Kyōkai no Rinne
Mi sono approcciato a "Kyoukai no Rinne" qualche settimana fa, e attualmente sono arrivato a più di metà (anche sé non ho tanta voglia di andare avanti); adesso riesco a valutarlo bene per ciò che è, cioè un discreto anime ma poco originale, oserei direi addirittura per nulla originale, prevedibile e anche un po' noioso.
"Kyoukai no Rinne" è un anime trasposizione del manga omonimo di Rumiko Takahashi. La storia segue le vicende di Rinne Rokudo, un ragazzo mezzo umano e mezzo shinigami, che deve aiutare le anime smarrite a trasmigrare.
L'anime è caratterizzato da un misto di toni, perlopiù è leggero e scanzonato, con un'abbondanza di gag e situazioni comiche, ma anche di scontri, azione e fantasy. Molte delle gag, però, utilizzate in "Kyoukai no Rinne" sono già state viste in altri anime della Takahashi, come "Inuyasha" o "Ranma ½", in altre forme e ovviamente con personaggi diversi, ma sono sempre quelle. Si tratta di gag semplici e ormai prevedibili, che non riescono a suscitare più di un sorriso.
Anche la trama è piuttosto scontata e prevedibile in tanti punti: soprattutto chi conosce le precedenti opere della Takahashi indovina subito dove le vicende vanno a parare, prima ancora di vederle. Inoltre, tutte le idee della Takahashi (diciamo la sua poetica) che ci sono nelle sue vecchie opere in questo anime sono riutilizzate in un modo esplicito e davvero ripetitivo. La stessa cosa vale per la caratterizzazione dei personaggi, praticamente simili in modo imbarazzante ai personaggi di opere come "Ranma ½" o "Inuyasha".
Le animazioni e le musiche sono discrete, ma non sono incisive come quelle di "Inuyasha".
Insomma, "Kyoukai no Rinne" è un anime che può essere apprezzato dai fan della Takahashi, ma che offre poco di nuovo e quasi nulla di originale; probabilmente anche molti fan della Takahashi potrebbero trovarlo in vari punti noioso e ripetitivo (nel senso che ci vedranno in esso tante cose realizzate dalla Takahashi in passato, riutilizzate in quest'opera in maniera sfacciata e banale).
Potevo dargli un 5,5 o un 6, però il mio voto è inferiore proprio per via del fatto che è troppo banalmente "non originale", è la fiera dell'usato.
"Kyoukai no Rinne" è un anime trasposizione del manga omonimo di Rumiko Takahashi. La storia segue le vicende di Rinne Rokudo, un ragazzo mezzo umano e mezzo shinigami, che deve aiutare le anime smarrite a trasmigrare.
L'anime è caratterizzato da un misto di toni, perlopiù è leggero e scanzonato, con un'abbondanza di gag e situazioni comiche, ma anche di scontri, azione e fantasy. Molte delle gag, però, utilizzate in "Kyoukai no Rinne" sono già state viste in altri anime della Takahashi, come "Inuyasha" o "Ranma ½", in altre forme e ovviamente con personaggi diversi, ma sono sempre quelle. Si tratta di gag semplici e ormai prevedibili, che non riescono a suscitare più di un sorriso.
Anche la trama è piuttosto scontata e prevedibile in tanti punti: soprattutto chi conosce le precedenti opere della Takahashi indovina subito dove le vicende vanno a parare, prima ancora di vederle. Inoltre, tutte le idee della Takahashi (diciamo la sua poetica) che ci sono nelle sue vecchie opere in questo anime sono riutilizzate in un modo esplicito e davvero ripetitivo. La stessa cosa vale per la caratterizzazione dei personaggi, praticamente simili in modo imbarazzante ai personaggi di opere come "Ranma ½" o "Inuyasha".
Le animazioni e le musiche sono discrete, ma non sono incisive come quelle di "Inuyasha".
Insomma, "Kyoukai no Rinne" è un anime che può essere apprezzato dai fan della Takahashi, ma che offre poco di nuovo e quasi nulla di originale; probabilmente anche molti fan della Takahashi potrebbero trovarlo in vari punti noioso e ripetitivo (nel senso che ci vedranno in esso tante cose realizzate dalla Takahashi in passato, riutilizzate in quest'opera in maniera sfacciata e banale).
