Una delle cose che più amo degli shonen d’azione/avventura è la loro incredibile varietà.
Ci sono storie ispirate ai film d’azione americani degli anni ’80 e storie ispirate all’antica storia dell’Asia, altre ispirate alla mitologia greca e altre a leggende o credenze orientali, altre ancora alla letteratura per ragazzi occidentale e altre a romanzi di fantascienza.
M.A.R. (Marchen Awakens Romance) di Nobuyuki Anzai trae ispirazione dalla letteratura infantile dell’Occidente, e nel particolare dalle favole e fiabe tipiche della nostra cultura europea.
La storia prende il via quando Ginta Toramizu, quattordicenne giapponese debole e sfigato ma dotato di un’incredibile fantasia, viene richiamato a M.A.R. Heaven, il mondo fantastico da lui sognato durante molte notti, allo scopo di difenderlo da un’oscura minaccia. La terribile Armata degli Scacchi sta infatti mettendo a ferro e fuoco quella bella landa incantata, assoggettando regni e castelli e facendo strage di innocenti. Ai pochi che ancora si oppongono non resta quindi che riporre le speranze in un’antica leggenda, che prevede la liberazione di M.A.R. Heaven per mano di un giovane giunto da un altro mondo… Durante la sua avventura, Ginta non sarà da solo, ma potrà avvalersi di un’arma eccezionale e praticamente unica nel suo genere, perché innanzitutto dotata di vita propria e di un caratterino mica da ridere: il bizzarro Babbo, un kendama senziente con baffetti alla D’Artagnan, strane particolarità e velleità da galantuomo d’altri tempi.
L’inizialmente tumultuoso rapporto tra i due compagni d’avventura si tramuterà ben presto in una profondissima amicizia.
Ginta potrà così contare su un aiuto d’eccezione e il nostro strampalato duo potrà dunque gettarsi in un’avventura letteralmente fantastica, a volte drammatica, a volte triste, a volte felice, a volte spensierata, a volte difficile ma senza dubbio degna d’essere vissuta.
Il mondo fantastico dove si svolge la storia permette all’autore di attingere a gran parte della narrativa fiabesca della nostra tradizione e non solo e di citare così, più o meno esplicitamente, tutta una serie di personaggi e situazioni a noi sicuramente noti sin dall’infanzia.
Abbiamo il pavido campagnolo Jack, esperto di giardinaggio e nell’uso delle piante come arma d’attacco, il cui sogno è quello di far crescere una gigantesca pianta che gli permetta di salire su fino in cielo, come il suo omonimo protagonista della fiaba di Jack e il fagiolo magico.
Abbiamo la dolce principessina Snow, capace di controllare i ghiacci, che viene braccata da una matrigna cattiva e si auto-infligge un sonno protettivo all’interno di un ghiacciaio, che ricorda palesemente Biancaneve (il cui nome originale, ricordiamo, è Snow White).
Abbiamo il prode guerriero Alan, rinchiuso per via di una maledizione nel corpo di un pavido cagnolino parlante.
Abbiamo una strega bella e misteriosa di nome Dorothy, capace di evocare un cane bestiale di nome Toto (e qui i riferimenti a Il mago di Oz sono palesi, direi).
Abbiamo il bel tenebroso Alviss, su cui grava un’orribile maledizione, e il ladro guascone Nanashi.
Abbiamo la perfida Raperonzolo che usa capelli allungabili a piacimento per combattere, abbiamo geni della lampada, spade spade delle mie brame a cui chiedere chi è la più bella del reame, casette di marzapane, fate, regine cattive, rocce parlanti, uccelli a tre teste, eserciti, briganti, zombi e lupi mannari, abbiamo un sistema di combattimento basato sugli Arm, singolari gioielli dotati di arcani poteri tutti differenti fra loro.
M.A.R., insomma, è il trionfo della fantasia, applicata a quella che possiamo senza alcun dubbio definire come una favola moderna a tutti gli effetti.
La storia non sarà originalissima, ma scorre via che è un piacere, magari anche troppo, rendendo la trattazione di certe vicende un po’ troppo semplicistica e alla trovata del “torneo” a squadre alla Yuu Yuu Hakusho per contrapporre i protagonisti e i malvagi magari si preferivano dei combattimenti meno lineari e più viaggi come nella prima parte della storia, ma, tutto sommato, va benissimo anche così.
