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Arielle

Volumi letti: 14/40 --- Voto 4
Rumiko Takahashi, autrice di manga come "Inuyasha", ha realizzato anche "Rinne", un manga che prometteva molto ma secondo me il risultato finale è un'esperienza di lettura al di sotto delle aspettative.
La trama, incentrata su Rinne, uno shinigami studente, e Sakura, una ragazza in grado di vedere i fantasmi, si presenta come un manga mix tra commedia e avventura soprannaturale. Tuttavia, la storia fatica a decollare sin dai primi volumi, risultando spesso prevedibile e priva di colpi di scena davvero efficaci. I personaggi, sebbene risultano simpatici, sono molto stereotipati, sembrano moltissimo dei personaggi realizzati dalla Takahashi in altri suoi vecchi manga, praticamente sono delle copie.
Le gag dovrebbero essere un altro punto forte dell'opera, ma sono poco divertenti e poco originali e si mantengono su un livello mediocre, è l'umorismo, che è anche un elemento chiave nelle opere precedenti della Takahashi, in questo manga appare forzato e ripetitivo, fallendo nel coinvolgere chi legge.
La grafica invece mantiene lo stile caratteristico dell'autrice. Ma è la storia che non mi ha per nulla convinta, spesso mi risultava addirittura noiosa.
"Rinne" quindi è un manga che delude le aspettative, l'opera manca della freschezza e dell'originalità che hanno caratterizzato i lavori precedenti dell'autrice, offrendo una lettura piacevole ma molto dimenticabile. Non è un buon manga, anche sé non è terribile, io ho smesso di leggerlo al volume 14.


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kirk

Volumi letti: 40/40 --- Voto 8,5
Dopo personaggi femminili forti, che riescono a tenere il passo con le controparti maschili noi troviamo in Mamiya non l’erede di Lamù o Akane ma un personaggio incolore, quasi un soprammobile. Premetto i protagonisti delle commedie della Takahashi sono sempre stati dei personaggi maschili: Ataru Moroboshi, Ranma Saotome ma sono sempre circondati da uno star sistem di personaggi in grado di attirare l’attenzione del lettore e di convogliare nel giusto verso la storia: fra i personaggi femminili ricordo ad esempio in Urusei Yatsura Lamù, Ran, Benten, Oyuki, Sakura che erano abbinati a personaggi maschili di rango quali Sakurambo, Rei o Mendo.
In Ranma ½ c’erano Shanpoo, Colombe, le sorelle di Akane, Kodaichi con insieme personaggi come Kuno, Mousse, Happosai, Genma etc. anche in Rinne ci sono tanti personaggi che però non sembrano darmi le stesse emozioni. Forse sono io che sono invecchiato e paragono un opera abbastanza recente (del 2009) che ho letto appena ora a opere che considero masterpiece della mia gioventù. Mi chiedo se darei a tali opere di nuovo un dieci rileggendole o un voto più scarso. Anche a questa opera do un buon voto: otto e mezzo.
Perché otto e mezzo? Perché pur non facendomi sbudellare dal ridere mi è piaciuto l’eterno ritorno della Takahashi al folklore giapponese e occidentale come nelle opere maggiori, con trovate simpatiche. Troviamo fantasmi, shinigami, diavoli e tutto un universo di personaggi e oggetti sovrannaturali.
Takahashi è la maestra degli episodi autoconclusivi come dimostrano le numerose raccolte e qui raramente una storia dura più di 18 pagine. Come spiega lei stessa una storia deve essere in grado di reggersi con quattro o sei pagine di ambientazione che giustificano il racconto. In base a questo assioma la Takahashi ha creato decine di racconti (mi riferisco alle raccolte) che riescono a funzionare benissimo senza spiegazioni di troppo con l’estensione dei personaggi e la loro personalità man mano che il racconto prosegue.
Come dicevo anche qui compaiono decine di personaggi: alcuni sono i clienti di Rinne (shinigami povero sempre in cerca di lavori) che restano per poche pagine altri sono delle spalle: pochi hanno però spessore. Fra questi ricordo il padre di Rinne Rokudo Sabato, il quale è l’ennesimo padre fallito delle opere della Takahashi: in questo caso è anche un cattivo “buono a nulla” per di più don Giovanni.
I disegni sono i soliti, essenziali, puliti, con i personaggi attraenti ma senza eccessi. Con le linee dei combattimenti (scarsi) ben espresse. Certo la Takahashi è la mia autrice preferita e si merita l’appellativo di principessa dei manga.


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Rumiko

Volumi letti: 40/40 --- Voto 7
Sakura Mamiya è una ragazza in grado di vedere gli spiriti.
E' in queste circostanze che conosce Rinne, shinigami adolescente con cui inizierà la sua personale avventura.

Ultima fatica della Regina Rumiko Takahashi, "Kioukay no Rinne" abbandona le venature più serie di Inuyasha per tornare al genere che ha reso famosa la mangaka giapponese: la commedia degli equivoci.
Il manga rappresenta infatti il classico romanzo corale takahashiano, dove una moltitudine di personaggi dà corpo ad un'opera in cui a farla da padrone è il divertimento, molto più che la trama in sé.

Classico rumikiano, dunque? Magari!
E si, perché "Rinne", con tutta la bontà, non è "Ranma 1/2", né "Lamù", né, "Maison Ikkoku".
Si avverte, in altre parole, la stanchezza dell'autrice, che non confeziona un prodotto particolarmente innovativo. L'effetto di "già visto", insomma, si percepisce spesso, togliendo ai fan dell'autrice quella carica di umorismo originale che le sue altre creature ci avevano così spesso regalato.
"Brutta copia di Ranma" è una definizione certo troppo ingenerosa, che però rende l'idea di ciò a cui si va incontro.

Posto che non stiamo, allora, parlando di un manga che ti tiene col fiato sospeso, né di un capolavoro della comicità, "Rinne" resta tuttavia, per chi apprezza l'autrice, un prodotto godibile.
Molto leggero - a volte anche troppo - perfetto per staccare dopo una giornata di stress.
Una lettura non impegnativa che aiuta a rilassarsi e distrarsi un po' dai problemi quotidiani.
Un intermezzo piacevole tra letture più impegnate.
Non un'opera d'arte, insomma, ma neanche robaccia da buttare via.

Da un punto di vista più strutturale, il principale punto di forza di questo fumetto è, a mio avviso, la vera e propria cifra di tutta l'opera omnia takahashiana: i personaggi.
Chi conosce l'autrice sa che nei suoi scritti non c'è mai un unico protagonista autosufficiente, ma sono presenti, al contrario, moltissimi "characters" con un ruolo grande o piccolo, ma comunque fondamentale.
Ogni protagonista ha delle caratteristiche ben definite e diventa, pertanto, indimenticabile, pur all'interno di opere molto lunghe e ricche di comparse.
Anche da questo punto di vista, peraltro, l'effetto deja vu si fa sentire, pur senza rovinare la tenuta complessiva del manga.

Come in tutti i fumetti della Regina, l'evoluzione nel disegno tra il primo e l'ultimo volume è notevole, restando in linea con lo stile semplice e - perciò - sempre facilmente comprensibile dell'autrice.

L'edizione italiana è curata dalla Star Comics e rispetta i canoni della casa editrice: niente pagine a colori, prezzo contenuto, ottime traduzioni.

Complessivamente, mi sento di consigliare "Rinne" ai fan di Rumiko e a chi è in cerca di una lettura poco impegnativa, senza troppe aspettative.


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Buyman79

Volumi letti: 40/40 --- Voto 8
Sakura Mamiya, in apparenza una liceale come tante altre, nasconde un segreto: Fin da bambina può vedere ed interagire con le anime dei defunti rimaste sulla Terra. Un giorno entrando in classe nota uno studente che fino ad ora aveva saltato le lezioni. Ma presto si accorge che solo lei può vederlo: E' Rinne Rokudo uno ragazzo metà umano e metà shinigami, un dio della morte il cui compito e' quello di portare le anime dei defunti al cerchio della reincarnazione!
Nonostante la sua natura per metà sovrannaturale Rinne è uno studente che fa una vita piuttosto "umana" e comicamente disagiata, a causa di debito contratto in passato da sua nonna, vive in un alloggio abbandonato e deve pagarsi da vivere con lavori legati a spiriti e/o spiriti maligni, che ottiene da una cassetta delle richieste piazzata nel cortile della scuola. Un simpatico omaggio a Kitaro dei cimiteri! Assieme a Sakura (che credo sia la ragazza più sobria mai vista tra le protagoniste della maestra) e al carinissimo gatto nero Rokumon ci faranno compagnia per ben 40 tankobon, con un mix di umorismo, sentimenti e slice of life!

Parte in questo modo la più recente opera della maestra Takahashi, che torna alla commedia pura dopo i fasti di Inuyasha e ripropone il suo schema narrativo che tanto e' stato apprezzato in Lamù e Ranma 1/2, ed è facile ritrovarsi a proprio agio gia' dopo pochi volumi. La comicità e' quella di sempre, anche se personalmente l'ho trovata molto piu' sobria che in passato, diciamo non "esplosiva" come in Urusei Yatsura, ad esempio, e si basa sulle difficoltà di sbarcare il lunario nel Giappone contemporaneo, spiriti compresi. Memorabili alcune gag ricorrenti di Rinne che si inchina davanti a cifre normalmente irrisorie o che cerca offerte di ogni sorta dai negozi dei due mondi.

I personaggi di contorno anche stavolta sono molteplici e ben caratterizzati, vengono inseriti gradualmente, interagendo con ambo i protagonisti e creando i consueti triangoli sentimentali che si trascineranno sino a fine storia.

