Touch
Dopo aver letto ultimamente manga che non hanno soddisfatto a pieno sono ritornato a leggere un autore che è una certezza: il re delle romcom sportive Mitsuro Adachi.
Lo considero tale dopo aver letto (e recensito) numerose sue opere.
Come detto avendolo recensito più volte non so cosa dire di nuovo: le sue opere in certo senso si somigliano tutte e la parola chiave che le definisce è “leggerezza”, i protagonisti riescono a sfumare i grandi drammi della loro età (e in questo caso ce né uno grandissimo) come se fossero niente eppure non li diresti privi di sentimento anzi, la pena (in questo caso un’assenza) si sente ma non diventa tragedia.
I villain esistono ma si va avanti, in fondo sono anche loro ragazzi.
In Touch esiste anche un villain adulto l’allenatore Kashiwara il quale è il miglior esempio della mancanza di cattiveria nei personaggi di Adachi.
Pieno di odio per il baseball, per il Meisei (la scuola dove studiano i protagonisti del manga) e per suo fratello e l’opposto apparente di Tatsuya, ma come sempre fa questo autore il male quando viene contrastato dall’amore e dalla dedizione non può che essere raddrizzato.
Come si raddrizza lo stesso Tatsuya quando deve lasciare le sue auto costrizioni per prendersi carico dei sogni che lo legano a Katsuya e Minami.
Definito scemo nei primi volumi scopriremo che Tatsuya è in realtà costretto a sembrare tale perché ama il suo gemello più di ogni altra cosa e ha deciso di rendergli la vita facile, sembrando sempre il peggiore in tutto. Purtroppo Minami lo ha capito…
Non mi voglio addentrare oltre nella trama e credo sia inutile parlare del tratto “poetico” e minimale di Adachi, dell’aria che si respira in ogni sua pagina, dei sottofondi che ne fanno da padrone dando delle sensazioni che riempiono il cuore.
Sappiate che esiste anche un cartone animato, arrivato nel 1988 in Italia, che venne tradotto in “prendi il mondo e vai” che però io ricordo vagamente e credo sia molto inferiore alla versione cartacea, proprio per l’abilità di creare un sottofondo di silenzio e ispirazione di Adachi.
Se io dovessi suggerire ad una mia collega di leggere un manga sceglierei proprio qualcosa di questo autore il quale mixa bene i sentimenti senza scendere nel patetico o nello sfrontato.
Voto? Dieci pieno
Lo considero tale dopo aver letto (e recensito) numerose sue opere.
Come detto avendolo recensito più volte non so cosa dire di nuovo: le sue opere in certo senso si somigliano tutte e la parola chiave che le definisce è “leggerezza”, i protagonisti riescono a sfumare i grandi drammi della loro età (e in questo caso ce né uno grandissimo) come se fossero niente eppure non li diresti privi di sentimento anzi, la pena (in questo caso un’assenza) si sente ma non diventa tragedia.
I villain esistono ma si va avanti, in fondo sono anche loro ragazzi.
In Touch esiste anche un villain adulto l’allenatore Kashiwara il quale è il miglior esempio della mancanza di cattiveria nei personaggi di Adachi.
Pieno di odio per il baseball, per il Meisei (la scuola dove studiano i protagonisti del manga) e per suo fratello e l’opposto apparente di Tatsuya, ma come sempre fa questo autore il male quando viene contrastato dall’amore e dalla dedizione non può che essere raddrizzato.
Come si raddrizza lo stesso Tatsuya quando deve lasciare le sue auto costrizioni per prendersi carico dei sogni che lo legano a Katsuya e Minami.
Definito scemo nei primi volumi scopriremo che Tatsuya è in realtà costretto a sembrare tale perché ama il suo gemello più di ogni altra cosa e ha deciso di rendergli la vita facile, sembrando sempre il peggiore in tutto. Purtroppo Minami lo ha capito…
Non mi voglio addentrare oltre nella trama e credo sia inutile parlare del tratto “poetico” e minimale di Adachi, dell’aria che si respira in ogni sua pagina, dei sottofondi che ne fanno da padrone dando delle sensazioni che riempiono il cuore.
Sappiate che esiste anche un cartone animato, arrivato nel 1988 in Italia, che venne tradotto in “prendi il mondo e vai” che però io ricordo vagamente e credo sia molto inferiore alla versione cartacea, proprio per l’abilità di creare un sottofondo di silenzio e ispirazione di Adachi.
Se io dovessi suggerire ad una mia collega di leggere un manga sceglierei proprio qualcosa di questo autore il quale mixa bene i sentimenti senza scendere nel patetico o nello sfrontato.
Voto? Dieci pieno
Prima opera che leggo del famoso Mitsuru Adachi.
Non essendo amante dei manga sportivi e slice of life, se non fosse stata per l'opportunità di leggere l'intera serie gratuitamente (grazie alle biblioteche che stanno acquistando anche manga! Consiglio a tutti di fare ricerche grazie alla propria biblioteca di riferimento, il portafoglio ringrazia!) non avrei mai letto Touch.
Presi in prestito a scatola chiusa i primi 4 volumi, senza aver letto recensioni o subendo influenze.
Devo dire di esser rimasta molto colpita dallo stile narrativo di Adachi tant'è che i 4 volumi sono finiti in 2 giorni e sono corsa in biblioteca a prendere tutti i restanti fino al dodicesimo.
Il talendo di Mitsuru Adachi secondo me sta nel creare personaggi ben sfaccettati psicologicamente, in cui è facile identificarsi, e in uno stile narrativo semplice, ironico, empatico, che cattura il lettore, lo mette a proprio agio e lo accompagna senza fatica per molti volumi.
I personaggi sono così belli nella loro semplicità e intensità che diventano, durante la lunga lettura, presenze quasi familiari e rassicuranti.
Successivamente ho letto le recensioni su questo sito e ho scoperto che Touch è il manga migliore con cui approcciarsi a questo autore, definito da molti la sua opera più riuscita e più famosa.
Pubblicato negli anni 80 Touch in realtà ha una trama molto semplice e scorrevole: un classico triangolo amoroso tra due fratelli gemelli, Tatsuya e Kazuya Uesugi e la loro amica d'infanzia e vicina di casa Minami Asakura.
La trama anche se parte in maniera un pò banale sa mutare presto gli eventi e catturare il lettore fin da subito.
Minami è la ragazza modello: atletica, responsabile, socievole, solare, studiosa, molto simile a Kazuya, asso del baseball del Meisei; Tatsuya invece è il classico ragazzo svogliato, pigro, senza ambizioni particolari, dotato dello stesso talento del gemello (se si impegnasse) ma dal cuore d'oro (come suo fratello) , innamorato anche lui della bella Minami, si capisce da subito essere il prescelto, ma talmente affezionato al fratello da esser disposto a cedergliela piuttosto che mettersi contro.
Il rapporto di affetto tra questi due gemelli mi ha da subito stretto il cuore e le scene che ripercorrono la loro infanzia con Minami sprigionano calore, gioia e complicità.
Minami ha un grande sogno: portare la squadra del club di Baseball del Meisei (di cui è manager) al Koshien e incita e sostiene Kazuya, naturalmente lui cerca di raggiungere quel sogno per lei, per amore.
Ma presto un evento cambierà completamente e per sempre le vite di tutti e tre.
La trama ha un equilibrio perfetto con ottimi colpi di scena toccando tante tematiche: amicizia, amore, sport, famiglia, rivalità in amore e nello sport.
La grafica è buona ma abbastanza minimalista, segnata da lineamenti facciali troppo simili per la stragrande maggioranza dei personaggi, tipico tratto dell'autore che personalmente non mi è dispiaciuto, ma avrei preferito volti un pò più distinguibili.
Un'altra peculiarità di Adachi in questo manga è una vena voyeuristica che appare abbastanza spesso, ma mai volgare anzi, almeno per me crea ancora più empatia coi personaggi.
La serie ha avuto talmente tanto successo che in patria e anche in Italia era uscita la serie animata col titolo "Prendi il mondo e vai".
La Star comics ha fatto un'ottima Perfect Edition: 12 volumi corposi di grandi dimensioni, pagine a colori, ottima qualità della carta.
Personalmente reputo che se un manga che tratta di sport è ben scritto può piacere anche a chi non è amante del genere, come è successo alla sottoscritta. Sono pochi infatti i manga di Sport che mi son piaciuti , io conto solo "The Climber" e "Real".
Adachi mi ha ormai catturata e ho già acquistato Rough, altra sua opera molto ben recensita.
Consiglio caldamente questo manga a tutti, amanti dello sport e non, e a chiunque voglia cominciare una lettura di Mitsuru Adachi. Non ve ne pentirete!
Non essendo amante dei manga sportivi e slice of life, se non fosse stata per l'opportunità di leggere l'intera serie gratuitamente (grazie alle biblioteche che stanno acquistando anche manga! Consiglio a tutti di fare ricerche grazie alla propria biblioteca di riferimento, il portafoglio ringrazia!) non avrei mai letto Touch.
Presi in prestito a scatola chiusa i primi 4 volumi, senza aver letto recensioni o subendo influenze.
Devo dire di esser rimasta molto colpita dallo stile narrativo di Adachi tant'è che i 4 volumi sono finiti in 2 giorni e sono corsa in biblioteca a prendere tutti i restanti fino al dodicesimo.
Il talendo di Mitsuru Adachi secondo me sta nel creare personaggi ben sfaccettati psicologicamente, in cui è facile identificarsi, e in uno stile narrativo semplice, ironico, empatico, che cattura il lettore, lo mette a proprio agio e lo accompagna senza fatica per molti volumi.
I personaggi sono così belli nella loro semplicità e intensità che diventano, durante la lunga lettura, presenze quasi familiari e rassicuranti.
Successivamente ho letto le recensioni su questo sito e ho scoperto che Touch è il manga migliore con cui approcciarsi a questo autore, definito da molti la sua opera più riuscita e più famosa.
Pubblicato negli anni 80 Touch in realtà ha una trama molto semplice e scorrevole: un classico triangolo amoroso tra due fratelli gemelli, Tatsuya e Kazuya Uesugi e la loro amica d'infanzia e vicina di casa Minami Asakura.
La trama anche se parte in maniera un pò banale sa mutare presto gli eventi e catturare il lettore fin da subito.
Minami è la ragazza modello: atletica, responsabile, socievole, solare, studiosa, molto simile a Kazuya, asso del baseball del Meisei; Tatsuya invece è il classico ragazzo svogliato, pigro, senza ambizioni particolari, dotato dello stesso talento del gemello (se si impegnasse) ma dal cuore d'oro (come suo fratello) , innamorato anche lui della bella Minami, si capisce da subito essere il prescelto, ma talmente affezionato al fratello da esser disposto a cedergliela piuttosto che mettersi contro.
Il rapporto di affetto tra questi due gemelli mi ha da subito stretto il cuore e le scene che ripercorrono la loro infanzia con Minami sprigionano calore, gioia e complicità.
Minami ha un grande sogno: portare la squadra del club di Baseball del Meisei (di cui è manager) al Koshien e incita e sostiene Kazuya, naturalmente lui cerca di raggiungere quel sogno per lei, per amore.
Ma presto un evento cambierà completamente e per sempre le vite di tutti e tre.
La trama ha un equilibrio perfetto con ottimi colpi di scena toccando tante tematiche: amicizia, amore, sport, famiglia, rivalità in amore e nello sport.
La grafica è buona ma abbastanza minimalista, segnata da lineamenti facciali troppo simili per la stragrande maggioranza dei personaggi, tipico tratto dell'autore che personalmente non mi è dispiaciuto, ma avrei preferito volti un pò più distinguibili.
Un'altra peculiarità di Adachi in questo manga è una vena voyeuristica che appare abbastanza spesso, ma mai volgare anzi, almeno per me crea ancora più empatia coi personaggi.
La serie ha avuto talmente tanto successo che in patria e anche in Italia era uscita la serie animata col titolo "Prendi il mondo e vai".
La Star comics ha fatto un'ottima Perfect Edition: 12 volumi corposi di grandi dimensioni, pagine a colori, ottima qualità della carta.
Personalmente reputo che se un manga che tratta di sport è ben scritto può piacere anche a chi non è amante del genere, come è successo alla sottoscritta. Sono pochi infatti i manga di Sport che mi son piaciuti , io conto solo "The Climber" e "Real".
Adachi mi ha ormai catturata e ho già acquistato Rough, altra sua opera molto ben recensita.
Consiglio caldamente questo manga a tutti, amanti dello sport e non, e a chiunque voglia cominciare una lettura di Mitsuru Adachi. Non ve ne pentirete!
Touch è un'opera che significa molto per me. Per questa ragione, temo che sarò tutt'altro che oggettiva nel recensirla, siete avvisati.
I disegni di Adachi sono semplici e chiari ma, al tempo stesso, curati, soprattutto per quanto riguarda gli sfondi. Dal momento che si tratta di un'opera degli anni '80, un lettore abituato a un tratto più moderno potrebbe, almeno in un primo momento, non trovare di suo gusto questo stile, ma io invito a proseguire comunque nella lettura, anche solo per apprezzare come Adachi riesca a trasmettere il senso dello scorrere del tempo (e dello spostarsi nello spazio) semplicemente passando da una vignetta a un'altra, senza bisogno di didascalie o di altri stratagemmi. Ammetto di aver letto altre opere che riescono in quest'intento ma, prima di Touch, ero abituata a leggere solo fumetti occidentali di un certo tipo e perciò questa caratteristica mi colpì moltissimo, senza contare che, ancora adesso, credo che Touch rimanga comunque unico per il modo in cui riesce a farti prendere coscienza dei mutamenti che lentamente avvengono nel mondo e nella vita dei suoi protagonisti.
A proposito di protagonisti, Touch è quel tipo di storia che ti costringe ad affezionarti a tutti i personaggi, da quelli più importanti a quelli di contorno, capaci comunque di strapparti un sorriso. Non ci sono psicologie particolarmente complesse ma, proprio per questo, non vi sono nemmeno incoerenze e, d'altra parte, questo non significa che non vi sia approfondimento: Tatsuya e Minami sono ovviamente i due a cui è dedicato più spazio, ma anche moltissimi altri comprimari hanno il loro momento per brillare, per mostrarci un lato inaspettato del loro carattere, o qualcosa che non conoscevamo del loro passato, o semplicemente un loro sentimento più intimo. Purtroppo non tutti i personaggi sono gestiti bene, ve ne sono alcuni che vengono introdotti solo per scomparire senza aver dato un vero contributo alla storia. Secondo me, questo è un difetto solo fino a un certo punto: nella vita spesso si conoscono persone con le quali si perdono in fretta i contatti, perciò questa caratteristica di Touch può essere considerata come un supplemento di realismo, per quanto possa infastidire i lettori più attenti ai dettagli.
Quello che invece non può deludere nessuno, è il modo in cui vengono gestite le partite di baseball. Io non sono un'appassionata di sport e tanto meno di baseball, eppure giuro che, leggendo Touch, mi sono ritrovata a esultare per un fuoricampo e poi a urlare "no!" quando questo viene annullato perché i nostri hanno sbagliato l'ordine di battuta... E l'emozione trasmessa al lettore è la stessa per ogni partita! Infatti non ci si annoia mai e, per quanto talvolta il risultato della partita stessa sia prevedibile, c'è sempre un autentico senso di sfida, non si ha mai la sensazione che la vittoria si assicurata.
Ma Touch non emoziona solo per il baseball. Touch è riuscito a farmi ridere con le sue battute e la sua ironia, come è riuscito a farmi piangere (ben più di una volta) con i suoi momenti drammatici. Questo è il motivo per cui quest'opera è così importante per me: nella sua semplicità, è riuscito a donarmi queste emozioni (di per se non facili da suscitare) nel corso di tutta la lettura. Non posso fare altro che consigliare a tutti di recuperarlo: sport, slice of life, romanticismo, dramma, relazioni credibili tra i personaggi, commedia, cura per i dettagli e molto altro, sono tutte componenti che insieme riescono a dare di più della somma delle singole parti. Creano Touch.
I disegni di Adachi sono semplici e chiari ma, al tempo stesso, curati, soprattutto per quanto riguarda gli sfondi. Dal momento che si tratta di un'opera degli anni '80, un lettore abituato a un tratto più moderno potrebbe, almeno in un primo momento, non trovare di suo gusto questo stile, ma io invito a proseguire comunque nella lettura, anche solo per apprezzare come Adachi riesca a trasmettere il senso dello scorrere del tempo (e dello spostarsi nello spazio) semplicemente passando da una vignetta a un'altra, senza bisogno di didascalie o di altri stratagemmi. Ammetto di aver letto altre opere che riescono in quest'intento ma, prima di Touch, ero abituata a leggere solo fumetti occidentali di un certo tipo e perciò questa caratteristica mi colpì moltissimo, senza contare che, ancora adesso, credo che Touch rimanga comunque unico per il modo in cui riesce a farti prendere coscienza dei mutamenti che lentamente avvengono nel mondo e nella vita dei suoi protagonisti.
A proposito di protagonisti, Touch è quel tipo di storia che ti costringe ad affezionarti a tutti i personaggi, da quelli più importanti a quelli di contorno, capaci comunque di strapparti un sorriso. Non ci sono psicologie particolarmente complesse ma, proprio per questo, non vi sono nemmeno incoerenze e, d'altra parte, questo non significa che non vi sia approfondimento: Tatsuya e Minami sono ovviamente i due a cui è dedicato più spazio, ma anche moltissimi altri comprimari hanno il loro momento per brillare, per mostrarci un lato inaspettato del loro carattere, o qualcosa che non conoscevamo del loro passato, o semplicemente un loro sentimento più intimo. Purtroppo non tutti i personaggi sono gestiti bene, ve ne sono alcuni che vengono introdotti solo per scomparire senza aver dato un vero contributo alla storia. Secondo me, questo è un difetto solo fino a un certo punto: nella vita spesso si conoscono persone con le quali si perdono in fretta i contatti, perciò questa caratteristica di Touch può essere considerata come un supplemento di realismo, per quanto possa infastidire i lettori più attenti ai dettagli.
Quello che invece non può deludere nessuno, è il modo in cui vengono gestite le partite di baseball. Io non sono un'appassionata di sport e tanto meno di baseball, eppure giuro che, leggendo Touch, mi sono ritrovata a esultare per un fuoricampo e poi a urlare "no!" quando questo viene annullato perché i nostri hanno sbagliato l'ordine di battuta... E l'emozione trasmessa al lettore è la stessa per ogni partita! Infatti non ci si annoia mai e, per quanto talvolta il risultato della partita stessa sia prevedibile, c'è sempre un autentico senso di sfida, non si ha mai la sensazione che la vittoria si assicurata.
Ma Touch non emoziona solo per il baseball. Touch è riuscito a farmi ridere con le sue battute e la sua ironia, come è riuscito a farmi piangere (ben più di una volta) con i suoi momenti drammatici. Questo è il motivo per cui quest'opera è così importante per me: nella sua semplicità, è riuscito a donarmi queste emozioni (di per se non facili da suscitare) nel corso di tutta la lettura. Non posso fare altro che consigliare a tutti di recuperarlo: sport, slice of life, romanticismo, dramma, relazioni credibili tra i personaggi, commedia, cura per i dettagli e molto altro, sono tutte componenti che insieme riescono a dare di più della somma delle singole parti. Creano Touch.
Touch e' arrivato in Italia nella sua versione animata a fine anni '80 con il nome di "Prendi il mondo e vai"; all'epoca ero bambino e preferivo le serie robotiche ma mi chiedevo cosa potesse piacere di una serie col nome cosi' strano. Tuttavia Touch e' un'opera di grandissima popolarita' in Giappone e viene considerato il manga piu' famoso di Mitsuru Adachi. Ho deciso quindi di provare a leggerlo a quasi 30 anni di distanza per cercare di capire finalmente il motivo di questo successo.
Ho trovato il punto di forza principale la capacita' di descrivere in modo semplice ed efficace la normalita' della vita degli adolescenti, richiamando i sogni e le difficolta' che essi devono superare per farli avverare, dalle verifiche scolastiche, alle prime cotte amorose, fino ad arrivare al famigerato koushien, il cui desiderio di vittoria diventa la forza trainante di tutta l'opera. Si riscontra anche il tentativo di infondere una componente morale nello svolgimento degli eventi, soprattutto nella parte finale del manga.
Tuttavia, pur risultando complessivamente godibile, Touch e' un manga che risente dei difetti classici delle opere di successo che fanno da traino e punto di riferimento della rivista settimanale su cui vengono pubblicati (nel caso di Touch si tratta di Shounen Sunday). La necessita di dover estendere la durata dell'opera per motivi editoriali ha portato l'autore a dover riutilizzare ciclicamente alcuni espedienti narrativi, come il tema del triangolo amoroso o della rivalita' tra fratelli, lasciando nel lettore quell'inevitabile retrogusto da minestra riscaldata. Inoltre questa necessita' di dover allungare il brodo si riscontra anche in alcuni capitoli filler di stampo comico ma totalmente fuori contesto, con l'inclusione di alcuni personaggi francamente poco credibili in un contesto realistico come questo, o nell'utilizzo di tavole in cui viene disegnata con un taglio palesemente voyeristico la protagonista intenta negli allenamenti di ginnastica ritmica (va sottilineato che Touch e' uscito nel periodo di massima diffusione del fenomeno Lolicon).
