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Felpato12

Episodi visti: 58/58 --- Voto 7
Must indiscusso di tutti gli adolescenti nati e cresciuti nel periodo a cavallo tra gli anni ’80-’90, “Mila e Shiro: due cuori nella pallavolo”, con la celebre opening cantata dall’iconica Cristina d’Avena, riuscì nell’intento di avvicinare milioni di ragazzi e ragazze, soprattutto italiane, allo splendido gioco della pallavolo. Anche conosciuto come “Attacker You!” nel resto del mondo, l’anime è stato d’ispirazione per moltissimi spokon venuti dopo, da “Slam Dunk” ad “Haikyuu!!”, ed è da molti considerato un cult senza tempo, da guardare assolutamente se si vuole approcciare all’animazione giapponese di quegli anni.

La trama segue le vicende di Mila Hazuki, una ragazza che, dopo un'infanzia passata con i nonni in campagna e per questo cresciuta selvaggiamente, si trasferisce a Tokyo da suo padre Toshiko, un fotografo ritornato in Giappone dopo molti anni all'estero, per frequentare la scuola media. Qui scopre tante cose del suo passato, legate in special modo alla madre, e di sé stessa. In modo del tutto fortuito, potremmo dire quasi per caso, Mila scopre di possedere delle grandi doti atletiche e di amare la pallavolo. Entra così nell’Hikawa, la squadra della sua scuola e, grazie ad un talento naturale e al duro allenamento, diventa in breve tempo una campionessa, attirando sempre più fan, tra cui il suo fratellino adottivo Sunny. La pallavolo le dà, inoltre, la possibilità di conoscere Shiro Tachiki, un ragazzo che frequenta la sua stessa scuola, di cui presto si innamora, in quanto accomunati dalla stessa fervida passione: la pallavolo. Riusciranno, dunque, un ragazzo e una ragazza nel pieno dell’adolescenza a far coincidere l’amore e la pallavolo, oppure saranno costretti ad una scelta che escluda una delle due cose?

Centro focale dell’anime è la sua protagonista, Mila Hazuki, tanto da poter parlare di un “one girl show”. I riflettori sono tutti puntati su di lei, sulla sua crescita come persona, ma ancor più come giocatrice di pallavolo. Mila è un diamante grezzo che deve solo essere lavorato. Dunque, come in ogni spokon che si rispetti, e questo mi ha molto ricordato “Slam Dunk”, si parte dalle basi e dall’apprendimento dei concetti fondamentali della pallavolo, utili anche e soprattutto allo spettatore. Seguono le prime partite, un alternarsi di vittorie e sconfitte, durante le quali comincia a sbocciare il talento della ragazza. Nonostante la loro importanza, le partite occupano, soprattutto all’inizio, i minuti finali delle puntate, lì dove nella trasposizione animata del capolavoro di Inoue, ogni episodio racchiudeva in sé le azioni di un solo minuto di partita. Da questo punto di vista, l’anime non risulta estenuante e le puntate scorrono lisce come l’olio. Molta più attenzione si dà, invece, a ciò che gravita attorno ad un match, alla sua preparazione e ai dilemmi adolescenziali di Mila. E qui, interviene il primo problema dell’opera, legato solamente alla sua versione italiana. Mila, almeno all’inizio, non fa altro che pensare a Shiro, notte e giorno, peccato che, escluse le prime puntate, il ragazzo non si veda quasi mai. Ecco che il titolo italiano, “Mila e Shiro: due cuori nella pallavolo” diventa fuorviante. Di amore si parla, ma in modo alquanto limitato. L’opera originale, cioè il manga, è classificato anche come shojo, ma presenta soprattutto le caratteristiche dello spokon. Lo sport e la pallavolo si prendono la scena, perché il vero sogno di Mila, non è quello di stare con Shiro, ma quello di vestire la maglia della nazionale giapponese di pallavolo e farà di tutto pur di realizzare questo sogno. Si metterà in gioco, subirà batoste, ma alla fine si rialzerà sempre. E questo ci porta al secondo grande dilemma dell’opera. Nonostante l’anime scorra bene, riuscendo a mantenere alta l’attenzione dello spettatore, gli autori seguono un copione fin troppo ripetitivo: allenamento in vista di una partita; comparsa di una rivale; giorno della partita e quindi scontro con la rivale; momento di crisi per Mila; Mila si riprende e trascina la sua squadra alla vittoria (non sempre, per fortuna); lo scontro agonistico fa nascere tra Mila e la sua rivale una nuova amicizia. Da questo punto di vista, invece si, l’anime è estenuante. Cinquantotto puntate quasi tutte uguali, alla lunga, sono dure da mandar giù.

