Shannon Tindle, noto per aver lavorato come story developer a Kubo e la spada magica, film in stop motion prodotto da Laika Studio atterra con Ultraman: Rising per la prima volta al ruolo di regista; infatti in precedenza aveva ricoperto per la maggior parte delle occasioni lo scranno di animatore, supervisore della storia o charater designer. Tra i suoi lavori più noti si ricorda Gli amici immaginari di casa Foster, serie del 2004 creata da Craig McCracken: per il lavoro di character designer a questa serie, Tindle ricevette un Emmy Award nel 2006. Tindle ricorda di essersi deciso a creare Ultraman: Rising durante la produzione di questa serie, ma il primo bozzetto raffigurante Ultraman risale al 2001, come ha dimostrato egli stesso in un recente tweet.
I drew this three years ago- one of many drawings like it since I first conceived the film back in 2001. If you're discouraged, just know that some things happen on their own timeline. #UltramanRising pic.twitter.com/Fpmy1XBAgE
— Shannon Tindle (@ShannonTindle_1) June 3, 2024
Ma Ultraman dovette attendere perché Tindle si cimentò poi nella creazione di Lost Ollie, una miniserie prodotta da Netflix nel 2022 che vinse molti premi nella categoria "Per famiglie" degli Emmy Awards nel 2023.
Il film è dunque rimasto in cantiere per ben 23 anni e sembra frutto del lungo amore del regista per il franchise di Ultraman. Shannon Tindle ammette infatti che sin da piccolo, seppur nel Kentucky, fosse impaziente di assistere giornalmente alle avventure del suo beniamino. Il suo desiderio più grande, una volta adulto, fu quello di fare un film che omaggiasse il supereroe giapponese. Tsuburaya Production, che ha collaborato a stretto contatto con i due registi per la produzione del film, non ha messo alcun tipo di paletto nello sviluppo del progetto, lasciandoli dare vita ad una personale visione della storia.
Un progetto di così ampio respiro non poteva che subire grandi stravolgimenti, infatti l'idea originale è molto mutata nel momento in cui Shannon Tindle ebbe una figlia, costringendolo a imparare in fretta a crescere ed accudire un piccolo essere umano. Il riferimento è lampante e riscontrabile direttamente nella trama: il protagonista è il giovane Ken Sato, un giovane ribelle che ha allontanato il padre non capendone i sacrifici e le ragioni dietro certi suoi comportamenti passati. Ken è un personaggio testardo accecato dalla gloria sportiva in quanto giocatore di baseball nei Giants, che molti conosceranno anche grazie al fumetto e poi cartone Kyojin no Hoshi (Tommy, la stella dei Giants) di Ikki Kajiwara. In lui vi sono degli aspetti in cui si rivede il regista stesso e sempre su di lui l'autore proietta l'esperienza di genitore alle prime armi. Quando ebbe la figlia, confessa, non aveva la più pallida idea di come crescerla, così si rivolse ai suoi stessi genitori, scoprendo i sacrifici e le vicende che dovettero passare a loro volta per crescere lui. In questo modo, dice, riuscì a legare con loro tramite la condivisa esperienza dell'essere genitori.
Ultraman: Rising diventa quindi una storia di genitorialità su più livelli, una storia di eredità non solo nei confronti di un franchise decennale, ma intragenerazionale. Tindle stesso dichiara che Ultraman: Rising sia "un'esplorazione di quello che succede quando un supereroe leggendario riscopre l'importanza della famiglia con l'aiuto di una tenera neonata sputafuoco alta dieci metri."
