Ambientato temporalmente nel 1952, Moryo's Box è un giallo dalle venature horror, concernente le indagini di svariati personaggi in merito ad alcuni fatti inquietanti, apparentemente slegati, ma che ovviamente si riveleranno tasselli di un enorme mosaico: il ritrovamento di svariati arti di ragazze dentro misteriose scatole; il perché la studentessa Kanako Yuzuki sia finita sotto un treno e la sua sparizione dal Mimasaka Modern Medicine Research Istitute; l'assassinio di un ricercatore dello stesso istituto, e infine gli enigmatici riti di un cupo monaco, fondatore del culto dell'Evil Sealing Holy Box, che esorcizza - sembra - le case infestate dagli spiriti, sigillandone il male dentro un contenitore.
Riusciranno un detective della polizia, uno scrittore, un giornalista e un investigatore privato, guidati dal carismatico onmyōji Akihiko Chūzenji, a sbrogliare il bandolo della matassa?
In quanto irreperibile nel nostro idioma il romanzo originale, classe 1995, si può solo provare a intuire i motivi principali del grande successo di questo brand, che ha addirittura giustificato un live-action e una serie animata televisiva del 2008, col chara nientepodimeno delle CLAMP e la sceneggiatura di Sadayuki Murai.
Moryo'x Box è una storia felicemente cervellotica e densa, densissima di informazioni, quasi tutte riconducibili al carismatico medium Akihiko Chūzenji che sciorina, per buona parte della storia, un abnorme ammasso di elucubrazioni mentali, ragionamenti e deduzioni, per fare chiarezza sui misteri e trovare i vari fili conduttori. Dotato di una cultura immensa su storia, religione, scienza, natura e occultismo (del resto è un praticante dell'Onmyōdō, una sofisticata cultura esoterica giapponese, invito la lettura a fonti specifiche), analizzerà ogni singolo fatto nel modo più pragmatico possibile, usando le sue conoscenze per spiegare o risolvere ogni perplessità e fornendo idee ai suoi amici sul come continuare le indagini. Religioni orientali, folklore locale, etica medica, logica da assassino, malattie del corpo umano, ingegneria genetica, metodi per evocare gli spiriti, riti scintoisti e altri temi ancora sono continuamente discussi e sviscerati in lunghissime - quasi logorroiche - sessioni dialogiche, risolvendo una storia inquietante, oscura e in più riprese anche morbosa (impossibile anticipare qualcosa, pena rovinare il finale), fortemente legata a un orrore ancestrale e claustrofobico come quello evocato da scatole contenenti corpi (non necessariamente morti) fatti a pezzi. Le tonnellate di interrogativi trovano tutti, felicemente, risposta nel finale; nell'immancabile "rito" della riunione di tutti i sospettati in un'unica stanza.
Facile immaginare quindi come il romanzo di Natsuhiko Kyogoku sicuramente rappresenti una lettura particolarmente "colta" oltre che inquietante, particolarmente legata alla cultura giapponese; e dev'essere proprio per la tale, felice complessità che è diventato un best seller.
La casa editrice Star Comics porta quindi in Italia l'adattamento a fumetti, che ha il grande merito di permettere al pubblico nostrano di godere dell'intricata storia originale, aiutato anche da una meticolosa traduzione di Manuela Capriati e da frequenti note che aiutano a districarsi nell'ampia terminologia religiosa di Akihiko. Si tratta di cinque corposi volumi da 220 (circa) pagine l'uno, che svolgono molto bene il loro lavoro di raccontare in modo chiarissimo la trama: non si avverte nessun punto debole di narrazione, Moryo's Box scorre perfettamente fino al finale rispondendo a tutti i quesiti e senza dimenticare nulla per strada.
In questo, l'autrice Aki Shimizu merita lodi e rispetto (di certo non è facile trasporre una tale densità di contenuti su tavola); per altre questioni delude, e parecchio. Focalizzando l'intera attenzione sullo sviluppo della storia, tralascia completamente (volontariamente?) la caratterizzazione del cast. Inutile girarci intorno, i personaggi sono tutti funzionali ma nessuno davvero tridimensionale: non è dato sapere come fossero approfonditi su romanzo, ma nel mondo della letteratura disegnata sappiamo quali sono le loro abilità (alcune di esse anche inspiegate, come i poteri ESP di Reijiro), sappiamo i loro pensieri, conosciamo anche i loro sentimenti e i loro drammi; ma non troviamo alcun interesse in loro, tutti trattati con sufficienza e superficialità e nella semplice economia dello sviluppo dell'indagine, tanto che è impossibile provare emozioni nei riguardi delle loro sorti. Spicca in negativo proprio l'eroe principale, Akihiko, talmente perfetto che sa sempre cosa fare, non sbaglia niente, è praticamente una divinità onnisciente.
Peccato quindi che l'autrice abbia voluto privilegiare la semplice trasposizione delle investigazioni, infischiandosene evidentemente di dare colore ai suoi attori.
