Il primo grande conflitto spaziale sperimentato dall'umanità fu quello combattuto tra la Federazione Terrestre e il principato di Zeon. Nell'ultimo anno di guerra si iniziò a fare un uso frequente dei Mobile Suit, armi mobili antropomorfe. Da allora è passato un decennio: Universal Century 0087, la discordia tra gli abitanti della Terra e quelli delle colonie spaziali continua ad alimentare il fuoco sotto la cenere. Le anime degli esseri umani non sono ancora state liberate dall'attrazione della gravità terrestre.
Così il narratore ci introduce A New Translation, mentre sullo sfondo una tuta spaziale di Zeon vaga sola per lo spazio infinito, simbolo delle guerre che sono state e che ancora devono essere.
Il primo Gundam era già una leggenda quando, nel 1985, a Tomino venne affidato il compito di realizzare un sequel del suo lavoro più importante. Il motivo era ovvio: Gundam era una miniera d'oro, e come tale andava sfruttato. Tomino non ne fu ovviamente entusiasta, specialmente considerando come la prima serie fosse stata pensata per essere autoconclusiva, e trasmise questo suo astio anche all'interno della nuova serie, cui lavorò col passare degli episodi sempre più controvoglia.
Mobile Suit Z Gundam prende il via sette anni dopo la conclusione della Guerra di un Anno, narrata nel primo Gundam, innestando accanto a vecchie conoscenze quali Char Aznable, Amuro Ray o Bright Noa un discreto numero di nuove figure di varia importanza nella storia, tra cui il nuovo protagonista quindicenne, Kamille Bidan.
La nuova serie, seppur presentando numerosi rimandi e similitudini col primo Gundam, risulta un'evoluzione della precedente sotto tutti i punti di vista. La nuova storia è decisamente più articolata della vecchia, che in fondo altro non era che il viaggio di una nave di secondaria importanza e del suo equipaggio ostacolati di volta in volta da un diverso nemico. In Z Gundam seguiamo invece le sorti della guerra tra l'A.E.U.G. ed i Titans molto più da vicino, a cui vanno presto ad aggiungersi altri due schieramenti a complicare la scacchiera complessiva, con battaglie e strategie decisamente più complesse; maggiore è anche il numero dei personaggi analizzati e delle relazioni che tra essi intercorrono e vengono indagati molto più in profondità la psicologia e l'evoluzione dei newtype, grazie all'inserimento di personaggi come Rosamia, Four o Sarah e al loro rapporto con Kamille.
Complice il crescente malessere di Tomino, la guerra nella serie Z va perdendo il perfetto equilibrio tra guerra come tomba dell'amore e della vita e guerra in quanto superamento del dolore e quindi crescita che caratterizzava la prima serie, a favore di un deciso inasprimento ed incupimento delle storie e vicende narrate nell'arco dei 50 episodi che compongono la serie.
Anche sul fronte tecnico le innovazioni sono degne di nota: abbandonati gli scontri lenti e statici della prima serie, Z Gundam segue prepotentemente la via tracciata da Macross e nella serie si assiste a numerosi combattimenti estremamente dinamici ed altamente spettacolari, tra decine di Mobile Suit impegnati in scontri spaziali, Mobile Armor trasformabili e piloti new-type di rara abilità.
Purtroppo Z Gundam, oltre ai numerosi pregi, presenta anche diversi difetti, dovuti in particolar modo all'incapacità di gestire al meglio una storia così complessa e un tale numero di personaggi importanti – è infatti lo stesso Tomino ad affermare di aver perso, ad un certo punto della serie, le fila delle serie – portando in alcuni casi ad incoerenze o forzature narrative. Tra queste non si può non citare l'entrata in scena di Paptimus Scirocco, personaggio inserito dal nulla nella scacchiera politica probabilmente per compensare lo scarso carisma dei nemici rispetto ai loro corrispettivi della prima serie (non solo come avversario di Kamille Jerid Messa sembra solo una pallida ombra della Cometa Rossa, ma anche l'accoppiata Bask Om-Jamitov a capo dei Titans non raggiunge minimamente il carisma politico della famiglia Zabi).
