“Orth, la città della grande voragine. Più di 1900 anni fa in un isola solitaria nel mare meridionale di Beoruska, fu scoperta una gigantesca fossa. Con un diametro di 1000 metri ed una profondità tutt'oggi sconosciuta, la voragine misteriosa ha ammaliato le persone: preziose e pericolose creature ancestrali e cimeli misteriosi che sfuggono ogni comprensione hanno attirato avventurieri affamati di ricchezze che hanno poi creato la città sul ciglio della gigantesca voragine. Col passare degli anni, attirati dall'aura di mistero e dalle numerose leggende, in tanti sono stati inghiottiti dalla voragine che è l'ultimo antro inesplorato del mondo. Il suo nome è Abisso.”
E' con queste parole che ha inizio Made in Abyss, trasposizione dell'omonimo manga di Akihito Tsukushi pubblicato, a partire dal 2012, sul sito Manga Life Win di Takeshobo. L'adattamento anime è stato realizzato da Kinema Citrus sotto la direzione di Masayuki Kojima e trasmesso in Giappone a partire dal mese di luglio 2017.
Una misteriosa voragine, una ragazzina di dodici anni alla ricerca della mamma ed un simpatico robottino smemorato dalle sembianze umane: la prima idea che balza alla mente è che si tratti della classica “favola”. Poco importa che ci siano scene di sangue e persone sottoposte a diversi tipi di tormenti fisici durante il corso del loro viaggio: dopotutto, giusto per fare due esempi, anche in “Cappuccetto Rosso” il lupo cattivo mangia la nonna ed anche in "Biancaneve" la protagonista è vittima di avvelenamento.
La struttura dell'opera, però, è troppo complessa per pensare che l'autore volesse solo proporci una storia sul modello dell'Ape Maia; la mia sensazione, invece, è che la trama si basi su un simbolismo che trascende la storia di Riko e Reg e che debba essere interpretato nel modo più corretto possibile. Tra il dire ed il fare, ovviamente, c'è di mezzo il mare; tuttavia è mia intenzione, in questa sede, proporre almeno un tentativo parziale di decodificazione, specificando che si tratta della mia personale interpretazione e non di verità assoluta. Pur tuttavia è risultato troppo stimolante per me cercare di dare una risposta alla più intrigante delle domande: cos'è davvero l'abisso?
Cominciamo con un piccolo riassunto delle caratteristiche morfologiche dell'abisso. Su forma e dimensioni abbiamo già detto all'inizio; vediamo ora quali sono le sue altre peculiarità. Dalle mappe in possesso dei personaggi vengono descritti sei strati, ognuno caratterizzato da fauna e flora diversa e soprattutto da una pericolosità crescente quanto più si scende in profondità. Ma, a differenza di quanto si possa pensare, non è la presenza di creature sempre più potenti ed aggressive a misurare il grado di rischio che si corre avventurandosi negli strati inferiori, quanto l'appesantirsi della “maledizione” che colpisce chi decide di calarsi nell'abisso.
“Fare ritorno dall'esplorazione dell'abisso è problematico. Più si scende in profondità e più il ritorno influisce gravemente sulla propria salute. Dal primo strato, leggere vertigini; dal secondo strato, conati di vomito, emicranie e formicolio agli arti; dal quarto strato dolori lancinanti in tutto il corpo ed emorragie; dal sesto strato perdita della propria umanità oppure morte. Nessun esploratore in quanto essere umano può sfuggire a questo strano fenomeno. E' chiamata la maledizione dell'abisso.”
Riassumendo, si può scendere tranquillamente in profondità ma si può risalire solo mettendo a repentaglio la propria incolumità; invenzione fantastica o l'autore sta seguendo un suo "particolare" filo logico? Lo stesso anime ad un certo punto sembra fornirci la risposta: “L'ambizione, più potente del veleno e più profonda della malattia, rapisce gli uomini. Una volta attecchita non vi è scampo, proprio come una maledizione, e porta tutti gli avventurieri ad avanzare, gettandosi a capofitto.”
L'abisso, dunque, rappresenta l'ambizione umana, che spinge ad avanzare e che non lascia tornare indietro. Il viaggio al suo interno è un viaggio in quel desiderio di grandezza che è stato alla base dell'evoluzione dell'uomo.
