Se state apprezzando e amando le nuove produzioni dello Studio Gonzo, in onda su MTV, come Last Exile e Full Metal Panic, non potete non vedere Blue Submarine Number 6, ovvero il primo titolo in cui il popolare studio di produzione ha gettato le basi di quello stile che ancor oggi lo rende riconoscibile ed apprezzato. Ci troviamo di fronte ad un titolo di fantascienza, con ambientazione simile a Waterworld o a Aika, per restare in campo animato, ovvero in un futuro in cui il livello del mare si è di molto alzato e alcune città sono state sommerse. Ovviamente con i due titoli sopra citati condivide solo questo, poi prosegue per una strada tutta sua, ma ne parleremo nella sezione trama :-p
In realtà lo spunto per l’opera è dato da un manga degli anni ’60, di Satoru Ozawa, che tuttavia presenta una trama abbastanza diversa (ammetto di non averlo letto di persona…). Fatto sta che vi era l’occasione per Gonzo di produrre un titolo alla Super Atragon (edito in Italia grazie a Yamato Video), ovvero con uno stile e un mecha di stampo retrò. La scelta invece è stata esattamente opposta, ovvero un massiccio uso di computer grafica. In realtà Blue Submarine N. 6 è interamente realizzato al computer, dai disegni, alla colorazione e ovviamente alle frequenti sequenza in 3D. Nonostante gli anni, che in questa tecnologia sono molto significativi, il risultato è tutt’ora buono. Per allora, considerando che stavamo parlando di una serie OAV e non un film, era davvero notevole. Indubbiamente il 2D non si amalgama perfettamente con il 3D, ma complice un buon uso delle telecamere e un’astuta regia, si ottiene il risultato desiderato.
Per saperne di più e per vedere qualche immagine dell'anime e dell'edizione italiana, cliccate qui.
In realtà lo spunto per l’opera è dato da un manga degli anni ’60, di Satoru Ozawa, che tuttavia presenta una trama abbastanza diversa (ammetto di non averlo letto di persona…). Fatto sta che vi era l’occasione per Gonzo di produrre un titolo alla Super Atragon (edito in Italia grazie a Yamato Video), ovvero con uno stile e un mecha di stampo retrò. La scelta invece è stata esattamente opposta, ovvero un massiccio uso di computer grafica. In realtà Blue Submarine N. 6 è interamente realizzato al computer, dai disegni, alla colorazione e ovviamente alle frequenti sequenza in 3D. Nonostante gli anni, che in questa tecnologia sono molto significativi, il risultato è tutt’ora buono. Per allora, considerando che stavamo parlando di una serie OAV e non un film, era davvero notevole. Indubbiamente il 2D non si amalgama perfettamente con il 3D, ma complice un buon uso delle telecamere e un’astuta regia, si ottiene il risultato desiderato.
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