Continuiamo a omaggiare lo Studio Kyoto Animation con articoli e recensioni delle opere più significative.

Per non dimenticare


Quella di Free! è una storia lunga e di successo che inizia nel 2011, quando alla seconda edizione del Kyoto Animation Award Contest, viene premiata la novel High Speed!, scritta da Kōji Ōji. Nel 2013, Kyoto Animation decide di dare vita a Free!, una sorta di sequel di High Speed! che vede i suoi giovanissimi protagonisti trasportati al liceo. Al timone della serie c’è Hiroko Utsumi, che partendo dal materiale originale, decide di mostrare dei personaggi più adulti alle prese con un club di nuoto. Essendo stata lei stessa una nuotatrice ai tempi del liceo, inizia i lavori con grande entusiasmo.

Secondo la Utsumi sarebbe stato difficile rendere al meglio la storia con un cast di bambini delle elementari, mentre con degli studenti delle superiori, la trama avrebbe avuto maggiori possibilità di dipanarsi e approfondirsi. La regista però non ha mai nascosto il suo amore per i muscoli, specie quelli della parte superiore del corpo, e Free! le dava l’opportunità di esprimere al meglio questa sua passione. Al comando della regia, accompagnata dall'animatore e character designer Futoshi Nishiya, Hiroko Utsumi dà il via a quella che sarebbe stata la lunga e splendente saga dei nuotatori più famosi del mondo dell’animazione.

Accompagnati dalle parole di questi due importanti membri dello staff, ripercorriamo il lungo percorso di Free!.

Amicizia, legami, acqua e torsi (muscolosi), ecco gli ingredienti per un successo mondiale: Free! (prima serie)


Haruka Nanase ama l’acqua, più di qualsiasi altra cosa. Che sia una piscina, un acquario o una pozza, quello è il posto in cui Haru si sente libero e felice, come se il mondo attorno a lui sparisse e restasse solo l’acqua che scivola sulla sua pelle. Le giornate del ragazzo trascorrono senza grandi scossoni finché l’amico d’infanzia Nagisa non propone di fondare un club scolastico di nuoto.
Assieme ai compagni Makoto, Nagisa e Rin, Haru faceva parte della squadra di nuoto delle elementari e il gruppo aveva vinto competizioni e trascorso momenti memorabili. Lo scorrere del tempo e l’incidere degli eventi cambia però le cose, e i quattro amici non nuotano più insieme. L’energia e l’insistenza di Nagisa convincono Haru e Makoto a tornare in piscina, e dopo aver rubato al club di atletica il vigoroso Rei, fondano il club di nuoto del liceo Iwatobi. Allenarsi per partecipare alle competizioni è importante ma per Haru, gare e affini non sono importanti, lui nuota "solo free" e il legame che instaura con l’acqua e con chi nuota insieme a lui, è ciò che davvero conta.

I rimorsi e i rimpianti del passato trovano però concretizzazione nella figura di Rin, rientrato in Giappone dopo un periodo all'estero. L’amico che i ragazzi conoscevano non è più lo stesso di una volta: il bambino dolce, sorridente e positivo di un tempo è diventato un ragazzo arrogante, competitivo e rancoroso. I sogni inseguiti da bambini, le promesse, i traguardi raggiunti insieme, dove sono andati a finire? Perché un legame così puro e profondo si è trasformato in astio e rancore? Il tempo, le esperienze, soprattutto quelle brutte, le batoste, i sogni infranti, i desideri irraggiungibili e il crollo delle illusioni mutano le persone e non è facile rimettere insieme i pezzi di un rapporto che sembra ormai distrutto. I legami che credevamo durassero per sempre sono diventati catene, come si può allora tornare "free" come negli anni della passata innocenza?
 
Le vicende di Free! si dipanano proprio in una continua lotta tra passato e presente, tra chi si era, chi si è e chi si vuol diventare, tra un legame abbandonato e uno ritrovato, tra la voglia di vincere, di competere ma soprattutto nel desiderio di perdonarsi ed essere perdonati, così da poter tornare a essere "free" nel corpo e nell'anima, come da bambini.
Si tratta di un vero e proprio dramma giovanile, che senza vergogna, nonostante il suo cast quasi tutto al maschile, mostra lacrime, abbracci, scenate di gelosia ed esprime qualsiasi sentimento senza filtri.
Liberare il proprio cuore da rancori e rimorsi non è semplice e i protagonisti di Free! sbattono parecchie volte la testa, litigano e piangono alla ricerca della libertà del proprio cuore e di un legame che torni a essere unico e speciale.