Ed e' proprio il finale la maggior nota di demerito, purtroppo molto insoddisfacente e che ricorda sin troppo quelli delle precedenti opere in stile "le vicende dei protagonisti continuano, ma noi smettiamo di raccontarle", cosa che purtroppo si ripercuote nel giudizio finale del manga

"Kyoukai no Rinne" è ben lungi dall'essere tra le migliori opere della Takahashi, ma ha il pregio di essere una lettura divertente e spensierata, che ci fa apprezzare l'ulteriore evoluzione del suo inconfondibile tratto e che intrattiene per tutti i tanti volumi (eccessivi?il giudizio e' soggettivo) che la compongono, e mi sento di consigliarla anche solo a chi si avvicina per la prima volta al''autrice.

Nulla da dire sull'edizione italiana, con un adattamento dignitoso e buona impaginazione.


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Miss Candy

Volumi letti: 21/40 --- Voto 7
Era il 2011 quando, ad una fiera del fumetto, mi venne regalato insieme ad altri acquisti il primo numero di Kyoukai no Rinne. Allora lessi praticamente solo il primo capitolo, della Takahashi avevo solo guardato i principali anime e nemmeno troppo assiduamente. Questa primavera però decido di leggere Ranma 1/2 e me ne innamoro. Affamata di altre opere dell'autrice risfoglio quel volumetto lasciato in fonto allo scaffale e decido di provare a seguire la storia.

Rinne è... diverso. La struttura dell'opera è molto simile a quella di Ranma in quanto abbiamo storie autoconclusive, una marea di personaggi secondari, pentagoni amorosi e scene comiche ridicole. Il problema della storia è la mancanza di un obiettivo, che rende dopo un po' il tutto pesante. Se in Ranma sappiamo dove si andrà a parare (matrimonio e ritorno alla normalità, che poi non si siano ottenuti è un altro discorso), davvero mi chiedo come potrebbe mai concludersi questo manga.
I protagonisti in 21 volumi non sono affatto evoluti, le storie autoconclusive dei fantasmi sono diventate davvero noiose e faccio fatica a leggerle mentre i personaggi secondari, vero punto di forza, non sempre vengono sfruttati a dovere.
Ricordate le scene romantiche (rovinate ogni volta) in Ranma, Inuyasha e compagnia bella? Dimenticatele! Rinne mostra subito di avere una cotta per Sakura ma scene del genere sono del tutto assenti nel manga. Il fattore romantico si ha perchè magari in un capitolo Sakura parla e Rinne arroscisce E BASTA. La cosa è davvero frustrante perchè già la protagonista ha un carattere apatico che la fa risultare poco simpatica, se poi questo carattere non viene nemmeno utilizzato bene per incomprensioni e scene comiche allora qual è il punto?

A mio parere è un buon manga da leggere senza pretese, io leggo qualche capitolo la sera per farmi due risate ma nulla di più. Non si arriva alla comicità di Ranma e non ci sono scene particolarmente profonde. E' solo una commedia per passare il tempo, con personaggi ben scritti che vengono introdotti con un buon ritmo. Credo che un 7 lo meriti, non sarà il lavoro più alto della Takahashi ma è comunque una lettura piacevole.


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De

Volumi letti: 12/40 --- Voto 6
Premetto che sono fan della Takahashi. Ho iniziato ad appassionarmi al mondo di manga e anime grazie al manga di "Ranma 1/2". Dopo "Ranma" non ho potuto esimermi da acquistare il manga di "Inuyasha" e, nonostante trovi che sia molto differente da "Ranma" (forse su toni un po' più "adulti") ho adorato anche questo!!!
Nonostante la mia passione per la mangaka in questione non ho letto altri suoi manga ma ho guardato l'intero anime di Maison Ikkoku.
Quando ho saputo che avrebbe pubblicato un altra opera dopo "Inuyasha" non ho potuto resistere e ovviamente l'ho acquistata "sulla fiducia".
Mi riferisco a "Rinne". In italia ad oggi sono usciti 26 volumetti e io ne ho letti la metà quindi forse la mia opinione è "limitata".
Il fatto che ne possieda 26 e sia ferma al 12esimo è tutto un dire. Ho preferito nel frattempo rileggere tutti e 53 i volumi di "Ranma" piuttosto (in 20 anni le pagine sono diventate trasparenti a forza di leggerlo).
Mi piange il cuore scriverlo ma... "Rinne" non mi prende affatto.
I disegni sono sempre fantastici e non mi lamenterò (come invece ho notato in varie recensioni) che i protagonisti delle varie opere si somigliano tutti. Mi pare logico. L'autrice è la stessa e il tratto è il suo... non lo amerei se non fosse così.
I personaggi sono differenti dalle altre opere (che ho letto). Soprattutto Sakura. Molto più pacata di Akane e meno "sprovveduta" di Kagome.
Ora arrivo a motivare la mia "sufficienza".
Non posso non dare un voto basso ad un'opera della Takahashi... non ci riesco fisicamente... però devo ammettere che l'opera mi risulta un po' noiosa per la sua esagerazione nelle gag. Adoro lo humor di Rumiko (incisivo in "Ranma" ma moolto meno presente in "Inuyasha"), ma in "Rinne" a mio parere si va esagerando. Mi pare un opera un po' leggerina. I capitoli sono brevi e autoconclusivi, certo non pretendo un'opera completa su un'unica vicenda come è stato per "Inuyasha", ma gradirei una via di mezzo.
L'idea di base non è male. Mi piace anche il fatto che la Takahashi inserisca sempre aspetti della storia e tradizione giapponese che avvicinano i fan occidentali alla sua cultura.
Insomma, oltre alla "superficialità" degli episodi mi manca più di tutto il fattore "inciucio". Sono la tipica romanticona attirata dal genere manga sentimentale, non melenso ma simpatico e semitormentato (proprio tipico di "Ranma" per capirci). E dopo 12 volumi poco e niente. Stavolta le parti sembrano invertite: lui che sembra provare interesse e lei dai pensieri impenetrabili. Ok ci sta... per cambiare ci sta! Ma a livello di intensità di presenza del fattore sentimentale dopo "Ranma" e "Inuyasha" mi ero abituata ad altro.
Ma poi Sakura... mi pare un po' noiosa come protagonista! Per carità, è di grande aiuto e piuttosto che farsi salvare è colei che è risolutiva per la maggior parte dei casi, ma non mi suscita nessuna emozione o trasporto. Il protagonista maschile non è male, non affascinante quanto i suoi predecessori ma almeno è "simpatico".
In sintesi... trovo "Rinne" un'opera un po' "infantile" rispetto alle altre della Takahashi da me lette ma spero che possa migliorare con lo sfogliare delle pagine quindi, per meritocrazia dell'autrice e su fiducia, gli do' una sufficienza.


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Pannero

Volumi letti: 7/40 --- Voto 7
"Rinne" è la nuova serie lunga della "Principessa dei manga", sua eccellenza Rumiko Takahashi, la mangaka più importante di Shogakukan probabilmente, e colei che negli ultimi 20 anni ha più influenzato la scena dei manga.
Ancora una volta la Takahashi ci propone una storia che attinge a piene mani dal folklore giapponese (rifacendosi nelle premesse a "Bleach", al quale strizza l'occhio più volte), raccontandoci delle avventure quotidiane dello shinigami Rinne e della sua compagna di classe in grado di vedere gli spiriti, Sakura Mamiya.

Cerchiamo di vedere quelli che secondo me sono punti di forza e debolezze di questo manga.
Sicuramente gioca un fattore importante l'elemento "nostalgia" (ho letto anche la lista della spesa della Takahashi, ed è sempre bello ritrovarsi nelle atmosfere deliranti e confortevoli dei suoi manga), infatti tipico delle sue commedie troviamo la classica love story in stile Takahashi unita a gag che smorzano subito l'atmosfera.
Dopo le battaglie fin troppo monotone di "Inu Yasha" l'autrice è tornata a uno stile più vicino a quello di "Ranma", regalandoci una commedia/ slice of life, ma non con la stessa freschezza e spontaneità di una volta.
Che a pesare sia l'età o la stanchezza, dalla seconda metà della sua serializzazione precedente, "Inu Yasha", la Takahashi ha iniziato a mostrare un po' di "piattezza" e ripetitività a cui i suoi fan non erano abituati.

In sostanza "Rinne" è un manga simpatico, divertente, ma non all'altezza dei lavori precedenti della mangaka, riuscito solamente a metà. Probabilmente a spingermi a continuarlo è piú la voglia di reimmergermi in un mondo familiare piuttosto che la qualità intrinseca del manga, che se riesce a intrattenere egregiamente, riesce a strappare una risata fragorosa o un battito di cuore forse troppo raramente. Forse è un manga per nostalgici.

Per quanto riguarda i disegni, siamo in linea con quanto fatto in "Inu Yasha", un tratto semplice, pulito, forse un po' vuoto e troppo schematico rispetto alla Takahashi dei tempi di "Maison Ikkoku", quando si divertiva a riempire le tavole a più non posso.

Nota negativa infine per Sakura, la protagonista. Ho sentito molti lamentarsi della sua caratterizzazione e purtroppo devo unirmi a questo coro di lamentele: Sakura è vuota, apatica, poco caratterizzata, assolutamente incolore. È Rinne solo a sobbarcarsi il ruolo di protagonista (che regge molto bene) e di innamorato. Simpatici anche gli altri personaggi, anche se ricalcano tutti figure già viste un po' in "Ranma" un po' in "Inu Yasha", sia graficamente che come caratterizzazione, ma in fondo dopo tutti questi anni credo che sia più che normale ripetersi, no?
Bene per Sabato, il padre di Rinne, che svolge il tipico ruolo di antagonista-comico che un po' si odia e un po' si ama, lui e Rinne per ora sono i personaggi migliori.

