Tomino la Dannata
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L’inquietante freak show del signor Arashi torna in una nuova edizione Coconino Press
Durante gli anni '80, all’apice dello sviluppo economico, i generi horror ed erotico invadono il mercato dell'home video in Giappone (grazie anche al boom delle VHS) ma in questo periodo non è tanto nel cinema quanto in un medium tradizionale come il manga che possiamo trovare la quintessenza dell’erotico-grottesco, la fusione più sorprendente tra eros e tanathos dove la patologia incontra il piacere e dove ciò che più temiamo diventa ciò che più desideriamo. È proprio in questi anni (per la precisione tra 1983 e 1984) che Suehiro Maruo pubblica Midori - La ragazza delle camelie (Shōjo Tsubaki), opera fresca di stampa da parte di Coconino Press in una nuova edizione per la collana Cult.
Artista indipendente e anticonformista, considerato uno dei maggiori interpreti dell'ero-guro, Suehiro Maruo si è guadagnato nel corso degli anni un certo seguito di estimatori in tutto il mondo e una fama di autore di culto, arrivando a collaborare oltreoceano come illustratore per la jazz band newyorkese Naked City di John Zorn, ed esercitando una profonda influenza su fumettisti del calibro di Usamaru Furuya.
Con solo un vago riferimento nel titolo al famoso feuilleton ottocentesco La dama delle camelie, Midori - La ragazza delle camelie ha in realtà origini popolari, pare che i personaggi fossero già presenti nella tradizione del kamishibai (teatrino itinerante basato su storie illustrate e narrate dalla voce di un attore fuori campo, in voga a partire dagli anni '20). Suehiro Maruo manipola quindi una fonte tradizionale trasformandola in un soggetto da incubo psichedelico, tanto drammatico quanto bizzarro e fuori dagli schemi, che rievoca il cinema in bianco e nero di una volta, pellicole di culto come Il circo di Charlie Chaplin e Freaks di Todd Browning, di cui appare come una variante oscena e corrotta.
Midori è una povera orfanella che vende camelie agli angoli delle strade quando viene raccolta da un manipolo di fenomeni da baraccone: l’incredibile circo del signor Arashi. Da quel momento la ragazza subisce le angherie più feroci e ogni sorta di violenza (sia fisica che psicologica) da personaggi ambigui e sempre più perversi. Lo stesso Arashi si diverte a vessarla con il suo feticismo per i bulbi oculari. Per sopravvivere all'inferno quotidiano, Midori si rifugia spesso in un mondo di fantasie allucinate, ma il suo infelice destino ha una svolta quando appare il mago Wonder Masamitsu, ennesimo scherzo della natura che risolleva le sorti del circo con il suo sensazionale numero di illusionismo. Inizialmente questi si dimostra affettuoso e protettivo verso la ragazza delle camelie che ricambia i suoi sentimenti, ma in seguito si rivelerà più perfido e subdolo degli altri freaks.
Midori - La ragazza delle camelie è uno dei primi racconti di Maruo e contiene già molte delle tematiche che ricorreranno nei suoi lavori successivi, facendone quasi un manifesto programmatico della sua poetica. L’omicidio, lo stupro, l’invidia, la gelosia, la cupidigia e gli altri vizi capitali (portati alle estreme conseguenze) caratterizzano le dinamiche fra i personaggi, il tutto raccontato con tavole sofisticate, cariche di simboli, rivestite da una patina vintage e impreziosite da un minuzioso tratto naturalistico da entomologo.
Maruo ambienta la sua opera nel passato, in particolare guarda con una punta di nostalgia alla prima epoca Showa e alla sua tradizione letteraria nichilista e decadente. In realtà le radici del racconto si spingono ancora più indietro nel tempo ripercorrendo orme ataviche che risalgono al Marchese de Sade, per la sua commistione di violenza e sessualità (spesso deviata) con esiti grotteschi e surreali, fino ad arrivare a Edogawa Ranpo, di cui il nostro ha anche adattato i racconti Il bruco e La strana storia dell’isola Panorama (entrambi pubblicati da Coconino Press).
La storia ha come sfondo la fame, la miseria, il degrado, ma non c’è redenzione né speranza di salvezza negli antieroi trasandati e disincantati di Maruo, solo propensione al sadismo e sopraffazione del forte sul debole. Si tratta di personaggi "maledetti", al contempo tragici e clowneschi, che si vendicano di un mondo disumanizzato esprimendo una brutale e selvaggia istintualità in cui la natura prevale sulla civiltà.
La rottura dei tabù sessuali e il sangue che scorre copioso fra le pagine diventano provocazioni anticonformiste al confine con la pornografia. Dietro questa visione eccessiva e spietata del Giappone dei primi del Novecento, dove modernità e tradizione cozzano in modo stridente, l'autore cela sottotraccia uno sguardo polemico sul Giappone contemporaneo, e sulla graticola della satira e delle immagini esplicite ci finiscono i valori ipocriti e la corruzione morale dei nostri stessi tempi.