Eppure, tutto questo viene oscurato da quello che è il vero problema della serie, su cui passare sopra sarebbe inaccettabile, perché io capisco gli anni ’80 e “l’arretratezza tecnologica”, almeno rispetto ai giorni nostri, ma un comparto tecnico brutto, o se preferite inadeguato, come quello visto in “Mila e Shiro”, fa sembrare bello quello di “Natsu e no Tobira”. Personaggi, spesso e volentieri anche la protagonista, disegnati male e che si confondono tra di loro. Fondali piatti. Un riciclo delle scene tale, da far venire il voltastomaco anche agli ecologisti e, nel complesso, un’animazione poco convincente, su cui bisognerebbe chiudere anche un eventuale terzo occhio. Insomma, non sarà questo il punto forte dell’opera, né tanto meno il suo aspetto più importante, ma di certo grava e non poco sul risultato finale della stessa. Le musiche, invece, si difendono bene, anche per la sola presenza, nella versione italiana, della canzone di Cristina D’Avena, che gode e continuerà a godere di fama imperitura.

In conclusione, se siete amanti delle belle animazioni potete anche decidere di guardare altro; se siete amanti della pallavolo, probabilmente, potreste trovare di meglio; se vi piacciono gli spokon, allora, potrei darvi mille consigli, ma mi limito ad uno: gli spokon, specialmente quelli usciti prima dell’inizio del terzo millennio, vanno letti e non visti; ma se siete amanti dell’animazione giapponese anni ’80, allora questa è un’opera che non dovete assolutamente perdervi.


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winterbird

Episodi visti: 50/58 --- Voto 4
"Mila e Shiro" è uno degli anime storici per quelli che tra noi se lo ritrovavano tutti i giorni in televisione, una di quella serie di cartoni animati che hanno contribuito a far conoscere e amare l'animazione giapponese ai bambini degli anni Ottanta e Novanta.
Ecco. Ad oggi io mi chiedo: il fatto che ci sia stato riproposto ancora e ancora per un decennio senza sosta... non potrebbe essere l'unico motivo che spinge moltissimi di noi a pensarci con nostalgico piacere? È vero, "Attacker You!", titolo originale dell'opera, ha in sé un insegnamento che almeno la maggioranza dei genitori cerca da sempre di inculcare ai propri figli, cioè il buon vecchio "se ti ci metti con tutto te stesso, ne sarai in grado"; secondo me però ciò da solo non definisce una buona opera d'animazione. Perché si possa parlare di un buon lavoro devono poter essere attribuite allo stesso, almeno ad un certo livello, le seguenti caratteristiche: disegni e animazione buoni per il periodo storico in cui è stato realizzato; una trama originale e ben sviluppata, il rispetto del patto con il pubblico (quindi le premesse devono essere tenute in considerazione in ogni istante senza fare scivoloni madornali nell'intreccio o socchiudendo porte che poi non vengono né aperte e utilizzate né richiuse in qualche maniera, ma che anzi restano così senza alcuna utilità se non quella di riempire o distrarre); personaggi ben caratterizzati (principali o secondari che siano: se entrano in gioco devono farlo come si deve); il riciclaggio di disegni dovrebbe essere inesistente, ma mi rendo conto che per gli animatori giapponesi del periodo era una cosa inimmaginabilmente costosa ecc.; contenuti, sviluppi e risvolti verosimili secondo le premesse e il genere del cartone.

Ora. In "Mila e Shiro", o "Attacker You!" che dir si voglia, ho riscontrato quanto segue: un'esasperazione dell'elemento sportivo che va a ledere la verisimiglianza delle scene (siamo alle medie e Mila gioca in un ambiente che ricorda più uno stadio alle Olimpiadi, il che fa pensare molto a "Holly e Benji"; la drammaticità è portata alle stelle... ma stiamo parlando di una ragazzina che gioca a pallavolo!); personaggi che vengono utilizzati solo ed esclusivamente quali complementi a Mila (lei è più caratterizzata, gli altri personaggi sono statici nel loro ruolo, solo Mila è in grado di portarli a mostrarci un altro pezzetto di se stessi, se non fosse per lei non esisterebbero nemmeno); i riciclaggi sono davvero troppi e troppo frequenti.

Onestamente non l'apprezzavo particolarmente nemmeno da bambina, ma capisco perfettamente che questa recensione potrebbe sembrare esageratamente dura ad altri che sono stati bambini con me e la cui sigla italiana ricorderà, proprio come succede tutt'ora a me, stralci della propria infanzia e che per questo rimangono innamorati della serie. Ciò detto, per me questo rimane un cartone che non ho mai consigliato e mai consiglierò.