Potevo dargli un 5,5 o un 6, però il mio voto è inferiore proprio per via del fatto che è troppo banalmente "non originale", è la fiera dell'usato.
"Kyoukai no Rinne" è un anime "a due facce", cioè in alcuni momenti ti prende e in altri momenti per niente. I personaggi sono abbastanza bizzarri, simpatici, e con la loro simpatia fanno scorrere piacevolmente gli episodi.
La trama è forse l'unica pecca di questo anime, è un po' troppo superficiale e ripetitiva. Non c'è un antagonista principale, ma ce n'è più di uno; il pericolo viene sempre avvistato dalla solita compagna della protagonista, che lo dice a lei, e lei lo va a dire all'altro protagonista (Rinne), e così combattono e risolvono il problema. Perciò è una trama un po' troppo ripetitiva, ma che in alcuni momenti ti diverte molto.
La colonna sonora è abbastanza buona, soprattutto le opening sono ottime.
Per dirla breve, è un anime che consiglio a coloro che vogliono vedere un anime tranquillo, divertente e "rilassante". In conclusione è un buon anime, che non è proprio eccellente ma che di certo supera molto la sufficienza.
Voto finale: 8/10
La trama è forse l'unica pecca di questo anime, è un po' troppo superficiale e ripetitiva. Non c'è un antagonista principale, ma ce n'è più di uno; il pericolo viene sempre avvistato dalla solita compagna della protagonista, che lo dice a lei, e lei lo va a dire all'altro protagonista (Rinne), e così combattono e risolvono il problema. Perciò è una trama un po' troppo ripetitiva, ma che in alcuni momenti ti diverte molto.
La colonna sonora è abbastanza buona, soprattutto le opening sono ottime.
Per dirla breve, è un anime che consiglio a coloro che vogliono vedere un anime tranquillo, divertente e "rilassante". In conclusione è un buon anime, che non è proprio eccellente ma che di certo supera molto la sufficienza.
Voto finale: 8/10
"Kyoukai no Rinne" è un anime uscito nel 2015, che ripropone il manga omonomico disegnato dalla grandissima Rumiko Takahashi, autrice di "Ranma 1/2", "InuYasha", "Lamù" e altri grandi classici. Ebbene, a malincuore, mi tocca esclamare a gran voce come questa nuova opera non sia minimamente all'altezza dei suoi predecessori. Non solo la commedia qui proposta risulta piuttosto noiosa, ma molti elementi in essa presenti non riescono a trovare una propria conformazione. L'abbinamento scolastico-soprannaturale è ormai rodato, ma, in questo caso, l'anime non riesce a mostrarne le vere potenzialità.
Gag poco divertenti, fini a se stesse; una storia che, tutto sommato, non appassiona e, soprattutto, continua a riproporre sviluppi sempre uguali. Una ripetitività che sarebbe apparsa digeribile in una serie da dodici episodi, non in una da venticinque.
Sakura Mamiya è una ragazza più o meno normale. Dopo essersi ritrovata per chissà quale ragione nel mondo dei morti da bambina, scopre di esser in grado di vedere gli spiriti. Ciò non gli cambierà più di tanto la vita, se non quando, all'inizio delle superiori, incontra un compagno di classe che può esser visto solo da lei: Rinne Rokudou.
Rinne è un mezzo Dio della Morte; in parte umano e in parte divino. Comunemente, può essere scorto anche dai normali esseri umani, ma non quando indossa il suo speciale mantello. Con questo diventa in tutto e per tutto un Dio della Morte e, come tale, deve svolgere alcuni lavoretti sotto pagamento. Far trapassare gli spiriti è il suo compito e, guarda caso, coinvolgerà anche Sakura in questo ingrato lavoro.
L'impostazione data alla storia è molto simile a quella delle precedenti opere di Rumiko Takahashi. Uno stile che, a essere onesti, appare leggermente vecchiotto (con tutto il rispetto per i capolavori creati dalla suddetta autrice). La trama semplice e lineare sembra, almeno nel caso di "Kyoukai no Rinne", fin troppo spaesata. Le puntate si susseguono senza un vero e proprio scopo, facendo così vagare i vari personaggi in un limbo di battutacce e sketch poco divertenti.
