E così alla fine mi sono guardato Angel Beats!, tredici episodi conclusi da pochissimo: uno degli anime tv di quest'Estate 2010.
Perché l'ho fatto? Principalmente volevo farmi un'idea di quel che gira attualmente in Giappone come animazione mainstream.
Che poi Angel Beats!, andato in onda a notte fonda, non so quanto si possa chiamare mainstream, almeno come target. È vero che, nella e per la sua fascia oraria, ha ottenuto ascolti notevoli, ma non è certo un "anime di massa". Sempre che, in questi tempi di mercati ipersegmentati, esistano ancora degli "anime di massa", almeno escludendo quelli per un pubblico di giovanissimi (Doraemon) e/o famiglie (Sazae-san, Chibi Maruko-chan, ecc).
Ma Angel Beats! a suo modo si può definire mainstream, per estetica e contenuti: la sua proposta non ha alcun intento avanguardista, è del tutto disinteressata a discorsi formali, è interamente, saldamente e smaccatamente inquadrata negli stilemi dell'animazione giapponese odierna, che vuole dare al pubblico tutto ciò che questo vuole senza rompere troppo gli orizzonti d'attesa.
Cosa non necessariamente negativa.
Dal trailer, che ha contribuito a incuriosirmi, tutto questo già si capiva, ma sembrava lasciare anche intuire che Angel Beats! si componeva sì di stilemi stracollaudati, ma almeno sfruttati come si deve per le loro potenzialità. Stilemi stracollaudati, quelli propri all'animazione giapponese: la fusione tra dettaglio quotidiano e ipotesi fantastica, la cura nella costruzione delle scene, nella scelta dei tempi, il valore dei silenzi e delle pause, il ricorso indovinato a espedienti simbolisti ed espressionisti, e la capacità di assemblare tutto ciò per creare momenti di grande drammaticità, un po' esasperati se visti con distacco, ma comunque dotati di una loro potenza espressiva.
Insomma, da Angel Beats! mi aspettavo un menù privo di sorprese, ma comunque cucinato come si deve e ben condito.
Purtroppo, si sa che i trailer spesso sono ingannevoli sopra ogni cosa: avrei trovato poco di ciò che attendevo, ed è bastata una manciata d'episodi per capirlo.
Preciso che dell'attuale scena televisiva giapponese animata guardo poco, se non pochissimo, e molto lo conosco per spizzichi e/o notizie di seconda o terza mano. Dopotutto, come già detto, è anche quello il motivo per cui ho provato ad assaggiare Angel Beats!. Ma è anche per avvertire che ciò che segue sono opinioni che magari risulteranno assai azzardate o ovvie, specie in un'ottica di contestualizzazione più ampia.
Ebbene! Angel Beats! è sì animazione giapponese attuale che più tale non si può, ma non nel senso positivo del termine: più che media è mediocre, più che buona è banale. Lasciamo perdere il fatto che, dicono i più informati, la protagonista sia un rip off di quella de La malinconia di Suzumiya Haruhi; e che la somiglianza tra i due titoli non si fermi neanche qui... Lasciamo perdere gli elementi ultrapop, tipo concerti di ragazz(in)e con i capelli color gomma da masticare incastrati piuttosto a forza (i concerti, non i capelli) nella sceneggiatura, con l'unico scopo di offrire luccicanti coreografie fanservistiche (intendendo fan service nel senso ampio del termine, ovviamente...).
Anzi, no, questi ultimi, i momenti musicali, bisogna precisare che hanno comunque una loro forza, sono ben allestiti almeno come esempi di certa estetica ultrapop-kawaii, cifra di lettura fondamentale per/di tanta adolescenza contemporanea (quella che si ritrova su blogz e pagine facebook coloratissime e piene di stelline, faccine e caratteri speciali); estetica qui, in questi momenti di Angel Beats!, realizzata e concretizzata con cura notevole ed efficace, per quanto ovviamente laccatissima nella superficie.