Così come era successo per il primo Gundam, anche della serie Z si decise di realizzare una trilogia cinematografica riassuntiva, Mobile Suit Z Gundam – A New Translation. A differenza della prima trilogia, che era stata realizzata solo un paio di anni dopo la conclusione della serie televisiva, tra la fine di Z Gundam e l'inizio di A New Translation passarono quasi due decenni. In due decenni tuttavia molte cose erano cambiate: era cambiato il mercato, era il cambiato il pubblico, era cambiata la tecnica di realizzazione degli anime, ma, cosa forse più importante di tutte, era cambiato Tomino.
Se già era stato estremamente difficile e non del tutto indolore riassumere i 43 episodi della prima serie in tre film di più di due ore l'uno, quasi impossibile sembrava accorpare i 50 episodi della serie Z in tre film di poco più di un'ora e mezza ciascuno, anche senza considerare la maggior complessità della trama e il maggior numeri di personaggi che questa serie poteva contare rispetto alla vecchia.
Ed infatti molti sono i cambiamenti apportati alla storia originale per permetterle di venire condensata in meno di cinque ore; innumerevoli sono i tagli, alcuni operati in modo sapiente, come l'eliminazione del 90% delle battaglie minori, anche un po' ripetitive, che occupavano quasi ogni episodio della serie, o di intere sottotrame di importanza minore quali il secondo ritorno di Kamille sulla Terra o le vicende legate a Rosamia Badan.
Per poter legare al meglio tra loro le scene non tagliate, Tomino e lo staff della trilogia optarono per la realizzazione di numerose sequenze inedite, caratterizzate da un nuovo character design e animazioni e colorazioni al passo coi tempi, in modo da intervallarle alle vecchie, appositamente modificate per adattarle al nuovo formato in 16:9. Se l'intenzione voleva essere una fusione di passato e presente nel rappresentare la doppia anima di questa trilogia, in grado di parlare agli spettatori di ieri come di oggi e quindi ancora perfettamente attuale dopo vent'anni, beh, il risultato è un fallimento; molto più efficace sarebbe stato ridisegnare e rianimare completamente i film, evitando così un continuo e fastidioso stacco tra scene vecchie e nuove.
Il primo film ci introduce il mondo come è diventato a sette anni di distanza dalla fine della Guerra di Anno, insieme ai nuovi personaggi e alle nuove potenze militari che si contendono la Terra e le colonie. Sebbene dei tre film questo sia quello che meno modifica la serie originale, con una netta prevalenza delle vecchie animazioni e un numero tutto sommato limitato di tagli, Eredi delle stelle risulta affrettato sia nella trattazione della psicologia dei personaggi principali che nelle motivazioni politiche alla base dell'attuale instabilità sociale e del conflitto in atto tra Titans e A.E.U.G., risultando, tuttavia, nel complesso più che sufficiente.
I problemi veri e propri iniziano col secondo film, Amanti, che raccoglie la nascita, l'evoluzione e, in alcuni casi, anche la conclusione di buona parte dei legami e delle relazioni che si vengono a formare tra i vari personaggi. Quelle che nella serie originale rappresentavano alcune delle vicende più significative per la crescita psicologia dei character diventano qui nient'altro che un collage di scene ed eventi malamente correlati tra loro, che non solo spezzano il ritmo della narrazione, lasciando, spesso e volentieri, spiazzato lo spettatore, ma anche privano quasi interamente la storia dell'impatto emotivo originario. Se quindi da un alto è stata una buona idea eliminare i vari tentativi dell'Argama di rimandare i suoi piloti nello spazio riducendo il numero degli scontri con i Titans, dall'altro i vari personaggi di Four Murasame, Rosamia Badan, Amuro, Berthorchka e la stessa Karaba escono pesantemente ridimensionati sia come carisma e caratterizzazione che come peso nella storia.
L'amore fa palpitare le stelle, il terzo e conclusivo film della trilogia, risulta indubbiamente il più interessante in quanto quello che maggiormente rielabora la storia principale. La scelta di modificare abbastanza pesantemente la storia risulta condivisibile considerando come dovesse, da solo, coprire quasi metà della serie totale. Per prima cosa, quindi, vengono eliminati il 90% degli scontri spaziali tra Mobile Suit, abbastanza ripetitivi bisogna ammettere, che caratterizzavano le puntate successive al ritorno di Kamille e compagni nello spazio, per dedicarsi principalmente agli scontri più importanti e decisivi della Guerra di Gryps. Vengono anche sintetizzati tutti gli incontri e i sotterfugi diplomatici atti ad ottenere i favori di Axis, mentre un ruolo di primo piano mantiene il personaggio di Sarah, la cui storia acquista indubbiamente maggior importanza rispetto a quelle degli altri newtype artificiali analizzati nella trilogia.
