Creare un titolo con una forte componente emotiva non è affatto semplice, ognuno di noi reagisce in maniera diversa a stimoli e sensazioni e ciò che può commuovere qualcuno potrebbe non smuovere un altro, eppure negli anni ci sono stati giochi che sono riusciti a sfondare questa barriera, proponendo storie che vanno a toccare nel profondo dell'animo umano per un motivo o per un altro, degli esempi lampanti in ambito tripla A possono essere sicuramente Persona 5 oppure God of War Ragnarök, che andando a toccare tematiche moderne e proponendo personaggi molto umani hanno smosso i cuori di tanti giocatori, nel panorama indie certamente questa cosa non è da meno ed anche grazie alla community sono diventati degli stabili titoli come Omori oppure Undertale (e perché no, anche un po' Hollow Knight); quando si parla di questa tipologia di prodotto ci piace sempre menzionare Dreamscaper, titolo che pochi conoscono ma rientra perfettamente nei canoni delle produzioni sopracitate, ecco giocare a Dungeons of Hinterberg, il titolo di debutto del duo viennese di Microbird Games, ci ha riportato alla mente le stesse sensazioni, aggiungendoci anche una spruzzata della tematica centrale del mai troppo considerato Soul di casa Disney, ma al di fuori dell'anima c'é anche una base solida?
Con zaino e spada in spalla ci siamo avventurati per diverse ore nello splendido panorama alpino ed oggi siamo qui proprio per rispondere a questa domanda nella nostra recensione dedicata
 
L'opera di Microbird è un prodotto che parlerà sicuramente all'anima di tanti giocatori

La premessa narrativa di Dungeons of Hinterberg vede come protagonista Luisa, una giovane avvocatessa di circa 25 anni bloccata mentalmente in un loop di insoddisfazione e costante accumulo di fatica dal suo lavoro che decide, proprio per sfogarsi un po', di intraprendere una vacanza di circa un mese ad Hinterberg, un pittoresco villaggio situato nel cuore delle Alpi nel quale l'attrazione principale è... la caccia ai mostri, il paesello è infatti un luogo dove la realtà e la magia si incontrano senza soluzione di continuità e la maggior parte dei turisti che si recano lì lo fanno per diventare Slayer, esploratori dei 25 dungeon apparsi misteriosamente che brulicano di mostri ispirati al folklore alpino, qui la nostra protagonista non solo deciderà di amalgamarsi alla cultura locale tentando la sfida proposta da questi luoghi misteriosi, ma (anche grazie alla moltitudine di abitanti del luogo) inizierà un percorso di crescita personale che la porterà a riflettere sulle sue scelte di vita.
 
