I mostri giapponesi, anzi chiamiamoli finalmente con il loro nome, i Kaiju, stanno avendo la loro bella visibilità a livello mondiale. Reclusi nelle serie e nei film di genere, sono rimasti per anni una prerogativa di un certo modo di fare intrattenimento giudicato "troppo nipponico", volutamente eccessivo, esagerato e stravagante. Solo Godzilla era riuscito ad emergere da questo crogiolo di inventiva, per il resto le tante raccapriccianti creature che vedevamo a decine dietro le vetrine dei Mandarake a Tokyo restavano per lo più senza nome e degne di interesse.
Nel 2024 invece abbiamo avuto un Oscar proprio al mitico re dei mostri nella sua più pura riscrittura giapponese e i kaiju stanno invadendo il cinema e il mondo dei fumetti, tanto occidentali che ovviamente orientali.
Ecco che quindi nel 2020 fa il suo debutto un manga shonen di Jump che diventa subito un fenomeno a livello mondiale. Gigantografie grandi come un palazzo in Francia, una metro di Milano tappezzata come fosse una fermata di Tokyo. Questo titolo diventa ben presto l'emblema del nuovo modo di fare comunicazione sul fumetto giapponese, che ormai tutti conoscono bene di cosa si sta parlando.
Dopo tanto clamore era ovvio che ci fosse altrettanta attesa per l'arrivo di Kaiju No. 8, anime tratto dall'omonimo manga di Naoya Matsumoto.

 
 
Il trentaduenne Kafka Hibino fa parte di una squadra speciale addetta allo smantellamento dei resti dei kaiju, che vengono uccisi dalle forze di difesa. Kafka è amico d'infanzia di Mina Ashiro; i due, tempo addietro, si promisero di entrare nel corpo delle forze di difesa e proteggere il Giappone dai kaiju. Hibino non riuscì a superare l'esame di ammissione, abbandonando i suoi sogni. Mina, mantenendo la promessa, divenne invece il capitano della III divisione del corpo delle forze di difesa.
Un giorno, Kafka affronta uno strano kaiju con il quale si fonde. Da quel momento il giovane acquisisce la capacità di trasformarsi nel kaiju numero 8, ottenendo particolari abilità.

Rilasciata dal 13 aprile al 29 giugno su Crunchyroll, questa serie ha offerto ad un pubblico internazionale, sempre affamato di titoli di questo genere, un'avvincente miscela di roboante azione mista a bei sentimenti, come nella più classica delle salse shonen nipponiche. Non può mancare ovviamente un protagonista simpatico e imbranato il giusto con cui empatizzare.
Kaiju No. 8, in sostanza, segue la storia personale di Kafka Hibino, un uomo apparentemente comune, che sogna di unirsi alle Forze di Difesa per combattere i mostruosi kaiju che minacciano l'umanità. Ormai troppo avanti con l'età e dopo diverse bocciature, il suo sogno sembra sul punto di svanire, ma la classica circostanza straordinaria farà sì che invece tutto il suo presente e il suo futuro possano prendere una piega inaspettata e terribilmente avvincente.

La narrazione bilancia abilmente momenti di azione intensa con scene più tranquille guidate dai personaggi, che aggiungono profondità e sfumature alla trama generale. 
Ciò che distingue Kaiju No. 8 è infatti la sua capacità di mantenere un perfetto equilibrio tra momenti di azione mozzafiato alternati a siparietti comici tipicamente japan style unita ad una narrazione lineare, per lo più basata sulla preparazione di chi dovrà affrontare il gravoso compito di difendere la popolazione da questi micidiali mostri dalle varie dimensioni.
La serie non si tira indietro dall'esplorare temi come coraggio, sacrificio e continua ricerca di soddisfazione dei propri sogni, anche se quasi da subito preme sul pedale dell'acceleratore, regalandoci scontri in serie che fanno l'occhiolino ai più recenti successi de “L’Attacco dei Giganti” o “Demon Slayer”, con rimandi neanche tanto nascosti.

 

Se proprio si deve trovare il pelo nell'uovo a questo ottimo blockbuster, è nella crescita personale dei vari protagonisti che invece risultano un po' tanto stereotipati, ma d'altronde è un problema un po' di tutte queste serie attuali che dedicano sempre meno tempo all'introspezione psicologica, ridotta a mala pena al protagonista. Come molti personaggi principali prima di lui, Kafka rientra ancora nella categoria del protagonista pateticamente mediocre con un forte senso di giustizia.
Il fatto che sia il tipico lavoratore sulla trentina (quindi lontano dai giovanissimi eroi classici dello shonen) e la flebile parte romantica che lo vede legato da una promessa indissolubile (per lui) con il Capitano (sua vecchia amica d'infanzia) consente infatti di empatizzare col personaggio e superare tutto il fanservice di tute, armi e percentuali di forza con cui viene infarcita la trama all'inizio. Kafka è l'emblema del fantozziano uomo qualunque, quotidianamente inondato di pezzi nauseabondi di carcasse di mostri, il risultato del suo ingrato lavoro da operaio come addetto allo smaltimento dei rifiuti kaiju.
 

