La Maschera di Vetro - Il grande sogno di Maya
Nata il 20 febbraio 1951, Suzue Miuchi, esordisce sulla rivista Margaret (dell’editrice Shueisha) a soli 16 anni, quando ancora va a scuola: in Italia è anche arrivata una antologia dei suoi lavori brevi, ma è conosciuta soprattutto per questo lavoro (Glass no Kamen) iniziato nel 1976 e non ancora concluso. Diciamo la verità: ormai manca poco alla conclusione eppure… eppure non si sa se la vedremo in quanto sono più di 10 anni che non esce nessun nuovo numero.
Il mio voto va per quello che ho letto: 38 volumi su 49 usciti.
Uno dei motivi per cui ho abbassato il voto è che leggendo una versione web in inglese ho trovato due problemi: uno è il classico, cambia il traduttore e uno un po’ sgamato come me se ne accorge, l’altro consiste nel fatto che alcuni dei drammi portati in scena presentano problemi (per me) di traduzione perché il traduttore si rifà ai vecchi testi delle opere originali: un esempio sono le opere di Shakespeare riproposte con un vocabolario desueto.
Essendomi tolto il sassolino dalle scarpe veniamo all'opera in sé.
Protagonista è Maya, un’orfana incapace di tutto con la passione per la recitazione, scoperta da Chigusa Tsukikage viene coinvolta in una disfida con Ayumi Himekawa per il ruolo della Dea scarlatta dell’omonima opera teatrale.
Diciamo apertamente vedremo portate sul palco opere vere come opere fittizie e le due attrici dovranno imparare ad avere 10.000 maschere per indossare quella della Dea. Ma cosa sono queste maschere?
Sono le maschere che un attore indossa, e basta poco per mandarle in frantumi. Infatti sono di vetro e lasciano trasparire il volto dell’attore che interpreta il ruolo. L’attore deve dunque avere il volto del personaggio che interpreta: basta che per un attimo il suo volto si sostituisca a quello della maschera che tutti se ne accorgano e la pièce teatrale venga rovinata. Ma ritorniamo ai protagonisti che sono le tre donne citate prima e un uomo: Masumi Hayami.
Chigusa è una grande attrice e una tremenda istruttrice, ha il volto sfigurato, cosa che ha rovinato la sua carriera, ma è ancora ricercata perché detiene i diritti dell’opera "La Dea Scarlatta", un capolavoro scritto da una persona molto importante per lei. Maya e Ayumi sono agli antipodi. Maya è incapace a tutto, ma ha un talento naturale per la recitazione; Ayumi, invece, capace di tutto, ma che deve la sua recitazione al costante affinamento delle sue capacità. Vedremo spesso la gente affibiare delle etichette ai personaggi: per cui Ayumi diventa di volta in volta, la figlia di una famosa attrice e di un celebre regista o la candidata al ruolo di Dea scarlatta, Masumi d’altra parte diventa un uomo senza cuore o un drogato da lavoro. Personalmente sono contrario alle etichette, ma credo che nella vita tutti le abbiamo e quindi capisco che vengono ripetute nel manga, in continuazione.
Ma descritte le figure femminili passiamo proprio a quell’orco di Masumi: per non fare spoiler dico solo che anche lui indossa una maschera e che Maya gliela farà, piano piano, levare.
Odio e amore sono protagonisti di quest’opera, soprattutto l’amore perché, come viene detto in un volume, il teatro è indossare una maschera per amore… Affermazione alquanto azzardata, ma in grado di colpire il lettore.
Ma, come è rappresentato il teatro?
Il teatro sembra un manga sportivo di quegli anni, con allenamenti massacranti, un maestro buono ma spietato etc. Le stesse battute le ritroveremo per i vari volumi dedicati a una singola pièce teatrale, i grandi attori li troveremo in grado di far vivere emozioni con un solo sguardo o far capire le azioni senza l'aiuto di nessun oggetto. Certo: tante esagerazioni, ma non più assurde di certi combattimenti nel battle shonen di grido del momento.
Il mio voto è tra l’otto e mezzo e il nove. Consigliato.
Il mio voto va per quello che ho letto: 38 volumi su 49 usciti.
Uno dei motivi per cui ho abbassato il voto è che leggendo una versione web in inglese ho trovato due problemi: uno è il classico, cambia il traduttore e uno un po’ sgamato come me se ne accorge, l’altro consiste nel fatto che alcuni dei drammi portati in scena presentano problemi (per me) di traduzione perché il traduttore si rifà ai vecchi testi delle opere originali: un esempio sono le opere di Shakespeare riproposte con un vocabolario desueto.
Essendomi tolto il sassolino dalle scarpe veniamo all'opera in sé.
Protagonista è Maya, un’orfana incapace di tutto con la passione per la recitazione, scoperta da Chigusa Tsukikage viene coinvolta in una disfida con Ayumi Himekawa per il ruolo della Dea scarlatta dell’omonima opera teatrale.
Diciamo apertamente vedremo portate sul palco opere vere come opere fittizie e le due attrici dovranno imparare ad avere 10.000 maschere per indossare quella della Dea. Ma cosa sono queste maschere?
Sono le maschere che un attore indossa, e basta poco per mandarle in frantumi. Infatti sono di vetro e lasciano trasparire il volto dell’attore che interpreta il ruolo. L’attore deve dunque avere il volto del personaggio che interpreta: basta che per un attimo il suo volto si sostituisca a quello della maschera che tutti se ne accorgano e la pièce teatrale venga rovinata. Ma ritorniamo ai protagonisti che sono le tre donne citate prima e un uomo: Masumi Hayami.
Chigusa è una grande attrice e una tremenda istruttrice, ha il volto sfigurato, cosa che ha rovinato la sua carriera, ma è ancora ricercata perché detiene i diritti dell’opera "La Dea Scarlatta", un capolavoro scritto da una persona molto importante per lei. Maya e Ayumi sono agli antipodi. Maya è incapace a tutto, ma ha un talento naturale per la recitazione; Ayumi, invece, capace di tutto, ma che deve la sua recitazione al costante affinamento delle sue capacità. Vedremo spesso la gente affibiare delle etichette ai personaggi: per cui Ayumi diventa di volta in volta, la figlia di una famosa attrice e di un celebre regista o la candidata al ruolo di Dea scarlatta, Masumi d’altra parte diventa un uomo senza cuore o un drogato da lavoro. Personalmente sono contrario alle etichette, ma credo che nella vita tutti le abbiamo e quindi capisco che vengono ripetute nel manga, in continuazione.
Ma descritte le figure femminili passiamo proprio a quell’orco di Masumi: per non fare spoiler dico solo che anche lui indossa una maschera e che Maya gliela farà, piano piano, levare.
Odio e amore sono protagonisti di quest’opera, soprattutto l’amore perché, come viene detto in un volume, il teatro è indossare una maschera per amore… Affermazione alquanto azzardata, ma in grado di colpire il lettore.
Ma, come è rappresentato il teatro?
Il teatro sembra un manga sportivo di quegli anni, con allenamenti massacranti, un maestro buono ma spietato etc. Le stesse battute le ritroveremo per i vari volumi dedicati a una singola pièce teatrale, i grandi attori li troveremo in grado di far vivere emozioni con un solo sguardo o far capire le azioni senza l'aiuto di nessun oggetto. Certo: tante esagerazioni, ma non più assurde di certi combattimenti nel battle shonen di grido del momento.
Il mio voto è tra l’otto e mezzo e il nove. Consigliato.
Difficilmente un manga lungo 49 volumi mantiene un fascino e un carisma tale da indurre il lettore a rimanere entusiasta per tutta la lunghezza della serie. Ma "Glass no Kamen", conosciuto in Italia come "Il grande sogno di Maya" ha una bellezza unica e 49 volumi sembrano essere pure pochi!
Il che è pazzesco per me, più volte mi sono sorpresa nel dirmi "questo è il miglior volume di tutta l'opera" per poi essere smentita un paio di volumi dopo. Parliamo di un'opera titanica, che ha assorbito più di 30 anni di lavoro, e merita tutti gli elogi che gli sono stati rivolti, nonostante non sia esente da difetti.
La trama parte con premesse molto semplici, ma più si prosegue più la trama si fa minuziosa, nessun personaggio è casuale, le varie trame che si intrecciano vengono portate avanti con precisione e cura del dettaglio.
Quest'opera è chiaramente stata scritta con molta dedizione, passione, al limite della maniacalità (si pensa che l'autrice, non contenta di certe scene, le riprese e le riscrisse daccapo dopo esser state pubblicate ) motivo che rende questa trama stupefacente, nonostante l'inquietante lunghezza non si avverte mai la stanchezza, a livello narrativo la qualità è sempre molto alta e il livello di coinvolgimento emotivo aumenta col proseguo dei volumi.
Nonostante sia un manga scritto dal 1976 la trama risulta attuale anche oggi ed è godibilissima da un pubblico giovane (il manga è targato shojo) ma, va precisato, anche da un pubblico adulto, io lo iniziai a 35 anni e lo trovai bellissimo, perché parla di una ragazza che si fa strada nel mondo dello spettacolo sognando di diventare una attrice con le sue forze e con non poche difficoltà.
Il manga è nato negli anni 70 dunque e la grafica è figlia di quel tempo, molto semplice, imparagonabile agli standard odierni, il tratto dell'autrice Suzue Miuchi si modifica nel tempo ma non così tanto, a me è piaciuto comunque.
Suzue Miuchi si è presa lunghi periodi per andare avanti con la trama rendendo l'opera tutt'ora in corso, questo ha generato inevitabilmente critiche, ma la sua precisione e meticolosità ha dato i suoi frutti: la trama, nonostante la sua lunghezza, non cade mai nel banale, le vicende legate alla carriera artistica di Maya sono ben bilanciate con i suoi eventi personali legati anche a una serie di personaggi interessanti e ben caratterizzati; l'introspezione psicologica dei quattro protagonisti principali è ben approfondita e vi sono numerosi colpi di scena che l'autrice posiziona ottimamente per stravolgere la trama e dare nuova linfa alla narrazione che, essendo legata soprattutto alla carriera teatrale di Maya , rischierebbe di sembrare ripetitiva.
Trama:
Maya è una ragazza molto semplice e umile, cresciuta orfana di padre in una situazione economica precaria, viveva in un piccolo ristorante cinese dove aiutava nelle consegne a domicilio la madre, anch'essa cameriera dello stesso ristorante. La madre rimproverava spesso Maya perché trascurava il lavoro assorta davanti alla tv e al cinema, dicendole che era un'incapace buona a nulla.
Goffa, impacciata, timida, non particolarmente bella, al primo sguardo Maya sembra una ragazza banale e anonima, ma quando è sul palco si trasforma.
La sua passione immensa per la recitazione la porta, dopo aver incontrato la signora Chigusa Tsukikage, a fuggire di casa per inseguire il suo grande sogno ed entrare nella compagnia Tsukikage per imparare a recitare.
Una cosa strabiliante è stata vedere la capacità di Maya, soprattutto nei primi volumi, di saper sorridere e trovare la forza di rialzarsi anche quando ha perso tutto, questo perché lei ha sempre vissuto una vita molto umile in ristrettezze economiche, sa cosa vuol dire tirar fuori la positività anche nei contesti più pesanti, rialzarsi e lottare, la sua forza e lealtà sono lodevoli e inchiodano il lettore alle pagine.
La vita di questa minuta ma spontanea e coraggiosa ragazza verrà stravolta da tanti eventi nel corso del manga. L'affascinante e carismatico presidente della Daito Art Production Masumi Hayami, di 11 anni più vecchio di lei, rimane incantato da Maya sul palco e da allora diventerà il suo ammiratore segreto e la sosterrà in ogni spettacolo mandandole delle rose scarlatte, ma non solo, l'aiuterà anche negli studi pagando le rette scolastiche, aiutandola nella preparazione di uno spettacolo, agendo sempre nell'ombra diventando importantissimo per lei... per me è stato un personaggio interessantissimo: cinico e affarista senza scrupoli sul lavoro (tratta come merce chiunque lavori nel mondo dello spettacolo), ma ricco di fragilità nel privato, il suo amore per Maya crescerà piano piano, elegante, ricco, manipolatore sul lavoro, così diverso da Maya semplice come l'acqua.
Il legame tra i due è una delle trame avvincenti di quest'opera, in bilico tra odio e amore, tra disprezzo e ammirazione.
L'opera teatrale "La Dea Scarlatta" domina tutto il manga, questo capolavoro scomparso da anni, interpretato solo da Chigusa Tsukikage (che ne detiene i diritti) e che riporterà sul palco solo alle sue condizioni, fin dal primo volume e per tutta la serie coinvolgerà e influenzerà le vite dei quattro principali protagonisti, Maya, Hayami, Tsukikage e Ayumi.
È una lettura bellissima per chi è affascinato dal teatro e dal cinema ed è curioso di sapere i vari retroscena, cosa succede dietro le quinte, come può essere l'esordio per una aspirante attrice, come bisogna calarsi in un ruolo, l'importanza di avere una maestra e figura di riferimento che ti guidi all'inizio, la sfida, la fatica, il sacrificio e l'eccitazione di interpretare molti ruoli diversi, l'obbiettivo di migliorarsi come attrice, la tensione nei provini, la passione intensa per la recitazione fino a diventare ragion di vita, le cattiverie e i colpi bassi fatti dietro le quinte dagli invidiosi, colleghi e fan di altri attori; la sana rivalità con una bella attrice coetanea, ma figlia d'arte, Ayumi Himekawa, talentuosa, ricca e generosa... queste ed altre sono le tematiche affrontate con cura dall'autrice, visibilmente appassionata del mondo del teatro e dello spettacolo, mostrando al lettore come funziona questo mondo complesso e affascinante, frutto sicuramente di un attenta ricerca sul campo.
