Difatti essa sarà vittima di un sortilegio, da parte della strega delle lande, che la porterà ad un invecchiamento precoce.
La trama del film è decisamente originale, perché è raro che i protagonisti di film o anime siano vecchietti, ma mantiene molti dei temi tanto cari a Miyazaki (si pensi alla maledizione per esempio). Sullo sfondo della trama ricorre spesso l'incubo della guerra che, sebbene non ne sappiamo le ragioni, e non sappiamo di preciso che cosa è conteso in questa guerra, è sempre additata come una cosa inutile, che porta solo morte e distruzione.
I personaggi infine sono molto ben fatti, e tutti caratterizzati a dovere, forse eccetto la sorella di Sophie, che però è una figura marginale nella storia.
Tecnicamente siamo forse dinnanzi al lavoro più impressionante dello studio Ghibli, vedere il film è un vero spettacolo. Se devo muovere qualche critica a questo film, dico che mi sarebbe piaciuto che la guerra fosse stata più presente e che se ne fossero conosciuti i motivi; e avrei cambiato pure il finale, in cui abbiamo un happy ending troppo forzato, senza che ci sia ragione per inserirlo.
Nel complesso però è un buon film, che vi saprà intrattenere a dovere.
In un mondo architetturalmente ottocentesco, ma con tecnologie decisamente avanguardistiche, imperversa la magia e Sophie, una ragazzina del posto, si ritrova in una faccenda più grande di lei, vale a dire la lotta fra la Strega delle Langhe e Howl. A causa di ciò un incantesimo piomba su di lei, modificandone l'aspetto fisico e anche quello mentale.
Ovviamente "Il castello errante di Howl" è una delle opere graficamente più spettacolari che abbia visto. I particolari e i dettagli, scena per scena, sono innumerabili, le animazioni fluide e la colonna sonora allettante. Anche i personaggi sono ben caratterizzati, in particolare Howl, un mago che fin dall'infanzia è entrato a patti con un demone per ottenere maggiori poteri, presuppongo. Questo legame, però, è evidentemente anche deleterio per Howl stesso. Poi c'è Calcifer, demone del fuoco che vive con Howl, che è uno dei migliori personaggi non protagonisti che abbia visto. Simpatico, particolare e, contemporaneamente, anche importantissimo nella storia e nelle vicende che i personaggi affrontano.
C'è però anche un insieme di personaggi che praticamente non vengono affatto esaminati. Markl, presente fin dalle prime scene, non si capisce chi sia. La Strega, apparsa ancor prima di Markl, si presupponeva divenisse l'antagonista principale, ma al contrario la si rivede all'improvviso a metà film e da questo momento in poi è come se i protagonisti se la portassero dietro a forza.
Anche lo Spaventapasseri, una bella idea, appare come comparsa per due ore, per poi fungere da deus ex machina improvviso nel finale, un'uscita decisamente prevedibile, con una sua "metamorfosi" ancora più prevedibile.
Per non parlare del finale che, dopo avventure di ogni astrazione e tipo, da lotte in volo, scontri magici e teletrasporti, sembra uscito dal miele: tutto il male scompare, la guerra finisce, i protagonisti possono finalmente amarsi e volare baciandosi in giardino. Non ci sarebbe potuto essere finale peggiore per un film che ho trovato apprezzabilissimo e, anzi, pareggiabile con 'La città incantata'.
P.S.: Altro dubbio che m'è rimasto è quello riguardo alla "metamorfosi" che Sophie pian piano subisce a partire da metà film in avanti. Chi guarderà l'opera, difatti, ricorderà quando la Strega afferma che l'incantesimo non sarebbe mai venuto meno, di conseguenza non si spiega la retro-metamorfosi parziale che Sophie subisce nel tempo.
Ovviamente "Il castello errante di Howl" è una delle opere graficamente più spettacolari che abbia visto. I particolari e i dettagli, scena per scena, sono innumerabili, le animazioni fluide e la colonna sonora allettante. Anche i personaggi sono ben caratterizzati, in particolare Howl, un mago che fin dall'infanzia è entrato a patti con un demone per ottenere maggiori poteri, presuppongo. Questo legame, però, è evidentemente anche deleterio per Howl stesso. Poi c'è Calcifer, demone del fuoco che vive con Howl, che è uno dei migliori personaggi non protagonisti che abbia visto. Simpatico, particolare e, contemporaneamente, anche importantissimo nella storia e nelle vicende che i personaggi affrontano.
C'è però anche un insieme di personaggi che praticamente non vengono affatto esaminati. Markl, presente fin dalle prime scene, non si capisce chi sia. La Strega, apparsa ancor prima di Markl, si presupponeva divenisse l'antagonista principale, ma al contrario la si rivede all'improvviso a metà film e da questo momento in poi è come se i protagonisti se la portassero dietro a forza.
Anche lo Spaventapasseri, una bella idea, appare come comparsa per due ore, per poi fungere da deus ex machina improvviso nel finale, un'uscita decisamente prevedibile, con una sua "metamorfosi" ancora più prevedibile.
Per non parlare del finale che, dopo avventure di ogni astrazione e tipo, da lotte in volo, scontri magici e teletrasporti, sembra uscito dal miele: tutto il male scompare, la guerra finisce, i protagonisti possono finalmente amarsi e volare baciandosi in giardino. Non ci sarebbe potuto essere finale peggiore per un film che ho trovato apprezzabilissimo e, anzi, pareggiabile con 'La città incantata'.
P.S.: Altro dubbio che m'è rimasto è quello riguardo alla "metamorfosi" che Sophie pian piano subisce a partire da metà film in avanti. Chi guarderà l'opera, difatti, ricorderà quando la Strega afferma che l'incantesimo non sarebbe mai venuto meno, di conseguenza non si spiega la retro-metamorfosi parziale che Sophie subisce nel tempo.
Avrei voluto dare 10 a questo film in quanto è il mio preferito, ma sicuramente non è migliore dei suoi fratelli.
In ogni caso ho trovato magistrale la regia, il fascino del protagonista in netto contrasto con il suo carattere insicuro e timoroso, mentre dall'altro lato abbiamo una fanciulla che non si lascia mai spaventare da nulla, nemmeno dalle avversità più insormontabili. Tutti i personaggi hanno un forte carisma e sono caratterizzati alla perfezione, tanto da non fare mai apparire inutili i comprimari.
La storia è molto ben strutturata e non ha punti morti, il che rende questo film adatto sia ai bambini sia agli adulti, anche se sicuramente è originariamente indirizzato a un pubblico più maturo rispetto a quello de "La città incantata" o "Totoro". Il libro a cui il film s'ispira non è proprio così, ma alla fine il regista è riuscito a dare una bella immagine che richiamasse il libro, pur non seguendolo fedelmente.
Consigliato forse più agli adulti che ai piccini.
In ogni caso ho trovato magistrale la regia, il fascino del protagonista in netto contrasto con il suo carattere insicuro e timoroso, mentre dall'altro lato abbiamo una fanciulla che non si lascia mai spaventare da nulla, nemmeno dalle avversità più insormontabili. Tutti i personaggi hanno un forte carisma e sono caratterizzati alla perfezione, tanto da non fare mai apparire inutili i comprimari.
La storia è molto ben strutturata e non ha punti morti, il che rende questo film adatto sia ai bambini sia agli adulti, anche se sicuramente è originariamente indirizzato a un pubblico più maturo rispetto a quello de "La città incantata" o "Totoro". Il libro a cui il film s'ispira non è proprio così, ma alla fine il regista è riuscito a dare una bella immagine che richiamasse il libro, pur non seguendolo fedelmente.
Consigliato forse più agli adulti che ai piccini.
"Il castello errante di Howl" è un lunghissimo film di 119 minuti diretto dal famosissimo Hayao Miyazaki, noto in tutto il mondo per le sue opere di animazione come ad esempio "La citta incantata", "Nausicaa" e "Totoro", tutte opere che hanno goduto di grande successo e fama anche in occidente e considerate quasi all'unanimità capolavori.
E così, spinto appunto dalla fama dei grandi capolavori dell'illustre regista, infine mi convinsi di vedere uno dei suoi film più noti augurandomi che, nonostante la mia non propensione ad apprezzare le favolette che il "maestro" è solito propinarci, qualcosa di buono in fondo vi si potesse scorgere. Con mio grande rammarico, poiché sinceramente nutrivo delle aspettative nei confronti di quest'opera osannata da esaltati cori di proseliti, ho dovuto constatare come il film in questione sia largamente sopravvalutato e non esente da difetti che hanno compromesso la possibilità di una piena sufficienza, a differenza di quanto accaduto per "La città incantata".
Se infatti quest'ultimo, nonostante la povertà contenutistica, poteva vantare una struttura narrativa completa e solida, la quale esauriva in modo convincente le varie vicende che prendevano vita innanzi agli occhi dello spettatore, nel caso di Howl si può notare come lo schema narrativo sia inevitabilmente colmo di buchi, se non voragini, il cui effetto non è altro che quello di contribuire a rendere a dir poco confusionaria anche se non del tutto incoerente l'esposizione degli eventi.
Ora, io presumo che tali lacune siano dovute al fatto che il film, consistendo in una trasposizione cinematografica di un romanzo, abbia subito drastici tagli di regia dovuti ai dolorosi problemi che spesso comporta l'adattamento di uno scritto in immagini. Ciò che tuttavia mi sorprende e mi rende titubante è che tale problema lo si sarebbe potuto evitare cercando di adattare in miglior modo la storia, soprattutto considerando che il compito di realizzare tale adattamento è stato affidato a un regista abile come Miyazaki.
Nulla invece ci viene spiegato di questioni dalla grande importanza per quanto riguarda la comprensione degli eventi, come ad esempio la caduta dei demoni dal cielo, oppure i retroscena della guerra, e ancora le vicende alle spalle dello spaventapasseri; riserbando inoltre una assai scialba e quantomai scarna caratterizzazione a diversi personaggi comprimari come La strega delle Lande, Marco e Saliman che per il loro ruolo peculiare necessitavano di maggior spazio.
Dimenticando per un attimo tali difetti spendiamo due parole di encomio per la buona realizzazione del protagonista, Howl, e di Sophie, personaggi con una discreta profondità caratteriale e psicologica, evidenziata dai modi in cui affrontano le loro maledizioni e difficoltà che incontrano nel coronamento della loro storia d'amore. Almeno per loro brilla un pallido raggio di luce.
Come ci si poteva aspettare da quel volpone di Miyazaki, in questo film l'aspetto contenutistico viene costruito come di routine propinando morali spicce e rivestendo l'intera opera con una cappa di buonismo onnipresente e scontato la quale raggiunge il suo apice nel lietissimo finale che, a dispetto di tutto ciò, una lacrimuccia è comunque in grado di strappare. Una cosa inaspettata infatti, che è stata in grado di farmi ricredere circa il mio scetticismo nei riguardi di questo film, è stata l'efficacia con cui si è riusciti a rendere la drammaticità di alcune scene, rendendole oltremodo coinvolgenti ma non comunque in grado di ribaltare la mia considerazione globale dell'opera.
Dal punto di vista tecnico, invece, il film è spettacolare. Esso ci offre una poesia di paesaggi quasi commovente, realizzati con estrema cura e dai colori abbaglianti, per non parlare delle dettagliate città e degli interni delle case, senza dimenticare l'accurata realizzazione degli ambienti dei mobili e cianfrusaglie varie che rendono il tutto più realistico. In particolare ho trovato molto bizzarra e quasi barocca la stanza di Howl. Le animazioni sono incredibilmente fluide; le colonne sonore molto ben realizzate a livello strumentale interagiscono all'unisono con la regia. Questa qualità tecnica è sempre presente in tutte le opere dello Studio Ghibli e in un certo senso è l'unico aspetto che mi sento di lodare appieno.
Non dimentichiamoci però del castello che dà il titolo al film, realizzato con un ottimo utilizzo di computer grafica nel virtuosistico intrico delle sue componenti, foraggiate di comignoli esalanti poderose nubi di fumo.
Mi dispiace doverlo dire, mi sono trovato di fronte a un film che non solo non mi ha molto soddisfatto dal punto di vista emotivo e contenutistico, risultando un confusionario assembramento di luoghi comuni e morali ripetitive, ma che presenta altresì notevoli e consistenti buchi di sceneggiatura e che perciò, anche a fronte dei diversi aspetti positivi che si possono delineare, non raggiunge la piena sufficienza. Voto: 5/6.
E così, spinto appunto dalla fama dei grandi capolavori dell'illustre regista, infine mi convinsi di vedere uno dei suoi film più noti augurandomi che, nonostante la mia non propensione ad apprezzare le favolette che il "maestro" è solito propinarci, qualcosa di buono in fondo vi si potesse scorgere. Con mio grande rammarico, poiché sinceramente nutrivo delle aspettative nei confronti di quest'opera osannata da esaltati cori di proseliti, ho dovuto constatare come il film in questione sia largamente sopravvalutato e non esente da difetti che hanno compromesso la possibilità di una piena sufficienza, a differenza di quanto accaduto per "La città incantata".
Se infatti quest'ultimo, nonostante la povertà contenutistica, poteva vantare una struttura narrativa completa e solida, la quale esauriva in modo convincente le varie vicende che prendevano vita innanzi agli occhi dello spettatore, nel caso di Howl si può notare come lo schema narrativo sia inevitabilmente colmo di buchi, se non voragini, il cui effetto non è altro che quello di contribuire a rendere a dir poco confusionaria anche se non del tutto incoerente l'esposizione degli eventi.
Ora, io presumo che tali lacune siano dovute al fatto che il film, consistendo in una trasposizione cinematografica di un romanzo, abbia subito drastici tagli di regia dovuti ai dolorosi problemi che spesso comporta l'adattamento di uno scritto in immagini. Ciò che tuttavia mi sorprende e mi rende titubante è che tale problema lo si sarebbe potuto evitare cercando di adattare in miglior modo la storia, soprattutto considerando che il compito di realizzare tale adattamento è stato affidato a un regista abile come Miyazaki.
Nulla invece ci viene spiegato di questioni dalla grande importanza per quanto riguarda la comprensione degli eventi, come ad esempio la caduta dei demoni dal cielo, oppure i retroscena della guerra, e ancora le vicende alle spalle dello spaventapasseri; riserbando inoltre una assai scialba e quantomai scarna caratterizzazione a diversi personaggi comprimari come La strega delle Lande, Marco e Saliman che per il loro ruolo peculiare necessitavano di maggior spazio.
Dimenticando per un attimo tali difetti spendiamo due parole di encomio per la buona realizzazione del protagonista, Howl, e di Sophie, personaggi con una discreta profondità caratteriale e psicologica, evidenziata dai modi in cui affrontano le loro maledizioni e difficoltà che incontrano nel coronamento della loro storia d'amore. Almeno per loro brilla un pallido raggio di luce.
Come ci si poteva aspettare da quel volpone di Miyazaki, in questo film l'aspetto contenutistico viene costruito come di routine propinando morali spicce e rivestendo l'intera opera con una cappa di buonismo onnipresente e scontato la quale raggiunge il suo apice nel lietissimo finale che, a dispetto di tutto ciò, una lacrimuccia è comunque in grado di strappare. Una cosa inaspettata infatti, che è stata in grado di farmi ricredere circa il mio scetticismo nei riguardi di questo film, è stata l'efficacia con cui si è riusciti a rendere la drammaticità di alcune scene, rendendole oltremodo coinvolgenti ma non comunque in grado di ribaltare la mia considerazione globale dell'opera.
Dal punto di vista tecnico, invece, il film è spettacolare. Esso ci offre una poesia di paesaggi quasi commovente, realizzati con estrema cura e dai colori abbaglianti, per non parlare delle dettagliate città e degli interni delle case, senza dimenticare l'accurata realizzazione degli ambienti dei mobili e cianfrusaglie varie che rendono il tutto più realistico. In particolare ho trovato molto bizzarra e quasi barocca la stanza di Howl. Le animazioni sono incredibilmente fluide; le colonne sonore molto ben realizzate a livello strumentale interagiscono all'unisono con la regia. Questa qualità tecnica è sempre presente in tutte le opere dello Studio Ghibli e in un certo senso è l'unico aspetto che mi sento di lodare appieno.