Mentre buona parte di queste modifiche furono attuate per cercare di condensare al meglio la storia in cinque ore circa, lo stesso non si può dire del nuovo finale, che non solo pone fuori continuity i vari sequel della serie Z come Gundam ZZ o Char's Counterattack, ma mostra chiaramente come sia evoluto (o involuto?) il pensiero del regista Tomino, ora non più ossessionato come un tempo dalla critica feroce e assoluta della figura dell' “anime-otaku” e nemmeno schiacciato ed oppresso da un mercato dell'animazione e del merchandising in cui faceva fatica ad integrarsi. Tomino lo Sterminatore non esiste più, ormai solo un ricordo di un passato in parte rinnegato, e il nuovo finale è la sintesi perfetta della nuova filosofia di pensiero abbracciata da Tomino, forse più canonica, di certo meno incisiva.
La trilogia cinematografica di Mobile Suit Z Gundam – A New Translation è il secondo appuntamento della collana Gundam Movies Collection, tramite cui l'editore Dynit punta a rilanciare la saga di Gundam in Italia. Esattamente come per la prima trilogia, anche A New Translation viene presentato in due versioni: standard e limited. La standard edition, una per film, è abbastanza essenziale, col semplice amaray e alcuni trailer come extra multimediali, al prezzo di 18€ l'uno. L'edizione da collezione, limitata a 2000 copie, si presenta invece in un elegante BOX contenente 3 confezioni DVD (i medesimi dell'edizione standard). Mentre gli extra multimediali non cambiano da quelli della standard, la differenza la fanno quelli cartacei: un libro di circa 200 pagine di schizzi e disegni preparatori (i cosidetti settei) e, soprattutto, l'Enciclopedia, un booklet di 70 pagine realizzato appositamente per l'edizione nostrana da uno dei massimi esperti italiani del settore. Al suo interno vi sono le descrizioni dei personaggi e dei mezzi di Z Gundam, interessanti approfondimenti su alcuni degli aspetti della trilogia (una contestualizzazione storica della serie, l'evoluzione della filosofia di Tomino, un riepilogo delle vicende tra le due serie, ecc...) e le interviste a Yoshiyuki Tomino, Keiichi Matsumura e Kunio Okawara in appendice. Il prezzo di tale edizione è di 80€.
Per quanto riguarda la qualità video e audio dei DVD siamo ai livelli lievemente inferiori a quelli della prima trilogia: il video è buono nonostante la presenza di un discreto rumore video, mentre l'audio in 5.1 svolge più che bene il suo compito. Ottimi traduzione ed adattamento, fedeli all'originale, annullando quindi le scelte eccessivamente “libere” effettuate in occasione della localizzazione italiana della serie televisiva ad opera di Mediaset.
Così il narratore ci introduce A New Translation, mentre sullo sfondo una tuta spaziale di Zeon vaga sola per lo spazio infinito, simbolo delle guerre che sono state e che ancora devono essere.
Il primo Gundam era già una leggenda quando, nel 1985, a Tomino venne affidato il compito di realizzare un sequel del suo lavoro più importante. Il motivo era ovvio: Gundam era una miniera d'oro, e come tale andava sfruttato. Tomino non ne fu ovviamente entusiasta, specialmente considerando come la prima serie fosse stata pensata per essere autoconclusiva, e trasmise questo suo astio anche all'interno della nuova serie, cui lavorò col passare degli episodi sempre più controvoglia.
Mobile Suit Z Gundam prende il via sette anni dopo la conclusione della Guerra di un Anno, narrata nel primo Gundam, innestando accanto a vecchie conoscenze quali Char Aznable, Amuro Ray o Bright Noa un discreto numero di nuove figure di varia importanza nella storia, tra cui il nuovo protagonista quindicenne, Kamille Bidan.