Suzue Miuchi si era presa tutto il tempo per narrare col suo metodo, a scapito dei lettori e di una continuità nella serializzazione dell'opera; il voler dare molto spazio ai dettagli, l'essere scrupolosi e accurati a livello narrativo... la ripetitività di certe scene legate alle prove di una piéce teatrale per mostrarti cosa significhi provare con fatica una parte, ti immerge in quel mondo.
Il risultato parla da solo: "Il grande sogno di Maya" è un manga di alta qualità, e per molti aspetti sublime, opera che rispecchia la meticolosità e bravura del talento raro di Suzue Miuchi!
Vidi prima l'anime datato del 1984 in 23 episodi in 4 dvd totali (gratuitamente grazie alla biblioteca) che ripercorrono i primi 10 volumi del manga, senza troppe aspettative.
Consiglio assolutamente anche la visione della serie animata, se non si conoscere quest'opera e si cercasse un primo approccio, confermo che è fedelissima alla controparte cartacea.
L'anime dunque mi piacque più di quanto mi aspettassi e mi portò ad acquistare l'unica serie manga per ora pubblicata in italia, ciò dopo lunghi mesi di riflessioni perché - e qui devo aprire una dolorosa parentesi- la serie edita da Star Comics non solo conta ben 49 volumi, tutt'ora in corso in patria, ma è stata abbandonata ormai 10 anni fa senza mai essere portata a termine dall'autrice!
Inoltre quest'edizione ormai datata pubblicata nel 2001 è di mediocre qualità, non sono state fatte ristampe, sul mercato attualmente ha molti volumi esauriti e solo grazie al mercato dell'usato si può sperare di acquistarla completa, ma a caro prezzo!
Sarebbe cosa buona se la Star Comics ne facesse un'edizione più aggiornata, ma da un lato capisco anche il perché di questa rinuncia: perché investire soldi su una serie abbandonata da più di 10 anni dall'autrice (ormai settantenne) e che forse non vedrà mai la conclusione?
Il che mette molta tristezza perché gli ultimi volumi mostrano chiaramente che ormai siamo nell'arco narrativo finale, secondo me mancherebbero pochi volumi alla conclusione.
Ma la speranza è l'ultima a morire.
Nonostante queste premesse, il manga "La maschera di Vetro - Il grande sogno di Maya" è talmente affascinante e coinvolgente che non rimpiango assolutamente nulla e anzi!
come molti altri lettori, invito chiunque a recuperare questa lettura, scoprirete di avere davanti una bellissima perla rara!
Se cercate una lettura di qualità acquistatelo, ne vale davvero la pena!
Il che è pazzesco per me, più volte mi sono sorpresa nel dirmi "questo è il miglior volume di tutta l'opera" per poi essere smentita un paio di volumi dopo. Parliamo di un'opera titanica, che ha assorbito più di 30 anni di lavoro, e merita tutti gli elogi che gli sono stati rivolti, nonostante non sia esente da difetti.
La trama parte con premesse molto semplici, ma più si prosegue più la trama si fa minuziosa, nessun personaggio è casuale, le varie trame che si intrecciano vengono portate avanti con precisione e cura del dettaglio.
Quest'opera è chiaramente stata scritta con molta dedizione, passione, al limite della maniacalità (si pensa che l'autrice, non contenta di certe scene, le riprese e le riscrisse daccapo dopo esser state pubblicate ) motivo che rende questa trama stupefacente, nonostante l'inquietante lunghezza non si avverte mai la stanchezza, a livello narrativo la qualità è sempre molto alta e il livello di coinvolgimento emotivo aumenta col proseguo dei volumi.
Nonostante sia un manga scritto dal 1976 la trama risulta attuale anche oggi ed è godibilissima da un pubblico giovane (il manga è targato shojo) ma, va precisato, anche da un pubblico adulto, io lo iniziai a 35 anni e lo trovai bellissimo, perché parla di una ragazza che si fa strada nel mondo dello spettacolo sognando di diventare una attrice con le sue forze e con non poche difficoltà.
Il manga è nato negli anni 70 dunque e la grafica è figlia di quel tempo, molto semplice, imparagonabile agli standard odierni, il tratto dell'autrice Suzue Miuchi si modifica nel tempo ma non così tanto, a me è piaciuto comunque.
Suzue Miuchi si è presa lunghi periodi per andare avanti con la trama rendendo l'opera tutt'ora in corso, questo ha generato inevitabilmente critiche, ma la sua precisione e meticolosità ha dato i suoi frutti: la trama, nonostante la sua lunghezza, non cade mai nel banale, le vicende legate alla carriera artistica di Maya sono ben bilanciate con i suoi eventi personali legati anche a una serie di personaggi interessanti e ben caratterizzati; l'introspezione psicologica dei quattro protagonisti principali è ben approfondita e vi sono numerosi colpi di scena che l'autrice posiziona ottimamente per stravolgere la trama e dare nuova linfa alla narrazione che, essendo legata soprattutto alla carriera teatrale di Maya , rischierebbe di sembrare ripetitiva.
Trama:
Maya è una ragazza molto semplice e umile, cresciuta orfana di padre in una situazione economica precaria, viveva in un piccolo ristorante cinese dove aiutava nelle consegne a domicilio la madre, anch'essa cameriera dello stesso ristorante. La madre rimproverava spesso Maya perché trascurava il lavoro assorta davanti alla tv e al cinema, dicendole che era un'incapace buona a nulla.
Goffa, impacciata, timida, non particolarmente bella, al primo sguardo Maya sembra una ragazza banale e anonima, ma quando è sul palco si trasforma.
La sua passione immensa per la recitazione la porta, dopo aver incontrato la signora Chigusa Tsukikage, a fuggire di casa per inseguire il suo grande sogno ed entrare nella compagnia Tsukikage per imparare a recitare.
Una cosa strabiliante è stata vedere la capacità di Maya, soprattutto nei primi volumi, di saper sorridere e trovare la forza di rialzarsi anche quando ha perso tutto, questo perché lei ha sempre vissuto una vita molto umile in ristrettezze economiche, sa cosa vuol dire tirar fuori la positività anche nei contesti più pesanti, rialzarsi e lottare, la sua forza e lealtà sono lodevoli e inchiodano il lettore alle pagine.
La vita di questa minuta ma spontanea e coraggiosa ragazza verrà stravolta da tanti eventi nel corso del manga. L'affascinante e carismatico presidente della Daito Art Production Masumi Hayami, di 11 anni più vecchio di lei, rimane incantato da Maya sul palco e da allora diventerà il suo ammiratore segreto e la sosterrà in ogni spettacolo mandandole delle rose scarlatte, ma non solo, l'aiuterà anche negli studi pagando le rette scolastiche, aiutandola nella preparazione di uno spettacolo, agendo sempre nell'ombra diventando importantissimo per lei... per me è stato un personaggio interessantissimo: cinico e affarista senza scrupoli sul lavoro (tratta come merce chiunque lavori nel mondo dello spettacolo), ma ricco di fragilità nel privato, il suo amore per Maya crescerà piano piano, elegante, ricco, manipolatore sul lavoro, così diverso da Maya semplice come l'acqua.
Il legame tra i due è una delle trame avvincenti di quest'opera, in bilico tra odio e amore, tra disprezzo e ammirazione.
L'opera teatrale "La Dea Scarlatta" domina tutto il manga, questo capolavoro scomparso da anni, interpretato solo da Chigusa Tsukikage (che ne detiene i diritti) e che riporterà sul palco solo alle sue condizioni, fin dal primo volume e per tutta la serie coinvolgerà e influenzerà le vite dei quattro principali protagonisti, Maya, Hayami, Tsukikage e Ayumi.
È una lettura bellissima per chi è affascinato dal teatro e dal cinema ed è curioso di sapere i vari retroscena, cosa succede dietro le quinte, come può essere l'esordio per una aspirante attrice, come bisogna calarsi in un ruolo, l'importanza di avere una maestra e figura di riferimento che ti guidi all'inizio, la sfida, la fatica, il sacrificio e l'eccitazione di interpretare molti ruoli diversi, l'obbiettivo di migliorarsi come attrice, la tensione nei provini, la passione intensa per la recitazione fino a diventare ragion di vita, le cattiverie e i colpi bassi fatti dietro le quinte dagli invidiosi, colleghi e fan di altri attori; la sana rivalità con una bella attrice coetanea, ma figlia d'arte, Ayumi Himekawa, talentuosa, ricca e generosa... queste ed altre sono le tematiche affrontate con cura dall'autrice, visibilmente appassionata del mondo del teatro e dello spettacolo, mostrando al lettore come funziona questo mondo complesso e affascinante, frutto sicuramente di un attenta ricerca sul campo.
Suzue Miuchi si era presa tutto il tempo per narrare col suo metodo, a scapito dei lettori e di una continuità nella serializzazione dell'opera; il voler dare molto spazio ai dettagli, l'essere scrupolosi e accurati a livello narrativo... la ripetitività di certe scene legate alle prove di una piéce teatrale per mostrarti cosa significhi provare con fatica una parte, ti immerge in quel mondo.
Il risultato parla da solo: "Il grande sogno di Maya" è un manga di alta qualità, e per molti aspetti sublime, opera che rispecchia la meticolosità e bravura del talento raro di Suzue Miuchi!
Vidi prima l'anime datato del 1984 in 23 episodi in 4 dvd totali (gratuitamente grazie alla biblioteca) che ripercorrono i primi 10 volumi del manga, senza troppe aspettative.
Consiglio assolutamente anche la visione della serie animata, se non si conoscere quest'opera e si cercasse un primo approccio, confermo che è fedelissima alla controparte cartacea.
L'anime dunque mi piacque più di quanto mi aspettassi e mi portò ad acquistare l'unica serie manga per ora pubblicata in italia, ciò dopo lunghi mesi di riflessioni perché - e qui devo aprire una dolorosa parentesi- la serie edita da Star Comics non solo conta ben 49 volumi, tutt'ora in corso in patria, ma è stata abbandonata ormai 10 anni fa senza mai essere portata a termine dall'autrice!
Inoltre quest'edizione ormai datata pubblicata nel 2001 è di mediocre qualità, non sono state fatte ristampe, sul mercato attualmente ha molti volumi esauriti e solo grazie al mercato dell'usato si può sperare di acquistarla completa, ma a caro prezzo!
Sarebbe cosa buona se la Star Comics ne facesse un'edizione più aggiornata, ma da un lato capisco anche il perché di questa rinuncia: perché investire soldi su una serie abbandonata da più di 10 anni dall'autrice (ormai settantenne) e che forse non vedrà mai la conclusione?
Il che mette molta tristezza perché gli ultimi volumi mostrano chiaramente che ormai siamo nell'arco narrativo finale, secondo me mancherebbero pochi volumi alla conclusione.
Ma la speranza è l'ultima a morire.
Nonostante queste premesse, il manga "La maschera di Vetro - Il grande sogno di Maya" è talmente affascinante e coinvolgente che non rimpiango assolutamente nulla e anzi!
come molti altri lettori, invito chiunque a recuperare questa lettura, scoprirete di avere davanti una bellissima perla rara!
Se cercate una lettura di qualità acquistatelo, ne vale davvero la pena!
Capolavoro senza tempo e shoujo manga per antonomasia, "Glass no Kamen" passa attraverso i decenni e pare non invecchiare mai e non perdere il suo fascino, passando da una generazione di lettori all'altra.
Iniziato nel 1976, "Glass no Kamen" è la storia di Maya Kitajima, sventurata ragazza senza padre, senza doti particolari ma animata da una sconfinata passione per la recitazione. Notata casualmente da Chigusa Tsukikage, ex attrice famosissima, ritiratasi poi dalle scene a causa di un incidente che l'ha sfigurata in volto, Maya intraprende la sua faticosissima e tribolata strada verso il mondo del teatro.
Ben presto Maya conosce Masumi Hayami, spietato imprenditore a capo della Daito Art Production che desidera ardentemente ottenere i diritti dello spettacolo "La Dea Scarlatta", lavoro teatrale di cui la Tsukikage detiene i diritti, che cederà solamente all'attrice che ritiene più meritevole. Maya si troverà quindi a competere per i diritti della "Dea Scarlatta" contro Ayumi Himekawa, straordinaria attrice di talento e di buona famiglia, che sembra essere tutto l'opposto dell'ordinaria e sciatta Maya. Tuttavia Ayumi si rivela una rivale singolare: onesta e corretta, è una delle prime persone a capire il talento di Maya e a voler gareggiare contro di lei nel modo più onesto possibile, senza ricorrere a imbrogli o raccomandazioni.
Maya dovrà affrontare innumerevoli difficoltà e sofferenze lungo la strada per diventare attrice, ma un misterioso ammiratore inizia a mandarle una rosa viola alla fine di ogni spettacolo. Inutile dire che Maya farà di tutto per scoprire l'identità del suo ammiratore segreto (che arriva a pagarle gli studi), senza rendersi conto di quanto in realtà egli sia vicino...
E' difficile recensire un manga complesso e di impatto come "Glass no Kamen", entrato di prepotenza nell'immaginario collettivo e che fa spessissimo capolino in vari manga sotto forma di parodia o tributo.