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Hatake Rufy

Episodi visti: 58/58 --- Voto 6
Mila e Shiro - Due cuori nella pallavolo... chi non conosce quest'anime non ha vissuto appieno la sua infanzia. Ogni giorno c'era lei in televisione quando ero piccolo, e ogni volta restavo fisso davanti allo schermo; sicuramente è un anime che mi ha accompagnato per un po' di tempo lungo la crescita, ma rivederlo e recensirlo ora fa tutto un altro effetto.

La trama si concentra su Mila Hazuki, una ragazza che si trasferisce a Tokyo da suo padre Toshiko per frequentare la scuola media, dove scopre tante cose del suo passato e di sé stessa. Suo padre le aveva fatto credere che sua madre fosse morta quando lei era ancora piccola, ma la verità è che abbandonò la sua famiglia per la pallavolo. Mila si innamorerà anche lei della pallavolo e diventerà in breve tempo una campionessa, attirando sempre più fan, tra cui il suo fratellino adottivo Sunny; inoltre la protagonista si innamorerà anche del coach della squadra maschile di pallavolo, Shiro Tachiki.
Lo sviluppo della trama è semplice, lineare e anche un po' scontato, ma nel complesso si dimostra molto piacevole e coinvolgente. I personaggi sono però poco caratterizzati, tranne la protagonista che sembra essere l'unica carismatica e ricca di tanti aspetti positivi. Ciò che intrattiene dell'anime è come la protagonista impatta nella storia in modo fantastico, regalando tante emozioni e momenti riflessivi; le partite di pallavolo sono le principali attrazioni, e la protagonista mostrerà tutti i suoi lati positivi, partita dopo partita, dimostrando anche valori importanti come l'amicizia e l'amore, e fuori dal campo anche il valore della famiglia.

Il comparto visivo grava molto sulla serie, ma, dati quegli anni, non si può pretendere di più; i disegni non sono male, ma le animazioni scarseggiano anche per colpa dei ricicli, che sono molto visibili durante le partite. Il comparto sonoro invece è nella norma, con buoni effetti sonori; la sigla italiana è piacevole e il doppiaggio convince.

In conclusione, quest'anime merita comunque una visione, visti i valori messi in gioco dalla protagonista, che pur sempre sono ottime qualità da mostrare anche a un pubblico minorile.


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Himy86

Episodi visti: 54/58 --- Voto 8
Chi non conosce, anche solo per sentito dire, la grande Mila Hazuki? "Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo" è un anime anni '80 che ha appassionato milioni di ragazzini/e e li ha avvicinati al mondo della pallavolo, uno sport che personalmente ho sempre amato sin da quando ero una bambina e che continuo ad amare, nonostante non lo pratichi più ormai. Il titolo che la Mediaset ha scelto per la versione italiana lo trovo un po' insensato, visto che Shiro non si può considerare un vero e proprio protagonista di questa serie, la sua presenza è marginale e si limita a poche "comparsate". Per non parlare poi della loro "storia d'amore" che non si può neanche lontanamente considerare tale, in quanto i due a stento si guardano durante le puntate. Da ciò possiamo ben capire che la prima importante differenza di questo anime rispetto a tutti gli altri shojo di quel periodo è proprio il fatto che l'amore non è affatto un tema centrale della serie, il titolo italiano è stato forzatamente spinto verso questo aspetto puntando sulla storia affettiva tra la protagonista e Shiro, che in realtà è praticamente soltanto una comparsa, una figura "assist" per esaltare l'esuberanza, l'allegria e la passione della nostra protagonista. Comunque, protagonista indiscussa è indubbiamente la liceale Mila Hazuki, una ragazza di campagna, che si trasferisce in città per frequentare l'equivalente giapponese delle scuole medie. A scuola Mila viene a contatto, tramite una sfida lanciatale da Nami Hayase, con il gioco della pallavolo, diventando col tempo una vera campionessa, fino a giungere alla realizzazione del suo più grande sogno: giocare alle Olimpiadi.
La bellezza di questo anime sta tutta nella simpatia e nella grinta della protagonista, una ragazza molto socievole, solare, dal sorriso contagioso e anche una gran chiacchierona se proprio vogliamo essere pignoli. Oltre ad accompagnare la protagonista verso il raggiungimento del suo obiettivo, cioè diventare giocatrice nella nazionale olimpica nipponica, vivremo insieme a lei anche la ricerca della verità sulla sua vera madre, che lei non ha mai conosciuto, e che alla fine si rivelerà essere una persona a lei molto vicina, una figura importante non solo a livello affettivo ma anche sportivo, per la sua crescente carriera di pallavolista. Inoltre un elemento davvero interessante di questo anime è caratterizzato dal gran numero di sfide tra le diverse squadre di pallavolo: come non caricarsi di adrenalina mentre Mila gioca contro Kaori Takigawa, una sua degna rivale pronta a tutto pur di essere la migliore. Queste sfide rendono ogni partita un vero e proprio campo di combattimento, in cui ognuna dà il massimo delle proprie possibilità, emozionando e catturando il pubblico di telespettatori dall'inizio alla fine di ogni puntata, senza mai annoiare né cadere nello scontato o nel banale.
Consiglio questo anime sia a chiunque cerchi una storia semplice, genuina e altamente appassionante, sia a chi ama questa tipologia di sport e sia a chi non se ne intende affatto, poiché la storia di Mila Hazuki può trasmettere davvero tanti valori. Fa riflettere sull'importanza di realizzare i propri sogni, di raggiungere i propri obiettivi e di quanto sia significativo e gratificante nella vita impegnarsi in qualcosa che ci fa dare il massimo di noi stessi. L'impegno apre le porte a tante e nuove opportunità e ci permette di incontrare persone importanti e decisive per la nostra persona, infine dà un senso alla nostra vita.
Anime bello e indimenticabile, impossibile da non guardare almeno una volta.