La semplicità è la parola chiave di questo manga, che mostra una trama molto lineare e con colpi di scena non troppo elaborati, ma che questa trama la conduce in maniera eccellente, mostrandoci un uso molto personale dei combattimenti, che saranno molto variegati date le incredibili mille abilità di cui disporrà ogni personaggio, buono o cattivo che sia.
Molto buona è la caratterizzazione dei personaggi. Che sia facente parte dei buoni o dei cattivi, nessuno dei personaggi apparsi nella storia verrà abbozzato o dimenticato per strada, ma avranno tutti qualcosa da raccontare. Capiterà di affezionarsi a determinati personaggi della schiera dei cattivi, così come invece il gruppo dei buoni diventerà ben presto un gruppo di compagni con le cui vicende divertirsi lettura dopo lettura. Nessun aspetto della loro personalità verrà trascurato e tutti i nostri guerrieri del bene avranno un giusto approfondimento tramite combattimenti e flashback/spiegazioni sulla loro storia passata, una buona crescita psicologica e una giusta dose di power up combattivi. Spesso e volentieri, poi, ci intratterranno con gags semplici ma molto carine, il cui promotore principale sarà lui, Babbo, l’esilarante arma senziente convinta di essere un nobiluomo medievale. Azzardo che sia probabilmente lui l’elemento chiave di tutta la storia, nonché il personaggio più riuscito, simpatico e memorabile della stessa.
M.A.R. è simpatico, leggero e fiabesco, ma non rinuncia a trattare tematiche importanti e spesso profonde e drammatiche, seppur mascherate sotto un alone da fiaba, e lo fa con uno stile di disegno che personalmente ho trovato adorabile: semplice, pulito, schietto, caricaturale, piacevole all’occhio e capace di ritrarre mondi da fiaba e le creature più disparate rendendoli tutti alla perfezione nella loro diversità. I malvagi sono indubbiamente malvagi, ma sanno anche prestarsi a gags o essere ritratti in momenti di tenerezza e umanità, o mostrare un’incredibile versatilità nelle loro espressioni passando dal sorriso allo sguardo rabbioso, dall’espressione caricaturale da gag all’occhiata tenebrosa nel giro di un paio di vignette. Dal canto loro, i buoni sono altrettanto versatili nelle loro espressioni e sono ritratti in maniera molto umana e simpatica, che li rende empatici al lettore.
Dopo esser stato pubblicato e per due volte interrotto (a puntate sulla rivista Shogun, dove furono pubblicati i capitoli contenuti nel primo volume e mezzo e in monografico per dieci uscite sulle quindici totali) dalla Play Media Company, M.A.R. ritorna in Italia per GP Publishing che, siamo sicuri, finalmente renderà disponibile nella sua interezza l’opera del maestro Anzai (autore su cui GP Publishing punta molto, vista anche la pubblicazione dei suoi Mixim 11 e Crazy Maniax).
L’edizione proposta è assolutamente priva di lussi e ripresenta lo stesso, identico adattamento scorrevole e molto buono dei testi, dei dialoghi (la visione della serie animata in lingua originale mi lascia supporre che la parlata da galantuomo di Babbo sia un “surplus” del nostro adattamento, ma è una cosa che ho apprezzato davvero moltissimo) e delle onomatopee presente nella precedente pubblicazione.
[CERCAMANGA_MAR (Gp Kids)]
Ci sono storie ispirate ai film d’azione americani degli anni ’80 e storie ispirate all’antica storia dell’Asia, altre ispirate alla mitologia greca e altre a leggende o credenze orientali, altre ancora alla letteratura per ragazzi occidentale e altre a romanzi di fantascienza.
M.A.R. (Marchen Awakens Romance) di Nobuyuki Anzai trae ispirazione dalla letteratura infantile dell’Occidente, e nel particolare dalle favole e fiabe tipiche della nostra cultura europea.