Lo stile grafico, dettagliato e realistico, è caratterizzato da molteplici fonti d’ispirazione e da una certa libertà espressiva. La linea sinuosa ed elegante del tratto rivela un retrogusto art nouveau, mentre le composizioni rimandano alla pittura giapponese e alle xilografie di Yoshitoshi, creatore dei famigerati Muzan-e (non a caso Maruo si è prestato a una rilettura dei Muzan-e in una raccolta intitolata The Bloody Ukiyo-e). Traspare una passione per le grafiche rétro, i dipinti surrealisti di Salvador Dalì, il cinema espressionista tedesco e l’arte sacra. I costumi e le acconciature dei personaggi ricordano vagamente certi divi della vecchia Hollywood ma l’effetto è lo stesso che si otterrebbe se Shirley Temple venisse violentata da Charlie Chan!
Oltre ad essere un’opera di culto per appassionati di fumetti estremi, Midori - La ragazza delle camelie ha meritato ben due adattamenti cinematografici, prima in un film d'animazione del 1992 diretto da Hiroshi Harada (più fedele al soggetto originale), e poi in un film live-action del 2016 diretto da Torico (quest’ultimo ne snatura in parte l’atmosfera ambientando la storia nel presente).
Il volume stampato da Coconino Press per la collana Cult, curato da Paolo La Marca (traduzione) e Livio Tallini (progetto grafico e adattamento), si presenta in una pregevole veste editoriale: al costo di 20,00€ offre circa 170 pagine, di cui 3 illustrazioni a colori e 16 tavole in bicromia (secondo la grafica originale), rilegate a filo in un bel formato medio 17x24cm, con copertina in cartoncino satinato a colori. A completare l’opera, in allegato un’esclusiva illustrazione a colori di Midori in formato poster 50x70cm per veri fanatici dell’autore.
Se Martin Heidegger teorizzava l’essere per la morte, nella visione di Suehiro Maruo l'esistenza umana è evidentemente quella dell'essere sessuale per la morte. Midori, come una novella Justine, ci presenta un racconto di (de)formazione folle e depravato dove la perdita dell’innocenza è segnata da violenza e abuso. L’arte di Maruo potrebbe terrorizzare alcuni lettori e solleticarne altri, ma potrebbe anche terrorizzare e solleticare allo stesso tempo con la sua inquietante commistione di horror grandguignolesco e voyeurismo morboso (un mix gravido di implicazioni psicanalitiche). Anche se l'amore è cieco, qualcuno starà sempre a guardare.
Modulo inviato per errore. Nello scusarmi per la distrazione prego i gentili moderatori di cancellare. Grazie!
L’inquietante freak show del signor Arashi torna in una nuova edizione Coconino Press
Durante gli anni '80, all’apice dello sviluppo economico, i generi horror ed erotico invadono il mercato dell'home video in Giappone (grazie anche al boom delle VHS) ma in questo periodo non è tanto nel cinema quanto in un medium tradizionale come il manga che possiamo trovare la quintessenza dell’erotico-grottesco, la fusione più sorprendente tra eros e tanathos dove la patologia incontra il piacere e dove ciò che più temiamo diventa ciò che più desideriamo. È proprio in questi anni (per la precisione tra 1983 e 1984) che Suehiro Maruo pubblica Midori - La ragazza delle camelie (Shōjo Tsubaki), opera fresca di stampa da parte di Coconino Press in una nuova edizione per la collana Cult.
Artista indipendente e anticonformista, considerato uno dei maggiori interpreti dell'ero-guro, Suehiro Maruo si è guadagnato nel corso degli anni un certo seguito di estimatori in tutto il mondo e una fama di autore di culto, arrivando a collaborare oltreoceano come illustratore per la jazz band newyorkese Naked City di John Zorn, ed esercitando una profonda influenza su fumettisti del calibro di Usamaru Furuya.
Con solo un vago riferimento nel titolo al famoso feuilleton ottocentesco La dama delle camelie, Midori - La ragazza delle camelie ha in realtà origini popolari, pare che i personaggi fossero già presenti nella tradizione del kamishibai (teatrino itinerante basato su storie illustrate e narrate dalla voce di un attore fuori campo, in voga a partire dagli anni '20). Suehiro Maruo manipola quindi una fonte tradizionale trasformandola in un soggetto da incubo psichedelico, tanto drammatico quanto bizzarro e fuori dagli schemi, che rievoca il cinema in bianco e nero di una volta, pellicole di culto come Il circo di Charlie Chaplin e Freaks di Todd Browning, di cui appare come una variante oscena e corrotta.
Midori è una povera orfanella che vende camelie agli angoli delle strade quando viene raccolta da un manipolo di fenomeni da baraccone: l’incredibile circo del signor Arashi. Da quel momento la ragazza subisce le angherie più feroci e ogni sorta di violenza (sia fisica che psicologica) da personaggi ambigui e sempre più perversi. Lo stesso Arashi si diverte a vessarla con il suo feticismo per i bulbi oculari. Per sopravvivere all'inferno quotidiano, Midori si rifugia spesso in un mondo di fantasie allucinate, ma il suo infelice destino ha una svolta quando appare il mago Wonder Masamitsu, ennesimo scherzo della natura che risolleva le sorti del circo con il suo sensazionale numero di illusionismo. Inizialmente questi si dimostra affettuoso e protettivo verso la ragazza delle camelie che ricambia i suoi sentimenti, ma in seguito si rivelerà più perfido e subdolo degli altri freaks.