Tuttavia, sono i personaggi a costituire il punto debole della vicenda. Caratteri monotoni e assolutamente stabili: non crescono, non si evolvono, non mostrano alcun segno di miglioramento. Insomma, sia per Rinne che per Sakura (i due protagonisti), la storia non cambia. Il primo è forse l'unico che si salva, mentre la seconda possiede un carattere talmente monotono che fa appassire pure i pochi momenti sentimentali decenti. E, visto che siamo in argomento, le questioni di cuore?
Pessime. Un intreccio scontato e banale, piatto e per nulla emozionante.
Per quanto riguarda la grafica, devo ammettere di averla trovata positiva. La cura dei dettagli è ammirevole, e ho apprezzato molto lo sforzo di non snaturare i disegni del manga originario, nonostante l'evidente restauro. I colori sono chiari e luminosi, rendendo nel migliore dei modi quel clima da commedia tipico della serie.
L'audio è fin troppo bello. Un'incredibile varietà di musiche e colonne sonore, che accompagnano alla grande tutte le vicende. Lo stile esotico rende il tutto ancor più accattivante. Peccato per i combattimenti noiosi e poco coinvolgenti, che non rendono giustizia all'OST.
Insomma, "Kyoukai no Rinne" non ha saputo appassionarmi. Le puntate sembrano lunghissime, la fine irraggiungibile. Ma, soprattutto, non ho raggiunto quel legame con i protagonisti capace di farmi avvicinare ancora di più alla storia. Non sono stato coinvolto in quel mondo, bensì ho atteso con impazienza al di là della finestra, osservando il tutto con fare distaccato.
Il finale, se così vogliamo chiamarlo, non costituisce per nulla una vera e propria conclusione. Ma ciò che mi lascia basito (viste anche le vendite basse) è l'annuncio finale, che ci spiffera di soppiatto la venuta di una seconda stagione.
Voto finale: 4
Gag poco divertenti, fini a se stesse; una storia che, tutto sommato, non appassiona e, soprattutto, continua a riproporre sviluppi sempre uguali. Una ripetitività che sarebbe apparsa digeribile in una serie da dodici episodi, non in una da venticinque.
Sakura Mamiya è una ragazza più o meno normale. Dopo essersi ritrovata per chissà quale ragione nel mondo dei morti da bambina, scopre di esser in grado di vedere gli spiriti. Ciò non gli cambierà più di tanto la vita, se non quando, all'inizio delle superiori, incontra un compagno di classe che può esser visto solo da lei: Rinne Rokudou.
Rinne è un mezzo Dio della Morte; in parte umano e in parte divino. Comunemente, può essere scorto anche dai normali esseri umani, ma non quando indossa il suo speciale mantello. Con questo diventa in tutto e per tutto un Dio della Morte e, come tale, deve svolgere alcuni lavoretti sotto pagamento. Far trapassare gli spiriti è il suo compito e, guarda caso, coinvolgerà anche Sakura in questo ingrato lavoro.
L'impostazione data alla storia è molto simile a quella delle precedenti opere di Rumiko Takahashi. Uno stile che, a essere onesti, appare leggermente vecchiotto (con tutto il rispetto per i capolavori creati dalla suddetta autrice). La trama semplice e lineare sembra, almeno nel caso di "Kyoukai no Rinne", fin troppo spaesata. Le puntate si susseguono senza un vero e proprio scopo, facendo così vagare i vari personaggi in un limbo di battutacce e sketch poco divertenti.
Tuttavia, sono i personaggi a costituire il punto debole della vicenda. Caratteri monotoni e assolutamente stabili: non crescono, non si evolvono, non mostrano alcun segno di miglioramento. Insomma, sia per Rinne che per Sakura (i due protagonisti), la storia non cambia. Il primo è forse l'unico che si salva, mentre la seconda possiede un carattere talmente monotono che fa appassire pure i pochi momenti sentimentali decenti. E, visto che siamo in argomento, le questioni di cuore?
Pessime. Un intreccio scontato e banale, piatto e per nulla emozionante.
Per quanto riguarda la grafica, devo ammettere di averla trovata positiva. La cura dei dettagli è ammirevole, e ho apprezzato molto lo sforzo di non snaturare i disegni del manga originario, nonostante l'evidente restauro. I colori sono chiari e luminosi, rendendo nel migliore dei modi quel clima da commedia tipico della serie.