La storia prende il via quando Ginta Toramizu, quattordicenne giapponese debole e sfigato ma dotato di un’incredibile fantasia, viene richiamato a M.A.R. Heaven, il mondo fantastico da lui sognato durante molte notti, allo scopo di difenderlo da un’oscura minaccia. La terribile Armata degli Scacchi sta infatti mettendo a ferro e fuoco quella bella landa incantata, assoggettando regni e castelli e facendo strage di innocenti. Ai pochi che ancora si oppongono non resta quindi che riporre le speranze in un’antica leggenda, che prevede la liberazione di M.A.R. Heaven per mano di un giovane giunto da un altro mondo… Durante la sua avventura, Ginta non sarà da solo, ma potrà avvalersi di un’arma eccezionale e praticamente unica nel suo genere, perché innanzitutto dotata di vita propria e di un caratterino mica da ridere: il bizzarro Babbo, un kendama senziente con baffetti alla D’Artagnan, strane particolarità e velleità da galantuomo d’altri tempi.
L’inizialmente tumultuoso rapporto tra i due compagni d’avventura si tramuterà ben presto in una profondissima amicizia.
Ginta potrà così contare su un aiuto d’eccezione e il nostro strampalato duo potrà dunque gettarsi in un’avventura letteralmente fantastica, a volte drammatica, a volte triste, a volte felice, a volte spensierata, a volte difficile ma senza dubbio degna d’essere vissuta.
Il mondo fantastico dove si svolge la storia permette all’autore di attingere a gran parte della narrativa fiabesca della nostra tradizione e non solo e di citare così, più o meno esplicitamente, tutta una serie di personaggi e situazioni a noi sicuramente noti sin dall’infanzia.
Abbiamo il pavido campagnolo Jack, esperto di giardinaggio e nell’uso delle piante come arma d’attacco, il cui sogno è quello di far crescere una gigantesca pianta che gli permetta di salire su fino in cielo, come il suo omonimo protagonista della fiaba di Jack e il fagiolo magico.
Abbiamo la dolce principessina Snow, capace di controllare i ghiacci, che viene braccata da una matrigna cattiva e si auto-infligge un sonno protettivo all’interno di un ghiacciaio, che ricorda palesemente Biancaneve (il cui nome originale, ricordiamo, è Snow White).
Abbiamo il prode guerriero Alan, rinchiuso per via di una maledizione nel corpo di un pavido cagnolino parlante.
Abbiamo una strega bella e misteriosa di nome Dorothy, capace di evocare un cane bestiale di nome Toto (e qui i riferimenti a Il mago di Oz sono palesi, direi).
Abbiamo il bel tenebroso Alviss, su cui grava un’orribile maledizione, e il ladro guascone Nanashi.
Abbiamo la perfida Raperonzolo che usa capelli allungabili a piacimento per combattere, abbiamo geni della lampada, spade spade delle mie brame a cui chiedere chi è la più bella del reame, casette di marzapane, fate, regine cattive, rocce parlanti, uccelli a tre teste, eserciti, briganti, zombi e lupi mannari, abbiamo un sistema di combattimento basato sugli Arm, singolari gioielli dotati di arcani poteri tutti differenti fra loro.
M.A.R., insomma, è il trionfo della fantasia, applicata a quella che possiamo senza alcun dubbio definire come una favola moderna a tutti gli effetti.
La storia non sarà originalissima, ma scorre via che è un piacere, magari anche troppo, rendendo la trattazione di certe vicende un po’ troppo semplicistica e alla trovata del “torneo” a squadre alla Yuu Yuu Hakusho per contrapporre i protagonisti e i malvagi magari si preferivano dei combattimenti meno lineari e più viaggi come nella prima parte della storia, ma, tutto sommato, va benissimo anche così.
La semplicità è la parola chiave di questo manga, che mostra una trama molto lineare e con colpi di scena non troppo elaborati, ma che questa trama la conduce in maniera eccellente, mostrandoci un uso molto personale dei combattimenti, che saranno molto variegati date le incredibili mille abilità di cui disporrà ogni personaggio, buono o cattivo che sia.
