Hime-chan no Ribbon Colorful
Ho acquistato questo manga perchè è un remake del mio manga preferito, Hime-chan no ribbon, della mangaka Mizusawa, ma devo dire che è stato un po' deludente, non mi è piaciuto affatto.
La storia è sempre quella, nonostante siano tantissimi i cambiamenti e soprattutto i tagli (poi capirete il perché): protagonista è Himeko, una ragazzina tredicenne, un vero maschiaccio tutto pepe, a cui viene donato, dalla principessa del paese della Magia, Erika, un fiocco magico capace di trasformarla temporaneamente in chiunque lei voglia. Cambia la disegnatrice, che non è più l'autrice originale Megumi Mizusawa ma è Shiho Komiyuno, e cambiano, oltre allo stile di disegno, molto più moderno e attuale, anche vari altri aspetti della storia.
Ed è proprio per questo che l'ho trovato davvero imparagonabile con il capolavoro originale, che invece io adoro.
Innanzitutto, ho sofferto molto la mancanza di Pokota, il leoncino di peluche migliore amico di Himeko fin dalla nascita, importantissima presenza della storia e tra i miei personaggi preferiti tra l'altro. Al suo posto, l'autrice ci propone la versione "gattina" di Erika, che durante l'anno in cui deve osservare Himechan utilizzare il suo fiocco magico, può starle accanto 24 ore su 24 sotto forma animale (graziosa e dolce, piacevole, non c'è che dire...ma secondo me non c'è paragone con la figura di Pokota, con quel che rappresenta per la protagonista, per tutto ciò che fa per lei e per il rapporto meraviglioso che hanno entrambi). Poi, la storia prosegue fino a un certo punto in maniera abbastanza coincidente con l'originale, il che la rende leggibile e accettabile insomma... finché non arriviamo al 4° e ultimo volume del remake, con cui la storia si conclude in maniera frettolosa, artificiosa e oserei dire anche piuttosto "fredda". Diciamo che il meglio di Hime-chan no ribbon è stato completamente tagliato in questa revisione, riproponendo soltanto il minimo indispensabile, che ovviamente non basta affatto.
Sono assolutamente d'accordo con ciò che ha scritto Kotaro, non ho altro da aggiungere.
Vi consiglio l'opera originale al 100%, quella sì che merita una lettura, ma anche due o tre. Quella sì che vale un bellissimo 10 e lode, non posso dire altrettanto del remake. Il mio 5 è anche troppo.
La storia è sempre quella, nonostante siano tantissimi i cambiamenti e soprattutto i tagli (poi capirete il perché): protagonista è Himeko, una ragazzina tredicenne, un vero maschiaccio tutto pepe, a cui viene donato, dalla principessa del paese della Magia, Erika, un fiocco magico capace di trasformarla temporaneamente in chiunque lei voglia. Cambia la disegnatrice, che non è più l'autrice originale Megumi Mizusawa ma è Shiho Komiyuno, e cambiano, oltre allo stile di disegno, molto più moderno e attuale, anche vari altri aspetti della storia.
Ed è proprio per questo che l'ho trovato davvero imparagonabile con il capolavoro originale, che invece io adoro.
Innanzitutto, ho sofferto molto la mancanza di Pokota, il leoncino di peluche migliore amico di Himeko fin dalla nascita, importantissima presenza della storia e tra i miei personaggi preferiti tra l'altro. Al suo posto, l'autrice ci propone la versione "gattina" di Erika, che durante l'anno in cui deve osservare Himechan utilizzare il suo fiocco magico, può starle accanto 24 ore su 24 sotto forma animale (graziosa e dolce, piacevole, non c'è che dire...ma secondo me non c'è paragone con la figura di Pokota, con quel che rappresenta per la protagonista, per tutto ciò che fa per lei e per il rapporto meraviglioso che hanno entrambi). Poi, la storia prosegue fino a un certo punto in maniera abbastanza coincidente con l'originale, il che la rende leggibile e accettabile insomma... finché non arriviamo al 4° e ultimo volume del remake, con cui la storia si conclude in maniera frettolosa, artificiosa e oserei dire anche piuttosto "fredda". Diciamo che il meglio di Hime-chan no ribbon è stato completamente tagliato in questa revisione, riproponendo soltanto il minimo indispensabile, che ovviamente non basta affatto.