Free! è comunque una serie solare e divertentissima, che in mezzo a lacrime ed emozioni non priva mai lo spettatore di momenti comici riuscitissimi. Nonostante la novel avesse in realtà un tono più serioso, la regista dell’anime, da amante della commedia, ha voluto inserire molti momenti divertenti, asserendo che conoscere i personaggi nella loro totalità, quindi anche nelle scenette comiche, avrebbe aiutato a capirli meglio.

Si tratta insomma di una storia fortemente sentimentale, ricca di drama e anche di esagerazioni, quelle tipiche del mondo dell’animazione, dei manga e dei prodotti per giovani, senza dimenticare quel fanservice neanche tanto velato che ha portato Free! all'enorme successo della sua prima serie.

A detta di regista e character designer, una delle più grosse difficoltà nella lavorazione di questa serie è stato l’inserimento di un personaggio originale: Rei. La Utsumi e Nishiya hanno tribolato parecchio prima di capire come caratterizzarlo nei suoi aspetti, sia fisici che emotivi. L’idea iniziale era molto distante dal Rei che conosciamo e prevedeva la presenza di un personaggio di nome Kaede, più simile a Nagisa che al nostro occhialuto preferito. Rei, da persona totalmente ignorante in fatto di nuoto, e incapace di star dietro ai nuovi compagni, è servito come catalizzatore di empatia con il pubblico, il quale si è trovato a seguire questo nuovo mondo con la stessa curiosità e voglia di imparare di Rei.

La prima stagione, andata in onda nell'estate 2013, si chiude con un "see you next summer" e il mondo si prepara con il cuore colmo di gioia ad un’attesa lunga un anno.

Il comparto tecnico di Free! è stato uno dei migliori del suo anno grazie alla certosina cura impiegata da KyoAni. Dal character design ricercato, alle animazioni di alta qualità a un comparto sonoro di gran pregio, la serie si è imposta tra il pubblico soprattutto grazie al suo aspetto grafico. I movimenti dei personaggi, l’acqua che scivola sui corpi, i muscoli che si contraggono durante lo sforzo fisico, gli occhietti acquosi che risplendono: tutto è stato studiato nei minimi particolari. Il design dei personaggi acchiappa facilmente il pubblico e se la saga dei nuotatori ha avuto tanto successo, è certamente dovuto anche all'estetica ricercata dei suoi protagonisti.


Tra legami, amicizia e corpi muscoli si intromette il futuro: Free! Eternal Summer


Come promesso, nel luglio 2014, Free! torna a fare capolino sugli schermi delle TV giapponesi, ponendo stavolta il gruppetto di amici davanti a problemi e quesiti diversi. Se la regista Utsumi aveva dichiarato che la prima serie di Free! era nata portando con sé i temi "acqua, legami, amicizia e muscoli", in questa nuova stagione viene introdotto un nuovo elemento: il futuro.

È tempo di diploma per Haru, Makoto e Rin; giunti all'ultimo anno di scuola bisogna pensare al futuro, a che strada prendere nella vita, bisogna capire se il nuoto farà parte di questa strada o se verrà accantonato con la fine del liceo, come un bel ricordo che chiude un’epoca. Rin sa perfettamente cosa fare, è deciso e irremovibile; Haru è distante, distaccato, come suo solito ma forse anche di più. Il talento del giovane diventa un’arma a doppio taglio: lui nuota solo free per sentirsi free, ma il mondo intorno a lui sembra chiedere qualcosa di diverso, come se quell'innato talento dovesse per forza essere utilizzato per competere e vincere. Haru tribola, si tormenta in silenzio e più che mai in questa serie, le sue scarsissime capacità comunicative mettono in crisi se stesso e gli amici che tanto lo amano e lo ammirano. Se nella prima serie era Rin a dover liberare il proprio cuore da un peso auto-impostosi, stavolta è Haru a cercare la libertà, e lo fa in modo goffo, errato, esagerato… come ogni adolescente che si rispetti.