Molto buona è la caratterizzazione dei personaggi. Che sia facente parte dei buoni o dei cattivi, nessuno dei personaggi apparsi nella storia verrà abbozzato o dimenticato per strada, ma avranno tutti qualcosa da raccontare. Capiterà di affezionarsi a determinati personaggi della schiera dei cattivi, così come invece il gruppo dei buoni diventerà ben presto un gruppo di compagni con le cui vicende divertirsi lettura dopo lettura. Nessun aspetto della loro personalità verrà trascurato e tutti i nostri guerrieri del bene avranno un giusto approfondimento tramite combattimenti e flashback/spiegazioni sulla loro storia passata, una buona crescita psicologica e una giusta dose di power up combattivi. Spesso e volentieri, poi, ci intratterranno con gags semplici ma molto carine, il cui promotore principale sarà lui, Babbo, l’esilarante arma senziente convinta di essere un nobiluomo medievale. Azzardo che sia probabilmente lui l’elemento chiave di tutta la storia, nonché il personaggio più riuscito, simpatico e memorabile della stessa.
M.A.R. è simpatico, leggero e fiabesco, ma non rinuncia a trattare tematiche importanti e spesso profonde e drammatiche, seppur mascherate sotto un alone da fiaba, e lo fa con uno stile di disegno che personalmente ho trovato adorabile: semplice, pulito, schietto, caricaturale, piacevole all’occhio e capace di ritrarre mondi da fiaba e le creature più disparate rendendoli tutti alla perfezione nella loro diversità. I malvagi sono indubbiamente malvagi, ma sanno anche prestarsi a gags o essere ritratti in momenti di tenerezza e umanità, o mostrare un’incredibile versatilità nelle loro espressioni passando dal sorriso allo sguardo rabbioso, dall’espressione caricaturale da gag all’occhiata tenebrosa nel giro di un paio di vignette. Dal canto loro, i buoni sono altrettanto versatili nelle loro espressioni e sono ritratti in maniera molto umana e simpatica, che li rende empatici al lettore.
Dopo esser stato pubblicato e per due volte interrotto (a puntate sulla rivista Shogun, dove furono pubblicati i capitoli contenuti nel primo volume e mezzo e in monografico per dieci uscite sulle quindici totali) dalla Play Media Company, M.A.R. ritorna in Italia per GP Publishing che, siamo sicuri, finalmente renderà disponibile nella sua interezza l’opera del maestro Anzai (autore su cui GP Publishing punta molto, vista anche la pubblicazione dei suoi Mixim 11 e Crazy Maniax).
L’edizione proposta è assolutamente priva di lussi e ripresenta lo stesso, identico adattamento scorrevole e molto buono dei testi, dei dialoghi (la visione della serie animata in lingua originale mi lascia supporre che la parlata da galantuomo di Babbo sia un “surplus” del nostro adattamento, ma è una cosa che ho apprezzato davvero moltissimo) e delle onomatopee presente nella precedente pubblicazione.
Da parte mia, avendo letto in passato i dieci volumi pubblicati dalla Play Media Company, non posso che promuovere l’operato del buon Nobuyuki Anzai, autore dotato di gran fantasia e di una certa abilità nel disegno, e consigliare la lettura di questa bella storia ai lettori alla ricerca di un manga spensierato ma coinvolgente. Dovendo valutare quanto letto sinora, in attesa che GP Publishing superi i dieci volumi di cui sono già in possesso e mi faccia ritornare a sognare insieme a Ginta, non posso che assegnare a M.A.R. un bell’otto tondo tondo come la sua simpatica mascotte Babbo.
[CERCAMANGA_MAR (Gp Kids)]
Come al solito, complimenti a Kotaro per le belle recensioni che scrive
PS
Ma qualcuno che decida di pubblicare in monografico "power, she got game" no eh? <.<'
La recensione mi ha messo la pulce nell'orecchio, credo proprio che gli darò un'occhiata prima o poi, che io sappia c'è anche l'anime in arrivo si?
E' una lettura semplice e spensierata per un pubblico molto giovane, che essendo poco smaliziato avrà ben poco da lamentarsi, mentre per un lettore più navigato (e personalmente in 13 anni che leggo manga, di shonen di questo tipo ne ho letti a pacchi, e ben peggiori di M.A.R.) sarà un semplice divertissement disimpegnato e spensierato fra una lettura più impegnativa e l'altra.
Poi, beh, giustamente non a tutti possono piacere le stesse cose, ci mancherebbe! In ogni caso grazie per i complimenti!
@ Narutimate
L'anime '''''''dovrebbe''''''' essere trasmesso su Italia 1 prima o poi, dato che già l'anno scorso lo mandarono su Hiro.