Sono assolutamente d'accordo con ciò che ha scritto Kotaro, non ho altro da aggiungere.
Vi consiglio l'opera originale al 100%, quella sì che merita una lettura, ma anche due o tre. Quella sì che vale un bellissimo 10 e lode, non posso dire altrettanto del remake. Il mio 5 è anche troppo.
C'era una volta il majokko. E, con esso, c'erano una volta ragazzine dolci, spensierate, insicure, che imparavano a crescere e a conoscere loro stesse, il mondo che le circondava e le persone che lo abitavano grazie a magici poteri di cui erano in possesso, che permettevano loro di compiere incantesimi di ogni genere, di trasformarsi in bellissime adolescenti, di realizzare sogni, i propri o quelli degli altri.
Ma poi sono arrivati gli anni '90, e quelle ragazzine magiche sono cresciute e sono diventate eroine, paladine della giustizia che usavano i loro poteri per salvare il mondo combattendo contro demoni, alieni e mostri. E' la nascita del majokko sentai, genere che oggi, vent'anni dopo la comparsa delle eroine con la marinaretta che lo inaugurarono, ha finito quasi del tutto per soppiantare il majokko classico.
Che ne è, dunque, oggi, delle dolci ragazzine che non usavano i loro poteri per combattere ma solo per crescere, quelle ragazzine che tanto tempo fa, quando noi avevamo la loro età, ci avevano fatto sognare?
Negli anni 2000, mentre le scintillanti guerriere Pretty Cure e la loro ormai decennale saga a cartoni animati si fanno simbolo delle ragazze magiche fra i giovani giapponesi, alle vecchie maghette di un tempo non resta che accontentarsi di sparuti remake, in formato live action o cartaceo.
"Hime-chan no Ribbon Colorful" è uno di questi remake, che, nel 2009, tenta di riproporre ad un pubblico di vent'anni dopo il quasi omonimo manga di genere majokko scritto e disegnato da Megumi Mizusawa nei primissimi anni '90.
La storia di base rimane la stessa della versione originale, quella di Himeko "Hime-chan" Nonohara, ragazzina maschiaccio che riceve da Erika, principessa del Regno della Magia, un fiocco incantato che può trasformarla temporaneamente in chiunque lei voglia.
Il remake presenta, però, diversi cambiamenti rispetto al manga originale. Il primo, che balza subito all'occhio, è il diverso nome dell'autrice che campeggia sulle copertine: non più Megumi Mizusawa, ma la giovane Shiho Komiyuno.
Altri cambiamenti riguardano la storia e i personaggi. Ad esempio, in questa nuova versione, Himeko pratica il judo e ha due fratelli maschi invece che due sorelle (mentre il protagonista Daichi ha una sorellina invece che un fratellino). Il cambiamento più grande, però, sta nel ruolo della principessa Erika, che nel manga originale era una timida osservatrice delle vicende terrene di Himeko, mentre qui è la compagna magica di Himeko, con le sembianze di una gattina parlante, e soppianta il tenerissimo Pokota, inseparabile partner della maghetta nella storia anni '90.
Già con questi cambiamenti si può capire che "Hime-chan no Ribbon Colorful" abbia qualcosa che non va, nei confronti della versione originale da cui prende spunto. L' Himeko originale guardava a sua sorella maggiore con invidia e rispetto, considerandola la ragazza che avrebbe voluto essere, cosa che naturalmente non può fare con un fratello maschio e che non dà lo stesso effetto traslando l'idolo di Himeko su un'anonima modella inutile per la storia.
Allo stesso modo, il singolare rapporto, effimero eppure decisaente intenso, che legava Himeko alla magia (incarnata dalla principessa Erika, amica che vive in un posto lontanissimo, e dal peluche Pokota, che da sempre Himeko considera un amico preziosissimo e che è ancora più prezioso nel limitato arco dell'anno in cui potrà avere vita), perde di significato se manca Pokota ed Erika sta sempre al fianco di Himeko.
La storia originale durava dieci volumetti, il remake soltanto quattro. Nonostante diversi personaggi ed eventi del manga originale vengano riproposti in questa nuova versione, essa non ricopre tutta la sua storia, fermandosi a circa metà con la narrazione e concludendosi con un finale decisamente affrettato. La storia di Himeko si ferma a nemmeno metà del quarto volume, per lasciare spazio a un paio di storielline brevi incentrate su personaggi di contorno, che sono carucce ma abbastanza inutili se non si è riusciti a rendere bene, in precedenza, la storia della protagonista che dà il titolo al manga.