Non dimentichiamoci però del castello che dà il titolo al film, realizzato con un ottimo utilizzo di computer grafica nel virtuosistico intrico delle sue componenti, foraggiate di comignoli esalanti poderose nubi di fumo.
Mi dispiace doverlo dire, mi sono trovato di fronte a un film che non solo non mi ha molto soddisfatto dal punto di vista emotivo e contenutistico, risultando un confusionario assembramento di luoghi comuni e morali ripetitive, ma che presenta altresì notevoli e consistenti buchi di sceneggiatura e che perciò, anche a fronte dei diversi aspetti positivi che si possono delineare, non raggiunge la piena sufficienza. Voto: 5/6.
Visto "Il castello errante di Howl" non capivo dove volesse andare a parare, ma il viaggio in questo mondo è stato comunque stupendo, ne è valsa la pena.
La grafica presenta movimenti fluidi, alcune atmosfere e paesaggi degni dello Studio Ghibli, forse i tratti sono un po' troppo simili a quelli di altri personaggi creati dal maestro Miyazaki ma io ho trovato il tutto molto godibile.
La trama è tratta dal libro di D.W. Jones, primo volume della trilogia Moving Castle. Non credo possa avere un seguito l'opera animazione in quanto al primo film mancano le componenti essenziali per il continuo (necessari perlopiù al terzo romanzo). Infatti Miyazaki pecca di buonismo e, pur di non sporcare i suoi personaggi di rancore, è benevolo con la strega e con il suo terribile sortilegio. Inoltre a esser alterate sono anche la vita e le dinamiche di altri personaggi attorno ai due protagonisti, ma non starò qui a parlare del romanzo.
Piuttosto il film si fa amare grazie alla forza dei sentimenti. Toccante e originale è l'idea in cui si mostra il ringiovanimento di Sophie quando parla e pensa all'amore, ad Howl insomma. E' anche bella la scena in cui un viaggio nel passato di Howl permette a Sophie di decidere del destino di entrambi quando lei gli chiederà di aspettarla. La storia è quindi punteggiata di momenti significativi, intensi e delicati, il tutti vissuti con tranquillità e spensieratezza.
La grafica presenta movimenti fluidi, alcune atmosfere e paesaggi degni dello Studio Ghibli, forse i tratti sono un po' troppo simili a quelli di altri personaggi creati dal maestro Miyazaki ma io ho trovato il tutto molto godibile.
La trama è tratta dal libro di D.W. Jones, primo volume della trilogia Moving Castle. Non credo possa avere un seguito l'opera animazione in quanto al primo film mancano le componenti essenziali per il continuo (necessari perlopiù al terzo romanzo). Infatti Miyazaki pecca di buonismo e, pur di non sporcare i suoi personaggi di rancore, è benevolo con la strega e con il suo terribile sortilegio. Inoltre a esser alterate sono anche la vita e le dinamiche di altri personaggi attorno ai due protagonisti, ma non starò qui a parlare del romanzo.
Piuttosto il film si fa amare grazie alla forza dei sentimenti. Toccante e originale è l'idea in cui si mostra il ringiovanimento di Sophie quando parla e pensa all'amore, ad Howl insomma. E' anche bella la scena in cui un viaggio nel passato di Howl permette a Sophie di decidere del destino di entrambi quando lei gli chiederà di aspettarla. La storia è quindi punteggiata di momenti significativi, intensi e delicati, il tutti vissuti con tranquillità e spensieratezza.
Dopo aver visionato per la quarta volta "Il Castello errante di Howl", ritengo d’essere pronta a recensirlo nel migliore dei modi: Spero che la recensione sia di Vostro gradimento.
<i>Sophie, una giovane ragazza, lavora nella cappelleria di famiglia, mentre la sua bellissima sorella Lettie svolge la mansione di barista, e grazie al suo aspetto esteriore ottiene molto successo.
La sua vita verrà sconvolta dall’incontro con la Strega delle Lande, perchè seppur inconsapevolmente, Sophie fa la conoscenza del terribile mago Howl, e la Strega per gelosia la tramuterà in un’anziana novantenne. Purtroppo Sophie, a causa del maleficio, non può rivelare a nessuno la sua vera età e, a causa di ciò, è costretta ad andar via dalla cappelleria.
Durante il viaggio s’imbatte in un buffo spaventapasseri dalla testa di rapa, esso la porterà dritta dritta dal tanto temuto Castello errante di Howl.
Con grande fatica riuscirà ad entrare all’interno del Castello, e proponendosi come donna delle pulizie, inizierà a vivere assieme ad Howl ed al suo apprendista di nome Michael, il demone Calcifer e i mille ragni presenti nelle stanze pronte a subire le pulizie di Sophie.</i>
Visionai prima il film, e soltanto in seguito ebbi il piacere di leggere il libro. L’autrice, Diana Wynne Jones, ha dichiarato queste parole in un’intervista che reputo opportune citare “ Seppur il mio libro e il film di Mr Miyazaki siano diversi, ciò che li accomuna è l’amore che una persona può dimostrare verso qualcuno o qualcosa. Non importa l’età, e non tratta solamente l’amore tra due giovani, ma è molto di più: è l’unione dei sentimenti che rende magica l’opera”. Questa frase mi fece sorridere poiché ritenni tali parole vere sotto ogni punto di vista, per quanto riguarda sia il libro sia il film.
Hayao Miyazaki fu ispirato dal libro di Diana, e pertanto è ovvio che il film presenti degli elementi a sé stanti che nel libro non compaiono. Preferire il libro o il film è una decisione che può essere presa solamente da ognuno di noi, così come le varie interpretazioni che si possono dare al film, esse per me sono uniche pertanto varieranno sempre da persona a persona.
Nella versione animata ci vengono mostrati paesaggi, ambientazioni strepitose, a partire dalla magnificenza del Castello stesso che, seppur incuta timore, possiede un lato comico: tanti pezzi assemblati assieme, che grazie a quattro “zampe” si spostano da luogo a luogo, senza meta e sempre liberi.
Svariate differenze mi hanno colpita, come ad esempio il carattere di Howl, il quale nel libro risulta essere presuntuoso e arrogante, mentre nel film di Miyazaki appare come un giovane vanitoso ma comunque disponibile, seppur restio nel prendere parte alla guerra in corso. Anche l’amore tra Howl e Sophie sboccia in modi differenti, ma questo lo lascerò scoprire a Voi.
Vi sono svariati messaggi comprensibili allo spettatore solamente se è stato letto il libro, infatti, la prima volta che vidi il film non capii bene alcune scene. Successivamente però, riuscii a cogliere emozioni, pensieri che senza la lettura del libro non ero riuscita ad afferrare. Forse è per tale motivo che certe persone reputano "Il Castello errante di Howl" uno dei peggiori film di Miyazaki; però, purtroppo, queste persone troppo spesso ignorano l’esistenza del libro. Mai giudicare un’opera senza averla vista e, in questo caso, anche letta, nella sua totalità.
Entrambe le versioni sono interessanti, ricche di fantasia e creatività. Hayao Miyazaki secondo me ha tratto il meglio dal romanzo e, aggiungendo alcuni particolari, è riuscito a creare un’opera unica nel suo genere, in fondo, proprio per questo motivo Miyazaki risulta essere apprezzato da molti: per me le sue opere sono uniche e restano nel cuore dello spettatore, qualunque sia l’età.
Ovviamente, ci sarà sempre qualcuno a cui la visione non potrebbe piacere ma, per quanto riguarda me, "Il Castello errante di Howl" è uno splendido film d’animazione, che racconta una storia d’amore ricca di elementi stupendi, che la rendono ancora più bella di come potrebbe sembrare. Grazie a un’attenta lettura dell’opera originale, diverse frasi, ho potuto notare, sono state inserite in vari momenti del film, e l’ho apprezzato molto.
Sono riuscita a cogliere tutto l’amore che Miyazaki ha riposto in questa sua opera, e allo steso modo ho avvertito tutto l’amore con cui Diana ha scritto il suo romanzo. Spesso i voti sono condizionati dalle emozioni, e forse, posso avere sbagliato metodo di giudizio per molte serie e manga, ma su quest’opera non cambierò mai idea: il mio voto è 10.
<i>Sophie, una giovane ragazza, lavora nella cappelleria di famiglia, mentre la sua bellissima sorella Lettie svolge la mansione di barista, e grazie al suo aspetto esteriore ottiene molto successo.
La sua vita verrà sconvolta dall’incontro con la Strega delle Lande, perchè seppur inconsapevolmente, Sophie fa la conoscenza del terribile mago Howl, e la Strega per gelosia la tramuterà in un’anziana novantenne. Purtroppo Sophie, a causa del maleficio, non può rivelare a nessuno la sua vera età e, a causa di ciò, è costretta ad andar via dalla cappelleria.
Durante il viaggio s’imbatte in un buffo spaventapasseri dalla testa di rapa, esso la porterà dritta dritta dal tanto temuto Castello errante di Howl.
Con grande fatica riuscirà ad entrare all’interno del Castello, e proponendosi come donna delle pulizie, inizierà a vivere assieme ad Howl ed al suo apprendista di nome Michael, il demone Calcifer e i mille ragni presenti nelle stanze pronte a subire le pulizie di Sophie.</i>
Visionai prima il film, e soltanto in seguito ebbi il piacere di leggere il libro. L’autrice, Diana Wynne Jones, ha dichiarato queste parole in un’intervista che reputo opportune citare “ Seppur il mio libro e il film di Mr Miyazaki siano diversi, ciò che li accomuna è l’amore che una persona può dimostrare verso qualcuno o qualcosa. Non importa l’età, e non tratta solamente l’amore tra due giovani, ma è molto di più: è l’unione dei sentimenti che rende magica l’opera”. Questa frase mi fece sorridere poiché ritenni tali parole vere sotto ogni punto di vista, per quanto riguarda sia il libro sia il film.
Hayao Miyazaki fu ispirato dal libro di Diana, e pertanto è ovvio che il film presenti degli elementi a sé stanti che nel libro non compaiono. Preferire il libro o il film è una decisione che può essere presa solamente da ognuno di noi, così come le varie interpretazioni che si possono dare al film, esse per me sono uniche pertanto varieranno sempre da persona a persona.
Nella versione animata ci vengono mostrati paesaggi, ambientazioni strepitose, a partire dalla magnificenza del Castello stesso che, seppur incuta timore, possiede un lato comico: tanti pezzi assemblati assieme, che grazie a quattro “zampe” si spostano da luogo a luogo, senza meta e sempre liberi.
Svariate differenze mi hanno colpita, come ad esempio il carattere di Howl, il quale nel libro risulta essere presuntuoso e arrogante, mentre nel film di Miyazaki appare come un giovane vanitoso ma comunque disponibile, seppur restio nel prendere parte alla guerra in corso. Anche l’amore tra Howl e Sophie sboccia in modi differenti, ma questo lo lascerò scoprire a Voi.
Vi sono svariati messaggi comprensibili allo spettatore solamente se è stato letto il libro, infatti, la prima volta che vidi il film non capii bene alcune scene. Successivamente però, riuscii a cogliere emozioni, pensieri che senza la lettura del libro non ero riuscita ad afferrare. Forse è per tale motivo che certe persone reputano "Il Castello errante di Howl" uno dei peggiori film di Miyazaki; però, purtroppo, queste persone troppo spesso ignorano l’esistenza del libro. Mai giudicare un’opera senza averla vista e, in questo caso, anche letta, nella sua totalità.
Entrambe le versioni sono interessanti, ricche di fantasia e creatività. Hayao Miyazaki secondo me ha tratto il meglio dal romanzo e, aggiungendo alcuni particolari, è riuscito a creare un’opera unica nel suo genere, in fondo, proprio per questo motivo Miyazaki risulta essere apprezzato da molti: per me le sue opere sono uniche e restano nel cuore dello spettatore, qualunque sia l’età.
Ovviamente, ci sarà sempre qualcuno a cui la visione non potrebbe piacere ma, per quanto riguarda me, "Il Castello errante di Howl" è uno splendido film d’animazione, che racconta una storia d’amore ricca di elementi stupendi, che la rendono ancora più bella di come potrebbe sembrare. Grazie a un’attenta lettura dell’opera originale, diverse frasi, ho potuto notare, sono state inserite in vari momenti del film, e l’ho apprezzato molto.
Sono riuscita a cogliere tutto l’amore che Miyazaki ha riposto in questa sua opera, e allo steso modo ho avvertito tutto l’amore con cui Diana ha scritto il suo romanzo. Spesso i voti sono condizionati dalle emozioni, e forse, posso avere sbagliato metodo di giudizio per molte serie e manga, ma su quest’opera non cambierò mai idea: il mio voto è 10.
Adoro il disegno di Miyazaki, i suoi fondali mi fanno trattenere il fiato. Adoro l'atmosfera leggera e fiabesca che si respira in questo suo capolavoro e amo il retrogusto di malinconia e amarezza che nasconde. La colonna sonora ne è l'espressione perfetta.
Ho perso il conto di quante volte l'ho visto, ogni volta però mi lascia commosso e sorridente. La trama è ispirata a un libro come molte delle opere del maestro, ma si tratta di un mero spunto, come sempre, sul quale egli costruisce i suoi personaggi. Personaggi che alle volte non sono tanto ben caratterizzati dai dialoghi quanto dal disegno o da alcuni gesti o situazioni.
Ho perso il conto di quante volte l'ho visto, ogni volta però mi lascia commosso e sorridente. La trama è ispirata a un libro come molte delle opere del maestro, ma si tratta di un mero spunto, come sempre, sul quale egli costruisce i suoi personaggi. Personaggi che alle volte non sono tanto ben caratterizzati dai dialoghi quanto dal disegno o da alcuni gesti o situazioni.
Premessa: secondo me, "Il castello errante di Howl" è un capolavoro dell'animazione giapponese, ma che non può essere capito al primo colpo.
Mi spiego.
"Il castello errante di Howl" è tratto dall'omonimo libro di Diana Wynne Jones, ma è solo un rifacimento. A quanto ho capito ci sono notevoli differenze, che non so spiegarvi in dettagli perchè non ho mai letto il libro. Comunque il problema del "capire" sta nel fatto che la trama è intricata, misteriosa, piena di punti di domanda. In regia abbiamo Hayao Miyazaki, premio oscar per "La città incantata", un maestro dell'animazione giapponese. Potrei spendere mille parole per onorare lui e lo studio Ghibli per le ottime opere d'arte sfornate negli anni.
Tornando al film, ecco un trama riassuntiva: la protagonista è Sophie, una cappellaia, una ragazza semplice che vive la vita sempre alla stessa maniera, in un mondo infestato in quel periodo da una guerra; un giorno mentre va a trovare la sorella, s'imbatte in un bellissimo ragazzo; ecco l'incontro che le cambierà la vita. Infatti il bel giovane è il mago Howl, noto per la fama di "mangiatore di cuori di bellissime ragazze". Tornata in cappelleria, le fa visita, ovviamente non di cortesia, la Strega delle Lande, che le scaglia un tremendo maleficio. Sophie diventa una vecchietta, con le mani raggrinzite, la voce roca di una perfetta novantenne!
Non può rimanere in città e perciò scappa e si dirige verso le Lande dove uno strano spaventapasseri, nominato in seguito "Rapa", le porta un "castello errante", mosso dal potente demone Calcifer, all'apparenza un fuocherello da camino.
Sophie scoprirà che quello è il luogo in cui si nasconde Howl. Così diventa donna delle pulizie e rimane lì, stringendo un patto con Calcifer: se lei scoprirà il patto che lo lega con Howl stesso, lui la libererà dal maleficio.
Elemento fondamentale di questo universo reale ma magico, è una speciale porta, che trovo molto utile nominare, per cogliere la vostra attenzione. La porta d'ingresso al castello errante ha 4 aperture e guardando il film scoprirete tutti i suoi segreti. [Almeno quelli sono abbastanza chiari].