Di certo non è il capolavorone ma di shonen fotocopia ce ne sono a migliaia in giro e molto spesso vanno bene o passano inosservato, MAR non appartiene a questa categoria o per lo meno non merita di esere demolito del tutto.
Oh se poi vi sentite sempre adulti e pronti a storie complesse ci sono i Seinen oppure Matsumoto...
Perchè in Giappone Fairy Tail, che è a mio avviso un fumetto di una banalità impressionante che copia e prende in prestito elementi dai clichès del suo stesso autore, oltre che di fumetti dello stesso genere contemporanei e precedenti senza apportare nulla di concretamente nuovo al genere, ha un sacco di successo?
(A me personalmente non piace, ma è un esempio come un altro, consono a quello che voglio dire, infatti adesso faccio un esempio su una serie che invece, pur essendo "già vista", mi piace)
Perchè in Giappone Pretty Cure, serie che segue i clichès del suo genere presentando a grandi linee qualcosa che hai già visto se hai visto Sailor Moon e riproponendo quasi sempre le medesime strutture narrative da otto anni a questa parte, continua ad avere successo?
E perchè allora M.A.R. (che in Giappone non è passato del tutto inosservato, dato che da una serie di 15 volumi hanno tirato fuori una serie televisiva di più di 100 puntate in cui hanno lavorato doppiatori di un certo peso come Banjou Ginga, Masaya Onosaka, Juurouta Kosugi e molti altri, nonchè videogiochi, merchandising e un seguito cartaceo) deve essere pesantemente criticato in quanto banale, quando invece storie più banali di lui (che ha uno stile di disegno personale, dei personaggi "pensati" in base a quello che l'autore - e non il pubblico medio - voleva narrare e una sua identità fatta di rimandi alla favolistica occidentale che altre opere non hanno) vengono lette, guardate e comprate senza alcun problema?
Il pubblico di M.A.R. (come quello di Fairy Tail o di Pretty Cure) è composto dai giovanissimi, che di certo non staranno ad attaccarlo di scarsa originalità (anche se a mio modesto parere il solo Babbo si mangia a colazione tutti i personaggi fighetti di altre storie ). Nessuno ci obbliga, noi più grandi e navigati, a leggerlo e ad apprezzarlo per forza, ma se il discorso vale per M.A.R. dovrebbe valere anche per molte altre opere che invece passano senza problemi... Cos'è che dà a queste altre opere l'immunità alle critiche? La pubblicazione su Jump? I personaggi fighi? Non è un caso che qualsiasi opera avesse dei personaggi fighetti e/o yaoiabili/adorabili da un pubblico femminile abbia avuto successo nel nostro paese, per quanto banale, infantile e/o stravista che fosse, mentre invece altre opere con un minimo di classe o originalità in più, ma che non avevano uno stile di disegno "alla moda", dei personaggi fighi (perchè magari i suoi personaggi sono quattordicenni con un aspetto da quattordicenni e non dei figoni che dimostrano dieci anni di più ) o che non fossero pubblicate su Jump e non fossero esageratamente famose su Internet sono state un flop, e penso a Yaiba, a Zatchbell, a Beet Vandel Buster o a La legge di Ueki.
M.A.R., come altre opere per un pubblico più giovane di noi, esiste, e non è che ora deve o può smettere di esistere solo perchè a noi non piace o perchè ci riteniamo troppo grandi per leggerlo. Per ogni sedicente adulto che lo snobba (legittimo, sia chiaro), ci saranno mille ragazzini che invece con lui si entusiasmeranno, in quanto ognuno di loro, nella sua vita, sarà un piccolo Ginta che non è bello nè affascinante, non è bravo negli sport, non ha amici e non riesce a dichiararsi alla ragazza che gli piace, ma ha un grande cuore e sogna, in cuor suo, di diventare un eroe.
M.A.R. è così, riesce perfettamente a parlare al suo pubblico. Leggere di Ginta mi ha ricordato a chiare lettere quel bruttissimo periodo della mia vita che son stati i dodici anni, in cui la mia vita scolastica era perfettamente simile a quella che vive Ginta nell'esordio della storia e magari, magari avessi potuto viaggiare in un mondo di fantasia di cui diventare l'eroe salvatore, quando avevo dodici anni!