Quella del 2009 è una Himeko tutto sommato simpatica, che molto deve alla scalmanata Nagisa Misumi di "Futari wa Pretty Cure" e che quindi risulta forse ancor più maschiaccio della Himeko originale, ma che non riesce ad avere il suo stesso impatto sul lettore, complici una grafica bruttina e l'esiguo numero di volumi, che rendono molto veloce e frettolosa la narrazione degli eventi e la trattazione dei sentimenti della ragazzina.
Nemmeno gli altri personaggi riescono a spiccare troppo: Daichi cade nell'anonimato, risultando decisamente più "costruito" del suo omonimo anni '90 (e visto che gli elementi di maggior fascino dell'originale erano la naturalezza e il realismo dei personaggi, fate un po' i vostri conti); Hikaru Hibino (completamente ridisegnata) è una macchietta di poca utilità che non ha la verve comica dell'originale; Sei viene diviso in due personaggi distinti ed entrambi sono fighetti da shojo moderno depressi e lontanissimi dall'originale; Icchan, da ragazza studiosa, silenziosa e sarcastica, è diventata una sportiva innamorata.
Non aiuta lo stile di disegno di Shiho Komiyuno, terribilmente anonimo, identico a quello di mille altre autrici che pubblicano sulla stessa rivista, ed estremamente moderno, con una gamma di espressioni facciali piuttosto ridotta, retinature che sanno di già visto e personaggi maschili effeminati. Uno stile costruito a tavolino, anche sgradevole in certe tavole, che non rende giustizia ai personaggi né ne rispetta il look originale (la stessa Himeko ha un casco di capelli dalle dimensioni decisamente esagerate, mentre il fiocco che dà il titolo al manga e che dovrebbe risaltare, è piccolissimo rispetto a loro).
Leggendo questo "Hime-chan no Ribbon Colorful", si ha la definitiva conferma che il majokko di stampo classico è morto al giorno d'oggi. Un remake come questo, che s'inventa persino il personaggio di una strega cattiva per inserire un villain e scene di combattimento alla "Tokimeki Tonight" (fortunatamente tenute lontane dalla storia principale e relegate alle storie brevi), come se volesse gridare al mondo che un majokko degli anni 2000 non può non avere un cattivo da combattere, non serve a rivitalizzare il genere né a rendere giustizia ai capolavori del passato che gli appartengono.
Non a caso, alle ragazzine di oggi, questo "Hime-chan no Ribbon Colorful" non è piaciuto. Quattro volumi, realizzati di fretta, quasi svogliatamente, senza lasciar nulla a chi legge; una storia interrotta troppo presto; nessun anime; nessun giocattolo.
Peccato, perché Himeko, con la sua tenerezza, le sue ansie, i suoi problemi, i suoi timori, la sua allegria, è un personaggio dal carattere universale, in cui moltissime ragazzine ai primi passi nell'universo adolescenziale possono ancora oggi rispecchiarsi. L'idea di fare un remake della sua storia poteva quindi rivelarsi vincente, a patto che lo si fosse realizzato con criterio, magari in formato televisivo, e non donandolo ad un'autrice misconosciuta che non ha nulla di particolare da raccontare, tanto da doversi appoggiare, rovinandola, ad una storia già narrata in passato da un'altra persona.
"Himechan no Ribbon Colorful" non regala emozioni particolari né alle giovani lettrici che l'hanno snobbato, né ai fans della storia originale, che ne ritroveranno qui una versione monca e più brutta, la cui lettura è totalmente inutile.
Non c'è più la freschezza, la simpatia, la delicatezza dell'episodio originale e il tutto si svolge così velocemente da non riuscire in alcun modo ad affezionarsi alla storia e ai personaggi.
Che il majokko classico sia dunque destinato a morire, in questi anni 2000, incompatibile con gli stili dello shojo moderno? Eppure, i bambini sono rimasti sempre gli stessi, per creare ancora una volta un bel majokko di successo basterebbe poco, e usare idee e personaggi originali sarebbe di sicuro ben più gratificante che cercare di sfruttare, non riuscendoci, i vecchi capolavori del passato come in questo caso.