 2
doctor Octopus

Episodi visti: 54/58 --- Voto 8
Se Mimì Ayahara era l'asso della pallavolo femminile di fine anni'60, Mila Azuki era quello degli anni'80.
Non si tratta di un altro passo falso, come l'anime del 1977 con Mimì Miceri, ma di un'altra eroina vincente, che, oltre alla passione per la pallavolo, ha una cotta per un suo compagno di scuola, Shiro, anch'egli giocatore juniores di pallavolo (sezione maschile). Naturalmente, gli allenamenti e le partite hanno il loro peso, ma, a differenza dell'anime di Mimì Ayhara, qui si respira un'aria più solare, visto che Mila ha una faccia buffa e un fratellino dolce dolce. L'amicizia fra rivali e la competizione leale sono al centro di quest'anime, anche se ci sono, persino qui, personaggi che cercano di fare il proprio interesse.
Oltre a Mila, sono azzeccate le altre rivali, per non tacere delle compagne di squadra delle Seven Fighters, che riescono a caricare bene la protagonista di quell'energia che le serve per schiacciare con forza la palla nei momenti clou delle partite. Drammi e situazioni divertenti sono stati mescolati bene, persino i colpi di scena sono ben giostrati e intrigano.
Tirando le somme, "Mila e Shiro" è un anime interessante, accompagnato da una sigla di Cristina d'Avena che non fa rimpiangere le canzoni di Giorgia Lepore, sulle due Mimì (Ayhara e Miceri). Da 8.


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Swordman

Episodi visti: 54/58 --- Voto 8
Un anime a suo modo storico, arrivato in Italia nel pieno della seconda invasione degli anime e divenuto col tempo una colonna portante della programmazione dell'allora mitico <i>Bim Bum Bam</i> e poi un cult fra gli amanti dell'animazione cresciuti, come me, con questo e altri “cartoni animati”.
È la storia di Mila Hazuki dai primi schiaffi tirati alla palla per una sfida alle scuole medie fino alle pesantissime partite in nazionale per arrivare alle olimpiadi di Seoul.

Potrebbe trarre in inganno il titolo italiano <i>“Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo”</i> suggerendo una vena romantica per questo anime. In verità questa non c'è se non in minima parte, relegata a una relazione semi-platonica, praticamente epistolare tra la giovane Mila e il bel Shiro che si vede giusto un po' all'inizio ma poi va a fare solo qualche apparizione ogni tanto.
Tema centrale è lo sport, ragione di vita, sorgente di aspirazioni e strada che porta verso il domani. Una strada che vedremo essere percorsa da Mila, come atleta e come persona, e sulla quale incontrerà acerrimi rivali che magari poi sono anche grandi amici e molti altre persone. Tutte però condividono lo stesso cammino bene o male e quindi non c'è un solo soggetto che alla fine si erge trionfante su tutti dopo mille difficoltà ma un folto gruppo di viaggiatori che procede unito per la stessa strada.
Ovvio però che qualche individualità emerge sempre un po' di più di altre, vedasi le due amiche/rivali di Mila, Nami Ayase e Kaori Takigawa, che si ritagliano una certa fetta di spazio, ma alla fine uno dei pregi maggiori di quest'opera è proprio quello di mantenere un'ottima coralità dando il suo spazio a ogni personaggio senza perderne neanche uno per strada (cosa rara in generale ora e allora).