La nuova serie, seppur presentando numerosi rimandi e similitudini col primo Gundam, risulta un'evoluzione della precedente sotto tutti i punti di vista. La nuova storia è decisamente più articolata della vecchia, che in fondo altro non era che il viaggio di una nave di secondaria importanza e del suo equipaggio ostacolati di volta in volta da un diverso nemico. In Z Gundam seguiamo invece le sorti della guerra tra l'A.E.U.G. ed i Titans molto più da vicino, a cui vanno presto ad aggiungersi altri due schieramenti a complicare la scacchiera complessiva, con battaglie e strategie decisamente più complesse; maggiore è anche il numero dei personaggi analizzati e delle relazioni che tra essi intercorrono e vengono indagati molto più in profondità la psicologia e l'evoluzione dei newtype, grazie all'inserimento di personaggi come Rosamia, Four o Sarah e al loro rapporto con Kamille.
Complice il crescente malessere di Tomino, la guerra nella serie Z va perdendo il perfetto equilibrio tra guerra come tomba dell'amore e della vita e guerra in quanto superamento del dolore e quindi crescita che caratterizzava la prima serie, a favore di un deciso inasprimento ed incupimento delle storie e vicende narrate nell'arco dei 50 episodi che compongono la serie.
Anche sul fronte tecnico le innovazioni sono degne di nota: abbandonati gli scontri lenti e statici della prima serie, Z Gundam segue prepotentemente la via tracciata da Macross e nella serie si assiste a numerosi combattimenti estremamente dinamici ed altamente spettacolari, tra decine di Mobile Suit impegnati in scontri spaziali, Mobile Armor trasformabili e piloti new-type di rara abilità.
Purtroppo Z Gundam, oltre ai numerosi pregi, presenta anche diversi difetti, dovuti in particolar modo all'incapacità di gestire al meglio una storia così complessa e un tale numero di personaggi importanti – è infatti lo stesso Tomino ad affermare di aver perso, ad un certo punto della serie, le fila delle serie – portando in alcuni casi ad incoerenze o forzature narrative. Tra queste non si può non citare l'entrata in scena di Paptimus Scirocco, personaggio inserito dal nulla nella scacchiera politica probabilmente per compensare lo scarso carisma dei nemici rispetto ai loro corrispettivi della prima serie (non solo come avversario di Kamille Jerid Messa sembra solo una pallida ombra della Cometa Rossa, ma anche l'accoppiata Bask Om-Jamitov a capo dei Titans non raggiunge minimamente il carisma politico della famiglia Zabi).
Così come era successo per il primo Gundam, anche della serie Z si decise di realizzare una trilogia cinematografica riassuntiva, Mobile Suit Z Gundam – A New Translation. A differenza della prima trilogia, che era stata realizzata solo un paio di anni dopo la conclusione della serie televisiva, tra la fine di Z Gundam e l'inizio di A New Translation passarono quasi due decenni. In due decenni tuttavia molte cose erano cambiate: era cambiato il mercato, era il cambiato il pubblico, era cambiata la tecnica di realizzazione degli anime, ma, cosa forse più importante di tutte, era cambiato Tomino.
Se già era stato estremamente difficile e non del tutto indolore riassumere i 43 episodi della prima serie in tre film di più di due ore l'uno, quasi impossibile sembrava accorpare i 50 episodi della serie Z in tre film di poco più di un'ora e mezza ciascuno, anche senza considerare la maggior complessità della trama e il maggior numeri di personaggi che questa serie poteva contare rispetto alla vecchia.
Ed infatti molti sono i cambiamenti apportati alla storia originale per permetterle di venire condensata in meno di cinque ore; innumerevoli sono i tagli, alcuni operati in modo sapiente, come l'eliminazione del 90% delle battaglie minori, anche un po' ripetitive, che occupavano quasi ogni episodio della serie, o di intere sottotrame di importanza minore quali il secondo ritorno di Kamille sulla Terra o le vicende legate a Rosamia Badan.
Per poter legare al meglio tra loro le scene non tagliate, Tomino e lo staff della trilogia optarono per la realizzazione di numerose sequenze inedite, caratterizzate da un nuovo character design e animazioni e colorazioni al passo coi tempi, in modo da intervallarle alle vecchie, appositamente modificate per adattarle al nuovo formato in 16:9. Se l'intenzione voleva essere una fusione di passato e presente nel rappresentare la doppia anima di questa trilogia, in grado di parlare agli spettatori di ieri come di oggi e quindi ancora perfettamente attuale dopo vent'anni, beh, il risultato è un fallimento; molto più efficace sarebbe stato ridisegnare e rianimare completamente i film, evitando così un continuo e fastidioso stacco tra scene vecchie e nuove.