Eternal Summer porta sullo schermo dei nuovi personaggi che in un modo o nell'altro rendono le vicende più vivaci: il silenzioso Sousuke, amico di vecchia data di Rin, e il vivace Momotaro. Mentre il secondo è più un’allegra macchietta, il primo, con il suo comportamento iperprotettivo nei confronti di Rin, diventa una sorta di "antagonista" di Haru, a fronte di un Rin decisamente più maturo della serie precedente, e capace di prendersi cura di se stesso, della squadra di cui ora è capitano, del suo sogno e dei suoi amici.

Come nella serie precedente, anche stavolta il drama la fa da padrone, nell'intrecciarsi delle storie e dei sentimenti di questi ragazzi che provano l’uno per l’altro un affetto senza pari, ma che al contempo sono ancora incapaci di vivere in armonia con gli altri, con il proprio cuore e i propri desideri.

La Utsumi rivela di aver voluto il personaggio di Sousuke sin dalle prime fasi di creazione della serie, poiché, affascinata dalla sua relazione con Rin, voleva a tutti i costi portarlo sullo schermo, ben mettendo in evidenza la differenza di rapporto rispetto alla coppia Haruka/Makoto. Momotaro invece nasce come successore del fratellone Mikoshiba, personaggio di gran successo, che seppur con caratteristiche fisiche diverse, ne riprende in qualche modo lo spirito e la freschezza.

Tecnicamente parlando questa seconda serie mantiene gli ottimi standard della precedente e la Utsumi si pone come obiettivo di mostrare al pubblico "il fascino dell’acqua e la bellezza dei muscoli". Allo stesso tempo è importante mettere in evidenza i sentimenti dei personaggi tramite le loro espressioni. A detta della regista, fare ciò per ogni singolo personaggio sarebbe normalmente un lavoraccio, ma conoscendo ormai i ragazzi e le motivazioni dietro ogni loro parola, è stato semplice realizzare l’obiettivo.

Qualità tecnica a parte, Eternal Summer non si dimostra comunque all'altezza della prima serie, vuoi per la mancanza dell’effetto novità, vuoi per alcuni estremismi nel comportamento dei personaggi, vuoi per aver relegato personaggi importanti a un ruolo secondario, lasciando troppo spazio a momenti eccessivamente colmi di enfasi.
Resta comunque una serie ampiamente godibile, ricca di momenti divertenti ed emozionanti, e per tutti i fan dei nuotatori di casa KyoAni, è stata comunque indimenticabile.

Nonostante si sia trattato della sua seconda prova registica, la Utsumi era particolarmente ansiosa di riuscire a creare qualcosa che attirasse anche chi non fosse interessato ai muscoli. Impresa riuscita?

Ambizione, passione, promesse perse e ritrovate: Free! Dive to the future.
 


Estate 2018, dopo film prequel, film riassuntivi, film di collegamento e ova, arriva l’attesa terza stagione di Free!, che come anticipa il titolo stesso, è un vero e proprio tuffo verso il futuro.
Se Eternal Summer aveva come punto cardine le scelte per il proprio futuro, questa terza stagione riprende l’argomento partendo però da un punto di vista diverso, più avanzato: nella seconda serie bisognava pensarci, in questa terza, invece, il futuro è a portata di mano ed è il momento di tuffarvisi dentro.

Hiroko Utsumi, impegnata con Banana Fish, lascia il timone della regia a Eisaku Kawanami, che si era occupato precedentemente dei due film riassuntivi che compongono Timeless Medley e dell’inedito Take your Marks. Ritroviamo nuovamente Masahiro Yokotani alla supervisione della sceneggiatura e Futoshi Nishiya al character design.
In un modo o nell'altro però, così come successo per il film di High Speed!, il cambio di regia è percettibile e la nuova stagione di Free! assume un’aria più seriosa che si lascia andare a pochi momenti comici, dati quasi unicamente dal vivace Momotaro o dalla sempre fresca accoppiata Rei/Nagisa.

Il nuovo capitolo della saga dei nuotatori KyoAni è un po’ una celebrazione della saga stessa, poiché riporta sullo schermo tutti i personaggi precedentemente apparsi, anche quelli del film prequel, cercando di dare a ognuno un proprio ruolo.
Se di questa serie sorprende il character development di Haru, decisamente più maturo e deciso di un tempo, stupisce invece il cambiamento di Ikuya, che alla fine di High Speed! sembrava aver trovato pace per il proprio cuore.