La Miuchi come ben noto si è ispirata ai manga spokon in voga durante quegli anni dove il protagonista, di solito maschile, si trovava ad affrontare grandi difficoltà lungo la sua carriera sportiva, tra atroci sofferenze. L'autrice riporta questo percorso nella carriera del teatro, condendo il tutto con espressioni tipiche che poi sarebbero diventate un cult nel mondo degli shoujo manga.
"Glass no kamen" non è il manga più originale di sempre, ma è una storia nella sua semplicità, affascinante e coinvolgente, grazie ai suoi personaggi indimenticabili.
Maya, che a volte sembra la parodia di sé stessa, è invece un personaggio molto positivo, che nonostante tutte le numerose avversità non si arrende e non perde la speranza; idem per Ayumi, che è una rivale-amica decisamente atipica ed è anch'essa un personaggio positivo e coraggioso.
La Tsukikage ricalca del tutto la figura dell'allenatore sportivo severo ma tutto sommato affezionato al protagonista, che pur sottoponendolo a allenamenti durissimi e al limite del sadismo, fa tutto per il bene dell'eroe.
Per non parlare di Masumi Hayami, l'eroe e protagonista maschile, che nel corso dei volumi subisce una meravigliosa evoluzione, passando ben presto da spietato e crudele a uomo completamente folgorato dall'amore, pur mantenendo un esteriorità ruvida e cattiva.
Il punto forte di "Glass no Kamen" sono i personaggi e una storia che sebbene ricordi un po' una soap opera, è sempre accattivante e tiene i lettori col fiato sospeso da decenni.
Le parti sugli spettacoli teatrali sono forse troppo abbondanti e "rubano" spazio agli sviluppi sentimentali che forse sono la parte più gustosa dell'opera, ma questa è l'impostazione che l'autrice ha deciso di dare al manga.
Come accennavo prima la parte dell'ammiratore delle rose viola è decisamente ripresa da "Papà Gambalunga", ma inserita in questo contesto non fa che dare carattere alla storia di Maya, introducendo molti elementi di intreccio narrativo interessanti (e i più attenti avranno notato qualche somiglianza con un certo "Tuxedo Kamen" che sarebbe arrivato molti anni dopo e che ogni volta che Sailor Moon era in difficoltà arrivava a salvarla lanciandole una rosa?).
I disegni ovviamente cambiano nel corso degli anni, passando da un tratto snello tipico degli anni '70 a uno molto più arrotondato negli ultimi volumi, che ricorda da lontano qualcosa di Yumiko Igarashi.
Il difetto fondamentale, se così si può dire, di questo manga è appunto la sua proverbiale lentezza nell'uscire, poiché la Miuchi spesso pubblica dei capitoli su rivista che poi decide di rivedere, correggere e rimaneggiare prima della pubblicazione in volumetto, processo che ha portato i tempi di attesa e di pubblicazione ad allungarsi all'infinito.
La Miuchi stessa ha ribadito più volte la sua intenzione di portare a termine l'opera, che è comunque nelle sue fasi finali, sperando che questo proposito divenga realtà, non ci rimane che continuare a amare questo manga senza tempo che merita senza dubbio un finale degno.
Iniziato nel 1976, "Glass no Kamen" è la storia di Maya Kitajima, sventurata ragazza senza padre, senza doti particolari ma animata da una sconfinata passione per la recitazione. Notata casualmente da Chigusa Tsukikage, ex attrice famosissima, ritiratasi poi dalle scene a causa di un incidente che l'ha sfigurata in volto, Maya intraprende la sua faticosissima e tribolata strada verso il mondo del teatro.
Ben presto Maya conosce Masumi Hayami, spietato imprenditore a capo della Daito Art Production che desidera ardentemente ottenere i diritti dello spettacolo "La Dea Scarlatta", lavoro teatrale di cui la Tsukikage detiene i diritti, che cederà solamente all'attrice che ritiene più meritevole. Maya si troverà quindi a competere per i diritti della "Dea Scarlatta" contro Ayumi Himekawa, straordinaria attrice di talento e di buona famiglia, che sembra essere tutto l'opposto dell'ordinaria e sciatta Maya. Tuttavia Ayumi si rivela una rivale singolare: onesta e corretta, è una delle prime persone a capire il talento di Maya e a voler gareggiare contro di lei nel modo più onesto possibile, senza ricorrere a imbrogli o raccomandazioni.
Maya dovrà affrontare innumerevoli difficoltà e sofferenze lungo la strada per diventare attrice, ma un misterioso ammiratore inizia a mandarle una rosa viola alla fine di ogni spettacolo. Inutile dire che Maya farà di tutto per scoprire l'identità del suo ammiratore segreto (che arriva a pagarle gli studi), senza rendersi conto di quanto in realtà egli sia vicino...
E' difficile recensire un manga complesso e di impatto come "Glass no Kamen", entrato di prepotenza nell'immaginario collettivo e che fa spessissimo capolino in vari manga sotto forma di parodia o tributo.
La Miuchi come ben noto si è ispirata ai manga spokon in voga durante quegli anni dove il protagonista, di solito maschile, si trovava ad affrontare grandi difficoltà lungo la sua carriera sportiva, tra atroci sofferenze. L'autrice riporta questo percorso nella carriera del teatro, condendo il tutto con espressioni tipiche che poi sarebbero diventate un cult nel mondo degli shoujo manga.
"Glass no kamen" non è il manga più originale di sempre, ma è una storia nella sua semplicità, affascinante e coinvolgente, grazie ai suoi personaggi indimenticabili.
Maya, che a volte sembra la parodia di sé stessa, è invece un personaggio molto positivo, che nonostante tutte le numerose avversità non si arrende e non perde la speranza; idem per Ayumi, che è una rivale-amica decisamente atipica ed è anch'essa un personaggio positivo e coraggioso.
La Tsukikage ricalca del tutto la figura dell'allenatore sportivo severo ma tutto sommato affezionato al protagonista, che pur sottoponendolo a allenamenti durissimi e al limite del sadismo, fa tutto per il bene dell'eroe.
Per non parlare di Masumi Hayami, l'eroe e protagonista maschile, che nel corso dei volumi subisce una meravigliosa evoluzione, passando ben presto da spietato e crudele a uomo completamente folgorato dall'amore, pur mantenendo un esteriorità ruvida e cattiva.
Il punto forte di "Glass no Kamen" sono i personaggi e una storia che sebbene ricordi un po' una soap opera, è sempre accattivante e tiene i lettori col fiato sospeso da decenni.
Le parti sugli spettacoli teatrali sono forse troppo abbondanti e "rubano" spazio agli sviluppi sentimentali che forse sono la parte più gustosa dell'opera, ma questa è l'impostazione che l'autrice ha deciso di dare al manga.
Come accennavo prima la parte dell'ammiratore delle rose viola è decisamente ripresa da "Papà Gambalunga", ma inserita in questo contesto non fa che dare carattere alla storia di Maya, introducendo molti elementi di intreccio narrativo interessanti (e i più attenti avranno notato qualche somiglianza con un certo "Tuxedo Kamen" che sarebbe arrivato molti anni dopo e che ogni volta che Sailor Moon era in difficoltà arrivava a salvarla lanciandole una rosa?).
I disegni ovviamente cambiano nel corso degli anni, passando da un tratto snello tipico degli anni '70 a uno molto più arrotondato negli ultimi volumi, che ricorda da lontano qualcosa di Yumiko Igarashi.
Il difetto fondamentale, se così si può dire, di questo manga è appunto la sua proverbiale lentezza nell'uscire, poiché la Miuchi spesso pubblica dei capitoli su rivista che poi decide di rivedere, correggere e rimaneggiare prima della pubblicazione in volumetto, processo che ha portato i tempi di attesa e di pubblicazione ad allungarsi all'infinito.
La Miuchi stessa ha ribadito più volte la sua intenzione di portare a termine l'opera, che è comunque nelle sue fasi finali, sperando che questo proposito divenga realtà, non ci rimane che continuare a amare questo manga senza tempo che merita senza dubbio un finale degno.
Non avevo mai conosciuto una tale calma.
La platea diventava il fondo del mare.
Davanti ai miei occhi si stendeva il silenzio.
Dove mi trovo?
Chi sono?
Avevo consapevolezza di me stessa, la mia anima si era risvegliata.
[Osserva il riflettore]
Quella è la luce della Luna.
Fluttuo nell'aria come se fossi nell'acqua.
Vibro nella luce come se fossi nel vento.
D'un tratto avevo la sensazione di udire la voce degli dei.
Il vento e io eravamo la stessa cosa.
Il fuoco e io eravamo la stessa cosa.
L'acqua e io eravamo la stessa cosa.
La terra e io eravamo la stessa cosa.
Gli alberi, l'erba e io eravamo la stessa cosa.
Gli animali, gli insetti e io eravamo la stessa cosa.
I pesci e io eravamo la stessa cosa.
Gli uccelli e io eravamo la stessa cosa.
Le montagne e io eravamo la stessa cosa.
Il cielo e io eravamo la stessa cosa.
Il mare e io eravamo la stessa cosa.
Il sole e io eravamo la stessa cosa.
Le stelle e io eravamo la stessa cosa.
Lo spazio e io eravamo la stessa cosa.
Esseri nel medesimo mare della vita, con la stessa anima.
Tutte le creature e io eravamo la stessa cosa.
Questi pensieri mi entravano nel petto come la luce, senza parole e senza logica; come se improvvisamente una luce nelle tenebre ti facesse vedere per un attimo il mondo vero.
Quella luce, diventata pensiero, usciva a fiotti da tutto il mio corpo.
L'anima appariva come vita, e ancora la vita si nascondeva nell'anima.
Senza tempo, viaggiavo nell'eternità.
La gente non vede il mio aspetto.
Non sa che il creato ha vita.
Non sa che lo spirito delle creature e delle persone ha la stessa origine comune.
Anime addormentate, astute e sciocche!
Prestate orecchio al suono del cielo!
Ascoltate le parole della Terra!
Il vento è il mio cuore!
Il fuoco la mia forza!
L'acqua la mia vita!
La Terra il mio amore!
Sbocciate, fiori scarlatti della vita millenaria!- L'attrice Chigusa Tsukikage raggiunge l'illuminazione interpretando il capolavoro teatrale denominato La Dea Scarlatta.
E' difficile rendere l'idea della vastità, del carisma e della profondità di un capolavoro come "Glass no Kamen". Si tratta di una di quelle opere inarrivabili che sono state in grado di elevare a livelli superiori i rispettivi media di appartenenza, passando alla storia dopo un imperituro successo di critica e di pubblico. "La Maschera di Vetro", ancora oggi capolavoro incompleto, ha completamente assorbito l'intera vita della sua autrice, snodandosi con innata grazia nel corso di numerosi anni in un crescendo continuo di bellezza e pathos, partendo da basi apparentemente ordinarie per poi elevarsi sempre di più, da una parte scandagliando l'animo umano con arguto ingegno, dall'altra rappresentando allegoricamente il bisogno di assoluto tipico dell'uomo, quel contatto con l'ignoto e con la totalità delle cose ormai perduto: la Dea Scarlatta, la rappresentazione delle rappresentazioni, il punto all'infinito verso cui tendono tutte le innumerevoli maschere indossate nel corso della propria mera esperienza di vita. Il teatro diventa quindi metafora dell'esistenza, in "Glass no Kamen", e lo spettacolo finale che lega come un filo impercettibile tutte le persone e le cose assume inevitabilmente dei connotati divini, sovrumani, impenetrabili.
Ma ora, prima di compiere un'analisi più profonda dell'opera, ne riporto di seguito una breve sinossi. Maya Kitajima è una ragazza come tante, la quale nutre una smisurata passione per il teatro; un giorno, la leggendaria attrice Chigusa Tsukikage ne riconosce l'innato talento, e decide di prenderla come sua allieva; il potenziale di Maya è enorme, e il suo stile di recitazione a dir poco geniale le permetterà di ottenere fin da subito enormi risultati, permettendole di confrontarsi direttamente sulle scene con Ayumi Himekawa, altro genio della recitazione che diventerà la sua indiscussa rivale. Entrambe le ragazze, dopo varie peripezie, verranno candidate come protagoniste della Dea Scarlatta di Ichiren, il mentore scomparso di Chigusa Tsukikage, e verranno guidate lungo tale percorso da quest'ultima, l'unica attrice esistente ad aver interpretato in passato la suddetta opera teatrale (prima che la sua carriera fosse stroncata da un incidente sul palcoscenico che la sfigurò). Per raggiungere il loro scopo, Maya e Ayumi dovranno recitare in numerosissimi ruoli completamente diversi, perfezionandosi e affrontando le numerose difficoltà presenti nel competitivo ambiente teatrale giapponese; in particolare Maya dovrà gestire il suo tormentato rapporto con il - quantomeno nell'apparenza - freddo e cinico produttore della Daito Productions, Masumi Ayami; sacrificare la propria vita privata sull'altare del teatro; trovare la forza di rialzarsi ogni volta che avrà perso tutto, dato che più volte il mondo reale non esiterà a distruggerla e a stroncare il suo sogno sul nascere.