Il primo film ci introduce il mondo come è diventato a sette anni di distanza dalla fine della Guerra di Anno, insieme ai nuovi personaggi e alle nuove potenze militari che si contendono la Terra e le colonie. Sebbene dei tre film questo sia quello che meno modifica la serie originale, con una netta prevalenza delle vecchie animazioni e un numero tutto sommato limitato di tagli, Eredi delle stelle risulta affrettato sia nella trattazione della psicologia dei personaggi principali che nelle motivazioni politiche alla base dell'attuale instabilità sociale e del conflitto in atto tra Titans e A.E.U.G., risultando, tuttavia, nel complesso più che sufficiente.
I problemi veri e propri iniziano col secondo film, Amanti, che raccoglie la nascita, l'evoluzione e, in alcuni casi, anche la conclusione di buona parte dei legami e delle relazioni che si vengono a formare tra i vari personaggi. Quelle che nella serie originale rappresentavano alcune delle vicende più significative per la crescita psicologia dei character diventano qui nient'altro che un collage di scene ed eventi malamente correlati tra loro, che non solo spezzano il ritmo della narrazione, lasciando, spesso e volentieri, spiazzato lo spettatore, ma anche privano quasi interamente la storia dell'impatto emotivo originario. Se quindi da un alto è stata una buona idea eliminare i vari tentativi dell'Argama di rimandare i suoi piloti nello spazio riducendo il numero degli scontri con i Titans, dall'altro i vari personaggi di Four Murasame, Rosamia Badan, Amuro, Berthorchka e la stessa Karaba escono pesantemente ridimensionati sia come carisma e caratterizzazione che come peso nella storia.
L'amore fa palpitare le stelle, il terzo e conclusivo film della trilogia, risulta indubbiamente il più interessante in quanto quello che maggiormente rielabora la storia principale. La scelta di modificare abbastanza pesantemente la storia risulta condivisibile considerando come dovesse, da solo, coprire quasi metà della serie totale. Per prima cosa, quindi, vengono eliminati il 90% degli scontri spaziali tra Mobile Suit, abbastanza ripetitivi bisogna ammettere, che caratterizzavano le puntate successive al ritorno di Kamille e compagni nello spazio, per dedicarsi principalmente agli scontri più importanti e decisivi della Guerra di Gryps. Vengono anche sintetizzati tutti gli incontri e i sotterfugi diplomatici atti ad ottenere i favori di Axis, mentre un ruolo di primo piano mantiene il personaggio di Sarah, la cui storia acquista indubbiamente maggior importanza rispetto a quelle degli altri newtype artificiali analizzati nella trilogia.
Mentre buona parte di queste modifiche furono attuate per cercare di condensare al meglio la storia in cinque ore circa, lo stesso non si può dire del nuovo finale, che non solo pone fuori continuity i vari sequel della serie Z come Gundam ZZ o Char's Counterattack, ma mostra chiaramente come sia evoluto (o involuto?) il pensiero del regista Tomino, ora non più ossessionato come un tempo dalla critica feroce e assoluta della figura dell' “anime-otaku” e nemmeno schiacciato ed oppresso da un mercato dell'animazione e del merchandising in cui faceva fatica ad integrarsi. Tomino lo Sterminatore non esiste più, ormai solo un ricordo di un passato in parte rinnegato, e il nuovo finale è la sintesi perfetta della nuova filosofia di pensiero abbracciata da Tomino, forse più canonica, di certo meno incisiva.
La trilogia cinematografica di Mobile Suit Z Gundam – A New Translation è il secondo appuntamento della collana Gundam Movies Collection, tramite cui l'editore Dynit punta a rilanciare la saga di Gundam in Italia. Esattamente come per la prima trilogia, anche A New Translation viene presentato in due versioni: standard e limited. La standard edition, una per film, è abbastanza essenziale, col semplice amaray e alcuni trailer come extra multimediali, al prezzo di 18€ l'uno. L'edizione da collezione, limitata a 2000 copie, si presenta invece in un elegante BOX contenente 3 confezioni DVD (i medesimi dell'edizione standard). Mentre gli extra multimediali non cambiano da quelli della standard, la differenza la fanno quelli cartacei: un libro di circa 200 pagine di schizzi e disegni preparatori (i cosidetti settei) e, soprattutto, l'Enciclopedia, un booklet di 70 pagine realizzato appositamente per l'edizione nostrana da uno dei massimi esperti italiani del settore. Al suo interno vi sono le descrizioni dei personaggi e dei mezzi di Z Gundam, interessanti approfondimenti su alcuni degli aspetti della trilogia (una contestualizzazione storica della serie, l'evoluzione della filosofia di Tomino, un riepilogo delle vicende tra le due serie, ecc...) e le interviste a Yoshiyuki Tomino, Keiichi Matsumura e Kunio Okawara in appendice. Il prezzo di tale edizione è di 80€.