Dive to the Future si focalizza in larga parte su Ikuya e sul suo comportamento schivo nei confronti di Haru, colpevole a suo dire di aver infranto una promessa scambiata da bambini. Come in tutti i drammi che si rispettino, i personaggi preferiscono prendere la via più lunga e tortuosa, evitando confronti e dialoghi e nascondendosi dietro sbuffi e parole non dette.

La terza stagione torna fortemente a concentrarsi sui legami, sul desiderio di essere liberi e al contempo di non perdere i vincoli che ci uniscono alle persone amate, in un continuo destreggiarsi tra l’uno e l’altro desiderio, in cerca di equilibrio.

Purtroppo però il concetto, che ben era stato espresso e mostrato nelle serie precedenti, diventa pesante e ridondante, a causa anche di un Ikuya depresso che non riesce a tenere viva la scena come il Rin della prima serie.
La prima metà degli episodi, seppur intervallata da ottimi intermezzi, sembra incartare Free! su se stesso, e a causa del "blocco" Ikuya, impedisce a molti personaggi, Haru in primis, di esprimere se stessi e ciò che sono diventati dopo un lungo percorso di crescita.

Nella seconda metà la serie si riprende e si torna a parlare in tutto e per tutto di competizioni.
Makoto, Haru e Rin frequentano l’università e se il primo sceglie una strada diversa dal nuoto agonistico, gli altri due sono decisi a lottare per un posto sul palcoscenico mondiale. Tra allenamenti sfiancanti con singolari nuovi coach, sudore e sacrificio, riusciranno i nostri protagonisti nel loro intento?
In realtà questo lo sapremo solo con il film cinematografico previsto per il 2020, anticipato da un film riassuntivo Road to the World - Yume, trasmesso nell'estate del 2019.

Anche stavolta Free! conta su un curatissimo comparto tecnico ma, a livello di pubblico e fandom, non riesce a bissare il successo delle serie precedenti. Si tratta comunque di un importante tassello nel percorso di questi ragazzi, che è servito ad accompagnarci verso quella che sarà, forse, l’ultima avventura dei nuotatori KyoAni.

L’età dell’innocenza, la purezza dei bambini, un sogno che parte da lontano: High Speed!: Free! Starting Days
 


Dopo la seconda serie, nell'autunno del 2015, KyoAni ci delizia con la pellicola cinematografica High Speed!: Free! Starting Days, che vede come protagonisti Haru e Makoto ai tempi delle medie. La storia si colloca dopo la partenza di Rin verso l’Australia, con i due amici che si apprestano a iniziare il nuovo ciclo scolastico.
A smuovere le acque ci pensa Asahi, nuovo compagno di classe che con grande entusiasmo convince i due e un altro compagno, Ikuya, ad entrare nel folto club di nuoto della scuola. Purtroppo però le cose non sono semplici come sembrano e i quattro piccoletti faticano a trovare affiatamento e una loro dimensione all'interno del gruppo.

In questo film più che mai, data la giovane età dei personaggi, viene mostrata l’immaturità dei protagonisti, che se da una parte si mostrano più adulti di qualsiasi coetaneo, dall'altra mettono in evidenza atteggiamenti infantili tipici di questa età di mezzo.
Sogni e speranze perdute, tristezza e felicità, incapacità di comunicare e voglia di comunicare, vecchi amici persi e nuovi amici trovati, vecchi e nuovi legami ma soprattutto un nuovo punto di partenza per tutti: Starting Days mescola questi elementi e continua la tradizionale lotta degli opposti di Free!, dove tutto e il contrario di tutto si danno battaglia per raggiungere un (forse) utopico, armonico equilibrio.

A dirigere la pellicola troviamo Yasuhiro Takemoto, che pur raccontando una storia di giovanissimi, riesce a dare al film un tono serio e incredibilmente profondo. Abbandonati i muscoli in favore di corpi più esili e innocenti, l’idea di Takemoto era quella di mostrare la purezza dei personaggi e affondare in essa fino a tirare fuori lo splendore della pre-adolescenza.