Il problema di Angel Beats! semmai è l'inevitabile ambientazione scolastica, per l'ennesima volta interpretata come microcosmo chiuso (cosa vista almeno sin dagli anni Ottanta...); sono i personaggi che, quand'anche già non somigliassero un po' troppo a quelli del succitato Suzumiya Haruhi, replicano le gallerie di stereotipi dell'animazione giapponese passata e soprattutto moderna, comprensiva di ragazza bamboloide semi-inespressiva e dai capelli azzurro-lillà, già vista in molti altri anime, ma che a quanto pare ancora oggi tanto accende e commuove il pubblico giapponese (o certo pubblico giapponese). Il problema è un umorismo fracassone, a volte surreale, a volte molto corporale, ma soprattutto malissimo calibrato, strabordante oltre i limiti entro cui sarebbe stato più sensato contenerlo.
La storia sarebbe anche potuta essere interessante.
Il protagonista si ritrova, senza memoria, gettato in un aldilà scolastico, una sorta di purgatorio fatto di aule, mense e campi sportivi, con alcuni studenti a formare un fronte armato per ribellarsi a dio che, si presume, dietro le quinte tira le fila di questo mondo che presenta parecchi lati oscuri ed enimmi irrisolti. Non male, dài, come idea di partenza.
Angel Beats! avrebbe potuto aspirare a essere uno Haibane Renmei più leggero e scanzonato, ritmato e colorato, senza tuttavia rinunciare anche a dramma e riflessione.
E invece no. Già ho detto che l'umorismo farsesco va a fagocitare gran parte dello spazio disponibile. Aggiungiamo una trama affetta in più momenti dalla sindrome del groviera. E per finire più che dramma in Angel Beats! c'è melodramma e patetismo strappalacrime, alimentati da un tipico protagonista in odor di santità, privo di macchia se non quella di eccessive ingenuità e bontà; da patemi vari di marca popolaresca, quelli fatti d'ambientazioni ospedaliere e malattie incurabili; da messaggini morali in stile pubblicità progresso.
La fattura tecnica? Sì, ok, Angel Beats! da questo punto di vista sa difendersi, peccato che:
1) La qualità è parecchio altalenante. E non mi riferisco alle inevitabili fluttuazione tra episodi, o al fatto che le scene clou siano, ovviamente, quelle più pompate. No. Il punto è che non puoi, a pochi secondi di distanza, alternarmi volti o personaggi curati e dettagliati con altri inguardabili e tirati via alla peggio. La cosa si nota, e tanto, e non va bene.
2) Com'è tipico di molta animazione giapponese otaku-oriented, l'alta fattura tecnica è soprattutto fatta di un manierismo minuzioso ma molto impersonale. Ad esempio fondali perfettini, rifiniti, ma sostanzialmente anonimi. Un anonimato stilistico che, pescando parecchio (se non erro) nell'estetica delle visual novel, tenta di colmare le sue carenze espressive con luci al tramonto esasperate, colori caldi caldi e via dicendo, che però non fanno che rinforzare l'aria da melodramma artefatto di cui sopra.
Concludendo: Angel Beats! è da buttare? Anche questo l'ho già detto: in Giappone la sua fetta di successo l'ha avuta (e anche nel pubblico internettaro italiano, a quanto pare); evidentemente buona parte del pubblico ha avuto facilità ad accettare il suo gioco, la sua offerta di lacrime e risate. Visto con distacco, si conferma soprattutto, se non quasi unicamente, come un esemplare rappresentativo di determinate tendenze attuali, e per certi tratti anche di lungo periodo, dell'animazione giapponese. Non fosse per questo, però, non sarebbe granché memorabile, anzi.
Riassumendo: umorismo disimpegnato tendente al farsesco, piccoli melodrammi con lezioni di bontà incorporate, e una certa cura nel dettaglio grafico. Quello che dopotutto gli anime hanno più o meno sempre proposto. Rivolgendosi e sapendo parlare, bene o male che sia, a un pubblico adolescenziale (generale o di nicchia); cosa che, questo sì vale la pena notarlo, l'animazione nel resto del Mondo non è praticamente ancora e mai riuscita a fare...
Perché l'ho fatto? Principalmente volevo farmi un'idea di quel che gira attualmente in Giappone come animazione mainstream.
Che poi Angel Beats!, andato in onda a notte fonda, non so quanto si possa chiamare mainstream, almeno come target. È vero che, nella e per la sua fascia oraria, ha ottenuto ascolti notevoli, ma non è certo un "anime di massa". Sempre che, in questi tempi di mercati ipersegmentati, esistano ancora degli "anime di massa", almeno escludendo quelli per un pubblico di giovanissimi (Doraemon) e/o famiglie (Sazae-san, Chibi Maruko-chan, ecc).
