I videogiochi sono ormai qualcosa che possiamo trovare in ogni dove, con brand multimediali capaci di riempire dischi, vinili, fogli di carta, palcoscenici o pellicole.
 
La copertina del romanzo

Molto spesso ci siamo ritrovati tra le mani romanzi derivati da questo media, un modo forse più semplice di veicolare qualcosa che non si è stato in grado di raccontare tra le varie sezioni di gameplay e Final Fantasy ne è un degno esempio. Il settimo capitolo infatti è quello che conta più media tangenti il videogioco base, una serie di romanzi, film, opere teatrali che hanno arricchito ulteriormente il mondo raccontato da Yoshinori Kitase e Kazushige Nojima, con quest'ultimo che non ha bisogno di presentazioni quando si tratta di sceneggiatura. Avendo elaborato direttamente tutto ciò che troviamo all'interno di Final Fantasy VII, comprese le riedizioni Remake e Rebirth, anche le opere tangenti come i romanzi da lui scritti assumono un valore 'ufficiale' e assolutamente canonico.

È per questo che quando J-POP ha annunciato l'arrivo in Italia del romanzo Traces of Two Pasts tutti i fan di Final Fantasy VII sono esplosi di gioia. Interamente incentrato sul racconto del passato delle due co-protagoniste Aerith e Tifa, questo romanzo uscito nel 2021 in Giappone è finalmente disponibile nel nostro paese, regalando dettagli mai raccontati su Midgar, la Shinra, Zangan e sul perché le due uniche donne del gruppo sono caratterizzate in questo modo.
Il romanzo è essenzialmente suddiviso in tre capitoli principali: il primo, il più lungo – e più interessante – dedicato a Tifa, il secondo a Aerith e il terzo, che vale quasi come bonus e uscito nel 2020 su Final Fantasy VII Remake: World Preview, incentrato su un soldato della Shinra intento a investigare su quanto accaduto a Aerith e sua madre.
 
Sicuramente un bel volume

Chi ha avuto modo di giocare Final Fantasy VII Remake e Rebirth probabilmente sarà facilitato a immaginare volti e situazioni raccontati nel romanzo, eppure Nojima è stato furbo da questo punto di vista. Con uno stile molto semplice e che ricalca in pieno quello utilizzato durante le cutscene e i vari dialoghi del gioco, il passaggio tra i due media avviene con naturalezza, anche nei dialoghi, con botta e risposta asciutti e sempre facili da comprendere. Non è il Il Castello di Kafka ovviamente, e lo stile adottato si confà al target di riferimento, quello che prima di tutto ama appunto Final Fantasy VII. Nojima non si è fatto prendere la mano insomma, nessuna tentazione di rendere il romanzo più complesso e astruso solo per darsi 'un tono'. È quel che è insomma, la messa su carta di quanto potrebbe essere raccontato in un videogioco tramite varie cutscene. Eppure, ne è anche un limite.

Ciò che funziona in un videogioco non funziona su un romanzo e viceversa. In un videogioco come Final Fantasy VII Remake, le lunghe cutscene a un certo punto devono lasciare spazio al gameplay e per quanto si cerchi in tutte le maniere di rendere il racconto cinematografico i limiti di tempo condensano molto quello che in realtà meriterebbe più spazio. A meno che non si è Hideo Kojima.
In Traces of Two Past si avverte la stessa sensazione: è tutto troppo rapido, non si ha il tempo di far sedimentare quanto accaduto e gli eventi spiacevoli come potete immaginare sono tanti. Si passa da una scena a un'altra senza soluzione di continuità, qualcosa che si nota soprattutto nel capitolo riservato a Aerith. L'infanzia della Cetra procede con un ritmo altalenante in cui sì, si fa luce su un passato complicato, con approfondimenti sulla madre adottiva e il contesto che le sta attorno, ma il tutto avviene in modo quasi didascalico con le emozioni della piccola Aerith che fanno un po' di fatica a fuoriuscire.