Bene per l'edizione italiana della Star Comics, semplice ma fedele all'originale.


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-Idane-

Volumi letti: 15/40 --- Voto 7
Rinne è il nuovo lavoro della Rumiko… forse non molto entusiasmante come Ranma e Inuyasha, ma credo che comunque sia una storia degna di essere seguita. Per la prima volta nelle storie di Rumiko sappiamo i sentimenti che prova il protagonista, divertente e simpatico per il modo in cui la Rumiko esprime gli stati d'animo con le sue espressioni… Una cosa che amo di questi manga è anche la semplicità delle vignette.
Non mancano i triangoli amorosi e le interruzioni al momento sbagliato… Non è un racconto che va sul romanticismo… ma di più sullo stile comico e ironico della Rumiko, scopriremo solo alla fine di questa serie il suo potenziale, visto che sappiamo bene che la nostra Rumiko ci regala opere molto lunghe… quindi è tutto da vedere. Consigliato! Anche per la somiglianza di personaggi ed opere precedenti della stessa autrice capace di aprire ricordi per chi ha già seguito queste opere.

veda

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veda

Volumi letti: 8/40 --- Voto 6
La principessa dei manga non ha alcuna voglia di rinnovarsi, evidentemente.
Rinne è una commedia sentimentale-soprannaturale a episodi autoconclusivi, in cui i due protagonisti devono "fronteggiarsi" (più o meno) contro vari rivali in amore, e in cui il padre dell'eroe, sorpresa!, è un perfetto balordo opportunista. Vi ricorda qualcosa?
Ebbene si: niente di diverso dal solito. La Takahashi ha proprio il vizio di ripetersi, diciamocelo!
Almeno in Inu Yasha aveva provato a creare un genere di storia un po' differente dalle altre - per quanto fosse sempre basata in parte sui sentimenti dei due protagonisti e avesse molti elementi comici.
Le battute e le situazioni comiche di questa serie non sono neanche male, peccato che alcuni capitoli siano mortalmente noiosi... inoltre trovo difficile classificare questo manga come uno shounen, sembra più uno shoujo manga per certi versi!
I gadget di Rinne sono davvero originali e spassosi, ma non bastano da soli a rendere la storia interessante. Gli episodi autoconclusivi di questo manga a lungo andare stancano, lasciando insoddisfatto il lettore. Questa serie a mio avviso non ha il mordente di Lamù, Ranma 1/2 e compagnia bella, proprio no, e non ha neanche personaggi particolarmente memorabili a differenza dei suddetti.
Il character design lascia a desiderare: Sakura sembra una sosia di Kagome con le trecce, tanto per fare un esempio, e certi personaggi hanno un aspetto troppo simile fra loro. I disegni però sono ben curati e le scene d'azione rese con maestria, come sempre.
La caratterizzazione psicologica dei personaggi non è poi così malvagia, anche se alcuni personaggi di sfondo rimangono in pratica delle macchiette, come le amiche di Sakura...
Metto 6 come voto perché sotto certi aspetti è un manga abbastanza divertente, perché l'idea del protagonista perennemente squattrinato è carina e per via dell'indubbia qualità dei disegni, ma dalla Takahashi mi aspettavo di meglio. Spero che in seguito questo manga crei una vera trama... Io non ho intenzione di collezionare un manga che sembra una fotocopia di altri manga di successo dell'autrice, mi spiace.

Pier

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Pier

Volumi letti: 10/40 --- Voto 10
Che dire? Inizialmente sembrava un'opera piuttosto fiacca, la solita storia della Takahashi, ma già con l'introduzione del personaggio del padre di Rinne il discorso cambia.
Non riesco a capire le tante recensioni negative basate su uno o due volumi, mi sembra abbastanza superficiale come atteggiamento. Qualsivoglia opera a fumetti andrebbe letta per un po', soprattutto se parliamo di questi manga che impiegano tempo per sviluppare una trama, ed introdurre i personaggi fondamentali.

A parte tutto, il voto 10 è puramente indicativo, nel senso che non mi sento di dargli un voto "di mezzo", in quanto è un'opera che, almeno per ora, fa esattamente quello che prometteva in partenza.

Peculiarità di questo manga, cosa che in pochi mi sembra abbiano notato, è che per la prima volta in un'opera della Takahashi è il protagonista maschile quello impacciato ed innamorato; siamo abituati a vedere in questo ruolo le donne, mentre i personaggi maschili sono quasi sempre "infantili" ed ostili all'amore, all'esternazione dei sentimenti.
Qui è Rinne quello che cerca di farsì bello agli occhi di Sakura, che cerca di spiegarle le situazioni equivoche in cui si trova ogni tanto, di cui invece lei sembra non interessarsi.
Il personaggio del padre è assolutamente geniale ed unico, un villain insuperabile sia perché goffo ma subdolo, sia perché veramente stronzo, se mi permettete il termine volgare (ma l'unico che si adatta davvero al personaggio)!
I gadget sono sempre esilaranti, e fortunatamente non ci sono combattimenti o che, di cui ormai il panorama è davvero saturo. La poca azione è ben gestita, ed il più delle volte niente altro che comica.
Bello il modo di giocare con la critica sociale, cosa che acquisisce interesse se si pensa a quanti decenni ha coperto l'autrice con le sue opere! Poter vedere le stesse tematiche satiriche di volta in volta aggiornate al periodo corrente non è cosa da poco.

I disegni, poi, sono i suoi, stile inconfondibile, retrò (o vintage, che a dir si voglia), che fa sempre il suo bell'effetto nostalgico, in un periodo in cui sembra essere più importante la perfezione stilistica nei disegni piuttosto che trama e personaggi.

Io spero solo che, con il proseguire (soprattutto sperando che non duri dieci anni ed infiniti numeri) sì vada ad ingrassare una trama vera e propria (come in Inuyasha dopo l'entrata in scena seria di Naraku), prendendo una direzione che volga ad un finale.

fiamma

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fiamma

Volumi letti: 8/40 --- Voto 6
Devo ammetterlo, sono d'accordo con gli utenti che dicono che questo manga non ha niente di nuovo rispetto agli altri della Takahashi. Ho la seria tentazione di smettere di leggerlo del tutto, e l'unica cosa che mi trattiene dal farlo è la mia speranza che in seguito migliori.
Prendiamo Sakura: è uguale spiccicata a Kagome, solo con le treccine! I personaggi della storia poi sono differenziati fisicamente fra loro solo per alcuni particolari, colore di capelli ecc.; almeno nei suoi manga precedenti faceva qualche sforzo in più per il character design.
Non è questo il peggio, però. La cosa che mi lascia più stranita è che si tratti della solita commedia romantica senza una vera trama che può durare all'infinito, niente di più, niente di meno (ho sempre preferito le serie con una trama reale rispetto a quelle a episodi). Ok, io adoro "Ranma 1/2", che è un'opera della Takahashi dello stesso tipo, perché la trovo molto originale e divertentissima (e amo i gender-bender e le storie di arti marziali), però non ci si può ripetere all'infinito! Possibile che la grande "principessa dei manga" abbia esaurito la propria inventiva? Oltretutto l'incipit assomiglia troppo a quello di "Bleach" (manga che un tempo apprezzavo) così come l'incipit di "Inu Yasha" assomiglia troppo a quello di "Ushio e Tora".
I disegni, a parte il character design, sono ben curati, anche se a volte gli sfondi risultano un po' troppo vuoti. Le gag sono carine ma in alcuni casi mancano di mordente (stessa storia: già visto, già letto).
I personaggi per lo più non sono caratterizzati male, ma alcuni assomigliano troppo a personaggi di opere precedenti.
Metto 6 come voto di fiducia sperando in un miglioramento. Peccato che la Takahashi non abbia voluto destreggiarsi, magari, nel genere seinen e creare qualcosa di nuovo, sarei stata molto curiosa di vedere cosa sarebbe riuscita a fare rinnovandosi un po'.

p4r4n014-321321

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p4r4n014-321321

Volumi letti: 10/40 --- Voto 8
Come premessa devo dire che io non sono una grande fan della Takahashi, alcuni anni fa mi irritava non poco che venisse considerata come la "Principessa dei manga" quando a mio avviso c'erano moltissime autrici più meritevoli di lei.
Questa mia opinione sostanzialmente non è cambiata, tuttavia ho avuto modo di leggere due sue opere che mi in tutta onestà mi sono piaciute davvero molto: "Ranma" e "Maison Ikkoku". Con un tempismo impeccabile proprio mentre finivo queste due in Italia è iniziata la pubblicazione di "Rinne", quindi non ho esitato a prenderlo.
Con questo manga l'autrice torna alle atmosfere fantastiche legate alla vita quotidiana, andando a sperimentare l'inedita figura degli Shinigami. Inedita per lei perlomeno, visto che invece nel panorama editoriale dell'ultimo decennio pare che queste figure mitiche della tradizione giapponese siano diventate a dir poco di moda.
In questo senso la Takahashi non aggiunge nulla di nuovo. Sempre gli Shinigami sono quel che sono: esseri immortali che raccolgono le anime dei defunti per portarle nell'aldilà.
Tuttavia mantiene un indubbio tocco di originalità in diversi dettagli: il fatto che il protagonista, Rinne, sia uno shinigami solo a metà e sia obbligato a fare questo lavoro per pagare i debiti del padre, nonostante si presenti più come un normale essere umano visto a differenza degli altri shinigami completi riesce ad usare tecniche e magie solo comprando appositi oggetti. Quindi anche l'idea del ciclo della reincarnazione che ho visto trattare raramente e reputo molto affascinante, in questo manga le anime dei morti non si limitano a lasciare il mondo terreno ma si preparano a ritornarci.
Di manga sugli shinigami insomma ormai ce ne sono tanti, eppure la trama rimane comunque piacevolmente originale e ben orchestrata con tutta l'esperienza di lunga data di un'autrice come questa, con sempre presente il suo tipico umorismo che non stanca mai. La struttura narrativa è quella a vari episodi autoconclusivi spesso slegati l'uno all'altro, è molto difficile che leggendo il numero uno e poi saltando direttamente al npve non si riesca a comprendere quasi interamente la storia. Chiaramente c'è anche una trama di base così come c'è l'arrivo di nuovi personaggi e l'evolversi di sentimenti e relazioni, ma per adesso nulla di davvero significativo.