Per una storia così difficile e lontana dall'appeal commerciale, particolarmente azzeccata risulta la scelta di destinare il manga al circuito delle fumetterie, con un'edizione molto buona anche se non perfetta: il prezzo di 5,90 euro è abbastanza accessibile, la sovracoperta è elegante, la rilegatura ottima. I volumi presentano all'inizio svariate pagine a colori, a tinte tenui, che rappresentano il meglio dell'autrice; questo nonostante la stampa in generale non sia sempre il massimo, in qualche occasione (rara, fortunatamente) addirittura mediocre, come in certe scene rese in modo così oscuro che non si vedono neanche gli elementi dello sfondo. I disegni dell'autrice, infine, non sono particolarmente elaborati o realistici, ma in realtà sufficienti o poco più: da un titolo retto per il 90% su dialoghi, tuttavia, non si possono covare chissà quali pretese.
Riusciranno un detective della polizia, uno scrittore, un giornalista e un investigatore privato, guidati dal carismatico onmyōji Akihiko Chūzenji, a sbrogliare il bandolo della matassa?
In quanto irreperibile nel nostro idioma il romanzo originale, classe 1995, si può solo provare a intuire i motivi principali del grande successo di questo brand, che ha addirittura giustificato un live-action e una serie animata televisiva del 2008, col chara nientepodimeno delle CLAMP e la sceneggiatura di Sadayuki Murai.
Moryo'x Box è una storia felicemente cervellotica e densa, densissima di informazioni, quasi tutte riconducibili al carismatico medium Akihiko Chūzenji che sciorina, per buona parte della storia, un abnorme ammasso di elucubrazioni mentali, ragionamenti e deduzioni, per fare chiarezza sui misteri e trovare i vari fili conduttori. Dotato di una cultura immensa su storia, religione, scienza, natura e occultismo (del resto è un praticante dell'Onmyōdō, una sofisticata cultura esoterica giapponese, invito la lettura a fonti specifiche), analizzerà ogni singolo fatto nel modo più pragmatico possibile, usando le sue conoscenze per spiegare o risolvere ogni perplessità e fornendo idee ai suoi amici sul come continuare le indagini. Religioni orientali, folklore locale, etica medica, logica da assassino, malattie del corpo umano, ingegneria genetica, metodi per evocare gli spiriti, riti scintoisti e altri temi ancora sono continuamente discussi e sviscerati in lunghissime - quasi logorroiche - sessioni dialogiche, risolvendo una storia inquietante, oscura e in più riprese anche morbosa (impossibile anticipare qualcosa, pena rovinare il finale), fortemente legata a un orrore ancestrale e claustrofobico come quello evocato da scatole contenenti corpi (non necessariamente morti) fatti a pezzi. Le tonnellate di interrogativi trovano tutti, felicemente, risposta nel finale; nell'immancabile "rito" della riunione di tutti i sospettati in un'unica stanza.
Facile immaginare quindi come il romanzo di Natsuhiko Kyogoku sicuramente rappresenti una lettura particolarmente "colta" oltre che inquietante, particolarmente legata alla cultura giapponese; e dev'essere proprio per la tale, felice complessità che è diventato un best seller.
La casa editrice Star Comics porta quindi in Italia l'adattamento a fumetti, che ha il grande merito di permettere al pubblico nostrano di godere dell'intricata storia originale, aiutato anche da una meticolosa traduzione di Manuela Capriati e da frequenti note che aiutano a districarsi nell'ampia terminologia religiosa di Akihiko. Si tratta di cinque corposi volumi da 220 (circa) pagine l'uno, che svolgono molto bene il loro lavoro di raccontare in modo chiarissimo la trama: non si avverte nessun punto debole di narrazione, Moryo's Box scorre perfettamente fino al finale rispondendo a tutti i quesiti e senza dimenticare nulla per strada.
In questo, l'autrice Aki Shimizu merita lodi e rispetto (di certo non è facile trasporre una tale densità di contenuti su tavola); per altre questioni delude, e parecchio. Focalizzando l'intera attenzione sullo sviluppo della storia, tralascia completamente (volontariamente?) la caratterizzazione del cast. Inutile girarci intorno, i personaggi sono tutti funzionali ma nessuno davvero tridimensionale: non è dato sapere come fossero approfonditi su romanzo, ma nel mondo della letteratura disegnata sappiamo quali sono le loro abilità (alcune di esse anche inspiegate, come i poteri ESP di Reijiro), sappiamo i loro pensieri, conosciamo anche i loro sentimenti e i loro drammi; ma non troviamo alcun interesse in loro, tutti trattati con sufficienza e superficialità e nella semplice economia dello sviluppo dell'indagine, tanto che è impossibile provare emozioni nei riguardi delle loro sorti. Spicca in negativo proprio l'eroe principale, Akihiko, talmente perfetto che sa sempre cosa fare, non sbaglia niente, è praticamente una divinità onnisciente.
Peccato quindi che l'autrice abbia voluto privilegiare la semplice trasposizione delle investigazioni, infischiandosene evidentemente di dare colore ai suoi attori.