Se è vero che è la scorrevolezza è un punto forte di questo romanzo, intrinsecamente ne è il suo difetto maggiore. Lo si nota grazie al capitolo su Tifa, che permette di avere un po' più di 'respiro'. L'incontro con il Maestro Zangan, con Jessie e la tragedia che ha colpito il suo villaggio a opera di Sephiroth sono infatti eventi scanditi con più attenzione. Benché esista una certa 'fretta' di fondo nel raccontare quanto più possibile dell'infanzia e dell'adolescenza di Tifa, gli elementi che fanno da contorno arricchiscono davvero il racconto, facendo persino del world building in quel di Midgar.
 
Per chi ama Final Fantasy VII

I racconti dunque procedono spediti e in qualche modo spingono il lettore a sfogliare una pagina in più di quanto inizialmente preventivato. L'universo creato da Nojima rimane comunque affascinante a prescindere dal media scelto e la voglia di scoprire cosa questo mondo riserva alle protagoniste è sicuramente tanta. Questo accade anche nel terzo capitolo, totalmente slegato dai primi due visto che essenzialmente si tratta di un racconto investigativo. Qui i ritmi si abbassano, mettendo più il punto su un percorso che cerca di far luce, da un punto di vista esterno, su quanto accaduto a Aerith e alla madre Ifalna. Benché il più corto dei tre, questa parte è essenziale per scoprire i dietro le quinte della Shinra sugli studi dei Cetra e il ruolo della fanciulla sin dalla tenera età.



Venendo alla parte più 'fisica' del romanzo, J-POP ha fatto sicuramente un ottimo lavoro, a cominciare dalla sovra-copertina praticamente identica alla versione originale giapponese. La qualità dei materiali è decisamente sopra la media per volumi di questo tipo, una qualità che si nota anche nella traduzione a cura di Loris Usai. Come detto inizialmente, passare dai videogiochi al romanzo e viceversa avviene con naturalezza non solo per lo stile di scrittura adottato ma anche per l'uniformità di termini e situazioni che ormai conosciamo molto bene. Non è una cosa così scontata come sembra. A un prezzo di 18€, è un bel volume di 394 pagine (formato 14x21 brossurato) da mettere in bella mostra insomma.
 
Un passaggio naturale tra videogioco e romanzo
Final Fantasy VII Remake: Traces of Two Pasts è un romanzo destinato quasi esclusivamente ai fan del franchise vecchi e nuovi e da questo punto di vista funziona, regalando nuovi elementi sul passato di Tifa e Aerith da integrare con quanto raccontato nei videogiochi. È anche un buon volume da avere tra le mani, un 'pezzo' di Final Fantasy VII da sfogliare e da unire a Final Fantasy VII: On The Way to a Smile visto lo stile univoco delle copertine.
Lo stile adottato lo rende molto scorrevole e quasi user friendly, prendendo come riferimento il pubblico più giovane. Ma visti i temi trattati, un target costituito anche da adulti e un media differente dal videogioco, la narrazione avrebbe meritato un po' più di profondità, proprio per elevare ancor di più quanto vissuto nel Remake e in Rebirth. Rimane comunque un'opera da avere se siete tra i fan più agguerriti di Final Fantasy VII.

Final Fantasy VII Remake: Traces of Two Pasts 

Sebbene si siano incontrate solo pochi giorni prima, durante la sconvolgente sequenza di eventi che ha condotto alla loro fuga dalla città di Midgar, Aerith e Tifa hanno già stretto una timida amicizia, basata sulla fiducia e sul rispetto reciproci. Mentre proseguono l’avventura con i loro compagni di viaggio Cloud, Barret e Red XIII, le due donne si aprono sempre più l’una all’altra, scambiandosi storie del loro passato. Un romanzo emozionante e a tratti commovente, che approfondisce e dà maggiore spessore ai personaggi del videogioco di culto Final Fantasy VII Remake.

Opera:  Final Fantasy VII Remake: Traces of Two Pasts
Editore: JPOP
Nazionalità: Italia
Data pubblicazione: 12/06/2024
Prezzo: 18,00 €


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Final Fantasy VII Remake: Traces of Two Pasts € 18.00 JPOP