Il regista non ha esitato a chiedere consigli ai membri femminili dello staff, facendosi aiutare, ad esempio, a decidere come i ragazzi avrebbero dovuto indossare l’uniforme scolastica.
Anche in questa parte di Free! c’è insomma un lavoro estremamente curato che strizza l’occhio al pubblico femminile, ma che a dispetto di ciò viene realizzato con estrema cura e interesse da un regista uomo che nulla ha da invidiare alla brava Utsumi.

L’intenzione di Takemoto era di creare un film che potesse interessare anche il pubblico estraneo all'universo di Free!, ma che al contempo si collegasse e non fosse da meno delle serie regolari. Impresa difficile a suo dire, ma in realtà concretizzatasi al meglio in questo lungometraggio di pregevole fattura.

'Riassuntoni', vacanze alle terme, pistole ad acqua e sumo delle mascotte: Free! film e ova 
 


Non è strano al giorno d'oggi che serie anime di successo vengano accompagnate da film riassuntivi, in modo da tenere alta l'attenzione del pubblico fino alla prossima incarnazione del brand. Free! non fa eccezione e vanta infatti tre film riassuntivi: i primi due fanno parte di Timeless Medley, il più recente, Road to the World, è stato trasmesso nei cinema giapponesi quest'estate.

Timeless Medley si compone di due parti, Kizuna (Legami, trasmesso nell'aprile del 2017) e Yakusoku (Promessa, trasmesso nel luglio 2017); mentre il primo riassume gli eventi della prima stagione dando maggior spazio alla Iwatobi e al rapporto Haru/Makoto, il secondo si incentra sulla seconda serie, ed è dedicato alla Samezuka e alla coppia Rin/Sousuke. Essendo dei meri riassunti, non si racconta nulla di più di quanto già visto ma aggiungono delle gradevolissime parti inedite che ci permettono di conoscere altri aspetti dei protagonisti o retroscena degli eventi.

Nell'ottobre dello stesso anno arriva l'inedito Take your Marks, una pellicola divisa in quattro piccoli episodi che fa da ponte tra la seconda e la terza serie. Non si tratta di un film particolarmente memorabile, decisamente lontano dalla qualità di Starting Days, ma è comunque una visione piacevole e divertente che vede i nostri protagonisti alle prese con situazioni buffe o piccoli problemi del quotidiano. Niente ansie, drammi e patemi d'animo, solo la voglia di ritrovare i ragazzi in un contesto più rilassato.

Dopo la terza serie ci pensa un altro film riassuntivo a far da ponte con il futuro del brand, e nell'estate 2019 i cinema giapponesi proiettano Road to the World - Yume, che ripropone gli eventi della terza serie.
Tutti i suddetti film sono stati diretti da Eisaku Kawanami.

In realtà, Free! può vantare di due ova particolarmente riusciti, forse anche più dei film. Si tratta di Kindan no Ōru Hādo! (L'All Hard proibito!, 2015) ed Episodio 0 Sōshun no Birudo Appu! (La preparazione di inizio primavera!, trasmesso a giugno 2018, prima dell'inizio ufficiale della serie e poi incluso nell'home video).
Il primo racconta di una divertente giornata al festival scolastico della Samezuka, in cui squadre miste composte dai membri di Samezuka e Iwatobi si scontrano in una singolare lotta per la sopravvivenza con le pistole ad acqua. L'episodio è estremamente fresco e ilare e mette in luce tutti i lati più spensierati e infantili dei nostri ragazzi.
Episodio 0 si svolge invece appena prima dell'inizio di Dive to the Future e vede il buon Makoto impegnato in prima persona in una stramba competizione di sumo tra mascotte.
Entrambi gli episodi sono dei piacevoli intermezzi, un po' come lo erano stati i mini episodi denominati FrFr! inclusi nell'home video della prima serie.


La cura grafica di KyoAni, gli OLDCODEX e nessuna audizione per i doppiatori. Il comparto tecnico di Free!
 


Che KyoAni dedichi una cura maniacale ai suoi prodotti, non è certo una novità: la casa di Kyoto è infatti famosa per la cura estrema delle animazioni, per l'uso del colore e per tutto ciò che concerne il comparto visivo di ciò che anima. Free! non fa certo eccezione in tal senso, ed è nei dettagli che possiamo scoprire la minuziosità con cui lo staff ha lavorato a questo brand.