Tuttavia, e' secondo me nella descrizione delle partite di baseball che Adachi tira fuori il meglio, sceneggiando in maniera avvincente le fasi cruciali in cui vengono fuori tutte le emozioni dei personaggi. Inoltre l'autore inserisce una componente fortemente innovativa per quel che riguarda i manga sportivi che fino ad allora erano dominati dal fattore "spokon", termine con cui si vuole simboleggiare la determinazione e lo spirito di sacrificio, tradotti poi in allenamenti massacranti, che i campioni devono infondere per primeggiare nello sport. Adachi ribalta completamente questo aspetto disegnando un protagonista, Tatsuya, che scopre il proprio talento quasi per caso, e che maturera' la determinazione per la vittoria e la sua competitivita' solo col passare del tempo. Inoltre manca in questa opera l'utilizzo di una tecnica segreta, come i superlanci messi appunto da Tommy in Tommy, la stella dei Giants, ed e' sempre sul talento naturale che si sviluppera' la forza del protagonista. Ritengo che l'inversione del fattore spokon sia il vero aspetto innovativo dell'opera rappresentando la volonta' degli adolescenti giapponesi di vivere la vita in maniera piu' spensierata fuggendo dallo stress di dover primeggiare a tutti i costi.
L'opera delude fortemente sul piano grafico. Sebbene ci troviamo di fronte ad un character design molto personale, vero marchio di fabbrica di Adachi sono le orecchie a sventola del protagonista maschile, colpiscono negativamente la scarsita' di dettagli, l'utilizzo di foto per i fondali, e l'ostinazione verso il chiaroscuro con la quasi totale assenza dei retini. Mi e' venuto il sospetto che anche le scene d'azione sia o state ricopiate da fotografie. Il risultato e' che il lettore tende a scorrere velocemente le vignette anche nei momenti piu' profondi e intensi, e cio' non fa che mettere in risalto i difetti evidenziati in precedenza che portano il giudizio finale su Touch come un'opera godibile, emozionante a tratti, ma eccessivamente prolissa a causa dell'elevato filleraggio.
Non so se ne consiglierei a tutti la lettura ma immagino che possa coinvolgere parecchio un adolescente, sia maschio che femmina, per una lettura sul treno o autobus nel tragitto che lo porta a scuola.
Ho trovato il punto di forza principale la capacita' di descrivere in modo semplice ed efficace la normalita' della vita degli adolescenti, richiamando i sogni e le difficolta' che essi devono superare per farli avverare, dalle verifiche scolastiche, alle prime cotte amorose, fino ad arrivare al famigerato koushien, il cui desiderio di vittoria diventa la forza trainante di tutta l'opera. Si riscontra anche il tentativo di infondere una componente morale nello svolgimento degli eventi, soprattutto nella parte finale del manga.
Tuttavia, pur risultando complessivamente godibile, Touch e' un manga che risente dei difetti classici delle opere di successo che fanno da traino e punto di riferimento della rivista settimanale su cui vengono pubblicati (nel caso di Touch si tratta di Shounen Sunday). La necessita di dover estendere la durata dell'opera per motivi editoriali ha portato l'autore a dover riutilizzare ciclicamente alcuni espedienti narrativi, come il tema del triangolo amoroso o della rivalita' tra fratelli, lasciando nel lettore quell'inevitabile retrogusto da minestra riscaldata. Inoltre questa necessita' di dover allungare il brodo si riscontra anche in alcuni capitoli filler di stampo comico ma totalmente fuori contesto, con l'inclusione di alcuni personaggi francamente poco credibili in un contesto realistico come questo, o nell'utilizzo di tavole in cui viene disegnata con un taglio palesemente voyeristico la protagonista intenta negli allenamenti di ginnastica ritmica (va sottilineato che Touch e' uscito nel periodo di massima diffusione del fenomeno Lolicon).
Tuttavia, e' secondo me nella descrizione delle partite di baseball che Adachi tira fuori il meglio, sceneggiando in maniera avvincente le fasi cruciali in cui vengono fuori tutte le emozioni dei personaggi. Inoltre l'autore inserisce una componente fortemente innovativa per quel che riguarda i manga sportivi che fino ad allora erano dominati dal fattore "spokon", termine con cui si vuole simboleggiare la determinazione e lo spirito di sacrificio, tradotti poi in allenamenti massacranti, che i campioni devono infondere per primeggiare nello sport. Adachi ribalta completamente questo aspetto disegnando un protagonista, Tatsuya, che scopre il proprio talento quasi per caso, e che maturera' la determinazione per la vittoria e la sua competitivita' solo col passare del tempo. Inoltre manca in questa opera l'utilizzo di una tecnica segreta, come i superlanci messi appunto da Tommy in Tommy, la stella dei Giants, ed e' sempre sul talento naturale che si sviluppera' la forza del protagonista. Ritengo che l'inversione del fattore spokon sia il vero aspetto innovativo dell'opera rappresentando la volonta' degli adolescenti giapponesi di vivere la vita in maniera piu' spensierata fuggendo dallo stress di dover primeggiare a tutti i costi.
L'opera delude fortemente sul piano grafico. Sebbene ci troviamo di fronte ad un character design molto personale, vero marchio di fabbrica di Adachi sono le orecchie a sventola del protagonista maschile, colpiscono negativamente la scarsita' di dettagli, l'utilizzo di foto per i fondali, e l'ostinazione verso il chiaroscuro con la quasi totale assenza dei retini. Mi e' venuto il sospetto che anche le scene d'azione sia o state ricopiate da fotografie. Il risultato e' che il lettore tende a scorrere velocemente le vignette anche nei momenti piu' profondi e intensi, e cio' non fa che mettere in risalto i difetti evidenziati in precedenza che portano il giudizio finale su Touch come un'opera godibile, emozionante a tratti, ma eccessivamente prolissa a causa dell'elevato filleraggio.
Non so se ne consiglierei a tutti la lettura ma immagino che possa coinvolgere parecchio un adolescente, sia maschio che femmina, per una lettura sul treno o autobus nel tragitto che lo porta a scuola.
Ho appena terminato di leggere "Touch" per la quinta, sesta, settima... ormai ho perso il conto. Certamente è il manga che ho riletto più volte e che continua ancora ad emozionarmi come la prima, almeno quindici anni or sono. Forse basterebbe questo per descrivere la grandiosità di quest'opera e del suo creatore, ma tenterò di sviscerarne ugualmente i pregi un po' alla volta. I difetti, mi spiace, ma continuo a non trovarli.
"Touch" è una commedia scolastica, sentimentale e sportiva, che narra la vita di tre ragazzi, due fratelli gemelli, Tatsuya e Kazuya, e la loro vicina di casa, Minami. Tutti e tre hanno la stessa età e tutti e tre frequentano la stessa scuola. A fare da sfondo costante alle vicende narrate è il baseball, sport di cui l'autore è realmente innamorato, che gioca un ruolo determinante ai fini della storia.
Adachi, anche se l'atmosfera è prevalentemente scherzosa, non si tira indietro quando si tratta di drammatizzare. Difatti, per quanto si possa ridere, il lettore non dimentica mai la tristezza, che aleggia costantemente in secondo piano.
I caratteri dei tre protagonisti sono perfetti per combinarsi fra loro e ci vengono svelati pian piano durante la storia. Kazuya è uno sportivo affermato ed uno studente esemplare. Sempre gentile e disponibile con tutti, è il beniamino della scuola e del quartiere dove vive. Minami è la ragazza della porta accanto, se non fosse che è la più bella della scuola, studentessa modello ed atleta fantastica. Di certo il personaggio più interessante e complesso è quello di Tatsuya, che per quanto si presenti come un giocherellone è in realtà un ragazzo molto introverso, che difficilmente riesce ad esprimere i propri veri sentimenti. Non fa nulla per mostrare i suoi lati migliori e per questo, costantemente paragonato al fratello, viene considerato la pecora nera. Sarà il personaggio che maturerà di più, il vero protagonista della storia, e scopriremo come, al di là delle apparenze, sia dotato di grande sensibilità e capacità non inferiori al fratello.
La differenza tra un ottimo lavoro ed un capolavoro sono i dettagli - in qualsiasi campo. Nel mondo dei manga, a mio avviso, coloro che sanno giocare con questi dettagli sono pochissimi e Adachi è uno di questi. Essi sono disseminati in una sceneggiatura talmente curata da non rendere vana alcuna vignetta, nella capacità di donare al lettore, seppur con disegni apparentemente semplici, un'esperienza fantastica. La dinamicità di un gesto atletico, l'espressione appena abbozzata di un personaggio, un silenzio, un'azione apparentemente insignificante, che nasconde un significato molto più profondo. Piccole cose che il sensei ha la capacità di trasformare in grandi, grandissimi dettagli. Lo chiamano il poeta del fumetto; un motivo ci sarà.
Basta sfogliare le prime pagine di "Touch" per comprenderne il valore. Nessuna scritta, solo dei ragazzi che entrano ed escono da una casetta; poche vignette ed il lettore ha già chiaro il carattere dei personaggi e se n'è già innamorato. Non sono in molti ad avere una tale capacità di sintesi e di espressione.
Adachi gioca continuamente con il lettore, tirandolo continuamente all'interno della storia e apparendo spesso nelle vignette, ma ha la capacità di farlo con una naturalezza tale da non farne risentire minimamente il ritmo narrativo. Il lettore è letteralmente ipnotizzato dagli eventi, impegnato a leggere con attenzione ogni parola e a soppesarne il valore.
Le parole con Adachi diventano un patrimonio, perché non sono mai banali e possiedono un immensa forza. Persino ciò che non viene detto ha valore, a volte anche maggiore. In questo la traduzione è determinante e alcune volte, purtroppo, si legge qualcosa di incomprensibile che nell'adattamento inglese è assolutamente chiaro.
Altro punto di forza del lavoro di Adachi è la caratterizzazione dei personaggi, che risulta sempre approfondita e mai banale. Ognuno di essi cambia con il passare del tempo e spesso ci ritroveremo a cambiare, anche noi, opinione su loro conto. La cosa più importante è che non sono solo i protagonisti a godere di questo trattamento, ma tutti i personaggi che abbiano un ruolo all'interno della storia.
I disegni di Adachi sono abbastanza particolari, personalmente li trovo magnifici. La rappresentazione dei volti è decisamente semplice ed essenziale, ma la loro espressività è esemplare. Le emozioni che si riflettono su essi e attraverso il linguaggio del corpo dei personaggi, vengono esternate con una delicatezza unica. La plasticità dei corpi intenti nell'atto sportivo è poi assolutamente perfetta, per non parlare dei fondali, talmente curati da sembrare foto; piante, strade, palazzi, auto, sembrano essere reali.
In sintesi: introduzione perfetta, svolgimento della trama perfetto, finale perfetto. In una parola: capolavoro!
L'edizione della Star Comics è di quelle orribili, ma sembra che in Italia Adachi non vada per la maggiore, quindi scordiamoci pure una nuova edizione. Alcuni termini tecnici del baseball sono stati tradotti alla meno peggio e, come accennavo prima, gli errori non si fermano solamente a questo ambito. L'unica cosa positiva è che è stata inserita una rubrica per spiegare le regole fondamentali del meraviglioso gioco del baseball. Magari se non si fosse aspettato gli ultimi numeri, prima di inserirla, non sarebbe stato male.
"Touch" è una commedia scolastica, sentimentale e sportiva, che narra la vita di tre ragazzi, due fratelli gemelli, Tatsuya e Kazuya, e la loro vicina di casa, Minami. Tutti e tre hanno la stessa età e tutti e tre frequentano la stessa scuola. A fare da sfondo costante alle vicende narrate è il baseball, sport di cui l'autore è realmente innamorato, che gioca un ruolo determinante ai fini della storia.
Adachi, anche se l'atmosfera è prevalentemente scherzosa, non si tira indietro quando si tratta di drammatizzare. Difatti, per quanto si possa ridere, il lettore non dimentica mai la tristezza, che aleggia costantemente in secondo piano.
I caratteri dei tre protagonisti sono perfetti per combinarsi fra loro e ci vengono svelati pian piano durante la storia. Kazuya è uno sportivo affermato ed uno studente esemplare. Sempre gentile e disponibile con tutti, è il beniamino della scuola e del quartiere dove vive. Minami è la ragazza della porta accanto, se non fosse che è la più bella della scuola, studentessa modello ed atleta fantastica. Di certo il personaggio più interessante e complesso è quello di Tatsuya, che per quanto si presenti come un giocherellone è in realtà un ragazzo molto introverso, che difficilmente riesce ad esprimere i propri veri sentimenti. Non fa nulla per mostrare i suoi lati migliori e per questo, costantemente paragonato al fratello, viene considerato la pecora nera. Sarà il personaggio che maturerà di più, il vero protagonista della storia, e scopriremo come, al di là delle apparenze, sia dotato di grande sensibilità e capacità non inferiori al fratello.
La differenza tra un ottimo lavoro ed un capolavoro sono i dettagli - in qualsiasi campo. Nel mondo dei manga, a mio avviso, coloro che sanno giocare con questi dettagli sono pochissimi e Adachi è uno di questi. Essi sono disseminati in una sceneggiatura talmente curata da non rendere vana alcuna vignetta, nella capacità di donare al lettore, seppur con disegni apparentemente semplici, un'esperienza fantastica. La dinamicità di un gesto atletico, l'espressione appena abbozzata di un personaggio, un silenzio, un'azione apparentemente insignificante, che nasconde un significato molto più profondo. Piccole cose che il sensei ha la capacità di trasformare in grandi, grandissimi dettagli. Lo chiamano il poeta del fumetto; un motivo ci sarà.
Basta sfogliare le prime pagine di "Touch" per comprenderne il valore. Nessuna scritta, solo dei ragazzi che entrano ed escono da una casetta; poche vignette ed il lettore ha già chiaro il carattere dei personaggi e se n'è già innamorato. Non sono in molti ad avere una tale capacità di sintesi e di espressione.
Adachi gioca continuamente con il lettore, tirandolo continuamente all'interno della storia e apparendo spesso nelle vignette, ma ha la capacità di farlo con una naturalezza tale da non farne risentire minimamente il ritmo narrativo. Il lettore è letteralmente ipnotizzato dagli eventi, impegnato a leggere con attenzione ogni parola e a soppesarne il valore.
Le parole con Adachi diventano un patrimonio, perché non sono mai banali e possiedono un immensa forza. Persino ciò che non viene detto ha valore, a volte anche maggiore. In questo la traduzione è determinante e alcune volte, purtroppo, si legge qualcosa di incomprensibile che nell'adattamento inglese è assolutamente chiaro.
Altro punto di forza del lavoro di Adachi è la caratterizzazione dei personaggi, che risulta sempre approfondita e mai banale. Ognuno di essi cambia con il passare del tempo e spesso ci ritroveremo a cambiare, anche noi, opinione su loro conto. La cosa più importante è che non sono solo i protagonisti a godere di questo trattamento, ma tutti i personaggi che abbiano un ruolo all'interno della storia.
I disegni di Adachi sono abbastanza particolari, personalmente li trovo magnifici. La rappresentazione dei volti è decisamente semplice ed essenziale, ma la loro espressività è esemplare. Le emozioni che si riflettono su essi e attraverso il linguaggio del corpo dei personaggi, vengono esternate con una delicatezza unica. La plasticità dei corpi intenti nell'atto sportivo è poi assolutamente perfetta, per non parlare dei fondali, talmente curati da sembrare foto; piante, strade, palazzi, auto, sembrano essere reali.
In sintesi: introduzione perfetta, svolgimento della trama perfetto, finale perfetto. In una parola: capolavoro!
L'edizione della Star Comics è di quelle orribili, ma sembra che in Italia Adachi non vada per la maggiore, quindi scordiamoci pure una nuova edizione. Alcuni termini tecnici del baseball sono stati tradotti alla meno peggio e, come accennavo prima, gli errori non si fermano solamente a questo ambito. L'unica cosa positiva è che è stata inserita una rubrica per spiegare le regole fondamentali del meraviglioso gioco del baseball. Magari se non si fosse aspettato gli ultimi numeri, prima di inserirla, non sarebbe stato male.
Touch è un manga di Mitsuru Adachi pubblicato sulla rivista giapponese "Shonen Sunday" tra il 1981 e il 1986. Successivamente la serie viene raccolta in Tankobon e conta un totale di 26 volumi. In Italia viene pubblicato dalla casa editrice Star Comics tra il 1999 ed il 2001. Nel 1983, Touch vinse lo "Shogakukan Manga Award" nella categoria shonen.
Trama: Tatsuya e Kazuya Uesugi sono due fratelli gemelli. Tastuya è un ragazzo pigro e trasandato. Passa le sue giornate facendo scherzi e spiando le ragazze negli spogliatoi. Kazuya è invece il ragazzo modello, diligente nello studio ma anche lanciatore ed asso della squadra di baseball del liceo Meisei. Entrambi sono innamorati di Minami Asakura, loro vicina di casa e amica d'infanzia. Minami è anche la manager del club di baseball di cui fa parte Kazuya e insieme sembrano formare la coppia più bella della scuola. In verità, lei sembra preferire il "fratello scemo", ovvero Tatsuya. Fino ad ora tutto sempre essere normale e scontato. Tutti direbbero: "È il classico triangolo amoroso." E invece…
A causa di uno sconvolgente evento, la vita dei nostri protagonisti cambierà drasticamente. Il nostro Tatsuya si rimboccherà le maniche per colmare un vuoto interiore e realizzare il sogno della sua amata Minami, ovvero portare la squadra del club di Baseball del Meisei al Koshien.
Tra difficoltà, incomprensioni, amore e sport… l'autore ci racconterà una storia fantastica!
Disegno: Il tratto di Mitsuru Adachi a mio parere è stupendo! Spesso l'autore viene accusato di usare sempre lo stesso character design e di creare personaggi sempre troppo uguali, quindi anche difficili da distinguere fra loro. Secondo me, invece, questo è il suo punto forte. È come se avesse a disposizione una vasta gamma di attori, e questi recitassero alla perfezione sul palcoscenico di ogni suo manga. L'idea è molto romantica, quindi mi piace immaginare sia questo il suo pensiero.
Ogni tavola è fresca e leggera: una gioia per gli occhi. Disegnati maestosamente sono gli sfondi, con una qualità del dettaglio superiore, specialmente considerando che il manga è stato disegnato più di 30 anni fa.
Le scene di sport sono ben disegnate. Ogni lancio, ogni battuta, ogni base conquistata… sarà descritta graficamente in maniera impeccabile. La cosa che mi ha maggiormente colpito sono le tavole mute. Mute, sì, ma in apparenza. Quelle tavole, anche se prive di testo, raccontano scorci di vita, sensazioni, emozioni, gioie e dolori. Che dire… questo stile di disegno mi ha conquistato come pochi.
I personaggi sono caratterizzati in maniera eccellente. Personaggi reali e umani. Ragazzi normalissimi che affrontano la vita e le sue inevitabili tragedie, a testa alta e con dignità, senza clamori e qualunquismi. Chi leggendo questo manga non si è immedesimato nel personaggio di Tatsuya? Di fronte all'amore alle avversità siamo tutti un po' come lui. Nel corso degli anni in cui viene raccontata la storia assisteremo alla crescita dei personaggi. Una crescita che sembra spontanea, senza forzature. Tatsuya diventerà più sicuro di sé e Minami farà chiarezza con i suoi sentimenti e con le sue ambizioni. Entreranno in scena rivali non solo di sport, ma anche d'amore. L'asso del prestigioso istituto Sumi, ovvero Akio Nitta, insidierà Tatsuya sia sul diamante che nelle questioni di cuore. Contemporaneamente, la piccola e dispettosa Yuka farà di tutto per avvicinarsi a Tatsuya e strappare il nostro protagonista dalle braccia di Minami. Se volete saperne di più sull'evoluzione delle vicende e sulla maturazione di ogni personaggio… dovete assolutamente leggere questo manga!
L'edizione Star Comics è la classica standard del periodo: volume sottile, senza sovraccoperta e pagine a colori. Le pagine sono abbastanza trasparenti ma non rilasciano inchiostro. Il prezzo attuale è di 3,90 euro a volume.
In definitiva, consiglio a tutti la lettura di questo manga. Non fatevi ingannare dalle premesse, perché già dopo i primi capitoli vi conquisterà e probabilmente diventerà una delle vostre opere preferite. È stato il mio prima manga di Adachi e mi ha colpito talmente tanto che mi ha spinto ad iniziare il recupero di altre sue opere. Il mio voto è 10, la perfezione.
Trama: Tatsuya e Kazuya Uesugi sono due fratelli gemelli. Tastuya è un ragazzo pigro e trasandato. Passa le sue giornate facendo scherzi e spiando le ragazze negli spogliatoi. Kazuya è invece il ragazzo modello, diligente nello studio ma anche lanciatore ed asso della squadra di baseball del liceo Meisei. Entrambi sono innamorati di Minami Asakura, loro vicina di casa e amica d'infanzia. Minami è anche la manager del club di baseball di cui fa parte Kazuya e insieme sembrano formare la coppia più bella della scuola. In verità, lei sembra preferire il "fratello scemo", ovvero Tatsuya. Fino ad ora tutto sempre essere normale e scontato. Tutti direbbero: "È il classico triangolo amoroso." E invece…
A causa di uno sconvolgente evento, la vita dei nostri protagonisti cambierà drasticamente. Il nostro Tatsuya si rimboccherà le maniche per colmare un vuoto interiore e realizzare il sogno della sua amata Minami, ovvero portare la squadra del club di Baseball del Meisei al Koshien.
Tra difficoltà, incomprensioni, amore e sport… l'autore ci racconterà una storia fantastica!
Disegno: Il tratto di Mitsuru Adachi a mio parere è stupendo! Spesso l'autore viene accusato di usare sempre lo stesso character design e di creare personaggi sempre troppo uguali, quindi anche difficili da distinguere fra loro. Secondo me, invece, questo è il suo punto forte. È come se avesse a disposizione una vasta gamma di attori, e questi recitassero alla perfezione sul palcoscenico di ogni suo manga. L'idea è molto romantica, quindi mi piace immaginare sia questo il suo pensiero.