Ma Angel Beats! a suo modo si può definire mainstream, per estetica e contenuti: la sua proposta non ha alcun intento avanguardista, è del tutto disinteressata a discorsi formali, è interamente, saldamente e smaccatamente inquadrata negli stilemi dell'animazione giapponese odierna, che vuole dare al pubblico tutto ciò che questo vuole senza rompere troppo gli orizzonti d'attesa.
Cosa non necessariamente negativa.
Dal trailer, che ha contribuito a incuriosirmi, tutto questo già si capiva, ma sembrava lasciare anche intuire che Angel Beats! si componeva sì di stilemi stracollaudati, ma almeno sfruttati come si deve per le loro potenzialità. Stilemi stracollaudati, quelli propri all'animazione giapponese: la fusione tra dettaglio quotidiano e ipotesi fantastica, la cura nella costruzione delle scene, nella scelta dei tempi, il valore dei silenzi e delle pause, il ricorso indovinato a espedienti simbolisti ed espressionisti, e la capacità di assemblare tutto ciò per creare momenti di grande drammaticità, un po' esasperati se visti con distacco, ma comunque dotati di una loro potenza espressiva.
Insomma, da Angel Beats! mi aspettavo un menù privo di sorprese, ma comunque cucinato come si deve e ben condito.
Purtroppo, si sa che i trailer spesso sono ingannevoli sopra ogni cosa: avrei trovato poco di ciò che attendevo, ed è bastata una manciata d'episodi per capirlo.
Preciso che dell'attuale scena televisiva giapponese animata guardo poco, se non pochissimo, e molto lo conosco per spizzichi e/o notizie di seconda o terza mano. Dopotutto, come già detto, è anche quello il motivo per cui ho provato ad assaggiare Angel Beats!. Ma è anche per avvertire che ciò che segue sono opinioni che magari risulteranno assai azzardate o ovvie, specie in un'ottica di contestualizzazione più ampia.
Ebbene! Angel Beats! è sì animazione giapponese attuale che più tale non si può, ma non nel senso positivo del termine: più che media è mediocre, più che buona è banale. Lasciamo perdere il fatto che, dicono i più informati, la protagonista sia un rip off di quella de La malinconia di Suzumiya Haruhi; e che la somiglianza tra i due titoli non si fermi neanche qui... Lasciamo perdere gli elementi ultrapop, tipo concerti di ragazz(in)e con i capelli color gomma da masticare incastrati piuttosto a forza (i concerti, non i capelli) nella sceneggiatura, con l'unico scopo di offrire luccicanti coreografie fanservistiche (intendendo fan service nel senso ampio del termine, ovviamente...).
Anzi, no, questi ultimi, i momenti musicali, bisogna precisare che hanno comunque una loro forza, sono ben allestiti almeno come esempi di certa estetica ultrapop-kawaii, cifra di lettura fondamentale per/di tanta adolescenza contemporanea (quella che si ritrova su blogz e pagine facebook coloratissime e piene di stelline, faccine e caratteri speciali); estetica qui, in questi momenti di Angel Beats!, realizzata e concretizzata con cura notevole ed efficace, per quanto ovviamente laccatissima nella superficie.
Il problema di Angel Beats! semmai è l'inevitabile ambientazione scolastica, per l'ennesima volta interpretata come microcosmo chiuso (cosa vista almeno sin dagli anni Ottanta...); sono i personaggi che, quand'anche già non somigliassero un po' troppo a quelli del succitato Suzumiya Haruhi, replicano le gallerie di stereotipi dell'animazione giapponese passata e soprattutto moderna, comprensiva di ragazza bamboloide semi-inespressiva e dai capelli azzurro-lillà, già vista in molti altri anime, ma che a quanto pare ancora oggi tanto accende e commuove il pubblico giapponese (o certo pubblico giapponese). Il problema è un umorismo fracassone, a volte surreale, a volte molto corporale, ma soprattutto malissimo calibrato, strabordante oltre i limiti entro cui sarebbe stato più sensato contenerlo.
La storia sarebbe anche potuta essere interessante.
Il protagonista si ritrova, senza memoria, gettato in un aldilà scolastico, una sorta di purgatorio fatto di aule, mense e campi sportivi, con alcuni studenti a formare un fronte armato per ribellarsi a dio che, si presume, dietro le quinte tira le fila di questo mondo che presenta parecchi lati oscuri ed enimmi irrisolti. Non male, dài, come idea di partenza.