Inutile dire che la produzione dell'anime sfrutta appieno il materiale cartaceo che traspone, regalando un'esperienza visiva tanto stimolante quanto esaltante. Non era facile ricreare certe azioni del manga, ma lo staff di produzione ha vinto la sfida, regalandoci alcuni momenti in cui le animazioni sono state davvero di ottima fattura, in particolar modo in quel che è il piatto forte della serie, ovvero i combattimenti. 

Dal punto di vista tecnico nulla da eccepire al lavoro svolto da studio Production I.G. (Ghost in the Shell), che ultimamente mi aveva già stupito positivamente anche per quanto fatto in HAIKYU!! Battaglia all’ultimo rifiuto.
Il rischio che un titolo così importante, anche a livello internazionale, finisca nelle polemiche per animazioni non all'altezza è sempre molto alto ad oggi, con tutte le problematiche di cui parliamo spesso riguardanti le tempistiche stringenti e la poca esperienza degli animatori più giovani. Questa produzione invece si è distinta in una sapiente gestione generale del proprio lavoro, concentrandosi sui momenti principali degli scontri, senza strafare, anche se certe volte, nei momenti in cui Kafka è un kaiju, devo dire che il mio "occhio sakuga" ha davvero trovato pane per i suoi denti. 

 

L'esperienza, dicevamo, oggi è davvero importante, direi ancora più preziosa di una volta nelle attuali produzioni animate. Ecco perchè affidare a  Studio Khara (Evangelion: 3.0+1.01: Thrice Upon A Time) la supervisione e il design stesso dei kaiju è stato davvero una scelta azzeccata. Qualche polemica invece ha caratterizzato la presenza di Tetsuya Nishio al character design, le cui scelte hanno cambiato leggermente quelle che erano le fattezze del manga a favore del suo caratteristico stile già visto in vari titoli del franchise di Naruto/Boruto.

 

Con questo titolo possiamo poi notare davvero come cambiano i tempi e l'occhio alla distribuzione internazionale del prodotto sia una realtà vera, con cui ormai i giapponesi devono fare i conti. A partire dalle musiche, con la scelta di dare a due realtà straniere sia la opening che la ending. Entrambe, tra l'altro, a mio avviso molto ben realizzate proprio dal punto di vista animato, totalmente distaccate da quello che è lo stile visivo della serie.

La opening utilizza la grafica digitale (3D Animation), con in sottofondo la canzone "Abyss" di Yungblud, un cantante e musicista inglese noto nella scena dell'alternative rock e pop punk. La sigla è davvero particolare: unisce i movimenti "a onda" come quelli dell'equalizzatore sonoro con la composizione delle sigle dei superhero movies, in un vortice dagli altissimi contrasti cromatici.



La ending è stata invece affidata addirittura ai One Republic. Sulle note della canzone "Nobody" possiamo vedere una più tradizionale grafica 2D dai colori acquerellati ma luminosi, che accompagna una quotidianità che fa sembrare un corpo di distruzione di mostri giganti... totalmente normale!



Altra chiara traccia del respiro internazionale di questa serie è stata la scelta del simuldub, che ha coinvolto fortunatamente anche l'Italia. 
Questa scelta a volte non è sinonimo di qualità, ma devo dire che sono stato favorevolmente colpito dal lavoro svolto nel doppiaggio di questa, tanto da farmela vedere direttamente in lingua italiana senza problemi. Davvero complimenti quindi a Mattia Bressan (Kafka Hibino), Martina Tamburello (Kikoru Shinomiya) e al giovane Ezio Vivolo (Reno Ichikawa), la cui carriera seguo sempre con molto interesse.
 
L'anime di Kaiju No. 8 insomma regala allo spettatore quello che promette già dal trailer, del puro e ben dosato divertimento. Un blockbuster portato a livello internazionale in versione deluxe per il fruitore di anime attuale, cresciuto a Demon Slayer e AOT, senza però deludere o far alzare il sopracciglio a chi cerca anche un prodotto ben animato, oltre che "fracassone". La cura e il lavoro svolto sono all'altezza del nome e dell'importanza di questo prodotto, sperando che resti così anche nella nuova stagione appena annunciata, dove gli scontri e l'azione dovrebbero farla ancor più da padroni.