Ogni tavola è fresca e leggera: una gioia per gli occhi. Disegnati maestosamente sono gli sfondi, con una qualità del dettaglio superiore, specialmente considerando che il manga è stato disegnato più di 30 anni fa.
Le scene di sport sono ben disegnate. Ogni lancio, ogni battuta, ogni base conquistata… sarà descritta graficamente in maniera impeccabile. La cosa che mi ha maggiormente colpito sono le tavole mute. Mute, sì, ma in apparenza. Quelle tavole, anche se prive di testo, raccontano scorci di vita, sensazioni, emozioni, gioie e dolori. Che dire… questo stile di disegno mi ha conquistato come pochi.
I personaggi sono caratterizzati in maniera eccellente. Personaggi reali e umani. Ragazzi normalissimi che affrontano la vita e le sue inevitabili tragedie, a testa alta e con dignità, senza clamori e qualunquismi. Chi leggendo questo manga non si è immedesimato nel personaggio di Tatsuya? Di fronte all'amore alle avversità siamo tutti un po' come lui. Nel corso degli anni in cui viene raccontata la storia assisteremo alla crescita dei personaggi. Una crescita che sembra spontanea, senza forzature. Tatsuya diventerà più sicuro di sé e Minami farà chiarezza con i suoi sentimenti e con le sue ambizioni. Entreranno in scena rivali non solo di sport, ma anche d'amore. L'asso del prestigioso istituto Sumi, ovvero Akio Nitta, insidierà Tatsuya sia sul diamante che nelle questioni di cuore. Contemporaneamente, la piccola e dispettosa Yuka farà di tutto per avvicinarsi a Tatsuya e strappare il nostro protagonista dalle braccia di Minami. Se volete saperne di più sull'evoluzione delle vicende e sulla maturazione di ogni personaggio… dovete assolutamente leggere questo manga!
L'edizione Star Comics è la classica standard del periodo: volume sottile, senza sovraccoperta e pagine a colori. Le pagine sono abbastanza trasparenti ma non rilasciano inchiostro. Il prezzo attuale è di 3,90 euro a volume.
In definitiva, consiglio a tutti la lettura di questo manga. Non fatevi ingannare dalle premesse, perché già dopo i primi capitoli vi conquisterà e probabilmente diventerà una delle vostre opere preferite. È stato il mio prima manga di Adachi e mi ha colpito talmente tanto che mi ha spinto ad iniziare il recupero di altre sue opere. Il mio voto è 10, la perfezione.
Dare 10 ad un qualsiasi manga di Mitsuru Adachi significa insultare una splendida arte quale è la fumettistica. Tralasciando il fatto che i suoi fumetti sono tutti uguali, comunque bisogna considerare che: è vero, non esistono solo le opere impegnate d'autore con annessi generi (avventura, azione, autobiografico, poliziesco, fantascientifico...), ma proprio per questo è cosa buona e giusta fare dei confronti, sapendo distinguere i veri capolavori dalla spazzatura come Touch.
Da quest'ultimo (così come ogni fumetto del mediocre Adachi) traspare il nulla più assoluto, tra edonismo e sentimentalismo, borghesia e monotonia, egocentrismo e vicende interpersonali noiose quotidiane di cui non se ne sentiva affatto il bisogno.
Cosa c'è altro da dire? I protagonisti sono la copia sputata di Tsubasa Ozora e si farebbe fatica a riconoscere il maschio dalla femmina se non fosse per i capelli, mentre per il resto sono gli ennesimi squallidi disegni da terza elementare non impegnati. Ah, come sempre (e lo stesso vale per molti fumetti di questo tipo), i personaggi principali sono tutti fatti con il copia e incolla; gli stereotipi del carino, dolce e perfettino, mentre gli altri sono solo delle comparse, nulla più. E mi risulta alquanto strano che sia considerato come comico, in quanto non ho riso nemmeno una volta con Touch.
Manga usa e getta fortunatamente caduto presto nel dimenticatoio (almeno qui in Italia e nel resto del mondo che non sia Giappone), anche se come macchia rimane quel premio Shogakukan (del resto si sa, anche gli Academy Awards sono truccati...). I capolavori d'autore sono ben altri.
Da quest'ultimo (così come ogni fumetto del mediocre Adachi) traspare il nulla più assoluto, tra edonismo e sentimentalismo, borghesia e monotonia, egocentrismo e vicende interpersonali noiose quotidiane di cui non se ne sentiva affatto il bisogno.
Cosa c'è altro da dire? I protagonisti sono la copia sputata di Tsubasa Ozora e si farebbe fatica a riconoscere il maschio dalla femmina se non fosse per i capelli, mentre per il resto sono gli ennesimi squallidi disegni da terza elementare non impegnati. Ah, come sempre (e lo stesso vale per molti fumetti di questo tipo), i personaggi principali sono tutti fatti con il copia e incolla; gli stereotipi del carino, dolce e perfettino, mentre gli altri sono solo delle comparse, nulla più. E mi risulta alquanto strano che sia considerato come comico, in quanto non ho riso nemmeno una volta con Touch.
Manga usa e getta fortunatamente caduto presto nel dimenticatoio (almeno qui in Italia e nel resto del mondo che non sia Giappone), anche se come macchia rimane quel premio Shogakukan (del resto si sa, anche gli Academy Awards sono truccati...). I capolavori d'autore sono ben altri.
Brividi, pelle d'oca.
Ecco cosa ho in questo momento, dopo aver appena concluso l'ultimo volume di questo meraviglioso manga. Ora posso davvero affermare di essere veramente contenta di aver ascoltato i consigli di tutte le persone che mi hanno consigliato di acquistare e leggere intensamente quest'opera del bravissimo maestro Adachi. Ne sono completamente entusiasta: mai soldi e tempo furono spesi meglio di così!
Ricordo che da piccola mi è capitato di guardare qualche episodio sporadico dell'anime che ne è stato tratto, ricordato in Italia con il titolo "Prendi il mondo e vai", ma giusto uno sguardo, nulla di particolarmente approfondito. Crescendo e diventando una persona abbastanza adulta, capace di comprendere meglio il senso delle cose e il significato di tante storie, scoprendo poi contemporaneamente l'immensa passione per i manga, i miei amici “mangosi” mi hanno suggerito, unanime, di avvicinarmi a questa storia, dicendo tutti che non me ne sarei affatto pentita, nonostante sia uno shounen che tratti dello sport del baseball (che non amo particolarmente e, indi, non conosco neanche tanto bene). È stato proprio così. Altro che pentimento! Sono assolutamente contenta di aver scoperto questa perla rara e di poter sfoggiare questo capolavoro nella mia piccola e umile collezione. Quindi ne approfitto per ringraziare pubblicamente tutti quelli che mi hanno fatto scoprire questa pietra miliare della storia dei manga: grazie davvero.
Di che parla Touch?
Questo manga racconta la storia dei gemelli Uesugi, Tatsuya e Kazuya, così simili nell'aspetto quanto antitetici nel carattere e nel loro modo di affrontare e vivere la propria vita. Il primo, incostante, svogliato e burlone, potrebbe essere davvero un ragazzo capace e talentuoso se solo si impegnasse in ciò che fa, ma non ne ha nessuna intenzione e preferisce lasciar perdere gli impegni seri e le sfide, vivendo praticamente all'ombra del fratello Kazuya, che invece è il tipico bravo ragazzo, studioso e asso del baseball, coscienzioso e amato da tutti poiché vincente in tutto ciò in cui si impegna. Nonostante tutto i due hanno una segreto che li accomuna, rendendoli allo stesso tempo rivali: entrambi sono innamorati della loro amica d'infanzia, la vicina di casa Minami, ragazza molto bella e particolarmente dotata di carisma e di bravura, sia scolastica che sportiva che in tante altre cose, da sembrare (rispetto a tutti gli altri personaggi presenti nella storia) il personaggio più surreale.
Questo triangolo amoroso vivrà sullo sfondo del gioco del baseball, in cui sia Tatsuya sia Kazuya eccellono, il secondo più del primo data la diversità di carattere e di impegno che contraddistingue i due fratelli.
La bellezza e la poesia di questo manga consiste nel portare il lettore ad assistere alla crescita e alla maturazione del personaggio di Tatsuya, reale protagonista (da me molto amato) della storia, vissuto da sempre all'ombra del fratello "più bravo", trascinandosi sempre dietro il peso di dover continuamente essere paragonato a lui e, quindi, di non sentirsi mai abbastanza, mai all'altezza.
Ovviamente non è intento di Tatsuya quello di voler competere con Kazuya, anzi. Preferisce di gran lunga lasciar perdere la sfida con suo fratello e farsi giudicare da tutti quelli che lo conoscono come "il fratello scemo", poiché inconcludente, volubile, incostante e a prima vista abbastanza superficiale.
Niente di più errato, e lo capirete via via che la lettura proseguirà.
Ovviamente, a dare una svolta a tutta la situazione che sembrava ormai scontata e statica, interverrà un tragico destino. Da quel momento in poi il Tatsuya che tutti conoscevano comincia a cambiare radicalmente, poco alla volta, trasformandosi da ragazzino ribelle e sconclusionato a un uomo determinato, forte, sensibile, vincente. Nel corso del tempo il "fratello scemo" diventerà l'uomo meritevole dell'amore di Minami, l'asso del baseball bravo tanto quanto suo fratello, forse anche di più, vincendo definitivamente il suo senso di inadeguatezza e di inferiorità, sempre nutrito nel corso degli anni a causa della presenza del fratello.
Touch, il titolo di questo manga, cioè "tocco".
Perché questo manga riesce a toccare le corde della nostra anima, i sentimenti più profondi e nascosti nel cuore di ognuno di noi, con una delicatezza che sa essere così forte e prorompente da lasciare estremamente colpiti tutti coloro che si lasciano trasportare dalle mille emozioni che questa appassionante storia è capace di suscitare.
Touch, perché tocca la sensibilità del lettore con delle immagini semplici, essenziali, ma così espressive e cariche di sensazioni da non pretendere nulla di più se non il lasciarsi catturare dalle atmosfere dolci e delicate, da sguardi intensi e comunicativi, da sorrisi contagiosi, da gesti importanti e indimenticabili.
Touch, perché il baseball saprà realizzare il sogno di questi ragazzi, sempre nutrito sin dai primi anni di vita, riuscendo a toccare con la propria mano il desiderio di un'intera esistenza, dedita all'amore per questo sport e all'amore verso se stessi, per ciò che siamo nel bene e nel male, e verso le persone che ci circondano, che con la loro presenza e il loro supporto riescono a renderci delle persone migliori.
Una storia che ci dimostra quanto sia importante nella vita di ognuno di noi coltivare una passione intensamente, quanto non bisogna lasciarsi condizionare dal giudizio delle persone che in realtà non ci conoscono davvero, quanto sia importante la realizzazione di un sogno e rendere felice la persona che si ama, quanto sia bella l'adolescenza con i suoi mille dubbi e le sue tremila emozioni discordanti e variopinte; infine, quanto sia importante, essenziale, essere sempre e comunque ciò che si è, se stessi fino alla fine, cercando semplicemente di migliorarsi e di dare sempre il massimo in ciò in cui si crede e in ciò che si ama.
Capolavoro d'eccellenza, assolutamente da leggere e da amare per tutta la vita.
Grazie, maestro Adachi, per questo manga letteralmente straordinario, indimenticabile, unico.
10 pieno.
Ecco cosa ho in questo momento, dopo aver appena concluso l'ultimo volume di questo meraviglioso manga. Ora posso davvero affermare di essere veramente contenta di aver ascoltato i consigli di tutte le persone che mi hanno consigliato di acquistare e leggere intensamente quest'opera del bravissimo maestro Adachi. Ne sono completamente entusiasta: mai soldi e tempo furono spesi meglio di così!
Ricordo che da piccola mi è capitato di guardare qualche episodio sporadico dell'anime che ne è stato tratto, ricordato in Italia con il titolo "Prendi il mondo e vai", ma giusto uno sguardo, nulla di particolarmente approfondito. Crescendo e diventando una persona abbastanza adulta, capace di comprendere meglio il senso delle cose e il significato di tante storie, scoprendo poi contemporaneamente l'immensa passione per i manga, i miei amici “mangosi” mi hanno suggerito, unanime, di avvicinarmi a questa storia, dicendo tutti che non me ne sarei affatto pentita, nonostante sia uno shounen che tratti dello sport del baseball (che non amo particolarmente e, indi, non conosco neanche tanto bene). È stato proprio così. Altro che pentimento! Sono assolutamente contenta di aver scoperto questa perla rara e di poter sfoggiare questo capolavoro nella mia piccola e umile collezione. Quindi ne approfitto per ringraziare pubblicamente tutti quelli che mi hanno fatto scoprire questa pietra miliare della storia dei manga: grazie davvero.
Di che parla Touch?
Questo manga racconta la storia dei gemelli Uesugi, Tatsuya e Kazuya, così simili nell'aspetto quanto antitetici nel carattere e nel loro modo di affrontare e vivere la propria vita. Il primo, incostante, svogliato e burlone, potrebbe essere davvero un ragazzo capace e talentuoso se solo si impegnasse in ciò che fa, ma non ne ha nessuna intenzione e preferisce lasciar perdere gli impegni seri e le sfide, vivendo praticamente all'ombra del fratello Kazuya, che invece è il tipico bravo ragazzo, studioso e asso del baseball, coscienzioso e amato da tutti poiché vincente in tutto ciò in cui si impegna. Nonostante tutto i due hanno una segreto che li accomuna, rendendoli allo stesso tempo rivali: entrambi sono innamorati della loro amica d'infanzia, la vicina di casa Minami, ragazza molto bella e particolarmente dotata di carisma e di bravura, sia scolastica che sportiva che in tante altre cose, da sembrare (rispetto a tutti gli altri personaggi presenti nella storia) il personaggio più surreale.
Questo triangolo amoroso vivrà sullo sfondo del gioco del baseball, in cui sia Tatsuya sia Kazuya eccellono, il secondo più del primo data la diversità di carattere e di impegno che contraddistingue i due fratelli.
La bellezza e la poesia di questo manga consiste nel portare il lettore ad assistere alla crescita e alla maturazione del personaggio di Tatsuya, reale protagonista (da me molto amato) della storia, vissuto da sempre all'ombra del fratello "più bravo", trascinandosi sempre dietro il peso di dover continuamente essere paragonato a lui e, quindi, di non sentirsi mai abbastanza, mai all'altezza.
Ovviamente non è intento di Tatsuya quello di voler competere con Kazuya, anzi. Preferisce di gran lunga lasciar perdere la sfida con suo fratello e farsi giudicare da tutti quelli che lo conoscono come "il fratello scemo", poiché inconcludente, volubile, incostante e a prima vista abbastanza superficiale.
Niente di più errato, e lo capirete via via che la lettura proseguirà.
Ovviamente, a dare una svolta a tutta la situazione che sembrava ormai scontata e statica, interverrà un tragico destino. Da quel momento in poi il Tatsuya che tutti conoscevano comincia a cambiare radicalmente, poco alla volta, trasformandosi da ragazzino ribelle e sconclusionato a un uomo determinato, forte, sensibile, vincente. Nel corso del tempo il "fratello scemo" diventerà l'uomo meritevole dell'amore di Minami, l'asso del baseball bravo tanto quanto suo fratello, forse anche di più, vincendo definitivamente il suo senso di inadeguatezza e di inferiorità, sempre nutrito nel corso degli anni a causa della presenza del fratello.
Touch, il titolo di questo manga, cioè "tocco".
Perché questo manga riesce a toccare le corde della nostra anima, i sentimenti più profondi e nascosti nel cuore di ognuno di noi, con una delicatezza che sa essere così forte e prorompente da lasciare estremamente colpiti tutti coloro che si lasciano trasportare dalle mille emozioni che questa appassionante storia è capace di suscitare.
Touch, perché tocca la sensibilità del lettore con delle immagini semplici, essenziali, ma così espressive e cariche di sensazioni da non pretendere nulla di più se non il lasciarsi catturare dalle atmosfere dolci e delicate, da sguardi intensi e comunicativi, da sorrisi contagiosi, da gesti importanti e indimenticabili.
Touch, perché il baseball saprà realizzare il sogno di questi ragazzi, sempre nutrito sin dai primi anni di vita, riuscendo a toccare con la propria mano il desiderio di un'intera esistenza, dedita all'amore per questo sport e all'amore verso se stessi, per ciò che siamo nel bene e nel male, e verso le persone che ci circondano, che con la loro presenza e il loro supporto riescono a renderci delle persone migliori.
Una storia che ci dimostra quanto sia importante nella vita di ognuno di noi coltivare una passione intensamente, quanto non bisogna lasciarsi condizionare dal giudizio delle persone che in realtà non ci conoscono davvero, quanto sia importante la realizzazione di un sogno e rendere felice la persona che si ama, quanto sia bella l'adolescenza con i suoi mille dubbi e le sue tremila emozioni discordanti e variopinte; infine, quanto sia importante, essenziale, essere sempre e comunque ciò che si è, se stessi fino alla fine, cercando semplicemente di migliorarsi e di dare sempre il massimo in ciò in cui si crede e in ciò che si ama.
Capolavoro d'eccellenza, assolutamente da leggere e da amare per tutta la vita.
Grazie, maestro Adachi, per questo manga letteralmente straordinario, indimenticabile, unico.
10 pieno.
Attenzione, potrebbe contenere spoiler.
Touch, mai titolo fu più azzeccato per un manga. Touch è il tocco delicato e genuino che riesce a giungere fino al cuore del lettore, conquistandolo totalmente. Credo che, nonostante gli sforzi immani che farò per scrivere questa recensione, non riuscirò mai a trasmettere le emozioni, le sensazioni che questa opera mi ha comunicato, è per me un'impresa impossibile: sarebbe sempre troppo riduttivo nei confronti di questo manga; io ci provo, comunque.
"La semplicità è la forma della vera grandezza."
E' con questa citazione che intendo iniziare a recensire Touch, perché Touch è una storia semplice, narrata in modo ineccepibile.
Kazuya e Tatsuya sono due gemelli, uguali ma al contempo profondamente diversi. Uguali nell'aspetto, diversi negli atteggiamenti, nei pensieri, nelle passioni. Accanto a loro c'è Minami, inseparabile vicina di casa nonché loro cara amica d'infanzia, considerata dai due quasi come una sorella. I tre ragazzi crescono e vivono sempre insieme, condividono tutto. Kacchan e Tacchan, questi gli storici soprannomi, sono però davvero diversi, si può dire che siano agli antipodi. Mentre Kacchan è un brillante e sportivo studente, asso del club di baseball del Meisei, Tacchan è l'esatto contrario: svogliato e profondamente scansafatiche. Inutile dire che Kacchan abbia tutte le ragazze ai suoi piedi… proprio tutte no, una, nonostante gli voglia comunque molto bene, non riesce ad amarlo come invece ama suo fratello Tacchan; ebbene, questa è proprio Minami. La storia inizia così, dunque, con questo particolare triangolo amoroso in cui Kazuya ama Minami che però a sua volta ama Tacchan. Quest'ultimo è anch'egli innamorato di Minami, ma, volendo molto bene al fratello, e per non farlo soffrire, avrebbe addirittura deciso di rinunciare alla sua amata lasciandola così a Kacchan. Quell'“avrebbe”, però, non è messo a caso…
Questo, infatti, è Touch prima che un irreparabile evento cambi irrimediabilmente il corso delle cose: Kazuya muore, e muore proprio prima delle finali per arrivare al Koshien. Il desiderio più grande di Minami era quello di raggiungere il Koshien, e Kazuya le aveva promesso che avrebbe esaudito tale richiesta; purtroppo le cose non sono andate come ci si aspettava. Da qui in poi Touch cambia, e con lui cambiano anche i personaggi che ne fanno parte. Tacchan deciderà di impegnarsi nel baseball per cercare di arrivare al Koshien, e mantenere definitivamente la promessa con Minami. Ma la cosa più bella di Touch, secondo me, è il grande significato simbolico del baseball. Sì, perché personalmente ho visto il baseball, sport a cui l'autore è indubbiamente molto affezionato, come una grande metafora per rappresentare il percorso di crescita interiore compiuto da Tatsuya. Egli si allena, migliora, diventa sempre più bravo, si scrolla di dosso ogni pregiudizio o titolo che gli fosse stato affibbiato e cambia, diventando una persona nuova, più matura, più responsabile, una persona che, finalmente, potrà comprendere e farsi carico dell'amore di Minami. Ovviamente Tacchan è aiutato in questa sua impresa dai tanti amici e compagni d'avventura come il simpatico e buon Kotaro, che inizialmente vede Tatsuya con negatività ma poi sarà costretto a ricredersi, il pugile Harada, apparentemente freddo e senza cuore, che però si dimostrerà essere forse la persona più buona di tutto il manga, l'intraprendente Yuka, sorella di Akyo, innamorata, invano, di Tacchan, Nishimura e Akyo Nitta, i due rivali nel Baseball (e non solo) di Tatsuya, l'allenatore Nishio e il suo sostituto Kashiwaba. Tutti questi personaggi, caratterizzati ottimamente da Adachi, aiutano Tacchan nel suo percorso di maturazione.
A conferma della tesi sostenuta prima, ovvero quella della semplicità, effettivamente anche i disegni non ne sono esenti. Lo stile di disegno di Adachi è inimitabile, e io trovo che sia fantastico e funzionale. Volti espressivi e sfondi eccezionali, queste le componenti principali del disegno del Sensei; i personaggi parlano da soli, talvolta non è nemmeno necessario che vengano inserite le vignette, proprio perché il disegno permette di capire tutto. Le partite di baseball sono realizzate con una dinamicità tale da farle sembrare reali, e ciò è davvero notevole.