Ogni personaggio è ben caratterizzato, da Sophie a Howl, dalla Streghe delle Lande, che non mancherà a fare vedere la sua presenza, alla maestra di Howl, la maga Saliman e il suo cane.
C'è poco da dire riguardo all'animazione: è perfetta? Sì, è proprio perfetta. Il design curato nei minimi dettagli, i luoghi incantati, i colori accesi quando lo richiede la trama, cupi quando cambia registro.
Questo film per me è bellissimo. Vedetelo più volte, così scoprirete sempre di più elementi che a una prima "lettura" vi sono sfuggiti.
Il voto è un 9 pieno. E' un film che vale la pena di essere visto. Non c'è scampo se sete amanti del maestro Miyazaki, è un dovere vederlo.
Mi spiego.
"Il castello errante di Howl" è tratto dall'omonimo libro di Diana Wynne Jones, ma è solo un rifacimento. A quanto ho capito ci sono notevoli differenze, che non so spiegarvi in dettagli perchè non ho mai letto il libro. Comunque il problema del "capire" sta nel fatto che la trama è intricata, misteriosa, piena di punti di domanda. In regia abbiamo Hayao Miyazaki, premio oscar per "La città incantata", un maestro dell'animazione giapponese. Potrei spendere mille parole per onorare lui e lo studio Ghibli per le ottime opere d'arte sfornate negli anni.
Tornando al film, ecco un trama riassuntiva: la protagonista è Sophie, una cappellaia, una ragazza semplice che vive la vita sempre alla stessa maniera, in un mondo infestato in quel periodo da una guerra; un giorno mentre va a trovare la sorella, s'imbatte in un bellissimo ragazzo; ecco l'incontro che le cambierà la vita. Infatti il bel giovane è il mago Howl, noto per la fama di "mangiatore di cuori di bellissime ragazze". Tornata in cappelleria, le fa visita, ovviamente non di cortesia, la Strega delle Lande, che le scaglia un tremendo maleficio. Sophie diventa una vecchietta, con le mani raggrinzite, la voce roca di una perfetta novantenne!
Non può rimanere in città e perciò scappa e si dirige verso le Lande dove uno strano spaventapasseri, nominato in seguito "Rapa", le porta un "castello errante", mosso dal potente demone Calcifer, all'apparenza un fuocherello da camino.
Sophie scoprirà che quello è il luogo in cui si nasconde Howl. Così diventa donna delle pulizie e rimane lì, stringendo un patto con Calcifer: se lei scoprirà il patto che lo lega con Howl stesso, lui la libererà dal maleficio.
Elemento fondamentale di questo universo reale ma magico, è una speciale porta, che trovo molto utile nominare, per cogliere la vostra attenzione. La porta d'ingresso al castello errante ha 4 aperture e guardando il film scoprirete tutti i suoi segreti. [Almeno quelli sono abbastanza chiari].
Ogni personaggio è ben caratterizzato, da Sophie a Howl, dalla Streghe delle Lande, che non mancherà a fare vedere la sua presenza, alla maestra di Howl, la maga Saliman e il suo cane.
C'è poco da dire riguardo all'animazione: è perfetta? Sì, è proprio perfetta. Il design curato nei minimi dettagli, i luoghi incantati, i colori accesi quando lo richiede la trama, cupi quando cambia registro.
Questo film per me è bellissimo. Vedetelo più volte, così scoprirete sempre di più elementi che a una prima "lettura" vi sono sfuggiti.
Il voto è un 9 pieno. E' un film che vale la pena di essere visto. Non c'è scampo se sete amanti del maestro Miyazaki, è un dovere vederlo.
Tratto dall'omonimo romanzo di Diana Wynne Jones, Il castello errante di Howl è un adattamento cinematografico diretto da Hayao Miyazaki.
Sophie è una ragazza semplice, ma improvvisamente viene coinvolta in una serie di disavventure che la portano ad assumere le sembianze di una vecchietta a causa di un sortilegio di una strega. Eppure tutto era nato dall'incontro con un misterioso individuo, Howl. Allontanandosi da casa a causa del suo aspetto, Sophie trova altri esseri sul suo cammino, che la porta a rincontrare Howl, che lei scoprirà essere un famigerato mago. Uno spaventapasseri gli indicherà la strada per la sua stramba base. Infatti lui abita in una casa semovente, alimentata a vapore da un fuoco, anch'esso animato, chiamato Calcifer.
Sophie, entrata a far parte della "famiglia" come donna delle pulizie, scopre perché la strega responsabile del sortilegio ai suoi danni dà la caccia a Howl. Tutto questo in un mondo dove riconosce la magia come una risorsa ad appannaggio dei poteri "forti". Howl, in un certo senso rappresenta la resistenza, ma Sophie sarà in grado di ricordare che per uscire dalla spirale della violenza è necessario ciò che gli uomini in guerra dimenticano sempre, il perdono.
Il castello errante di Howl è un ottimo film d'animazione, adatto a tutti e a tutte le età, con un ottima realizzazione tecnica accompagnata da un ottimo comparto audio. A volte può confondere, visti quanti elementi senza "introduzione" vengono esposti, dando allo spettatore l'esigenza di scoprirli in corso d'opera. Dopotutto il film è un racconto fantastico, che non deve dare spiegazioni di certi avvenimenti, ma ciò può inevitabilmente spaesare. Visione caldamente consiglia per una serata spensierata.
Sophie è una ragazza semplice, ma improvvisamente viene coinvolta in una serie di disavventure che la portano ad assumere le sembianze di una vecchietta a causa di un sortilegio di una strega. Eppure tutto era nato dall'incontro con un misterioso individuo, Howl. Allontanandosi da casa a causa del suo aspetto, Sophie trova altri esseri sul suo cammino, che la porta a rincontrare Howl, che lei scoprirà essere un famigerato mago. Uno spaventapasseri gli indicherà la strada per la sua stramba base. Infatti lui abita in una casa semovente, alimentata a vapore da un fuoco, anch'esso animato, chiamato Calcifer.
Sophie, entrata a far parte della "famiglia" come donna delle pulizie, scopre perché la strega responsabile del sortilegio ai suoi danni dà la caccia a Howl. Tutto questo in un mondo dove riconosce la magia come una risorsa ad appannaggio dei poteri "forti". Howl, in un certo senso rappresenta la resistenza, ma Sophie sarà in grado di ricordare che per uscire dalla spirale della violenza è necessario ciò che gli uomini in guerra dimenticano sempre, il perdono.
Il castello errante di Howl è un ottimo film d'animazione, adatto a tutti e a tutte le età, con un ottima realizzazione tecnica accompagnata da un ottimo comparto audio. A volte può confondere, visti quanti elementi senza "introduzione" vengono esposti, dando allo spettatore l'esigenza di scoprirli in corso d'opera. Dopotutto il film è un racconto fantastico, che non deve dare spiegazioni di certi avvenimenti, ma ciò può inevitabilmente spaesare. Visione caldamente consiglia per una serata spensierata.
Poesia, poesia e ancora poesia allo stato puro. Ogni scena per me è densa è carica di poesia. L'animazione l'ho trovasta stupenda, e dal momento che la regia è di Miyazaki, beh,ho già detto tutto. E' importante da sottolineare che quasi nessun anime tratta il tema dell'anzianità preferendo magari le solite trame. E' vero, anche qui c'è una storia d'amore, ma non c'è quella scontata sdolcinatezza presente in quasi tutte le storie amorose. Apprezzo molto la grinta di Sophie, nonostante abbia delle difficoltà dall'inizio alla fine del film. E come non spendere due parole sulla colonna sonora di Joe Hisahishi? Sembra quasi un valzer che ti conduce a braccetto per tutta la durata del film.
Ritengo Howl una vera perla dell'animazione. L'avrò visto sei volte, ed è sempre un piacere vederlo.
Per me vale un meritatissimo 10.
Ritengo Howl una vera perla dell'animazione. L'avrò visto sei volte, ed è sempre un piacere vederlo.
Per me vale un meritatissimo 10.
Sophie è una giovane e responsabile ragazza che lavora nella cappelleria del padre ormai defunto. Un giorno, mentre si reca nella panetteria dove lavora sua sorella, viene importunata da due soldati, ma viene salvata da un attraente mago; quella sera, la malvagia Strega delle Lande giunge alla cappelleria, le dice di salutarle Howl, e le scaglia contro una maledizione che la trasforma in una vecchia decrepita.
Poiché la maledizione le impedisce di dire ad alcuno della sua condizione, Sophie decide di andarsene via. Fuori città incontra uno spaventapasseri animato che chiama affettuosamente Rapa; egli la conduce fino a un castello che si muove…
Lì dentro, Sophie conosce Calcifer, un demone di fuoco che fa muovere la strana struttura; egli capisce subito che la donna è maledetta, e le offre la possibilità di liberarla, ma solo se anche lei romperà il misterioso legame che unisce lui ad Howl. Howl è il mago proprietario del castello, di cui si dice che adeschi le belle ragazze per rubare il loro cuore; è lui che aveva aiutato la giovane Sophie a liberarsi dei soldati, ed è nelle mire della Strega delle Lande. Sophie fa anche la conoscenza di Markl, il giovane allievo del mago, e decide quindi di stabilirsi al castello come donna delle pulizie per scoprire i segreti di quello stranissimo luogo e per liberarsi dalla sua maledizione.
Il castello è senza dubbio la cosa meglio riuscita di tutto il film: è realizzato ottimamente in computer grafica, che rende benissimo tutti le intricate parti e i molteplici sbuffi di vapore che escono continuamente dalle numerose torri. Ogni cosa al suo interno è magica e speciale: su tutte la porta che conduce in quattro luoghi diversi, e poi il demone Calcifer, o ancora la sporcizia che Sophie cercherà in tutti i modi di levare, nonché la misteriosa camera del mago…
Insomma, questo film trasuda magia dall’inizio alla fine; ma non è solo quella classica di maghi e streghe, perché ce n’è una ancora più forte che può sconfiggere persino le maledizioni: è quella dell’amore di Sophie per Howl, che con il passare del tempo cresce e la fa tornare giovane per brevi periodi di tempo. Un particolare molto interessante sono i capelli di Sophie, la cui treccia si allungherà e accorcerà più volte e cambierà colore, dal castano al grigio/bianco, fino al “colore delle stelle”.
Anche i capelli di Howl cambieranno colore: dal biondo paglierino iniziale al rosso carota per uno shampoo sbagliato, fino a diventare neri come la notte.
Ma i colori molto accesi danno il meglio di loro in bellissimi sfondi bucolici o cittadini che sembrano provenire da un’ipotetica Europa di inizio ’900.
La Strega subisce ad un certo punto un cambio radicale nell’atteggiamento e nell’aspetto, ma in entrambi i casi è un personaggio che dà luogo a situazioni comiche, su tutte quando deve salire le scale senza l’ausilio della magia.
Magia che vuole essere utilizzata anche per fare del male: da sfondo alle bizzarre vicende del castello errante e dei suoi inquilini ci sono due regni in costante guerra. Più volte al mago Howl verrà chiesto di prendervi parte, ma farà tutto l’opposto, infatti abbatterà numerose navi volanti a rischio di trasformarsi in un mostro senza cuore.
Questo film che sa di fiaba manda quindi un forte messaggio antimilitarista e pacifista: alla guerra senza senso viene opposta la semplicità e la naturalezza di una ragazza che fa della modestia, del perdono, dell’amicizia e dell’amore il suo stile di vita.
Poiché la maledizione le impedisce di dire ad alcuno della sua condizione, Sophie decide di andarsene via. Fuori città incontra uno spaventapasseri animato che chiama affettuosamente Rapa; egli la conduce fino a un castello che si muove…
Lì dentro, Sophie conosce Calcifer, un demone di fuoco che fa muovere la strana struttura; egli capisce subito che la donna è maledetta, e le offre la possibilità di liberarla, ma solo se anche lei romperà il misterioso legame che unisce lui ad Howl. Howl è il mago proprietario del castello, di cui si dice che adeschi le belle ragazze per rubare il loro cuore; è lui che aveva aiutato la giovane Sophie a liberarsi dei soldati, ed è nelle mire della Strega delle Lande. Sophie fa anche la conoscenza di Markl, il giovane allievo del mago, e decide quindi di stabilirsi al castello come donna delle pulizie per scoprire i segreti di quello stranissimo luogo e per liberarsi dalla sua maledizione.
Il castello è senza dubbio la cosa meglio riuscita di tutto il film: è realizzato ottimamente in computer grafica, che rende benissimo tutti le intricate parti e i molteplici sbuffi di vapore che escono continuamente dalle numerose torri. Ogni cosa al suo interno è magica e speciale: su tutte la porta che conduce in quattro luoghi diversi, e poi il demone Calcifer, o ancora la sporcizia che Sophie cercherà in tutti i modi di levare, nonché la misteriosa camera del mago…
Insomma, questo film trasuda magia dall’inizio alla fine; ma non è solo quella classica di maghi e streghe, perché ce n’è una ancora più forte che può sconfiggere persino le maledizioni: è quella dell’amore di Sophie per Howl, che con il passare del tempo cresce e la fa tornare giovane per brevi periodi di tempo. Un particolare molto interessante sono i capelli di Sophie, la cui treccia si allungherà e accorcerà più volte e cambierà colore, dal castano al grigio/bianco, fino al “colore delle stelle”.
Anche i capelli di Howl cambieranno colore: dal biondo paglierino iniziale al rosso carota per uno shampoo sbagliato, fino a diventare neri come la notte.
Ma i colori molto accesi danno il meglio di loro in bellissimi sfondi bucolici o cittadini che sembrano provenire da un’ipotetica Europa di inizio ’900.
La Strega subisce ad un certo punto un cambio radicale nell’atteggiamento e nell’aspetto, ma in entrambi i casi è un personaggio che dà luogo a situazioni comiche, su tutte quando deve salire le scale senza l’ausilio della magia.
Magia che vuole essere utilizzata anche per fare del male: da sfondo alle bizzarre vicende del castello errante e dei suoi inquilini ci sono due regni in costante guerra. Più volte al mago Howl verrà chiesto di prendervi parte, ma farà tutto l’opposto, infatti abbatterà numerose navi volanti a rischio di trasformarsi in un mostro senza cuore.
Questo film che sa di fiaba manda quindi un forte messaggio antimilitarista e pacifista: alla guerra senza senso viene opposta la semplicità e la naturalezza di una ragazza che fa della modestia, del perdono, dell’amicizia e dell’amore il suo stile di vita.
In questo film si riescono a scorgere dei temi che sono stati trattati in una famosa opera del passato chiamata "Il mago di Oz", difatti il tema della maledizione delle streghe che si abbatte sui protagonisti della vicenda, sul mago potentissimo che ha delle virtù superiori a tutti gli esseri dotati di abilità magiche, nonchè di un difficile cammino alla ricerca della soluzione del problema che servirà alla protagonista per tornare alla vita reale sono tutti temi già visti e sentiti nell'opera di cui ho fatto il paragone.
Diciamo che come tema base dello sviluppo dell'opera Miyazaki era forse a corto di idee, visto come ben ci aveva viziato nelle sue opere precedenti con trame sempre volte ad un tema ecologista e alla salvaguardia dell'ambiente circostante.
Qui difatti l'autore ci vuole mostrare un raggiungimento della felicità umana non sempre dettato da ciò di cui siamo circondati a livello di ambiente o natura, bensì da ciò di cui siamo circondati a livello di tradizioni, di qualità umane, di entità umane che il più delle volte emergono nel farci vedere finalità non sempre filantropiche.
E una finalità a cui il protagonista fugge è proprio la madre di tutte le situazioni non filantropiche: la guerra.
La guerra che viene vista dall'autore come un insieme di eventi non pacifici, atti alla distruzione continua e selvaggia, all'incomprensione tra popoli che porta lontano dalla via dell'amore.
Si può avere quindi amore per tutte le cose rispettando prima sè stessi e la propria indole, la propria tendenza, in questo caso vediamo il protagonista alle prese con istinti pacifisti, di gioia, dove la magia è uno strumento che deve collaborare, anzichè isolare.
