C'è un detto che ancora oggi riecheggia, a proposito dei vecchi cartoni animati e fumetti giapponesi: "ai maschietti i robottoni, alle femminucce le orfanelle".
Lady, alias Milly, un giorno dopo l'altro, rientra perfettamente nella seconda categoria, quella dei fumetti/cartoni animati per un pubblico femminile degli anni '70/'80, i cui protagonisti sono sfigatissime ragazzine che si muovono alla ricerca della felicità in un contesto occidentale, fra mille angherie, soprusi e sfortune.
Lynn, la protagonista di Lady, non sfugge dunque allo sfortunato destino che, da programma, la attende, e la sua storia comincia ad essere assurdamente tragica ancor prima di iniziare: figlia illegittima di un lord inglese e di una donna giapponese, deve subito dire addio alla madre, che perisce in un incidente stradale mentre le due si recano in Inghilterra a vivere dal padre.
In Inghilterra, fra fastose dimore e brughiere da percorrere a cavallo, la naturalmente biondissima e buonissima Lynn dovrà fare i conti con: un padre senza spina dorsale che è sempre assente e lascia la figlia in balia di qualsiasi sfiga e cattiveria; una sorellastra cagionevole di salute che, inizialmente ostile alla protagonista, passerà poi il resto del manga a letto con una febbre che rischia di farla passare a miglior vita una vignetta sì e l'altra pure; un nonno burbero (ma dal cuore tenero, molto in profondità) che detesta la protagonista; una matrigna rosicona che passerà tutto il manga a odiare e mettere i bastoni fra le ruote alla protagonista per qualsiasi motivo; i suoi due degni figlioli (rigorosamente maschio e femmina, Candy Candy docet) che a lei si adegueranno, osteggiando la povera Lynn con dispetti e cattiverie di ogni genere; un principino stoccafisso che serve solo a far da bella statuina e un altro, fortunatamente, un pelino più attivo e simpatico; una serie di simpatici animaletti da compagnia; uno stuolo di rivali in amore e una serie interminabile di partenze, incidenti, dispetti, gelosie, sfortune e drammi di vario genere.
Se avete più di vent'anni e probabilmente tutto questo vi risulterà familiare, non vi si potrebbe biasimare. Lady, infatti, condensa, nell'arco dei suoi dodici volumi, tutti - e dico tutti - i clichés e gli stilemi del genere "orfanelle", senza risparmiarsene neppure uno. Ma Lady è un fumetto sulle orfanelle ampiamente fuori tempo: nel 1988, anno di debutto della storia, le orfanelle eran quasi del tutto scomparse dai fumetti per ragazze, ora imperniati su banchi di scuola, giovani ginnaste, musicisti dai capelli cotonati, ragazzine dai poteri magici e storie d'amore sì ancora tragiche e sofferte, ma più reali, ambientate in un Giappone ormai talmente occidentalizzato da non aver più bisogno di sognare terre occidentali di fantasia in cui ambientare assurdi feuilleton.
Il suo elemento di maggior originalità, quello che differenzia Lady da quel Candy Candy che pare voler scopiazzare quasi completamente, è dunque la sua ambientazione temporale: la vicenda di Lynn non ha luogo in un fantomatico Ottocento, ai primi di un Novecento di fantasia o durante le Guerre Mondiali, bensì proprio in quegli anni '80 in cui il fumetto veniva creato.
In aggiunta, Lady non si ambienta unicamente nell'occidentale Inghilterra, in quanto la protagonista è mezzosangue e dunque, ogni tanto, si concederà delle saltuarie visite in Giappone, dove ad attenderla ci sono amici e nemici dagli occhi (teorici) a mandorla.
Quest'elemento d'originalità di Lady è, però, anche il suo principale tallone d'Achille, in quanto gli anni 1980 sono un'epoca troppo moderna perché una storia di orfanelle Candy-style possa risultare credibile. Credo che, nell'Inghilterra degli anni '80, le famiglie di nobili con castelli, cavalli, debutti in società e quant'altro si fossero bellamente estinte da circa mezzo secolo, escludendo la famiglia reale di cui - per fortuna - i personaggi di questo manga non fanno parte. Allo stesso modo, negli anni '80 la medicina ha compiuto passi da gigante e la febbre di Sarah, a meno che non sia causata da un rarissimo virus sconosciuto di origine giapponese, può benissimo essere curata facilmente evitandole di passare a letto tre quarti del manga, e Lynn potrebbe benissimo chiamare il Telefono Azzurro e denunciare la sua matrigna, invece di subirne tutte le anacronistiche angherie.