I personaggi poi trovo siano decisamente inediti per gli standard della Takahashi, ed è questo più di tutto ad avermi colpito.
Sakura, la protagonista femminile che affianca Rinne sin dall'inizio, non ha nulla di appariscente, stoicamente tranquilla anche quando vede fantasmi volarle davanti; gentile, concreta e diretta. Un sogno per chi è abituato alle eroine di quest'autrice che prima di sentirle ammettere che cosa provano bisogna aspettare che dal cielo cadano tuoni, lampi e mucche volanti.
Rinne poi non è né un imbranato senza speranza né un casinista; è un poco ingenuo riguardo i propri sentimenti ma al pari di lei decisamente diretto e sincero.
Anche i vari personaggi comprimari li trovo ben resi e divertenti, con una loro precisa personalità che magari in alcuni casi ancora aspetta di essere davvero approfondita dall'autrice.

Un opera insomma che non posso far altro che consigliare, piacevole da leggere e degna di essere riletta. Il mio voto preciso sarebbe un 7 e mezzo, ma dovendo scegliere ho optato per un mezzo voto regalato sulla fiducia.
Mi auguro solo che la Takahashi non renda anche questo manga una delle sue solite storie infinite, portandolo ad una conclusione almeno entro una ventina di uscite.


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The Dark Knight

Volumi letti: 10/40 --- Voto 6
Vorrei analizzare questo manga da due punti di vista, tecnico ed emotivo.

PUNTO DI VISTA TECNICO
Non è niente di innovativo, un manga alla Takahashi. Non esiste una vera propria trama, come per Ranma del resto. La narrazione è episodica e ciò permetterà alla mangaka di tirarla avanti all'infinito, questa cosa da un lato mi piace e dall'altro no. Sono abbastanza convinto che sia più un'operazione per far soldi e basta più che per avviare un nuovo "progetto" diciamo. Infatti, sfruttando il suo successo (meritato) la mangaka non si è preoccupata molto di cercare qualcosa di nuovo, e appunto il prodotto non è niente di che, se paragonato ai suoi precedenti lavori (tranne che per inuyasha, dove secondo me ha provato a sperimentare una trama seria con una narrazione episodica... fallimento sotto ogni punto di vista a mio parere).
Se dovessi basarmi solo su questo il mio voto sarebbe 4.

PUNTO DI VISTA EMOTIVO
Personalmente adoro lo stile della Takahashi. Il disegno lo trovo splendido, è così semplice ma allo stesso tempo efficace. Le battute riprendono quelle di Ranma (opera che ho adorato) e sono talmente semplici ed efficaci che ogni volta muoio dal ridere. Secondo me è proprio questo il punto di forza. Essendo un manga episodico si fa leggere volentieri senza impegno quando si ha voglia di rilassarsi.
Mi mancavano le storielle della Takahashi in fondo. E se da una parte sono convinto che non sia una grande opera dall'altra sono felice per questo "ritorno al passato".
voto 8

In totale gli do 6 per media (media un po' strana) ma non fatevi condizionare dai voti bassi o alti. Alla fine un manga riesce a far vivere sensazioni differenti in ognuno di noi ed è questo il bello. Ma se vi piace lo stile takahashi sono sicuro che apprezzerete anche se non lo adorerete.

CONCLUSIONI
Quindi se siete proprio scettici almeno i primi 2-3 numeri io ve lo consiglio ma solo dopo aver letto le prime opere della Takahashi (una su tutte "maison ikkoku", l'unica con un finale decente).


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chucknerdotaku92

Volumi letti: 8/40 --- Voto 9
Vedo che parecchie recensioni sono negative e francamente non ne vedo il perché. La trama è vero non è il top dell'originalità, ma la maggior parte dei manga ormai hanno similitudini fra di loro perchè il genere di combattimento e soprannaturale ormai spopola ed essi vanno a braccetto. La storia e i disegni sono naturalmente in stile Rumiko. È vero, Rinne assomiglia a Inuyasha, Ranma e Godai proprio come Sakura non è nient'altro che Kagome in treccine, ma è proprio questo il bello secondo me. La Takahashi ha dai lontani tempi di "Lamù" quello stile di disegno retrò che la caratterizza e che secondo me è sempre meno presente nel mondo dei manga che ormai sono ultra evoluti. I personaggi possono sembrare banali ma non è così, perché come nelle sue opere precedenti si svelano soltanto nel corso dell'opera e non quando entrano in scena. Fra le sue opere penso che questa sia una delle migliori e dal mio punto di vista è l'anello mancante fra "Ranma 1/2" e "Inuyasha" che sono due must del loro genere. Il bello della Takahashi è proprio questo suo vecchio stampo, la freschezza e la leggerezza delle storie che sono ben dosate fra umorismo, azione e quel romanticismo velato che solo lei sa descrivere così bene fra doppi sensi ed equivoci. Voto 9 a una delle mie opere preferite naturalmente di una delle mie mangaka preferite, che nonostante aspre e pungenti critiche è nota come la PRINCIPESSA DEI MANGA.


 5
Flop

Volumi letti: 7/40 --- Voto 4
Rumiko Takahashi è una leggenda per gli appassionati, la cosiddetta "principessa dei manga", e opere come Ranma, Lamù e Inuyasha sono pietre miliari, ma non si può dire lo stesso per Rinne.
Anzitutto è innegabile che la trama sia palesemente ispirata a Bleach: un giovane dai capelli rossi metà umano e metà shinigami (dio della morte) che combatte spiriti maligni e shinigami malvagi detti damashigami.
I primi capitoli della storia sono autoconclusivi, il che non è una cosa particolarmente apprezzabile, ma va bene per l'introduzione dei personaggi. La trama generale comincia a delinearsi sempre meglio dal quarto volume in poi, adesso passo ai personaggi.
Sul protagonista Ichigo, scusate, volevo dire Rinne, ho già fatto una breve introduzione, ma ci sono alcuni elementi originali: è povero in canna ed è costretto a fare lo shinigami per racimolare soldi, ostacolato da qualcuno della sua famiglia.
Sakura Mamiya è una ragazza con l'abilità di vedere i fantasmi (il che non riporta in alcun modo a Ichigo all'inizio di Bleach) che decide di aiutare Rinne nel suo lavoro. Lascio lavorare la vostra immaginazione su un eventuale coinvolgimento sentimentale fra i due.
Infine tra i personaggi troviamo Jumonji, un esorcista innamorato di Sakura, e Rokumon, un gatto-demone che aiuta Rinne nel suo lavoro.
I disegni sono il punto forte dell'opera, lo stile della Takahashi ha affascinato generazioni con la sua delicatezza, tuttavia bisogna precisare un'altra cosa: l'autrice ha spudoratamente copiato se stessa nei modelli dei personaggi di Inuyasha. Quando Sakura Mamiya scioglie le sue trecce diventa Kagome Higurashi, non credo ci sia bisogno di aggiungere altro.
Le gag dovrebbero essere un altro punto forte dell'opera, ma non sono molto divertenti e si tengono su un livello mediocre-sufficiente.
La definizione shonen per un manga del genere mi fa ridere, perché per quanto la Takahashi si tenga sempre a metà fra lo shonen e lo shojo mi rifiuto di definire ciò un manga di azione e combattimenti.
Il prezzo di 4,20 senza sovraccoperta della Star Comics direi che è giustificabile considerando la portata dell'autrice. In conclusione penso che questo manga presenti molti punti di deboli, ma tutto sommato può andare bene come lettura di svago senza troppe pretese, mi duole semplicemente che sia stato di bassissimo livello rispetto alle opere precedenti dell'autrice.


 2
heartmanga

Volumi letti: 6/40 --- Voto 7
Per il momento direi che 7 è un voto che si avvicina abbastanza alla mia valutazione di Rinne. Premetto in tutta onestà che adoro i lavori di Rumiko Takahashi. Detto questo, Rinne racconta la storia di un ragazzo/shinigami e di Sakura Mamiya co-protagonista (uguale a Kagome), che da bambina mentre era con sua nonna in montagna, scompare per una settimana nel nulla. Tornata alla sua vita di sempre, scopre la capacità di vedere le anime dei defunti vagare per il mondo. I due si uniranno ad altri personaggi secondari e attraverso divertenti avventure, condurranno queste anime turbate al Nirvana. Finora è molto più leggero rispetto a Inuyasha, offre gag davvero simpatiche e non cade mai nel tragico. Questo rende la lettura godibile e serena.
Indubbiamente lo consiglio e aspetto un eventuale serie anime, come è sempre stato per le opere di Takahashi.