E da qui nasce l'interessante punto di quest'opera, in cui l'autore ci vuol far capire il difficile cammino che l'uomo intraprende ogni giorno alla ricerca della pace e dell'amore, fatto di ostacoli come l'equivoco, il desiderio terreno che va bene fino ad un certo punto e senza esagerazioni, l'ostinazione a non rispettare il prossimo per loschi scopi, in tutto questo l'autore usa l'allegoria della magia per farci capire che la nsotra vita stessa è magia, dipende sempre dall'uso buono o cattivo che si fa di questo grande tesoro dall'inestimabile valore, che solo se ben usato può generare amore, per sè stessi e per chi si ama davvero.
Diciamo che come tema base dello sviluppo dell'opera Miyazaki era forse a corto di idee, visto come ben ci aveva viziato nelle sue opere precedenti con trame sempre volte ad un tema ecologista e alla salvaguardia dell'ambiente circostante.
Qui difatti l'autore ci vuole mostrare un raggiungimento della felicità umana non sempre dettato da ciò di cui siamo circondati a livello di ambiente o natura, bensì da ciò di cui siamo circondati a livello di tradizioni, di qualità umane, di entità umane che il più delle volte emergono nel farci vedere finalità non sempre filantropiche.
E una finalità a cui il protagonista fugge è proprio la madre di tutte le situazioni non filantropiche: la guerra.
La guerra che viene vista dall'autore come un insieme di eventi non pacifici, atti alla distruzione continua e selvaggia, all'incomprensione tra popoli che porta lontano dalla via dell'amore.
Si può avere quindi amore per tutte le cose rispettando prima sè stessi e la propria indole, la propria tendenza, in questo caso vediamo il protagonista alle prese con istinti pacifisti, di gioia, dove la magia è uno strumento che deve collaborare, anzichè isolare.
E da qui nasce l'interessante punto di quest'opera, in cui l'autore ci vuol far capire il difficile cammino che l'uomo intraprende ogni giorno alla ricerca della pace e dell'amore, fatto di ostacoli come l'equivoco, il desiderio terreno che va bene fino ad un certo punto e senza esagerazioni, l'ostinazione a non rispettare il prossimo per loschi scopi, in tutto questo l'autore usa l'allegoria della magia per farci capire che la nsotra vita stessa è magia, dipende sempre dall'uso buono o cattivo che si fa di questo grande tesoro dall'inestimabile valore, che solo se ben usato può generare amore, per sè stessi e per chi si ama davvero.
La prima sensazione che si prova posando gli occhi sulle immagini de <i>Il Castello Errante di Howl</i> è di assoluta fiducia: basta anche solo un fotogramma per convincere anche il pubblico più esigente del fatto che lo studio Ghibli abbia fornito prova dell'ennesimo pregiato lavoro di rifinitura grafica. Il vero stupore, però, giunge una volta intrapresa la visione delle date immagini in movimento: la completa immersione in scenari che ricordano l'Europa degli inizi del Novecento è garantita all'istante dall'avvenenza di fondali minuziosi, dotati di vita propria, da colori vividi e affascinanti, da animazioni superbe. Il primo impatto con questo speciale adattamento del romanzo omonimo di Diana Wynne Jones non può che essere entusiasmante e, come accade per ogni pellicola di Miyazaki & Co., seguire gli eventi di una trama ancorché semplice o poco innovativa risulta assolutamente piacevole, per qualsiasi tipo di spettatore.
La protagonista dell'avventura si chiama Sophie, una giovane ragazza, orfana di padre, che lavora in un negozio di cappelli da lui ereditato. Un giorno, però, la sua vita subisce la svolta: prima l’incontro con un misterioso e affascinante personaggio, poi quello infausto con una strega malvagia, che le lancia una maledizione trasformandola in una vecchietta, la costringono a scappare di casa per cercare un rimedio…
Il neo che non permette all'opera di passare allo status di capolavoro si può individuare, a mio parere, nei risvolti conclusivi della storia, rovinata da una sceneggiatura che inspiegabilmente diviene sempre più frettolosa e confusionaria con il passare dei minuti.
In ogni caso, <i>Il Castello Errante di Howl</i>, che valse al regista di Tokyo il Leone d'oro alla carriera, rimane di certo uno dei migliori lungometraggi d'animazione per tutta la famiglia.
La protagonista dell'avventura si chiama Sophie, una giovane ragazza, orfana di padre, che lavora in un negozio di cappelli da lui ereditato. Un giorno, però, la sua vita subisce la svolta: prima l’incontro con un misterioso e affascinante personaggio, poi quello infausto con una strega malvagia, che le lancia una maledizione trasformandola in una vecchietta, la costringono a scappare di casa per cercare un rimedio…
Il neo che non permette all'opera di passare allo status di capolavoro si può individuare, a mio parere, nei risvolti conclusivi della storia, rovinata da una sceneggiatura che inspiegabilmente diviene sempre più frettolosa e confusionaria con il passare dei minuti.
In ogni caso, <i>Il Castello Errante di Howl</i>, che valse al regista di Tokyo il Leone d'oro alla carriera, rimane di certo uno dei migliori lungometraggi d'animazione per tutta la famiglia.
E' passato molto tempo da quando questa recensione è stata scritta, ma ho comunque piacere e voglia di condividere quelle che sono le mie impressioni, sia sul film che sul libro.
In primis ho visto l'anime, e sono stata rapita completamente, incantata dal castello e dal suo errare magico, dai capelli biondi e fluenti di Howl, che poi cambieranno colore, e dal coraggio di Sophie nell'affrontare una storia così grande!, molto più grande di lei!
In tutto questo non tralascio Calcifer, che personalmente reputo uno dei personaggi a cui più mi sono affezionata.
Ma qui bisogna sì, aprire un divario.
Il film mi ha emozionata per i suoi colori pastello traslucidi, e per le musiche trasognanti che istantaneamente mi hanno riportata nella fantastica meravigliosa città incantata di Chihiro, anche se "Il Castello errante di Howl" si svolge in un ambito e in un contesto completamente differenti e le due storie non hanno veramente nulla a che fare l'una con l'altra... Ma mi sono persa. Torniamo al punto.
Il film, come dicevo, l'ho visto prima di leggere il libro, e il libro l'ho letto proprio perché il film mi ha segnata.
Però, una volta letto il libro, ho avuto paura di rivedere il film. Perché il libro come sempre offre punti di vista maggiori, suggerimenti che aiutano a capire l'intera storia, e personaggi che nel film sono praticamente assenti nel testo prendono vita a danno nuove forme e colore al romanzo.
Michael è sicuramente più grande di quanto lo abbiano disegnato nell'anime, tanto da avere un ruolo fondamentale in tutta la storia. Le sorelline stesse di Sophie hanno tutt'altra parte nel libro: Lettie e Martha sono ben presenti anch'esse fino alla fine del romanzo. Senza contare che lo stesso Howl nel libro è dolcissimo e lascia capire da subito di essersi segretamente innamorato di Sophie e di averla riconosciuta, anche se in quelle condizioni fisiche.
Ciò che mi rammarica è che il film avrebbe potuto essere davvero un capolavoro in tutto (tranne forse per i tratti somatici dei personaggi principali, che io personalmente avrei reso un po più interessanti). Tuttavia il risultato finale è che il film presenta dei buchi a mio parere non indifferenti, che ti lasciano un po' spaesato a una prima visione del film - ma forse anche a una seconda, se non si legge il libro. E' corretto ciò che dice Tacchan: il maestro ha preso solo spunto, purtroppo, dal libro, la struttura manca. Peccato perché da Miyazaki a questo punto mi aspettavo qualcosina di più anch'io.
Chissà, magari è stata una questione di tempi, e si sa che un film, tranne rarissimi casi (vedi "Il signore degli anelli"), difficilmente è equiparabile al libro da cui è tratto.
In ogni caso consiglio sia la visione del film sia la lettura del libro. E direi: prima guardate il film e poi leggete il libro. Ciao!
In primis ho visto l'anime, e sono stata rapita completamente, incantata dal castello e dal suo errare magico, dai capelli biondi e fluenti di Howl, che poi cambieranno colore, e dal coraggio di Sophie nell'affrontare una storia così grande!, molto più grande di lei!
In tutto questo non tralascio Calcifer, che personalmente reputo uno dei personaggi a cui più mi sono affezionata.
Ma qui bisogna sì, aprire un divario.
Il film mi ha emozionata per i suoi colori pastello traslucidi, e per le musiche trasognanti che istantaneamente mi hanno riportata nella fantastica meravigliosa città incantata di Chihiro, anche se "Il Castello errante di Howl" si svolge in un ambito e in un contesto completamente differenti e le due storie non hanno veramente nulla a che fare l'una con l'altra... Ma mi sono persa. Torniamo al punto.
Il film, come dicevo, l'ho visto prima di leggere il libro, e il libro l'ho letto proprio perché il film mi ha segnata.
Però, una volta letto il libro, ho avuto paura di rivedere il film. Perché il libro come sempre offre punti di vista maggiori, suggerimenti che aiutano a capire l'intera storia, e personaggi che nel film sono praticamente assenti nel testo prendono vita a danno nuove forme e colore al romanzo.
Michael è sicuramente più grande di quanto lo abbiano disegnato nell'anime, tanto da avere un ruolo fondamentale in tutta la storia. Le sorelline stesse di Sophie hanno tutt'altra parte nel libro: Lettie e Martha sono ben presenti anch'esse fino alla fine del romanzo. Senza contare che lo stesso Howl nel libro è dolcissimo e lascia capire da subito di essersi segretamente innamorato di Sophie e di averla riconosciuta, anche se in quelle condizioni fisiche.
Ciò che mi rammarica è che il film avrebbe potuto essere davvero un capolavoro in tutto (tranne forse per i tratti somatici dei personaggi principali, che io personalmente avrei reso un po più interessanti). Tuttavia il risultato finale è che il film presenta dei buchi a mio parere non indifferenti, che ti lasciano un po' spaesato a una prima visione del film - ma forse anche a una seconda, se non si legge il libro. E' corretto ciò che dice Tacchan: il maestro ha preso solo spunto, purtroppo, dal libro, la struttura manca. Peccato perché da Miyazaki a questo punto mi aspettavo qualcosina di più anch'io.
Chissà, magari è stata una questione di tempi, e si sa che un film, tranne rarissimi casi (vedi "Il signore degli anelli"), difficilmente è equiparabile al libro da cui è tratto.
In ogni caso consiglio sia la visione del film sia la lettura del libro. E direi: prima guardate il film e poi leggete il libro. Ciao!
Ad ora penultimo lungometraggio d’animazione di Hayao Miyazaki, presentato in concorso alla 61° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nella quale proprio il regista ottenne il Leone d’oro alla carriera, e candidato all’Oscar 2006 come miglior film d’animazione, Il castello Errante di Howl traspone in anime l’omonimo romanzo originale di Diana Wynne Jones, non senza alcune licenze. Ciò in parte si nota, tuttavia, non conoscendo il testo, non so in che misura e, soprattutto, se questo sia un fattore positivo o meno, ma restando in ogni caso un’opera più che godibile il film risente di alcune sbavature addebitabili in parte alle inclinazioni dello stesso Miyazaki e in parte all’articolazione della trama e di alcuni suoi spunti.
Tralasciando il discorso sul primo motivo di critica, eccessivamente lungo e non inerente a questi luoghi, sul secondo versante è evidente che l’operazione di compattazione del romanzo nelle due ore di film ha portato a tagli e restringimenti di alcune sequenze narrative. Tuttavia, se l’adattamento della parola in immagine rimane un’impresa molto difficoltosa, e la traslazione fra linguaggi differenti obbliga sempre a compromessi e accorgimenti necessari, l’operazione compiuta dal maestro avrebbe potuto essere migliore. Mi riferisco sia alla trama, perché nella pellicola restano oscuri i motivi che innescano la prima maledizione imposta dalla Strega delle Lande a Sophie e, parimenti, alcuni quesiti riguardanti la caduta dei demoni e le cause della guerra (e soprattutto gli schieramenti e coloro che ne fanno parte), sia ai personaggi, perché i ruoli di alcuni di essi (lo spaventapasseri e madame Suliman) nell’economia della sceneggiatura risultano superflui o approssimativi, e lasciano pensare a delle caratterizzazioni più corpose che si è scelto di sforbiciare. Tutto ciò va a discapito della completezza degli sviluppi e del quadro generale della visione, che danno la sensazione di essere, se non tarlati, quantomeno non “pieni” in modo assoluto.
Le brillanti tinte che pitturano la consueta grande ricchezza immaginifica di Miyazaki rivelano tutta l’eredità del suo precedente lavoro, “La Città Incantata”, dal quale però Howl si differenzia per il sapore visivo complessivo, più europeo e venato da una nota steampunk, che però cede qualcosa al predecessore a livello di atmosfera, cromatismi e tonalità globale, che nel primo risultavano più avvolgenti e ispirati. Tuttavia la realizzazione tecnica si attesta su ottimi standard, e anche l’uso della computer grafica, modesto ma presente, è ben calibrato e attende ai suoi compiti con discrezione. Eccellente poi la consueta perizia dello Studio Ghibli nella resa del dettaglio di sfondi e ambientazioni limpidissimi e vari e nella creazione di animazioni fluide e precise.
Le musiche sono delicate, un accompagnamento partecipe ma non presenzialista che valorizza le immagini e le emozioni, mentre il character design ricalca il personale e sempre riconoscibile stile figurativo molto sobrio del maestro, e concretizza efficacemente il camaleontismo anagrafico di Sophie e le possibilità metamorfiche di Howl rendendo vivi e interessanti i diversi stati assunti dai due protagonisti, che nei loro mutamenti esigono tra l’altro la trasposizione di un particolare contenuto simbolico e non solo un semplice tratteggio caratteriale.
Entrambi i protagonisti presentano un buon grado di complessità e un grande carisma, reggono senza difficoltà la scena e assieme a tutti gli altri personaggi compongono un mosaico umano – e non soltanto – molto variegato, a tratti forse non troppo originale seppur comunque capace di mostrare una gamma di sfumature interiori anche antitetiche e combattute ma mai superficiali. Le relazioni che s’instaurano sono veri e propri legami d’interdipendenza, dei quali è visibile la crescita progressiva e nei quali è possibile apprezzare l’intimità di alcuni momenti di vita, di alcune circostanze comuni a molte persone; da esse traspare un grandissimo rispetto per la figura dell’anziano, per quella dell’ospite, e attraverso di esse ci viene mostrato con naturalezza l’umanità di chi accudisce coloro che ne hanno più bisogno, con dolcezza e spontaneità, con grande garbo. I contenuti veicolati dal film si allargano però pure al lato più drammatico di alcuni fenomeni, toccando la piaga sempre viva della guerra, sia quella che vede scontrarsi due schieramenti, sia quella interiore all’animo umano e fatta dunque di conflitti che nascono dai moti contraddittori dell’essere. Nonostante queste tematiche non siano esattamente sviscerate, né con originalità né fino alle loro profondità, si dimostrano comunque capaci di raggiungere momenti di un’intensità tragica elevatissima, a tratti parallela a una poesia visiva vivida.
Detto ciò, bisogna ammettere che Il castello Errante di Howl è in fondo una canonica fiaba con un antagonista non ben identificato, e il finale lietissimo che corona la storia d’amore che va in porto dopo l’ultima prova da superare rimarca, se ce ne fosse ancora bisogno, quale sia la natura del film. Va da sé che ricalcando gli stessi schemi di sempre, ricalcando in qualche modo se stesso e non riuscendo a scardinarsi, Miyazaki si avvolge in una cortina di buonismo e morali più o meno retoriche che, formalizzate in un determinato modo, possono sempre risultare piacevoli, ma non aggiungono niente né al genere né alla sua ricerca artistica, telefonando in anticipo sviluppi, conclusione e messaggi di un’opera appagante visivamente, e anche in determinati frangenti emotivamente, ma sterile e scontata – e a seconda di chi guarda stucchevole – nei suoi concetti.