Per una storia così difficile e lontana dall'appeal commerciale, particolarmente azzeccata risulta la scelta di destinare il manga al circuito delle fumetterie, con un'edizione molto buona anche se non perfetta: il prezzo di 5,90 euro è abbastanza accessibile, la sovracoperta è elegante, la rilegatura ottima. I volumi presentano all'inizio svariate pagine a colori, a tinte tenui, che rappresentano il meglio dell'autrice; questo nonostante la stampa in generale non sia sempre il massimo, in qualche occasione (rara, fortunatamente) addirittura mediocre, come in certe scene rese in modo così oscuro che non si vedono neanche gli elementi dello sfondo. I disegni dell'autrice, infine, non sono particolarmente elaborati o realistici, ma in realtà sufficienti o poco più: da un titolo retto per il 90% su dialoghi, tuttavia, non si possono covare chissà quali pretese.
Non è semplice consigliare Moryo's Box, perchè è un manga di difficile assimilazione, vista l'ingente componente verbale costituita da quell'oceano di parole e dialoghi necessari a svelare l'intreccio tanto intricato che offre. Si fatica a considerare adatto questo mezzo, il fumetto, per raccontare una storia così articolata e con una tale quantità di testo scritto: nelle sue 1000 e passa pagine presenta unicamente investigazioni e deduzioni, senza mai dar modo di tirare il fiato con momenti leggeri; si passa solo da un monologo all'altro per l'intera durata della lettura, che per la quantità pressoché infinita di baloon arriverà presto a superare, come durata complessiva, quella di una decina di tankobon di uno shounen medio. Parliamo di un'opera davvero impegnativa, godibile a piccoli spicchi, altrimenti è probabile che finirete per odiarla per il suo verbosismo infinito e l'odiosa logorrea di Akihiko, che davvero talvolta esagera nel dilungarsi con la sua cultura sfrenata (spesso anche decine di pagine sono occupate da spiegazioni o sunti di storia o religione).
Considerazioni personali a parte, la storia rimane intrigante e soddisfacente, e per questo l'opera della Shimizu, in mancanza in lingua italiana dell'omonimo romanzo da cui è tratto, merita la lettura da parte di chi ne è interessato; sempre contando di esser pronti a far fronte a tutti i suoi riferimenti culturali.
Considerazioni personali a parte, la storia rimane intrigante e soddisfacente, e per questo l'opera della Shimizu, in mancanza in lingua italiana dell'omonimo romanzo da cui è tratto, merita la lettura da parte di chi ne è interessato; sempre contando di esser pronti a far fronte a tutti i suoi riferimenti culturali.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Moryo's Box 1 | € 5.90 | Star Comics |
Moryo's Box 2 | € 5.90 | Star Comics |
Moryo's Box 3 | € 5.90 | Star Comics |
Moryo's Box 4 | € 5.90 | Star Comics |
Moryo's Box 5 | € 5.90 | Star Comics |
Dì che è ben scritta, ottima, intrigante, etc etc.
Io L'avevo preso subito e anche se ammetto, i dialoghi sono molto lunghi e per leggerlo bene si deve avere tempo e pazienza, l'ho rovato davvero intrigante e ben fatto. Io lo consiglio!!
Questo perchè trovo l'inizio di una pesantezza UNICA.
"Akihiko Chūzenji" insopportabile con le sue deduzioni a "libro chiuso" ricorda il buon vecchio Sherlock, peccato non abbia minimamente nulla di umanamente concepibile. E' irritante con la sua superbia e le sue deduzioni dispersive che tediano per pagine e pagine.
Secondo me sarebbe venuto meglio senza di lui!
Di contro c'è il mistero delle scatole e tutta la vicenda che gira attorno.
Pura soddisfazione vedere come finisce...
Perchè la scatola, il suo mistero, il suo ospite hanno lugubremente affascinato per ogni momento dal suo inizio. FAVOLOSO
Recensione molto azzeccata! Io sarei nella fetta che Sconsiglia per la pesantezza!
A comunque se nelle immagini compariva il Gobbo di Notre-Dame metà di voi cambiava idea sui disegni....quel personaggio è fuori contesto!
Come scritto anche nella rece, per me è un'opera che ha senso come romanzo (del resto, è proprio nato in quel formato), non come fumetto o, peggio ancora, anime.
Sembra davvero nelle mie corde, lo recupererò, grazie per il consiglio.
Io quando leggo un manga, se la mole di parole è elevata ma la storia è appassionante, questo è solo un ulteriore stimolo alla lettura. Adoro spender soldi per opere impegnative anche dal punto di vista fisico della lettura, mi gratifica.
E' vero che ci sono sequenze pesante, ma cavolo se è stupendo.
In ogni caso complimenti all'autore della recensione, è ben scritta!
Per quanto riguarda l'eroe 'perfetto', potrà non piacere ma è parte di una tradizione: nei romanzi di mistero ortodosso giapponesi, di cui 'Mouryo no Hako' fa parte, la figura del detective amatoriale arrogante, insopportabile, in genere misantropo ma infallibile è praticamente d'obbligo, in questo il manga è fedelissimo sia al romanzo che al genere.
Quoto, l'investigatore santone è spesso insopportabile, quasi peggio di Topolino!
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