L'edizione StarComics è un po' vecchia, a me l'adattamento non è dispiaciuto, credo sia abbastanza coerente; per quanto riguarda i materiali, beh, nonostante sia un'edizione di dieci anni fa, io non ho riscontrato alcun problema. Questo è comunque certamente un manga che merita una riedizione, assolutamente.
In conclusione consiglio Touch a tutti quelli che avessero voglia di leggere qualcosa di poetico ed emozionante. Una vera perla: 10.
Touch, mai titolo fu più azzeccato per un manga. Touch è il tocco delicato e genuino che riesce a giungere fino al cuore del lettore, conquistandolo totalmente. Credo che, nonostante gli sforzi immani che farò per scrivere questa recensione, non riuscirò mai a trasmettere le emozioni, le sensazioni che questa opera mi ha comunicato, è per me un'impresa impossibile: sarebbe sempre troppo riduttivo nei confronti di questo manga; io ci provo, comunque.
"La semplicità è la forma della vera grandezza."
E' con questa citazione che intendo iniziare a recensire Touch, perché Touch è una storia semplice, narrata in modo ineccepibile.
Kazuya e Tatsuya sono due gemelli, uguali ma al contempo profondamente diversi. Uguali nell'aspetto, diversi negli atteggiamenti, nei pensieri, nelle passioni. Accanto a loro c'è Minami, inseparabile vicina di casa nonché loro cara amica d'infanzia, considerata dai due quasi come una sorella. I tre ragazzi crescono e vivono sempre insieme, condividono tutto. Kacchan e Tacchan, questi gli storici soprannomi, sono però davvero diversi, si può dire che siano agli antipodi. Mentre Kacchan è un brillante e sportivo studente, asso del club di baseball del Meisei, Tacchan è l'esatto contrario: svogliato e profondamente scansafatiche. Inutile dire che Kacchan abbia tutte le ragazze ai suoi piedi… proprio tutte no, una, nonostante gli voglia comunque molto bene, non riesce ad amarlo come invece ama suo fratello Tacchan; ebbene, questa è proprio Minami. La storia inizia così, dunque, con questo particolare triangolo amoroso in cui Kazuya ama Minami che però a sua volta ama Tacchan. Quest'ultimo è anch'egli innamorato di Minami, ma, volendo molto bene al fratello, e per non farlo soffrire, avrebbe addirittura deciso di rinunciare alla sua amata lasciandola così a Kacchan. Quell'“avrebbe”, però, non è messo a caso…
Questo, infatti, è Touch prima che un irreparabile evento cambi irrimediabilmente il corso delle cose: Kazuya muore, e muore proprio prima delle finali per arrivare al Koshien. Il desiderio più grande di Minami era quello di raggiungere il Koshien, e Kazuya le aveva promesso che avrebbe esaudito tale richiesta; purtroppo le cose non sono andate come ci si aspettava. Da qui in poi Touch cambia, e con lui cambiano anche i personaggi che ne fanno parte. Tacchan deciderà di impegnarsi nel baseball per cercare di arrivare al Koshien, e mantenere definitivamente la promessa con Minami. Ma la cosa più bella di Touch, secondo me, è il grande significato simbolico del baseball. Sì, perché personalmente ho visto il baseball, sport a cui l'autore è indubbiamente molto affezionato, come una grande metafora per rappresentare il percorso di crescita interiore compiuto da Tatsuya. Egli si allena, migliora, diventa sempre più bravo, si scrolla di dosso ogni pregiudizio o titolo che gli fosse stato affibbiato e cambia, diventando una persona nuova, più matura, più responsabile, una persona che, finalmente, potrà comprendere e farsi carico dell'amore di Minami. Ovviamente Tacchan è aiutato in questa sua impresa dai tanti amici e compagni d'avventura come il simpatico e buon Kotaro, che inizialmente vede Tatsuya con negatività ma poi sarà costretto a ricredersi, il pugile Harada, apparentemente freddo e senza cuore, che però si dimostrerà essere forse la persona più buona di tutto il manga, l'intraprendente Yuka, sorella di Akyo, innamorata, invano, di Tacchan, Nishimura e Akyo Nitta, i due rivali nel Baseball (e non solo) di Tatsuya, l'allenatore Nishio e il suo sostituto Kashiwaba. Tutti questi personaggi, caratterizzati ottimamente da Adachi, aiutano Tacchan nel suo percorso di maturazione.
A conferma della tesi sostenuta prima, ovvero quella della semplicità, effettivamente anche i disegni non ne sono esenti. Lo stile di disegno di Adachi è inimitabile, e io trovo che sia fantastico e funzionale. Volti espressivi e sfondi eccezionali, queste le componenti principali del disegno del Sensei; i personaggi parlano da soli, talvolta non è nemmeno necessario che vengano inserite le vignette, proprio perché il disegno permette di capire tutto. Le partite di baseball sono realizzate con una dinamicità tale da farle sembrare reali, e ciò è davvero notevole.
L'edizione StarComics è un po' vecchia, a me l'adattamento non è dispiaciuto, credo sia abbastanza coerente; per quanto riguarda i materiali, beh, nonostante sia un'edizione di dieci anni fa, io non ho riscontrato alcun problema. Questo è comunque certamente un manga che merita una riedizione, assolutamente.
In conclusione consiglio Touch a tutti quelli che avessero voglia di leggere qualcosa di poetico ed emozionante. Una vera perla: 10.
Ho comprato e letto per la prima volta quest'opera 10 anni fa, quando ne avevo 13. All'epoca avevo incominciato a collezionare manga da poco ed ero in preda alla febbrile impazienza di leggere sempre nuove storie, quindi non posso negare di essermi avvicinata a "Touch" per mero caso: in edicola avevo trovato un numero sparso, l'8 per essere precisi, e l'avevo preso con l'intenzione di recuperare l'intera serie quasi "perché sì".
Ho quindi letto 26 numeri in pochi giorni, però con il senno di poi adesso posso dire francamente che allora non avevo capito nulla della bellezza di questo manga: della sua profondità di sentimenti, della perfetta e commovente introspezione psicologica dei personaggi e dell'impressionante scavo fatto nella quotidianità più semplice e proprio per questo toccante.
Le tavole vuote di Adachi, considerate sostanzialmente il suo marchio di fabbrica, mi avevano lasciato stupidamente insoddisfatta, mentre le partite di baseball mi avevano annoiata.
Qualche giorno fa invece, senza un vero motivo, mi sono svegliata con il pensiero che avrei dovuto rileggermi il primo volume del manga. L'ho fatto, e prima che venisse sera avevo divorato uno dietro l'altro tutti e 26 i numeri.
Ora dopo così tanto tempo dalla prima lettura posso dire di aver davvero capito l'importanza di questo manga, che considero in tutto e per tutto una pietra miliare del suo genere.
"Touch" è semplicemente un manga che non può non venir letto, ma solo quando si ha la maturità per apprezzarne appieno il giusto valore.
Ho quindi letto 26 numeri in pochi giorni, però con il senno di poi adesso posso dire francamente che allora non avevo capito nulla della bellezza di questo manga: della sua profondità di sentimenti, della perfetta e commovente introspezione psicologica dei personaggi e dell'impressionante scavo fatto nella quotidianità più semplice e proprio per questo toccante.
Le tavole vuote di Adachi, considerate sostanzialmente il suo marchio di fabbrica, mi avevano lasciato stupidamente insoddisfatta, mentre le partite di baseball mi avevano annoiata.
Qualche giorno fa invece, senza un vero motivo, mi sono svegliata con il pensiero che avrei dovuto rileggermi il primo volume del manga. L'ho fatto, e prima che venisse sera avevo divorato uno dietro l'altro tutti e 26 i numeri.
Ora dopo così tanto tempo dalla prima lettura posso dire di aver davvero capito l'importanza di questo manga, che considero in tutto e per tutto una pietra miliare del suo genere.
"Touch" è semplicemente un manga che non può non venir letto, ma solo quando si ha la maturità per apprezzarne appieno il giusto valore.
"La vita! Non parlatemi della vita." Così diceva Marvin, l'androide paranoico di "Guida galattica per autostoppisti" che ispirò ai Radiohead la celebre canzone. A Mitsuru Adachi, invece, la vita piace e ne parla volentieri, con la grazia tutt'altro che improvvisata che lo contraddistingue e che, accingendomi a recensire questo titolo, vorrei tanto possedere anch'io. "Touch", infatti, è uno di quei manga che ti danno l'impressione di aver già detto tutto ciò che valeva la pena di dire in merito ai temi di cui tratta, costringendoti ad imbastire un banchetto di parole con le poche briciole miracolosamente scampate al processo.
Kazuya e Tatsuya Uesugi sono gemelli, ma in comune sembrano avere soltanto i cromosomi. Tanto il primo, promessa del baseball giovanile, è coscienzioso, amabile e riflessivo quanto il secondo, conosciuto come "il fratello scemo", è superficiale e discontinuo, sempre alla ricerca di una scusa per non fare il proprio dovere o di una sottana da sollevare con discrezione per vedere di che colore sono le mutandine di colei che la indossa. Non hanno segreti l'uno per l'altro e neanche per Minami, la loro perspicace vicina di casa e amica d'infanzia. Tutti danno per scontato che presto o tardi lei e Kazuya si metteranno insieme, compreso Tatsuya che, pur amandola quanto il fratello, cerca di non lasciar trapelare i suoi sentimenti perché convinto di non avere nulla da offrirle; nessuno, tuttavia, ha mai pensato di interpellare la diretta interessata, che non si sente ancora pronta per prendere una decisione di cui teme, a ragione, le conseguenze.
Il sogno di ogni giovane giocatore di baseball del Giappone è il Kōshien, dove ogni anno viene decretata la miglior squadra liceale del paese. Kazuya, tuttavia, ha una ragione in più per volerci andare: lo ha infatti promesso a Minami, che da sempre anela a vederlo sul monte di lancio del leggendario stadio con il numero 1 stampato sulla divisa. Ma per un crudele scherzo del destino sarà l'altro Uesugi, quello buono a nulla per antonomasia, a ricevere la pesante eredità di un sogno che soltanto lui ha il potenziale per non far andare in frantumi.
Non amo gli spokon e non amo gli Slice of Life. Ne consegue che uno spokon con prominenti venature di Slice of Life - o uno Slice of Life condito con pizzico di spokon, a seconda dell'aspetto che si ritiene più importante - fosse destinato a non piacermi, ma fortunatamente ogni regola ha la sua eccezione. Nel mio caso non poteva che trattarsi di questo titolo, visto che essere la terza di quattro fratelli mi ha portata a sviluppare una naturale sensibilità nei confronti della questione delle rivalità in famiglia.
Mi capita spesso, nelle mie recensioni, di lamentarmi di autori che credono che basti avere una storia da raccontare per essere in grado di farlo; Adachi non solo sa quello che fa, ma lo fa bene e soprattutto senza l'ausilio di effetti speciali. Fin dall'inizio, inoltre, egli cerca di mettere il lettore a proprio agio, tenendolo sì per mano, ma senza mai strattonarlo. Casomai vi fosse bisogno di un'ulteriore riprova che non è la trama a fare la differenza, bensì il modo in cui essa viene sviluppata, questo manga, con il suo incedere leggiadro ma sicuro, si presta in modo ottimale al sostegno di una simile tesi.
Ma considerare "Touch" una semplice storia d'amore e di sani principi sarebbe oltremodo riduttivo: prima ancora di un traguardo fisico, infatti, per Tatsuya e Minami il Kōshien rappresenta la tappa finale di un lungo e sofferto percorso di maturazione sia a livello personale che come coppia. Se lui lotta per riscattarsi agli occhi di chi lo circonda - compresi i propri - lei deve riuscire a trovare un modo per venire incontro alle aspettative che suscita negli altri senza snaturare o rinnegare se stessa. Non sarà facile per nessuno dei due, ma in caso contrario non vi sarebbe gusto né a raccontarlo né a leggerlo. Quel che è certo, ad ogni modo, è che senza conoscere gli individui che gravitano loro intorno non saremmo in grado di capire e apprezzare appieno il lavoro che svolgono su loro stessi. A tendere una mano al lettore in tal senso - una mano enorme, screpolata e piena di tagli - ci pensa Shōhei Harada, faccia da teppista e cuore d'oro, che più di una volta nel corso del manga darà prova di grande saggezza e di spirito di osservazione.
Anche gli altri personaggi, pur non rivestendo un ruolo altrettanto importante, risultano ben riusciti, al punto che non importa neppure se magari, nella vita reale, non li potremmo sopportare: è quello che ho provato ad esempio nei confronti di Yuka Nitta, piccola e acuta rompiscatole combattuta tra la lealtà nei confronti del fratello Akio, rivale di Tatsuya al gioco e in amore, e la sua infatuazione per quest'ultimo. L'unico che non convinta del tutto è il coach Kashiwaba, che è sì quanto di più vicino ad un cattivo Adachi abbia da offrirci - e almeno io ne sentivo il bisogno - ma che a mio parere non è stato sfruttato al meglio delle sue potenzialità. Nulla di così grave da condizionare il mio giudizio, in ogni caso, quanto piuttosto un rimpianto quasi pro forma per ciò che poteva essere e che non è stato.
Per quanto riguarda i disegni, beh... la regia sempre azzeccatissima delle tavole e la cura profusa nella resa dei fondali e delle atmosfere non lasciano dubbi sul fatto che neppure in questo campo Adachi sia da considerare uno sprovveduto, ma proprio per questo mi riesce difficile scendere a patti con il suo character design stilizzato. Non anonimo, attenzione: che piaccia o meno il suo stile è inconfondibile, in quanto funzionale ed immediato. Ciò non toglie che ogni volta che leggo nelle recensioni frasi tipo "la bella (inserire nome della protagonista di turno qui)", mi viene da inarcare un sopracciglio, perché io non noto alcuna differenza sostanziale in termini di venustà tra l'oggetto di siffatte lodi e altri personaggi femminili. So con Adachi "bella" significa anche e soprattutto esserlo dentro - e nessuno mette in discussione il fatto che Minami lo sia - ma credo sia legittimo aspettarsi di vederla, quest'avvenenza, non di intuirla e basta. Anche in questo caso, tuttavia, si tratta di riflessioni dettate più che altro da quelli che sono i miei gusti personali, e che come tali non sono di alcuna rilevanza ai fini di valutare il manga in questione. Per alcuni Adachi potrà anche disegnare in modalità "risparmio energetico"- anche se personalmente non lo credo - ma anche così combina molto più di quanto potrei mai fare io.
Il mio voto sarebbe 8 e mezzo, ma arrotondo per eccesso in quanto dare 8 a "Touch" sarebbe crudelmente inappropriato. Non vi è dubbio, infatti, che possegga una marcia in più che gli consente, a trentun anni dalla sua pubblicazione, di costituire un vero e proprio faro per le opere del suo genere.
Kazuya e Tatsuya Uesugi sono gemelli, ma in comune sembrano avere soltanto i cromosomi. Tanto il primo, promessa del baseball giovanile, è coscienzioso, amabile e riflessivo quanto il secondo, conosciuto come "il fratello scemo", è superficiale e discontinuo, sempre alla ricerca di una scusa per non fare il proprio dovere o di una sottana da sollevare con discrezione per vedere di che colore sono le mutandine di colei che la indossa. Non hanno segreti l'uno per l'altro e neanche per Minami, la loro perspicace vicina di casa e amica d'infanzia. Tutti danno per scontato che presto o tardi lei e Kazuya si metteranno insieme, compreso Tatsuya che, pur amandola quanto il fratello, cerca di non lasciar trapelare i suoi sentimenti perché convinto di non avere nulla da offrirle; nessuno, tuttavia, ha mai pensato di interpellare la diretta interessata, che non si sente ancora pronta per prendere una decisione di cui teme, a ragione, le conseguenze.
Il sogno di ogni giovane giocatore di baseball del Giappone è il Kōshien, dove ogni anno viene decretata la miglior squadra liceale del paese. Kazuya, tuttavia, ha una ragione in più per volerci andare: lo ha infatti promesso a Minami, che da sempre anela a vederlo sul monte di lancio del leggendario stadio con il numero 1 stampato sulla divisa. Ma per un crudele scherzo del destino sarà l'altro Uesugi, quello buono a nulla per antonomasia, a ricevere la pesante eredità di un sogno che soltanto lui ha il potenziale per non far andare in frantumi.
Non amo gli spokon e non amo gli Slice of Life. Ne consegue che uno spokon con prominenti venature di Slice of Life - o uno Slice of Life condito con pizzico di spokon, a seconda dell'aspetto che si ritiene più importante - fosse destinato a non piacermi, ma fortunatamente ogni regola ha la sua eccezione. Nel mio caso non poteva che trattarsi di questo titolo, visto che essere la terza di quattro fratelli mi ha portata a sviluppare una naturale sensibilità nei confronti della questione delle rivalità in famiglia.
Mi capita spesso, nelle mie recensioni, di lamentarmi di autori che credono che basti avere una storia da raccontare per essere in grado di farlo; Adachi non solo sa quello che fa, ma lo fa bene e soprattutto senza l'ausilio di effetti speciali. Fin dall'inizio, inoltre, egli cerca di mettere il lettore a proprio agio, tenendolo sì per mano, ma senza mai strattonarlo. Casomai vi fosse bisogno di un'ulteriore riprova che non è la trama a fare la differenza, bensì il modo in cui essa viene sviluppata, questo manga, con il suo incedere leggiadro ma sicuro, si presta in modo ottimale al sostegno di una simile tesi.
Ma considerare "Touch" una semplice storia d'amore e di sani principi sarebbe oltremodo riduttivo: prima ancora di un traguardo fisico, infatti, per Tatsuya e Minami il Kōshien rappresenta la tappa finale di un lungo e sofferto percorso di maturazione sia a livello personale che come coppia. Se lui lotta per riscattarsi agli occhi di chi lo circonda - compresi i propri - lei deve riuscire a trovare un modo per venire incontro alle aspettative che suscita negli altri senza snaturare o rinnegare se stessa. Non sarà facile per nessuno dei due, ma in caso contrario non vi sarebbe gusto né a raccontarlo né a leggerlo. Quel che è certo, ad ogni modo, è che senza conoscere gli individui che gravitano loro intorno non saremmo in grado di capire e apprezzare appieno il lavoro che svolgono su loro stessi. A tendere una mano al lettore in tal senso - una mano enorme, screpolata e piena di tagli - ci pensa Shōhei Harada, faccia da teppista e cuore d'oro, che più di una volta nel corso del manga darà prova di grande saggezza e di spirito di osservazione.
Anche gli altri personaggi, pur non rivestendo un ruolo altrettanto importante, risultano ben riusciti, al punto che non importa neppure se magari, nella vita reale, non li potremmo sopportare: è quello che ho provato ad esempio nei confronti di Yuka Nitta, piccola e acuta rompiscatole combattuta tra la lealtà nei confronti del fratello Akio, rivale di Tatsuya al gioco e in amore, e la sua infatuazione per quest'ultimo. L'unico che non convinta del tutto è il coach Kashiwaba, che è sì quanto di più vicino ad un cattivo Adachi abbia da offrirci - e almeno io ne sentivo il bisogno - ma che a mio parere non è stato sfruttato al meglio delle sue potenzialità. Nulla di così grave da condizionare il mio giudizio, in ogni caso, quanto piuttosto un rimpianto quasi pro forma per ciò che poteva essere e che non è stato.
Per quanto riguarda i disegni, beh... la regia sempre azzeccatissima delle tavole e la cura profusa nella resa dei fondali e delle atmosfere non lasciano dubbi sul fatto che neppure in questo campo Adachi sia da considerare uno sprovveduto, ma proprio per questo mi riesce difficile scendere a patti con il suo character design stilizzato. Non anonimo, attenzione: che piaccia o meno il suo stile è inconfondibile, in quanto funzionale ed immediato. Ciò non toglie che ogni volta che leggo nelle recensioni frasi tipo "la bella (inserire nome della protagonista di turno qui)", mi viene da inarcare un sopracciglio, perché io non noto alcuna differenza sostanziale in termini di venustà tra l'oggetto di siffatte lodi e altri personaggi femminili. So con Adachi "bella" significa anche e soprattutto esserlo dentro - e nessuno mette in discussione il fatto che Minami lo sia - ma credo sia legittimo aspettarsi di vederla, quest'avvenenza, non di intuirla e basta. Anche in questo caso, tuttavia, si tratta di riflessioni dettate più che altro da quelli che sono i miei gusti personali, e che come tali non sono di alcuna rilevanza ai fini di valutare il manga in questione. Per alcuni Adachi potrà anche disegnare in modalità "risparmio energetico"- anche se personalmente non lo credo - ma anche così combina molto più di quanto potrei mai fare io.
Il mio voto sarebbe 8 e mezzo, ma arrotondo per eccesso in quanto dare 8 a "Touch" sarebbe crudelmente inappropriato. Non vi è dubbio, infatti, che possegga una marcia in più che gli consente, a trentun anni dalla sua pubblicazione, di costituire un vero e proprio faro per le opere del suo genere.
<b> [ATTENZIONE: SPOILER!]</b>
Quando ancora non conoscevo il mondo dei manga mi drogavo letteralmente dei cartoni che trasmettevano in TV…e ancora ricordo la sigla del povero Touch rinominato "Prendi il mondo e vai"…Probabilmente una delle peggiori sigle nella storia di Cristina d'Avena, zero coinvolgimento e non invogliava assolutamente a vederne le puntate.