 3
Grimmjow Jaegerjaques

Volumi letti: 7/40 --- Voto 7
Ed ecco a voi il ritorno di una delle più grandi mangaka della storia, la nostra grande Rumiko, la quale ci delizierà con una delle sue opere più recenti, "Kyoukai no Rinne", ovvero "Rinne del confine". La storia si basa su due coprotagonisti, Sakura Mamiya e Rinne Rokudo. Sakura Mamiya è una liceale che ha ottenuto fin da quando era bambina un potere extra sensoriale, con il quale è in grado di vedere i fantasmi. L'altro coprotagonista (Rinne Rokudo) è una sorta di shinigami ed anche un compagno di classe di Sakura Mamiya. All'avanzare della storia vedremo che i due collaboreranno insieme per poter aiutare le anime a reincarnarsi e verranno introdotti oltre a loro molti altri personaggi bizzarri e singolari, con il quale si ritroveranno a lavorare. Sono rimasto un pò deluso dal fatto che questo manga arrivi molto a rilento in Italia. Comunque sono molto soddisfatto della trama perchè mi suscita molto interesse e curiosità, ed è pure molto piacevole e scorrevole. In definitiva il voto medio per questo manga è sette, sperando che possa aumentare man mano che la storia prosegue.


 5
irishman

Volumi letti: 1/40 --- Voto 5
Adoro la Takahashi... questo è il mio incipit, doveroso per far capire che comunque chi scrive è sempre stato un estimatore della "Regina dei manga".
Ecco quindi che dopo aver amato alla follia Lamù, aver apprezzato (anche se non con entusiasmo eccezionale) Ranma, aver inserito Maison Ikkoku nella mia Top ten, e aver letto con discreto interesse Inuyasha, ho appreso con piacere dell'arrivo nelle nostre edicole di questo nuovo lavoro di Rumiko.
Arrivato però alla conclusione del primo volume sono rimasto con l'amaro sapore della delusione in bocca, delusione che mi ha fatto decidere (per la prima volta nel caso della Takahashi) di droppare la serie senza neanche concedere una chance al secondo volume.
Perchè una decisione tanto drastica?
Come hanno già detto altri utenti che non hanno apprezzato il titolo, la storia sa di già visto: l'analisi per cui ci si trova di fronte ad un Inuyasha ambientato in era moderna penso sia la più azzeccata.
Avevo avuto il timore, quando avevo letto la trama stringata, che questo rischio potesse verificarsi, ma bene o male Rumiko era sempre riuscita a tirar fuori qualcosa di sorprendente dal cilindro, qualcosa che, nonostante alcune delle opere precedenti non le avessi trovate "perfette" come Maison Ikkoku, comunque mi aveva spinto a continuare la lettura e a completare le serie.
Invece ho trovato questo primo albo piatto, affatto stimolante.
I disegni sono quelli soliti della Takahashi (nessuna evoluzione durante tutta la carriera) cosa che se poteva passare in secondo piano in opere di maggior spessore, qui si nota eccome.
Personaggi fin troppo simili a quelli dell'opera precedente,gag scontate ... insomma stimolo a continuare zero.
Mi spiace stroncarlo così duramente con questo mio giudizio (gli assegno un 5 perchè non me la sento di dare un voto più basso a una storia di cui ho letto solo il primo albo) ma stavolta Rumiko ha dimenticato la bacchetta magica nel cassetto della scrivania ...


 2
GeassOfLelouch

Volumi letti: 3/40 --- Voto 8
Rinne è un manga in corso d'opera della notissima Rumiko Takahashi di genere avventura soprannaturale.
Rinne parla di Sakura Mamiya, una liceale che, in seguito a essere scomparsa da bambina per alcuni giorni, riesce a vedere i fantasmi.
Un giorno la liceale fa la conoscenza del nuovo trasferito Rinne che possiede la duplice natura di persona umana e spirito. Infatti egli è una sorta di shinigami il cui scopo è di portare gli spiriti che non vogliono lasciare la terra verso una grande ruota della reincarnazione che appare in cielo.
Il ragazzo infatti, grazie al suo speciale mantello, riesce a diventare shinigami e quindi a compiere i suoi doveri che furono assolti anche da sua nonna, la shinigami che salvò Sakura da piccola ingannata da uno spirito malvagio.

Spesso gli umani sono tratti in inganno da spiriti maligni che li portano al cospetto della grande ruota donando loro una morte prematura. Infatti la ragazza non deve avvicinarsi troppo alla grande ruota poiché altrimenti verrebbe irradiata da un'aura di pace e sarebbe contenta di morire e di reincarnarsi prima del tempo.
Ma oltre a questa componente drammatica e meditativa, le gag e le risate non mancano affatto: le tipiche situazioni dell'essere spaventati da un fantasma o di credere che uno di essi risieda di notte nelle aule dell'ala vecchia del liceo sono onnipresenti.
Simpatico è anche il fatto che Rinne è senza un soldo e non compia il suo lavoro senza una retribuzione in denaro o cibo: infatti ben presto nel giardino della scuola sorgerà una cassetta delle lettere dentro la quale chiedere i propri propositi pagando.

La storia di fondo non è affatto originale, ma è una falsa riga di Inu Yasha, nonostante le gag e la serietà delle tematiche la rendano godibile, divertente e impegnata allo stesso tempo.
I disegni e il tratto sono quelli tipici della Takahashi: dolci e approssimativi.
I personaggi hanno caratteri forti, decisi e spesso in contrasto fra loro, caratteristica insolita per l'autrice, ma comunque stereotipata. Le tematiche della morte, della reincarnazione sono profonde e danno molti spunti di riflessione visti nell'ottica dell'opera nei momenti seri.

Quindi un voto positivo, Rinne, se lo merita: ha ottimi spunti e le speranze che scada in un nulla sono vanificate dalla componente seriosa di fondo che pervade l'opera.
Voto: 8.


 2
Eretria90

Volumi letti: 7/40 --- Voto 8
Ed ecco l'ultima serie della "Regina" Rumiko Takahashi. Si tratta nuovamente di uno shounen avventuroso, magico e con un pizzico di sano umorismo - che contraddistingue da sempre le opere di questa autrice.
L'edizione della Star Comics è apprezzabile. Infatti pur mantenendo una certa semplicità, il volumetto ha una consistenza abbastanza salda e spessa.
Un po' deludente è invece il tratto artistico di questa mangaka - premetto che la AMO, è la mia preferita, e trovo che inserisca sempre fattori deliziosi nelle sue storie, e non a caso ha un bel gruppo di suoi sostenitori fedeli in ogni caso e in ogni genere di storia che lei proponga. Purtroppo bisogna ammettere che col tempo perde graficamente. Sarà la noia, ma diventa sempre meno particolareggiata o sfumata. Ormai gli sfondi vagano in un bianco che non dà nemmeno l'idea di rilievo con le opportune ombre, retine e altre tecniche che ci si aspetterebbe si affinassero in un'autrice di un certo calibro.
Il paragone con le pagine di altri suoi lavori è inevitabile ed è palese che il lavoro grafico va scemando col tempo. In questa serie è al suo apice! Il chara è spigoloso e decisamente più freddo a dispetto delle dolci figure di Kyoko e Akane - rispettivamente di Maison Ikkoku e Ranma 1/2.

Volendo eclissare sul tasto dolente riguardante la svalutazione del design delle sue opere, parliamo allora della storia che fin dai primi capitoli arriva al nocciolo: Sakura è in grado di vedere i fantasmi, abilità quanto mai insolita che stupisce anche Rinne, un mezzo shinigami il cui compito (al fine di smaltire un debito di famiglia) è di far raggiungere il Nirvana a tali anime che hanno smarrito la strada.
I due protagonisti sono anche compagni di classe e presto diventano compagni d'avventure e amici. Insieme incontreranno nuovi personaggi ed innumerevoli casi da risolvere.

Finora gli episodi sono carini, la storia dietro ad ogni personaggio si lascia scoprire pian piano ed ha molti elementi d'originalità. Pur comprendendo senza problemi il meccanismo di questo mondo ultraterreno, una domanda di fondo c'è: qual'è il senso, o l'obbiettivo ultimo, di questa storia?
Insomma si pensa già al finale, visto e considerato che è stato spesso argomento di discussione per i lettori della Takahashi. Non si ha un Naraku in questo racconto (nemico leggendario di Inuyasha) né si ha un fine propriamente romantico in questa trama (come per Maison Ikkoku). Allora dove andrà a parare questa storia?

Lasciando questi dubbi alle spalle, chi legge Kyoukai no Rinne potrà godere delle sue ottime gag, del sarcasmo e delle invenzioni narrative al suo interno. Credo ci sia ancora tanto che Rinne possa dare e spero che quest'ultimo diventi sempre più coinvolgente, e lasci dietro di sé un buon ricordo.


 5
Kekku

Volumi letti: 1/40 --- Voto 4
Eccomi qua ad abbassare la media di questo manga.
Ho deciso di comprarlo perché non potevo perdermi un fumetto di Rumiko Takahashi, la "regina dei manga". E invece mi ha deluso tantissimo.
È la copia di Inuyasha, solo che la storia è ambientata in epoca moderna e i personaggi hanno nomi diversi. Tutto qui. Mi è sembrato inutile collezionarlo anche perchè già conosco la storia di Inuyasha. La Takahashi sta perdendo colpi.
Metto 4 solo perché i disegni sono carini. Assolutamente sconsigliato a chi già conosce le altre opere dell'autrice.