Tralasciando il discorso sul primo motivo di critica, eccessivamente lungo e non inerente a questi luoghi, sul secondo versante è evidente che l’operazione di compattazione del romanzo nelle due ore di film ha portato a tagli e restringimenti di alcune sequenze narrative. Tuttavia, se l’adattamento della parola in immagine rimane un’impresa molto difficoltosa, e la traslazione fra linguaggi differenti obbliga sempre a compromessi e accorgimenti necessari, l’operazione compiuta dal maestro avrebbe potuto essere migliore. Mi riferisco sia alla trama, perché nella pellicola restano oscuri i motivi che innescano la prima maledizione imposta dalla Strega delle Lande a Sophie e, parimenti, alcuni quesiti riguardanti la caduta dei demoni e le cause della guerra (e soprattutto gli schieramenti e coloro che ne fanno parte), sia ai personaggi, perché i ruoli di alcuni di essi (lo spaventapasseri e madame Suliman) nell’economia della sceneggiatura risultano superflui o approssimativi, e lasciano pensare a delle caratterizzazioni più corpose che si è scelto di sforbiciare. Tutto ciò va a discapito della completezza degli sviluppi e del quadro generale della visione, che danno la sensazione di essere, se non tarlati, quantomeno non “pieni” in modo assoluto.
Le brillanti tinte che pitturano la consueta grande ricchezza immaginifica di Miyazaki rivelano tutta l’eredità del suo precedente lavoro, “La Città Incantata”, dal quale però Howl si differenzia per il sapore visivo complessivo, più europeo e venato da una nota steampunk, che però cede qualcosa al predecessore a livello di atmosfera, cromatismi e tonalità globale, che nel primo risultavano più avvolgenti e ispirati. Tuttavia la realizzazione tecnica si attesta su ottimi standard, e anche l’uso della computer grafica, modesto ma presente, è ben calibrato e attende ai suoi compiti con discrezione. Eccellente poi la consueta perizia dello Studio Ghibli nella resa del dettaglio di sfondi e ambientazioni limpidissimi e vari e nella creazione di animazioni fluide e precise.
Le musiche sono delicate, un accompagnamento partecipe ma non presenzialista che valorizza le immagini e le emozioni, mentre il character design ricalca il personale e sempre riconoscibile stile figurativo molto sobrio del maestro, e concretizza efficacemente il camaleontismo anagrafico di Sophie e le possibilità metamorfiche di Howl rendendo vivi e interessanti i diversi stati assunti dai due protagonisti, che nei loro mutamenti esigono tra l’altro la trasposizione di un particolare contenuto simbolico e non solo un semplice tratteggio caratteriale.
Entrambi i protagonisti presentano un buon grado di complessità e un grande carisma, reggono senza difficoltà la scena e assieme a tutti gli altri personaggi compongono un mosaico umano – e non soltanto – molto variegato, a tratti forse non troppo originale seppur comunque capace di mostrare una gamma di sfumature interiori anche antitetiche e combattute ma mai superficiali. Le relazioni che s’instaurano sono veri e propri legami d’interdipendenza, dei quali è visibile la crescita progressiva e nei quali è possibile apprezzare l’intimità di alcuni momenti di vita, di alcune circostanze comuni a molte persone; da esse traspare un grandissimo rispetto per la figura dell’anziano, per quella dell’ospite, e attraverso di esse ci viene mostrato con naturalezza l’umanità di chi accudisce coloro che ne hanno più bisogno, con dolcezza e spontaneità, con grande garbo. I contenuti veicolati dal film si allargano però pure al lato più drammatico di alcuni fenomeni, toccando la piaga sempre viva della guerra, sia quella che vede scontrarsi due schieramenti, sia quella interiore all’animo umano e fatta dunque di conflitti che nascono dai moti contraddittori dell’essere. Nonostante queste tematiche non siano esattamente sviscerate, né con originalità né fino alle loro profondità, si dimostrano comunque capaci di raggiungere momenti di un’intensità tragica elevatissima, a tratti parallela a una poesia visiva vivida.
Detto ciò, bisogna ammettere che Il castello Errante di Howl è in fondo una canonica fiaba con un antagonista non ben identificato, e il finale lietissimo che corona la storia d’amore che va in porto dopo l’ultima prova da superare rimarca, se ce ne fosse ancora bisogno, quale sia la natura del film. Va da sé che ricalcando gli stessi schemi di sempre, ricalcando in qualche modo se stesso e non riuscendo a scardinarsi, Miyazaki si avvolge in una cortina di buonismo e morali più o meno retoriche che, formalizzate in un determinato modo, possono sempre risultare piacevoli, ma non aggiungono niente né al genere né alla sua ricerca artistica, telefonando in anticipo sviluppi, conclusione e messaggi di un’opera appagante visivamente, e anche in determinati frangenti emotivamente, ma sterile e scontata – e a seconda di chi guarda stucchevole – nei suoi concetti.
Howl, Howl, Howl. Quando parli di Miyazaki con qualcuno (che magari non ha visto tutti i suoi lavori) la prima cosa che ti dice è questo film. Tra i più conosciuti e amati eppure forse il meno bello dell’intera filmografia del maestro. Brutto non si può certo dire, ma considerando gli altri lavori (capolavori) partoriti dal genio di Miyazaki si rimane un po’ delusi da questo lungometraggio.
A non convincere è soprattutto la sceneggiatura, il grande punto di forza dello Studio Ghibli. Il finale per esempio è piuttosto affrettato. E poi bisogna dire che nelle due ore circa del film ogni tanto si sbadiglia. Sì, dispiace criticare un lavoro del maestro che ci ha regalato tante meraviglie, ma è un po’ noioso.
Tutto da buttare allora? Ovviamente no. Resta alla fine un film abbastanza godibile, la realizzazione tecnica è ineccepibile, è fantastico il castello semovente, e la musica del grande Hisaishi è sempre perfetta (meraviglioso il valzer). Cose che mi spingono a dare comunque un 7 come voto. Certo ripensando al passato ci si aspetta molto di più da Miyazaki. Peccato che il futuro, l’opera successiva, ossia “Ponyo”, si mantenga sui livelli del “Castello errante di Howl”: buoni, ma non più eccellenti come si addice a quello che qualcuno ha (giustamente) definito “il dio dell’anime”.
A non convincere è soprattutto la sceneggiatura, il grande punto di forza dello Studio Ghibli. Il finale per esempio è piuttosto affrettato. E poi bisogna dire che nelle due ore circa del film ogni tanto si sbadiglia. Sì, dispiace criticare un lavoro del maestro che ci ha regalato tante meraviglie, ma è un po’ noioso.
Tutto da buttare allora? Ovviamente no. Resta alla fine un film abbastanza godibile, la realizzazione tecnica è ineccepibile, è fantastico il castello semovente, e la musica del grande Hisaishi è sempre perfetta (meraviglioso il valzer). Cose che mi spingono a dare comunque un 7 come voto. Certo ripensando al passato ci si aspetta molto di più da Miyazaki. Peccato che il futuro, l’opera successiva, ossia “Ponyo”, si mantenga sui livelli del “Castello errante di Howl”: buoni, ma non più eccellenti come si addice a quello che qualcuno ha (giustamente) definito “il dio dell’anime”.
Io ho visto tutte le opere di Miyazaki, lo ammiro e lo apprezzo profondamente, anche se per ora resta Spirit Away <i>(La Città Incantata n.d.m.)</i> il mio prediletto numero uno.
La storia di Howl è intensa, vivida e ben orchestrata, le tematiche preposte sono importanti come la banalità della bellezza esteriore,il concetto di invecchiamento, il concetto di anima e di disprezzo della guerra, tutte seguite con maestria salvo qualche calo qua e la in favore della storia d'amore tra sophie e Howl e la rispettiva crescita di entrambi i personaggi.
La trama si sviluppa alla giusta velocità, ossia seguendo la consapevolezza di Sophie che via via prende piede dopo aver subito la maledizione della strega (che in questa versione è diversa da quella del romanzo, dove Sophie dopo l'invecchiamento ringiovanisce poco a poco ogni giorno e non solo palesando i suoi sentimenti). Il tratto e le musiche sono assolutamente stupende, può senza dubbio rivaleggiare con le altre opere del maestro, sebbene dal mio punto di vista Spirit Away è e resta il migliore.
Ovviamente consiglio il Castello Errante di Howl, sia ad appassionati che non, merita comunque.
La storia di Howl è intensa, vivida e ben orchestrata, le tematiche preposte sono importanti come la banalità della bellezza esteriore,il concetto di invecchiamento, il concetto di anima e di disprezzo della guerra, tutte seguite con maestria salvo qualche calo qua e la in favore della storia d'amore tra sophie e Howl e la rispettiva crescita di entrambi i personaggi.
La trama si sviluppa alla giusta velocità, ossia seguendo la consapevolezza di Sophie che via via prende piede dopo aver subito la maledizione della strega (che in questa versione è diversa da quella del romanzo, dove Sophie dopo l'invecchiamento ringiovanisce poco a poco ogni giorno e non solo palesando i suoi sentimenti). Il tratto e le musiche sono assolutamente stupende, può senza dubbio rivaleggiare con le altre opere del maestro, sebbene dal mio punto di vista Spirit Away è e resta il migliore.
Ovviamente consiglio il Castello Errante di Howl, sia ad appassionati che non, merita comunque.
Semplicemente un capolavoro d'animazione! Il castello errante di Howl mi è piaciuto davvero tanto! E' una storia d'amore dolcissima, raccontata con grande maestria, unita a quel tocco di magia che non risulta affatto di troppo. Il castello viaggiante è buffo e unico nel suo genere. E durante i suoi viaggi accadono cose davvero divertenti. Posso dire tranquillamente che mi è piaciuto praticamente tutto, dall'inizio alla fine e non saprei trovarne dei difetti. Il finale è splendido, proprio come vuole lo spettatore. Personalmente lo ritengo tra i più bei film animazione mai visti e chi ancora non ha avuto l'occasione di vederlo, lo consiglio davvero! Perchè è un film magico e poetico, che sa scaldare il cuore...
Guerra, magia, sentimenti, tradimenti, fantasie... tutto questo e' Howl!
Un film di grande successo sia in patria che all'estero del noto e acclamato autore Hayao Myazaki (gia autore di Laputa, Princess Mononoke, Porco Rosso, Nausica, Il mio vicino Totoro e tanti altri).
La storia parla delle vicende di una giovane fanciulla diciotenne che vive in una cittadina ambientata nel tardo diciannovesimo secolo (anche se sono presenti molte anologie futuristiche) che lavora in un negozio di cappelli di proprieta di sua madre.
Tornando a casa viene fermata da due guardie della citta che la infastidiscono ma subito dopo arriva a salvarla un bellissimo mago dai capelli platinati che la porta a casa. Sconvolta dall'avvenuto si confida con sua sorella che le dice di stare attenta perche' potrebbe essere il mago Howl, di cui si dice che mangi il cuore delle persone.
Quella sera poco dopo uscire il negozio entra una vecchia e grassissima signora che le dice che vuole comprare un cappello. Sophy (la protagonista) le dice che non puo ma lei continua a insistere finche perde la pazienza e le scaglia un incantesimo facendola diventare una vecchietta novantenne.
Sophy in preda al panico vuole fuggire nella cittadina vicina dove vive la sua sorella maggiore ma nel viaggio si imbatte nel castello errante di Howl (da cui il titolo) e stanca ci sale e si addormenta sulla sedia della cucina completamente ignara di cosa le accadra' domani...
La storia e' davvero molto ben fatta e ben costruita contornata da una trama originale e poco esplorata.
A compatto grafico Howl si rivela eccellente con un design in un puro stile Ghibli e colore brillante e acceso molto curato e disegni zeppi di ombreggiature e lumeggiature.
Personaggi ben fatti e ben costruiti anche loro soprattuto i principali, che nasondono quasi sempre uno sdoppiamento di personalita'.
Colonna sonora davvero architettata in modo geniale con musiche sempre adatte e studiate.
Animazioni e perfette e di indubbia cura. Gia la storia in generale e' carismatica quindi spetta a voi scoprire cosa vi riservera' la magia e la fantasie dell'anime...
10 decisamente meritato!
Bye Yasha 7/10/09 5:47
Un film di grande successo sia in patria che all'estero del noto e acclamato autore Hayao Myazaki (gia autore di Laputa, Princess Mononoke, Porco Rosso, Nausica, Il mio vicino Totoro e tanti altri).
La storia parla delle vicende di una giovane fanciulla diciotenne che vive in una cittadina ambientata nel tardo diciannovesimo secolo (anche se sono presenti molte anologie futuristiche) che lavora in un negozio di cappelli di proprieta di sua madre.
Tornando a casa viene fermata da due guardie della citta che la infastidiscono ma subito dopo arriva a salvarla un bellissimo mago dai capelli platinati che la porta a casa. Sconvolta dall'avvenuto si confida con sua sorella che le dice di stare attenta perche' potrebbe essere il mago Howl, di cui si dice che mangi il cuore delle persone.
Quella sera poco dopo uscire il negozio entra una vecchia e grassissima signora che le dice che vuole comprare un cappello. Sophy (la protagonista) le dice che non puo ma lei continua a insistere finche perde la pazienza e le scaglia un incantesimo facendola diventare una vecchietta novantenne.
Sophy in preda al panico vuole fuggire nella cittadina vicina dove vive la sua sorella maggiore ma nel viaggio si imbatte nel castello errante di Howl (da cui il titolo) e stanca ci sale e si addormenta sulla sedia della cucina completamente ignara di cosa le accadra' domani...
La storia e' davvero molto ben fatta e ben costruita contornata da una trama originale e poco esplorata.
A compatto grafico Howl si rivela eccellente con un design in un puro stile Ghibli e colore brillante e acceso molto curato e disegni zeppi di ombreggiature e lumeggiature.
Personaggi ben fatti e ben costruiti anche loro soprattuto i principali, che nasondono quasi sempre uno sdoppiamento di personalita'.
Colonna sonora davvero architettata in modo geniale con musiche sempre adatte e studiate.
Animazioni e perfette e di indubbia cura. Gia la storia in generale e' carismatica quindi spetta a voi scoprire cosa vi riservera' la magia e la fantasie dell'anime...
10 decisamente meritato!
Bye Yasha 7/10/09 5:47
Ispirato all'omonimo romanzo, quest'anime del Maestro Miyazaki presenta molte caratteristiche interessanti.
Forse perché legato ad un'opera occidentale, il film ha una cadenza molto familiare per lo spettatore europeo: la visione scorrevole ha certamente contribuito al grande successo al di fuori del Giappone, tanto che molti appartenenti ad un "casual audience" lo preferiscono al precedente e pluripremiato "La Città Incantata". Tuttavia, pur restando su livelli di eccellenza, "Il Castello Errante di Howl" per realizzazione e profondità di contenuti mostra alcuni passi indietro rispetto all'avventura di Chihiro. In primo luogo perché le interessanti tematiche proposte (la vecchiaia e il rifiuto della guerra) sono affrontate in alcuni frangenti con una certa superficialità, inconsueta per un autore come Miyazaki. E poi per il leggerissimo calo tecnico, soprattutto per quel che riguarda i fondali, non tutti all'altezza del film che ha vinto l'Oscar. Di contro l'opera presenta una grande intensità nell'esposizione della storia d'amore tra Sophie e Howl, forse la più fiabesca e romantica realizzata dal Maestro.
Tecnicamente l'opera è ineccepibile, come quasi tutte quelle dello Studio Ghibli. A parte il piccolo appunto sui fondali (comunque ottimi e ben sopra la media, sia chiaro) si può criticare ben poco, forse nulla. Le animazioni sono sempre eccellenti, e colpisce soprattutto l'uso variegato del colore nelle diverse scene.
Nella colonna sonora si avverte il grande mestiere di Joe Hisaishi, fedele compagno di Miyazaki fin dai tempi di "Nausicaa" e "Laputa". Pur non brillando per originalità il comparto audio si può avvalere di temi riconoscibili, accattivanti e meravigliosamente orchestrati, alcuni dei quali si distinguono per ironia e vivacità.