Date M.A.R. a un dodicenne, e lo adorerà, perchè è fatto per i ragazzi di quell'età, ma non per questo la sua esistenza è deprecabile... Se ci si sente troppo grandi per leggerlo,liberissimi di farlo, basta ignorarlo, ma ricordiamoci che è scritto per un certo pubblico di una certa età e non per noi più grandi. Poi leggere una cosa nuova non fa male a nessuno, e M.A.R. potrà piacere o meno a un lettore più grande, ma non bisogna criticarlo solo perchè parla ai più giovani e noi non rientriamo nel suo target.
Dunque complimenti a Kotaro.
Quanto al titolo però passo, del resto tramite Kotaro ho già ottenuto un altro ottimo Shonen
Anche leggendo AnimeClick mi impressiono sempre di ome abbiano successo certi seinen che io invece considero estremamente di nicchia (e qualche volta nemmeno validi)
Per carità ognuno legga quello che vuole, ma attenzione perchè a parte Asano,Urasawa e qualche altro seinen "capolaovoro by Jpop" ci sono tante altre opere,con target diversi ma non per questo devono fare schifo.
Che poi tutta questa voglia di seinen...fossero almeno facili da capire passi,ma leggendo le recensioni degli utenti alla fine si commenta sempre trama,copertina,carta ed editore eppure certe opere meriterebbero ben di più
La non originalità non l'ho mai trovata un grosso difetto, non credo sia quella a inficiare la qualità di un'opera.
Non volevo mettere l'avere i personaggi fighi e lo stare su Jump in correlazione, ma era più un elenco di motivazioni, un "ha i personaggi fighi e/o sta su Jump"...
Di Anzai ho letto solo parte di M.A.R. (Mixim non mi interessava a livello di trama, Crazy Maniax lo recuperò più tardi e Flame of Recca, che mi interessa, non c'è ), ma non mi pare che ci siano tutti questi bei ragazzi, in questa storia (per fortuna ), ma che anzi il protagonista e i suoi amici (non tutti, ma buona parte) siano anzi ragazzini molto giovani e non tutti bellissimi (vedi Jack ).
Tranquillo, la risposta era parzialmente per Te e parzialmente per altri che condannavano lo stile di Anzai e le Jumpate in generale, entrambe cose che mi stanno a cuore e mi son sentito di difendere! Tant'è che ho espresso un parere grammaticalmente sconnesso e scorretto!
Grazie per avermi letto comunque!
complimentoni all'autore, piacevolissima come al solito
Ho letto il primo numero di MAR gentilmente offertomi a Lucca e l'ho trovato molto buono. Il mix di shonen/combattimento/fantasy è quanto di meno adatto a me possa esistere (o quasi), e tuttavia
Certo, gli spunti di partenza non presuppongono assolutamente nulla di sconvolgente, eccezionale o di innovativo; tutto è un po' già visto, dal ragazzino entusiasta e mangione, agli ideali un po' buonisti che lo muovono e che lo fanno "vincere", agli amici/nemici che incontra sul cammino, al percorso di crescita e così via, ma in qualche modo il volume si fa leggere in maniera estremamente scorrevole. Un buono spunto è di certo quello del richiamo alle fiabe occidentali, forse l'elemento che più mi ha attirato nel complesso, oltre al buon stile di disegno
Per farla breve, sono pienamente consapevole che questo NON è un manga che mi fa(rà) impazzire, non ha gli elementi per farlo; non è costruito su misura per me, eppure sono certa che può facilmente essere apprezzato da un pubblico di giovincelli (e non), senza tanto preoccuparsi del timore del "già visto".
Pollice assolutamente in su per il personaggio di Babbo; pur avendo letto finora poco, concordo sull'idea che possa essere "la chiave" della riuscita di questo manga ^^
Per quel che mi riguarda promuovo questo manga che mi ha (stranamente) favorevolmente colpito subito
Certamente è un manga semplice e a tratti infantile, eppure si legge con piacere, è scorrevole e divertente.
Nulla di particolarmente originale, ma lo trovo fatto bene, uno shonen puro, per un pubblico sicuramente giovane, per ora ben scritto e pertanto ne consiglio la lettura (io comunque ho quasi 35 anni ).
Insomma, nella sua semplicità, lo trovo una lettura molto buona e per cui la consiglio.
Ciao!
Tacchan
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