Poi dopo aver conosciuto vari mangaka ho letto delle recensioni su Mitsuru Adachi, ed essendo anche un'appassionata di pittura e paesaggi, rimasi molto molto incuriosita quando lo definirono il "poeta del fumetto", nulla di più vero.
Touch è un manga con dei disegni molto semplici e fatti di pochissimi particolari, i personaggi parlano poco ma guardando solo i paesaggi e le espressioni dei protagonisti nelle vignette sembra di leggere nelle loro menti, sguardi e sfondi che parlano; questo caratterizza le opere di questo grande fumettista.
Per tutta la durata del manga sembra di vivere le abitudini, i luoghi, e i sentimenti dei protagonisti, si sente il profumo dei ciliegi in fiore e il rumore della palla da baseball rimbalzare sul campo…
I protagonisti sono due ragazzi, due gemelli per l'esattezza, Katsuya e Tatsuya, identici nell'aspetto ma opposti caratterialmente; il primo bravo a scuola e nello sport, più affascinante; Tatsuya invece è un po' lo scapestrato di turno, pigro e senza interessi ne particolari abilità.
Insieme ai due gemelli c'è la loro amica di infanzia e vicina di casa Minami, una ragazza molto bella e presto corteggiata a scuola da molti pretendenti, il triangolo amoroso che inevitabilmente si viene a creare rimane di dubbia interpretazione per gran parte della lettura: Tatsuya e Katsuya sono entrambi innamorati di Minami, la ragazza invece inizialmente sembra ricambiare il "bravo ragazzo" poi invece un po' per la trama e un po' per la nostra sorpresa svela il suo reale sentimento per l'altro.
Purtroppo Katsuya resta vittima di un incidente in cui perde la vita e questo stravolge la trama e la vita di tutti, soprattutto del fratello che decide di proseguire la carriera da giocatore di baseball…
Non voglio aggiungere altro sulla trama perché è giusto leggerlo per vivere quei disegni e quegli stati d'animo che l'autore ci vuole far capire attraverso pagine senza nemmeno una vignetta…
Consiglio veramente la lettura di questo manga, non lasciatevi ingannare dai disegni e dal vecchio cartone…ne rimarrete coinvolti a tal punto da sentirvi lì sul campo da baseball durante i tornei!
Quando ancora non conoscevo il mondo dei manga mi drogavo letteralmente dei cartoni che trasmettevano in TV…e ancora ricordo la sigla del povero Touch rinominato "Prendi il mondo e vai"…Probabilmente una delle peggiori sigle nella storia di Cristina d'Avena, zero coinvolgimento e non invogliava assolutamente a vederne le puntate.
Poi dopo aver conosciuto vari mangaka ho letto delle recensioni su Mitsuru Adachi, ed essendo anche un'appassionata di pittura e paesaggi, rimasi molto molto incuriosita quando lo definirono il "poeta del fumetto", nulla di più vero.
Touch è un manga con dei disegni molto semplici e fatti di pochissimi particolari, i personaggi parlano poco ma guardando solo i paesaggi e le espressioni dei protagonisti nelle vignette sembra di leggere nelle loro menti, sguardi e sfondi che parlano; questo caratterizza le opere di questo grande fumettista.
Per tutta la durata del manga sembra di vivere le abitudini, i luoghi, e i sentimenti dei protagonisti, si sente il profumo dei ciliegi in fiore e il rumore della palla da baseball rimbalzare sul campo…
I protagonisti sono due ragazzi, due gemelli per l'esattezza, Katsuya e Tatsuya, identici nell'aspetto ma opposti caratterialmente; il primo bravo a scuola e nello sport, più affascinante; Tatsuya invece è un po' lo scapestrato di turno, pigro e senza interessi ne particolari abilità.
Insieme ai due gemelli c'è la loro amica di infanzia e vicina di casa Minami, una ragazza molto bella e presto corteggiata a scuola da molti pretendenti, il triangolo amoroso che inevitabilmente si viene a creare rimane di dubbia interpretazione per gran parte della lettura: Tatsuya e Katsuya sono entrambi innamorati di Minami, la ragazza invece inizialmente sembra ricambiare il "bravo ragazzo" poi invece un po' per la trama e un po' per la nostra sorpresa svela il suo reale sentimento per l'altro.
Purtroppo Katsuya resta vittima di un incidente in cui perde la vita e questo stravolge la trama e la vita di tutti, soprattutto del fratello che decide di proseguire la carriera da giocatore di baseball…
Non voglio aggiungere altro sulla trama perché è giusto leggerlo per vivere quei disegni e quegli stati d'animo che l'autore ci vuole far capire attraverso pagine senza nemmeno una vignetta…
Consiglio veramente la lettura di questo manga, non lasciatevi ingannare dai disegni e dal vecchio cartone…ne rimarrete coinvolti a tal punto da sentirvi lì sul campo da baseball durante i tornei!
Touch è indubbiamente uno dei manga più belli di Adachi e sicuramente uno dei manga più belli mai pubblicati in Italia.
La vicenda ruota attorno a tre ragazzi, i 2 gemelli Uesugi Tatsuya e Kazuya e una ragazza di nome Minami.
Kazuya è un ragazzo modello, ottimi voti scolastici, grande successo con le ragazze ed asso della squadra di baseball del liceo (Meisei). Il gemello è l'esatto opposto, pigro, svogliato, sempre a bighellonare ed infatti è soprannominato a scuola "il fratello scemo", ma entrambi innamorati della stessa ragazza e amica d'infanzia, ovvero Minami, ragazza dolce, bellissima e tra le più popolari della scuola.
Tatsuya e Kazuya sono differenti anche nel modo in cui mostrano i lori sentimenti: mentre Kazuya è più esplicito, Tatsuya cerca sempre di evitare la competizione con il fratello, sia sul piano sentimentale che nello sport, infatti pur di non giocare insieme nella squadra di baseball si iscrive suo malgrado nel club di pugilato.
La vita scorre abbastanza serenamente ma proprio in un giorno, forse il più importante per la realizzazione di un sogno da sempre inseguito, un tragico evento cambia tutto e i protagonisti dovranno scontrasi la la dura realtà venutasi a creare. Ed è proprio in questo momento in cui il tono generale dell'opera cambia completamente, la normale quotidianità e spensieratezza di prima fanno il posto a sentimenti ben più forti.
Dolore, voglia di rialzarsi, di impegnarsi, voglia di riuscire e di dimostrare ciò che si è, un'insieme di emozioni e sentimenti che travolge tutti i protagonisti narrati con la solita immensa maestria dell'immenso Adachi.
Tatsuya è quello che maturerà di più, da ragazzo svogliato di prima si farà carico dei sogni e delle aspettative di tutti i suoi amici, in particolare di Minami, diventando una persona responsabile e matura. Tutto questo con lo sport come sfondo, grandissimo Adachi a rendere bello e appassionante uno sport come il baseball (molto popolare in Giappone) che in Italia non ha un grandissimo seguito di fan, e diventa proprio il luogo in cui il protagonista sfodererà tutto il suo talento e con cui affronterà non solo i suoi avversari ma anche il desiderio di realizzare quel bellissimo sogno purtroppo mancato.
Altro punto forte del manga sono i personaggi, ognuno caratterizzato ottimamente, personaggi mai statici ma che con il proseguire della storia matureranno, diventando sempre più responsabili e motivati nel realizzare i propri sogni. Bellissimo poi vedere quanto questi gemelli, nonostante la loro silenziosa competizione per la dolce Minami, siano però legati da un affetto che va al di là di tutto, incrollabile fino alla fine della vicenda, cosa descritta in maniera poetica da Adachi.
Touch non è solo un manga, è un insieme di emozioni, di sentimenti, dai più dolorosi ai più dolci, uno spaccato di vita di questi ragazzi per i quali è veramente difficile non affezionarsi. Semplicemente un capolavoro.
La vicenda ruota attorno a tre ragazzi, i 2 gemelli Uesugi Tatsuya e Kazuya e una ragazza di nome Minami.
Kazuya è un ragazzo modello, ottimi voti scolastici, grande successo con le ragazze ed asso della squadra di baseball del liceo (Meisei). Il gemello è l'esatto opposto, pigro, svogliato, sempre a bighellonare ed infatti è soprannominato a scuola "il fratello scemo", ma entrambi innamorati della stessa ragazza e amica d'infanzia, ovvero Minami, ragazza dolce, bellissima e tra le più popolari della scuola.
Tatsuya e Kazuya sono differenti anche nel modo in cui mostrano i lori sentimenti: mentre Kazuya è più esplicito, Tatsuya cerca sempre di evitare la competizione con il fratello, sia sul piano sentimentale che nello sport, infatti pur di non giocare insieme nella squadra di baseball si iscrive suo malgrado nel club di pugilato.
La vita scorre abbastanza serenamente ma proprio in un giorno, forse il più importante per la realizzazione di un sogno da sempre inseguito, un tragico evento cambia tutto e i protagonisti dovranno scontrasi la la dura realtà venutasi a creare. Ed è proprio in questo momento in cui il tono generale dell'opera cambia completamente, la normale quotidianità e spensieratezza di prima fanno il posto a sentimenti ben più forti.
Dolore, voglia di rialzarsi, di impegnarsi, voglia di riuscire e di dimostrare ciò che si è, un'insieme di emozioni e sentimenti che travolge tutti i protagonisti narrati con la solita immensa maestria dell'immenso Adachi.
Tatsuya è quello che maturerà di più, da ragazzo svogliato di prima si farà carico dei sogni e delle aspettative di tutti i suoi amici, in particolare di Minami, diventando una persona responsabile e matura. Tutto questo con lo sport come sfondo, grandissimo Adachi a rendere bello e appassionante uno sport come il baseball (molto popolare in Giappone) che in Italia non ha un grandissimo seguito di fan, e diventa proprio il luogo in cui il protagonista sfodererà tutto il suo talento e con cui affronterà non solo i suoi avversari ma anche il desiderio di realizzare quel bellissimo sogno purtroppo mancato.
Altro punto forte del manga sono i personaggi, ognuno caratterizzato ottimamente, personaggi mai statici ma che con il proseguire della storia matureranno, diventando sempre più responsabili e motivati nel realizzare i propri sogni. Bellissimo poi vedere quanto questi gemelli, nonostante la loro silenziosa competizione per la dolce Minami, siano però legati da un affetto che va al di là di tutto, incrollabile fino alla fine della vicenda, cosa descritta in maniera poetica da Adachi.
Touch non è solo un manga, è un insieme di emozioni, di sentimenti, dai più dolorosi ai più dolci, uno spaccato di vita di questi ragazzi per i quali è veramente difficile non affezionarsi. Semplicemente un capolavoro.
Touch è la migliore opera di Mitsuru Adachi, pubblicata per la prima volta in Giappone dalla Shogakukan sul settimanale Shonen Sunday tra il 1981 e il 1986, poi raccolta in 26 volumetti, portati nella nostra penisola da Star comics dal luglio 1999 all'agosto 2001 al costo di 3,10 a volume. È uno shonen sportivo con ambientazione scolastica e risvolti amorosi e da commedia.
In seguito all'enorme successo del manga è stata prodotta dallo Studio Gallop e dal gruppo TAC anche una serie TV, andata in onda dal 1985 al 1987 su Fuji TV, che consta della bellezza di 101 episodi, trasmessi anche in Italia su Italia1 con il titolo Prendi il mondo e vai dal 1988.
Oltre alla serie, sono stati prodotti due special televisivi, che narrano la storia successiva al manga, tre film cinematografici, un TV drama ed un Live action. Inoltre, il manga ha vinto nel 1983 il prestigioso Shogakukan Manga Award nella categoria shonen. I due special, chiamati Miss lonely yesterday e Crossroad, sono stai pubblicati in Italia da Yamato video, mentre il manga è pubblicato da Star Comics.
L'edizione della Star è delle più classiche, il formato è 12x18 con 166 pagine senza tavole a colori, le pagine sono molto bianche e presentano pochissime trasparenze, quindi un'ottima edizione se rapportata al prezzo di 3,10 euro.
La storia parte subito con il più classico dei triangoli amorosi, spesso presente in altre opere nipponiche. Il protagonista Tatsuya è innamorato della bella amica d'infanzia Minami, così come lo è suo fratello gemello Kazuya. Kazuya è la stella della scuola, studente modello, ammirato dagli amici e dalle ragazze ed eccellente negli sport, in particolar modo nel baseball, mentre suo fratello è svogliato, apatico, non brilla nello studio né negli sport e viene sempre offuscato dalla stella del fratello. Dopo degli importanti eventi che però cambieranno totalmente il corso della storia, Tatsuya comincerà a migliorare in tutto, o meglio a tirar fuori le qualità che aveva sempre avuto ma che aveva nascosto vuoi per una questione caratteriale, vuoi per la paura del confronto con suo fratello Kazuya. In mezzo a tutto questo si troverà Minami, che dovrà appunto scegliere con quale dei due amici d'infanzia passare il resto della sua vita. La storia quindi ci parlerà di tutto il periodo della crescita di Tatsuya, dove anche i suoi amici, i suoi rivali e nemici andranno ad influire e ad influenzare questa sua formazione.
Psicologicamente tutti i personaggi sono caratterizzati molto bene, viene raccontato benissimo questo spaccato di vita dei nostri protagonisti. Non ci sono supereroi e tutti i personaggi hanno sì spesso grande forza, sogni da realizzare con tutte le forze ma anche ansie, paure e sentimenti contrastanti tipici soprattutto di quell'età che è l'adolescenza raccontata in quest'opera.
Da un punto di vista meramente tecnico emergono invece quelli che per me sono i limiti di Adachi, anche se ammetto che per molti altri questi limiti sono qualità e quindi non me la sento di giudicare del tutto negativamente il reparto grafico. Proprio a riguardo di ciò, per me i maggior difetti sono una fisionomia troppo simile per la stragrande maggioranza dei personaggi ed uno stile di disegno sin troppo minimalista, anche se sicuramente impeccabile nel suo genere. Le tavole si presentano quindi molto semplici, senza dettagli eccessivi che potrebbero anche distrarre dal punto focale, e quindi la lettura scorre via molto piacevolmente. Una cura maggiore la troviamo negli ottimi sfondi e nel dinamismo dimostrato durante le partite di baseball. In definitiva traspare quello che è lo stile ed il tratto distintivo del maestro Adachi, ovvero una storia che seppur raccontata minuziosamente in ben 26 volumi rimane minimalista nei tratti, senza troppi fronzoli che potrebbero far deviare i lettori da quello che è il fulcro dell'opera, ovvero il triangolo amoroso dei tre ragazzi con il contorno della loro carriera sportiva.
In definitiva mi sento di consigliare Touch nonostante non sia Adachi uno dei miei autori preferiti, perché ne riconosco l'assoluto valore nel panorama del fumetto mondiale e l'immensa schiera di fan del maestro, e specialmente di quest'opera, mi dà ragione. Consigliato particolarmente agli amanti delle storie d'amore, dei manga sportivi e che non debbano impegnarti più di tanto mentalmente.
In seguito all'enorme successo del manga è stata prodotta dallo Studio Gallop e dal gruppo TAC anche una serie TV, andata in onda dal 1985 al 1987 su Fuji TV, che consta della bellezza di 101 episodi, trasmessi anche in Italia su Italia1 con il titolo Prendi il mondo e vai dal 1988.
Oltre alla serie, sono stati prodotti due special televisivi, che narrano la storia successiva al manga, tre film cinematografici, un TV drama ed un Live action. Inoltre, il manga ha vinto nel 1983 il prestigioso Shogakukan Manga Award nella categoria shonen. I due special, chiamati Miss lonely yesterday e Crossroad, sono stai pubblicati in Italia da Yamato video, mentre il manga è pubblicato da Star Comics.
L'edizione della Star è delle più classiche, il formato è 12x18 con 166 pagine senza tavole a colori, le pagine sono molto bianche e presentano pochissime trasparenze, quindi un'ottima edizione se rapportata al prezzo di 3,10 euro.
La storia parte subito con il più classico dei triangoli amorosi, spesso presente in altre opere nipponiche. Il protagonista Tatsuya è innamorato della bella amica d'infanzia Minami, così come lo è suo fratello gemello Kazuya. Kazuya è la stella della scuola, studente modello, ammirato dagli amici e dalle ragazze ed eccellente negli sport, in particolar modo nel baseball, mentre suo fratello è svogliato, apatico, non brilla nello studio né negli sport e viene sempre offuscato dalla stella del fratello. Dopo degli importanti eventi che però cambieranno totalmente il corso della storia, Tatsuya comincerà a migliorare in tutto, o meglio a tirar fuori le qualità che aveva sempre avuto ma che aveva nascosto vuoi per una questione caratteriale, vuoi per la paura del confronto con suo fratello Kazuya. In mezzo a tutto questo si troverà Minami, che dovrà appunto scegliere con quale dei due amici d'infanzia passare il resto della sua vita. La storia quindi ci parlerà di tutto il periodo della crescita di Tatsuya, dove anche i suoi amici, i suoi rivali e nemici andranno ad influire e ad influenzare questa sua formazione.
Psicologicamente tutti i personaggi sono caratterizzati molto bene, viene raccontato benissimo questo spaccato di vita dei nostri protagonisti. Non ci sono supereroi e tutti i personaggi hanno sì spesso grande forza, sogni da realizzare con tutte le forze ma anche ansie, paure e sentimenti contrastanti tipici soprattutto di quell'età che è l'adolescenza raccontata in quest'opera.
Da un punto di vista meramente tecnico emergono invece quelli che per me sono i limiti di Adachi, anche se ammetto che per molti altri questi limiti sono qualità e quindi non me la sento di giudicare del tutto negativamente il reparto grafico. Proprio a riguardo di ciò, per me i maggior difetti sono una fisionomia troppo simile per la stragrande maggioranza dei personaggi ed uno stile di disegno sin troppo minimalista, anche se sicuramente impeccabile nel suo genere. Le tavole si presentano quindi molto semplici, senza dettagli eccessivi che potrebbero anche distrarre dal punto focale, e quindi la lettura scorre via molto piacevolmente. Una cura maggiore la troviamo negli ottimi sfondi e nel dinamismo dimostrato durante le partite di baseball. In definitiva traspare quello che è lo stile ed il tratto distintivo del maestro Adachi, ovvero una storia che seppur raccontata minuziosamente in ben 26 volumi rimane minimalista nei tratti, senza troppi fronzoli che potrebbero far deviare i lettori da quello che è il fulcro dell'opera, ovvero il triangolo amoroso dei tre ragazzi con il contorno della loro carriera sportiva.
In definitiva mi sento di consigliare Touch nonostante non sia Adachi uno dei miei autori preferiti, perché ne riconosco l'assoluto valore nel panorama del fumetto mondiale e l'immensa schiera di fan del maestro, e specialmente di quest'opera, mi dà ragione. Consigliato particolarmente agli amanti delle storie d'amore, dei manga sportivi e che non debbano impegnarti più di tanto mentalmente.
Letto Rough non potevo lasciarmi sfuggire il must del maestro Adachi, e devo dire che scelta più saggia non potevo avere.
È veramente un manga eccezionale, raccontato in modo scorrevole, intriso di amore, amicizia e sport, portando ad una crescita umana ed emotiva dei personaggi. La caratterizzazione dei personaggi è molto curata, senza trascurarne nessuno come spesso accade in altri titoli.
Il disegno è semplice e classico come in tutte le opere dell'autore, ma rimane pur sempre apprezzato da tutti i lettori, un motivo ci sarà!
Lo consiglio ad occhi chiusi, non vi potete sbagliare!
È veramente un manga eccezionale, raccontato in modo scorrevole, intriso di amore, amicizia e sport, portando ad una crescita umana ed emotiva dei personaggi. La caratterizzazione dei personaggi è molto curata, senza trascurarne nessuno come spesso accade in altri titoli.
Il disegno è semplice e classico come in tutte le opere dell'autore, ma rimane pur sempre apprezzato da tutti i lettori, un motivo ci sarà!
Lo consiglio ad occhi chiusi, non vi potete sbagliare!
Se cercate un capolavoro fra gli shonen, leggete Touch, anche se non siete appassionati di manga sportivi. Il maestro Adachi racconta, con affascinante delicatezza, la storia di una profonda amicizia fra due gemelli e una loro vicina di casa; un'amicizia che, con l'adolescenza, giunge inevitabilmente a confondersi con l'amore.
Ad accompagnare il livello romantico, ne troviamo uno sportivo, che coinvolge in vari modi tutti e tre i protagonisti.
Che dire della trama, se non che è bellissima? I sentimenti non sono mai sopra le righe, non affondano mai nel patetico, e sono contraddistinti da una sorta di leggera purezza che li rende sublimi, ma non distanti dal cuore del lettore. Nel momento della tragedia non si riesce a rimanere indifferenti, personalmente piango ogni volta che rileggo quel volume. Anche l'aspetto sportivo non è da meno: tutto quello che so di baseball l'ho imparato leggendo questo manga, ma anche sapendone davvero poco ho profondamente fatto il tifo durante i momenti di difficoltà. Attraverso la lettura si possono di conseguenza conoscere non solo uno sport molto interessante, ma anche la vita dei liceali giapponesi e le loro aspettative sportive, e il Koshien, ovvero il realizzarsi di un sogno (che viene trasmesso anche in TV, l'ho visto!).
Se proprio c'è da trovare un difetto, possiamo dire che, al contrario dei due gemelli, la protagonista Minami è fin troppo perfetta. Tutti la adorano, non sbaglia praticamente mai, è simpatica, gentile, educata, brava a cucinare, di buon cuore, mai invidiosa, e chi più ne ha più ne metta. Ci si rende conto di questi suoi aspetti solo dopo aver letto il manga per due o tre volte, perché prima si è rapiti dalla perfezione della storia, quindi la possiamo definire una pecca trascurabile (e comunque Minami non è male come personaggio). Un ultimo appunto: io facevo il tifo per l'altro, ma ormai sono abituata a sostenere la coppia sbagliata. Voto: 10.
