Da oggi comincerò ad esprimere i miei pensieri anche io sotto forma di editoriali, esattamente come da tempo faccio nelle nostre live su Twitch. Quindi perchè non cominciare con una delle polemiche che hanno interessato il nostro FumettoMondo in questa sonnacchiosa estate 2024? L'annuncio di una fiera del fumetto in Toscana all'inizio di agosto ha davvero fatto discutere, come tante volte sta capitando negli ultimi anni con eventi dichiaratamente "comics and games" pronti a mettere sui manifesti Rocco Siffredi o la signorina Silvani di Fantozzi. Questa volta l'argine polemico è stato infranto con la strobazzata sui social che l'ospite in questione, quello da copertina della fiera, era nientepopodimeno che Wanna Marchi, noto personaggio della Tv ma soprattutto condannata per bancarotta fraudolenta, truffa aggravata e associazione per delinquere.
Il tempo di postare questa cosa e giù di decine e decine di messaggi indignati, di chi giustamente oltre a chiedere lumi sulla presenza di codesto personaggio a una fiera comics, protestava anche sul valore stesso di questo ospite. Un personaggio così può essere la copertina di una kermesse che richiama giovani e famiglie?

Io davvero non so gli organizzatori e chi cura la comunicazione di questo evento cosa potessero pensare al momento con questo annuncio, a volte credo davvero che certe gaffe vengano fatte con l'intento di pubblicizzare gratis l'evento stesso ("Non importa se quello che viene detto faccia bene o male, limportante è che si dica qualcosa”) e così alla fine è stato fatto passare: "siamo toscani, si scherza!". Niente più Wanna Marchi, buttiamola sul ridere.

A parte tutta la pantomima piuttosto farsesca, io credo che ormai si sia superato un limite da dove difficilmente si potrà tornare indietro. Vera o no la faccenda. 
Una volta esistevano poche e dedicate kermesse a cui tutti gli appassionati cercavano di andare perchè erano le uniche occasioni per cercare di incontrare i loro autori preferiti, trovare numeri dei loro fumetti che in un'epoca pre internet erano difficili da trovare e magari incontrare altri appassionati.


Chi si ricorda Expocartoon a Roma? 





Oggi l'essere "nerd" (quanto odio questa etichetta) è un brand da vendere da Primark con tanto di maglietta di Dragon Ball a 7 euro. Tutti vogliono il loro pezzetto di serie tv, videogioco o anime ma non sono certo disposti a farsi il viaggio a Lucca o Napoli. Ecco quindi la fiera prêt-à-porter, pronta a portarti quello che vuoi, se non sotto casa almeno a una mezz'ora d'auto da te e non importa se in un polo fieristico, un parco o addirittura tra i negozi di un centro commerciale.
Possiamo definirlo ormai un business che negli ultimi anni è davvero esploso in termini di eventi. Alcune citta, neanche troppo grandi (vedi Pescara o Pordenone) riescono ad avere più eventi pop/nerd (chiamiamoli così) durante l'anno. Due weekend fa siamo arrivati ad avere 6/7 eventi "comics" in tutta Italia negli stessi giorni.
Eventi che ovviamente, nella maggior parte dei casi, vanno dalla festa simil rionale all'evento medio in un polo fieristico, con più o meno sempre le stesse cose: bancarelle con materiale il più delle volte non originale, qualche cosplayer che fa colore (e magari la sempre chiacchierata "gara"), il doppiatore ormai sdoganato dall'essere "una voce nell'ombra" e il concerto finale con il personaggio legato al mondo delle sigle dei cartoni di un tempo (di solito sempre gli stessi due). Qualche volta c'è dello spazio dedicato realmente al fumetto, si va dalla presenza di un paio di disegnatori (di solito del posto e a costo 0) a una vera e propria artist alley. Diciamolo però, chi va a queste fiere del fumetto gli frega il relativo.
Ecco quindi che per differenziarsi dalla ormai tanta concorrenza e dal fatto che certi oggetti ormai li trovi pure nei centri commerciali, le organizzazioni di questi eventi devono trovare qualcosa...o qualcuno che possa portare gente a pagare un biglietto da 10 euro o più (e di conseguenza attirare gli standisti a venire a pagare il loro spazio vendite). Non basta più invitare il fumettista, anche perchè quelli di richiamo (sia italiani che stranieri) non sono facili da coinvolgere, quindi si va sul personaggio pop, quello che fa parlare nel bene o nel male. Il tipo che ha fatto un meme, il personaggio tv o addirittura l'attore/attrice porno come è successo più volte con Rocco Siffredi e recentemente con Malena La Pugliese.
Non ci sono solamente questi, fortunatamente, abbiamo visto che in alcune realtà si è arrivati a portare attori anche importanti legati a titoli comunque dell'immaginario pop. In altre occasioni si è portato anche l'animatore o il fumettista giapponese a fiere più "di provincia" dando modo anche a chi non riesce ad andare a fiere più grandi e famose, di avere il loro disegno e autografo.
 


Resta comunque il fatto che ormai, al di là di (pochissimi) eventi totalmente indirizzati solo al fumetto come ARF a Roma, e di realtà talmente grandi e importanti da essere comunque parte del calendario di quasi tutti gli addetti ai lavori, come Lucca e Napoli, buona parte delle kermesse che sistematicamente vediamo in giro per lo stivale sono semplicemente il corollario di un business più esteso che dalla pandemia in poi ha portato non pochi introiti a chi è stato veloce e intuitivo nel piazzarsi nel posto giusto.
Come tutte le ondate di interesse però, queste tendono a stabilizzarsi, dopo aver fatto tanto fragore. Questo sta capitando in ogni ambito, ne parlerò a breve anche dal punto di vista manga, e certamente le fiere comics non possono sottrarsi a tutto questo. Troppe, sempre più costose e francamente troppo simili tra loro come dicevo. Non posso che prevedere un ridimensionamento e una diminuzione che farà vincere chi avrà il bacino di fan più interessati e l'organizzazione che avrà trovato la migliore via per accontentarli anche in futuro. 

In tutto questo il fumetto e l'animazione avrà però sempre e comunque un ruolo, nella migliore delle ipotesi, di comprimario. Resto dell'idea che non bisogna uscirne e anzi rilanciare la propria presenza dove c'è interesse e seguito, come appunto a Lucca e a Napoli. Credo però che sia giunto anche il momento che si cerchi di di creare anche dei propri spazi, attinenti a propri standard. Perchè il fumetto e l'animazione non sono (almeno in buona parte) fenomeni da baraccone da mettere in un circo mediatico, sono anche cultura. Non dimentichiamolo!