Angel Beats! avrebbe potuto aspirare a essere uno Haibane Renmei più leggero e scanzonato, ritmato e colorato, senza tuttavia rinunciare anche a dramma e riflessione.
E invece no. Già ho detto che l'umorismo farsesco va a fagocitare gran parte dello spazio disponibile. Aggiungiamo una trama affetta in più momenti dalla sindrome del groviera. E per finire più che dramma in Angel Beats! c'è melodramma e patetismo strappalacrime, alimentati da un tipico protagonista in odor di santità, privo di macchia se non quella di eccessive ingenuità e bontà; da patemi vari di marca popolaresca, quelli fatti d'ambientazioni ospedaliere e malattie incurabili; da messaggini morali in stile pubblicità progresso.
La fattura tecnica? Sì, ok, Angel Beats! da questo punto di vista sa difendersi, peccato che:
1) La qualità è parecchio altalenante. E non mi riferisco alle inevitabili fluttuazione tra episodi, o al fatto che le scene clou siano, ovviamente, quelle più pompate. No. Il punto è che non puoi, a pochi secondi di distanza, alternarmi volti o personaggi curati e dettagliati con altri inguardabili e tirati via alla peggio. La cosa si nota, e tanto, e non va bene.
2) Com'è tipico di molta animazione giapponese otaku-oriented, l'alta fattura tecnica è soprattutto fatta di un manierismo minuzioso ma molto impersonale. Ad esempio fondali perfettini, rifiniti, ma sostanzialmente anonimi. Un anonimato stilistico che, pescando parecchio (se non erro) nell'estetica delle visual novel, tenta di colmare le sue carenze espressive con luci al tramonto esasperate, colori caldi caldi e via dicendo, che però non fanno che rinforzare l'aria da melodramma artefatto di cui sopra.
Concludendo: Angel Beats! è da buttare? Anche questo l'ho già detto: in Giappone la sua fetta di successo l'ha avuta (e anche nel pubblico internettaro italiano, a quanto pare); evidentemente buona parte del pubblico ha avuto facilità ad accettare il suo gioco, la sua offerta di lacrime e risate. Visto con distacco, si conferma soprattutto, se non quasi unicamente, come un esemplare rappresentativo di determinate tendenze attuali, e per certi tratti anche di lungo periodo, dell'animazione giapponese. Non fosse per questo, però, non sarebbe granché memorabile, anzi.
Riassumendo: umorismo disimpegnato tendente al farsesco, piccoli melodrammi con lezioni di bontà incorporate, e una certa cura nel dettaglio grafico. Quello che dopotutto gli anime hanno più o meno sempre proposto. Rivolgendosi e sapendo parlare, bene o male che sia, a un pubblico adolescenziale (generale o di nicchia); cosa che, questo sì vale la pena notarlo, l'animazione nel resto del Mondo non è praticamente ancora e mai riuscita a fare...
Autore: Yupa
complimenti all'autore della recensione, molto ben scritta.
Non critico nessuno per i loro gusti, questo lo chiarisco perchè spesso i flames sono dietro l'angolo, semplicemente dopo 5 episodi l'ho mollata perchè a me non piace.
Se la avessero sviluppata meglio, magari in 26 episodi, parlando del passato di tutti i personaggi (la maggior parte sono inutili) sarebbe stato un bell'anime da guardare. Peccato.
Non che non mi abbia emozionato in quei pochi episodi, ma ci voleva qualcos'altro. Peccato, davvero...
Mi sono trovato d'accordissimo con molti concetti, che vanno a riprendere i difetti e gli "stratagemmi" di molte delle serie mainstream odierne. Grande!
<i>melodramma e patetismo strappalacrime, alimentati da un tipico protagonista in odor di santità</i>
Quello che fa piangere le femminucce
<i>luci al tramonto esasperate, colori caldi caldi e via dicendo</i>
Come quelli di Clannad e altre serie del genere che cercano di mascherare la piattezza di fondo accecando lo spettatore
<i>Il problema è un umorismo fracassone, a volte surreale</i>
Lo odio, quel tipo di "umorismo" (?). No, non posso chiamarlo tale, piuttosto lo chiamerei "antipatia".