Le idee alla base dell'evergreen di Suzue Miuchi sono affini allo shoujo e allo spokon d'autore degli anni settanta; sono riconoscibili alcuni rimandi al classico "Candy Candy" di Yumiko Igarashi (si pensi al percorso di crescita della protagonista, alle cattiverie femminili cliché, all'ammiratore misterioso che agisce nell'ombra), nonché a opere seminali del calibro di "Ace wo Nerae" (gli allenamenti sfiancanti imposti dal cosiddetto "allenatore demone", l'apparentemente irraggiungibile rivale dall'innata beltà e dal grande carisma). Ciò premesso, la cosa che rende "Glass no Kamen" superiore agli altri shoujo dell'epoca è la profondità con cui vengono delineati i personaggi principali, sopratutto dal punto di vista psicologico, e la generale maestria con la quale l'autrice riesce a rendere la sua opera una grande allegoria in cui s'intrecciano tra loro tematiche decisamente profonde quali la verità e il suo rapporto con la finzione, le maschere che regolano i rapporti tra persone, il legame che unisce l'uomo all'arte; quell'arte che, sia all'interno del manga che all'esterno, nella vita della sua autrice, diventa l'unico mezzo in grado di elevare l'artista a divinità, aprendogli un varco verso quell'assoluto impossibile da discernere in un mondo in cui gli uomini hanno dimenticato l'intimo contatto con la sostanza delle cose, e si sono rifugiati in una tetra società basata sull'apparenza, sul caos, sull'omologazione, sul cinismo e sulla competizione fine a se stessa.
Nessuno degli abitanti di questa metropoli crede nella Dea Scarlatta.
Non riescono a crederci.
La Dea Scarlatta può esistere soltanto sul palcoscenico di un teatro.
Una volta finito lo spettacolo, svanisce come un sogno.
L'animo e le parole della Dea Scarlatta non possono sopravvivere nel mondo reale.
Maya, fammi credere nella Dea Scarlatta!- Masumi Ayami si rivolge a Maya Kitajima
Indubbiamente, come accennavo in precedenza, i protagonisti di "Glass no Kamen" sono ineccepibili: la stessa Maya, nonostante sia una ragazza nella media, una volta salita sul palco si trasforma completamente, riuscendo a rapire sia il suo pubblico che il lettore con interpretazioni pregne di una raggiante carica emotiva. D'altro canto, se Maya possiede un talento basato esclusivamente sull'istinto e sulla sensibilità necessaria a cogliere completamente l'animo dei personaggi da interpretare (non per nulla la sua maestra di teatro e di vita, Chigusa Tsukikage, l'ha fin da subito impostata con il metodo Stanislavskij), la sua rivale Ayumi Himekawa si affida completamente al ragionamento e alla tecnica recitativa tout court, dimostrando capacità altrettanto straordinarie, sebbene di natura differente. Le caratteristiche delle due rivali sono perfettamente in linea col loro background; Maya infatti viene dalle strade, e deve emergere versando un elevato tributo di lacrime e sangue: da qui la sua semplicità di "ragazza della porta accanto" dal talento prevalentemente istintivo e oltremodo viscerale; Ayumi, invece, è la figlia d'arte di una grande attrice e di un altrettanto celebre regista, e non ha mai conosciuto emozioni forti come Maya, dacché la sua vita agiata non le ha permesso di vivere la vera collera, la vera disfatta, la vera sofferenza. Ma la grandezza del personaggio di Ayumi è comunque indiscutibile, e la si comprende quando ella si sottopone a prove sfiancanti al limite dell'ascetismo coadiuvate da un totale rifiuto dei privilegi annessi alla sua condizione sociale. Detto ciò, quello che a mio avviso si presenta come il personaggio meglio riuscito dell'opera è Chigusa Tsukikage, la prima - e forse l'unica - Dea Scarlatta della storia; una temibile insegnante dall'enorme carisma, tanto dura e spietata quanto saggia ed irremovibile. La Tsukikage è una vera e propria guida spirituale per tutti i protagonisti, nonché l'inossidabile figura attorno alla quale ruotano tutte le vicende del manga.
In "Glass no Kamen" i rapporti tra personaggi, allo stesso modo delle dinamiche teatrali, sono vincolati da una maschera; ognuno deve indossare una maschera, altrimenti la sua vera essenza si rivelerebbe inappropriata all'ambiente circostante e all'imprinting degli individui che lo popolano. Ad esempio, dietro alla facciata brillante e irraggiungibile della bellissima Ayumi Himekawa è presente una persona tormentata dal genio di Maya Kitajima e inondata da un sentimento di amore/odio nei suoi confronti; inoltre, particolarmente significative sono le dinamiche tra Maya Kitajima e il suo ammiratore delle "Rose Scarlatte", Masumi Ayami, freddo e irriverente produttore odiato dalla protagonista e allo stesso tempo innamorato di lei; in questo caso, per il suddetto, la maschera pregna di cinismo è necessaria al fine di gestire il rapporto tormentato col padre, ad affrontare lo spietato mondo degli affari tipico del boom economico giapponese e a provocare Maya nei suoi momenti di debolezza, al fine di riaccendere in lei lo spirito combattivo necessario per superare le avversità della vita. Da una parte egli svolge un ruolo odioso, mentre dall'altra si rivela un benefattore gentile e sinceramente innamorato della sua musa ispiratrice. Nel momento in cui le maschere cadranno, gli eventi indotti dai meccanismi con cui funziona la società puniranno gli attori, li metteranno a nudo e li scherniranno, esattamente come s'essi fossero dei prigionieri rinchiusi in un teatro vuoto, gramo, in cui è impossibile elevarsi a qualcosa di superiore; a questo punto, l'unica via di salvezza rimane l'arte: soltanto sul palcoscenico si può amare veramente, con tutta l'anima, diventando degli esseri completi (si pensi all'amore di Ichiren per la Tsukikage, reso magistralmente in uno dei momenti più intensi del manga, ovvero quello in cui viene svelato il passato della grande attrice).
Tira fuori il coraggio e va' avanti, Maya!
Anche se dovessi rimanere ferita, dopo capirai certamente cosa significa essere nati per amare.
Gioia, tristezza, sofferenza, angoscia e tormento d'amore.
Tutti i sentimenti che scaturiranno dal profondo del tuo cuore alla fine ti serviranno per la Dea Scarlatta! - Chigusa Tsukikage si rivolge a Maya Kitajima
La commistione tra shintoismo e buddhismo rappresentata dall'autrice - sia allegoricamente che esplicitamente - è pregna di un enorme fascino squisitamente orientale; spesso la Dea Scarlatta viene paragonata al Buddha, ma allo stesso tempo è lo spirito dell'albero di susino, ed ergo assume dei connotati animistici tipicamente shinto. Le stesse parole della Tsukikage di cui sopra sono un'esaltazione della forza delle passioni e della loro importanza nell'autorealizzazione del Sé, cosa molto più vicina allo shintoismo che al buddhismo; ma il punto sostanziale nelle speculazioni della Miuchi risiede nella corrente di pensiero orientale da cui shintoismo e buddhismo traggono ispirazione: il Taoismo cinese, la dottrina dell'azione nella non-azione. Il "diventare Buddha" e il "diventare pianta" sono aspetti equivalenti della Dea Scarlatta, ed entrambi sono caratterizzati dall'annullamento del sé e dall'abbandono del limitato ego umano in favore della percezione della totalità delle cose. La Dea Scarlatta è quindi un'emanazione del non-essere, ovvero il principio primo che anima l'universo, il cosiddetto Tao. L'utilizzo della simbologia dello Yin e dello Yang adoperata dall'autrice e i vari rimandi alla religione taoista sono molto precisi e allo stesso tempo gradevolmente estetizzati; durante il corso degli eventi, inoltre, l'annullamento del sé diventa un leitmotiv ricorrente: esemplare è un episodio all'inizio del manga in cui Maya deve interpretare una bambola; e giacché ella durante le prove non riesce ad annullare il suo ego al fine d'immedesimarsi completamente in tale difficile ruolo, per necessità viene mandata dalla Tsukikage a meditare presso un monaco buddhista Zen. Saranno parecchi gli spettacoli in cui Maya dovrà progredire spiritualmente al fine di riuscire a immedesimarsi nei suoi personaggi, sopratutto quelli che richiedono una marcata rinuncia a sé stessi e una percezione differente, volendo sovrumana, della realtà circostante: si pensi a Helen Keller, la sordo-cieca protagonista di "Anna dei miracoli", o alla ragazza-lupo Jane di "Lande Dimenticate". Rimanendo in tema, molto suggestiva è la storia dello scultore Kaikei, nella quale il giovane attore Sakurakoji, dovendo interpretare la parte dello scultore nella Dea Scarlatta, decide di osservare il lavoro quotidiano di un vero sculture di statue sacre del Buddha. In questo strano percorso - sia interiore che esteriore - Sakurakoji osserva che ogni singola azione di Kaikei - cura del giardino, crescita dei figli, lavoro presso il municipio del paese, ricerca del contatto umano - per quanto sembri banale è invero rivolta alla ricerca dell'equilibrio e dell'armonia. Lo scultore, giunta la domenica, si ritira in silenzio e osserva per ore il blocco di legno inanimato che diventerà la sua statua, confidando di sentire una voce chiamarlo dall'interno di esso: e la creazione artistica diventa quindi frutto dell'annullamento del sé: non è l'artista che modifica attivamente il legno al fine di ricavarne una statua, ma è la statua stessa all'interno del legno che comunica la sua forma allo scultore. Per un occidentale questo fatto potrebbe rivelarsi alquanto bizzarro, ma dal punto di vista del pensiero orientale è un'allegoria molto profonda del processo di "creazione" di una determinata cosa. L'intuizione assoluta dell'oggetto artistico è il frutto della propria esperienza di vita: Kaikei ha imparato a comunicare con il pezzo di legno che deve incidere, ma per far ciò ha dovuto diventare a sua volta un pezzo di legno, annullando sé stesso e l'invadenza autoreferenziale dell'ego. Ma il pezzo di legno è allo stesso tempo il Buddha, e anche lo scultore a questo punto è diventato Buddha, allo stesso modo di quanto accade nel caso della Dea Scarlatta: diventare l'albero di susino equivale a raggiungere l'illuminazione. Le spirali emozionali agitate dalle passioni non sono necessariamente negative, ma vanno assimilate e comprese, in quanto sono anch'esse parte integrante del percorso che conduce al Tao.
Yin e Yang, ovvero antitesi e sintesi che formano un tutt'uno indivisibile. Anche l'amore sovrumano e sostanziale della Dea Scarlatta è influenzato da questa corrente di pensiero, e la Miuchi riesce a trasmettere pienamente la sostanza delle sue speculazioni genuinamente orientali attraverso parallelismi e metafore ineccepibili.
Nell'approcciarsi a "Glass no Kamen" si palesa istantaneamente il marcato perfezionismo dell'autrice, la quale, a dire il vero, ha utilizzato questo pretesto anche al fine di giustificare la sua estrema lentezza nella stesura del suddetto. Dal punto di vista grafico il tratto della Miuchi si dimostra elegante ed armonioso, e i personaggi risultano molto espressivi, sia nei movimenti del corpo che negli sguardi (celebre è l'artificio tipico dell'autrice di non disegnare i bulbi oculari al fine di far assumere ai suoi personaggi inquietanti connotati intimamente connessi alle loro forti emozioni). La cultura teatrale della Miuchi è sorprendente, e ogni singola rappresentazione non risulta affatto tediosa, ma avvincente e appassionante; addirittura una persona completamente disinteressata al palcoscenico come il sottoscritto ha dovuto ricredersi, e provare una forte empatia per la "finzione nella finzione" che caratterizza il manga, il quale trasuda una sincera passione per l'arte da ogni singola pagina. La sceneggiatura è estremamente incalzante, sia nelle numerose rappresentazioni teatrali - le quali compongono la maggior parte dell'opera - che nel "mondo reale" nel quale si muovono i personaggi, con le loro passioni ed ambizioni; inoltre, al termine di ogni volume è immancabile il classico cliffhanger in grado di catturare al massimo l'interesse del lettore. Ciononostante, tutte queste ottime premesse, coadiuvate da appassionate analisi dense di profondità quanto mai degne di un grande capolavoro, a parer mio sono calzanti sino al quarantesimo volume del manga (la rappresentazione della Dea Scarlatta ad opera di Chigusa Tsukikage), dopodiché "Glass no Kamen", che si era dimostrato sempre più serrato, profondo e carismatico di volume in volume - sino a diventare a parer mio un'opera omnia, una sorta di "Siddharta" a fumetti -, forse a causa della mancanza d'ispirazione e all'indolenza dell'autrice, subisce un netto certo calo qualitativo, trasformandosi in una classica soap opera marchiata a fuoco da tutti i banalissimi cliché del genere. Ed ecco che, superata la quarantina di volumi, la storia d'amore tra Maya Kitajima e Masumi Ayami diventa goffa, a tratti caricaturale, minacciata dalla follia e dai ricatti della fidanzata di lui; il teatro e gli aspetti religiosi del manga vengono messi in secondo piano, a favore di una continua stagnazione delle vicende che non fa altro che rimandare il finale con inutili artifici e altre ridondanti inezie decisamente fuori luogo; a questo punto, a mio avviso, sarebbe stato meglio lasciare "Glass no Kamen" allegoricamente incompleto al quarantesimo volume: sarebbe stato più che coerente, dacché in fondo, prima di tale inarrivabile traguardo, era già stato detto tutto quello che c'era da dire.
In conclusione, usando un noto aforisma di Paulo Coelho, non è la meta che conta, ma il cammino che si compie per raggiungerla; in questo senso, tralasciando la recente secca creativa dell'autrice, per me "Glass no Kamen" è un grande capolavoro, uno dei più grandi della storia del fumetto mondiale.
La platea diventava il fondo del mare.
Davanti ai miei occhi si stendeva il silenzio.
Dove mi trovo?
Chi sono?
Avevo consapevolezza di me stessa, la mia anima si era risvegliata.
[Osserva il riflettore]
Quella è la luce della Luna.
Fluttuo nell'aria come se fossi nell'acqua.