Ma poi sono arrivati gli anni '90, e quelle ragazzine magiche sono cresciute e sono diventate eroine, paladine della giustizia che usavano i loro poteri per salvare il mondo combattendo contro demoni, alieni e mostri. E' la nascita del majokko sentai, genere che oggi, vent'anni dopo la comparsa delle eroine con la marinaretta che lo inaugurarono, ha finito quasi del tutto per soppiantare il majokko classico.
Che ne è, dunque, oggi, delle dolci ragazzine che non usavano i loro poteri per combattere ma solo per crescere, quelle ragazzine che tanto tempo fa, quando noi avevamo la loro età, ci avevano fatto sognare?
Negli anni 2000, mentre le scintillanti guerriere Pretty Cure e la loro ormai decennale saga a cartoni animati si fanno simbolo delle ragazze magiche fra i giovani giapponesi, alle vecchie maghette di un tempo non resta che accontentarsi di sparuti remake, in formato live action o cartaceo.
"Hime-chan no Ribbon Colorful" è uno di questi remake, che, nel 2009, tenta di riproporre ad un pubblico di vent'anni dopo il quasi omonimo manga di genere majokko scritto e disegnato da Megumi Mizusawa nei primissimi anni '90.
La storia di base rimane la stessa della versione originale, quella di Himeko "Hime-chan" Nonohara, ragazzina maschiaccio che riceve da Erika, principessa del Regno della Magia, un fiocco incantato che può trasformarla temporaneamente in chiunque lei voglia.
Il remake presenta, però, diversi cambiamenti rispetto al manga originale. Il primo, che balza subito all'occhio, è il diverso nome dell'autrice che campeggia sulle copertine: non più Megumi Mizusawa, ma la giovane Shiho Komiyuno.
Altri cambiamenti riguardano la storia e i personaggi. Ad esempio, in questa nuova versione, Himeko pratica il judo e ha due fratelli maschi invece che due sorelle (mentre il protagonista Daichi ha una sorellina invece che un fratellino). Il cambiamento più grande, però, sta nel ruolo della principessa Erika, che nel manga originale era una timida osservatrice delle vicende terrene di Himeko, mentre qui è la compagna magica di Himeko, con le sembianze di una gattina parlante, e soppianta il tenerissimo Pokota, inseparabile partner della maghetta nella storia anni '90.
Già con questi cambiamenti si può capire che "Hime-chan no Ribbon Colorful" abbia qualcosa che non va, nei confronti della versione originale da cui prende spunto. L' Himeko originale guardava a sua sorella maggiore con invidia e rispetto, considerandola la ragazza che avrebbe voluto essere, cosa che naturalmente non può fare con un fratello maschio e che non dà lo stesso effetto traslando l'idolo di Himeko su un'anonima modella inutile per la storia.
Allo stesso modo, il singolare rapporto, effimero eppure decisaente intenso, che legava Himeko alla magia (incarnata dalla principessa Erika, amica che vive in un posto lontanissimo, e dal peluche Pokota, che da sempre Himeko considera un amico preziosissimo e che è ancora più prezioso nel limitato arco dell'anno in cui potrà avere vita), perde di significato se manca Pokota ed Erika sta sempre al fianco di Himeko.
La storia originale durava dieci volumetti, il remake soltanto quattro. Nonostante diversi personaggi ed eventi del manga originale vengano riproposti in questa nuova versione, essa non ricopre tutta la sua storia, fermandosi a circa metà con la narrazione e concludendosi con un finale decisamente affrettato. La storia di Himeko si ferma a nemmeno metà del quarto volume, per lasciare spazio a un paio di storielline brevi incentrate su personaggi di contorno, che sono carucce ma abbastanza inutili se non si è riusciti a rendere bene, in precedenza, la storia della protagonista che dà il titolo al manga.
Quella del 2009 è una Himeko tutto sommato simpatica, che molto deve alla scalmanata Nagisa Misumi di "Futari wa Pretty Cure" e che quindi risulta forse ancor più maschiaccio della Himeko originale, ma che non riesce ad avere il suo stesso impatto sul lettore, complici una grafica bruttina e l'esiguo numero di volumi, che rendono molto veloce e frettolosa la narrazione degli eventi e la trattazione dei sentimenti della ragazzina.