Se l'intento dell'autrice era quello di scrivere una storia pedagogica per ragazzine, che insegnasse loro i valori dell'onestà, della semplicità, del perdono e del credere nei propri sogni a scapito di tutte le difficoltà, purtroppo c'è da dire che non v'è riuscita.
Lady è una storia anacronistica, impossibile da prendere sul serio, dove i "buoni" sono personaggi noiosi, senza spina dorsale, che hanno sogni fuori dal tempo (negli anni '80 le ragazzine volevano diventare cantanti e "sposare Simon Le Bon", non diventare vere ladies e debuttare in società indossando una tiara da principessa delle fiabe), stanno malati a letto per pagine e pagine o se anche ci sono non fanno avvertire la loro presenza tanto sono barbosi.
Si finisce, dunque, paradossalmente, per prendere in simpatia i cattivi e leggere il manga principalmente per vedere quali altri dispetti, intrighi, gelosie e stratagemmi di bassa lega useranno per manifestare la loro ingiustificata rabbia nei confronti della povera Lynn (perché no, "mi stai troppo antipatica", citazione testuale, non credo sia una giustificazione valida).
Assodato che non è possibile prenderlo sul serio, visto che i drammi sono terribilmente esagerati, le distanze geografiche non esistono (si viaggia dall'Inghilterra al Giappone, dalla Francia alla Svizzera con una facilità impressionante, nemmeno avessero tutti dei jet privati) e i personaggi fanno e pensano una marea di cose fuori dal loro tempo, Lady in realtà si dimostra un fumetto inaspettatamente gradevole, se preso come una telenovela di quelle che vogliono solo intrattenere con mille colpi di scena improbabili.
La storia è incalzante, ricca di intrighi e per gran parte del manga non annoia, anche se i personaggi non hanno granché spessore e se mostrano un minimo di crescita psicologica è perché conquistati dal sorriso e dalle lacrime di Lynn. Ci si diverte davvero tanto nel vedere fino a che livello di bassezze e ridicolaggini possono arrivare i piani e le perfidie della matrigna Magdalene e dei suoi figli e come questi vengano puntualmente sventati dal personaggio deus ex machina del caso che magicamente si trovava lì per caso o è arrivato proprio in quel momento da chissà quale lontano paese apposta per aiutare la dolce Lynn.
Dispiace un po' per l'ultima manciata di volumi, dove, risolti gran parte degli intrighi, la narrazione si concentra unicamente sulla storia d'amore della protagonista, scontata, lagnosa e ben poco interessante, invece di approfondire un pochino le psicologie e le situazioni degli antagonisti, tanto più che il finale stesso è abbastanza aperto, scontato e poco soddisfacente.
Lady, alias Milly, un giorno dopo l'altro, rientra perfettamente nella seconda categoria, quella dei fumetti/cartoni animati per un pubblico femminile degli anni '70/'80, i cui protagonisti sono sfigatissime ragazzine che si muovono alla ricerca della felicità in un contesto occidentale, fra mille angherie, soprusi e sfortune.
Lynn, la protagonista di Lady, non sfugge dunque allo sfortunato destino che, da programma, la attende, e la sua storia comincia ad essere assurdamente tragica ancor prima di iniziare: figlia illegittima di un lord inglese e di una donna giapponese, deve subito dire addio alla madre, che perisce in un incidente stradale mentre le due si recano in Inghilterra a vivere dal padre.
In Inghilterra, fra fastose dimore e brughiere da percorrere a cavallo, la naturalmente biondissima e buonissima Lynn dovrà fare i conti con: un padre senza spina dorsale che è sempre assente e lascia la figlia in balia di qualsiasi sfiga e cattiveria; una sorellastra cagionevole di salute che, inizialmente ostile alla protagonista, passerà poi il resto del manga a letto con una febbre che rischia di farla passare a miglior vita una vignetta sì e l'altra pure; un nonno burbero (ma dal cuore tenero, molto in profondità) che detesta la protagonista; una matrigna rosicona che passerà tutto il manga a odiare e mettere i bastoni fra le ruote alla protagonista per qualsiasi motivo; i suoi due degni figlioli (rigorosamente maschio e femmina, Candy Candy docet) che a lei si adegueranno, osteggiando la povera Lynn con dispetti e cattiverie di ogni genere; un principino stoccafisso che serve solo a far da bella statuina e un altro, fortunatamente, un pelino più attivo e simpatico; una serie di simpatici animaletti da compagnia; uno stuolo di rivali in amore e una serie interminabile di partenze, incidenti, dispetti, gelosie, sfortune e drammi di vario genere.