Ad accompagnare il livello romantico, ne troviamo uno sportivo, che coinvolge in vari modi tutti e tre i protagonisti.
Che dire della trama, se non che è bellissima? I sentimenti non sono mai sopra le righe, non affondano mai nel patetico, e sono contraddistinti da una sorta di leggera purezza che li rende sublimi, ma non distanti dal cuore del lettore. Nel momento della tragedia non si riesce a rimanere indifferenti, personalmente piango ogni volta che rileggo quel volume. Anche l'aspetto sportivo non è da meno: tutto quello che so di baseball l'ho imparato leggendo questo manga, ma anche sapendone davvero poco ho profondamente fatto il tifo durante i momenti di difficoltà. Attraverso la lettura si possono di conseguenza conoscere non solo uno sport molto interessante, ma anche la vita dei liceali giapponesi e le loro aspettative sportive, e il Koshien, ovvero il realizzarsi di un sogno (che viene trasmesso anche in TV, l'ho visto!).
Se proprio c'è da trovare un difetto, possiamo dire che, al contrario dei due gemelli, la protagonista Minami è fin troppo perfetta. Tutti la adorano, non sbaglia praticamente mai, è simpatica, gentile, educata, brava a cucinare, di buon cuore, mai invidiosa, e chi più ne ha più ne metta. Ci si rende conto di questi suoi aspetti solo dopo aver letto il manga per due o tre volte, perché prima si è rapiti dalla perfezione della storia, quindi la possiamo definire una pecca trascurabile (e comunque Minami non è male come personaggio). Un ultimo appunto: io facevo il tifo per l'altro, ma ormai sono abituata a sostenere la coppia sbagliata. Voto: 10.
<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler.]</b>
È come essere innamorati; per te quella persona è speciale con tutti i suoi pregi e difetti, punto e basta. E così è per me con Mitsuru Adachi e le sue opere, per cui questa recensione è (un po') di parte, ovviamente.
Touch è indubbiamente, per me, il capolavoro di Adachi, e dei manga e Tacchan ne è il suo degno e fantastico protagonista. Rimasi folgorata dall'anime all'età di 8/9 anni e da lì in poi è sempre rimasto nel mio cuore. Ho dovuto aspettare anni e anni e anni per sapere chi fosse l'autore e ancora di più per leggere finalmente il manga, ma quella storia la ricordavo perfettamente, così come le emozioni che mi aveva trasmesso. Indelebili.
Il protagonista è Tatsuya Uesugi, ragazzo apatico, svogliato, distratto, apparentemente senza sogni da voler realizzare, che passa le sue giornate a bighellonare senza meta. Nessuno fa affidamento su di lui o lo considera capace di qualcosa. È continuamente paragonato al fratello gemello Kazuya, brillante, bravo in tutto, buono con tutti, promessa del baseball e da tutti considerato come il fidanzato di Minami, vicina di casa e amica d'infanzia di entrambi i gemelli e di cui entrambi sono segretamente innamorati.
Lei, Minami, è anch’essa una ragazza perfetta in ogni cosa, ed è innamorata di Tatsuya, proprio di quel ragazzo invece imperfetto e fannullone che nessuno prende sul serio, ma del quale lei conosce le magnifiche qualità nascoste e le sue potenzialità, che lo porterebbero a superare Kazuya, se solo si impegnasse. Ma vuoi per timidezza, vuoi per delicatezza nei confronti di Kazuya, vuoi perché nessuno ci crederebbe mai (anche lo stesso Tatsuya!) , questi suoi sentimenti restano segreti.
Questo trio con le sue intricate relazioni, con i suoi silenzi, con il suo detto e non detto, gli sguardi, i sogni, i sentimenti, resterà il punto focale e di riferimento di tutta la storia anche dopo quel tragico evento che, in una mattina d’estate, si porterà via la vita di Kazuya Uesugi, la promessa del baseball che resterà per sempre solo come tale. Evento che cambierà totalmente il percorso dell’esistenza degli altri due ragazzi, che si troveranno spiazzati, abbandonati e costretti ad affrontare il così pesante fardello della sua morte.
Da qui comincia la trasformazione, o per meglio dire la rivelazione delle qualità di Tatsuya che egli non avrà più paura a far emergere al fine di realizzare il nobile sogno di Kazuya e di Minami: andare al Koshien. Questo Tatsuya è un Tatsuya diverso, determinato, deciso, che ce la mette tutta, finalmente con un sogno da realizzare e presto rivalutato anche dagli altri, da chi non l’aveva mai apprezzato e capito; eppure non potrà più essere un ragazzo spensierato e felice perché il peso, il dolore della perdita del fratello, di aver preso il suo posto nella vita lo accompagneranno per sempre.
Lo stesso fardello incombe sul rapporto tra Minami e Tatsuya, lo blocca, lo frena: i loro sentimenti restano inespressi perché ferire un morto è peggio ancora che ferire un vivo.
Tatsuya, in questo suo percorso di crescita personale, si renderà conto delle sue potenzialità, del suo poter essere bravo a scuola, del suo essere addirittura più portato del fratello per il baseball, di essere un campione. Cosa più importante di non essere un inetto e di essere degno di Minami alla quale, dopo tanti pensieri e tormenti interiori, finalmente svelerà il suo amore perché troppo forte per essere ancora nascosto. Entrambi si renderanno conto che nessuno dei due è capace di vivere senza l’altro.
E così infine Tacchan riuscirà anche ad arrivare al fatidico Koshien, quasi trasfigurato e intriso dello spirito di Kazuya, e coronare il suo sogno rimasto sospeso. Solo allora sarà finalmente libero di essere com’è: una versione migliore ma pur sempre del se stesso iniziale e non una copia del gemello.
In questa storia di formazione vari personaggi faranno la loro parte: dagli amici (Harada, Koutaro in primis), ai rivali (Nitta), ai nemici (l’allenatore Kashiwaba) e tutti loro andranno a comporre un mosaico complesso, avvincente e vitale in cui si muove il nostro protagonista e contribuiranno all’evolversi della vicenda, come accade nella vita del resto.
Perché questo è in fondo Touch: uno spaccato di vita narrato con poesia e maestria, con le sue stagioni che si susseguono, con le sue gioie, i suoi dolori, i sacrifici per poter ottenere qualcosa; le insicurezze, i sentimenti difficili da rivelare, gli sguardi che valgono più di mille parole; le tragedie che possono sconvolgerti da attimo all’altro e quei momenti in cui invece veramente ti senti vincitore sul monte di lancio in uno stadio: finalmente il numero uno.
Analizzando quest’opera da un punto di vista tecnico, lo stile è quello minimalista di Adachi, il che per i suoi detrattori costituisce il suo punto debole. Non per me, ovvio: i disegni sono semplici e si perfezionano con lo scorrere dell’opera. Le tavole sono pulite, chiare, non “baroccheggianti” e la lettura scorre quindi facile e veloce. Il maestro quando vuole, poi, utilizza la sua perizia tecnica nel disegno: pensiamo alla partite di baseball, orchestrate, inoltre, a livello registico, magnificamente, tanto da tenerti incollato alle pagine; ai fondali curatissimi, ai particolari sull’ambiente circostante. Inoltre, nessuno è più bravo di lui a trasmettere emozioni senza parole ma solo con l’atmosfera che riesce a creare, con la sua immancabile ironia, con le pause in cui volge lo sguardo alla natura, incurante delle umane vicende. I protagonisti, a livello grafico, si somigliano tra le varie opere, è indiscutibile, ma sarà perché a me piace quel tratto caratteristico, sarà perché penso voglia rappresentare il giapponese “medio”, sarà perché quello che conta è la storia e le emozioni, sarà perché riesce comunque a dare ad ognuno di loro un’anima diversa al di là dell’apparenza, una profondità psicologica notevole, per me sono volti e figure da apprezzare e amare e a cui sono affezionata. Un suo tratto distintivo che mi smuove il cuore.
Del resto penso che Adachi abbia una sua filosofia di vita ben chiara che traspare in ogni sua opera, dallo stile grafico, alle battute dei personaggi, alle trame e di questa lui si fa portatore, sempre. Va capita e più che altro “sentita” dentro, solo allora Touch varrà un dieci, o molto di più.
È come essere innamorati; per te quella persona è speciale con tutti i suoi pregi e difetti, punto e basta. E così è per me con Mitsuru Adachi e le sue opere, per cui questa recensione è (un po') di parte, ovviamente.
Touch è indubbiamente, per me, il capolavoro di Adachi, e dei manga e Tacchan ne è il suo degno e fantastico protagonista. Rimasi folgorata dall'anime all'età di 8/9 anni e da lì in poi è sempre rimasto nel mio cuore. Ho dovuto aspettare anni e anni e anni per sapere chi fosse l'autore e ancora di più per leggere finalmente il manga, ma quella storia la ricordavo perfettamente, così come le emozioni che mi aveva trasmesso. Indelebili.
Il protagonista è Tatsuya Uesugi, ragazzo apatico, svogliato, distratto, apparentemente senza sogni da voler realizzare, che passa le sue giornate a bighellonare senza meta. Nessuno fa affidamento su di lui o lo considera capace di qualcosa. È continuamente paragonato al fratello gemello Kazuya, brillante, bravo in tutto, buono con tutti, promessa del baseball e da tutti considerato come il fidanzato di Minami, vicina di casa e amica d'infanzia di entrambi i gemelli e di cui entrambi sono segretamente innamorati.
Lei, Minami, è anch’essa una ragazza perfetta in ogni cosa, ed è innamorata di Tatsuya, proprio di quel ragazzo invece imperfetto e fannullone che nessuno prende sul serio, ma del quale lei conosce le magnifiche qualità nascoste e le sue potenzialità, che lo porterebbero a superare Kazuya, se solo si impegnasse. Ma vuoi per timidezza, vuoi per delicatezza nei confronti di Kazuya, vuoi perché nessuno ci crederebbe mai (anche lo stesso Tatsuya!) , questi suoi sentimenti restano segreti.
Questo trio con le sue intricate relazioni, con i suoi silenzi, con il suo detto e non detto, gli sguardi, i sogni, i sentimenti, resterà il punto focale e di riferimento di tutta la storia anche dopo quel tragico evento che, in una mattina d’estate, si porterà via la vita di Kazuya Uesugi, la promessa del baseball che resterà per sempre solo come tale. Evento che cambierà totalmente il percorso dell’esistenza degli altri due ragazzi, che si troveranno spiazzati, abbandonati e costretti ad affrontare il così pesante fardello della sua morte.
Da qui comincia la trasformazione, o per meglio dire la rivelazione delle qualità di Tatsuya che egli non avrà più paura a far emergere al fine di realizzare il nobile sogno di Kazuya e di Minami: andare al Koshien. Questo Tatsuya è un Tatsuya diverso, determinato, deciso, che ce la mette tutta, finalmente con un sogno da realizzare e presto rivalutato anche dagli altri, da chi non l’aveva mai apprezzato e capito; eppure non potrà più essere un ragazzo spensierato e felice perché il peso, il dolore della perdita del fratello, di aver preso il suo posto nella vita lo accompagneranno per sempre.
Lo stesso fardello incombe sul rapporto tra Minami e Tatsuya, lo blocca, lo frena: i loro sentimenti restano inespressi perché ferire un morto è peggio ancora che ferire un vivo.
Tatsuya, in questo suo percorso di crescita personale, si renderà conto delle sue potenzialità, del suo poter essere bravo a scuola, del suo essere addirittura più portato del fratello per il baseball, di essere un campione. Cosa più importante di non essere un inetto e di essere degno di Minami alla quale, dopo tanti pensieri e tormenti interiori, finalmente svelerà il suo amore perché troppo forte per essere ancora nascosto. Entrambi si renderanno conto che nessuno dei due è capace di vivere senza l’altro.
E così infine Tacchan riuscirà anche ad arrivare al fatidico Koshien, quasi trasfigurato e intriso dello spirito di Kazuya, e coronare il suo sogno rimasto sospeso. Solo allora sarà finalmente libero di essere com’è: una versione migliore ma pur sempre del se stesso iniziale e non una copia del gemello.
In questa storia di formazione vari personaggi faranno la loro parte: dagli amici (Harada, Koutaro in primis), ai rivali (Nitta), ai nemici (l’allenatore Kashiwaba) e tutti loro andranno a comporre un mosaico complesso, avvincente e vitale in cui si muove il nostro protagonista e contribuiranno all’evolversi della vicenda, come accade nella vita del resto.
Perché questo è in fondo Touch: uno spaccato di vita narrato con poesia e maestria, con le sue stagioni che si susseguono, con le sue gioie, i suoi dolori, i sacrifici per poter ottenere qualcosa; le insicurezze, i sentimenti difficili da rivelare, gli sguardi che valgono più di mille parole; le tragedie che possono sconvolgerti da attimo all’altro e quei momenti in cui invece veramente ti senti vincitore sul monte di lancio in uno stadio: finalmente il numero uno.
Analizzando quest’opera da un punto di vista tecnico, lo stile è quello minimalista di Adachi, il che per i suoi detrattori costituisce il suo punto debole. Non per me, ovvio: i disegni sono semplici e si perfezionano con lo scorrere dell’opera. Le tavole sono pulite, chiare, non “baroccheggianti” e la lettura scorre quindi facile e veloce. Il maestro quando vuole, poi, utilizza la sua perizia tecnica nel disegno: pensiamo alla partite di baseball, orchestrate, inoltre, a livello registico, magnificamente, tanto da tenerti incollato alle pagine; ai fondali curatissimi, ai particolari sull’ambiente circostante. Inoltre, nessuno è più bravo di lui a trasmettere emozioni senza parole ma solo con l’atmosfera che riesce a creare, con la sua immancabile ironia, con le pause in cui volge lo sguardo alla natura, incurante delle umane vicende. I protagonisti, a livello grafico, si somigliano tra le varie opere, è indiscutibile, ma sarà perché a me piace quel tratto caratteristico, sarà perché penso voglia rappresentare il giapponese “medio”, sarà perché quello che conta è la storia e le emozioni, sarà perché riesce comunque a dare ad ognuno di loro un’anima diversa al di là dell’apparenza, una profondità psicologica notevole, per me sono volti e figure da apprezzare e amare e a cui sono affezionata. Un suo tratto distintivo che mi smuove il cuore.
Del resto penso che Adachi abbia una sua filosofia di vita ben chiara che traspare in ogni sua opera, dallo stile grafico, alle battute dei personaggi, alle trame e di questa lui si fa portatore, sempre. Va capita e più che altro “sentita” dentro, solo allora Touch varrà un dieci, o molto di più.
Mai avrei pensato di leggere un fumetto come Touch: non sono un'appassionata del genere sportivo e sul baseball avevo un mucchio di pregiudizi, lo consideravo uno sport noioso e incomprensibile, poi mi accadde di vedere per caso alcuni minuti di "Prendi il mondo e vai" e fu subito amore, mi appassionai così tanto all'anime che l'acquisto del manga divenne inevitabile.
La storia parla di un triangolo amoroso: Tatsuya, il protagonista, è innamorato dell'amica d'infanzia Minami, come pure lo è il di lui fratello gemello Kazuya. Un triangolo che durerà per tutta la storia nonostante un evento tragico dia uno "scossone" alla trama cambiando gli equilibri tra i personaggi.
Tatsuya è il classico mediocre scansafatiche sempre messo in ombra dal brillante Kazuya, miglior studente della scuola, lanciatore della squadra di baseball e idolo delle ragazze. Viste le premesse Tatsuya pensa di non avere speranze con Minami, la ragazza più popolare della scuola, e vorrebbe solo defilarsi cercando di augurare alla coppia la miglior felicità perché sinceramente convinto che solamente Kazuya possa rendere felice Minami. Kazuya dal canto suo è un bravo ragazzo, per niente odioso, nonostante tutte le sue qualità riesce ad avere sempre un atteggiamento umile e modesto, e pur se in competizione con Tatsuya per l'amore di Minami traspare sempre il grande affetto che prova per il fratello, e vorrebbe conquistare la bella amica per propri meriti e non per la rinuncia del rivale.
Infine c'è Minami, una vera "perla di ragazza", ricca di qualità e per niente ambigua, si capisce fin dal primo numero chi dei due le fa battere il cuore e rimarrà fedele a questo sentimento fino alla fine.
Per tutta la storia il baseball scolastico riveste grande importanza, è evidente la passione di Adachi per questo sport; le partite, i duri allenamenti, le vittorie e le sconfitte, tutto diventa interessante così che il lettore, anche quello più ostico (la sottoscritta per esempio), sente il bisogno irrefrenabile di capire le regole di uno sport prima considerato insulso ma che poi si scopre essere un gioco di tattica e intelligenza.
La forza di questo manga, oltre ai credibili protagonisti, è la narrazione del quotidiano, un manga poetico e minimale a cui basta una sola vignetta per farci comprendere i sentimenti dei personaggi senza tanti giri di parole. Tatsuya, con la sua crescita e le sue difficoltà, è sicuramente uno dei migliori protagonisti maschili di tutti i tempi.
Un manga che consiglio a tutti, età e gusti non contano, questa è un'opera che non può deludere!
La storia parla di un triangolo amoroso: Tatsuya, il protagonista, è innamorato dell'amica d'infanzia Minami, come pure lo è il di lui fratello gemello Kazuya. Un triangolo che durerà per tutta la storia nonostante un evento tragico dia uno "scossone" alla trama cambiando gli equilibri tra i personaggi.
Tatsuya è il classico mediocre scansafatiche sempre messo in ombra dal brillante Kazuya, miglior studente della scuola, lanciatore della squadra di baseball e idolo delle ragazze. Viste le premesse Tatsuya pensa di non avere speranze con Minami, la ragazza più popolare della scuola, e vorrebbe solo defilarsi cercando di augurare alla coppia la miglior felicità perché sinceramente convinto che solamente Kazuya possa rendere felice Minami. Kazuya dal canto suo è un bravo ragazzo, per niente odioso, nonostante tutte le sue qualità riesce ad avere sempre un atteggiamento umile e modesto, e pur se in competizione con Tatsuya per l'amore di Minami traspare sempre il grande affetto che prova per il fratello, e vorrebbe conquistare la bella amica per propri meriti e non per la rinuncia del rivale.
Infine c'è Minami, una vera "perla di ragazza", ricca di qualità e per niente ambigua, si capisce fin dal primo numero chi dei due le fa battere il cuore e rimarrà fedele a questo sentimento fino alla fine.
Per tutta la storia il baseball scolastico riveste grande importanza, è evidente la passione di Adachi per questo sport; le partite, i duri allenamenti, le vittorie e le sconfitte, tutto diventa interessante così che il lettore, anche quello più ostico (la sottoscritta per esempio), sente il bisogno irrefrenabile di capire le regole di uno sport prima considerato insulso ma che poi si scopre essere un gioco di tattica e intelligenza.
La forza di questo manga, oltre ai credibili protagonisti, è la narrazione del quotidiano, un manga poetico e minimale a cui basta una sola vignetta per farci comprendere i sentimenti dei personaggi senza tanti giri di parole. Tatsuya, con la sua crescita e le sue difficoltà, è sicuramente uno dei migliori protagonisti maschili di tutti i tempi.
Un manga che consiglio a tutti, età e gusti non contano, questa è un'opera che non può deludere!
Seguendo lo stesso percorso che mi aveva portato all'acquisto di Rough, ho recuperato Touch in blocco, dopo averlo notato nella top ten tra i manga migliori di sempre. Mai decisione è stata più saggia. La capacità narrativa e descrittiva di Adachi, che mi aveva colpito in Rough, mi ha del tutto sbalordita in questa serie che ho trovato sicuramente più profonda e soprattutto curata nel finale. Se infatti avevo trovato una pecca in Rough, quella stava proprio nel finale "aperto".
Ma veniamo alla storia. Tatsuya e Kazuya Uesugi sono due gemelli identici nell'aspetto ma caratterialmente opposti. Se Kazuya è uno studente modello ed asso del club di baseball, Tatsuya è un ragazzo svogliato, superficiale e molto pigro che passa le sue giornate a bighellonare. Ciò che accomuna veramente i due gemelli è il profondo affetto provato nei confronti dell'amica di infanzia, nonché vicina, Minami, affetto che non tarderà a mostrarsi e a creare tra loro una (in)certa competizione. Un tragico incidente porrà fine a questa sorta di guerra pacifica e stravolgerà la vita dei ragazzi. Tatsuya, "il fratello scemo", dovrà fare i conti con la popolarità del gemello e con le aspettative che tutti gli spettatori hanno nei confronti di un "primo attore". Realizzare il sogno di Minami di vedere la squadra della scuola arrivare al Koshien, campionato nazionale di baseball, sarà da questo momento il suo unico obiettivo.
Amore, amicizia, sport e dolore, sono gli ingredienti principali di quest'opera: bellissima fotografia di uno spaccato di vita di giovani studenti delle medie che, nel corso di questi ventisei volumi, compiranno un processo di maturazione descritto con delicatezza e maestria da Adachi.
Se c'è una cosa che mi ha colpito in Touch, questa e proprio la narrazione. La storia scorre veloce, forse troppo nei primi volumi, dove si avverte una certa frettolosità nel punto più cruciale della trama: il punto di svolta. Il mangaka poteva attendere anche qualche altro volumetto per porre fine ad un capitolo importante della storia, ma così non è stato e ciò lascerà il lettore con una punta di curiosità racchiusa perfettamente nella domanda: "Come sarebbe andata se..?". A parte questo piccolo inconveniente, si viene completamente assorbiti dalla trama, tant'è che i tanti momenti di suspance tengono il lettore incollato alle pagine fino al finale.
