E se oggi, nel 2010, il mecha sta purtroppo attraversando una fase calante – sono in molti a ritenere il genere in crisi e sono effettivamente un po' di anni che manca un anime mecha davvero memorabile – negli scorsi decenni l'animazione robotica ha sfornato alcuni dei suoi più grandi capolavori, opere in grado di superare i canoni e le limitazioni del genere per farsi apprezzare da un ampio ventaglio di pubblico e critica. E se alcune di queste grandi opere sono note al pubblico italiano, ce ne sono purtroppo diverse quasi del tutto sconosciute. A causa dei pessimi rapporti con Sunrise (all'epoca ancora Nippon Sunrise), la più grande fucina del robotico, arrabbiata con noi per aver trasmesso senza diritti Gundam e Zambot 3 in TV, l'Italia ha affrontato un vero e proprio salto di quasi due decenni, con molti degli anime robotici nel mezzo rimasti da noi inediti, da alcuni conosciuti per sentito dire, da ben pochi effettivamente visionati e approfonditi.
Non solo il pubblico, ma anche la critica italiana non ha mai dato grande rilievo a queste opere “dimenticate”, preferendo concentrarsi sull'esaltazione (a volte pure eccessiva) di quanto arrivato da noi, ovvero il pre-Gundam ed il post-Evangelion, con un occhio di riguardo alla scuola nagaiana da cui l'invasione degli anime ebbe inizio in Italia. Raramente si è sentita la necessità di affrontare in modo serio e approfondito il fenomeno del real robot ed il suo più importante esponente, Ryosuke Takahashi, oppure di uscire dall'orbita di Gundam per scoprire il Tomino mai arrivato in Italia. Risulta quindi importante e degna di attenzione l'uscita di Guida ai super e real robot - L'animazione robotica giapponese dal 1980 al 1999 di Jacopo Mistè. Un saggio che si prefigge un obiettivo importante, dare una visione approfondita di due decenni fondamentali nella storia dell'animazione mecha, slegandosi completamente dalla realtà italiana e occidentale per affrontare le opere dal punto di vista originale, contestualizzandole all'interno della storia dell'animazione (robotica) e della società giapponese, analizzando tutti i titoli secondo gli obiettivi degli autori originali e in base al successo nel loro mercato di origine, il Giappone. In un panorama italiano quasi interamente colonizzato dalla nostalgia della cosiddetta Generazione Goldrake si tratta davvero di una boccata d'aria fresca. È lo stesso autore, nato nella seconda metà degli anni '80, a mettere le mani avanti nell'introduzione del saggio, staccandosi completamente dalla Generazione Goldrake e da tutto ciò che essa rappresenta.
Il saggio può essere suddiviso in due parti. Il primo capitolo presenta una panoramica dell'animazione robotica dalla sua origine fino ad Evangelion, in cui vengono analizzate brevemente tutte le opere più importanti in funzione all'evoluzione del medium animato, con anche uno spazio dedicato a La corazzata spaziale Yamato e al suo imprescindibile apporto alla nascita dell'Anime Boom e alle sue influenze sull'animazione giapponese, robotica e non. Un racconto ordinato e ben organizzato, che in 50 pagine mostra tutti i passaggi che hanno portato all'evoluzione del mecha nel corso di trent'anni e con tantissime curiosità e aneddoti in grado di soddisfare i lettori più curiosi e assettati di informazioni.
I capitoli dal 2 al 4 invece approfondiscono ulteriormente alcune di queste opere, dedicando varie pagine a ciascuna, analizzandone storia, personaggi, animazioni, registi e staff di produzione, obiettivi dietro la realizzazione, successo di pubblico e critica in Giappone e tanti, tanti retroscena e curiosità. Se il primo capitolo era completamente oggettivo e informativo, i successivi si basano sulle recensioni già pubblicate dall'autore sul sito Anime Asteroid, qui ulteriormente ampliate, approfondite, raffinate e in alcuni casi completamente riscritte; si tratta quindi di scritti più personali, contenenti anche giudizi e analisi soggettive. E se questo potrebbe far storcere il naso ad alcuni lettori, che magari a differenza dell'autore considerano Gasaraki il vero capolavoro di Ryosuke Takahashi oppure ritengono mediocre e sopravvalutato Z Gundam, il carico di informazioni, curiosità, retroscena e ricerca dietro ogni analisi è tale da risultare una lettura estremamente coinvolgente, appagante e arricchente anche qualora non si condividessero le opinioni presentate. Anche perchè l'autore mostra un grandissimo rispetto per le idee originali degli autori dei vari titoli, secondo lui il vero e proprio vangelo a cui affidarsi per l'analisi di qualsiasi opera, ben più importanti delle interpretazioni personali dei singoli spettatori. Anche per questo è presente a fine volume un ricchissimo apparato di fonti in cui viene spiegata l'origine di ogni singola informazione presentata nel saggio. Interviste a registi, produttori o animatori, booklet o roman album originali legate alle varie opere, approfondimenti di varia natura sono alcune delle fonti privilegiate dal'autore, il tutto unito all'assistenza di uno dei maggiori guru italiani di animazione robotica: Cristian Giorgi, noto traduttore per Dynit, J-POP, Magic Press e altri editori italiani, che ha fornito consulenza continua a Jacopo Mistè nella traduzione dal giapponese e nella presentazione delle informazioni presenti nel libro. Un apporto imprescindibile che indubbiamente eleva il già alto valore del saggio.