Se avete più di vent'anni e probabilmente tutto questo vi risulterà familiare, non vi si potrebbe biasimare. Lady, infatti, condensa, nell'arco dei suoi dodici volumi, tutti - e dico tutti - i clichés e gli stilemi del genere "orfanelle", senza risparmiarsene neppure uno. Ma Lady è un fumetto sulle orfanelle ampiamente fuori tempo: nel 1988, anno di debutto della storia, le orfanelle eran quasi del tutto scomparse dai fumetti per ragazze, ora imperniati su banchi di scuola, giovani ginnaste, musicisti dai capelli cotonati, ragazzine dai poteri magici e storie d'amore sì ancora tragiche e sofferte, ma più reali, ambientate in un Giappone ormai talmente occidentalizzato da non aver più bisogno di sognare terre occidentali di fantasia in cui ambientare assurdi feuilleton.
Il suo elemento di maggior originalità, quello che differenzia Lady da quel Candy Candy che pare voler scopiazzare quasi completamente, è dunque la sua ambientazione temporale: la vicenda di Lynn non ha luogo in un fantomatico Ottocento, ai primi di un Novecento di fantasia o durante le Guerre Mondiali, bensì proprio in quegli anni '80 in cui il fumetto veniva creato.
In aggiunta, Lady non si ambienta unicamente nell'occidentale Inghilterra, in quanto la protagonista è mezzosangue e dunque, ogni tanto, si concederà delle saltuarie visite in Giappone, dove ad attenderla ci sono amici e nemici dagli occhi (teorici) a mandorla.
Quest'elemento d'originalità di Lady è, però, anche il suo principale tallone d'Achille, in quanto gli anni 1980 sono un'epoca troppo moderna perché una storia di orfanelle Candy-style possa risultare credibile. Credo che, nell'Inghilterra degli anni '80, le famiglie di nobili con castelli, cavalli, debutti in società e quant'altro si fossero bellamente estinte da circa mezzo secolo, escludendo la famiglia reale di cui - per fortuna - i personaggi di questo manga non fanno parte. Allo stesso modo, negli anni '80 la medicina ha compiuto passi da gigante e la febbre di Sarah, a meno che non sia causata da un rarissimo virus sconosciuto di origine giapponese, può benissimo essere curata facilmente evitandole di passare a letto tre quarti del manga, e Lynn potrebbe benissimo chiamare il Telefono Azzurro e denunciare la sua matrigna, invece di subirne tutte le anacronistiche angherie.
Se l'intento dell'autrice era quello di scrivere una storia pedagogica per ragazzine, che insegnasse loro i valori dell'onestà, della semplicità, del perdono e del credere nei propri sogni a scapito di tutte le difficoltà, purtroppo c'è da dire che non v'è riuscita.
Lady è una storia anacronistica, impossibile da prendere sul serio, dove i "buoni" sono personaggi noiosi, senza spina dorsale, che hanno sogni fuori dal tempo (negli anni '80 le ragazzine volevano diventare cantanti e "sposare Simon Le Bon", non diventare vere ladies e debuttare in società indossando una tiara da principessa delle fiabe), stanno malati a letto per pagine e pagine o se anche ci sono non fanno avvertire la loro presenza tanto sono barbosi.
Si finisce, dunque, paradossalmente, per prendere in simpatia i cattivi e leggere il manga principalmente per vedere quali altri dispetti, intrighi, gelosie e stratagemmi di bassa lega useranno per manifestare la loro ingiustificata rabbia nei confronti della povera Lynn (perché no, "mi stai troppo antipatica", citazione testuale, non credo sia una giustificazione valida).
Assodato che non è possibile prenderlo sul serio, visto che i drammi sono terribilmente esagerati, le distanze geografiche non esistono (si viaggia dall'Inghilterra al Giappone, dalla Francia alla Svizzera con una facilità impressionante, nemmeno avessero tutti dei jet privati) e i personaggi fanno e pensano una marea di cose fuori dal loro tempo, Lady in realtà si dimostra un fumetto inaspettatamente gradevole, se preso come una telenovela di quelle che vogliono solo intrattenere con mille colpi di scena improbabili.