L'esperienza genitoriale di Tindle non è l'unica che ha aiutato a plasmare Ultraman: Rising, perché anche la doppia appartenenza culturale del coregista è stata fondamentale. Assieme a Shannon Tindle c'è infatti John Aoshima, noto animatore e regista che ha lavorato a serie di successo come Ducktales o L'ultimo dominatore dell'aria. L'esperienza di John in quanto giapponese cresciuto negli Stati Uniti è servita a dare un'identità al protagonista nonchè di supervisionare, assieme ad un team di consulenza culturale, la coerenza e correttezza identitaria della società giapponese. Ma una grande mano l'ha data in fase di storyboarding del film, soprattutto in quanto grande fan di Ultraman come il regista.
La giapponesità di Ultraman è stata resa anche in animazione seppur in maniera molto sottile, con degli impact frames molto iconici oppure, come hanno avuto modo di spiegarci i registi stessi, inserendo dei riferimenti stilistici e visivi legati al mondo di anime e manga qui e lì nel film. Mathieu Vig, supervisore alle animazioni per Industrial Light & Magic, lo studio che si è occupato delle animazioni digitali, dichiara come lo stile di animazione sia volontariamente a metà tra il realistico e il cartoonesco, a volte estremamente fedele al reale ma con alcuni movimenti attenuati, o talvolta esagerato per strizzare l'occhio alla comicità di alcune scene.
Abbiamo potuto far loro qualche domanda relativa alla resa grafica e alla produzione del film, che vi riportiamo di seguito, corredata di video della virtual junket:
La prima domanda è per Shannon: perché non fare un cartone in stile anime per il tuo Ultraman e perché hai scelto questo specifico tipo di animazione?
"In realtà abbiamo incorporato degli elementi derivati dagli anime e manga: il nostro character designer Marcos Mateu-Mestre e l'art director Sunmin Inn hanno inserito alcuni elementi che ricordano il lavoro di Otomo. Puoi vedere queste textures che abbiamo incorporato nell'aspetto grafico in maniera sottile. Oppure se pensi alle cover dei manga degli anni Novanta vedrai come usino tanto il tratto del copic*, o sono particolari nel modo in cui mischiano i colori o fanno uso della luce o la resa delle ombre; e abbiamo inserito anche quello nell'aspetto visivo. Riguardo il character design ho lavorato assieme a Keiko Murayama, la direttrice del character design, e volevamo fare qualcosa che fosse un po' diverso: non volevamo creare i personaggi in uno specifico stile, come magari avrebbe fatto lo Studio Ghibli o lo Studio TRIGGER. Volevamo cercare il nostro approccio originale, inserire degli elementi unici in ogni personaggio. Per esempio i capelli di Ken sono ispirati ai capelli di Toshio Mifune, uno dei miei attori preferiti nonché uno dei tizi più belli di tutti i tempi. Ha questo portamento e questa presenza... e volevamo donarglieli. Dunque abbiamo preso tanti elementi diversi per creare qualcosa che speriamo dia l'idea di essere unico, al posto di sembrare inserito in uno specifico stile."
Per John Aoshima, tu hai lavorato a moltissime serie e volevamo sapere come fosse cambiato il tuo approccio alla creazione di un film che fa parte di un grande franchise che è soprattutto seriale?
"Certo, considerando il mio background in televisione, ho avuto modo di lavorare a molti franchise famosi, ma lavorare con Ultraman che nel mio paese, il Giappone, è considerato un eroe, è stato molto spaventoso all'inizio. Ma ho un ottimo rapporto con Shannon, ci conosciamo sin dai tempi della CalArts**, siamo entrambi grandi fan di Ultraman. Da fan sapevamo esattamente cosa volessimo fare con il film, cioè onorare la sua eredità rimanendo fedeli alla storia originale. Personalmente ho proprio l'esperienza che fa da mediatrice tra l'eredità e la fedeltà, per cui mi è venuto naturale trovare una zona franca per creare il film."
L'ultima domanda è per Shannon: in quanto character designer di lunga esperienza, qual è stata la sfida più grande nel creare un film come Ultraman: Rising?