Per quanto riguarda la qualità video e audio dei DVD siamo ai livelli lievemente inferiori a quelli della prima trilogia: il video è buono nonostante la presenza di un discreto rumore video, mentre l'audio in 5.1 svolge più che bene il suo compito. Ottimi traduzione ed adattamento, fedeli all'originale, annullando quindi le scelte eccessivamente “libere” effettuate in occasione della localizzazione italiana della serie televisiva ad opera di Mediaset.
Se la trilogia cinematografica dedicata alla prima serie di Gundam riusciva, se non addirittura a migliorare, per lo meno a sintetizzare al meglio tutte le vicende della serie originale, lo stesso non si può dire di A New Translation, complice un minutaggio complessivo inferiore, un numero di episodi di partenza maggiore e una superiore complessità ed articolazione di storia e personaggi.
A New Translation più che un'opera a se stante è considerabile come un semplice riassunto della serie televisiva, e come tale può venire apprezzato al meglio solo da chi già conosce le vicende narrate; la visione è invece altamente sconsigliata ai neofiti, che farebbero certamente meglio ad orientarsi verso la serie originale del '85 – per poi magari passare ai film.
Perfetto suggello alla mediocrità dell'opera, la scelta di alternare senza soluzione di continuità vecchie e nuove animazioni.
A New Translation più che un'opera a se stante è considerabile come un semplice riassunto della serie televisiva, e come tale può venire apprezzato al meglio solo da chi già conosce le vicende narrate; la visione è invece altamente sconsigliata ai neofiti, che farebbero certamente meglio ad orientarsi verso la serie originale del '85 – per poi magari passare ai film.
Perfetto suggello alla mediocrità dell'opera, la scelta di alternare senza soluzione di continuità vecchie e nuove animazioni.
Recensione ottima come sempre, ovviamente Complimenti!
Speriamo Dynit ci faccia il favore di portarci un giorno quella, l'unica cosa che posso pensare con questi film è che tutti i soldi che ha usato per prendere loro poteva usarli, che ne so, per 08th MS Team o 0080
non sono un fan o un proselita della serie gundam e questo non è certo un segreto, ma solo per mia pigrizia mentale... appena avrò un po di tempo mi farò certamente una cultura riguardo tale saga che ha spopolato nel mondo per anni.
Di Gundam non sono un grande esperto, ho visto solamente la prima serie degli anni 80 e qualche puntata delle serie nuove però è un vero peccato perchè un film degno della prima serie sarebbe stato certamente ben accetto ( almeno da me). Sarà per la prossima volta.
Dal canto mio, sono più o meno della stessa idea, che la serie sia meglio, ma non me la sento nemmeno di stroncarlo a questi livelli. A me in fondo A New Translation è piaciuto. xD
@Micheles: pensa che per me, come numero di individualità, Z ha forse il miglior cast di tutte le serie gundamiche XD Camille lo trovo memorabile (otaku scazzato verso il suo mondo che matura clamorosamente via via che la guerra si fa più dura), così come la grintosa (e sexy) Emma Sheen, Char, Haman Karn (la più grande femmina mai inventata in un anime *_*)... Concordo che Tomino ha esagerato col numero di personaggi e non li ha gestiti benissimo, ma dal semplice punto di vista di quello che comunica, Z Gundam offre una regia spettacolerrima e più di un personaggio indimenticabile. Non per nulla è la mia serie gundamica preferita in assoluto (anche se ammetto che riguardo allo sviluppo finale non è tra quelle uscite fuori meglio, già il precedente 0079 e anche opere future come SEED sono state realizzate meglio, con minor difetti). Concordo che Ideon è, insieme a Gundam, la miglior serie tominiana in assoluto
Sul chara discordo profondamente, per me è l'apice dell'arte pittorica di Yas, eguagliata giusto da Venus Wars e Arion. Però in effetti qui viaggiamo su binari decisamente soggettivi.