L'audio è fin troppo bello. Un'incredibile varietà di musiche e colonne sonore, che accompagnano alla grande tutte le vicende. Lo stile esotico rende il tutto ancor più accattivante. Peccato per i combattimenti noiosi e poco coinvolgenti, che non rendono giustizia all'OST.
Insomma, "Kyoukai no Rinne" non ha saputo appassionarmi. Le puntate sembrano lunghissime, la fine irraggiungibile. Ma, soprattutto, non ho raggiunto quel legame con i protagonisti capace di farmi avvicinare ancora di più alla storia. Non sono stato coinvolto in quel mondo, bensì ho atteso con impazienza al di là della finestra, osservando il tutto con fare distaccato.
Il finale, se così vogliamo chiamarlo, non costituisce per nulla una vera e propria conclusione. Ma ciò che mi lascia basito (viste anche le vendite basse) è l'annuncio finale, che ci spiffera di soppiatto la venuta di una seconda stagione.
Voto finale: 4
Ho visto tutta la prima stagione di questo cartone animato e posso dire solo una cosa: Rumiko Takahashi è tornata! Per me che ho visto "Ranma ½" fin dai tempi di TMC e che mi sono avvicinato ai manga grazie al fumetto del ragazzo-donna, questo cartone animato mi è proprio piaciuto!
"Kyoukai no Rinne" è una bella storia in puro stile Takahashi!
"Inuyasha" è stata un'interessante parentesi con più momenti seri e combattimenti (sebbene non ai livelli di Shonen Jump per fortuna), ma questo di "Kyoukai no Rinne" è lo stile che ha consacrato la Takahashi a regina dei manga: la comicità e il nonsense resi famosi da "Lamù" e "Ranma½". Precisiamo: con "Inuyasha" ha dato prova di gestire una storia diversa dal solito e ci sta, però io preferisco questo genere, per gusto personale.
La storia presenta anche delle belle varianti al canovaccio tipico: Rinne e Sakura sono più tranquilli dei loro predecessori (Ranma e Akane) e tra loro c'è solo un sentimento di amicizia e solidarietà dovuto alle condizioni precarie del ragazzo, che però viene frainteso dai loro amici.
Sto seguendo l'anime e non mi sta affatto deludendo, e molte idee come quella dell'inferno come posto ultra-burocratico pieno di debiti le trovo delle trovate di genio. Il meglio però è Sabato, l'apoteosi dei padri sciagurati della Takahashi: nemmeno Genma (che in fondo vuole bene a Ranma) raggiunge un tale livello di egoismo e di voglia di approfittarsi del figlio. Qui siamo davanti a un uomo che proprio pensa solo al suo bene e basta!
E intorno a questi elementi di novità ecco i pretendenti ultra-gelosi dei due protagonisti (che fraintendono sempre la situazione) e il rivale (qui un vero e proprio nemico e antitesi di Rinne, Masato il demone benestante in smoking).
Seguitelo e non ve ne pentirete!
"Kyoukai no Rinne" è una bella storia in puro stile Takahashi!
"Inuyasha" è stata un'interessante parentesi con più momenti seri e combattimenti (sebbene non ai livelli di Shonen Jump per fortuna), ma questo di "Kyoukai no Rinne" è lo stile che ha consacrato la Takahashi a regina dei manga: la comicità e il nonsense resi famosi da "Lamù" e "Ranma½". Precisiamo: con "Inuyasha" ha dato prova di gestire una storia diversa dal solito e ci sta, però io preferisco questo genere, per gusto personale.
La storia presenta anche delle belle varianti al canovaccio tipico: Rinne e Sakura sono più tranquilli dei loro predecessori (Ranma e Akane) e tra loro c'è solo un sentimento di amicizia e solidarietà dovuto alle condizioni precarie del ragazzo, che però viene frainteso dai loro amici.
Sto seguendo l'anime e non mi sta affatto deludendo, e molte idee come quella dell'inferno come posto ultra-burocratico pieno di debiti le trovo delle trovate di genio. Il meglio però è Sabato, l'apoteosi dei padri sciagurati della Takahashi: nemmeno Genma (che in fondo vuole bene a Ranma) raggiunge un tale livello di egoismo e di voglia di approfittarsi del figlio. Qui siamo davanti a un uomo che proprio pensa solo al suo bene e basta!