La storia è incalzante, ricca di intrighi e per gran parte del manga non annoia, anche se i personaggi non hanno granché spessore e se mostrano un minimo di crescita psicologica è perché conquistati dal sorriso e dalle lacrime di Lynn. Ci si diverte davvero tanto nel vedere fino a che livello di bassezze e ridicolaggini possono arrivare i piani e le perfidie della matrigna Magdalene e dei suoi figli e come questi vengano puntualmente sventati dal personaggio deus ex machina del caso che magicamente si trovava lì per caso o è arrivato proprio in quel momento da chissà quale lontano paese apposta per aiutare la dolce Lynn.
Dispiace un po' per l'ultima manciata di volumi, dove, risolti gran parte degli intrighi, la narrazione si concentra unicamente sulla storia d'amore della protagonista, scontata, lagnosa e ben poco interessante, invece di approfondire un pochino le psicologie e le situazioni degli antagonisti, tanto più che il finale stesso è abbastanza aperto, scontato e poco soddisfacente.
Lady, dunque, non è certo il top del suo genere. E' un manga anacronistico che brilla della luce riflessa di opere simili più vecchie e meglio costruite (ad esempio quelle di Yumiko Igarashi). Di suo, ci mette uno stile di disegno pulito, luminoso, particolarmente gradevole all'occhio e soggetto a una buona evoluzione nel corso dei volumi e una storia avvincente, per quanto trash e popolata perlopiù da personaggi poco interessanti.
Tutto sommato, è una lettura gradevole, che guadagna più punti se non la si prende sul serio e può strappare qualche risata, anche se involontariamente. Rimane una lettura obbligata per i nostalgici della serie televisiva (differente e meno completa rispetto al manga) e gli appassionati di shoujo d'annata, categoria di cui Lady non è certo il top, ma è un degno esponente.
Tutto sommato, è una lettura gradevole, che guadagna più punti se non la si prende sul serio e può strappare qualche risata, anche se involontariamente. Rimane una lettura obbligata per i nostalgici della serie televisiva (differente e meno completa rispetto al manga) e gli appassionati di shoujo d'annata, categoria di cui Lady non è certo il top, ma è un degno esponente.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Lady!! 1 | € 5.95 | Goen |
Lady!! 2 | € 5.95 | Goen |
Lady!! 3 | € 5.95 | Goen |
Lady!! 4 | € 5.95 | Goen |
Lady!! 5 | € 5.95 | Goen |
Lady!! 6 | € 5.95 | Goen |
Lady!! 7 | € 5.95 | Goen |
Lady!! 8 | € 5.95 | Goen |
Lady!! 9 | € 5.95 | Goen |
Lady!! 10 | € 5.95 | Goen |
Lady!! 11 | € 5.95 | Goen |
Lady!! 12 | € 5.95 | Goen |
Mi piaceva tantissimo leggerlo proprio per sapere quali altre cattiverie avevano in mente tutti quanti, le orfanelle sfigatelle sono un genere troppo appassionante (per me). E poi dai, tutte quelle assurdità a lungo andare risultano anche un pò trash, il chè è un valore aggiunto ahah
Mi stupisce che la Goen sia riuscita a serializzarlo tutto, probabilmente avranno continuato a stamparlo nonstante le scarse vendite u.u
O magari è tutto un complotto di Magdalene
Comunque, il manga non l'ho letto ma da bambina ho visto l'anime e ricordo pochissimo, l'unica cosa che rimembro lucidamente era l'antipatia per la protagonista! E trovavo immensamente stupida la ragazza più grande che pensava che una bambinetta potesse portarle via il fidanzato... o magari faceva bene a pensarlo, non ricordo! XD E' un manga che leggerei solo per godere del melodramma vecchio stile!
Io comunque adoravo Sarah, leggevo questo manga per vedere i suoi tempi di durata tra uno svenimento e l'altro (il record è di poche vignette), oltre che per le cattiverie della perfida baronessa.
In compenso coloro che odio di più sono George, smidollato da fare paura, e Magdalene, che alla fine se la cava troppo a buon mercato per i miei gusti.
Comunque il finale è aperto perché l'autrice ha realizzato un sequel (non so se è completo oppure ancora in corso): chissà se lo vedremo mai in Italia!
So che esiste un seguito, spero di poterlo avere fra le mani prima o poi.
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