Nemmeno gli altri personaggi riescono a spiccare troppo: Daichi cade nell'anonimato, risultando decisamente più "costruito" del suo omonimo anni '90 (e visto che gli elementi di maggior fascino dell'originale erano la naturalezza e il realismo dei personaggi, fate un po' i vostri conti); Hikaru Hibino (completamente ridisegnata) è una macchietta di poca utilità che non ha la verve comica dell'originale; Sei viene diviso in due personaggi distinti ed entrambi sono fighetti da shojo moderno depressi e lontanissimi dall'originale; Icchan, da ragazza studiosa, silenziosa e sarcastica, è diventata una sportiva innamorata.
Non aiuta lo stile di disegno di Shiho Komiyuno, terribilmente anonimo, identico a quello di mille altre autrici che pubblicano sulla stessa rivista, ed estremamente moderno, con una gamma di espressioni facciali piuttosto ridotta, retinature che sanno di già visto e personaggi maschili effeminati. Uno stile costruito a tavolino, anche sgradevole in certe tavole, che non rende giustizia ai personaggi né ne rispetta il look originale (la stessa Himeko ha un casco di capelli dalle dimensioni decisamente esagerate, mentre il fiocco che dà il titolo al manga e che dovrebbe risaltare, è piccolissimo rispetto a loro).
Leggendo questo "Hime-chan no Ribbon Colorful", si ha la definitiva conferma che il majokko di stampo classico è morto al giorno d'oggi. Un remake come questo, che s'inventa persino il personaggio di una strega cattiva per inserire un villain e scene di combattimento alla "Tokimeki Tonight" (fortunatamente tenute lontane dalla storia principale e relegate alle storie brevi), come se volesse gridare al mondo che un majokko degli anni 2000 non può non avere un cattivo da combattere, non serve a rivitalizzare il genere né a rendere giustizia ai capolavori del passato che gli appartengono.
Non a caso, alle ragazzine di oggi, questo "Hime-chan no Ribbon Colorful" non è piaciuto. Quattro volumi, realizzati di fretta, quasi svogliatamente, senza lasciar nulla a chi legge; una storia interrotta troppo presto; nessun anime; nessun giocattolo.
Peccato, perché Himeko, con la sua tenerezza, le sue ansie, i suoi problemi, i suoi timori, la sua allegria, è un personaggio dal carattere universale, in cui moltissime ragazzine ai primi passi nell'universo adolescenziale possono ancora oggi rispecchiarsi. L'idea di fare un remake della sua storia poteva quindi rivelarsi vincente, a patto che lo si fosse realizzato con criterio, magari in formato televisivo, e non donandolo ad un'autrice misconosciuta che non ha nulla di particolare da raccontare, tanto da doversi appoggiare, rovinandola, ad una storia già narrata in passato da un'altra persona.
"Himechan no Ribbon Colorful" non regala emozioni particolari né alle giovani lettrici che l'hanno snobbato, né ai fans della storia originale, che ne ritroveranno qui una versione monca e più brutta, la cui lettura è totalmente inutile.
Non c'è più la freschezza, la simpatia, la delicatezza dell'episodio originale e il tutto si svolge così velocemente da non riuscire in alcun modo ad affezionarsi alla storia e ai personaggi.
Che il majokko classico sia dunque destinato a morire, in questi anni 2000, incompatibile con gli stili dello shojo moderno? Eppure, i bambini sono rimasti sempre gli stessi, per creare ancora una volta un bel majokko di successo basterebbe poco, e usare idee e personaggi originali sarebbe di sicuro ben più gratificante che cercare di sfruttare, non riuscendoci, i vecchi capolavori del passato come in questo caso.
Per ora mi piace di più dell'originale, ha un ritmo più veloce, e anche i disegni sono migliori (nell'originale mi era difficile distinguere i personaggi tra loro - erano tutti uguali, oltre a non avere un grande spessore psicologico, e mi toccava saltare diverse pagine perché era piuttosto noioso) Ho messo 6 perché ho letto solo due capitoli ed è troppo presto per giudicare. Però fa strano vedere che Himeko è così popolare. Mi è dispiaciuto che non ci sia il leoncino di peluche, ma non è male la maggior importanza di Erika all'interno delle pagine. Di certo lo seguirò.