E intorno a questi elementi di novità ecco i pretendenti ultra-gelosi dei due protagonisti (che fraintendono sempre la situazione) e il rivale (qui un vero e proprio nemico e antitesi di Rinne, Masato il demone benestante in smoking).
Seguitelo e non ve ne pentirete!
"Kyoukai no Rinne" è un anime di venticinque episodi della stagione primaverile del 2015 prodotto dallo studio Brain's Base e tratto dal manga di Rumiko Takahashi iniziato nel 2009 e attualmente in corso.
Premetto che sono un po' di parte, dato il mio grande amore verso questa mangaka che con i suoi lavori si è creata uno spazio importante dentro di me, a partire da "Urusei Yatsura" fino a "Kyoukai no Rinne", attraverso anche le sue opere minori, segnandomi particolarmente.
L'opera in questione si propone come un anime leggero, demenziale e con situazioni tipiche della principessa dei manga, accompagnato da toni sovrannaturali/sentimentali.
"Kyoukai no Rinne" racconta le vicende di un mezzo Shinigami che, circondato da una moltitudine di personaggi pazzoidi e scapestrati, tenta di far trasmigrare quelle anime che dopo la morte non si sono ancora reincarnate, perché si sentono legate da vari motivi al mondo terreno. In sua compagnia vi è Sakura Mamiya, una studentessa del suo stesso liceo capace di percepire la presenza degli spiriti, di vederli e di interagire addirittura con loro. La trama procede in maniera auto-conclusiva: a parte qualche doppio episodio, ogni puntata è infatti slegata dalle altre, pur mantenendo gli stessi personaggi.
Leggendo tutto questo e non notando probabilmente chissà quale elemento eclatante, ci si può chiedere: bene, ma perché proprio un 10 a "Kyoukai no Rinne", quando la trama in fondo è costituita per lo più da mini-saghe e non vi è una vera e propria storia di base avvincente e piena d'azione? Perché "Kyoukai no Rinne" si distingue per la sua capacità di saper divertire dalla prima puntata fino all'ultima con una vena demenziale unica, con situazioni che mi ricordano la sensei ai tempi di "Ranma ½" e con personaggi che riescono a trasmettere simpatia. Quest'ultima fatica della Takahashi dimostra che non sono necessarie scene di fanservice accanito per intrattenere, e soprattutto che l'autrice non ha ancora smesso di far sorridere dopo tutti questi anni.
Mi sono ritrovato infatti ad adorare ogni singolo personaggio, anche quelli che dovrebbero essere più fastidiosi perché ostacolano il protagonista. Tutti sono capaci di far scappare una risata: Rinne Rokudou, con la sua costante sfortuna in materia di denaro; Sakura Mamiya, con la sua indifferenza che calza a pennello in tutte le situazioni equivoche; Sabato Rokudou, che con i suoi pazzi obiettivi intralcia costantemente la vita del figlio Rinne; Ageha, che tenta disperatamente di farsi notare dal protagonista che sembra invece attratto da Sakura (persino Ageha si è ritagliata la mia simpatia, non risultando eccessivamente insistente come una Shampoo in "Ranma ½"); Tsubasa, Tamako, Kain e anche il piccolo Rokumon.
In quest'opera non è il protagonista a mandare avanti lo spettacolo, ma una sfilza di personaggi ben riusciti.
Il design tipico dell'autrice è stupendo, i tratti sono meno tondeggianti rispetto ai suoi primissimi lavori, ma sono comunque belli e pieni di espressioni facciali divertenti.
Le OST si adattano bene ai contesti. Ho adorato la prima opening, la seconda meno, ma comunque non intacca il mio parere sull'anime.
Il finale è ovviamente aperto, dato che l'anime è l'adattamento solo dei primi volumi del manga ed è stata annunciata una seconda stagione in primavera del 2016, notizia che mi rende felicissimo e fiducioso che saprà divertirmi come la prima; nel mentre attenderò leggendo il manga, che contiene sicuramente più dettagli, ma la sua controparte animata sa il fatto suo e ha saputo semplificare magistralmente.