Piccola chicca conclusiva, la presenza delle schede tecniche degli anime presentati, con lo staff principale assegnato a ciascuno degli episodi a cui ha lavorato, tutto tradotto da fonti ufficiali giapponesi.
Protagonista assoluto del saggio è Yoshiyuki Tomino, a cui viene dedicato ben un terzo del volume e di cui viene analizzata sia la saga di Gundam che tutte le altre opere, facendo anche un'eccezione ai confini temporali del libro per affrontare titoli pre-1980 come Raideen, Zambot 3, Daitarn 3 e il primo Gundam. Ampio spazio viene poi dato a Ryosuke Takahashi, il vero grande assente in Italia, la mente dietro ad alcuni dei più importanti titoli robotici di quegli anni e colui che più di chiunque altro ha approfondito e spinto ai suoi limiti il real robot. Il resto dello spazio si divide tra gli universi di Macross e Patlabor, i principali Gundam non Tominiani, le opere di Yasuhiro Imagawa e Hideaki Anno e altri registi della seconda e terza generazione.
In tal senso bisogna purtroppo segnalare quello che è forse l'unico vero “difetto” di questo saggio. A causa di questioni di natura editoriale è stato necessario tagliare parte dello scritto originale, eccessivamente lungo per una pubblicazione cartacea. Questo ha portato all'estromissione dal saggio di alcuni titoli “minori”; sebbene le analisi dedicate a questi titoli saranno forse presenti nella versione digitale del libro, la loro assenza mina la completezza e il valore enciclopedico del volume cartaceo.
Se dal punto di vista contenutistico il volume risulta davvero ottimo, anche il “contorno” si attesta su buoni livello. La scrittura di Jacopo Mistè è coinvolgente e appassionante, si lascia leggere con piacere senza quasi mai annoiare, con un lessico semplice ma efficace. Vi è qualche piccolo refuso occasionale e anche un paio di errori, ma nulla che infici realmente il valore dell'opera, anzi, si tratta di un numero decisamente limitato e inferiore ad altri libri simili.
Non eccessivamente alto il numero di immagini presenti, tutte in bianco e nero, ma ben selezionate e in alcune occasioni atte a raffigurare qualche elemento spiegato nel testo, per esempio le cut-in-mask o l'Itano Circus.
Buona l'edizione fisica, con una rilegatura a filo robusta, una carta flessibile che permette una buona sfogliabilità dell'albo e una buona stampa.
Guida ai super e real robot. L'animazione robotica giapponese dal 1980 al 1999
Il saggio analizza un periodo di culto per gli amanti dell'animazione robotica. In questo arco temporale, figlio dell'anime boom, il genere ha trovato il suo periodo d'oro, i suoi migliori narratori e la più felice ispirazione creativa. Moltissime delle più importanti serie mecha, divenute a pieno titolo dei classici, sono però ancora inedite in Italia e restano appannaggio di una ristretta cerchia di estimatori. Un appassionante viaggio che tocca la storia del genere, dalla sua nascita con Tetsujin 28 e Mazinger Z, passando per il flop iniziale di Mobile Suit Gundam e culminando con il successo epocale di Neon Genesis Evangelion e le serie nate per gli slot notturni. "Guida ai super e real robot" analizza nel dettaglio le opere di Yoshiyuki Tomino e Ryosuke Takahashi, Mamoru Oshii, Yasuhiro Imagawa e Hideaki Anno; affronta con dovizia di particolari il mondo di Gundam, gli OVA e la seconda e terza generazione di registi e animatori, facendo finalmente luce su grandi opere precluse al pubblico italiano. Mistè rivela quali sono stati quei mattoni che, appoggiati uno sull'altro, hanno contribuito a edificare ed evolvere il genere, muovendo i primi passi dallo schematismo infantile e tokusatsu delle origini e traghettandolo a quella concezione odierna fatta di continuity serrata, regie avveniristiche, sceneggiature articolate e contenuti intellettuali. Un lavoro costruito attraverso diversi tipi di fonti: da materiale originale giapponese recuperato da fanzine dell'epoca o dai più disparati angoli del Web a interviste mai giunte in Italia, che svela retroscena e curiosità di questo ricco ventennio.
Prezzo: 22,00 €
Totale voti: 5 0 0
Altri Voti
Pro
- Ottima contestualizzazione di ogni opera all'interno della carriera dello staff di produzione, della storia dell'animazione e del genere robotico.
- Tantissime curiosità, aneddoti e dietro le quinte su un sacco di anime robotici
- Grande rispetto per gli intenti originali degli autori e per l'impatto avuto in patria
- Il saggio da finalmente spazio a varie opere quasi sconosciute e poco considerare in Italia
- L'autore non si lascia guidare dalla nostalgia e dalla memoria storica italiana per l'analisi delle opere
- Coinvolgente e appassionante, si lascia leggere con piacere senza quasi mai annoiare, con un lessico semplice ma efficace
Contro
- L'assenza di vari titoli “minori”, che saranno forse presenti nella versione digitale, mina la completezza e il valore enciclopedico del volume cartaceo.
- Vi è qualche piccolo refuso occasionale e anche un paio di errori
Slanzard
Un appassionante viaggio nell'animazione mecha con tantissimi retroscena e curiosità, una contestualizzazione precisa di ogni opera nel suo ambiente originale e completamente slegata dalla nostalgia.
11/11/2018