In definitiva credo che quest'opera possa essere apprezzata da chiunque ami il cinema d'animazione, per via di una fruibilità facile che però è in grado di soddisfare anche gli spettatori più esigenti. Forse non è il miglior lavoro di Miyazaki, ma se fossi un regista firmerei senza esitazioni un contratto di sangue per riuscire a realizzare un'opera come questa.
Forse perché legato ad un'opera occidentale, il film ha una cadenza molto familiare per lo spettatore europeo: la visione scorrevole ha certamente contribuito al grande successo al di fuori del Giappone, tanto che molti appartenenti ad un "casual audience" lo preferiscono al precedente e pluripremiato "La Città Incantata". Tuttavia, pur restando su livelli di eccellenza, "Il Castello Errante di Howl" per realizzazione e profondità di contenuti mostra alcuni passi indietro rispetto all'avventura di Chihiro. In primo luogo perché le interessanti tematiche proposte (la vecchiaia e il rifiuto della guerra) sono affrontate in alcuni frangenti con una certa superficialità, inconsueta per un autore come Miyazaki. E poi per il leggerissimo calo tecnico, soprattutto per quel che riguarda i fondali, non tutti all'altezza del film che ha vinto l'Oscar. Di contro l'opera presenta una grande intensità nell'esposizione della storia d'amore tra Sophie e Howl, forse la più fiabesca e romantica realizzata dal Maestro.
Tecnicamente l'opera è ineccepibile, come quasi tutte quelle dello Studio Ghibli. A parte il piccolo appunto sui fondali (comunque ottimi e ben sopra la media, sia chiaro) si può criticare ben poco, forse nulla. Le animazioni sono sempre eccellenti, e colpisce soprattutto l'uso variegato del colore nelle diverse scene.
Nella colonna sonora si avverte il grande mestiere di Joe Hisaishi, fedele compagno di Miyazaki fin dai tempi di "Nausicaa" e "Laputa". Pur non brillando per originalità il comparto audio si può avvalere di temi riconoscibili, accattivanti e meravigliosamente orchestrati, alcuni dei quali si distinguono per ironia e vivacità.
In definitiva credo che quest'opera possa essere apprezzata da chiunque ami il cinema d'animazione, per via di una fruibilità facile che però è in grado di soddisfare anche gli spettatori più esigenti. Forse non è il miglior lavoro di Miyazaki, ma se fossi un regista firmerei senza esitazioni un contratto di sangue per riuscire a realizzare un'opera come questa.
Primo anime visto e da cui è successivamente nata la mia passione verso questo nuovo mondo, Il castello errante di Howl è un film imperdibile, i disegni sono molto convincenti con macchine che colpiscono lo spettatore, come il castello stesso. Le musiche sono anch'esse belle anche se il vero punto di forza di questo anime è proprio la trama, la storia di una ragazza Sophie molto introversa che lavora nella sua bottega, la sua vita sembra segnata ma tutto cambia quando la sua strada si incrocia con quella di un giovane mago, Howl, preso di mira dalla strega delle Lande. Dopo essere stata aiutata da Howl, Sophie verrà trasformata in una novantenne dalla strega delle Lande, decide allora di allontanarsi dalla sua famiglia e recarsi altrove ma durante il suo viaggio incontrerà nuovamente Howl ma . . . bhè tocca a voi scoprire cosa accadrà dopo ;D il film targato Studio Ghibli e diretto dal grande Hayao Miyazaki non vi deluderà affatto, pieno di colpi di scena e di ambientazioni spettacolari, il mio giudizio . . . 10!
Salve a tutti, sono MangaItalia e questa che mi accingo a scrivere è la prima recensione su AnimeClick.
Il titolo preso in esame quest'oggi è il castello errante di Howl, film d'animazione del 2004 di Hayao Miyasaki.
Recensisco in breve la trama: Sophie è una ragazza di 18 anni come tante altre proprietaria insieme con la famiglia di una modesta cappelleria di quartiere. Cosa c'è di strano direte voi? Ebbene il film è ambientato in un tempo fantastico dove maghi e stregoni e altre creature strane sono all'ordine del giorno come anche le streghe. Ed è proprio una di queste chiamata strega delle lande, che per pura invidia infliggerà una potentissima maledizione alla nostra protagonista che si vede trasformare in una simpatica ed arzilla vecchietta di 90 anni.
In questo stato la povera Sophie non può certo rimanere nella cappelleria dove lavora e decide di andare fuori città, dove incontra ed aiuta uno spaventapasseri che per ricambiare la porta dinnanzi al castello errante di Howl un mago assai potente, dove inizierà una delle più incredibili avventure che voi possiate immaginare conoscendo Howl e il demone Calsifer ed il piccolo Malcom.
Il film nel suo insieme è realizzato splendidamente sia tecnicamente che graficamente con animazioni dalla bellezza unica dei paesaggi.
Per quanto riguarda la trama è veloce e scorrevole nonostante ci siano delle cose che non vengono capite alla prima visione, ma a parte questo il film alterna momenti comici ed esilaranti, a momenti molto tristi e drammatici di tensione emotiva.
In conclusione, io ho la versione in DVD disco singolo, dove c'è scritto che è un film per tutti ed è vero in parte visto che alterna momenti comici ed è buono per una visione superficiale senza pretese, ma se lo si guarda con occhio attento si potranno scorgere elementi molto profondi nella trama, io lo guardato 3 volte, come l'amicizia, amore invidia e non da ultimo il coraggio. Per tutti questi motivi io mi sento di dargli un 8 veramente bello ed intenso come film, e se volete contattarmi [email protected] ciao e a presto!
Il titolo preso in esame quest'oggi è il castello errante di Howl, film d'animazione del 2004 di Hayao Miyasaki.
Recensisco in breve la trama: Sophie è una ragazza di 18 anni come tante altre proprietaria insieme con la famiglia di una modesta cappelleria di quartiere. Cosa c'è di strano direte voi? Ebbene il film è ambientato in un tempo fantastico dove maghi e stregoni e altre creature strane sono all'ordine del giorno come anche le streghe. Ed è proprio una di queste chiamata strega delle lande, che per pura invidia infliggerà una potentissima maledizione alla nostra protagonista che si vede trasformare in una simpatica ed arzilla vecchietta di 90 anni.
In questo stato la povera Sophie non può certo rimanere nella cappelleria dove lavora e decide di andare fuori città, dove incontra ed aiuta uno spaventapasseri che per ricambiare la porta dinnanzi al castello errante di Howl un mago assai potente, dove inizierà una delle più incredibili avventure che voi possiate immaginare conoscendo Howl e il demone Calsifer ed il piccolo Malcom.
Il film nel suo insieme è realizzato splendidamente sia tecnicamente che graficamente con animazioni dalla bellezza unica dei paesaggi.
Per quanto riguarda la trama è veloce e scorrevole nonostante ci siano delle cose che non vengono capite alla prima visione, ma a parte questo il film alterna momenti comici ed esilaranti, a momenti molto tristi e drammatici di tensione emotiva.
In conclusione, io ho la versione in DVD disco singolo, dove c'è scritto che è un film per tutti ed è vero in parte visto che alterna momenti comici ed è buono per una visione superficiale senza pretese, ma se lo si guarda con occhio attento si potranno scorgere elementi molto profondi nella trama, io lo guardato 3 volte, come l'amicizia, amore invidia e non da ultimo il coraggio. Per tutti questi motivi io mi sento di dargli un 8 veramente bello ed intenso come film, e se volete contattarmi [email protected] ciao e a presto!
Un altro capolavoro targato Miyazaki che avrebbe certamente meritato il massimo dei voti se la mia mente si fosse votata a lui anziché alla Città Incantata, come è erroneamente accaduto,
Quando ho visionato tale film, ero relativamente "piccola", e molte, moltissime cose mi saranno sicuramente sfuggite. Ma ricordo bene la magia che ha pervaso ogni istante di questo film. Magia e sogno si sono mescolati per dare vita a delle atmosfere... pure, piene, fantastiche, surreali, libere. Sono aggettivi che hanno valore soltanto per me, perché non ne conosco di più mirati. Ma sono quello che ho provato vedendo questa piccola perla e non temo ad esternarli.
Il character design è stato lasciato volutamente alla fantasia dello spettatore, che dovrebbe giudicarli a seconda dei loro comportamenti. Ma non è sempre facile, e chi come me è ancora troppo immaturo per riuscirci non può sicuramente riuscire a godersi il tutto fino in fondo. Ecco perché 9. Se non do 10 è tutto a causa della mia infantile negligenza che fu... probabilmente in questi giorni lo rivedrò, e sono certa che il mio voto si alzerà ancora. :)
Da VEDERE.
Quando ho visionato tale film, ero relativamente "piccola", e molte, moltissime cose mi saranno sicuramente sfuggite. Ma ricordo bene la magia che ha pervaso ogni istante di questo film. Magia e sogno si sono mescolati per dare vita a delle atmosfere... pure, piene, fantastiche, surreali, libere. Sono aggettivi che hanno valore soltanto per me, perché non ne conosco di più mirati. Ma sono quello che ho provato vedendo questa piccola perla e non temo ad esternarli.
Il character design è stato lasciato volutamente alla fantasia dello spettatore, che dovrebbe giudicarli a seconda dei loro comportamenti. Ma non è sempre facile, e chi come me è ancora troppo immaturo per riuscirci non può sicuramente riuscire a godersi il tutto fino in fondo. Ecco perché 9. Se non do 10 è tutto a causa della mia infantile negligenza che fu... probabilmente in questi giorni lo rivedrò, e sono certa che il mio voto si alzerà ancora. :)
Da VEDERE.
Ecco sicuramente un'altra opera che merita davvero tanto! Il castello errante di howl è un mondo fiabesco ma profondamente letterario, il cui protagonista è appunto il castello che cammina reggendosi su quattro zampe che si sposta per paesaggi sublimi con lo scopo di proteggere il suo regno dalla guerra. Quest'opera non è solo un viaggio visionario in un universo parallelo dalle forme e dai colori inusuali, ma si tratta soprattutto di una profonda riflessione sul mondo attuale colpito dalla guerra. Il regista ne approfitta per uno spunto favolistico per costruire una parabola sulla società contemporanea in cui dominano violenza e soprusi. Bellissimo!!!
Una delle mie anime preferite! Una bellissima storia di amore e di sentimenti nascosti. La trama è semplice, ma viene sviluppata in modo avvincente, con numerosi colpi di scena sottolineati da scena mozzafiato. Vi è poi una morale forte, che fa sì che la storia non sia solo una bella favola: l'amore è la forza più grande che ci sia. Questo stesso amore permetterà ai personaggi di maturare e di non farsi abbattere dalle difficoltà. Un'opera bellissima ed estremamente commovente, ma soprattutto mai banale!
La storia narra le vicende di una ragazza Sophie che eredita il negozio di cappelli del padre. Vive una vita abbastanza piatta, quando un giorno incontra un ragazzo piuttosto stravagante che suo malgrado le cambia completamente la vita. Dopo scene piuttosto emozionanti di un volo al di spora di ogni cosa (case, cittadini in festa e le stesse nuvole), dove le immagini e la colonna sonora splendida ispirano una leggerezza tale che ti sembra quasi di essere lì anche tu, arriva una svolta inaspettata. La Strega delle Lande Desolate trasforma Sophie in una vecchia sulla novantina, tutto a causa della gelosia che prova per questo bel ragazzo, che scopriamo essere un mago temuto da tutti, Howl. In più Sophie non potrà dire a nessuno di essere sotto l'effetto di un incantesimo.. così, non potendo rimanere nella sua città natale, decide di andare alla ricerca di Howl per tentare di risolvere le cose... e qui in realtà comincia la storia che porterà a un radicale cambiamento sia Howl che Sophie.. cambiamento che non sarà solo esteriore.
Ho visto quest'anime un po' di tempo fa, ma ho voluto aspettare di leggere il libro per darne una recensione più completa. Leggendo quest'ultimo, perlomeno all'inzio, ho avuto l'impressione che Miyazaki avesse colto ogni aspetto e particolare del libro e lo avesse riportato sulla pellicola... è impressionante come abbia ricostruito il paesino e i personaggi che lo abitano, e quel mondo favoloso tanto da renderlo reale. Ad un certo punto però la storia dell'anime si discosta molto dalla versione cartacea.. ma non posso considerare questo un difetto.. sinceramente la rielaborazione proposta da Miyazaki mi è piaciuta molto, pur preferendo il libro.
Attenzione da qui in poi Spoiler del libro.
Mi sarebbe piaciuto vedere la svolta nel mondo "reale" che fa l'autrice (lasciandomi di stucco, in maniera assolutamente positiva), ma forse sarebbe stato troppo lontano dallo stile Miyazaki... lui in fondo fa il contrario porta una vicenda reale in un mondo inventato.. come anche mi sarebbe piaciuto vedere il gioco delle maschere delle due sorelle di Spohie, ma anche questo penso avrebbe richiesto troppo tempo, e un allontanamento dai personaggi principali della vicenda...
Fine spoiler
In definitiva un ottimo risultato, forse meno profondo e introspettivo del libro che valorizza molti altri personaggi e che comunque non posso fare a meno di preferire, ma davvero bello anche il film, soprattutto perchè penso che in nemmeno due ore di film Miyazaki ha creato ancora una volta un piccolo capolavoro. In più viene sottolineato molto di più il tema della guerra rispetto al libro, e la sua inutilità e mancanza di ragioni che spesso l'accompagna. Le animazioni, le musiche, gli sfondi sono eccellenti. La storia originale. Più che consigliato. Anzi più che consigliati sia film che libro.
Ho visto quest'anime un po' di tempo fa, ma ho voluto aspettare di leggere il libro per darne una recensione più completa. Leggendo quest'ultimo, perlomeno all'inzio, ho avuto l'impressione che Miyazaki avesse colto ogni aspetto e particolare del libro e lo avesse riportato sulla pellicola... è impressionante come abbia ricostruito il paesino e i personaggi che lo abitano, e quel mondo favoloso tanto da renderlo reale. Ad un certo punto però la storia dell'anime si discosta molto dalla versione cartacea.. ma non posso considerare questo un difetto.. sinceramente la rielaborazione proposta da Miyazaki mi è piaciuta molto, pur preferendo il libro.
Attenzione da qui in poi Spoiler del libro.
Mi sarebbe piaciuto vedere la svolta nel mondo "reale" che fa l'autrice (lasciandomi di stucco, in maniera assolutamente positiva), ma forse sarebbe stato troppo lontano dallo stile Miyazaki... lui in fondo fa il contrario porta una vicenda reale in un mondo inventato.. come anche mi sarebbe piaciuto vedere il gioco delle maschere delle due sorelle di Spohie, ma anche questo penso avrebbe richiesto troppo tempo, e un allontanamento dai personaggi principali della vicenda...
Fine spoiler
In definitiva un ottimo risultato, forse meno profondo e introspettivo del libro che valorizza molti altri personaggi e che comunque non posso fare a meno di preferire, ma davvero bello anche il film, soprattutto perchè penso che in nemmeno due ore di film Miyazaki ha creato ancora una volta un piccolo capolavoro. In più viene sottolineato molto di più il tema della guerra rispetto al libro, e la sua inutilità e mancanza di ragioni che spesso l'accompagna. Le animazioni, le musiche, gli sfondi sono eccellenti. La storia originale. Più che consigliato. Anzi più che consigliati sia film che libro.
Un film degno di nota, questo perchè il registra ha superato se stesso. Il registra è Hayao Miyazaki famoso per altre sue opere nel campo dell'animazione giapponese: questo film è stato presentato al festival di venezia nel 2005 dopo il rivelazione di un altro capolavoro "la citta incantata nel 2003". Nel "il castello errante di Howl" il registra vuole mandare un messaggio di pace tra le varie nazioni che nel mondo combattono fra di loro. Il film da l'impresione di essere dentro la storia, questo è dato dalle scene paesagistiche che mettono il pubblico in uno stato di rilassamento con la propia anima.