I personaggi sono veramente ben caratterizzati, accanto ai personaggi principali ve ne sono altri che non rimangono certo in disparte. E così ci ritroviamo a seguire le avventure dei membri del club di baseball e dei compagni di scuola di Tacchan e Minami con lo stesso coinvolgimento della storia principale. Alcuni personaggi risulteranno antipatici, altri diventeranno delle mascotte, la sensazione che si ha durante la lettura è quella di assistere ad una vera e propria rappresentazione teatrale, dove i personaggi si alternano sul palcoscenico per ricevere il loro momento di gloria.
I disegni di Adachi sono molto belli per quanto riguarda i paesaggi e i fondali nei quali vi è una certa attenzione ai particolari, attenzione che sembra invece non esistere per i volti dei personaggi, semplici e abbozzati nel classico stile dell'autore. Il punto di forza di Adachi sta nel trasmettere un'emozione attraverso una semplice tavola, che sia con o senza dialoghi non importa, il messaggio arriva comunque.
Pubblicato da Star Comics su Fan tra il 1999 e il 2001, Touch è un'opera di facile reperibilità, e consiglio vivamente a tutti di recuperarla. Più di Rough sa toccare il cuore del lettore, regalando un bel bagaglio di emozioni. Un 10 più che meritato per questa bellissima storia entrata sicuramente a far parte della mia top ten personale.
Ma veniamo alla storia. Tatsuya e Kazuya Uesugi sono due gemelli identici nell'aspetto ma caratterialmente opposti. Se Kazuya è uno studente modello ed asso del club di baseball, Tatsuya è un ragazzo svogliato, superficiale e molto pigro che passa le sue giornate a bighellonare. Ciò che accomuna veramente i due gemelli è il profondo affetto provato nei confronti dell'amica di infanzia, nonché vicina, Minami, affetto che non tarderà a mostrarsi e a creare tra loro una (in)certa competizione. Un tragico incidente porrà fine a questa sorta di guerra pacifica e stravolgerà la vita dei ragazzi. Tatsuya, "il fratello scemo", dovrà fare i conti con la popolarità del gemello e con le aspettative che tutti gli spettatori hanno nei confronti di un "primo attore". Realizzare il sogno di Minami di vedere la squadra della scuola arrivare al Koshien, campionato nazionale di baseball, sarà da questo momento il suo unico obiettivo.
Amore, amicizia, sport e dolore, sono gli ingredienti principali di quest'opera: bellissima fotografia di uno spaccato di vita di giovani studenti delle medie che, nel corso di questi ventisei volumi, compiranno un processo di maturazione descritto con delicatezza e maestria da Adachi.
Se c'è una cosa che mi ha colpito in Touch, questa e proprio la narrazione. La storia scorre veloce, forse troppo nei primi volumi, dove si avverte una certa frettolosità nel punto più cruciale della trama: il punto di svolta. Il mangaka poteva attendere anche qualche altro volumetto per porre fine ad un capitolo importante della storia, ma così non è stato e ciò lascerà il lettore con una punta di curiosità racchiusa perfettamente nella domanda: "Come sarebbe andata se..?". A parte questo piccolo inconveniente, si viene completamente assorbiti dalla trama, tant'è che i tanti momenti di suspance tengono il lettore incollato alle pagine fino al finale.
I personaggi sono veramente ben caratterizzati, accanto ai personaggi principali ve ne sono altri che non rimangono certo in disparte. E così ci ritroviamo a seguire le avventure dei membri del club di baseball e dei compagni di scuola di Tacchan e Minami con lo stesso coinvolgimento della storia principale. Alcuni personaggi risulteranno antipatici, altri diventeranno delle mascotte, la sensazione che si ha durante la lettura è quella di assistere ad una vera e propria rappresentazione teatrale, dove i personaggi si alternano sul palcoscenico per ricevere il loro momento di gloria.
I disegni di Adachi sono molto belli per quanto riguarda i paesaggi e i fondali nei quali vi è una certa attenzione ai particolari, attenzione che sembra invece non esistere per i volti dei personaggi, semplici e abbozzati nel classico stile dell'autore. Il punto di forza di Adachi sta nel trasmettere un'emozione attraverso una semplice tavola, che sia con o senza dialoghi non importa, il messaggio arriva comunque.
Pubblicato da Star Comics su Fan tra il 1999 e il 2001, Touch è un'opera di facile reperibilità, e consiglio vivamente a tutti di recuperarla. Più di Rough sa toccare il cuore del lettore, regalando un bel bagaglio di emozioni. Un 10 più che meritato per questa bellissima storia entrata sicuramente a far parte della mia top ten personale.
Dopo aver letto Rough mi sembrava giusto continuare col best of Adachi. E quindi sotto con Touch!
Premetto che ai tempi non ho seguito l'anime trasmesso su Mediaset, quindi avevo pochissime informazioni su questo manga: sapevo che c'era un triangolo amoroso, il baseball e che il mangaka era Adachi. Punto.
Touch è un manga iniziato quasi trent'anni fa, un classico che molti inneggiano e ergono a esempio della commedia sportivo/sentimentale. E così mi aspettavo tanto, tantissimo da quest'opera.
Iniziamo dai pregi. I personaggi (soprattutto quelli secondari) sono ben caratterizzati, simpatici, è gradevole passare del tempo insieme a loro. Adachi ha intriso ogni pagina di un'ironia molto particolare, che già da sola vale il prezzo del biglietto.
E poi... niente, per ora non me ne vengono altri.
Passiamo ai difetti. Con Touch ho capito che Adachi sa disegnare. I fondali, i particolari, le ombre... tutto fatto veramente bene. Ma per i volti vuole mantenere un minimalismo secondo me eccessivo. Capisco che è il suo stile, ma capisco anche che si può migliorare. In pratica passano gli anni, ma le facce le fa sempre uguali.
Ma lasciando perdere i disegni, ciò che non ho digerito di Touch è la mancanza di realismo. Ragazzini di 16 anni che si comportano da adulti consumati, situazioni che accadono semplicemente perché devono accadere (<i>troppe</i> coincidenze), protagonisti troppo perfetti che sembrano creati apposta per un manga, situazioni che non raggiungono mai un climax per un'eccessiva tendenza a sdrammatizzare (anche quando la situazione proprio non lo richiede).
Ecco, posso riassumere gran parte dei difetti con "Touch è un manga, e tale vuole restare". Una storia abbastanza leggera che vuole intrattenere senza coinvolgere troppo il lettore. Basti dire che la love story si risolve in mezzo capitolo, dopo migliaia di pagine d'attesa.
È vero che le cose non dette a volte sono più toccanti di quelle esasperate, ma son sicuro che si poteva fare qualcosina in più. Dopo una partita che dura non so, tre o quattro volumi, dare un po' più di spazio all'aspetto sentimentale non avrebbe fatto male.
In definitiva, consiglierei Touch con riserva. Chi riesce a digerire ritmi abbastanza lenti può provare a leggerlo, altrimenti meglio dirigersi altrove. È un fumetto abbastanza prevedibile, pochissimi i colpi di scena, ma con qualità che lo sollevano sicuramente dalla mediocrità/sufficienza. Give it a try ;)
Premetto che ai tempi non ho seguito l'anime trasmesso su Mediaset, quindi avevo pochissime informazioni su questo manga: sapevo che c'era un triangolo amoroso, il baseball e che il mangaka era Adachi. Punto.
Touch è un manga iniziato quasi trent'anni fa, un classico che molti inneggiano e ergono a esempio della commedia sportivo/sentimentale. E così mi aspettavo tanto, tantissimo da quest'opera.
Iniziamo dai pregi. I personaggi (soprattutto quelli secondari) sono ben caratterizzati, simpatici, è gradevole passare del tempo insieme a loro. Adachi ha intriso ogni pagina di un'ironia molto particolare, che già da sola vale il prezzo del biglietto.
E poi... niente, per ora non me ne vengono altri.
Passiamo ai difetti. Con Touch ho capito che Adachi sa disegnare. I fondali, i particolari, le ombre... tutto fatto veramente bene. Ma per i volti vuole mantenere un minimalismo secondo me eccessivo. Capisco che è il suo stile, ma capisco anche che si può migliorare. In pratica passano gli anni, ma le facce le fa sempre uguali.
Ma lasciando perdere i disegni, ciò che non ho digerito di Touch è la mancanza di realismo. Ragazzini di 16 anni che si comportano da adulti consumati, situazioni che accadono semplicemente perché devono accadere (<i>troppe</i> coincidenze), protagonisti troppo perfetti che sembrano creati apposta per un manga, situazioni che non raggiungono mai un climax per un'eccessiva tendenza a sdrammatizzare (anche quando la situazione proprio non lo richiede).
Ecco, posso riassumere gran parte dei difetti con "Touch è un manga, e tale vuole restare". Una storia abbastanza leggera che vuole intrattenere senza coinvolgere troppo il lettore. Basti dire che la love story si risolve in mezzo capitolo, dopo migliaia di pagine d'attesa.
È vero che le cose non dette a volte sono più toccanti di quelle esasperate, ma son sicuro che si poteva fare qualcosina in più. Dopo una partita che dura non so, tre o quattro volumi, dare un po' più di spazio all'aspetto sentimentale non avrebbe fatto male.
In definitiva, consiglierei Touch con riserva. Chi riesce a digerire ritmi abbastanza lenti può provare a leggerlo, altrimenti meglio dirigersi altrove. È un fumetto abbastanza prevedibile, pochissimi i colpi di scena, ma con qualità che lo sollevano sicuramente dalla mediocrità/sufficienza. Give it a try ;)
I criceti sembrano animali pigri, poco interessanti. Durante il giorno mangiano, bevono, fanno i loro bisogni e dormono. Sembrano fare solo questo. Poi, al calare del sole, la trasformazione: escono fuori dalla loro tana e passano ore ed ore a girare sulla ruota, alla faccia dell'apparenza di animale pigro e poco interessante.
Ecco, questo manga è come un criceto. Ho visto anche l'anime, ma me lo ricordo pochissimo. Tutto quello che sapevo, al momento di leggerlo, è che c'erano due fratelli che si contendevano la stessa ragazza. E già, c'era pure il baseball di mezzo. Fine. Per questo mi chiedevo: "Ma come si fa a far durare una storia così semplice ventisei volumi e non annoiare? E io, riuscirò a leggerla tutta senza stramazzare dalla noia o dall'iperglicemia?" Alla fine non sono per niente stramazzata, e proprio perché la storia di base è semplice. Troppo spesso, sebbene legga manga da poco tempo, ho trovato eventi al di fuori di ogni legge della statistica, o personaggi con caratteri inverosimili; cose che non succederebbero mai nella vita reale. Invece Touch non ha questo problema, anzi. Credo sia facile incontrare per la strada un ragazzo come Uesugi Tatsuya, sempre oscurato dal fratello; oppure una ragazza come Nitta Yuka, talmente presa da sé stessa e dai propri interessi da non accorgersi del buono che ha intorno. E non solo loro due: tutti i personaggi, a parte forse Minami, sono credibili. Non supereroi, ma solo persone. Tutti quanti sono inoltre caratterizzati benissimo dall'autore, Mitsuru Adachi: Harada, il coach Kashiwaba, e persino le compagne ginnaste di Minami. Anche lo stile di Adachi viene incontro ai personaggi e alla sua storia: c'è una gran cura nelle espressioni dei personaggi, ma non è mai invasivo. Sembra quasi che la storia "si faccia da sé". Questo anche perché a volte non ci sono dialoghi: e quelle tavole sono perfino più emozionanti delle altre, perché i disegni parlano da soli.
Insomma: se i combattimenti stile Matrix vi fanno sbadigliare, se vi dà fastidio che in certi manga i personaggi sembrino non avere vita al di fuori dello sport, o se non volete avere problemi di iperglicemia, questo è il manga che fa per voi. Non giudicate dalle apparenze: non è né uno stucchevole shojo né un inverosimile shonen. È Touch, semplicemente.
Ecco, questo manga è come un criceto. Ho visto anche l'anime, ma me lo ricordo pochissimo. Tutto quello che sapevo, al momento di leggerlo, è che c'erano due fratelli che si contendevano la stessa ragazza. E già, c'era pure il baseball di mezzo. Fine. Per questo mi chiedevo: "Ma come si fa a far durare una storia così semplice ventisei volumi e non annoiare? E io, riuscirò a leggerla tutta senza stramazzare dalla noia o dall'iperglicemia?" Alla fine non sono per niente stramazzata, e proprio perché la storia di base è semplice. Troppo spesso, sebbene legga manga da poco tempo, ho trovato eventi al di fuori di ogni legge della statistica, o personaggi con caratteri inverosimili; cose che non succederebbero mai nella vita reale. Invece Touch non ha questo problema, anzi. Credo sia facile incontrare per la strada un ragazzo come Uesugi Tatsuya, sempre oscurato dal fratello; oppure una ragazza come Nitta Yuka, talmente presa da sé stessa e dai propri interessi da non accorgersi del buono che ha intorno. E non solo loro due: tutti i personaggi, a parte forse Minami, sono credibili. Non supereroi, ma solo persone. Tutti quanti sono inoltre caratterizzati benissimo dall'autore, Mitsuru Adachi: Harada, il coach Kashiwaba, e persino le compagne ginnaste di Minami. Anche lo stile di Adachi viene incontro ai personaggi e alla sua storia: c'è una gran cura nelle espressioni dei personaggi, ma non è mai invasivo. Sembra quasi che la storia "si faccia da sé". Questo anche perché a volte non ci sono dialoghi: e quelle tavole sono perfino più emozionanti delle altre, perché i disegni parlano da soli.
Insomma: se i combattimenti stile Matrix vi fanno sbadigliare, se vi dà fastidio che in certi manga i personaggi sembrino non avere vita al di fuori dello sport, o se non volete avere problemi di iperglicemia, questo è il manga che fa per voi. Non giudicate dalle apparenze: non è né uno stucchevole shojo né un inverosimile shonen. È Touch, semplicemente.
Avete presente quando a una storia non servono clichè per emozionarci, quando non ci sono bei tenebrosi tormentati o fidanzate magiche sempre mezze nude?
Avete presente quelle storie così semplici eppure così profonde da tirare le corde del cuore anche al più granitico degli uomini? Bé Touch è una di quelle storie.
Non si fregia certo di uno stile grafico dei migliori, Adachi sa di non saper caratterizzare graficamente i suoi eroi e si prende anche in giro da solo, geniale!
La forza di Touch è sicuramente la narrazione, talmente ben cesellata da non aver spesso bisogno di parole, nella più alta espressione dei tempi narrativi orientali: poche chiacchiere, molte emozioni.
La storia inizia come un banale triangolo amoroso, una ragazza brava e bella, un ragazzo bravo e bello, e un ragazzo che non regge la pressione di essere bravo e bello e perciò decide di ritirarsi dalla competizione un po' per non fallire e un po' per non far soffrire il fratello.
Trovare le differenza fra questa e una "commedia scolastica" è un compito che aspetta solo al lettore, ma capirete già da voi quanto la caratterizzazione del protagonista, ma anche dei comprimari, sia cesellata nei minimi particolari e permetta di riconoscere in mezzo a decine di facce uguali, al primo sguardo, chi siano Tacchan e Kacchan.
Avete presente quelle storie così semplici eppure così profonde da tirare le corde del cuore anche al più granitico degli uomini? Bé Touch è una di quelle storie.
Non si fregia certo di uno stile grafico dei migliori, Adachi sa di non saper caratterizzare graficamente i suoi eroi e si prende anche in giro da solo, geniale!
La forza di Touch è sicuramente la narrazione, talmente ben cesellata da non aver spesso bisogno di parole, nella più alta espressione dei tempi narrativi orientali: poche chiacchiere, molte emozioni.
La storia inizia come un banale triangolo amoroso, una ragazza brava e bella, un ragazzo bravo e bello, e un ragazzo che non regge la pressione di essere bravo e bello e perciò decide di ritirarsi dalla competizione un po' per non fallire e un po' per non far soffrire il fratello.
Trovare le differenza fra questa e una "commedia scolastica" è un compito che aspetta solo al lettore, ma capirete già da voi quanto la caratterizzazione del protagonista, ma anche dei comprimari, sia cesellata nei minimi particolari e permetta di riconoscere in mezzo a decine di facce uguali, al primo sguardo, chi siano Tacchan e Kacchan.
<b>[Attenzione, spoiler]</b>
Vabbè, cult-issimo tutt'ora molto apprezzato. Pensare che a me da ragazzino, quando guardavo la serie animata, neanche piaceva tanto; poi, dopo aver letto "Slow Step", mi è venuta voglia di leggere anche questo... e meno male che l'ho fatto! Certo, dopo la morte di Kazuya, per un paio di volumi Adachi c...eggia un po', però poi si rimette sui binari giusti.
Nel complesso comunque l'opera è ben amalgamata e l'autore si distingue nel non scadere nelle melensaggini e nelle esagerazioni, per affrontare invece le varie vicissitudini con una certa sobrietà, non mancando però di sensibilità, di modo che i vari personaggi risultino credibili.
Lo sport ha una valenza importante anche se non si tratta di una serie sportiva. Magari, ecco, per chi non conosce le regole, sarà un pochino faticoso seguire certe situazioni delle partite, com'è successo, devo ammettere, anche a me!
A mio parere conviene più leggere questi fumetti che non i vari libri di Moccia... senza offesa per nessuno eh!
Vabbè, cult-issimo tutt'ora molto apprezzato. Pensare che a me da ragazzino, quando guardavo la serie animata, neanche piaceva tanto; poi, dopo aver letto "Slow Step", mi è venuta voglia di leggere anche questo... e meno male che l'ho fatto! Certo, dopo la morte di Kazuya, per un paio di volumi Adachi c...eggia un po', però poi si rimette sui binari giusti.
Nel complesso comunque l'opera è ben amalgamata e l'autore si distingue nel non scadere nelle melensaggini e nelle esagerazioni, per affrontare invece le varie vicissitudini con una certa sobrietà, non mancando però di sensibilità, di modo che i vari personaggi risultino credibili.
Lo sport ha una valenza importante anche se non si tratta di una serie sportiva. Magari, ecco, per chi non conosce le regole, sarà un pochino faticoso seguire certe situazioni delle partite, com'è successo, devo ammettere, anche a me!
A mio parere conviene più leggere questi fumetti che non i vari libri di Moccia... senza offesa per nessuno eh!
Dal primo all'ultimo volume è pura poesia. Una delle storie più amate di sempre... e come si potrebbe sostenere il contrario? La semplicità e la delicatezza con cui viene raccontato il triangolo anime più famoso, non ha eguali. Adachi è un grandissimo maestro, e questa resta per me la sua migliore opera! Innamorata letteralmente di Tatsuya e Minami, che tengono con il fiato sospeso, divertono, fanno piangere, gioire, rattristare...non si può non amarli. Sicuramente uno dei migliori manga che abbia mai letto!
Mitsuru Adachi... uno dei pochi mangaka che non ha bisogno di personaggi con super poteri, con mecha robot, o che vivono in mondi fatati. Le sue storie sono le storie di tutti, raccontano la poesia che ci può essere vivendo giorno per giorno con gli amici, con il proprio amore, con la famiglia, e sopratutto riesce ad appassionarti allo sport che racconta nel fumetto, come se fosse la cosa più importante della vita. Touch si può considerare un diamante che brilla fra tanti fumetti grezzi.
La storia parla di tre ragazzi, Tacchan, Kacchan e Minami, un triangolo che si viene a creare fin dalla tenera età essendo amici di infanzia, Minami e Kacchan sono i più bravi studenti della loro scuola mentre Tacchan è un ragazzo svogliato e allupato... ma nel corso della loro vita da studenti delle superiori i fratelli scopriranno di avere un sentimento particolare per la loro amica, e Minami prova incertezze per non creare delle ferite ai loro amici. Ma il meglio di questo manga riguarda anche la storia appassionata del baseball, dove è una continua lotta per migliorare le proprie capacità, infatti Minami vuole che Kacchan (lanciatore della squadra) vinca il campionato delle superiori mentre Tacchan per non creare dei conflitti con il fratello non si iscrive nemmeno nella squadra... ma il destino porterà il fratello maggiore (Tacchan) a dover lottare per realizzare il sogno della bellissima Minami. Imperdibile un manga del genere.
La storia parla di tre ragazzi, Tacchan, Kacchan e Minami, un triangolo che si viene a creare fin dalla tenera età essendo amici di infanzia, Minami e Kacchan sono i più bravi studenti della loro scuola mentre Tacchan è un ragazzo svogliato e allupato... ma nel corso della loro vita da studenti delle superiori i fratelli scopriranno di avere un sentimento particolare per la loro amica, e Minami prova incertezze per non creare delle ferite ai loro amici. Ma il meglio di questo manga riguarda anche la storia appassionata del baseball, dove è una continua lotta per migliorare le proprie capacità, infatti Minami vuole che Kacchan (lanciatore della squadra) vinca il campionato delle superiori mentre Tacchan per non creare dei conflitti con il fratello non si iscrive nemmeno nella squadra... ma il destino porterà il fratello maggiore (Tacchan) a dover lottare per realizzare il sogno della bellissima Minami. Imperdibile un manga del genere.
Credo che non esistano parole sufficienti per descrivere uno dei più meravigliosi manga nato dalla mano magica del maestro Adachi, di tutti i tempi. Sto parlando di Touch conosciuto in Italia con il titolo di "Prendi il Mondo e Vai", edito negli anni novanta.