Vibro nella luce come se fossi nel vento.
D'un tratto avevo la sensazione di udire la voce degli dei.
Il vento e io eravamo la stessa cosa.
Il fuoco e io eravamo la stessa cosa.
L'acqua e io eravamo la stessa cosa.
La terra e io eravamo la stessa cosa.
Gli alberi, l'erba e io eravamo la stessa cosa.
Gli animali, gli insetti e io eravamo la stessa cosa.
I pesci e io eravamo la stessa cosa.
Gli uccelli e io eravamo la stessa cosa.
Le montagne e io eravamo la stessa cosa.
Il cielo e io eravamo la stessa cosa.
Il mare e io eravamo la stessa cosa.
Il sole e io eravamo la stessa cosa.
Le stelle e io eravamo la stessa cosa.
Lo spazio e io eravamo la stessa cosa.
Esseri nel medesimo mare della vita, con la stessa anima.
Tutte le creature e io eravamo la stessa cosa.
Questi pensieri mi entravano nel petto come la luce, senza parole e senza logica; come se improvvisamente una luce nelle tenebre ti facesse vedere per un attimo il mondo vero.
Quella luce, diventata pensiero, usciva a fiotti da tutto il mio corpo.
L'anima appariva come vita, e ancora la vita si nascondeva nell'anima.
Senza tempo, viaggiavo nell'eternità.
La gente non vede il mio aspetto.
Non sa che il creato ha vita.
Non sa che lo spirito delle creature e delle persone ha la stessa origine comune.
Anime addormentate, astute e sciocche!
Prestate orecchio al suono del cielo!
Ascoltate le parole della Terra!
Il vento è il mio cuore!
Il fuoco la mia forza!
L'acqua la mia vita!
La Terra il mio amore!
Sbocciate, fiori scarlatti della vita millenaria!- L'attrice Chigusa Tsukikage raggiunge l'illuminazione interpretando il capolavoro teatrale denominato La Dea Scarlatta.
E' difficile rendere l'idea della vastità, del carisma e della profondità di un capolavoro come "Glass no Kamen". Si tratta di una di quelle opere inarrivabili che sono state in grado di elevare a livelli superiori i rispettivi media di appartenenza, passando alla storia dopo un imperituro successo di critica e di pubblico. "La Maschera di Vetro", ancora oggi capolavoro incompleto, ha completamente assorbito l'intera vita della sua autrice, snodandosi con innata grazia nel corso di numerosi anni in un crescendo continuo di bellezza e pathos, partendo da basi apparentemente ordinarie per poi elevarsi sempre di più, da una parte scandagliando l'animo umano con arguto ingegno, dall'altra rappresentando allegoricamente il bisogno di assoluto tipico dell'uomo, quel contatto con l'ignoto e con la totalità delle cose ormai perduto: la Dea Scarlatta, la rappresentazione delle rappresentazioni, il punto all'infinito verso cui tendono tutte le innumerevoli maschere indossate nel corso della propria mera esperienza di vita. Il teatro diventa quindi metafora dell'esistenza, in "Glass no Kamen", e lo spettacolo finale che lega come un filo impercettibile tutte le persone e le cose assume inevitabilmente dei connotati divini, sovrumani, impenetrabili.
Ma ora, prima di compiere un'analisi più profonda dell'opera, ne riporto di seguito una breve sinossi. Maya Kitajima è una ragazza come tante, la quale nutre una smisurata passione per il teatro; un giorno, la leggendaria attrice Chigusa Tsukikage ne riconosce l'innato talento, e decide di prenderla come sua allieva; il potenziale di Maya è enorme, e il suo stile di recitazione a dir poco geniale le permetterà di ottenere fin da subito enormi risultati, permettendole di confrontarsi direttamente sulle scene con Ayumi Himekawa, altro genio della recitazione che diventerà la sua indiscussa rivale. Entrambe le ragazze, dopo varie peripezie, verranno candidate come protagoniste della Dea Scarlatta di Ichiren, il mentore scomparso di Chigusa Tsukikage, e verranno guidate lungo tale percorso da quest'ultima, l'unica attrice esistente ad aver interpretato in passato la suddetta opera teatrale (prima che la sua carriera fosse stroncata da un incidente sul palcoscenico che la sfigurò). Per raggiungere il loro scopo, Maya e Ayumi dovranno recitare in numerosissimi ruoli completamente diversi, perfezionandosi e affrontando le numerose difficoltà presenti nel competitivo ambiente teatrale giapponese; in particolare Maya dovrà gestire il suo tormentato rapporto con il - quantomeno nell'apparenza - freddo e cinico produttore della Daito Productions, Masumi Ayami; sacrificare la propria vita privata sull'altare del teatro; trovare la forza di rialzarsi ogni volta che avrà perso tutto, dato che più volte il mondo reale non esiterà a distruggerla e a stroncare il suo sogno sul nascere.
Le idee alla base dell'evergreen di Suzue Miuchi sono affini allo shoujo e allo spokon d'autore degli anni settanta; sono riconoscibili alcuni rimandi al classico "Candy Candy" di Yumiko Igarashi (si pensi al percorso di crescita della protagonista, alle cattiverie femminili cliché, all'ammiratore misterioso che agisce nell'ombra), nonché a opere seminali del calibro di "Ace wo Nerae" (gli allenamenti sfiancanti imposti dal cosiddetto "allenatore demone", l'apparentemente irraggiungibile rivale dall'innata beltà e dal grande carisma). Ciò premesso, la cosa che rende "Glass no Kamen" superiore agli altri shoujo dell'epoca è la profondità con cui vengono delineati i personaggi principali, sopratutto dal punto di vista psicologico, e la generale maestria con la quale l'autrice riesce a rendere la sua opera una grande allegoria in cui s'intrecciano tra loro tematiche decisamente profonde quali la verità e il suo rapporto con la finzione, le maschere che regolano i rapporti tra persone, il legame che unisce l'uomo all'arte; quell'arte che, sia all'interno del manga che all'esterno, nella vita della sua autrice, diventa l'unico mezzo in grado di elevare l'artista a divinità, aprendogli un varco verso quell'assoluto impossibile da discernere in un mondo in cui gli uomini hanno dimenticato l'intimo contatto con la sostanza delle cose, e si sono rifugiati in una tetra società basata sull'apparenza, sul caos, sull'omologazione, sul cinismo e sulla competizione fine a se stessa.
Nessuno degli abitanti di questa metropoli crede nella Dea Scarlatta.
Non riescono a crederci.
La Dea Scarlatta può esistere soltanto sul palcoscenico di un teatro.
Una volta finito lo spettacolo, svanisce come un sogno.
L'animo e le parole della Dea Scarlatta non possono sopravvivere nel mondo reale.
Maya, fammi credere nella Dea Scarlatta!- Masumi Ayami si rivolge a Maya Kitajima
Indubbiamente, come accennavo in precedenza, i protagonisti di "Glass no Kamen" sono ineccepibili: la stessa Maya, nonostante sia una ragazza nella media, una volta salita sul palco si trasforma completamente, riuscendo a rapire sia il suo pubblico che il lettore con interpretazioni pregne di una raggiante carica emotiva. D'altro canto, se Maya possiede un talento basato esclusivamente sull'istinto e sulla sensibilità necessaria a cogliere completamente l'animo dei personaggi da interpretare (non per nulla la sua maestra di teatro e di vita, Chigusa Tsukikage, l'ha fin da subito impostata con il metodo Stanislavskij), la sua rivale Ayumi Himekawa si affida completamente al ragionamento e alla tecnica recitativa tout court, dimostrando capacità altrettanto straordinarie, sebbene di natura differente. Le caratteristiche delle due rivali sono perfettamente in linea col loro background; Maya infatti viene dalle strade, e deve emergere versando un elevato tributo di lacrime e sangue: da qui la sua semplicità di "ragazza della porta accanto" dal talento prevalentemente istintivo e oltremodo viscerale; Ayumi, invece, è la figlia d'arte di una grande attrice e di un altrettanto celebre regista, e non ha mai conosciuto emozioni forti come Maya, dacché la sua vita agiata non le ha permesso di vivere la vera collera, la vera disfatta, la vera sofferenza. Ma la grandezza del personaggio di Ayumi è comunque indiscutibile, e la si comprende quando ella si sottopone a prove sfiancanti al limite dell'ascetismo coadiuvate da un totale rifiuto dei privilegi annessi alla sua condizione sociale. Detto ciò, quello che a mio avviso si presenta come il personaggio meglio riuscito dell'opera è Chigusa Tsukikage, la prima - e forse l'unica - Dea Scarlatta della storia; una temibile insegnante dall'enorme carisma, tanto dura e spietata quanto saggia ed irremovibile. La Tsukikage è una vera e propria guida spirituale per tutti i protagonisti, nonché l'inossidabile figura attorno alla quale ruotano tutte le vicende del manga.
In "Glass no Kamen" i rapporti tra personaggi, allo stesso modo delle dinamiche teatrali, sono vincolati da una maschera; ognuno deve indossare una maschera, altrimenti la sua vera essenza si rivelerebbe inappropriata all'ambiente circostante e all'imprinting degli individui che lo popolano. Ad esempio, dietro alla facciata brillante e irraggiungibile della bellissima Ayumi Himekawa è presente una persona tormentata dal genio di Maya Kitajima e inondata da un sentimento di amore/odio nei suoi confronti; inoltre, particolarmente significative sono le dinamiche tra Maya Kitajima e il suo ammiratore delle "Rose Scarlatte", Masumi Ayami, freddo e irriverente produttore odiato dalla protagonista e allo stesso tempo innamorato di lei; in questo caso, per il suddetto, la maschera pregna di cinismo è necessaria al fine di gestire il rapporto tormentato col padre, ad affrontare lo spietato mondo degli affari tipico del boom economico giapponese e a provocare Maya nei suoi momenti di debolezza, al fine di riaccendere in lei lo spirito combattivo necessario per superare le avversità della vita. Da una parte egli svolge un ruolo odioso, mentre dall'altra si rivela un benefattore gentile e sinceramente innamorato della sua musa ispiratrice. Nel momento in cui le maschere cadranno, gli eventi indotti dai meccanismi con cui funziona la società puniranno gli attori, li metteranno a nudo e li scherniranno, esattamente come s'essi fossero dei prigionieri rinchiusi in un teatro vuoto, gramo, in cui è impossibile elevarsi a qualcosa di superiore; a questo punto, l'unica via di salvezza rimane l'arte: soltanto sul palcoscenico si può amare veramente, con tutta l'anima, diventando degli esseri completi (si pensi all'amore di Ichiren per la Tsukikage, reso magistralmente in uno dei momenti più intensi del manga, ovvero quello in cui viene svelato il passato della grande attrice).
Tira fuori il coraggio e va' avanti, Maya!
Anche se dovessi rimanere ferita, dopo capirai certamente cosa significa essere nati per amare.
Gioia, tristezza, sofferenza, angoscia e tormento d'amore.
Tutti i sentimenti che scaturiranno dal profondo del tuo cuore alla fine ti serviranno per la Dea Scarlatta! - Chigusa Tsukikage si rivolge a Maya Kitajima
La commistione tra shintoismo e buddhismo rappresentata dall'autrice - sia allegoricamente che esplicitamente - è pregna di un enorme fascino squisitamente orientale; spesso la Dea Scarlatta viene paragonata al Buddha, ma allo stesso tempo è lo spirito dell'albero di susino, ed ergo assume dei connotati animistici tipicamente shinto. Le stesse parole della Tsukikage di cui sopra sono un'esaltazione della forza delle passioni e della loro importanza nell'autorealizzazione del Sé, cosa molto più vicina allo shintoismo che al buddhismo; ma il punto sostanziale nelle speculazioni della Miuchi risiede nella corrente di pensiero orientale da cui shintoismo e buddhismo traggono ispirazione: il Taoismo cinese, la dottrina dell'azione nella non-azione. Il "diventare Buddha" e il "diventare pianta" sono aspetti equivalenti della Dea Scarlatta, ed entrambi sono caratterizzati dall'annullamento del sé e dall'abbandono del limitato ego umano in favore della percezione della totalità delle cose. La Dea Scarlatta è quindi un'emanazione del non-essere, ovvero il principio primo che anima l'universo, il cosiddetto Tao. L'utilizzo della simbologia dello Yin e dello Yang adoperata dall'autrice e i vari rimandi alla religione taoista sono molto precisi e allo stesso tempo gradevolmente estetizzati; durante il corso degli eventi, inoltre, l'annullamento del sé diventa un leitmotiv ricorrente: esemplare è un episodio all'inizio del manga in cui Maya deve interpretare una bambola; e giacché ella durante le prove non riesce ad annullare il suo ego al fine d'immedesimarsi completamente in tale difficile ruolo, per necessità viene mandata dalla Tsukikage a meditare presso un monaco buddhista Zen. Saranno parecchi gli spettacoli in cui Maya dovrà progredire spiritualmente al fine di riuscire a immedesimarsi nei suoi personaggi, sopratutto quelli che richiedono una marcata rinuncia a sé stessi e una percezione differente, volendo sovrumana, della realtà circostante: si pensi a Helen Keller, la sordo-cieca protagonista di "Anna dei miracoli", o alla ragazza-lupo Jane di "Lande Dimenticate". Rimanendo in tema, molto suggestiva è la storia dello scultore Kaikei, nella quale il giovane attore Sakurakoji, dovendo interpretare la parte dello scultore nella Dea Scarlatta, decide di osservare il lavoro quotidiano di un vero sculture di statue sacre del Buddha. In questo strano percorso - sia interiore che esteriore - Sakurakoji osserva che ogni singola azione di Kaikei - cura del giardino, crescita dei figli, lavoro presso il municipio del paese, ricerca del contatto umano - per quanto sembri banale è invero rivolta alla ricerca dell'equilibrio e dell'armonia. Lo scultore, giunta la domenica, si ritira in silenzio e osserva per ore il blocco di legno inanimato che diventerà la sua statua, confidando di sentire una voce chiamarlo dall'interno di esso: e la creazione artistica diventa quindi frutto dell'annullamento del sé: non è l'artista che modifica attivamente il legno al fine di ricavarne una statua, ma è la statua stessa all'interno del legno che comunica la sua forma allo scultore. Per un occidentale questo fatto potrebbe rivelarsi alquanto bizzarro, ma dal punto di vista del pensiero orientale è un'allegoria molto profonda del processo di "creazione" di una determinata cosa. L'intuizione assoluta dell'oggetto artistico è il frutto della propria esperienza di vita: Kaikei ha imparato a comunicare con il pezzo di legno che deve incidere, ma per far ciò ha dovuto diventare a sua volta un pezzo di legno, annullando sé stesso e l'invadenza autoreferenziale dell'ego. Ma il pezzo di legno è allo stesso tempo il Buddha, e anche lo scultore a questo punto è diventato Buddha, allo stesso modo di quanto accade nel caso della Dea Scarlatta: diventare l'albero di susino equivale a raggiungere l'illuminazione. Le spirali emozionali agitate dalle passioni non sono necessariamente negative, ma vanno assimilate e comprese, in quanto sono anch'esse parte integrante del percorso che conduce al Tao.