Mah... forse vado un po' controtendenza ma questo film, seppur ben realizzato, non mi ha emozionato/entusiasmato...
Se in prima battuta posso dire che la realizzazione tecnica sia dei disegni che delle animazioni sia elevata e l'anime è scorrevole, non mi ha dato l'impressione del capolavoro tanto decantato da molti.
Il mondo è bello perchè vario direbbe qualcuno però non capisco se le persone hanno un bagaglio di anime molto meno vasto del mio, oppure sono io che non ho saputo cogliere ciò che c'era da cogliere in questo anime, un pò come la città incanta o la principessa Mononoke (sempre dello stesso Miyazaki), tutti titoli di rispetto ma non capolavori a mio avviso!
Così ho organizzato un pomeriggio con amici per vederlo, ebbene il giudizio globale non superava il 7, cosa che mi ha reso felice da una parte, perchè allora non c'era altro che io dovessi carpire...
Ad ogni modo credo che il lavoro dì miyazaki migliore in assoluto sia conan il ragazzo del futuro, quello io lo reputo un capolavoro, il resto, chi più chi meno sono tutti ottimi lavori ma nessun capolavoro (non ho visto tutto di miyazaki per cui parlo per ciò che ho visto per carità...)
Fatto sta che questo anime per me è un 6/6 e mezzo nulla di più...
Lo reputo molto fiabesco, proprio come la città incantata, infatti hanno molto in comune i due anime, se è così che si definisce un capolavoro allora anche la sirenetta della walt disney (seppur carino ecc e con tutto il rispetto) è un capolavoro a suo modo!
In definitiva l consiglio di vederlo indubbiamente, in special modo per chi è fan di miyazaki, ma per gli altri non partire prevenuti nel senso buono, perchè potreste rimanere delusi aspettandovi chissà cosa, mentre questo è un fumettone fiabesco con una buona regia e sceneggiatura ma nulla di più.
Koji_77
Se in prima battuta posso dire che la realizzazione tecnica sia dei disegni che delle animazioni sia elevata e l'anime è scorrevole, non mi ha dato l'impressione del capolavoro tanto decantato da molti.
Il mondo è bello perchè vario direbbe qualcuno però non capisco se le persone hanno un bagaglio di anime molto meno vasto del mio, oppure sono io che non ho saputo cogliere ciò che c'era da cogliere in questo anime, un pò come la città incanta o la principessa Mononoke (sempre dello stesso Miyazaki), tutti titoli di rispetto ma non capolavori a mio avviso!
Così ho organizzato un pomeriggio con amici per vederlo, ebbene il giudizio globale non superava il 7, cosa che mi ha reso felice da una parte, perchè allora non c'era altro che io dovessi carpire...
Ad ogni modo credo che il lavoro dì miyazaki migliore in assoluto sia conan il ragazzo del futuro, quello io lo reputo un capolavoro, il resto, chi più chi meno sono tutti ottimi lavori ma nessun capolavoro (non ho visto tutto di miyazaki per cui parlo per ciò che ho visto per carità...)
Fatto sta che questo anime per me è un 6/6 e mezzo nulla di più...
Lo reputo molto fiabesco, proprio come la città incantata, infatti hanno molto in comune i due anime, se è così che si definisce un capolavoro allora anche la sirenetta della walt disney (seppur carino ecc e con tutto il rispetto) è un capolavoro a suo modo!
In definitiva l consiglio di vederlo indubbiamente, in special modo per chi è fan di miyazaki, ma per gli altri non partire prevenuti nel senso buono, perchè potreste rimanere delusi aspettandovi chissà cosa, mentre questo è un fumettone fiabesco con una buona regia e sceneggiatura ma nulla di più.
Koji_77
Questo è veramente un film che merita di avere un voto alto solo pensando al lavoro di Miyazaki nel disegnarlo. La storia è facile da capire ma allo stesso tempo un pochino complicata. I personaggi si sviluppano molto soprattutto la protagonista. Nei disegni c'è da far notare un piccolo dettaglio, che Miyazaki non si è risparmiato: quando la protagonista va a parlare con sua sorella si siedono in una stanza con delle casse di frutta e il nome della frutta è scritto in italiano al posto che in giapponese. Un punto che pecca è il doppiaggio un poco ignorato, ma ciò viene compensato dai meravigliosi disegni. Questo è un film veramente da non perdere, soprattutto da chi ama i disegni ben fatti.
In una parola? Adorabile. Questo è quello che mi viene da dire se ripenso alle sensazioni che mi ha lasciato addosso. Un prodotto di animazione non è fatto solo di tecnica e sceneggiatura (e qui ci piglio le botte) ma anche delle sensazioni che lascia. Il Castello Errante di Howl è una bella favola e, personalmente, solo per questo già mi soddisfa. Ogni personaggio ha lo spazio giusto, i momenti di simpatia non mancano e sono decisamente gradevoli. Tra le altre cose ho apprezzato moltissimo i paesaggi ampi e colorati delle lande e la sensazione che la bontà, alla fine, di qualcosa ti ripaga. Il miglior personaggio? Ne ho due, Calcifer e il fedelissimo Spaventapasseri. Un film must per i grandi che hanno ancora un piedino nel mondo delle fiabe e che quando un bambino parla, capiscono di cosa sta parlando.
Magico e mozzafiato.
Ecco la sintesi di uno dei più grandi capolavori dell'animazione mondiale: Il castello errante di Howl.
Questo film di Miyazaki narra le vicende di una giovane e normale fanciulla che per caso finisce per imbattersi nello stregone Howl. Tutto ha inizio con questo incontro; infatti una strega desiderosa di giungere in possesso del cuore di Howl impone una maledizione sulla ragazza la quale deve per forza di cose ritrovare lo stregone che aveva incontrato poco prima. La maledizione consiste in una mutazione d'aspetto di Sophie in quello di una vecchietta. Sophie parte alla ricerca del castello magico dello stregone, ed una volta trovato vi si insedia come donna delle pulizie.
La trama, che scorre molto velocemente e piacevolmente, mostra tutte le magie e gli effetti speciali che il castello ed ogni suo abitante è in grado di palesare.
Parallelamente a questo sfoggio grafico, la narrazione prosegue illustrando le problematiche che un mondo deve subire se martoriato da una guerra. Howl viene invitato da ambo le nazioni contendenti a combattere, ma questo rifiutatosi incorre spesso in pericoli mettendo spesso a repentaglio la vita di Sophie. Tra i due nasce subito un sentimento che cresce a velocità pazzesca (forse anche troppo irreale, ma d'altronde in un mondo dove una porta ti può condurre in qualsiasi posto, non c'è da stupirsi per niente). Oltre alla solita denuncia all'inquinamento vi p quindi una diverso problema che viene affrontato ovvero quello della guerra. Purtroppo nessuno dei due argomenti sono approfonditi a dovere, privilegiando sempre e solo la narrazione dei fatti. I due dopo aver rischiato di essere separati per sempre dalle rispettive maledizioni vengono a conoscenza l'una della storia dell'altro, riuscendo così a svincolarsi da tali malefici. Il demone che guidava il cancello è anche lui libero, mentre la strega malvagia delle lande perde ogni sorta di potere e si dimostra molto più buona del previsto. Lo stesso Rapa, lo spaventapasseri incontrato da Sophie all'inizio del suo viaggio, si rivelerà essere sotto l'influenza di una maledizione.
Infine contro tutto e tutti i due oltre a svincolarsi dai rispettivi malefici riescono a porre fine alla guerra, per il più classico degli happy-end.
Il lato tecnico è sbalorditivo, gli effetti grafici sono di altissima qualità, un po’ meno il comparto audio inteso come colonna sonora, mentre gli effetti ed il doppiaggio sono anch'essi molto suggestivi. In definitiva Il castello errante di Howl è un bellissimo, che anche senza grossissime pretese in fatto di riflessioni, scorre molto piacevolmente. Capolavoro da vedere con passione.
Ecco la sintesi di uno dei più grandi capolavori dell'animazione mondiale: Il castello errante di Howl.
Questo film di Miyazaki narra le vicende di una giovane e normale fanciulla che per caso finisce per imbattersi nello stregone Howl. Tutto ha inizio con questo incontro; infatti una strega desiderosa di giungere in possesso del cuore di Howl impone una maledizione sulla ragazza la quale deve per forza di cose ritrovare lo stregone che aveva incontrato poco prima. La maledizione consiste in una mutazione d'aspetto di Sophie in quello di una vecchietta. Sophie parte alla ricerca del castello magico dello stregone, ed una volta trovato vi si insedia come donna delle pulizie.
La trama, che scorre molto velocemente e piacevolmente, mostra tutte le magie e gli effetti speciali che il castello ed ogni suo abitante è in grado di palesare.
Parallelamente a questo sfoggio grafico, la narrazione prosegue illustrando le problematiche che un mondo deve subire se martoriato da una guerra. Howl viene invitato da ambo le nazioni contendenti a combattere, ma questo rifiutatosi incorre spesso in pericoli mettendo spesso a repentaglio la vita di Sophie. Tra i due nasce subito un sentimento che cresce a velocità pazzesca (forse anche troppo irreale, ma d'altronde in un mondo dove una porta ti può condurre in qualsiasi posto, non c'è da stupirsi per niente). Oltre alla solita denuncia all'inquinamento vi p quindi una diverso problema che viene affrontato ovvero quello della guerra. Purtroppo nessuno dei due argomenti sono approfonditi a dovere, privilegiando sempre e solo la narrazione dei fatti. I due dopo aver rischiato di essere separati per sempre dalle rispettive maledizioni vengono a conoscenza l'una della storia dell'altro, riuscendo così a svincolarsi da tali malefici. Il demone che guidava il cancello è anche lui libero, mentre la strega malvagia delle lande perde ogni sorta di potere e si dimostra molto più buona del previsto. Lo stesso Rapa, lo spaventapasseri incontrato da Sophie all'inizio del suo viaggio, si rivelerà essere sotto l'influenza di una maledizione.
Infine contro tutto e tutti i due oltre a svincolarsi dai rispettivi malefici riescono a porre fine alla guerra, per il più classico degli happy-end.
Il lato tecnico è sbalorditivo, gli effetti grafici sono di altissima qualità, un po’ meno il comparto audio inteso come colonna sonora, mentre gli effetti ed il doppiaggio sono anch'essi molto suggestivi. In definitiva Il castello errante di Howl è un bellissimo, che anche senza grossissime pretese in fatto di riflessioni, scorre molto piacevolmente. Capolavoro da vedere con passione.
Cosa si può dire rispetto ad un'anime del grande maestro Miyazaki... Solamente"F-A-N-T-A-S-T-I-C-O".
La storia come sempre tratta il tema dell'amore... Il protagonista principale è sempre una fanciulla... Ma il tema trattato è innovativo e come sempre pieno di fantasia... Il finale mi è molto piaciuto... Sopratutto il meraviglioso flashback riguardo alla promessa...
le scene di guerra sono fantastiche... Ma la cosa geniale è la porta magica...
In poche parole va visto assolutamente oltre per la bellezza della trama anche perchè è un'opera di Miyazaki... Buona visione!
ps:tra un pò esce "ponyo"20/03/09 e dopo questo verranno portati in Italia e doppiati altre sue grandissime opere come "Porco Rosso" e "Il mio vicino Totoro".
Due altri assoluti capolavori. Quindi non perdeteveli. Ziao
La storia come sempre tratta il tema dell'amore... Il protagonista principale è sempre una fanciulla... Ma il tema trattato è innovativo e come sempre pieno di fantasia... Il finale mi è molto piaciuto... Sopratutto il meraviglioso flashback riguardo alla promessa...
le scene di guerra sono fantastiche... Ma la cosa geniale è la porta magica...
In poche parole va visto assolutamente oltre per la bellezza della trama anche perchè è un'opera di Miyazaki... Buona visione!
ps:tra un pò esce "ponyo"20/03/09 e dopo questo verranno portati in Italia e doppiati altre sue grandissime opere come "Porco Rosso" e "Il mio vicino Totoro".
Due altri assoluti capolavori. Quindi non perdeteveli. Ziao
Un anime favoloso. La qualità è quella standard dei lavori dello studio Ghibli, cioè altissima. Purtroppo non regge il confronto col precedente Spirited Away (a mio parere insuperabile), ma risulta comunque un prodotto più che ottimo. La trama, a dire il vero, non è che mi sia chiara del tutto, soprattutto nel finale, ma rimane in goni caso bellissimo. La poesia che anima tutta la storia non può far altro che attrarre lo spettatore. Assolutamente da vedere, come tutto le opere di Miyazaki.
La trasposizione cinematografica del regista vanta di un'ottima sceneggiatura e di un'ottima soluzione audio visiva perché pregio nei disegni e nei colori, quanto tecnico e ben costruito ogni spazio di montaggio, inquadrature descrittive e a volte introspettive (bravo in queste scelte), tuttavia va riconosciuto che il virtuosismo di colori meritava ancora più significati. La sceneggiatura di stampo europeo dona un'eccellente base al film, ma chi porta avanti il film è la protagonista; togli lei, il film ne esce disabilitato. Mettila in ogni sequenza, paesaggi pittoreschi ed il risultato matura. Consigliato.
Fa-vo-lo-so. Giudico senza pregiudizi, senza pensare al regista o allo studio: si tratta infatti del primo lungometraggio della Ghibli che ho avuto occasione di vedere, e a cui hanno seguito pochi altri -la Città Incantata, Mononoke Hime-. Come descrivere la magia di questo film? Realizzazione ineccepibile, veramente belli i disegni, grandiosamente caratterizzati i diversi personaggi: ancora più di Calcifer, andrebbe una nota di merito alla strega delle lande. Per non parlare della protagonista, o di Howl, o dello Spaventapasseri. Il Castello stesso lascia a bocca aperta.
Il libro l'ho letto in seguito... Sinceramente, non mi ha lasciato nulla. Lo rileggerò, tempo permettendo, magari confrontandoli più direttamente. Ricordo un finale molto diverso. Ma ho preferito quello animato, per qualche motivo. Forse il mio è semplice romanticismo dato dal fatto che è stato, appunto, il mio primo film di Miyazaki, ma non posso fare a meno di trovarlo splendido. Una visione consigliata a tutti.
Il libro l'ho letto in seguito... Sinceramente, non mi ha lasciato nulla. Lo rileggerò, tempo permettendo, magari confrontandoli più direttamente. Ricordo un finale molto diverso. Ma ho preferito quello animato, per qualche motivo. Forse il mio è semplice romanticismo dato dal fatto che è stato, appunto, il mio primo film di Miyazaki, ma non posso fare a meno di trovarlo splendido. Una visione consigliata a tutti.
[<b>Contiene Spoiler</b>] Anch’io sono convinta che questo film abbia sofferto il fatto di succedere a “La Città Incantata”, troppe aspettative (almeno da parte mia) e una certa inconsistenza della sceneggiatura. Certamente non è facile fare l’adattamento di un romanzo (che non ho ancora letto) e trasformarlo in una animazione, ma secondo me potevano fare di meglio, soprattutto la fine. Sembrava che si fossero improvvisamente accorti che la pellicola stesse arrivando alla fine e dovessero concludere la storia in cinque minuti, e scoperta del segreto di Calcifer, recupero del cuore di Howl, rapa principe, la vecchia maestra che ferma la guerra… e Sofia e Howl felici e contenti… e sono una che apprezza i happy end, ma questo era veramente un po’ affrettato.
Ho comunque scelto un otto per la animazione che è sempre strepitosa, i personaggi principali, e Howl che secondo me è uno dei migliori personaggi maschili di Miyazaki.
Ho comunque scelto un otto per la animazione che è sempre strepitosa, i personaggi principali, e Howl che secondo me è uno dei migliori personaggi maschili di Miyazaki.