<i>videntemente buona parte del pubblico ha avuto facilità ad accettare il suo gioco, la sua offerta di lacrime e risate</i>
Infatti il problema è sempre la fetta più grande di pubblico, quello tonto e facilmente assoggettabile, di cui non penso ci libereremo mai, ahimé.
Complimenti vivissimi al recensore, la lettura mi ha completamente rapito e sono rimasto molto colpito sia dallo stile sia dal lessico!
Mi fa ridere il commento "recensione troppo soggettiva", per il semplice motivo che NON è soggettiva ma analizza tutti gli elementi descrivendoli, poi per forza bisogna avere un punto di vista per parlare di qualcosa (anche cercando di distaccarsene, sempre punto di vista è), e una volta che prende in esame tutti gli elementi e non solo quelli che servono a elogiare o criticare un'opera, allora non è poi così soggettiva. Poi per carità, si può tranquillamente contraddire alcuni punti e non essere d'accordo, ma da qui a dire che è troppo soggettiva ce ne passa...
Almeno in Byousoku avevano senso di esistere.
Comunque concordo con RyOgo sulla questione della soggettività, soprattutto quando è raro leggere recensioni così esaurienti.
Andando nel merito non condivido granchè le argomentazioni espresse nella recensione stessa. L'unico punto che mi vede in parte d'accordo è il frequente cambio di registro tra allegro e drammatico (senza il prefisso melo) ma solo perchè l'anime nella sua interezza resta a lungo in bilico fra i due senza fare una "scelta di campo" decisa. Non ci ho visto però ruffianaggini verso il pubblico (forse con me non hanno funzionato).
Per il resto:
- Discutibile l'accostamento caratteriale/cromatico fra Tenshi e gli altri personaggi. Conoscendo però solo Rei l'unico punto comune è semmai la componente "angelica". E inoltre il personaggio di Haruhi non mi pare avere i capelli ne azzurri ne lillà <img class="emoticons" src="/images/Emoticons/doubt.gif" alt="" title=":|">
- I concerti (o la componente pop in generale) forze restano cosa a se nell'anime ma comunque lo impreziosiscono...
- L'impianto tecnico a me è parso ottimo in ogni parte dell'opera. Ci sono molti colori caldi? Non si gradiscono? De gustibus... (personalmente non ho preferenze nette per gamme croatiche fredde o calde che siano, navigo "a vista"...)
- Opinabile alquanto il link alla pagina delle recensioni qui su AnimeClick. A me ha dato una sensazione di snobbosa classificazione.
E comunque al citato link c'è pure la mia recensione... <img class="emoticons" src="/images/Emoticons/sweatingbullets.gif" alt="" title="-.-">
...Avanti il prossimo <img class="emoticons" src="/images/Emoticons/smile.gif" alt="" title=":-)">
P.S. Solo una cosa sono sicuro di poterla affermare senza stare da nessun lato: "Il problema di Angel Beats! semmai è l'inevitabile ambientazione scolastica" --> e allota ??? Vabbè ora dobbiamo dire che tutti gli anime con un ambientazione scolastica sono banali perchè ce ne sono altri ? Ho capito che per te non è l'unico elemento negativo però direi che mettere come difetto che sia un anime scolastico non mi sembra il massimo
@Ryogo: Non voglio iniziare a discutere quindi SCUSA se non metto le motivazioni, però trovo che in più punti si possa definire soggettiva.
@metal: "Be', non capisco perché tutti diano per scontato che se qualcuno critica una serie vuol dire necessariamente che questa non gli piaccia" --> Io penso che dipenda da <B> come </B> la si critica ed il tuo modo di criticarla fa sembrare proprio che non ti piaccia.
Io no, chissà perché.
<i>[...]; cioè, parlare in maniera normale no?</i>
Magari è quella la maniera normale di parlare, o dovrebbe esserlo. E comunque a imparare parole nuove ci si arricchisce ampliando il proprio vocabolario. Si comincia da casa e albero e si finisce ad arzigogolato e gargantuesco.
Comunque, parlando d'altro, la critica è l'analisi e il giudizio di qualcosa in base alle sue caratteristiche e a tutte le sue componenti. Poi può essere positiva o negativa, o essere sia l'una sia l'altra in percentuali. D'altronde quasi ogni prodotto ha lati buoni e altri meno buoni. Pochi titoli sono eccellenti o pessimi in toto.