Se l'abisso rappresenta l'ambizione, i vari esploratori sono le persone ambiziose. Non tutti, ovviamente, hanno la struttura fisica e la resistenza psicologica adatta per raggiungere l'oggetto dei propri desideri; nell'anime ciò viene sottolineato con l'introduzione dalla gerarchia dei fischietti: ad ogni colore corrisponde una certa attitudine ed uno strato massimo verso cui ci si può spingere senza mettere seriamente a repentaglio la propria salute. Il livello di ambizione, infatti, non è sempre lo stesso in tutte le persone anche perché l'oggetto del desiderio di ognuno non è sempre lo stesso e può essere più o meno impegnativo da raggiungere. Tuttavia essa è presente nel cuore di ogni uomo: la stessa Mitty, forse la più insospettabile, “come tutti gli altri avventurieri aveva gli occhi colmi di ambizione”.
E per il momento sono costretto a fermarmi qua, perché molti dei misteri che circondano l'abisso possono essere risolti solo scendendo più in profondità rispetto a quanto fa questa prima stagione. Resta aperta la domanda sul valore che l'autore attribuisce all'ambizione, e cioè se la considera come un elemento positivo o negativo per il progresso del genere umano. Su questo punto, anzi, si è dimostrato piuttosto ambiguo. In alcuni punti, infatti, sembra argomentare che certi limiti non andrebbero superati (“Esistono persone che non si sono mai fermate per nessun motivo. Alle volte si fondono completamente con le proprie convinzioni, incarnando il fato stesso. Queste persone che hanno trasceso la loro natura umana continuano ad osservare tutto con sguardo ormai disumano.”); in altre invece sembra che l'uomo, se riesce a non perdere il senno, abbia la possibilità di indirizzare l'ambizione verso finalità positive (“A coloro che si calano nel baratro di ineguagliabile oscurità e si immolano nell'oscurità si dice che l'abisso offra tutto. Morte e vita, maledizioni e benedizioni, tutto quanto.”). Credo comunque che questo dilemma possa essere risolto soltanto nel momento in cui conosceremo cosa c'è sul fondo dell'abisso.
Se, invece, analizziamo le avventure di Riko e Reg dal punto di vista del puro intrattenimento, vediamo che, almeno in questa prima stagione, si è puntato meno sulla componente azione e più sui personaggi e sulle loro storie; non mancano, però, momenti di pathos e di sincera commozione ma nemmeno momenti più allegri e scanzonati.
Come ho appena detto, però, la parte del leone la fanno i personaggi, molto vari e quasi tutti stramaledettamente interessanti. Riko e Reg costituiscono una coppia decisamente affiatata; tra i personaggi secondari, invece, spiccano l'enigmatica e carismatica Ozen e la dolcissima e divertentissima Nanachi (anche se quest'ultima, con tutta probabilità, diventerà un personaggio principale e non più secondario nella prossima stagione).
Tra i difetti, invece, va segnalata una certa lentezza narrativa in diversi punti che, se da un lato può essere spiegata dall'esigenza di spiegare accuratamente il complesso mondo dell'abisso, dall'altra può risultare un po' noiosa per chi preferisce ritmi diversi. A questo aggiungerei l'impressione che i primi strati non siano stati raccontati con il grado di dettaglio dovuto: se qualcuno entrasse davvero in un posto simile, credo che si guarderebbe un po' più attorno. Così, invece, differenze morfologiche a parte, non si riesce a cogliere la differenza tra uno strato e l'altro, almeno in termini di pericolosità. Spero che ciò non si ripeta anche per gli strati più in basso: il rischio sarebbe quello di trasformare l'abisso in una grossa buca.