Midori - La ragazza delle camelie è uno dei primi racconti di Maruo e contiene già molte delle tematiche che ricorreranno nei suoi lavori successivi, facendone quasi un manifesto programmatico della sua poetica. L’omicidio, lo stupro, l’invidia, la gelosia, la cupidigia e gli altri vizi capitali (portati alle estreme conseguenze) caratterizzano le dinamiche fra i personaggi, il tutto raccontato con tavole sofisticate, cariche di simboli, rivestite da una patina vintage e impreziosite da un minuzioso tratto naturalistico da entomologo.
Maruo ambienta la sua opera nel passato, in particolare guarda con una punta di nostalgia alla prima epoca Showa e alla sua tradizione letteraria nichilista e decadente. In realtà le radici del racconto si spingono ancora più indietro nel tempo ripercorrendo orme ataviche che risalgono al Marchese de Sade, per la sua commistione di violenza e sessualità (spesso deviata) con esiti grotteschi e surreali, fino ad arrivare a Edogawa Ranpo, di cui il nostro ha anche adattato i racconti Il bruco e La strana storia dell’isola Panorama (entrambi pubblicati da Coconino Press).
La storia ha come sfondo la fame, la miseria, il degrado, ma non c’è redenzione né speranza di salvezza negli antieroi trasandati e disincantati di Maruo, solo propensione al sadismo e sopraffazione del forte sul debole. Si tratta di personaggi "maledetti", al contempo tragici e clowneschi, che si vendicano di un mondo disumanizzato esprimendo una brutale e selvaggia istintualità in cui la natura prevale sulla civiltà.
La rottura dei tabù sessuali e il sangue che scorre copioso fra le pagine diventano provocazioni anticonformiste al confine con la pornografia. Dietro questa visione eccessiva e spietata del Giappone dei primi del Novecento, dove modernità e tradizione cozzano in modo stridente, l'autore cela sottotraccia uno sguardo polemico sul Giappone contemporaneo, e sulla graticola della satira e delle immagini esplicite ci finiscono i valori ipocriti e la corruzione morale dei nostri stessi tempi.
Lo stile grafico, dettagliato e realistico, è caratterizzato da molteplici fonti d’ispirazione e da una certa libertà espressiva. La linea sinuosa ed elegante del tratto rivela un retrogusto art nouveau, mentre le composizioni rimandano alla pittura giapponese e alle xilografie di Yoshitoshi, creatore dei famigerati Muzan-e (non a caso Maruo si è prestato a una rilettura dei Muzan-e in una raccolta intitolata The Bloody Ukiyo-e). Traspare una passione per le grafiche rétro, i dipinti surrealisti di Salvador Dalì, il cinema espressionista tedesco e l’arte sacra. I costumi e le acconciature dei personaggi ricordano vagamente certi divi della vecchia Hollywood ma l’effetto è lo stesso che si otterrebbe se Shirley Temple venisse violentata da Charlie Chan!
Oltre ad essere un’opera di culto per appassionati di fumetti estremi, Midori - La ragazza delle camelie ha meritato ben due adattamenti cinematografici, prima in un film d'animazione del 1992 diretto da Hiroshi Harada (più fedele al soggetto originale), e poi in un film live-action del 2016 diretto da Torico (quest’ultimo ne snatura in parte l’atmosfera ambientando la storia nel presente).
Il volume stampato da Coconino Press per la collana Cult, curato da Paolo La Marca (traduzione) e Livio Tallini (progetto grafico e adattamento), si presenta in una pregevole veste editoriale: al costo di 20,00€ offre circa 170 pagine, di cui 3 illustrazioni a colori e 16 tavole in bicromia (secondo la grafica originale), rilegate a filo in un bel formato medio 17x24cm, con copertina in cartoncino satinato a colori. A completare l’opera, in allegato un’esclusiva illustrazione a colori di Midori in formato poster 50x70cm per veri fanatici dell’autore.
Se Martin Heidegger teorizzava l’essere per la morte, nella visione di Suehiro Maruo l'esistenza umana è evidentemente quella dell'essere sessuale per la morte. Midori, come una novella Justine, ci presenta un racconto di (de)formazione folle e depravato dove la perdita dell’innocenza è segnata da violenza e abuso. L’arte di Maruo potrebbe terrorizzare alcuni lettori e solleticarne altri, ma potrebbe anche terrorizzare e solleticare allo stesso tempo con la sua inquietante commistione di horror grandguignolesco e voyeurismo morboso (un mix gravido di implicazioni psicanalitiche). Anche se l'amore è cieco, qualcuno starà sempre a guardare.
Modulo inviato per errore. Nello scusarmi per la distrazione prego i gentili moderatori di cancellare. Grazie!