Alla fine però questo è un anime che tratta di sport. E di sport si parla in maniera essenziale ed efficiente senza sconfinare negli “elogi alla fatica” dei predecessori (per la pallavolo è un esempio la famosa Mimì) oppure sconfinando in battaglie da Shonen dei suoi contemporanei (<i>Holly e Benji</i> insegna...). <i>Mila e Shiro </i>è più vicino a uno <i>Slam Dunk</i> per realismo a voler proprio fare un paragone.
Ovviamente qualche esagerazione se la concede sempre: palle che si deformano, Mila che è la sola capace di fare una battuta al salto, il telecronista che “è sempre lo stesso”...
Buono anche l'adattamento “storico” che mantiene i nomi in giapponese, cambiano solo quelli dei due protagonisti: Mila, in originale Yu, diviene anche nella fantasia degli adattatori la cugina di Mimì per sfruttare la scia delle relative serie animate, e Shiro, Shingo in origine. Scelta discutibile ma alla fine poco essenziale per la fruizione dell'opera.
Nel cast del doppiaggio troviamo dei nomi importanti che poi sarebbero divenuti ricorrenti nel campo dell'animazione in Italia come Barbara De Bortoli (Mila), Vittorio Guerrieri (Shiro), Laura Boccanera (Kaori). Peccato per una vera e propria roulette che scambia voci su voci in molti personaggi negli episodi finali.

Opera completa, formativa e interessante. <i>Mila e Shiro</i> potrebbe apparire datato nella grafica a chi magari si è avvicinato all'animazione con opere più recenti o contemporanee ma meriterebbe di essere visto ancor più se si gradiscono le opere del genere sportivo.
E per concludere... Attack!


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ReiRan->--@

Episodi visti: 54/58 --- Voto 10
Attack! Quante memorie legate a questo grido di battaglia! Per me poi questo anime ha un significato particolare: mi ha avvicinata alla pallavolo e fatto nascere la passione per questo sport. Effetto comune riscontrato in tante altre ragazze che si sono avvicinate a questo sport, quasi tutte hanno avuto come mito Mimì ma soprattutto Mila. In molte interviste, perfino le ragazze pluricampionesse della nazionale italiana di pallavolo dichiarano di essere cresciute a pane e Mila.

A chi dice che gli allenamenti di Mimì sono più realistici, dico: ma quando mai si è visto allenarsi con le catene ai polsi?! Mila al massimo usa delle polsiere pesanti. Certo in entrambi i casi gli allenamenti sono esagerati e umanamente non possibili. E poi, beh, gli schemi improbabili, e quelle schiacciate dalla seconda linea...

Mi resteranno sempre impressi i grintosi occhi di Mila, fuoco ardente. Se è possibile fare "ace" con una battuta o sbaragliare gli avversari con una buona schiacciata, un muro o un pallonetto… sicuro, è che la palla non diventa ovale, al massimo è così veloce che non la si vede. Ma il bello di Mila e Shiro sono anche le assurdità: elevazione esagerate nel salto, le ore per aria e mille pensieri che corrono per la testa, gli effetti e le mosse improbabili. Sono fantasticherie che fanno volare la fantasia! Rileva moltissimo l’amore per lo sport e l’attaccamento alla pallavolo. Ma non è sempre tutto rose e fiori, per diventare forti bisogna faticare, allenarsi, soffrire, nulla si raggiunge facilmente, e questo Mila lo scoprirà sulla propria pelle. Praticare uno sport porta amicizie ma anche rivalità, ma oltre le avversità e le antipatie ci vuole insegnare il fair play e il rispetto per gli avversari. Ci mostra la nascita di grandi amicizie anche tra avversarie, come soprattutto con Kaori e Nami.

L’amore mi è sempre sembrato essere solo sullo sfondo, mai risolto, quindi tradurre il titolo dell’anime in Mila e Shiro è stato un errore. In più l’anime è farcito di humor: Mila è tenace ma soprattutto gioiosa, positiva, allegra. Non mancano elementi di forte drammaticità estranei allo sport in sé, quali l’assenza della madre di Mila (il mancato rapporto madre-figlia), e la situazione di orfano di Sonny.
Per quanto riguarda il character design, non ho mai amato i capelli color carota di Mila, colore impietoso (non mi fucilate). Per il resto mi sembra che il disegno sia nella media per il periodo.
Indimenticabile la sigla, nella top ten delle sigle di cartoni animati!

simona

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simona

Episodi visti: 54/58 --- Voto 7
Questa serie nonostante abbia riscosso un grande successo, non mi ha mai colpito come Mimì. In Mila e Shiro, a mio parere, le partite e gli allenamenti sono molto meno realistici, sebbene le qualità che vengono esaltate in essa sono tutte quelle che occorrono per raggiungere i traguardi. Come in molte altre serie sportive si evidenzia sempre la situazione difficile che con l'evolversi della serie diventa sempre più complicata a causa dei conflitti e delle rivalità che vivono alcune protagonista che, nella vita di Mila, assumono un ruolo principale.
Tutto sommato una serie da guardare.


