Mukashi mukashi, tanto tanto tempo fa c'erano due fratelli, figli di dei. Il maggiore si chiamava Hoderi e faceva il pescatore, il minore invece si chiamava Hoori ed era cacciatore. Entrambi erano belli, giovani ed abili nelle loro professioni, ma Hoderi in cuor suo era geloso di Hoori ed entrava spesso in competizione con lui.
I loro genitori, essendo divinità, si accorsero della cosa e per dimostrare che non facevano favoritismi fecero un dono speciale ad ognuno: al pescatore un amo magico e al cacciatore un arco magico.
Entrambi eccellevano nel loro campo con i regali dei genitori, ma nonostante questo Hoderi il pescatore non era felice perché credeva di poter eccellere anche come cacciatore e farlo meglio di Hoori. Così, per dimostrare la sua supremazia, Hoderi disse al fratello di scambiarsi i loro doni per un giorno.
Hoori a malincuore obbedì a suo fratello maggiore e scambiò il suo arco con l'amo di Hoderi. Poi ognuno si diresse verso il terreno di caccia dell'altro.
Ma ben presto scoprirono che i loro doni funzionavano solo con il legittimo proprietario: Hoori non poteva prendere un solo pesce con l'amo di Hoderi e viceversa. Purtroppo durante la giornata Hoori perse in mare l'amo magico del fratello maggiore: lo cercò dappertutto ma senza risultato.
Quando i due si incontrarono alla fine della giornata, Hoderi si infuriò a sapere che il fratello più giovane aveva perso il suo amo magico. Diventò violento e minacciò di ucciderlo se non lo avesse ritrovato.
Così Hoori il cacciatore, ancora una volta, obbedì a suo fratello maggiore: tornò al mare s'immerse sempre più a fondo per ritrovarlo.
Ad un certo punto della sua ricerca, incontrò la bella Toyotama-hime, la principessa del mare e i due caddero innamorati l'uno dell'altra all'istante.
Decisero perciò di sposarsi subito e il padre di Toyotama-hime, il re del mare, come regalo di nozze, donò al genero il potere di controllare le onde.
Inoltre ordinò a tutti i pesci nel mare di cercare l'amo del fratello di Hoori: in questo modo fu ritrovato facilmente.
Avendo recuperato l'oggetto tanto prezioso del fratello maggiore, Hoori salutò temporaneamente sua moglie e tornò a terra per ridare l'amo magico a Hoderi.
Ma quando arrivò, Hoderi era ancora molto arrabbiato perché Hoori ci aveva messo tanto tempo e soprattutto perché era molto geloso del nuovo potere che Hoori aveva ottenuto.
Hoderi, accecato dalla rabbia, cercò di uccidere Hoori, ma questi usando i suoi nuovi poteri, ordinò alle onde di inghiottire Hoderi, che presto si trovò ad annegare in mezzo al mare.
Hoderi era troppo orgoglioso per chiedere aiuto, ma Hoori non poteva sopportare di vedere il fratello annegare, così ordinò alle onde di portare Hoderi a riva.
Comprendendo finalmente quanto fosse gentile suo fratello e quanto fosse lui egoista, Hoderi chiese più volte perdono e promise di non essere mai più né competitivo né invidioso.
Fonte consultata:
Japanloverme
Però, come mi hanno fatto notare dei conoscenti che hanno letto altre storie di questo tipo (come quella del filo rosso del destino), vedono uno dei protagonisti perdonare l'altro anche se gli ha riservato un trattamento estremamente crudele: una pazienza che sfiora la santità.
Forse è poco credibile per il nostro metro di giudizio, ma rispecchia in pieno la mentalità del popolo giapponese.
La più grande differenza che subito emerge è il diverso finale: qui il tentativo di omicidio fallisce e il fratello maggiore, salvato dal minore, alla fine si pente.
Il perdono, così difficile da chiedere come donarlo. Se solo divenisse semplice utilizzarlo staremmo molto meglio anche con noi stessi.
Hoderi era troppo orgoglioso per chiedere aiuto
Ostinato il tipo, giusto un pò.
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