Le mie ultime considerazioni riguardano grafica e colonna sonora: semplicemente splendidi. Sia che si tratti di ambienti luminosi e suggestivi che di ambienti bui e cupi, la bellezza dei disegni è sempre spettacolare; in più di un'occasione ti fanno venir voglia di scattare delle foto da utilizzare poi come sfondo del desktop. La colonna sonora, invece, con le sue melodie malinconiche e sognanti, a volte da l'impressione di essere il canto dell'abisso finendo così per far risaltare ancora di più la bellezza dei disegni. Quanto alle sigle si è scelto di proseguire in una abitudine che sta raccogliendo molti consensi, ossia quella di affidarne la realizzazione agli stessi doppiatori. E così l'opening, Deep in Abyss, è cantata da Miyu Tomita (Riko) e Mariya Ise (Reg); per l'ending, Tabi no Hidarite, Saihate no Migite, al duo si aggiungerà Shiori Izawa (Nanachi)
Pro
- Struttura complessa e affascinante
- Una serie di personaggi tutti di ottimo livello
- Grafica di altissima qualità
Contro
- Una certa lentezza in alcune fasi
- Bisognava caratterizzare meglio i vari strati
bho io credo che sapremo cosa è l' abisso a serie conclusa, che ci sia qualche simbolismo è possibile, la prima cosa che mi viene in mente è l'inferno dantesco, che forse era la cosa più vicina a questo buco.
ipotesi interessanti ma la recensione qual è?
Quindi secondo me l'abisso può essere anche visto come una metafora della sete di curiositá umana, della ricerca ossessiva da cui difficilmente si può uscire (da qui la maledizione dell'abisso)..
Tutto dipenderà dalle vendite del manga, pare. Almeno così ha twittato l'autore tempo fa.
Molto molto bella come serie, sotto tutti i punti di vista!
Spero che abbia un degno prosieguo e un altrettanto degno finale!
Se tutto questo avverrà spererei poi in una Super Limited in bluray con tutti i
crismi da parte di Dynit!
Ma alla fine questi difetti non hanno influito più di tanto, dal momento che la serie è riuscita a scorrere comunque piuttosto piacevolmente.
la penso essatamente come te.
è una serie cha sa distinguersi per vari aspetti, sopratutto il disegno.
Passiamo ora a qualche risposta.
@reinodeiturks. E' vero l'ipotesi Dantesca è molto gettonata anche in rete. Però gli unici collegamenti che sono riuscito a fare è che sia l'inferno che l'abisso hanno una forma simile, sono divisi entrambi in strati e che per tutti e due "pare" (perché per l'abisso finora è solo una voce) che sul fondo ci sia una qualche divinità. Un po' troppo poco per cui pur riconoscendo qualche punto di contatto ho preferito lasciar perdere. Sarebbe stato un azzardo molto rischioso
@MagnusII. Ovviamente Cappuccetto Rosso e Biancaneve non c'entrano nulla, era solo un modo per dire che spesso nelle favole sono presenti momenti di sangue e/o violenza.
Per quanto riguarda l'inferno vale anche per te la risposta che ho dato prima. Infine su dov'è la recensione... beh credo che ci sia, solo è un po' diversa dal solito. In fondo recensire è anche cercare di interpretare quello che si è creduto di vedere
@cursedsoul. Hai ragione, la curiosità è sicuramente uno dei motivi che spingono l'uomo ad entrare nell'abisso. Ce ne sono diversi altri come l'avidità, la necessità, la pazzia, ecc. Però ho notato che l'autore tendeva a raggruppare tutto questo in unica categoria e la chiamava ambizione. E come collegamento non era tanto campato in aria. Cmq hai perfettamente ragione i motivi particolari alla base dell'esplorazione dell'abisso sono i più disparati.
@Kiriyama. Quello è un difetto, non c'è dubbio. Per fare un esempio "davvero" stupido si pensi alla corsa dei cavalieri dello zodiaco attraverso le dodici case. Nei ricordi dello spettatore restano sia i cavalieri d'oro sia le case, che hanno una loro caratterizzazione. Però forse i primi strati sono stati progettati per essere poco interessanti di per sè. Staremo a vedere.