Capiterà spesso di fermarsi per ammirare il paesaggio

Quando il gioco venne presentato per la prima volta il team di sviluppo lo definì "Persona 5 incontra The Legend of Zelda" e possiamo confermare che sia un'affermazione più che calzante, le nostre giornate saranno infatti scandite dal passare dei momenti dal primo pomeriggio (siamo pur sempre in vacanza, la mattina si dorme), passando per la sera ed arrivando alla notte, nella prima fase dovremo infatti decidere quale dei quattro hub disponibili esplorare (scegliendo tra un paesaggio collinare, un'enorme foresta, delle montagne innevate ed una misteriosa palude) per raggiungere uno dei dungeon scelti o perché no, trovare un punto scenico dove trascorrere la giornata in tutta calma, durante la sera invece si passerà alla componente social, tramite la mappa potremo sapere al volo quali abitanti saranno disponibili al dialogo e decidere se intraprendere o meno una conversazione con loro e, come da tradizione, progredire con i loro legami sbloccherà tantissime cose utili, tra cui statistiche extra, soldi, nuovi slot per gli accessori o meccaniche utili al completamento come la possibilità di aprire gli scrigni chiusi a chiave, infine una volta calata la notte torneremo nella nostra stanza d'albergo, dove potremo infilarci subito sotto le coperte oppure passare del tempo in altre attività (venendo a patti con il fatto che il giorno dopo saremo più stanchi e meno performanti).
Come da titolo ovviamente la ciccia della produzione arriva però nel momento in cui si varca la soglia di uno dei dungeon, tutti diversi tra loro (anche se presenti nello stesso hub) e che ci metteranno di fronte a sfide di vario genere, il paragone con le avventure dell'Hylian dal cappello verde non è sbagliato in quanto ogni hub ci donerà due incantesimi diversi (proiettili di vento, tornadi, palle esplosive, raggi di ghiaccio e tanto altro) che potranno essere usati sia in combattimento che per risolvere i molteplici enigmi, una palla esplosiva è un'eccellente attacco da scatenare contro i nostri nemici ma al tempo stesso un perfetto contrappeso per attivare degli interruttori lontani, il raggio di ghiaccio ci farà distruggere in poco tempo i nostri avversari ma al tempo stesso potrà essere usato a mo' di "sega improvvisata" per tagliare diverse parti dello scenario, più volte ci siamo dovuti fermare a riflettere su cosa fare ma non tanto da considerare l'esperienza frustrante ed una volta che si iniziano a mettere insieme i "pezzi del puzzle" si prova un enorme senso di soddisfazione; purtroppo non si può risolvere tutto con la materia grigia e spesso ci toccherà affrontare le ondate di mostriciattoli che pullulano i dungeon, qui non ci sarà compagna solo la nostra magia ma anche la nostra fida spada nonché i Charm (talismani per ottenere effetti e statistiche passive) e gli Attack Conduit (vere e proprie supermosse a ricarica), inoltre Luisa potrà contare su un intero set di armatura (costituito da corpetto, spallacci e leggins) ed in tal senso gli sviluppatori sono stati molto furbi introducendo un sistema di statistiche sociali intrinseco anche nell'equipaggiamento, proprio come accade nella serie Atlus infatti parlare con gli abitanti e sviluppare i nostri legami ci farà progredire in cinque statistiche diverse e certi pezzi di equipaggiamento raddoppieranno la loro potenza qualora raggiungessimo un certo valore di una statistica, ciò spinge anche a tenere alcuni pezzi apparentemente inutili ma che in futuro potrebbero diventare davvero forti; un sistema simile è inoltre dedicato anche alle spade, quelle ritrovate nei dungeon potrebbero essere infatti coperte di liquame ed inutilizzabili ma grazie all'aiuto di un determinato npc diventare degli ottimi investimenti futuri; insomma una pletora di sistemi che si incastrano perfettamente tra di loro.
 
Il titolo non ha paura nel trattare temi delicati della vita quotidiana di un giovane adulto

Dal punto di vista tecnico siamo rimasti davvero sorpresi, nonostante si stia parlando di un titolo di debutto sviluppato da appena due persone il colpo d'occhio è davvero gradevole, con tinte pastello a far da padrone all'estetica generale e paesaggi montani resi maestosamente (che a tratti ci hanno ricordato il sempre adorabile "A Short Hike"), nella parte cittadina è purtroppo presente un vistoso problema di pop-up, che tuttavia abbiamo ritenuto più una scelta stilistica per rendere credibile il viavai del paesello; grande cura è stata inoltre riposta su ciò che abbiamo citato all'inizio, ossia la tematica del "ritrovare sé stessi", più volte durante la produzione infatti Luisa metterà a nudo i suoi sentimenti, rivelando una persona stanca della vita e che, come molti giovani adulti oggigiorno, credeva che a 25 anni si sarebbe già sentita realizzata e "arrivata al capolinea", per poi scoprire che la vita non è così tutta rosa e fiori come credeva, attraverso i vari personaggi che andremo a conoscere la produzione riesce a raccontare in maniera profonda un problema tanto radicato quanto poco considerato della società moderna, un burnout di cui tanti soffrono ma si vergognano quasi a parlarne per non risultare deboli perché "tanto questa è la vita", facendo riflettere il giocatore e portandolo sempre di più a pensare "Forse non è mai troppo tardi per rinascere e ricominciare", attraverso un viaggio di circa 15 ore che non risulta mai ripetitivo o fuori luogo.

 
Raccontare un delicato problema della società moderna proponendo al contempo una produzione sempre fresca e divertente non è un'impresa facile, soprattutto in un titolo di debutto, eppure siamo convinti che gli sviluppatori abbiano fatto un centro quasi perfetto: Dungeons of Hinterberg prima di essere funzionale e divertente è un'opera fatta con il cuore, una mistura di due generi che si amalgamano perfettamente proponendo una sorta di "Persona/Zelda-like" (passateci il termine) che non solo intrattiene dall'inizio alla fine ma riesce anche a smuovere qualcosa nella coscienza del giocatore, soprattutto se chi lo gioca rientra in un'età tra i 25 ed i 35 anni, in tal senso forse il più grande rammarico è che il titolo sia disponibile solamente solo su Xbox e PC (anche se probabilmente non ci vorrà molto prima di vederlo su altre console), ma a tutti i possessori delle sopracitate incitiamo caldamente a prenotare la loro vacanza estiva sulle Alpi, fidatevi che non ve ne pentirete.