 7
Sango76

Volumi letti: 8/40 --- Voto 8
Condivido qui con tutti voi la mia recensione, da me già pubblicata nel mio sito tempo fa.
Con quest'opera l'autrice originaria di Niigata torna alla forma con la quale ha esordito in Urusei Yatsura - Lamù, ovvero manga a struttura episodica costituiti da singoli eventi in parte indipendenti dalla trama principale alla quale però sono collegati attraverso le qualità o l'attività dei protagonisti. Il risultato è che la trama principale non viene sviluppata e approfondita come nel caso per esempio di Maison Ikkoku o Inu Yasha, ma si dipana più lentamente e meno marcatamente nel corso delle varie avventure che coinvolgono i personaggi principali.
Il genere dell'opera, grazie proprio a questa sua struttura, è un po' più "leggero" e comico, più simile a quello di Lamù e Ranma ½. Non raggiunge le punte di comicità esilarante e talvolta un po' assurda di Lamù, né i momenti di comicità intensa di Ranma ½, ma è comunque decisamente comico e divertente; per certi versi si tratta di una comicità più adulta o raffinata e senza dubbio non è il carattere esclusivo dell'opera, che è piuttosto composita nella forma e nei temi che sviluppa. Diciamo che è una comicità spesso e volentieri velata da un alone di mistero che riguarda le singole avventure che i protagonisti si trovano ad affrontare.
Come spesso accade con le opere della Takahashi non è facile etichettarlo con una delle categorie canoniche di manga (shōjo, shōnen, seinen, ecc.), perché presenta caratteristiche che possono essere tipiche di diversi generi di manga; diciamo che potrebbe essere definito forse come uno shōnen, in cui però la componente sentimentale non è marginale; il soggetto è comunque di tipo soprannaturale, con tutto ciò che questo comporta (vedi sotto).

La storia ha inizio con i ricordi un po' sfuocati di Mamiya Sakura, una ragazza di prima superiore che da piccola ha vissuto una strana avventura: scomparve per circa una settimana, vagando per i boschi della montagna dietro casa di sua nonna e il suo spirito per qualche motivo si separò del corpo varcando il confine tra il mondo dei morti e quello dei vivi. La sua anima fu riportata indietro da una donna alla quale Sakura si rivolge appellandola oba-chan, "zia", ma che in realtà non conosceva. Quest'esperienza avrà due conseguenze fondamentali nella vita di Sakura: da quel momento lei sarà in grado di vedere spiriti, fantasmi, anime vaganti. Oltre a ciò, l'evento e le sue conseguenze legano il destino di Sakura a quello di un suo compagno di scuola, una persona che all'inizio della storia lei ancora non conosce, perché dall'inizio delle lezioni non si è mai fatto vedere a lezione: si tratta del suo vicino di banco, Rokudō Rinne. Rinne è il protagonista della storia, un ragazzo per metà umano e per metà shinigami che si trova costretto dalle circostanze familiari a vivere sulla terra e lavorare come traghettatore di anime per ripagare il debito di famiglia che per quanto ne sappiamo all'inizio della storia gli è stato lasciato in eredità dalla nonna, una shinigami che si invaghì di un umano quando questi era in punto di morte, lo salvò dal trapasso e poi lo sposò. Questa donna, di nome Tamako, non è altri che la donna che riaccompagnò l'anima di Sakura nel mondo dei vivi.
L'incontro tra Sakura e Rinne segna l'inizio di un rapporto di tacita collaborazione tra i due nei casi di anime, fantasmi e spiriti che Rinne deve traghettare nell'altro mondo perché possano prendere la ruota di Samsara, ovvero immettersi nel ciclo della reincarnazione. La capacità di Sakura di vedere gli spiriti sarà di non poco aiuto a Rinne, che trarrà beneficio nel suo lavoro soprattutto dal carattere calmo e pacato di Sakura, e dal suo tatto femminile. I due saranno inoltre accompagnati nelle loro imprese dal fedele servitore/aiutante a contratto di Rinne, ovvero Rokumon, un simpaticissimo bakeneko dal volto umano, che ha spiccate doti di perspicacia, intelligenza e a volte saggezza, e che però dà anche un contributo molto comico e divertente all'opera! La storia si arricchirà poi di altri personaggi fissi, come Jūmonji Tsubasa, un esorcista capace quindi anche lui di vedere gli spiriti, ma concentrato più nella loro eliminazione con le ceneri sacre che interessato ad interagire e dialogare con loro come fanno Rinne e Sakura. Si invaghisce di Sakura e si trasferisce nella sua scuola, tentando in ogni modo di conquistare l'attenzione e l'affetto della ragazza, ma in realtà qualcosa sembra essersi già instaurato tra Sakura e Rinne…

Sebbene questo nuovo manga della Takahashi si presenti come Ranma e Lamù in forma di storia con cornice, ovvero una trama principale poco sviluppata attorno alla quale gravitano brevi storie ed episodi, e con le due opere condivida un tono generale di leggerezza e comicità, in realtà Kyōkai no RINNE affronta e sviluppa anche temi piuttosto impegnativi, in particolare quello del Buddhismo, che infonde tutta l'opera, da titolo e sottotitolo fino all'attività che svolgono i personaggi e al nome del protagonista in particolare.
Kyōkai no RINNE significa "Rinne del confine": il confine in questione è quello che divide il mondo dei vivi e quello dei morti, ovvero il campo di azione dell'attività di Rinne, che deve aiutare le anime dei morti a passare dal mondo dei vivi in quello dei morti e guidarli quindi verso la ruota di Samsara, ovvero la ruota dell'esistenza, dell'eterno ciclo di nascita e morte. Ed infatti in giapponese la parola rinne fa capo alla religione Buddhista, e ha due scritture e due significati: 輪回(rinne), col significato di "trasmigrazione delle anime" e 輪廻 (rinne) che significa invece eterno ciclo dell'esistenza, è quindi in questo caso un sinonimo di saṃsāra. Rinne esiste però anche come nome proprio di persona, ed è sicuramente a questo che fa riferimento il titolo che mi pare tutto dedicato al nostro protagonista dai capelli rosso fuoco. Il sottotitolo del manga, Circle of Reincarnation (significativamente scritto in inglese), rende esplicito il legame del protagonista, Rinne, con la religione e la dottrina Buddhista; il suo nome contiene infatti nel suo suono entrambi i significati della parola rinne e in questo modo definisce il duplice compito del nostro protagonista: aiutare le anime a compiere la trasmigrazione e quindi a raggiungere la ruota di Samsara. Il cognome di Rinne, Rokudō, è altrettanto legato al Buddhismo: indica infatti i sei mondi o sei regni (roku significa "sei", dō significa "vie, sentieri" verso altrettanti mondi) del Buddhismo Mahayana (il Buddhismo a cui fa capo quello giapponese), nei quali l'anima che vaga nel saṃsāra si può reincarnare.

Il manga non impone mai la tematica buddhista che potrebbe non risultare così allettante e divertente per i lettori, ma essa aleggia sempre sul sottofondo dell'opera, e non si può non tenerne conto per comprendere certi fatti. Un'informazione utile a questo riguardo è rappresentata dal fatto che in Giappone tutto ciò che riguarda la morte e il destino tanto del corpo quanto dell'anima dal momento della morte in poi è appannaggio esclusivo del Buddhismo; per tradizione infatti, la cultura giapponese, originariamente solo scintoista, rifiuta anche solo l'idea della morte e della decomposizione che ad essa è associata. Questo spiega perché il tema del Buddhismo sia così forte in un'opera che ha come storia quella di uno shinigami che si occupa di traghettare le anime dei morti nell'altro mondo.

I disegni di questo manga esprimono fin da subito l'evoluzione artistica che la Takahashi aveva già mostrato nella parte finale di Inu Yasha: le linee sono meno morbide e più spigolose, più simili alle caratterizzazioni animate, e sono per questo sicuramente più attraenti per il pubblico.
I personaggi sono come sempre molto ben caratterizzati dall'autrice: e sebbene fisicamente ricordino personaggi di altre opere precedenti (mi chiedo come e perché non dovrebbe essere così, visto che la disegnatrice è la stessa e il suo stile è quello), la loro personalità è comunque originale e non sono dei doppioni di personaggi già visti, così come l'opera non è un doppione di altre opere, che siano della stessa autrice o di altri autori.
Il tema soprannaturale e quello della figura dello shinigami in particolare sembrano essere un po' inflazionati ultimamente nel mondo di manga e anime, e questo ha dato adito a critiche nei confronti di questo manga tacciandolo di poca originalità e di aver "copiato" da altri manga in corso che trattano gli stessi temi. Evitando di sbilanciarmi in giudizi che aprirebbero solo polemiche che, lo so per esperienza, degenererebbero in insulti e chissà che altro, mi limito a fare alcune considerazioni in merito alla questione. Il tema del soprannaturale affascina l'uomo fin dall'inizio dell'umanità, non è certo un fatto nuovo, semmai il contrario. Ma al di là di questo, è indubbio che i mangaka seguano il gusto del pubblico quando scrivono una storia, e quindi se il genere soprannaturale "tira", come si dice in gergo editoriale, è quasi inevitabile immettersi nel flusso di questo mercato. La Takahashi si è sempre dimostrata donna molto concreta in questo senso. Però lei ha decisamente una marcia in più rispetto a molti suoi colleghi. Alcuni manga di successo che trattano questi temi sono in realtà di qualità piuttosto mediocre e sono accozzaglie di scopiazzature da altre opere più originali; le opere della Takahashi sono opere sempre ben studiate e costruite: l'autrice inserisce sempre con perfetta e bilanciata misura elementi, motivi e temi della cultura, della tradizione e della società giapponese nelle sue opere, e anche il tema della morte, della rinascita e della figura dello shinigami sono trattati in questo manga in maniera sapiente, mai scontata o banale.