Infine condivido l'idea che in diversi hanno espresso che per avere una visione completa della storia e quindi per riconoscere con un maggior grado di evidenza il tipo di simbolismo proposto è necessario vedere qualcosa in più. Credo che il meglio debba ancora venire; e se è vero che la seconda serie dipende dalla vendita del manga... beh speriamo che i giapponesi lo comprino
Una meraviglia per gli occhi, per la narrazione, per le emozioni.
recensire vuol dire esaminare esattamente gli elementi di un testo in maniera scientifica, non raccontare ipotesi sul testo...
per l' appunto l' abisso potrebbe invece essere solo un enorme buca, l' unica cosa che si sà è che vanno li dentro per raccogliere gli artefatti di una civiltà antica. ci vadano per fama o gloria, ci vadano per trovare l' oggetto che migliorerà la qualità della vita di tutti gli uomini della terra non ci interessa, la storia verte su riko che vuole andare a trovare sua madre che crede viva e sul fondo. ci sta altro? si forse, non si sà. dipende da cosa ha in mente l' autore, il resto sono ipotesi e le ipotesi non fanno una recensione.
Nonostante la forma conica ed a strati dell'abisso richiami l'inferno dantesco, mi sembra l'influenza maggiore venga da Viaggio Al Centro della Terra scritto da Verne nel 1864
Una meraviglia per gli occhi e una bella storia anche se incompiuta, consiglio a chi non l'abbia ancora visto di recuperarlo quanto prima
Recensire in maniera scientifica significa raccontare la trama e chiuderla lì perché il resto sono sempre osservazioni che possono trovare gli altri d'accordo o meno. La scienza, invece è una disciplina certa, non basata su opinioni o punti di vista; perciò lasciamola stare la scienza che si occupa di altre cose. Recensire qualcosa raccontando solo ciò che evidente agli occhi di tutti e nascondendo sotto il tappeto quello che non si riesce a spiegare o su cui possono esserci opinioni differenti su un tema che cmq è evidente che esiste (il simbolismo) significa solo scegliere la strada più semplice. Almeno questo è il mio punto di vista, poi magari mi sbaglio
@Silver Wolf
Ma lo sai che non ci avevo pensato? In effetti è possibilissimo. Io in rete ho trovato anche altre ipotesi (il mondo sottomarino, Il signore degli anelli, ecc ecc). Bisognerebbe chiederlo all'autore
La serie mi è piaciuta, l'inizio davvero tanto ma ho avvertito un calo in mezzo salvo poi riprendersi sul finale (in sostanza sono stati 2 o 3 episodi che non mi hanno convinta del tutto). In definitiva una buona serie ma diciamo che non mi sono "innamorata" dei personaggi: Reg è carinissimo e Nanachi mi piace molto (e pure il trappino) ma Riko, che sarebbe la protagonista, l'ho gradita molto poco.
In ogni caso spero vivamente in una seconda stagione, voglio saperne di più sull'abisso e sul destino di questo trio.
Il signore degl'anelli, mi pare forzato.
Concordo, una bell' intervista completa all'autore , probabilmente ad opera conclusa per non rovinarsi visione/lettura.
Al tempo stesso la serie mi è piaciuta comunque, ascolto tuttora la OST, mi incuriosisce il proseguo, vorrei vedere la seconda serie ; ma l'avrei davvero adorata se avessero quantomeno limitato questi "eccessi". Opinione personale.
Deve essere un nuovo fetish...conoscendo i giapponesi, neppure poi così nuovo
Peccato che la serie non termini con questa stagione e che ci siano ancora molti misteri da rivelare.
Un'altro lato negativo sono le scene ambigue inserite abbastanza a caso all'interno dell'opera. E' vero che i personaggi sono bambini e quindi "non si fanno problemi" però le scene sono così tante che è evidente che sono state costruite ad arte. Secondo me si potevano evitare. A parte questo l'anime è degno di nota.
Non venivo investito da un senso di schifo simile dai tempi della canzone degli EELST "Silos", neanche una notte in prontosoccorso o un film di Cronenberg arrivano a questi livelli!
Ciò non toglie che poi ognuno abbia giustamente le proprie impressioni, quello che voglio dire è che a volte c'è dell'altro oltre a quello che noi riteniamo che vada "bene".
In più c’è anche una componente religiosa, sembra pensino che le anime finiscano (anzi “tornino”) nell’abisso e nei primi livelli si trovano uomini morti in preghiera. (o seppelliti così in modo rituale)
Potrebbe essere un’allegoria dell’umanita, ma anche un mostro che mangia anime e le attira in un cono senza via d’uscita tipo pianta carnivora. Lo vedremo poi.
Si può essere, mi sembrano osservazioni interessanti
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