Con questo film Miyazaki ha raggiunto la perfezione tecnica e il character style ancora un po' incerti nei precedenti films. Una storia magica e colorata in grado di appassionare grandi e piccini, maschi e femmine, una trama semplice e complessa al tempo stesso, un po' alla "mago di Oz". E come in tutti i film di Miyazaki, non poteva mancare un certo sfondo morale ed educativo: la malvagità e stupidità della guerra, il trionfo dell'amore, l'egoismo dei potenti...
PS: La scheda dell'anime in questo sito presenta un errore, penso. Sophie ha una sola sorella, più piccola, Lettie. Racconta di avere una sorella maggiore che vive nella valle delle nebbie solo per potersi avventurare lì senza che le facciano domande. L'altra donna con i capelli biondi che assomiglia tanto a Lettie è la madre.
PS: La scheda dell'anime in questo sito presenta un errore, penso. Sophie ha una sola sorella, più piccola, Lettie. Racconta di avere una sorella maggiore che vive nella valle delle nebbie solo per potersi avventurare lì senza che le facciano domande. L'altra donna con i capelli biondi che assomiglia tanto a Lettie è la madre.
Sapendo da quale studio e da quale personaggio è nato questo film allora son proprio deluso... ma voglio giudicarlo per quello che è non per un prodotto del Ghibli. Anime ben fatto, con una trama molto interessante, ma approfondita per niente. Alla fine del film son rimasto con l'amaro in bocca, troppi personaggi senza caratterizzazioni e la storia troppo vaga. Do un 7 perchè è pur sempre bello graficamente e godibile nel contesto, mi aspettavo certamente di più dal maestro Miyazaki.
10 10 10 10 e mille volte 10, non sapevo nemmeno che è stato preso spunto da un libro, quindi per quanto riguarda differenze e non, non ne so nulla, l'unica cosa che so è ciò che ho visto! La storia è deliziosa, e il disegno di Howl è molto affascinante, la storia di Howl è affascinante e la cosa che ho approvato ancor di piu è la voce di Francesco Bulckaen che adoro! Tra lui e Massimiliano Manfredi non so quale adoro di piu! Non sempre le voci sono appropriate, ma Bulckaen sembra essere perfetto per Howl! La storia spazia dal divertente al triste anche se devo dire che la piccola sofie confida troppo presto ad Howl l'amore che prova per lui... questo avrebbero potuto inserirlo solo alla fine... comunque è un anime assolutamente da non perdere!
Ho visto il film senza leggere il libro, quindi non so le differenze che intercorrono tra le due opere, ma si nota facilmente che dopo l'uscita dal palazzo di Miss Sullivan, il maestro ha preso in mano le redini della storia. La trama diventerà più astratta e lenta e l'ombra della guerra è pesante e poco chiara fino a un attimo prima della fine. La maggior parte dell'attenzione verrà incentrata sulla figura di Howl che continua ad essere tuttavia un personaggio interessante ma abbastanza enigmatico, mentre l'unica sviluppata a dovere sarà la nostra Sophie. La storia in generale è molto piacevole, la protagonista da giovane insicura pare aver trovato nella vecchiaia una nuova gioia di vivere, che esprime con un fare ironico e spontaneo, mostrando in una mancanza di rancori e nella capacità di ripresa dallo sconforto una grande forza d'animo (forse anche troppa). La sua maledizione di invecchiamento è un pò ballerina, cioè influenzata talvolta dal dalle emozioni, ma non si capisce perchè e quando lei spezzi tutto questo. Onestamente è molto bello come lavoro, si vede chiaramente che la Ghibli possiede ottimi mezzi, ma daltronde non è mai stato solo il livello tecnico a rendere tuttora apprezzabili le loro opere. Per quanto curato però, anche nel doppiaggio italiano (divertente Calcifer con la seconda voce di Giustino), il film purtroppo non ha la stessa solidità di produzioni più vecchie. Tuttavia ha ottimi personaggi ed anche se il secondo tempo è più debole rimane un gran bel titolo da vedere. 7,5
L'incanto di quest'opera di Miyazaki è dovuto alla saggia miscela degli elementi che danno vita all'anime, in primo luogo i disegni, la sceneggiatura e le musiche. Non mi sembra che sia mai stato fatto un commento adeguato all´aspetto musicale degli anime. Bisogna ammetterlo, si dà ancora, e ingiustamente, troppa poca rilevanza al contributo narrativo della musica e dei suoni nei film d´animazione, e nei film tout court!
Mi sento allora in dovere di far notare la perizia di Joe Hisaishi, il compositore della colonna sonora, nell'aver caratterizzato a tal punto le musiche de "Il castello errante di Howl" da conferire al romanzo il sapore della "Storia", in particolar modo del Novecento musicale. Tra eleganti valzer viennesi e tristi "musette" alla francese si dipana un gioco di colori e di sensazioni contrastanti che ben richiamano la trama di una storia in cui si esalta il gioco del tempo, l´andirivieni magico di un tempo vissuto, sognato, sofferto e meritato. Tra le molte suggestioni "d´autore" nella splendida colonna sonora non posso non pensare ai maestri della scuola nazionale russa del primo Novecento: al Dmitrij Sostakovič delle due "Jazz suite", o ancora di più al Sergej Prokof´ev del famoso balletto "Romeo e Giulietta" e di "Pierino e il lupo", un´opera anch´essa nata per un pubblico giovanile.
Gli echi della grande musica, come è già accaduto in altri lavori di Hisaishi per Miyazaki (come non pensare allo struggente "Nausicaä.Requiem" che risuona le note della nota sarabanda in re minore di Georg Friedrich Händel?), apportano un notevole spessore culturale alla fantastica storia di Howl e caricano la narrazione di forte drammaticità. Il volteggiare continuo e malinconico del valzer che accompagna tutto il racconto ci suggerisce il messaggio universale della storia: l´amore può vincere anche sul tempo e dunque è eterno.
Mi sento allora in dovere di far notare la perizia di Joe Hisaishi, il compositore della colonna sonora, nell'aver caratterizzato a tal punto le musiche de "Il castello errante di Howl" da conferire al romanzo il sapore della "Storia", in particolar modo del Novecento musicale. Tra eleganti valzer viennesi e tristi "musette" alla francese si dipana un gioco di colori e di sensazioni contrastanti che ben richiamano la trama di una storia in cui si esalta il gioco del tempo, l´andirivieni magico di un tempo vissuto, sognato, sofferto e meritato. Tra le molte suggestioni "d´autore" nella splendida colonna sonora non posso non pensare ai maestri della scuola nazionale russa del primo Novecento: al Dmitrij Sostakovič delle due "Jazz suite", o ancora di più al Sergej Prokof´ev del famoso balletto "Romeo e Giulietta" e di "Pierino e il lupo", un´opera anch´essa nata per un pubblico giovanile.
Gli echi della grande musica, come è già accaduto in altri lavori di Hisaishi per Miyazaki (come non pensare allo struggente "Nausicaä.Requiem" che risuona le note della nota sarabanda in re minore di Georg Friedrich Händel?), apportano un notevole spessore culturale alla fantastica storia di Howl e caricano la narrazione di forte drammaticità. Il volteggiare continuo e malinconico del valzer che accompagna tutto il racconto ci suggerisce il messaggio universale della storia: l´amore può vincere anche sul tempo e dunque è eterno.
Una volta visto "La città incantata" non si può fare a meno di cercare tutte le opere del Maestro per immetterle nella propria collezione di film d'autore.
Merita un bel 10 alla pari della sua precedente creazione. Da una parte meriterebbe qualcosa di più, specie quando si devono giudicare i disegni, le animazioni e i colori: decisamente mozzafiato i panorami di mare e montagne, campi fioriti e scene dall'alto di città; poi i colori sono veramente intensi e sempre azzeccati. Alla pari de "La città incantata" sono i personaggi: Howl è uguale ad Acuun, Sofia a Chihiro e Yubaba alla Strega delle Lande, dal punto di vista del carattere; mentre per la rappresentazione è il bambino ad assomigliare a Chihiro. Un pò più deludenti (ma sempre belli comunque) sono le musiche e la trama in sè: secondo me nonostante siano di alta levatura, coinvolgono leggermente meno lo spettatore.
Ciononostante il film è ottimo... come Miyazaki del resto.
Merita un bel 10 alla pari della sua precedente creazione. Da una parte meriterebbe qualcosa di più, specie quando si devono giudicare i disegni, le animazioni e i colori: decisamente mozzafiato i panorami di mare e montagne, campi fioriti e scene dall'alto di città; poi i colori sono veramente intensi e sempre azzeccati. Alla pari de "La città incantata" sono i personaggi: Howl è uguale ad Acuun, Sofia a Chihiro e Yubaba alla Strega delle Lande, dal punto di vista del carattere; mentre per la rappresentazione è il bambino ad assomigliare a Chihiro. Un pò più deludenti (ma sempre belli comunque) sono le musiche e la trama in sè: secondo me nonostante siano di alta levatura, coinvolgono leggermente meno lo spettatore.
Ciononostante il film è ottimo... come Miyazaki del resto.
Quando si decide di mettersi a guardare un opera di Miyazaki a mio giudizio si và sempre sul sicuro. Il castello errante di Howl è semplicemente un capolavoro sotto ogni aspetto. L'originalità , la delicatezza e la magia del mondo che viene descritto in questlo lugometraggio hanno il potere di incantare lo spettatore e di tenerlo avvolto per due ore un un a realtà quasi onirica. Un film meraviglioso e straordinario che merita di essre assolutamente visto.
Il giorno che Miyazaki sbaglierà un film, vorrà dire che dovremo preoccuparci perché, secondo me, sarà uno dei segni dell'avvento dell'apocalisse! 'Howl' non fa eccezione ed entra di gran carriera nell'olimpo dei capolavori in animazione. Essendo tratto da un racconto europeo, manca ovviamente di tutte le citazioni alla antica mitologia giapponese (presenti invece in Chihiro e Mononoke) e le atmosfere sono più vicine a quelle di Kiki. Il film è di una poesia struggente, sull'amore, sulla pace e sulla guerra ed è incredibilmente delicato nel trattare i rapporti nei confronti delle persone anziane. (Parlo delle amorevoli ed impensabili cure alla strega delle lande...). I personaggi sono tutti deliziosi, da Sophie ad Howl, da Marco al demone del fuoco...insomma...un altro capolavoro imperdibile.
Io sono stato a vedere questo film con mia figlia di quasi 3 anni e devo ammettere che lei è un bel test per i film... anche lei preferisce la città incantata! Cmq a me è piaciuto moltissimo, perchè ci sono messaggi precisi di che cos'è la guerra (mia figlia aveva paura durante le scene di guerra) e non si nasconde dietro la storia d'Amore... anche s infondo alla base c'è la speranza che quest'ultimo riesca a vincere!!!
Quindi credo che Miyazaki abbia voluto dare un messaggio preciso visti i tempi di guerra.... certo alla fine si poteva fare in tanti modi ma se le sue esigenze di artista hanno preferito con una Animazione è perchè questa è il METODO DI COMUNICARE
Quindi credo che Miyazaki abbia voluto dare un messaggio preciso visti i tempi di guerra.... certo alla fine si poteva fare in tanti modi ma se le sue esigenze di artista hanno preferito con una Animazione è perchè questa è il METODO DI COMUNICARE
Quando si fanno confronti bisogna stare attenti a confrontare mele con mele e non mele con pere.
E' sbagliato paragonare il film di Miyazaki al libro a cui si e' ispirato perche' gli autori sono diversi e poi si rischia di distrarsi dalla visione per cercarne le caratteristiche in comune. Ed e' normale, allora, perdere quei dettagli (e sono tanti) che lo caratterizzano fortemente. Non sono d'accordo con chi dice che era meglio la citta' incantata. Nel castello errante di Howl e' la prima volta che viene trattato a viso aperto il difficile argomento dell'eta'. Infatti la supremazia dell'anima sull'estetica appare, in modo piu' o meno celato, in tutti i film di Miyazaki. Qui e' l'argomento principale. Inoltre si ritrovano tutti gli altri temi tanto cari al maestro: guerra, amore, natura, cielo... Non dobbiamo dare troppa importanza ad alcune scelte se ci sembrano strane, e' anche un film sulla comprensione, quindi cerchiamo di capirlo meglio.
E' sbagliato paragonare il film di Miyazaki al libro a cui si e' ispirato perche' gli autori sono diversi e poi si rischia di distrarsi dalla visione per cercarne le caratteristiche in comune. Ed e' normale, allora, perdere quei dettagli (e sono tanti) che lo caratterizzano fortemente. Non sono d'accordo con chi dice che era meglio la citta' incantata. Nel castello errante di Howl e' la prima volta che viene trattato a viso aperto il difficile argomento dell'eta'. Infatti la supremazia dell'anima sull'estetica appare, in modo piu' o meno celato, in tutti i film di Miyazaki. Qui e' l'argomento principale. Inoltre si ritrovano tutti gli altri temi tanto cari al maestro: guerra, amore, natura, cielo... Non dobbiamo dare troppa importanza ad alcune scelte se ci sembrano strane, e' anche un film sulla comprensione, quindi cerchiamo di capirlo meglio.
Devo dire di essere rimasto deluso da questo film dello Studio Ghibli ed e' la prima volta che mi succede. L'ho visto due volte, una in jap e l'altra in italiano. Secondo me il nostro doppiaggio italiano ha banalizzato il film, si vede chiaramente che e' stato doppiato come fosse un prodotto per bambini e non un film presentato alla mostra del cinema di Venezia. Al di la' di questo ha grossi problemi di sceneggiatura e e' abbastanza lento. Certamente l'animazione e' sempre buona, il personaggio più riuscito e' Calcifer. Peccato, secondo me, anche se esco dal coro dei consensi, anche lo Studio Ghibli inizia a perdere colpi. Gli attribuisco un sei politico.
Il film è tecnicamente ineccepibile, ma soffre di grossi "buchi" nella sceneggiatura. Sia l'introduzione che il finale sembrano affrettati e in generale sono troppe le situazioni che mancano di adeguato approfondimento. Questo può sicuramente essere comprensibile dato che la trama è tratta da un romanzo, tuttavia, per chi come me non ha letto il libro, sembra mancare qualcosa.
Come ne "La città incantata" c'è spesso una forte accezione simbolica, ma il film non sembra essere così ispirato come il precedente.
Con questo non è che voglia bocciare il film (che consiglio a tutti di andare a vedere), ma nella mia personale classifica rimane dietro a La città incantata, Totoro, Kiki e Mononoke.
Come ne "La città incantata" c'è spesso una forte accezione simbolica, ma il film non sembra essere così ispirato come il precedente.
Con questo non è che voglia bocciare il film (che consiglio a tutti di andare a vedere), ma nella mia personale classifica rimane dietro a La città incantata, Totoro, Kiki e Mononoke.
Contrariamente ad ogni mia personale previsione mi ritrovo a non poter dar 10 a quello che doveva essere il nuovo capolavoro del maestro Hayao... spero di non attirare su di me le ire della comunity, ma a me questo film ha convinto poco. La storia lascia, a mio avviso, troppi punti aperti e senza una degna spiegazione. Gli eventi si seguono in maniera abbastanza scontata ed il finale era chiaro già dai primi minuti del film.
I personaggi poi sono un po' moscietti e privi di forte interazione con la vicenda, soprattutto quelli che compaiono all'inizio della storia, che sembrano dover avere un ruolo nella vicenda e poi invece...
Infine il doppiaggio e l'adattamento italiano mi hanno lasciato abbastanza perplesso, soprattutto in un paio di scene dove secondo me hanno commesso degli errori grossolani.
Più di 8 proprio non riesco a dargli, anche se credo di essere stato abbastanza buono...
I personaggi poi sono un po' moscietti e privi di forte interazione con la vicenda, soprattutto quelli che compaiono all'inizio della storia, che sembrano dover avere un ruolo nella vicenda e poi invece...
Infine il doppiaggio e l'adattamento italiano mi hanno lasciato abbastanza perplesso, soprattutto in un paio di scene dove secondo me hanno commesso degli errori grossolani.
Più di 8 proprio non riesco a dargli, anche se credo di essere stato abbastanza buono...