 2
Apachai

Episodi visti: 54/58 --- Voto 7
Eccomi a recensire uno degli anime che ha accompagnato molti pomeriggi della mia infanzia, Mila e Shiro è indubbiamente un prodotto di ottima qualità basato sulle vicende amorose e sportive della nostra cara Mila, ragazza molto mascolina, non solo nell’aspetto ma anche nella potenza delle sue schiacciate.
La protagonista vive con il padre, sempre molto impegnato ma sempre libero per vedere le partite della figlia e il fratellino, la madre all’inizio non sembra essere presente nella storia però man mano che la trama va avanti essa ottiene sempre più importanza.
La trama è simile a molti altri anime a sfondo sportivo, ovviamente c’è la rivale sportiva e l’amore della vita che guarda caso pratica lo stesso sport della protagonista.
Shiro, ovvero l’amore di Mila, è poco presente nella serie, quasi come se fosse un personaggio principale, però il suo ruolo non è da sottovalutare in quanto in nome di Shiro la nostra protagonista supera certe avversità.
L’ironia e alcuni siparietti comici fanno da cornice ad allenamenti improponibili e partite assurde, certe volte avrebbero potuto risparmiarsi schemi di gioco improbabili e salti chilometrici, potevano anche evitare la continua deformazione della palla, a questo punto potevano usare una da rugby.
La grafica non è male però, a mio avviso, perde un po’ di qualità verso la fine della serie.
Buona visione.


 7
ALUCARD80

Episodi visti: 54/58 --- Voto 7
Scoprire che sono passati circa ventotto anni dalla nascita di "Mila e Shiro" mi ha davvero sorpreso. Ho ritenuto questo titolo uno dei migliori in assoluto nel variegato panorama sportivo, e assieme al leggendario "Holly e Benji" mi ha preso come nessun altro.
Come tante mie amiche mi fanno notare tutt’oggi, la bellezza di questo prodotto risiede sicuramente in alcuni elementi classici portanti di quasi tutte le serie ispirate a competizioni sportive di quel periodo: l’amicizia e la rivalità con le compagne di squadra, l’amore adolescenziale turbolento e mai chiaro, la difficoltà di gestire impegni scolastici e vita “da atleta”, nonché un allenatore burbero e spaventoso sommato a un fratellino pestifero da sopportare.
Forse i pareri più interessanti che ho mai ascoltato riguardo "Mila e Shiro" sono giunti dalle ragazze proprio perché questo fu un anime ideato e creato, parlando di target, apposta per le adolescenti. Così come tanti altri anime degli anni Ottanta, la parte prettamente tecnica inerente allo sport in questione, la pallavolo per l’appunto, risultò alterata e inverosimile, con le classiche palle ovalizzate dall’improponibile e per niente credibile potenza dei colpi inferti dalle giocatrici, per non parlare dei colpi segreti stile videogioco, dove i palloni scomparivano improvvisamente o si triplicavano grazie a effetti ottici degni di un prestigiatore all’avanguardia.

Sicuramente quest’aspetto “fenomenale” e incredibile dell’anime ha divertito tutti noi per l’intera saga, ma non è solo questo che gli autori hanno voluto mostrare: parlando proprio della protagonista, Mila, si può da subito delineare l’intenzione da parte degli sceneggiatori di dipingere un personaggio poliedrico e molto umano, pieno di difetti, una ragazza maschiaccio, imbranata con i ragazzi e generosa, talvolta egoista e nervosa, istintiva e immatura. Insomma, una perfetta adolescente con un amore sconfinato per la competizione e la pallavolo, padrona di una grinta e di una determinazione senza pari.
Forse il bello di tutto l’anime è proprio il carattere di Mila, che riuscirà con l’evolversi degli eventi, a farsi amiche anche le sue dirette rivali all’interno della squadra dove gioca, come Nami; poi addirittura a farsi (quasi) ben volere dal loro primo, rigido e tremendo allenatore, un uomo inflessibile, all’antica, una vera e propria mente da dittatore.

Tecnicamente parlando, siamo di fronte a un prodotto nella media, causa la lunga durata (54 episodi), e con un chara design semplice ma diretto. Con grande probabilità, ciò che al tempo mi colpì più di tutto fu la colonna sonora, incalzante, schietta e senza mezzi termini, assolutamente entusiasmante. Bella anche la sigla d’apertura cantata dall’eterna Cristina d’Avena, che tutt’oggi mi suscita bellissimi ricordi.
Probabilmente "Mila e Shiro" non è stato uno degli anime da me preferiti, ma l’ho saputo apprezzare sotto vari aspetti, emozionandomi e divertendomi come poche altre volte. Ad ogni modo, è uno dei capisaldi giunti in Italia durante i mitici anni Ottanta, che fra i tanti prodotti del filone sportivo ha spiccato per qualità in tutti i suoi settori.