Infine consiglio "Kyoukai no Rinne" agli amanti della Takahashi che apprezzano i suoi manga, da "Urusei Yatsura" a "InuYasha", ma anche semplicemente a chi apprezza il genere demenziale e a chi desidera trascorrere venti minuti di spensieratezza: "Kyoukai no Rinne" e i suoi personaggi sapranno riempire con allegria le giornate del loro spettatore.
Premetto che sono un po' di parte, dato il mio grande amore verso questa mangaka che con i suoi lavori si è creata uno spazio importante dentro di me, a partire da "Urusei Yatsura" fino a "Kyoukai no Rinne", attraverso anche le sue opere minori, segnandomi particolarmente.
L'opera in questione si propone come un anime leggero, demenziale e con situazioni tipiche della principessa dei manga, accompagnato da toni sovrannaturali/sentimentali.
"Kyoukai no Rinne" racconta le vicende di un mezzo Shinigami che, circondato da una moltitudine di personaggi pazzoidi e scapestrati, tenta di far trasmigrare quelle anime che dopo la morte non si sono ancora reincarnate, perché si sentono legate da vari motivi al mondo terreno. In sua compagnia vi è Sakura Mamiya, una studentessa del suo stesso liceo capace di percepire la presenza degli spiriti, di vederli e di interagire addirittura con loro. La trama procede in maniera auto-conclusiva: a parte qualche doppio episodio, ogni puntata è infatti slegata dalle altre, pur mantenendo gli stessi personaggi.
Leggendo tutto questo e non notando probabilmente chissà quale elemento eclatante, ci si può chiedere: bene, ma perché proprio un 10 a "Kyoukai no Rinne", quando la trama in fondo è costituita per lo più da mini-saghe e non vi è una vera e propria storia di base avvincente e piena d'azione? Perché "Kyoukai no Rinne" si distingue per la sua capacità di saper divertire dalla prima puntata fino all'ultima con una vena demenziale unica, con situazioni che mi ricordano la sensei ai tempi di "Ranma ½" e con personaggi che riescono a trasmettere simpatia. Quest'ultima fatica della Takahashi dimostra che non sono necessarie scene di fanservice accanito per intrattenere, e soprattutto che l'autrice non ha ancora smesso di far sorridere dopo tutti questi anni.
Mi sono ritrovato infatti ad adorare ogni singolo personaggio, anche quelli che dovrebbero essere più fastidiosi perché ostacolano il protagonista. Tutti sono capaci di far scappare una risata: Rinne Rokudou, con la sua costante sfortuna in materia di denaro; Sakura Mamiya, con la sua indifferenza che calza a pennello in tutte le situazioni equivoche; Sabato Rokudou, che con i suoi pazzi obiettivi intralcia costantemente la vita del figlio Rinne; Ageha, che tenta disperatamente di farsi notare dal protagonista che sembra invece attratto da Sakura (persino Ageha si è ritagliata la mia simpatia, non risultando eccessivamente insistente come una Shampoo in "Ranma ½"); Tsubasa, Tamako, Kain e anche il piccolo Rokumon.
In quest'opera non è il protagonista a mandare avanti lo spettacolo, ma una sfilza di personaggi ben riusciti.
Il design tipico dell'autrice è stupendo, i tratti sono meno tondeggianti rispetto ai suoi primissimi lavori, ma sono comunque belli e pieni di espressioni facciali divertenti.
Le OST si adattano bene ai contesti. Ho adorato la prima opening, la seconda meno, ma comunque non intacca il mio parere sull'anime.
Il finale è ovviamente aperto, dato che l'anime è l'adattamento solo dei primi volumi del manga ed è stata annunciata una seconda stagione in primavera del 2016, notizia che mi rende felicissimo e fiducioso che saprà divertirmi come la prima; nel mentre attenderò leggendo il manga, che contiene sicuramente più dettagli, ma la sua controparte animata sa il fatto suo e ha saputo semplificare magistralmente.
Infine consiglio "Kyoukai no Rinne" agli amanti della Takahashi che apprezzano i suoi manga, da "Urusei Yatsura" a "InuYasha", ma anche semplicemente a chi apprezza il genere demenziale e a chi desidera trascorrere venti minuti di spensieratezza: "Kyoukai no Rinne" e i suoi personaggi sapranno riempire con allegria le giornate del loro spettatore.