<i>[...] ma non sopporto le cose che vogliono per forza essere ciniche e che continuano a raccontare che il mondo e' cattivo, violento e senza speranza.</i>
Ma il mondo è proprio cattivo, violento e senza speranza. Quella si chiama arte verità, o arte veritiera. Bello sarebbe il mondo di batuffoli di bambagia e di cioccolata. Peccato che la bambagia e il cioccolato siano altro.
In ogni caso, bella recensione, complimenti a Yupa che non mi ha annoiato, e ce ne vuole.
In toto dico che:alcuni punti criticati,sono proprio motivi per cui molti l'hanno visto,hanno riso e si sono commossi,quindi sono punti che piacciono o non piacciono...
da quel punto di vista la recensione sembra soggettiva e molto personale.
Ma è anche vero che angel beats piace o non piace, a me è piaciuto. l'unica mancanza è il vuoto narrativo per colpa dei pochi episodi!
Peccato rinunciare a una discussione, comunque vorrei precisare che di certo non ritengo questa recensione "oggettiva", ma volevo sottolineare la differenza tra "un po' soggettiva" e il "troppo soggettiva" di cui sopra, tutto qui.
Per quanto riguarda Angel beats come ho già detto nella mia recensione è un anime che raggiunge a malapena la sufficienza ma con una colonna sonora davvero impressionante: le canzoni sono belle, altrochè.
Comunque come ho già detto sono d'accordo con ciò che dice la recensione, soprattutto sul <i>una trama affetta in più momenti dalla sindrome del groviera</i>.
L'unica cosa su cui sono in disaccordo (e tanto anche) è <i>capelli color gomma da masticare </i>.
Yupa, stiamo parlando di anime, ci sono cose che nella realtà non esistono, se eliminiamo i capelli colorati tanto vale eliminare anche superpoteri e robottoni... oltretutto nei disegni può capitare che i personaggi siano disegnati con la stessa tecnica e quindi che si assomiglino tra di loro, per questo intervengono in aiuto i capelli che riescono a diversificare il volto di una persona. Infatti, parlando appunto di Angel Beats!, se provate a togliere i capelli ai personaggi maschili farete grande fatica a riconoscerli. Per questo è bene variare tra pettinature e colore dei capelli.
"Ti sei guardato" e non hai guardato Angel Beats!
C'è talmente tanto di te in quanto hai scritto che la presunta oggettività che alcuni ti attribuiscono m'è parso vederla fuggire impaurita.
Dove sarebbe sancito che la comicità debba seguire dei precisi schemi o essere dosata in precisi modi?
Forse non è una comicità che ti convince...forse più che rompere il ritmo narrativo della storia, rompeva il "tuo" ritmo percettivo.
Mi piacerebbe comprendere anche in che termini tu intenda Angel Beats! banale, può darsi tu faccia riferimento alle tematiche ormai "comunemente" trattate da tanti prodotti
contemporanei o all'uso di personaggi stereotipati, ma allora dovresti smettere di guardare animazione e anche di uscire dalla tua stanza...
Tendenzialmente siamo soggetti ad utilizzare euristiche che ci semplifichino la vita, è naturale che la nostra visione della realtà non possa sfuggire totalmente agli stereotipi,
questi sono in noi, come puoi sperare che non esistano in un prodotto umano?
Potranno essere più o meno velati, ma anche un personaggio che può sembrarti costruito nel modo più "umano" possibile, uno di quelli "a tutto tondo", si muove in un contesto
ben definito, ha uno specifico compito, e soprattutto resterà impresso nella tua memoria in una ben precisa maniera, che poi tu ritenga l'uso di chara di questo genere più "intriganti"
di types monocorda è ancora una volta un tuo punto di vista.
Giuro che pensare allo staff impegnato nella realizzazione di quest'opera, dai designer ai doppiatori, infangato da tutti quelli che dicono "che schifo!"
o a tutti quelli che ti ringraziano per la recensione dicendo che dopo questa non lo guarderanno mai, mi sento quasi male....
E poi credi che sia destinato ad un pubblico di adolescenti?
Forse sono proprio i "grandi" che avrebbero maggior bisogno di fare le piccole riflessioni che quest'opera propone e porle alla base del vivere sociale...
e sia questi che i loro figli, la vita avrebbero bisogno di pensarla oltre che viverla.
Un protagonista banale, dei co-primari banali, un messaggio banale e moralista?