Yin e Yang, ovvero antitesi e sintesi che formano un tutt'uno indivisibile. Anche l'amore sovrumano e sostanziale della Dea Scarlatta è influenzato da questa corrente di pensiero, e la Miuchi riesce a trasmettere pienamente la sostanza delle sue speculazioni genuinamente orientali attraverso parallelismi e metafore ineccepibili.
Nell'approcciarsi a "Glass no Kamen" si palesa istantaneamente il marcato perfezionismo dell'autrice, la quale, a dire il vero, ha utilizzato questo pretesto anche al fine di giustificare la sua estrema lentezza nella stesura del suddetto. Dal punto di vista grafico il tratto della Miuchi si dimostra elegante ed armonioso, e i personaggi risultano molto espressivi, sia nei movimenti del corpo che negli sguardi (celebre è l'artificio tipico dell'autrice di non disegnare i bulbi oculari al fine di far assumere ai suoi personaggi inquietanti connotati intimamente connessi alle loro forti emozioni). La cultura teatrale della Miuchi è sorprendente, e ogni singola rappresentazione non risulta affatto tediosa, ma avvincente e appassionante; addirittura una persona completamente disinteressata al palcoscenico come il sottoscritto ha dovuto ricredersi, e provare una forte empatia per la "finzione nella finzione" che caratterizza il manga, il quale trasuda una sincera passione per l'arte da ogni singola pagina. La sceneggiatura è estremamente incalzante, sia nelle numerose rappresentazioni teatrali - le quali compongono la maggior parte dell'opera - che nel "mondo reale" nel quale si muovono i personaggi, con le loro passioni ed ambizioni; inoltre, al termine di ogni volume è immancabile il classico cliffhanger in grado di catturare al massimo l'interesse del lettore. Ciononostante, tutte queste ottime premesse, coadiuvate da appassionate analisi dense di profondità quanto mai degne di un grande capolavoro, a parer mio sono calzanti sino al quarantesimo volume del manga (la rappresentazione della Dea Scarlatta ad opera di Chigusa Tsukikage), dopodiché "Glass no Kamen", che si era dimostrato sempre più serrato, profondo e carismatico di volume in volume - sino a diventare a parer mio un'opera omnia, una sorta di "Siddharta" a fumetti -, forse a causa della mancanza d'ispirazione e all'indolenza dell'autrice, subisce un netto certo calo qualitativo, trasformandosi in una classica soap opera marchiata a fuoco da tutti i banalissimi cliché del genere. Ed ecco che, superata la quarantina di volumi, la storia d'amore tra Maya Kitajima e Masumi Ayami diventa goffa, a tratti caricaturale, minacciata dalla follia e dai ricatti della fidanzata di lui; il teatro e gli aspetti religiosi del manga vengono messi in secondo piano, a favore di una continua stagnazione delle vicende che non fa altro che rimandare il finale con inutili artifici e altre ridondanti inezie decisamente fuori luogo; a questo punto, a mio avviso, sarebbe stato meglio lasciare "Glass no Kamen" allegoricamente incompleto al quarantesimo volume: sarebbe stato più che coerente, dacché in fondo, prima di tale inarrivabile traguardo, era già stato detto tutto quello che c'era da dire.
In conclusione, usando un noto aforisma di Paulo Coelho, non è la meta che conta, ma il cammino che si compie per raggiungerla; in questo senso, tralasciando la recente secca creativa dell'autrice, per me "Glass no Kamen" è un grande capolavoro, uno dei più grandi della storia del fumetto mondiale.
Mi vien voglia di dare dieci, ma preferisco di no, in quanto secondo me il dieci va dato solo al proprio manga. "Glass no Kamen" è un manga di Suzue Miuchi, in corso da oltre trent'anni in patria. Maya Kitajima è una ragazza senza doti speciali; è sbadata, non è bella e il suo andamento scolastico non è dei migliori. Ma quando recita, Maya si trasforma totalmente in un altra persona: indossa perfettamente (o quasi) la maschera del personaggio che deve interpretare. Questo talento, dovuto alla sua passione per il cinema e il teatro, viene notato da Shigusa Tsukikage, un ex-attrice che ha dovuto ritirarsi a causa di un incidente. Per incontrare la ragazza, Tsukikage chiede un servizio a domicilio (Maya lavora nel ristorante di sua madre) e così facendo possono conoscersi e discutere di teatro. Ed è così che la signora riesce a capire bene il suo modo di recitare. Nel frattempo però, la Signora Tsukikage si ritrova coinvolta in un affare: Masumi Ayami, presidente della Daito Art Production, e Onodera, regista teatrale della compagnia Ondine, propongono alla signora di cedere a loro i diritti per "La Dea Scarlatta" uno spettacolo teatrale di cui appunto solo la signora Tsukikage possiede i diritti. La signora però rifiuta, perché sta cercando la ragazza che potrebbe interpreatre al meglio questo ruolo. Come si può intuire, la signora Tsukikage ha trovato la ragazza che cercava: Maya. Così la signora propone alla ragazza di entrare a far parte della sua compagnia, in modo che possa recitare, il suo più grande desiderio. Per Maya ainizierà la lunga strada per diventare attrice. Questo è più o meno l'inizio della storia. Trama coinvolgente già dal primo volume,e che andando avanti la voglia di sapere come continua aumenta. I disegni sono anni '70-'80, quindi non sono niente di eccezionale, ma son comunque apprezabili. Il personaggio di Maya è un personaggio ben strutturato e personalizzato, che apprezzo parecchio. Insomma il mio voto potrebbe essere anche un 10, ma dò 9, 9 e mezzo per l'esattezza. Lo consiglio a tutti, perché nonostante la sua lunghezza non perde e merita tantissimo. Ovviamente secondo il mio parere.
Difficilmente manga composti da 40 e più volumi mantengono quell'attrattiva che induce il lettore a chiudere un numero per aprire subito il successivo. Il plot può essere originale, i personaggi possono essere ben caratterizzati ma nel momento in cui viene allungato il brodo molta dell'originalità che si poteva riscontrare all'inizio di una determinata opera va scemando.
Tuttavia esiste sempre l'eccezione che conferma la regola, e nel caso di Garasu No Kamen, conosciuto da noi col titolo de "Il Grande Sogno di Maya", i "primi" 47 numeri usciti sembrano anche troppo pochi.
La storia di questo manga, come dice il titolo italiano stesso, ruota intorno a Maya e al suo grande sogno: quello di poter calcare il palcoscenico. La ragazza tuttavia non vive in un mondo tutto rose e fiori: orfana di padre, Maya è costretta a lavorare in un ristorante cinese in qualità di addetta alle consegne a domicilio di ramen, poichè deve aiutare la madre che lavora nel medesimo posto. Un giorno tuttavia, mentre interpreta davanti a dei bambini le battute di uno sceneggiato che aveva visto la sera prima in televisione, viene notata da un'ombrosa donna vestita di nero: la signora Tsukikage.
Questa donna, benchè appaia grottesca si scopre sin da subito essere stata in passato una grande attrice, famosa per l'interpretazione unica che aveva conferito alla "Dea Scarlatta", opera di cui detiene i diritti d'autore; il suo attuale obiettivo è quello di riportare in scena la suddetta opera, tuttavia la scelta della protagonista risulta ostica e per questo decide di aprire una compagnia teatrale tutta sua; vedendo in Maya un talento innato le chiede se vuole entrare nella sua compagnia e ovviamente quest'ultima accetta.
Con enorme disappunto da parte di sua madre, Maya se ne va di casa e inizia la sua nuova vita, costellata di sacrifici, sentimento e anche di amore: quello unico per il teatro, inizialmente.
I numeri si susseguono uno dopo l'altro, Maya recita sempre un ruolo diverso: una volta interpreta la protagonista di "Cime Tempestose", un'altra volta ricopre il ruolo di una bambola il cui unico ruolo è quello di stare immobile ed un'altra volta inscena il personaggio di una bambina sordo-cieca. Maya si immedesima nei copioni con una passione tale da far rimanere stupiti sia i personaggi dell'opera, sia il lettore; il modo in cui questa ragazza riesce a mettersi ogni volta una "maschera" diversa è impressionante, tuttavia la fragilità di queste maschere è come quella del vetro: una volta che cade va in frantumi.
Ovviamente la storia, articolandosi in quasi 50 albi, è ricca di tantissimi personaggi che, in un modo o nell'altro sono legati alla protagonista. Come in ogni shojo che si rispetti, è presente un protagonista maschile, Masumi Hayami: un cinico e algido imprenditore di una delle case di produzione più importanti dello spettacolo, e una rivale (non in amore eh!): la talentuosissima attrice Ayumi Himekawa, figlia d'arte.
Sicuramente la tematica del sacrificio è quella più marcata nell'opera, che essendo partita negli anni '70, presenta delle tematiche tipiche di quel periodo e che si possono riscontrare anche in altre opere quali per esempio "Attack no. 1"
I disegni sono molto belli, in puro stile anni '70 (occhi che brillano e affini), tuttavia la sensei Miuchi andando avanti con gli anni ha modernizzato il tratto facendo risultare lo stile di disegno degli ultimi numeri nettamente differente (e anche un po' inferiore) da quello dei primi.
Benchè la parola "fine" non sia stata ancora messa, è un'opera che consiglio caldamente prima di tutto a coloro che amano i classici, secondo poi a quelli che amano il teatro e ovviamente agli inguaribili romantici che apprezzano sempre una bella storia d'amore.
Tuttavia esiste sempre l'eccezione che conferma la regola, e nel caso di Garasu No Kamen, conosciuto da noi col titolo de "Il Grande Sogno di Maya", i "primi" 47 numeri usciti sembrano anche troppo pochi.
La storia di questo manga, come dice il titolo italiano stesso, ruota intorno a Maya e al suo grande sogno: quello di poter calcare il palcoscenico. La ragazza tuttavia non vive in un mondo tutto rose e fiori: orfana di padre, Maya è costretta a lavorare in un ristorante cinese in qualità di addetta alle consegne a domicilio di ramen, poichè deve aiutare la madre che lavora nel medesimo posto. Un giorno tuttavia, mentre interpreta davanti a dei bambini le battute di uno sceneggiato che aveva visto la sera prima in televisione, viene notata da un'ombrosa donna vestita di nero: la signora Tsukikage.
Questa donna, benchè appaia grottesca si scopre sin da subito essere stata in passato una grande attrice, famosa per l'interpretazione unica che aveva conferito alla "Dea Scarlatta", opera di cui detiene i diritti d'autore; il suo attuale obiettivo è quello di riportare in scena la suddetta opera, tuttavia la scelta della protagonista risulta ostica e per questo decide di aprire una compagnia teatrale tutta sua; vedendo in Maya un talento innato le chiede se vuole entrare nella sua compagnia e ovviamente quest'ultima accetta.
Con enorme disappunto da parte di sua madre, Maya se ne va di casa e inizia la sua nuova vita, costellata di sacrifici, sentimento e anche di amore: quello unico per il teatro, inizialmente.
I numeri si susseguono uno dopo l'altro, Maya recita sempre un ruolo diverso: una volta interpreta la protagonista di "Cime Tempestose", un'altra volta ricopre il ruolo di una bambola il cui unico ruolo è quello di stare immobile ed un'altra volta inscena il personaggio di una bambina sordo-cieca. Maya si immedesima nei copioni con una passione tale da far rimanere stupiti sia i personaggi dell'opera, sia il lettore; il modo in cui questa ragazza riesce a mettersi ogni volta una "maschera" diversa è impressionante, tuttavia la fragilità di queste maschere è come quella del vetro: una volta che cade va in frantumi.
Ovviamente la storia, articolandosi in quasi 50 albi, è ricca di tantissimi personaggi che, in un modo o nell'altro sono legati alla protagonista. Come in ogni shojo che si rispetti, è presente un protagonista maschile, Masumi Hayami: un cinico e algido imprenditore di una delle case di produzione più importanti dello spettacolo, e una rivale (non in amore eh!): la talentuosissima attrice Ayumi Himekawa, figlia d'arte.