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roooo83

Episodi visti: 54/58 --- Voto 7
Lo considero il miglior anime sulla pallavolo, anche perchè, al contrario della sua collega "Mimì", in Mila & Shiro ci si fa anche qualche risata, il che non guasta! Lo inserisco nella categoria dei sempreverdi, perchè ancora oggi riesce a far appassionare tanti ragazzi alla pallavolo, anche se forse Mediaset, con le repliche, ha fin troppo esagerato. Infatti a distanza di anni, l'ho visto talmente tante volte che ormai non oso più vederne nemmeno una puntata. Ma ha fatto parte della mia infanzia e rimane un titolo a me caro. Voto 7 meritato perchè è uno dei più bei classici sportivi di sempre.


 4
demone dell'oscurità

Episodi visti: 54/58 --- Voto 10
Un anime molto importante per come è stato sviluppato.

Incentra perfettamente tute le storie che tratta, senza perdersi in vaneggiamenti inutili, c'è il momento del divertimento, dove vediamo una Mila mascolina e sempre in vena di scherzi pesanti sulle amiche e sul fratellino.

C'è il momento del sentimento, dove Mila conosce Shiro, un grande pallavolista, e dove le sue rivali di sempre diventano grandi amiche in nazionale e dà un grande senso di spirito di squadra e di gruppo.

C'è il momento dell'ira, dove Mila molto spesso deve sopportare un sacco di problemi di spogliatoio, di mentalità non vincente e di pesanti critiche, ma la sua tempra non subirà mai le conseguenze, forgiandola una campionessa ancora più forte e determinata.

Ed infine a tutti questi corollari ben descritti e trattati nell'anime, c'è la pallavolo, un'arte tramandata dalla sua parente Mimì, di cui lei se ne fa carico fin da subito, emergono man mano negli episodi le sue doti di grande schiacciatrice e di fare muro sulle avversarie, fino a raggiungere l'importante traguardo della nazionale.

Un traguardo che lei raggiungerà con molti sacrifici e molte avversità e che daranno il giusto premio alla protagonista, anche se non sempre le cose fileranno per il verso giusto.

Questo cartone vuole però evidenziare una cosa importante, lo spirito indomito che una ragazza dovrebbe sempre avere in tutta la vita nonostante le forti avversità, qui vengono trattate in maniera sportiva l'argomento, in Georgie invece, attraverso la cruda realtà.

Ma in questo anime ciò che rende Mila un'eroina è proprio il suo carattere attivo e mai domo, ciò che invece è passivo nell'altro cartone citato come paragone, ed è quello che mette meglio in evidenza, di tutti i cartoni destinati ad un pubblico femminile, tutti i punti di forza del carattere femminile che mai dovrebbe mostrare cedimenti, nonostante i delicati lineamenti comunque di una donna.

In cui l'astuzia del disegnatore è stato quello di dare un character molto "arrabbiato" alla protagonista, capelli rosso fuoco e corti con tanta grinta da vendere, un altro modo per riassumere così bene questo cartone che merita di essere rivisto almeno un migliaio di volte, davvero imperdibile!

Ogni tanto c'è qualche scena di nudo sotto la doccia, ma non c'è da farne assolutamente uno scandalo per il modo divertente in cui le scene vengono descritte, alla lunga ci si scoccia di vederle sempre vestite allo stesso modo!


 2
Nausica

Episodi visti: 54/58 --- Voto 9
Ecco un altro anime dedicato allo sport e al grande carisma sportivo della protagonista, Mila. Ma la forza dell'anime è l'elemento comico e ironico, che rende la storia sicuramente più godibile e lontana dagli scenari a tratti drammatici visti in Mimi, anche lei campionessa di pallavolo. Proprio la comicità è il fattore che porta Mediaset a trasmettete, ancora oggi, un anime che risale a più di vent'anni fa.
La trama è simile a quella di altri cartoni legati al mondo dello sport: Mila arriva in una nuova scuola e dimostra il suo grande talento pallavolistico nella squadra scolastica; si accende la rivalità con Nami, capitano della squadra, che poi diventerà grande amica della protagonista; iniziano i tornei nazionali, con le diverse difficilissime sfide tra le squadre e lo scontro con altrettante atlete super dotate.
Al centro il cammino di crescita della protagonista, Mila, sempre protesa verso il suo sogno finale (le Olimpiadi di Seul 88) e pronta a combattere fino alla fine per raggiungere il suo obiettivo che, fino all'ultimo momento, sembra essere in forse. Così, al centro della vicenda, tornano ad esserci valori come la tenacia, l'amicizia e lo spirito di sacrificio, che questi cartoni hanno saputo insegnare a migliaia di ragazzini.
Sicuramente meno presente la figura di Shiro, anche lui campione di pallavolo e grande amore di Mila, che compare solo in poche puntate.
A livello grafico, la prima parte è migliore della seconda (quando Mila entra nelle Seven Fighters); elemento che comunque non limita quello che, secondo me, è il punto di forza della serie ovvero l'ironia e la simpatia.