Ricordo ancora quando da bambina seguivo le vicende dei gemelli Uesugi e della bella e atletica Minami, alla ricerca di se stessi e delle proprie aspirazioni. Un manga eccellente a dir poco. Forse per molti può sembrare alquanto noiosetto e dai contenuti classici dove la bella di turno si mette con uno dei fratelli, il classico triangolo amoroso sostanzialmente.
Ma non è propriamente cosi.
Touch è un lavoro dai toni drammatici e assolutamente non scontati. Ci ritroviamo davanti a un grande amore che deve superare lo scoglio del dolore causato dalla perdita di qualcuno, che cerca di trovare la propria strada attraverso errori e talvolta scelte avventate. Questo non è un manga comune. E' assolutamente unico nel suo genere.
E' impossibile non dare considerazione alla leggerezza ed eleganza con cui il maestro Adachi ci mostra una gioventù che cambia, che cerca di affrontare il proprio destino, nel bene e nel male. Il tutto condito da uno stile di disegno raro e assolutamente unico, indistinguibile e maturo.
Touch ovvero un capolavoro nel senso pieno del termine che non mancherà di affascinare anche quelle generazioni che non hanno avuto modo di conoscerlo.
Un opera d'arte senza tempo. Immortale e bellissimo. Voto: 10 e lode.
Ricordo ancora quando da bambina seguivo le vicende dei gemelli Uesugi e della bella e atletica Minami, alla ricerca di se stessi e delle proprie aspirazioni. Un manga eccellente a dir poco. Forse per molti può sembrare alquanto noiosetto e dai contenuti classici dove la bella di turno si mette con uno dei fratelli, il classico triangolo amoroso sostanzialmente.
Ma non è propriamente cosi.
Touch è un lavoro dai toni drammatici e assolutamente non scontati. Ci ritroviamo davanti a un grande amore che deve superare lo scoglio del dolore causato dalla perdita di qualcuno, che cerca di trovare la propria strada attraverso errori e talvolta scelte avventate. Questo non è un manga comune. E' assolutamente unico nel suo genere.
E' impossibile non dare considerazione alla leggerezza ed eleganza con cui il maestro Adachi ci mostra una gioventù che cambia, che cerca di affrontare il proprio destino, nel bene e nel male. Il tutto condito da uno stile di disegno raro e assolutamente unico, indistinguibile e maturo.
Touch ovvero un capolavoro nel senso pieno del termine che non mancherà di affascinare anche quelle generazioni che non hanno avuto modo di conoscerlo.
Un opera d'arte senza tempo. Immortale e bellissimo. Voto: 10 e lode.
E così, ecco che, con non poco timore reverenziale, sono qua a parlarvi di Touch... o perlomeno a provarci, e non sono affatto sicuro di poterci riuscire.
Potrei dirvi che Touch è il mio fumetto preferito, ma sarebbe altamente riduttivo.
Touch è di più, è un'opera di incomparabile bellezza, che non esiterei a definire "arte", e che mi fa tremare e commuovere anche solo a scrivere le cinque lettere che ne compongono il nome, figurarsi a doverne parlare, poi.
Ma andiamo con ordine.
Touch è in primis la storia di due gemelli, Tatsuya e Kazuya, identici fisicamente ma agli antipodi caratterialmente.
Tanto Kazuya è composto, affidabile, studioso, amato da tutti e promettente campione del baseball liceale, quanto Tatsuya (che è il protagonista della storia) è svogliato, pigro, porcellone, sfigato e incostante nello studio e nello sport.
Ad accomunare i due fratelli, l'amore per la bella amica d'infanzia e vicina di casa Minami, che tutti vedono già felicemente accasata con Kazuya, ma chissà...
Narrando la storia dei nostri protagonisti dalle scuole medie fino alle soglie dell'università, Touch si fa promotore di una parola: crescita. Una crescita che porta, chi più chi meno, tutti i protagonisti della storia verso l'età adulta, costringendoli a maturare, a fare i conti con le proprie debolezze, con i propri desideri, il proprio carattere, e con l'ombra di una tragedia che ben presto segna le loro vite scombussolandone totalmente il tracciato che sembrava già segnato.
Touch è in primis la storia di Tatsuya, della sua maturazione che lo porterà a scrollarsi di dosso la reputazione del "fratello scemo", ad affiancarsi (e non allontanarsi) all'amato fratello Kazuya all'ombra del quale ha sempre vissuto e, chissà, magari anche a diventare un uomo degno dell'amore di Minami.
In secundis, Touch ci racconterà anche della crescita di Minami, dei sentimenti di Kazuya e di quelli di un ben nutrito gruppo di comprimari e personaggi secondari che vanno dal burbero e saggio pugile Harada al panciuto e sincero Kotaro, il migliore amico di Kazuya e poi di Tatsuya (nonché il personaggio a cui devo il mio nick), dall'imperturbabile asso del baseball Akio Nitta al collerico e simpaticissimo Isami Nishimura, entrambi rivali dei due gemelli sul campo e in amore; dalla "rompiscatole" Yuka, che le tenterà tutte (invano) per accalappiare il cuore di Tatsuya, al pavido Sasaki, che invece è infatuato senza essere corrisposto proprio di lei, passando per gli spassosissimi genitori dei protagonisti, per i compagni e gli allenatori delle squadre di baseball e per il comicissimo cagnolone Panchi, mascotte della serie e mascotte dell'autore stesso.
Touch inizia come un normalissimo triangolo amoroso, ma che sia qualcosa di immensamente più profondo ce ne accorgiamo sin da subito dalla rappresentazione dei sentimenti tramite silenzi, atmosfere particolari, piccoli gesti, ampi paesaggi senza dialoghi, scene quotidiane, sentimenti espressi in maniera tutt'altro che plateale ma lasciati poeticamente intendere...
Da un triangolo amoroso condotto in maniera magistrale, poi, si passa ad una vicenda piccola ma grande che ci parlerà d'amore, di sport, d'adolescenza, d'amicizia, di morte, di legami fraterni, di crescita, di lealtà. Di valori grandissimi eppure applicati ad una storia di tutti i giorni, senza mirabolanti magie, trasformazioni o combattimenti, ma soltanto contando su un gruppo di persone dipinte in maniera semplice ma realistica, che riusciranno prima di subito a scolpirsi nei cuori di chi legge, tutti.
Esordendo in sordina, sia in Giappone sia nel nostro paese, Touch è riuscito ad ottenere in breve un enorme successo scolpendosi nella memoria collettiva come una delle migliori storie d'amore che gli anni '80 ci hanno regalato. Ma Touch si differenzia da Orange Road, da Miyuki (dello stesso autore), da Video Girl Ai e dalle altre storie d'amore del periodo, perché non fa dell'amore il suo cardine. I suoi personaggi non vivono per l'amore, ma questo amore va conquistato di pari passo con la conquista di sé stessi, della propria affermazione come uomini o donne.
Touch ci propone un'immensità di personaggi, ognuno capace di farsi amare dal lettore e di raccontarci qualcosa; e di temi, e se ne aggiungeranno di nuovi ad ogni rilettura. Sembra quasi incredibile credere a tutto ciò, per un lettore che approccia per la prima volta a questo fumetto dal design così retrò e particolare (ma che muterà evolvendosi nettamente in meglio in corso d'opera).
Eppure Touch è un'opera di una grandezza tale che non si può affatto descrivere a parole, capace di suscitare emozioni indescrivibili, che merita ampiamente il successo di pubblico e critica che ottenne, anche se le nuove generazioni spesso lo snobbano o lo disconoscono.
È d'uopo quindi che i nuovi lettori lo (ri)scoprano, perché è un'opera immensa, nella sua "normalità", che non mancherà di far innamorare di sé chiunque si accinga alla sua lettura... a patto ovviamente di essere un po' sensibili, nella parte più profonda del nostro cuoricino.
Dieci tondo tondo e ampiamente meritato.
Potrei dirvi che Touch è il mio fumetto preferito, ma sarebbe altamente riduttivo.
Touch è di più, è un'opera di incomparabile bellezza, che non esiterei a definire "arte", e che mi fa tremare e commuovere anche solo a scrivere le cinque lettere che ne compongono il nome, figurarsi a doverne parlare, poi.
Ma andiamo con ordine.
Touch è in primis la storia di due gemelli, Tatsuya e Kazuya, identici fisicamente ma agli antipodi caratterialmente.
Tanto Kazuya è composto, affidabile, studioso, amato da tutti e promettente campione del baseball liceale, quanto Tatsuya (che è il protagonista della storia) è svogliato, pigro, porcellone, sfigato e incostante nello studio e nello sport.
Ad accomunare i due fratelli, l'amore per la bella amica d'infanzia e vicina di casa Minami, che tutti vedono già felicemente accasata con Kazuya, ma chissà...
Narrando la storia dei nostri protagonisti dalle scuole medie fino alle soglie dell'università, Touch si fa promotore di una parola: crescita. Una crescita che porta, chi più chi meno, tutti i protagonisti della storia verso l'età adulta, costringendoli a maturare, a fare i conti con le proprie debolezze, con i propri desideri, il proprio carattere, e con l'ombra di una tragedia che ben presto segna le loro vite scombussolandone totalmente il tracciato che sembrava già segnato.
Touch è in primis la storia di Tatsuya, della sua maturazione che lo porterà a scrollarsi di dosso la reputazione del "fratello scemo", ad affiancarsi (e non allontanarsi) all'amato fratello Kazuya all'ombra del quale ha sempre vissuto e, chissà, magari anche a diventare un uomo degno dell'amore di Minami.
In secundis, Touch ci racconterà anche della crescita di Minami, dei sentimenti di Kazuya e di quelli di un ben nutrito gruppo di comprimari e personaggi secondari che vanno dal burbero e saggio pugile Harada al panciuto e sincero Kotaro, il migliore amico di Kazuya e poi di Tatsuya (nonché il personaggio a cui devo il mio nick), dall'imperturbabile asso del baseball Akio Nitta al collerico e simpaticissimo Isami Nishimura, entrambi rivali dei due gemelli sul campo e in amore; dalla "rompiscatole" Yuka, che le tenterà tutte (invano) per accalappiare il cuore di Tatsuya, al pavido Sasaki, che invece è infatuato senza essere corrisposto proprio di lei, passando per gli spassosissimi genitori dei protagonisti, per i compagni e gli allenatori delle squadre di baseball e per il comicissimo cagnolone Panchi, mascotte della serie e mascotte dell'autore stesso.
Touch inizia come un normalissimo triangolo amoroso, ma che sia qualcosa di immensamente più profondo ce ne accorgiamo sin da subito dalla rappresentazione dei sentimenti tramite silenzi, atmosfere particolari, piccoli gesti, ampi paesaggi senza dialoghi, scene quotidiane, sentimenti espressi in maniera tutt'altro che plateale ma lasciati poeticamente intendere...
Da un triangolo amoroso condotto in maniera magistrale, poi, si passa ad una vicenda piccola ma grande che ci parlerà d'amore, di sport, d'adolescenza, d'amicizia, di morte, di legami fraterni, di crescita, di lealtà. Di valori grandissimi eppure applicati ad una storia di tutti i giorni, senza mirabolanti magie, trasformazioni o combattimenti, ma soltanto contando su un gruppo di persone dipinte in maniera semplice ma realistica, che riusciranno prima di subito a scolpirsi nei cuori di chi legge, tutti.
Esordendo in sordina, sia in Giappone sia nel nostro paese, Touch è riuscito ad ottenere in breve un enorme successo scolpendosi nella memoria collettiva come una delle migliori storie d'amore che gli anni '80 ci hanno regalato. Ma Touch si differenzia da Orange Road, da Miyuki (dello stesso autore), da Video Girl Ai e dalle altre storie d'amore del periodo, perché non fa dell'amore il suo cardine. I suoi personaggi non vivono per l'amore, ma questo amore va conquistato di pari passo con la conquista di sé stessi, della propria affermazione come uomini o donne.
Touch ci propone un'immensità di personaggi, ognuno capace di farsi amare dal lettore e di raccontarci qualcosa; e di temi, e se ne aggiungeranno di nuovi ad ogni rilettura. Sembra quasi incredibile credere a tutto ciò, per un lettore che approccia per la prima volta a questo fumetto dal design così retrò e particolare (ma che muterà evolvendosi nettamente in meglio in corso d'opera).
Eppure Touch è un'opera di una grandezza tale che non si può affatto descrivere a parole, capace di suscitare emozioni indescrivibili, che merita ampiamente il successo di pubblico e critica che ottenne, anche se le nuove generazioni spesso lo snobbano o lo disconoscono.
È d'uopo quindi che i nuovi lettori lo (ri)scoprano, perché è un'opera immensa, nella sua "normalità", che non mancherà di far innamorare di sé chiunque si accinga alla sua lettura... a patto ovviamente di essere un po' sensibili, nella parte più profonda del nostro cuoricino.
Dieci tondo tondo e ampiamente meritato.
Ebbene si voto 10. Sarò prevenuto ma non me la sento di dare voto inferiore ad un manga che è riuscito a rapirmi sentimentalmente. Con Touch, Adachi entra nell'olimpo dei mangaka. I disegni non sono perfetti ma poco importa, conta più quanto si trasmette e Tatsuya e Minami sanno trasmettere anche se disegnati quasi in maniera elementare. Touch è il 10° manga nel complesso più venduto di tutti i tempi in Giappone e questo numero parla chiaramente. Chi ama il genere lo avrà già letto da anni ma assicuro che si può leggere e rileggere e non ci si annoia mai. Un capolavoro, veramente per me un capolavoro.
Per l'ennesima volta sto rileggendo Touch... e posso anche aggiungere che non mi stancherò mai di farlo!
"Touch": questo titolo racchiude in sé l'intera storia del manga, anche se è un po' difficile percepirne da subito l'essenza. A mio modesto parere l'autore non poteva scegliere titolo più azzeccato.
Touch è il mio manga preferito in assoluto: leggendo (e perdendomi) tra le sue pagine, vivo la quotidianità che vivono i protagonisti, persone semplici e normali, che vanno a scuola, praticano sport e pensano a come trascorrere la domenica. Una cosa importante che ci fa capire l'autore è che, per creare una bella storia, non c'è bisogno che i protagonisti siano per forza dotati di superpoteri o vivano chissà quale avventura... basta soltanto parlare della loro storia! Semplice e normale, è vero! Ma che affronta però anche temi particolarmente delicati come l'amore, la gelosia... la morte: temi trattati e curati in maniera sublime... ed è proprio lì che si riscopre la bravura di un maestro come Adachi.
Adoro i personaggi perché sono curati sia a livello emotivo che psicologico e perché sono personaggi vivi e che fanno realmente vivere in noi le loro emozioni. Il mio personaggio preferito (manco a dirlo) è Tatsuya, anche se mi piace molto anche Minami. Tacchan ha un lato psicologico eccezionale ed è il personaggio che crescerà maggiormente rispetto agli altri; riscatterà completamente la sua personalità e si renderà protagonista assoluto dell'intera storia... Una storia che inizia con un triangolo amoroso formato da Kazuya, Tatsuya e Minami e sarà bello seguire e vivere con loro il corso di quest'avventura e le loro emozioni questo perché è una storia normale... semplice... fate voi... ma è comunque una storia che può dire (e dare) tanto!
"Touch": questo titolo racchiude in sé l'intera storia del manga, anche se è un po' difficile percepirne da subito l'essenza. A mio modesto parere l'autore non poteva scegliere titolo più azzeccato.
Touch è il mio manga preferito in assoluto: leggendo (e perdendomi) tra le sue pagine, vivo la quotidianità che vivono i protagonisti, persone semplici e normali, che vanno a scuola, praticano sport e pensano a come trascorrere la domenica. Una cosa importante che ci fa capire l'autore è che, per creare una bella storia, non c'è bisogno che i protagonisti siano per forza dotati di superpoteri o vivano chissà quale avventura... basta soltanto parlare della loro storia! Semplice e normale, è vero! Ma che affronta però anche temi particolarmente delicati come l'amore, la gelosia... la morte: temi trattati e curati in maniera sublime... ed è proprio lì che si riscopre la bravura di un maestro come Adachi.
Adoro i personaggi perché sono curati sia a livello emotivo che psicologico e perché sono personaggi vivi e che fanno realmente vivere in noi le loro emozioni. Il mio personaggio preferito (manco a dirlo) è Tatsuya, anche se mi piace molto anche Minami. Tacchan ha un lato psicologico eccezionale ed è il personaggio che crescerà maggiormente rispetto agli altri; riscatterà completamente la sua personalità e si renderà protagonista assoluto dell'intera storia... Una storia che inizia con un triangolo amoroso formato da Kazuya, Tatsuya e Minami e sarà bello seguire e vivere con loro il corso di quest'avventura e le loro emozioni questo perché è una storia normale... semplice... fate voi... ma è comunque una storia che può dire (e dare) tanto!
La semplicità di Adachi nel disegnare i personaggi, gli sfondi (nei quali mi sembra di essere immerso) e nel raccontare le storie degli adolescenti mi piace moltissimo.
La trama parla dell'adolescenza di tre ragazzi Minami, Tatsuya e Kazuya, gli ultimi due gemelli, che è segnata nel loro diventare adulti da un tragico evento. Tale evento modifica le relazioni stesse tra i protagonisti rendendo in modo ottimo la lotta interiore per crescere. Lo sfondo alla storia narrata lo fa la scuola, attraverso le relazioni con i vari compagni, ed il baseball passione che spinge i protagonisti a migliorare.
I personaggi sono ben caratterizzati e Tacchan, nome confidenziale di Tatsuya, tende a diventare il personaggio principale e quello più vicino al lettore.
Un ottimo manga davvero.
La trama parla dell'adolescenza di tre ragazzi Minami, Tatsuya e Kazuya, gli ultimi due gemelli, che è segnata nel loro diventare adulti da un tragico evento. Tale evento modifica le relazioni stesse tra i protagonisti rendendo in modo ottimo la lotta interiore per crescere. Lo sfondo alla storia narrata lo fa la scuola, attraverso le relazioni con i vari compagni, ed il baseball passione che spinge i protagonisti a migliorare.
I personaggi sono ben caratterizzati e Tacchan, nome confidenziale di Tatsuya, tende a diventare il personaggio principale e quello più vicino al lettore.
Un ottimo manga davvero.
[CONTIENE QUALCHE SPOILER] Cosa dire di un capolavoro fatto dal grande Adachi, ambientata nell'eta' scolastica in cui lo sport, il baseball, ne fa da padrone. Lo sport come in moltre altre opere di Adachi é il mezzo per conquistsre la persona amata. In touch la vittoria del torneo serve per avverare la promessa di Katsuya fatta a Minami, ma una volta avvenuta lo sport passa in secondo piano. La storia si sviluppa intorno a 3 ragazzi coetanei, Minami Katsuya e Tetsuya, vicini di casa ed amici d'infanzia, mentre i primi due sono bravi sia a sscuola che nelle sport il terzo come si suol dire tira a campare. Tutto cambia con la morte di Katsuya, infatti il fratello gemello Tetsuya decide di uscire allo scoperto dimostrando a tutti che anche lui vale. Nella storia entreranno nuovi personaggi, antagonisti sia nello sport che in campo sentimentale, la figura di Katsuya rimmarrà sempre in primo piano. A distanza di anni le tematiche di Touch non passano mai e quindi... leggetelo. Adachi unisce all'interno di quest'opera l'amore con la morte l'adolescenza con la consapevolezza di crescere, insomma si destreggia benissimo nel quotidiano arricchendolo con un tratto semplice ma gradevole. Le tovole di Adachi sono semplici ma ha la capacità trasmettere sensazioni anche senza dialoghi per più pagine. Le opere di Adachi non si possono definire semplicemente fumetti, ma poesie portate su tavola, per questo non vedrete mai una sua storia finire e basta ma anche nel momento più ovvio lui ha la capacità di non dare tutto per scontato e fa in modo che sia tu a decidere cio' che avviene dopo l'ultima pagina dell'ultimo volume. Per questo dico a tutti di leggerlo, a proposito vi suggerispo di leggere anche Rough più corto ma piu... non so come dire... leggetelo.
Credo che Touch sia la migliore opera di Adachi, in alcuni tratti mi è parso abbastanza noiosetto poichè le partite erano molto lente. Comunque secondo me lo stile di Adachi è decisamente unico perchè sa accompagnarti fino alla fine del manga quasi senza accorgerti. Naturalmente il mio personaggio preferito è il mitico Tatsuya Uesugi che il suo carattere unico lo rende speciale. In conclusione, leggetelo perchè vi trasmetterà emozioni semplici ma grandi.
X3
X3
Touch è un manga che seleziona molto la sua "clientela" sin dall'inizio. Infatti chi non ama le storie d'amore, di dolore e di vita quotidiana si esenti dall'acquistarlo. Lo stesso vale per quelle persone che pensano che lo sport faccia da padrone in questo manga. Ho letto decine e decine di manga dall'inizio alla fine e in pochi al termine mi hanno lasciato qualcosa interiormente come Touch. La storia è superba, bella, particolare. Amore misto a dolore e purtroppo tragedia. Emozioni che si possono toccare con mano in tutti e 26 numeri. I disegni però non altrettanto, mancano di personalizzazione, un po' stilizzati. Il manga può essere tranquillamente considerato come reale, ovvero vita quotidiana dei giovani descritta bene senza mai diventare irreale appunto. Amori, scuola, casa, sport. E' sicuramente l'opera migliore di Adachi ed ha un finale che pur non concludendo appieno la storia è apprezzabile ed emozionante. I protagonisti sono perfetti per questa storia. Manga per il suo genere stellare, difficile fare meglio. Complessivamente non tra i migliori manga di sempre ovviamente ma ripeto nel suo genere manga migliori se ne trovano veramente pochi. Per questo voto: 10