Sicuramente la tematica del sacrificio è quella più marcata nell'opera, che essendo partita negli anni '70, presenta delle tematiche tipiche di quel periodo e che si possono riscontrare anche in altre opere quali per esempio "Attack no. 1"
I disegni sono molto belli, in puro stile anni '70 (occhi che brillano e affini), tuttavia la sensei Miuchi andando avanti con gli anni ha modernizzato il tratto facendo risultare lo stile di disegno degli ultimi numeri nettamente differente (e anche un po' inferiore) da quello dei primi.
Benchè la parola "fine" non sia stata ancora messa, è un'opera che consiglio caldamente prima di tutto a coloro che amano i classici, secondo poi a quelli che amano il teatro e ovviamente agli inguaribili romantici che apprezzano sempre una bella storia d'amore.
È facile criticare la Maschera di Vetro. Si può agevolmente sostenere che si tratta di un manga eccessivamente melodrammatico con situazioni inverosimili; certamente disgrazie, morti e malattie non mancano. Si può anche sostenere che si tratta di un manga datato, essendo iniziato nel lontano 1976, con svolgimento e disegni molto lontani dai canoni odierni. Si può anche arguire che si tratta di un manga sbilanciato, in cui la parte relativa al teatro prepondera rispetto alla parte che descrive la vita di Maya e dei vari protagonisti; si può anche imputargli una forte ripetitività di situazioni, visto che le stesse scene di una piece teatrale vengono ripetute due, tre, quattro o anche più volte. Le capacità di attrice di Maya sono indubbiamente esagerate e al di là del limite umano: Maya può ripetere alla perfezione una qualunque opera che abbia visto anche una sola volta, ricordando tutte le battute e tutti i movimenti di tutti i protagonisti; può imparare alla perfezione tutte le battute di un copione leggendo soltanto una o due volte; può interpretare una scena in modo originale e superiore a quello di un'attrice professionista al primo tentativo.
Tutto queste critiche sono assolutamente sensate: tuttavia, chi si fermasse a questo livello dimostrerebbe di non avere capito quest'opera titanica, che ha assorbito la vita della sua autrice e dei suoi lettori per più di 35 anni, opera originalissima, geniale e assolutamente indimenticabile. Come molti italiani, ho conosciuto Glass no Kamen tramite la serie anime Il grande sogno di Maya, vista per la prima volta molti anni orsono. Solo recentemente ho deciso di leggere il manga, approfittando di un periodo di vacanza, ed mi sono letto 34 volumi in una settimana, senza mai provare un minimo di stanchezza o di noia, anzi appassionandomi sempre di più ad ogni nuovo volume. Sono pochissime le serie in grado di prendere così tanto e Glass no Kamen merita tutti gli elogi che le sono tributati.
Questa è un'opera epica che prende la sua drammaticità dalla tradizione del manga sportivo anni sessanta (le prove tremende cui si sottopone Maya per entrare nello spirito di un personaggio fanno tornare in mente opere come Ashita no Joe e Attack No 1), a cui si aggiungono evidenti influssi da parte della tradizione dello shojo manga di Yumiko Igurashi, sia dal punto di vista grafico che dal punto di vista di situazioni e personaggi (tanto per dirne una, Maya è sottoposta a invidia femminile e scherzi malvagi tanto quanto Candy). A differenza di queste opere però la Maschera di Vetro ha anche una forte valenza simbolica ed allegorica, cosa che è evidente fin dal titolo. In particolare non si può non sottolineare l'attenzione insistente e ossessiva all'opera teatrale della Dea Scarlatta, la cui esistenza domina la vita di tutti i protagonisti e che è il leit-motiv attorno al quale tutta l'opera si dipana fin dal primo volume. È impossibile non fare l'associazione tra la Dea Scarlatta, unico scopo di vita della sensei Tsukikage e lo stesso manga Glass no Kamen, che sembra davvero essere l'ossessione e lo scopo di vita della sua autrice Suzue Miuchi, che ci sta lavorando da decenni.
Un aspetto stupefacente è che nonostante la lunghezza della serie non si avverte mai nessuna stanchezza: Glass no Kamen non perde di qualità ma semmai aumenta il livello di coinvolgimento emotivo dello spettatore con l'andare dei volumi. Più volte capita di dire "questo è il miglior volume di tutta l'opera" per poi essere smentiti dal volume successivo. Andando avanti con la serie si capisce che anche quelli che sembravano difetti sono invece caratteristiche volute e desiderate: certo la parte riguardante il teatro è preponderante, ma questo è giusto, perché Maya è ossessionata dal teatro e giudica la sua vita privata di secondaria importanza rispetto alla recitazione. Il ripetere le stesse scene più volte (si noti bene, mai nello stesso modo) fa parte della recitazione e non potrebbe essere diversamente; allo stesso modo, l'insistenza sulla Dea Scarlatta e è essenziale per rendere l'atmosfera altamente drammatica dell'opera: mettere in scena la Dea Scarlatta è il destino ineluttabile di tutti i protagonisti. Questo è un manga che trasuda di una passione sconfinata e irrefrenabile verso il teatro.
In conclusione si tratta un'opera irrinunciabile per chiunque voglia farsi una cultura nel panorama fumettistico nipponico. Fatevi un favore e leggetelo.
Tutto queste critiche sono assolutamente sensate: tuttavia, chi si fermasse a questo livello dimostrerebbe di non avere capito quest'opera titanica, che ha assorbito la vita della sua autrice e dei suoi lettori per più di 35 anni, opera originalissima, geniale e assolutamente indimenticabile. Come molti italiani, ho conosciuto Glass no Kamen tramite la serie anime Il grande sogno di Maya, vista per la prima volta molti anni orsono. Solo recentemente ho deciso di leggere il manga, approfittando di un periodo di vacanza, ed mi sono letto 34 volumi in una settimana, senza mai provare un minimo di stanchezza o di noia, anzi appassionandomi sempre di più ad ogni nuovo volume. Sono pochissime le serie in grado di prendere così tanto e Glass no Kamen merita tutti gli elogi che le sono tributati.
Questa è un'opera epica che prende la sua drammaticità dalla tradizione del manga sportivo anni sessanta (le prove tremende cui si sottopone Maya per entrare nello spirito di un personaggio fanno tornare in mente opere come Ashita no Joe e Attack No 1), a cui si aggiungono evidenti influssi da parte della tradizione dello shojo manga di Yumiko Igurashi, sia dal punto di vista grafico che dal punto di vista di situazioni e personaggi (tanto per dirne una, Maya è sottoposta a invidia femminile e scherzi malvagi tanto quanto Candy). A differenza di queste opere però la Maschera di Vetro ha anche una forte valenza simbolica ed allegorica, cosa che è evidente fin dal titolo. In particolare non si può non sottolineare l'attenzione insistente e ossessiva all'opera teatrale della Dea Scarlatta, la cui esistenza domina la vita di tutti i protagonisti e che è il leit-motiv attorno al quale tutta l'opera si dipana fin dal primo volume. È impossibile non fare l'associazione tra la Dea Scarlatta, unico scopo di vita della sensei Tsukikage e lo stesso manga Glass no Kamen, che sembra davvero essere l'ossessione e lo scopo di vita della sua autrice Suzue Miuchi, che ci sta lavorando da decenni.
Un aspetto stupefacente è che nonostante la lunghezza della serie non si avverte mai nessuna stanchezza: Glass no Kamen non perde di qualità ma semmai aumenta il livello di coinvolgimento emotivo dello spettatore con l'andare dei volumi. Più volte capita di dire "questo è il miglior volume di tutta l'opera" per poi essere smentiti dal volume successivo. Andando avanti con la serie si capisce che anche quelli che sembravano difetti sono invece caratteristiche volute e desiderate: certo la parte riguardante il teatro è preponderante, ma questo è giusto, perché Maya è ossessionata dal teatro e giudica la sua vita privata di secondaria importanza rispetto alla recitazione. Il ripetere le stesse scene più volte (si noti bene, mai nello stesso modo) fa parte della recitazione e non potrebbe essere diversamente; allo stesso modo, l'insistenza sulla Dea Scarlatta e è essenziale per rendere l'atmosfera altamente drammatica dell'opera: mettere in scena la Dea Scarlatta è il destino ineluttabile di tutti i protagonisti. Questo è un manga che trasuda di una passione sconfinata e irrefrenabile verso il teatro.
In conclusione si tratta un'opera irrinunciabile per chiunque voglia farsi una cultura nel panorama fumettistico nipponico. Fatevi un favore e leggetelo.
L'autrice di questo Manga, Suzue Miuchi, ha dedicato chiaramente la sua vita a quest'opera, così come molti dei suoi lettori hanno aspettato una vita per vederne la fine, non ancora sopraggiunta.
Tralasciando l'attesa estenuante, rimane uno dei capolavori del fumetto nipponico, contenendo al suo interno le storie dei molteplici personaggi, annullando l'iniziale distinzione protagonisti/antagonisti, fin da subito molto sottile. La storia di Masumi Ayami il cinico proprietario della Daito ne è l'esempio principe, l'orco che si innamora della ragazzina apparentemente senza qualità.
La passione contenuta nel corpo minuto di Maya è uno stimolo per tutti i lettori, che non riusciranno a staccarsi dalla successione di eventi che porterà, inevitabilmente, allo scontro finale tra le 2 eroine del teatro giapponese: Maya e Ayumi Himekawa, la prima che impara a valutare ed a contare sul suo immenso talento, la seconda che ha dalla sua la tecnica e l'esperienza (nonostante siano coetanee).
<b>[Attenzione, possibili spoiler]</b>
Negli ultimi numeri, quando ormai le 2 ragazze aspettano solo la chiamata alle esercitazioni per il capolavoro scomparso, La Dea Scarlatta, dettate dalla detentrice dei diritti di rappresentazione, nonché maestra di Maya, Chigusa Tsukikage, la narrazione acquisisce la profondità di un'opera omnia, facendo rivivere ai personaggi principali (Maya, Ayumi, Masumi, Chigusa...) tutta la loro vita. Così l'eterna rivale commuove per la solitudine che ha vissuto, infine trovando l'unica sincera amicizia nella sua concorrente; il "malvagio" produttore e l'amore proibito di Maya (entrambi rispondenti a Masumi) intenerisce per la sua vita difficile condizionata dalla severità del padre, che lo costringe infine ad un matrimonio di comodo per la Daito.
<b>[Fine spoiler]</b>
In questo fumetto ci sono azione, amore, vita semplice e complicata, passioni, dubbi e certezze. Il tutto condito da opere teatrali più o meno famose, più o meno reali, ma sempre avvincenti e che calzano alla perfezione con l'andare della storia.
Credo che chiunque inizi a leggere questo capolavoro venga rapito dal desiderio di mettersi lui stesso a recitare e spesso nella sua mente lo fa, mentre legge i volumi a nostra disposizione.
Una lunga attesa sempre ricompensata, anche nonostante gli errori presentati, tipo l'utilizzo nel num 41 di un cellulare con foto, che negli anni '70 sicuramente non era neanche immaginabile. Ma l'imprecisione è accettabile, dimostrazione del fatto che è un fumetto sempre attuale, con i problemi di ogni giorno applicati ad opere teatrali eterne.
Lo consiglio enormemente a chiunque non l'avesse ancora letto, ha tanto da recuperare!
Tralasciando l'attesa estenuante, rimane uno dei capolavori del fumetto nipponico, contenendo al suo interno le storie dei molteplici personaggi, annullando l'iniziale distinzione protagonisti/antagonisti, fin da subito molto sottile. La storia di Masumi Ayami il cinico proprietario della Daito ne è l'esempio principe, l'orco che si innamora della ragazzina apparentemente senza qualità.
La passione contenuta nel corpo minuto di Maya è uno stimolo per tutti i lettori, che non riusciranno a staccarsi dalla successione di eventi che porterà, inevitabilmente, allo scontro finale tra le 2 eroine del teatro giapponese: Maya e Ayumi Himekawa, la prima che impara a valutare ed a contare sul suo immenso talento, la seconda che ha dalla sua la tecnica e l'esperienza (nonostante siano coetanee).
<b>[Attenzione, possibili spoiler]</b>
Negli ultimi numeri, quando ormai le 2 ragazze aspettano solo la chiamata alle esercitazioni per il capolavoro scomparso, La Dea Scarlatta, dettate dalla detentrice dei diritti di rappresentazione, nonché maestra di Maya, Chigusa Tsukikage, la narrazione acquisisce la profondità di un'opera omnia, facendo rivivere ai personaggi principali (Maya, Ayumi, Masumi, Chigusa...) tutta la loro vita. Così l'eterna rivale commuove per la solitudine che ha vissuto, infine trovando l'unica sincera amicizia nella sua concorrente; il "malvagio" produttore e l'amore proibito di Maya (entrambi rispondenti a Masumi) intenerisce per la sua vita difficile condizionata dalla severità del padre, che lo costringe infine ad un matrimonio di comodo per la Daito.
<b>[Fine spoiler]</b>
In questo fumetto ci sono azione, amore, vita semplice e complicata, passioni, dubbi e certezze. Il tutto condito da opere teatrali più o meno famose, più o meno reali, ma sempre avvincenti e che calzano alla perfezione con l'andare della storia.
Credo che chiunque inizi a leggere questo capolavoro venga rapito dal desiderio di mettersi lui stesso a recitare e spesso nella sua mente lo fa, mentre legge i volumi a nostra disposizione.