veu

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veu

Episodi visti: 58/58 --- Voto 10
Mila e Shiro! Alzi la mano chi non la conosce....

Ah che ricordi! che storia! La gente si è appassionata alla pallavolo grazie alle prodezze sportive di Mila e delle sue micidiali battute come il Chicco di Grandine o il Servizio Supersonico!!!

Mila è troppo simpatica... nell'edizione italiana è stata inventata la parentela con Mimì Ayuhara (priotagonista dell'anime "Quella magnifica dozzina"), parentela inesistente in Giappone dove "Attacker you" (questo il titolo originale di Mila e Shiro) è in realtà lo spin-off di Mimì!

Sappiamo che dovrebbe essere in arrivo una nuova serie sempre su Mila... speriamo... e teniamo le dita incrociate che Mediaset lo replichi presto!

gummok

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gummok

Episodi visti: 58/58 --- Voto 7
L'ho guardato e riguardato e guardato ancora. Io ho giocato a pallavolo e quindi quando ero "piccolo" questo anime era la visualizzazione di un sogno. Il personaggio di Mila è carino e ben costruito (mentre trovo insopportabile il fratellino!), le fasi sportive senza perdere in spettacolarità sono abbastanza realistiche e piacevoli. Vi chiederete perchè il voto è solo 7. L'animazione delle prime puntate mi è sembrata molto carina mentre dalla metà in poi non mi è sembrata più all'altezza.

Bea

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Bea

Episodi visti: 58/58 --- Voto 10
E' un ANIME troppo bello! Non ci sono molti errori nel disegno come in molti altri cartoni ed ha una trama molto reale ed appassionante. Ancora più bello è il suo nome "Attacker You!" cho conta su un doppio senso: You inteso anche come Yu che è il vero nome di Mila. E' stato trasmesso per la prima volta su Rete4 e adesso di nuovo su reti Mediaset, ma stavolta su Italia1.

key

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key

Episodi visti: 58/58 --- Voto 10
...beh...a parte che "molto realistico"non è... almeno per chi ne sa un po' di pallavolo :-)
...credo abbia avuto una grossa influenza su tutte noi che eravamo piccole alle fine degli anni 80, c'era lo sport, l'amicizia, questo amore un po' irraggiungibile, c'era mila che comunque era diversa dalle altre eroine dei cartoni, era combattiva, divertente, maschiaccia, determinata...
...e c'era uuesto spirito della pallavolo sopra tutto il resto, dalle scene di mila che si allena col braccio ingessato a shiro che, innamorato, si allontana da lei per non distrarla dalla pallavolo, a kaori e i suoi problemi agli occhi...ci ha trasmesso un messaggio di lealtà, amicizia e crescita, il valore della squadra e ...e non è un caso che tante di queste noi che eravamo piccole alla fine degli anni 80 siamo qui, a giocare a pallavolo con spirito un po' sacrificale (di fronte ai dolori e afli infortuni continuiamo a atenere il campo fino all'ultimo gemito ;-)), a innamorarci di pallavolisti :-) e a riguardare appassionatamente mila e shiro ogni volta che in tv ritrasmetttono la serie...!

Zelgadis

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Zelgadis

Episodi visti: 54/58 --- Voto 8
Proposto da mediaset fino allo sfinimento si tratta di un anime molto godibile. La protagonista ha molto carisma e le partite sono molto realistiche (a differenza di altri suoi colleghi). E' stato uno degli anime sportivi che ho amato di più e il ricordo piacevole che mi ha lasciato fa sì che possa chiudere un occhio sugli innumerevoli ricicli di scene d'animazione.

Zooropa

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Zooropa

Episodi visti: 54/58 --- Voto 8
Lodevole anime sportivo/shojuo ben inquadrato negli anni della sua realizzazione. Nel suo genere è un vero classico quasi come Captain Tsubasa. E'orientato maggiormente verso un pubblico femminile ma senz'altro non sono stati pochi i maschietti che lo hanno guardato e apprezzato all'epoca.