Affascinata dal modo in cui Nishiya disegnava i (pochi) personaggi maschili in KyoAni, la regista Utsumi chiese espressamente di poter lavorare con lui, ritenendolo in grado di esprimere al meglio la bellezza dei ragazzi protagonisti. Lo stesso Nishiya si disse contento dell'opportunità di poter disegnare muscoli.
Nonostante la difficoltà nel ricreare l'acqua, i suoi movimenti e tutte le forme che essa assume, lo staff della serie è riuscito a riprodurre al meglio l'elemento in ogni suo aspetto e lo possiamo ammirare soprattutto durante le sessioni di nuoto, quando l'acqua si infrange contro i corpi dei personaggi. Da nuotatrice qual era, la Utsumi ci teneva particolarmente che venisse mostrato il nuoto in modo realistico e ciò ha comportato un grande sforzo da parte di tutto lo staff; coordinare movimenti del corpo, della bocca e respirazione durante le suddette sequenze ha richiesto parecchia cura e attenzione.

I personaggi di Free! sono stati delineati e resi nei piccoli dettagli con particolare minuzia, pensiamo ad esempio agli occhi di Haruka: essendo un personaggio che si esprime poco a parole, regista e character designer vollero disegnarli il più dettagliati possibile, per far sì che le sue emozioni si esprimessero più con essi che non con le parole, come nel momento in cui, in preda a una grande emozione, sembrano riempirsi di acqua, a dimostrare ancora una volta il suo amore per questo elemento.

Anche il design dei costumi, in particolare la lunghezza, ha seguito regole precise per far risaltare al meglio le proporzioni del corpo dei personaggi.
Rin invece, il cui viso si focalizza in particolare sulla fronte, ha avuto un design diverso per gli occhialini.

Sin dall'esordio della prima stagione, Free! si è fatto notare per il comparto musicale e in particolare per la bizzarra ending Splash Free, cantata dagli Style Five, gruppo fittizio che riunisce i doppiatori dei cinque personaggi principali della serie. L'idea era quella di creare qualcosa di diverso da ciò che si vedeva nella storia, una sorta di mondo parallelo privo di acqua. Le stagioni successive seguono lo stesso andazzo, raccontando nelle loro ending delle storie che si discostano dal contenuto della serie ma che in qualche modo vi restano collegate. Se nella prima sigla avevamo un mondo arido ma la costante di un Haru in cerca d'acqua, in Future Fish troviamo i protagonisti alle prese con le loro future professioni, o meglio con i loro sogni di bambini proiettati verso il futuro. Per finire, Gold Evolution, ending della terza stagione, ci mostra i personaggi in un clima di apparente guerriglia urbana tra gang che si conclude infine con un balletto collettivo, riflettendo in qualche modo i contenuti della serie stessa.

Le opening hanno seguito un percorso simile. Al tempo della prima stagione l'idea della regista era quella di una canzone molto ritmata ma che al contempo avesse un tono malinconico. Quando le venne proposta Rage On, del gruppo OLDCODEX, fu tanto soddisfatta da pensare di non riuscire a creare delle immagini che vi si sposassero al meglio. Vennero inserite delle scene di nuoto nei momenti più potenti della canzone e al contempo la scelta del cut con Rin piangente serviva proprio a dare un hint allo spettatore di ciò che avrebbe visto solo a fine stagione. 
Anche per le serie successive e per Starting Days, saranno gli OLDCODEX ad occuparsi delle sigle di apertura, rispettivamente con Dried Up Youthful FameHeading to OverAching Horns.
Vi sono inoltre numerose insert song e varie character song, cantate dai personaggi in singolo, in duetto o collettivamente dagli Style Five.


Per quanto riguarda il cast di doppiatori di Free!, non venne fatta nessuna audizione, ma la Utsumi ascoltò vari sample di doppiatori alle prese con la lettura del copione e scelse quelli che meglio corrispondevano alla sua immagine dei protagonisti. Sorprendentemente, Tatsuhisa Suzuki, voce degli OLDCODEX, venne immediatamente associato alla figura di Makoto, mentre Nobunaga Shimazaki, Mamoru Miyano, Tsubasa Yonaga e Daisuke Hirakawa presero le parti rispettivamente di Haru, Rin, Nagisa e Rei.
Il resto del cast è composto da nomi altrettanto famosi, tra i quali, Kenichi Suzumura, Kenjiro Tsuda, Ryohei Kimura, Kouki Uchiyama, Yoshimasa Hosoya e Toshiyuki Toyonaga.