Il mio voto per ora è 8,5, anche se non ci sono i mezzi punti e ho selezionato quindi l'8, ma se si considera che per me 10 è il manga perfetto, direi che 8,5 è un voto molto alto.
È un manga a cui ci si deve approcciare con mente sgombra da preconcetti e pregiudizi e semplicemente goderselo.

Utente970

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Utente970

Volumi letti: 1/40 --- Voto 7
Recuperato il secondo volume per curiosità ed affetto nell'autrice, ma alla fine l'ho letto un po' svogliatamente. Il protagonista in effetti viene percepito come un derivato moroso e svogliato di Inuyasha, che a sua volta era una rielaborazione romantica di Ranma. Ci vorrebbe qualcosa di diverso ormai, non necessariamente come Moroboshi, ma comunque di diverso impatto. L'opera in sé non è male, ma sinceramente il mondo spirituale dell'oriente, fatto di reincarnazioni e credenze così diverse dalle nostre, che vanificano un'intera esistenza, non hanno mai avuto molta attrattiva per me, oltretutto, pur non mancando alcuni momenti e personaggi sopra le righe, sento decisamente troppo la mancata, massiccia presenza, di amici e antagonisti takahashiani, folli e fisicamente più particolareggiati della (un tempo poca) gente comune. Si comincia a intravedere qualche rivale più interessante, ma non più di tanto, ed in generale i clienti dello Shinigami non hanno (volutamente) molto impatto, e se ciò va bene per un monografico di storie brevi di vita quotidiana diversamente non funziona per una testata dalla storia fantasiosa, continua ed ipoteticamente longeva, anche perché l'uso del pennello dona loro una sorta di eleganza che li rende in qualche modo noiosi già a prima vista. Capisco che dovendo essere i committenti sempre diversi tra loro, renderli tutti memorabili sarebbe un impegno non da poco, ma l'autrice ha dimostrato decenni fa di esserne capacissima e visto il taglio più serio dell'opera non ne pretenderei nemmeno la stessa quantità. In ogni caso il manga è solo all'inizio e di possibilità ne ha parecchie, ma per il suo contesto spiritico, di cui ho già fatto il pieno con l'opera precedente (e che in questo caso trovo più irritante), non penso di continuarne la lettura.


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__HellGirl__

Volumi letti: 2/40 --- Voto 7
Kyoukai no Rinne, meglio conosciuto in Italia come "Rinne", è un manga di genere shounen nato nel 2009 grazie alla famosa autrice Rumiko Takashi; attualmente comprende otto volumi ed è ancora in corso.

La storia ruota attorno a Sakura Mamiya, una ragazza normale come tutte le sue compagne di classe, se non per una differenza abissale: a causa di un episodio della sua infanzia, riesce non solo a vedere gli spiriti, ma desidererebbe essere lasciata anche in pace da loro!
Uno studente della sua stessa classe non è mai presente, e l'unica volta che lo incontrerà, scoprirà un fatto molto interessante...

Il più grande lato negativo di questo manga è, sicuramente, il tempo d'uscita dei volumi in Italia. A causa di questa lentezza non si riesce, a mio parere, a seguire in modo continuo la storia, e all'uscita di un nuovo albo si tende a scordare o ad avere un black-out di ciò che era avvenuto.
Se ho menzionato il lato negativo ora è il turno di quello positivo, anche se non ve ne è solo uno: grazie al suo sarcasmo, all'ironia, Rinne risulta essere un manga molto spiritoso, così come tutte le altre serie della Takashi.
Per quanto riguarda il tratto, beh, il disegno è piacevole, peccato che somigli in modo impressionante a qualsiasi altra storia già pubblicata dall'autrice. Questo punto a sfavore, purtroppo, fa sì che i personaggi, gli ambienti, spesso ricordino fin troppo opere come Inuyasha, Urusei Yatsura o Maison Ikkoku.
Dati i pochi albi usciti, Rinne, non sembra presentare attualmente una grande storia, ma sperando nell'uscita di ulteriori volumi ed una maggiore velocità nella pubblicazione di essi, spero che col tempo riesca a prendere una piega migliore.
È vero che è riuscito a divertirmi, non sento di dovermi smentire nel dire che Rinne non sarà da meno delle altre opere della sensei, però, per quanto possa ora dare un giudizio, confido in un miglioramento per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi ed a una maggiore attenzione al filone della storia.

In conclusione, il mio voto è 7, e se avete apprezzato il lavoro di questa autrice molto probabilmente non vi deluderà, almeno non con Rinne.

simone

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simone

Volumi letti: 2/40 --- Voto 8
Ho appena finito di leggere il secondo numero di Rinne e devo dire che la storia mi sta piacendo molto. Gli do 8 perché dopo il pessimo Inuyasha mi pare che l'autrice si stia riprendendo.
La trama non è originale ma dissento con chi dice che non ci sono spunti divertenti, ovviamente essendo all'inizio non si può sapere come verrà sviluppata e soprattutto quali bizzarri personaggi verranno inseriti, ma sono convinto che la principessa dei manga non ci deluderà, perciò appuntamento ad ottobre per il terzo numero.


 4
Kid Icarus

Volumi letti: 1/40 --- Voto 7
Amo Rumiko Takahashi per tutti i magnifici capolavori che ci ha donato durante la sua carriera, tutti fortemente presenti nella mia "carriera" da lettore di manga sin dall'inizio. Ho apprezzato tutti i suoi lavori, alcuni più di altri ma sempre ottimi. Non stavo nella pelle quando sentii la notizia di questo suo nuovo lavoro e lo acquistai subito appena venne tradotto. Iniziai a leggerlo con aspettative forse troppo alte che vennero subito infrante. Mi trovai di fronte un prodotto mediocre, poco divertente e poco attrattivo. Capitolo dopo capitolo mi chiedevo dove fosse finita la regina dei manga.

Sui disegni non si può dire nulla, sempre magnifici, sempre con lo stile inconfondibile di Rumiko che si è un po' modernizzata nel tratto per stare a passo coi tempi, ogni tavola è un piccolo gioiello. La storia invece non decolla affatto, sa tanto di già visto fin dall'inizio, non ci sono spunti narrativi che ti invogliano a proseguire con la lettura, non ci sono ne enigmi ne scene divertenti, è tutto troppo piatto. Speriamo che sia solo un piccolo incidente di percorso e che la Sensei torni in grande stile con i prossimi volumi. I disegni sono ottimi mentre la storia davvero non raggiunge la sufficienza, a questo volume do dunque 7 con grande rammarico e delusione. Spero veramente che con il prossimo volume la storia decolli. Non deluderci Rumiko!


 8
Deidara_San

Volumi letti: 1/40 --- Voto 7
Lo trovo piuttosto gradevole, anche se per ora ho letto solo un volume. La storia di per sé non è originalissima: un mezzo shinigami che deve condurre le anime al nirvana. Beh, un po' alla Bleach. La trama però promette bene, i personaggi sono abbastanza caratterizzati, a parte Sakura che mi ricorda troppo Kagome: gentile, dolce, timorosa. Ma, complessivamente, la storia è scorrevole e i disegni sono molto carini, anche se sanno un po' di già visto. Non certo bello come Maison Ikkoku, Inuyasha o Ranma 1/2, ma dopo tutto dal primo numero non è che si capisca molto. Dato che mi ha incuriosita e non mi dispiace, si merita un 7 al momento


 8
stronger

Volumi letti: 1/40 --- Voto 7
Solitamente dopo aver letto un unico volume non si è ancora in grado di poter fare una recensione, io anzi le chiamerei "prime impressioni". Ebbene queste prime impressioni su Rinne per me sono state molto positive. La storia non sembra nulla di trascendentale o di mai visto, ma allo stesso tempo la lettura resta molto molto godibile.
Non avevo letto ancora nulla della Takahashi ma devo ammettere che i disegni mi piacciono molto. Nel primo volume sono gettate le basi per una trama che promette bene. L'edizione Star Comics è impeccabile come sempre.
Per ora consigliato!

GIGIO

Volumi letti: 1/40 --- Voto 4
È giunta l'ora anche per la Rumiko nazionale di cominciare a fare le pratiche per la pensione. Non so se interromperò il manga (sarebbe il primo in 20 anni della Takahashi) però sono molto tentato. Avevo resistito in Inuyasha a fatica ma questa volta non resistevo più dopo 1 solo numero. Credo fortemente che il problema di questo manga sia l'età della scrittrice, la quale non riesce a stare al passo con l'epoca moderna. Ci sta, io stesso ammiro lo stile "antico" rispetto ad un più moderno gotico ecc., il problema qui è che il manga sembra "vecchio" già dalla copertina. Vecchio di già visto e rivisto.

La trama è di un piatto assurdo. Non c'è in sostanza storia se non quella che riuscirei a pensare migliore in 5/10 minuti di puro concentramento. Una ragazza che vede i fantasmi? Molto originale! Se non fosse stato di Rumiko Takahashi non lo avrei nemmeno provato. Però mi dico "proviamo" sperando di vedere una nuova Takahashi, una sua evoluzione. Invece no. Sempre lei, come era sempre lei in Inuyasha, solo che ora comincia ad annoiare "il solito". Solito manga, episodico, nemico, invincibile, un colpo (forse 2), sparito, gag finale. È da sbadigli questa formula, c'era in Lamù, c'era in Ranma, c'era in Inuyasha. Provare a fare un manga lineare una volta?