Una lunga attesa sempre ricompensata, anche nonostante gli errori presentati, tipo l'utilizzo nel num 41 di un cellulare con foto, che negli anni '70 sicuramente non era neanche immaginabile. Ma l'imprecisione è accettabile, dimostrazione del fatto che è un fumetto sempre attuale, con i problemi di ogni giorno applicati ad opere teatrali eterne.
Lo consiglio enormemente a chiunque non l'avesse ancora letto, ha tanto da recuperare!
Un manga bellissimo ed emozionante. Riesce a trasmettere emozioni e sentimenti come se venissero vissuti veramente. L'alternarsi di risate, momenti di serietà, tensione e di nuovo risate, riesce a tenere il lettore incollato fino all'ultima pagina di ogni singolo volume! Il profilo dei protagonisti (sopratutto Maya e Masumi) è dettagliato, ti permette di immedesimarti come se fossi tu a dovere decidere cosa fare o pensare. Si fa il tifo per questa povera ragazza, sfortunata all'inverosimile, ma che nonostante tutto si aggrappa alla sua passione eterna, riscoprendo lotta dopo lotta quanto sia grande e vitale per lei recitare. Anche per quanto riguarda Masumi, buono e cattivo insieme, forte e fragile allo stesso tempo... il suo personaggio riesce a catturare l'attenzione e i sentimenti del lettore, che vive la sua situazione di "amore/odio" con estremo trasporto.
Si potrebbe pensare che la parte "tecnica" del teatro, come le prove o scrivere le sceneggiature, risulti noiosa. Invece l'autrice riesce, grazie alla volontà, alla tenacia, alla grande passione di Maya, a coinvolgere il lettore in questo mondo ed a farglielo amare... ed a palesare come tante finzioni che si adoperano nel teatro, in realtà noi le mettiamo in scena ogni giorno nel quotidiano.
Un manga che consiglio a tutti perchè è originale, entusiasmante e sopratutto coinvolgente al massimo! Speriamo solo che la nostra cara Miuchi si decida a finirlo presto!
Si potrebbe pensare che la parte "tecnica" del teatro, come le prove o scrivere le sceneggiature, risulti noiosa. Invece l'autrice riesce, grazie alla volontà, alla tenacia, alla grande passione di Maya, a coinvolgere il lettore in questo mondo ed a farglielo amare... ed a palesare come tante finzioni che si adoperano nel teatro, in realtà noi le mettiamo in scena ogni giorno nel quotidiano.
Un manga che consiglio a tutti perchè è originale, entusiasmante e sopratutto coinvolgente al massimo! Speriamo solo che la nostra cara Miuchi si decida a finirlo presto!
Bellissimo, magnifico. Questo manga è un misto di cultura perchè impari a conoscere la storia di alcune opere famose interpretate dai maya, come per esempio Beth in piccole donne. Di riflessione perchè ti descrive la verità, quando mettiamo la maschera riusciamo si ad essere persone diverse, ma in realtà mostriamo il nostro vero lato e si nota nell'opera.
Concludo dicendo che è bello e adoro molto la storia d'amore tra lei e il suo donatore, nonché la persona che odia e che ama di più, anche qui c'è molta originalità ove un uomo ricco e sicuro di se si fa incantare dalla semplicità di Maya imparando a riscoprire i suoi sentimenti puri, persi per colpa del padre.
Concludo dicendo che è bello e adoro molto la storia d'amore tra lei e il suo donatore, nonché la persona che odia e che ama di più, anche qui c'è molta originalità ove un uomo ricco e sicuro di se si fa incantare dalla semplicità di Maya imparando a riscoprire i suoi sentimenti puri, persi per colpa del padre.
Garasu no Kamen, un patrimonio del mondo shojo dal grande valore. Realizzare un manga di questa portata credo sia un grande dono perché traspare una voglia di vivere non una ma 100 vite che in molti altri non c'è. E' talmente realistico questo manga al punto da farmi entrare quasi in un altra dimensione, riesco a immedesimarmi nella protagonista Maya Kitajima, nel suo amore per l'ammiratore delle rose che sempre la protegge nell'ombra e che è più vicino di quanto lei non creda. Certo, come molti sapranno, il volume 43 di prossimissima uscita si è fatto attendere moltissimo, ma so che ne varrà la pena. Lo stile cosi curato e minuzioso, il linguaggio elegante e spesso forbito dei personaggi, la passione e l'intensità con cui la piccola Maya interpreta mille maschere sul palcoscenico, trasportano il lettore al teatro stesso, come in un sogno. Come non farsi ammaliare dalla sincerità e dalla forte passione di Maya? Un manga sempreverde, che non deluderà neanche le future generazioni... Una vera e propria dea che sta per sbocciare! DA NON PERDERE.
Considero questo manga un capolavoro che appassiona in ogni sua pagina: riesce a farti emozionare, a farti piangere, a farti amare il teatro e ad apprezzare ogni opera che viene trattata o meglio "recitata"; ed i personaggi ti coinvolgono con i loro sentimenti e con le loro problematiche.
Il mondo dello spettacolo è trattato in maniera ineccepibile, con le sue rivalità, le crudeltà che si devono affrontare, leggendolo ci si sente vicini a Maya, alle sue difficoltà, ma nonostante tutto non si riesce nemmeno ad odiare Ayumi, la sua rivale.
L'amore tra Masumi e Maya poi è così passionale, romantico, tragico che riesce a coinvolgere il lettore profondamente.
L'unica pecca è la lentezza dell'autrice, che ancora non è riuscita a concludere questa perla.
Con la speranza di poterne leggere la fine presto, ne consiglio la lettura a tutti: da non perdere.
Il mondo dello spettacolo è trattato in maniera ineccepibile, con le sue rivalità, le crudeltà che si devono affrontare, leggendolo ci si sente vicini a Maya, alle sue difficoltà, ma nonostante tutto non si riesce nemmeno ad odiare Ayumi, la sua rivale.
L'amore tra Masumi e Maya poi è così passionale, romantico, tragico che riesce a coinvolgere il lettore profondamente.
L'unica pecca è la lentezza dell'autrice, che ancora non è riuscita a concludere questa perla.
Con la speranza di poterne leggere la fine presto, ne consiglio la lettura a tutti: da non perdere.
E' il maga più bello che abbia mai letto! Questa si che è una storia reale ricca di emozioni e di passioni!
Nel leggere questo manga mi sono integrata nella storia ed ho cercato di comprendere i personaggi mi sono immedesimata in Maya e ho provato tutte le sue emozioni! Leggevo leggevo e leggevo integrandomi sempre di più nel personaggio e sembrava di vivere realmente quelle emozioni e quella storia. Quando Maya si emozionava sul palcoscenico l'ho compresa benissimo ho compreso la sua sensazione ho capito come lei riusciva a catturare il pubblico perché nelle stesso modo ha catturato me! Anche la figura di Masumi mi ha coinvolto tantissimo... è intrigante, misterioso ed affascinante... mi ha colpito molto questo personaggio! E' un manga molto vivo e vero ed ha una capacità di trascinare le persone a leggerlo impressionante. I personaggi sembrano veri e non rispecchiano la personalità di un cartone animato ma bensì quella di una persona reale che vive per davvero tutte quelle emozioni! Maya rispecchia molto la mia personalità, io la percepisco per davvero e la sento dentro è come se io e lei fossimo una sola anima!
Consiglio a tutti di leggerlo perché credetemi è un manga davvero stupendo che vi trascinerà nella lettura e nella comprensione dei personaggi senza neanche accorgervene come è successo a me! <b>E' un vero capolavoro, complimenti!</b>
Nel leggere questo manga mi sono integrata nella storia ed ho cercato di comprendere i personaggi mi sono immedesimata in Maya e ho provato tutte le sue emozioni! Leggevo leggevo e leggevo integrandomi sempre di più nel personaggio e sembrava di vivere realmente quelle emozioni e quella storia. Quando Maya si emozionava sul palcoscenico l'ho compresa benissimo ho compreso la sua sensazione ho capito come lei riusciva a catturare il pubblico perché nelle stesso modo ha catturato me! Anche la figura di Masumi mi ha coinvolto tantissimo... è intrigante, misterioso ed affascinante... mi ha colpito molto questo personaggio! E' un manga molto vivo e vero ed ha una capacità di trascinare le persone a leggerlo impressionante. I personaggi sembrano veri e non rispecchiano la personalità di un cartone animato ma bensì quella di una persona reale che vive per davvero tutte quelle emozioni! Maya rispecchia molto la mia personalità, io la percepisco per davvero e la sento dentro è come se io e lei fossimo una sola anima!
Consiglio a tutti di leggerlo perché credetemi è un manga davvero stupendo che vi trascinerà nella lettura e nella comprensione dei personaggi senza neanche accorgervene come è successo a me! <b>E' un vero capolavoro, complimenti!</b>
Personalmente è il mio manga preferito, la prima volta l'ho visto in tv e mi sono subito appassionata. La protagonista Maja dimostra di avere un carattere forte decidendo di lasciare tutto per seguire la sua passione, ovvero, diventare una grande attrice, in questo sarà fortemente ostacolata dalla madre che non aveva per nulla fiducia in lei. Troverà degli amici sinceri ed un ammiratore misterioso che le manderà sempre delle rose scarlatte, avrà anche una grande rivale con la quale si contenderà il ruolo più importante, quello di protagonista de La dea Scarlatta. Se non lo conoscete vi consiglio vivamente di leggerlo, è istruttivo per certi versi; con questo ho concluso.
Glass no Kamen è uno dei pochi manga che è riuscito ad emozionarmi e farmi piangere. Inizialmente lo lessi riluttante, ma arrivata alla fine del primo volume mi sono letteralmente mangiata i restanti. E' un capolavoro, e anche se solitamente disdegno gli stili shojo, stili classici come questo rimangono nel cuore. Tratta il tema del <i>Teatro</i> in modo assolutamente impeccabile, come si può già scorgere dal titolo originale (che rappresenta la maschera che gli attori indossano sul palcoscenico quando recitano la loro parte). Man mano che la storia prosegue, i personaggi ed i loro sentimenti sono così vivi che sembra quasi di toccarli. Riesce a catturarti dentro, a farti desiderare di essere sul palco come Maya e di recitare con la passione che lei mostra nelle sue vicende. Nonostante la sua lunghezza, non è mai noioso. Un vero gioiello del manga.
Caspita è troppo lungo! Avevo detto cosi quando mio fratello mi aveva prestato questo manga e sinceramente i disegni non è che mi facessero impazzire, ma poi, cos'è successo??
Mi sono letteralmente innamorata di questo manga e avrei voluto che la storia non avesse mai fine!
Davvero, non avrei mai pensato che anch'io potessi avere l'ansia da palco scenico... questo manga mi ha veramente presa e mi ha fatto essere la protagonista! Veramente consiglio proprio a tutti di leggerlo, anche a coloro che generalmente non amano gli shojo. Indimenticabile!
Mi sono letteralmente innamorata di questo manga e avrei voluto che la storia non avesse mai fine!
Davvero, non avrei mai pensato che anch'io potessi avere l'ansia da palco scenico... questo manga mi ha veramente presa e mi ha fatto essere la protagonista! Veramente consiglio proprio a tutti di leggerlo, anche a coloro che generalmente non amano gli shojo. Indimenticabile!
Conosco Maya da quando ero giovane, grazie ad una mini serie trasmessa in tv. I miei figli mi hanno avviata alla lettura dei manga e mia nipote mi ha prestato la serie di Maya. BELLISSIMI! Da leggere con attenzione. E' una lettura straordinaria da assaporare pagina per pagina. Molto è da vedere, ma tantissimo è lasciato all'immaginazione. Non vorrei morire prima di sapere come finisce...
E' grandioso...
Come hanno già detto ti emozione tantissimo..
Leggi un numero e subito dopo hai voglia di leggere subito l'altro per vedere come andrà a finire... secondo me è un capolavoro... la grafica all'inizio è pesante se non si è abituati, ma dopo tutto scompare t'interessa soltanto la storia...
Veramente molto Bella...
Il problema riusciremo mai a finirlo? Ler nostra sfortuna l'autrice si dice che sia malata... e avendo una certa età... non si sa se finirà o no mai questo grandioso manga...
Come hanno già detto ti emozione tantissimo..
Leggi un numero e subito dopo hai voglia di leggere subito l'altro per vedere come andrà a finire... secondo me è un capolavoro... la grafica all'inizio è pesante se non si è abituati, ma dopo tutto scompare t'interessa soltanto la storia...
Veramente molto Bella...
Il problema riusciremo mai a finirlo? Ler nostra sfortuna l'autrice si dice che sia malata... e avendo una certa età... non si sa se finirà o no mai questo grandioso manga...
Quello che sento di dire a proposito di questo manga è che tutti ma proprio tutti dovrebbero leggerlo...perchè è a dir poco fantastico...in ogni suo aspetto merita tantissimo e non ti delude mai...ti tiene con il fiato sospeso e ti fa tribolare fino alla fine...non puoi non rimanere affascinata dai personaggi e protagonisti del manga ed immedesimarti nelle loro vicissitudini....unico neo....NON È ANCORA FINITO....E speriamo che la Miuchi si decida a farci felici tutti prima o poi...=__=
Questo manga è meraviglioso! I sentimenti dei personaggi sono vivi, reali, ti coinvolgono fino a farti immedesimare completamente. Davvero in questo manga si può trovare una parte di se stessi. E' una storia che coinvolge perché è reale; leggendo ritrovo sensazioni che ho provato nella mia vita di tutti i giorni. Molti manga sono storie divertenti e romantiche, ma nessuno mi ha mai comunicato qualcosa con così tanta intensità.