"Nella mia carriera ho fatto un po' di tutto, supervisore della sceneggiatura, design e ho lavorato con diversi dipartimenti, diversi team e che ho anche guidato; ma la cosa più difficile da fare è assumere gente brava a fare il suo lavoro e ascoltarla, ascoltare le loro idee. Abbiamo avuto un'incredibile supervisora della sceneggiatura, Rie Koga, di nuovo Marcos e Sunmin al dipartimento artistico, ma anche i produttori Tom e Lisa sono stati molto gentili e incoraggianti. Non avrei potuto fare questo film senza di loro. E io e John ci conoscevamo da tempo.
In realtà anche il character design è storytelling, ad esempio il design dei costumi che scegli indica da dove viene una persona, quale sia il suo status sociale: tutti elementi che incorporano delle storie, e io amo le storie.
Quindi direi che la risposta è assumere persone talentuose, ascoltarle e cercare di fare una storia interessante. E speriamo di esserci riusciti."
Il film in grafica digitale sarà disponibile su Netflix a partire dal 14 giugno e sarà frutto di una produzione internazionale che vede la produzione della piattaforma di streaming rossa unire le forze con Industrial Light and Magic e Tsuburaya Production.
Abbiamo anche avuto modo di chiedere al cast originale alcuni commenti sul loro lavoro al film. I tre presenti all'intervista erano la voce del protagonista, Christopher Sean, Tamlyn Tomita, voce di Emiko Sato, la madre di Ken, e Mina, l'intelligenza artificiale vocale che assiste il protagonista nelle sue peripezie nei panni di Ultraman e Gedde Watanabe, voce del padre di Ken. Tutta la famiglia al completo!
Tamlyn, quale tipo di pubblico pensi possa apprezzare particolarmente i vostri personaggi?
"Chiunque abbia ancora un po' di so stesso bambino. C'è il punto di vista della famiglia, del supereroe ma anche quello del professore, nonché quello di una madre. Si parla di un nucleo familiare: puoi vedere il filmo con la prospettiva di un bambino, ma anche con gli occhi degli adulti, con tutta la derivata sofferenza e saggezza derivata dall'aver vissuto a lungo, dall'aver fatto di tutto per essere sopravvissuti fino a quel giorno e aver amato con tutto il cuore."
A Gedde Watanabe: quale ruolo che hai interpretato in passato potrebbe divertirsi nel mondo di Ultraman: Rising?
"Tempo addietro feci Mulan, ma ero molto più giovane. Ho lavorato anche ai Simpson, non ricordo bene, ne ho fatti molti. Ma questa è la prima volta che sento di aver un personaggio completo."
Per Christopher, qualè il tuo ruolo precedente che invece ti ha aiutato di più a doppiare Ken?
"Ogni ruolo mi aiuta ad assumere diverse prospettive. Sicuramente è un onore doppiare questo personaggio, ma ho anche doppiato Nightwing in Gotham Knights che è un supereroe ed è stato fantastico, così come ho interpretato Kazuda Xiono in Star Wars: Resistance. Sono state grandi opportunità che mi hanno permesso di capire i segreti di questi personaggi, così quando ho avuto quest'occasione non ho sbagliato il tiro, è stato un home-run. Penso che tutti i coinvolti abbiano fatto un lavoro incredibile, specialmente Geddy, Tamlyn, sono la miglior famiglia che si possa avere e rafforzano la figura di Ken. Il grazie va anche a loro e al team."
*tipo di pennarello dal tratto spesso e acquerellato.
** California Institute of the Arts uno delle più famose accademie per le arti visuali ed interpretative da cui escono i maggiori professionisti del settore del disegno, animazione, fumetto e videomaking. La scuola è stata fondata da Walt Disney nel 1961.
Se questo finisce nominato negli oscar ci troveremo sia Godzilla che Ultraman in 2 anni di fila
Non sono ancora riuscito a vedere il film, ma dopo la lettura dell'articolo son proprio curioso del risultato
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