"Amuro non fa una grande figura neppure lui"
Francamente mi stupirei del contrario. Intendiamoci, come personaggio mi piace molto e trovo che sia stato fatto un ottimo lavoro nella resa dei suoi conflitti interiori in MSG, ma come dire...
{Scusate, prendetela come un'osservazione estemporanea. Come ho già detto non ho ancora visto lo Z quindi parlo soltanto in base all'Amuro che ricordo da MSG }
Già riassumere una serie TV con un film è un'operazione commerciale solo per i fans, se a questa hanno aggiunto delle nuove animazione hanno accontentato la maggior parte degli appassionati.
Certamente sarebbe stato meglio avere tutto rifatto, però avranno fatto i loro conti.
Io sono più che soddisfatto del risultato finale in dvd.
A me l'Amuro della serie originale piace. Ha 15 anni, ci sta che non sia sicuro di se'. Nella serie Z ha 22 anni, e' un eroe di guerra, dovrebbe essere in qualche modo cresciuto. Invece si rinchiude nella sua prigione dorata e ce ne vuole per farlo uscire. Ho visto solo meta' serie, per cui puo' essere che andando avanti il personaggio migliori, ma per adesso non mi convince per nulla la storia sentimentale che sta iniziando.
Ci sta che sia così apatico.
Dopo una discreta titubanza mi sono avvicinato a Gundam vedendo la prima serie che stanno da poco trasmettendo su Italia 2, e nella mia ignoranza neanche sapevo che fosse stata doppiata in italiano anche questo seguito Z Gundam. Se dovessero trasmetterlo di seguito alla prima serie potrei pensare di vederlo.
Quanto a questi film posso solo dedurre che è meglio iniziare dalla serie televisiva
Qui mi trovo completamente d'accordo con te.
Infatti preferisco il Tomino depresso di ieri al Tomino di oggi.
Micheles, concordo assai poco con te. E' vero che Z Gundam TV ha dei difetti, come infatti scrivo nella rece, tuttavia tali difetti non ne fanno una serie mediocre, bensì fanno si che rimanga "solo" una delle serie più belle di sempre. Sono tanti piccoli difetti che uniti insieme finiscono per pesare abbastanza sul giudizio finale, tuttavia ritengo che Z Gundam abbia dei momenti altissimi che la prima serie se li sogna. Anche sul chara, pensa che appena ho visto il primo episodio di Z Gundam ho pensato quanto fosse spettacolare.
Anche per quanto riguarda i personaggi, ho trovato personaggi come Four Murasame, Sarah, Haman Karn e altri indimenticabili, e mi sono rimasti impressi anche più di quelli della prima serie. Ho apprezzato molto anche la caratterizzazione dei "vecchi": Char Aznable è gestito benissimo non solo all'inizio, in cui viene ripresa passo passo l'inizio del primo Gundam ma a parti invertite, ma anche nel proseguo sia nel suo rapporto con Haman Karn e Reccoa Longe che nel giocare sulle ombre e luci del suo personaggio, da cui per tutto l'anime sai che puoi aspettarti di tutto e non riesci mai a capire bene a chi realmente vada la sua fedeltà. Ed ho apprezzato moltissimo anche il personaggio di Amuro. Tutti ci aspettavamo di trovarlo come un eroe della federazione, magari generale o pilota di punta... e invece ce lo troviamo agli "arresti domiciliari" e ancora ossessionato dall'ombra di Lalah (cosa che ho trovato credibile, visto che, finita la guerra con Zeon ha avuto tutto il tempo per rendersi conto di quanto aveva fatto ed assumersi interamente le colpe delle sue morti). Non a caso dopo che rientra sul campo di battaglia diventa un po' più "cazzuto".
God87: vero, il personaggio di Jerid ha i suoi bei momenti (ed alla fine viene spontaneo anche provare pietà verso di lui), però come rivale principale del protagonista non lo ritengo al livello del primo Char (che era rivale principale di Amuro), non a caso nelle battute finale il suo posto viene preso da Scirocco (che al contrario lo è fin troppo XD). Il suo personaggio comunque è bellissimo, anche a rimarcare la tematica dell'incomunicabilità tra gli esseri umani data dalla guerra e l'inutilità di quest'ultima, come è bellissima la frase che gli dice Kamille alla fine.