Ben vengano, ce n'è bisogno, perchè se il "non banale" è diventato "voglio fare la soubrette" e "voglio fare il calciatore", o "sono fiero che mia figlia mostri il sedere in tv" e "mio figlio
contribuisca all'evoluzione della specie calciando un pallone" (o gli equivalenti nel mondo tutto)...ce n'è un estremo bisogno.
Ovviamente quanto da me scritto è solo una mia personalissima opinione, non una visione oggettiva di alcunché.
Angel Beats! Non mi è parso un capolavoro (ma questo cosa significherebbe poi?), ma credo abbia i suoi punti di forza, e di una cosa sono convinto...e la espongo come appello a tutti i lettori,
per criticare una cosa (come fa Yupa), almeno prima cercate di esperirla.
Una recensione, che faccia critica positiva o negativa, mai dovrebbe scoraggiare chi per qualche motivo era interessato ad un prodotto, parliamo anche di materiale che al momento è
scaricabile gratuitamente, e se il putno fosse "la perdita di tempo", ne "sperchiamo" già 1/3 dormendo non credo che qualche ora dedicata ad "assaggiare" un anime vi possa uccidere.
Jà
p.s.
Mi scuso, perché effettivamente sono stato un po' polemico e banale :look: xD
"mio figlio
contribuisca all'evoluzione della specie calciando un pallone" --> Questa frase è magnifica XD
E' molto, troppo soggettiva, obiettività che rasenta lo zero direi.
L'autore si è arrampicato sugli specchi con doppio salto mortale pur di trovare argomentazioni (deboli tra l'altro) per affossare quest'opera.
Forse io peccherei un pochino in senso opposto, quindi osannando un po' troppo quest'anime che...mi è piaciuto davvero tanto, dall'inizio alla fine. Hai i suoi difetti per carità, a questo mondo nulla e nessuno è perfetto ma... a leggere questa recensione si potrebbe fare una lunghissima lista di cose negative alle quali contrapporre qualcosa che ...si, dai...è quasi discreto...
No! Tremendo così...
Come giudizio personale ognuno è libero di apprezzare o disprezzare qualsiasi opera del creato ma sono del parere che una rece messa tra le scelte del sito non dovrebbe MAI essere tanto faziosa quanto questa.
Rispondo con 6 mesi di ritardo, colpa mia che non ho potuto seguire quest'opera a tempo debito.
Ora l'ho fatto e annovererò Angel Beats tra le mie opere preferite in assoluto (nel suo genere).
Ma stiamo scherzando.
Anzi, i personaggi di Angel Beats i loro traumi li hanno vissuti, e pure grossi.
Nell'aldilà hanno la possibilità di realizzare i loro sogni, di poter vivere la loro adolescenza interrotta, non c'è nessun finto buonismo o che.
Se vedi gli anime senza capirli ti consiglio di smetterla di fare recensioni. E soprattutto non criticare i personaggi per la loro originalità, ti faccio notare che Alan Moore prende vari supereroi banalissimi degli anni 40 per raccontare quel capolavoro di storia che è Watchmen.
La storia è ambientata nell'aldilà, non nel nostro mondo. Se loro si ribellano c'è un motivo, loro non hanno vissuto in un mondo buono, e penso che questo venga fatto capire ampiamente.
Comunque alla fine io quando l'ho guardato andavo in cerca di una storia strappalacrime. Sono colpevole! xD E penso che lo siano un po' tutti quelli che l'hanno apprezzato.
Il dramma spesso viene pompato, questo è vero... però, sai, quando questo genere di cose non viene pompato in quella maniera lo spettatore finisce per non farci neanche caso al fatto che è una cosa drammatica e pesante quella che ti sta dicendo l'anime.
Dopotutto non riesco a capire come una che ha perso mezza famiglia in 30 minuti possa dirlo col sorriso sulle labbra e soprattutto come potrebbe una che lo dice col sorriso sulle labbra, provare il desiderio di ribellarsi.
Alla fine anche le scene drammatiche hanno un ruolo importante nel contesto, perché solo in quel modo si capisce quanto abbiano peso sulla psiche del personaggio.
E poi, si sa, i Giapponesi hanno molto la tendenza a pompare le cose. Per capirlo basta anche leggere un libro di un autore Giapponese: spesso c'è la stessa melodrammaticità che c'è negli anime di questo tipo.
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