Non parlerei dei disegni ma forse quel genere di scontri si potevano vedere in Ranma secoli fa, si potevano rivedere in InuYasha 5 anni fa, ma non li si possono riproporre ancora identici nel 2011. Scontri statici, non c'è "movimento", zero espressioni, sembrano bozze, non disegni. Un fondale si può disegnare, una scenografia... Passiamo ai personaggi, Sakura ha le trecce, Akane non le aveva mentre Kykyo aveva i capelli lunghi. Idem per il protagonista maschile. Oltre queste differenze non vedo cambiamenti. Non solo grafici o fisici ma anche a livello di personalità. Scommetto che alla fine il personaggio rude e scorbutico del protagonista affascinerà la ragazza, la quale in uno dei tanti episodi sarà in seria difficoltà, lui la salva e si innamorano a vicenda. Vi ricorda qualcosa? Sì, un manga della Takahashi qualsiasi. Ora forse ho bacchettato troppo questa autrice però che cerchi un po' di originalità come fece con Maison Ikkoku, cioè crei un manga "diverso", un manga che dia al lettore qualcosa in più di quello che non abbia già dato precedentemente. Altrimenti il consiglio è quello della prima riga.

Riccardo80

Volumi letti: 8/40 --- Voto 9
È tornata la Takahashi! Quella vera e non il suo clone senza idee di Inuyasha. La Takahashi è una mangaka geniale specializzata in una cosa: creazione di commedie con personaggi simpatici e gag assurde nel quotidiano.
Non me ne voglia chi l'ha conosciuta con Inuyasha, ma quel manga non le rendeva completamente giustizia.
In Rinne invece vediamo ciò che sa fare meglio: presa in giro di un tema come quello degli shinigami, che sa stravolgere e renderlo assurdo come solo sa fare lei, una combriccola di personaggi davvero interessante e diversa anche da ciò che ci aveva abituati.

Rinne sempre alle prese con povertà e un lavoro da shinigami decisamente poco semplice; Sakura è un personaggio atipicissimo per la sensei, abituata a protagoniste femminili molto più irruenti (Lamù e Akane vi suggeriscono nulla?); poi abbiamo Ageha, simpaticissima rivale, e altri come Masato, che vorrebbe essere il Naraku della situazione ma non ci riesce, o Sabato, il padre più stronzo che la Takahashi abbia mai creato, al suo confronto persino il padre di Ryunosuke in Lamù o Genma Saotome sembrano dei santerellini.

Il manga si basa, come Ranma, su saghette brevi di pochi capitoli, il che permette alla Takahashi di poter usare le gag di cui è maestra.
Temevo che dopo Inuyasha la Takahashi potesse avere penuria di idee e all'inizio ero scettico su un suo possibile lavoro ma con Rinne mi pare che sia tornata quella dei bei tempi. Davvero una bella notizia e un bel manga!


 5
Mashiro Moritaka

Volumi letti: 1/40 --- Voto 7
Sinceramente non amo la Takahashi, però questo manga è molto sopra la media delle sue opere, anche se la trama è molto simile a manga e anime molto famosi, un esempio semplice è Bleach. Non è da me comunque recensire un manga dopo aver letto solo il primo volume, però la tentazione è tantissima, perché questo manga può ingannare.

Non essendo un amante della Takahashi e non avendo apprezzato Inuyasha, decisi di prendere questo manga dopo un giorno di riflessione. Sinceramente non me ne sono ne pentito, ne sono tanto felice. Il motivo è questo: una trama simile è stata già proposta svariate volte da vari mangaka, ma Rinne riesce ad essere apprezzabile nonostante la scarsa originalità. La trama infatti parla di una ragazza che riesce a vedere i fantasmi, poi un giorno a scuola incontra uno shinigami...

Lo stile grafico della Takahashi rimane molto simile a quello visto in Inuyasha, tanto che il charter design dei protagonisti delle due serie è parecchio simile. Gli sfondi sono modesti. Un complimento però è doveroso per le divise scolastiche, che io adorato sia Inuyasha che in Rinne.
Consiglio però di non paragonare mai queste due serie perché sono molte differenti. Non so se consigliarlo o no.

emilio_ma83

Volumi letti: 5/40 --- Voto 9
Oh, non c'è niente da fare, la nostra sensei non fallisce mai un colpo e sforna capolavori uno dopo l'altro. Mi stupisco sempre di più della regina dei manga, finisce un capolavoro e ne inizia un altro senza prendersi chissà che pause! Dopo il grande Inuyasha arriva Kyoukai no Rinne.
La storia parla di un ragazzo di nome Rinne che dice di essere una "sorta" di shinigami, ma anche una sorta di essere umano, e di una ragazza di nome Sakura che quand'era bambina, perdendosi in montagna mentre era con sua nonna, scompare per una settimana senza ricordare nulla di cosa le è successo. Al suo ritorno si ritrova con la singolare capacità di vedere i fantasmi. Non vi dico altro per non rovinarvi la sorpresa.

Da come si può facilmente intuire, questo manga racconta di storie per lo più rivolte sul genere fantasmagorico. Il disegno è come sempre straordinario da vedere, e ha quel tocco che differisce, seppur di poco, dalle precedenti opere. I volti dei protagonisti mi ricordano Ranma e Kagome, tuttavia basta leggere poco per capire che questi personaggi hanno una caratterizzazione molto diversa. Le gag sono sempre eccellenti, originali e, consentitemi, "maestose", lo stesso si può dire per le trame che compongono i capitoli, sempre affascinanti e intrisi di miti giapponesi come ormai ci ha da sempre abituati l'autrice. Fino ad ora ho letto 61 capitoli (5 volumi e i restanti capitoli non ancora raccolti in tankobon) e si è rivelato molto appassionante e la strada è solo in salita, sicuramente è ancora presto per dirlo, ma non mi stupirebbe se Kyokai no Rinne divenisse l'ennesimo capolavoro della Takahashi, e quindi si spera accompagnato da una serie animata.
Se vi sono piaciuti i suoi fumetti precedenti, è d'obbligo leggere questo! Speriamo arrivi presto in Italia.

Emi-chan

Volumi letti: 5/40 --- Voto 8
Francamente non sono d'accordo coi giudizi negativi, che al massimo potrebbero adattarsi ai primi tre-quattro capitoli o al fuorviante trailer animato. Arrivati al 54° capitolo, ritengo che Rinne sia un'opera notevolmente più interessante di Inuyasha proprio per le strade "alternative" che la Takahashi sta battendo rispetto ai suoi schemi tipici.
Abbiamo due protagonisti dal carattere _completamente_ diverso rispetto al solito, il cui rapporto si sta evolvendo in maniera del tutto naturale: niente odio/amore e nessuna passione a prima vista, ma sincerità nell'analisi e nell'espressione dei propri sentimenti. Persino il "gattino" non è la famigerata mascotte rompiscatole in stile Ten/Shippo, ma un servitorello sveglio, fedele e utile oltre che kawaii. Le gag sono sempre più spesso basate sul metafumetto "adachiano", una tecnica che la Takahashi non aveva adoperato quasi mai. Non ci sono capitoli autoconclusivi, ma minisaghe di tre-quattro capitoli gestite con un buon ritmo: niente allungamenti inutili o combattimenti infiniti, anzi, di combattimenti finora ne abbiamo visti decisamente pochi; è il vantaggio di avere due protagonisti che, una volta tanto, riflettono prima di agire. L'ambientazione "shinigamica" è adoperata (oltre che per la creazione di aggeggi stravaganti) soprattutto per una sorta di satira sociale che spesso diventa riflessione malinconica, e anche questo è insolito per uno shonen takahashiano, dal momento che finora la Takahashi riservava certe atmosfere alle sue storie seinen. Come continuità rispetto al passato c'è il fantastico (si fa per dire) Sabato, la quintessenza dei Padri Sciagurati takahashiani, che ogni volta supera (in peggio) le mie aspettative!
In definitiva, Rinne mi ha colpita così favorevolmente che ho scelto Sakura come avatar... una ragazza razionale, quieta e indecifrabile, che nel momento del bisogno non si limita a farsi salvare dall'eroe ma riesce a trarsi d'impaccio da sola e a fornire un utile contributo grazie al suo buon senso.

RyOGo

Volumi letti: 2/40 --- Voto 1
Solitamente sono molto, molto largo a dare voti, dando facilmente 10 a ogni opera che riesce ad essere adatta al suo pubblico in tutto e per tutto, quindi come mai questa volta stronco in pieno un manga di un mito vivente? Andiamo per ordine...
Non sono tra quelli che cerca per forza l'originalità in ogni trama, può essere un cliché ma comunque portato avanti bene, ma qui vediamo l'incipit di Ushio & Tora e di Bleach copiati spudoratamente, e se ciò sarebbe perdonabile a dei mangaka alle prime armi, certamente non lo è per chi ogni volta si inventò sempre delle storie totalmente originali e convincenti. Dicevo, fosse sviluppata bene non sarebbe un problema, purtroppo qui lo sviluppo non esiste, sono solo capitoli autoconclusivi che annoiano il lettore, magari si può apprezzare qualche riferimento shintoistico, ma mi sembra troppo poco.
Ciò che si ama della Takahashi sono le gag, credo che tutti i fans storici mi diano ragione, allora perché questa volta sono così banali, prevedibili e già utilizzate nelle opere passate? Insomma, faccio fatica a trovare un solo punto a favore in questo manga, anche come disegni, non ha fatto la solita cavolata di disegnare senza impegno all'inizio per poi migliorare perché ormai il lavoro sicuro ce l'ha per anni, è che sa già che una porcheria simile piacerà sicuramente ai fans di Inuyasha, per loro cresciuti con quel manga gli sembrerà tutto nuovo, ed ecco i soldi facili.
Volevo mettergli almeno 2, in fondo il gattino è carino, ma poi ripenso a Kyoko-chan e a Shampoo...
1, e più lo leggo più me ne convinco.