P.S. in realta' non ce l'ho particolarmente con questa serie, e' contro Gundam Wing che ho un odio viscerale!
Comunque micheles alla fine terminare la visione di Z è cosa buona e giusta, non sarà perfetto ma per me ha dei picchi memorabili (tipo, coff coff, un certo discorso di Char...)
Facessero ancora oggi degli anime artisticamente validi come Z Gundam, ahinoi...
anch'io avevo notato questo "sofraffollamento" di personaggi che quindi vengono approfonditi di meno, nonchè la fastidiosa alternanza di animazioni vecchie e nuove; comunque nel complesso questi tre film mi sono piaciuti, anche se inferiori alla trilogia su MSG.
se tutti dicono che la serie del 1985 è molto meglio dei film allora non vedo l'ora che venga trasmessa su Italia2!
vola, Gundam!
La serie che più mi ha fatto soffrire è stato Wing, ci ho impiegato quasi un anno e mezzo a vederlo tutto (argh!), la mia preferita come t'ho detto è Z, che non è sceneggiato in modo omogeneo ma registicamente è così strabiliante che lo adoro comunque
Poi ovviamente amo più o meno tutta la roba UC, compreso ZZ (diciamo che m'è simpatico, ecco XD) ma esclusi MS IGLOO 2 e F91 . Victory è minestra riscaldata, però ha un finale eccellente che per me si avvicina all'intensità di quello di Ideon, te lo consiglio visto che anche te ami quella serie
...abilmente TRAVISATO nel doppiaggio italiano perchè Mazzotta pensava che gli americani l'avessero cannato, e e lo modificò (così si dice, per lo meno), e quel discorso nel film non c'è.
Ringraziamo tutti quanti per avere un tassello in meno in italiano (sperando che se Dynit farà i DVD mettano a posto almeno i sottotitoli)...
@micheles
Oltre all'Italia, ci fu anche la Corea del Sud, o almeno così scrivono nei booklet dei cofanetti.
Dov'è nata la mia passione per Gundam?
Non certo da Gundam Wing o dai manga di Kondo (inizialmente osceni, per poi diventare buoni ma ormai la frittata è fatta), ma vedendo il primo episodio allo stand della Wonderzone... mi recuperai il cofanetto Taiwan, coi sottotitoli osceni, per fortuna poi il manga di Kondo segue maniacalmente la serie TV e quindi potevo usare i manga come sottotitoli di riferimento...
N.B.
Fateci tornare ad usare i codici HTML!!!
Gundam è del '79, Z Gundam è dell'85.
E finora quasi tutti consigliano di iniziare dalla trilogia del primo Gundam, che taglia i filler e approfondisce alcuni aspetti...
Gia che ci sei guardati anche Astroboy, allora. Ma quello del 63, che ha influenzato un pò tutti gli anime venuti dopo....LOL
Ti viene detto che c'entra...
Per quanto riguarda la serie devo dire che sono rimasto un po' deluso, perchè il miglioramento sostanzialmente sta solo nei disegni, per il resto ha perso in tutti campi con i suoi antenati.
I personaggi sono molto più incisivi ed espressivi nella produzione dell''85... ma ormai tutta l'animazione recente soffre un pò di questo problema. Visi piatti, poche ombreggiature, forme del viso inesistenti o poco pronunciate, occhietti piccoli.
Bella rece Slanzard, anche se definire la prima serie come "in fondo altro non era che il viaggio di una nave di secondaria importanza e del suo equipaggio ostacolati di volta in volta da un diverso nemico" mi sembra un pò riduttivo e anche superficiale....
ciao, cmq è stato proprio un bel leggere......SIEG ZEON!!!
Si vede che ti piace passare le giornate ad intrometterti nelle polemiche altrui.
Non è necessario per godersi la serie, verissimo... ma è una polemica che TU hai tirato in ballo e ora te ne lamenti.
Inoltre la mia battuta era rivolta a Micheles.
Ti chiami Micheles per l'occasione?
Diciamo pure che hai questa abitudine di intrometterti anche quando non c'entri un piffero.
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