Lo sapevate che...?

Chiudiamo questa lunga disamina lasciandovi con delle piccole ma interessanti curiosità.

  • Sono state sperimentate diverse capigliature per il personaggio di Rei, dai capelli lunghi a quelli totalmente rasati. Abbiamo rischiato di avere un Rei con l’appeal di un monaco!
  • Il carattere di Nagisa doveva essere diverso secondo le idee iniziali, più cool e meno infantile.
  • Haruka viene definito dallo staff "waterdere" (una persona che ama l’acqua alla follia).
  • Inizialmente si pensava di fare l’uniforme della Samezuka nera o blu scuro, alla fine il coordinatore della colorazione propose il bianco.
  • Non è stato facile scegliere la pettinatura di Rin, poiché ogni volta che veniva disegnato senza occhialini, era come se gli mancasse qualcosa. Provarono anche a mettergli una fascia sopra la frangia ma fortunatamente, la parte femminile dello staff bocciò con decisione l’idea.
  • Nishiya propose dall'inizio i denti "seghettati" per Rin e la Utsumi rifiutò l’idea (poi utilizzata comunque).
  • Nel primo episodio della prima serie, nella parte in cui Rin e Haru si svestono per affrontare la loro gara in piscina, i due avrebbero dovuto spogliarsi in un modo simile, ma l'animatore che si è occupato di quella scena propose invece per Rin uno stile più aggressivo, così da contrastare i modi cool di Haru.
  • La scena della prima serie che più è rimasta nel cuore della regista è quella del pianto di Rin nell'episodio dodici.
  • Nelle illustrazioni della novel High Speed!, Ikuya ha sempre un occhio coperto, Takemoto preferì invece mostrare sempre entrambi gli occhi.
  • Nishiya, Utsumi e Yoneda (addetta alla colorazione) discussero a lungo sul colore dei capelli di Sousuke. Partendo dall'idea dei capelli scuri si passò paradossalmente al bianco e poi all'argento, supponendo in tal caso di dover scurire il colore della sua pelle. Infine si tornò all'idea iniziale dei capelli neri.
  • Nella prima opening, Rage On, il cut preferito della Utsumi è quello con Rin piangente, definito come "un pianto meraviglioso".

Le serie di Free! sono disponibili in streaming gratuito su Crunchyroll. Nella gallery invece potete ammirare diversi bozzetti e disegni preparatori, per la maggior parte realizzati dalla regista Hiroko Utsumi.



Il posto in cui possiamo davvero risplendere: Free! conclusioni
 

 
Con all'attivo tre serie TV, cinque film, due ova e un ulteriore film in programma per il 2020, Free! si conferma come la serie più longeva di casa KyoAni, entrata nel cuore di un vastissimo pubblico come altri anime dello studio avevano fatto prima.
Non si tratta di una saga perfetta, anzi, sono evidenti degli alti e bassi e molti accorgimenti volti ad acchiappare il pubblico in maniera più o meno sfacciata, ma nonostante ciò, non si può negare il grande amore e la cura che tutto lo staff KyoAni ha dedicato ad ogni sua singola incarnazione.
È
 una storia fatta di legami, promesse, ambizioni, speranze e illusioni, che in un continuo combattere, allontanarsi e ritrovarsi accompagnano i giovani protagonisti verso se stessi e verso gli altri, celebrando la giovinezza e i suoi pro e i suoi contro, in maniera pomposa e passionale.
Free! ha avuto un fortissimo impatto sulla scena anime degli ultimi anni, e ha dato tanto ai suoi fan, al suo staff e al suo cast. Se davvero tutto finirà con il prossimo film, non ci resterà altro da fare che ringraziare Kyoto Animation (per l'ennesima volta da quando è nata) per tutte le emozioni che ci ha regalato negli anni con questa serie, che probabilmente resterà a lungo nel cuore dei suoi spettatori.