Spulciando tra saggi, interviste e articoli, sempre in cerca del nuovo approfondimento da scrivere, diventa abbastanza comune imbattersi in numerosi aneddoti dietro le quinte su questo o quell'anime, personaggio o studio di produzione. Piccole curiosità, non tali da realizzarne articoli dedicati, ma abbastanza interessanti da volerli diffondere agli interessati.
In questa rubrica andremo quindi a raccogliere alcuni di questi aneddoti e curiosità.
Weekly Shonen Jump è senza dubbio la rivista di manga più famosa al mondo, avendo ospitato sulle sue pagine molti dei più grandi successi shonen degli ultimi decenni che l'hanno resa la rivista più venduta di sempre. Il record assoluto la rivista lo raggiunse a metà anni '90, col numero 3-4 del 10 gennaio 1995 (numero 1334 della numerazione assoluta) che raggiunse la stratosferica cifra di 6,53 miioni di copie stampate. Il volume iniziava col capitolo 207 di Slam Dunk, dedicato alla sfida tra Shohoku e Toyotama ed interamente a colori. Tra gli altri capitoli di manga di successo dell'epoca vi erano Dragon Ball 500, Kenshin 35, Jojo 395, Captain Tsubasa World Youth 35 e La grande avventura di Dai 253. All'albo era inoltre allegato un minicalendario di Dragon Ball con delle illustrazioni della serie.
Fonti consultate:
- The Rise and Fall of Weekly Shonen Jump: A Look at the Circulation of Weekly Jump (comipress.com)
- Weekly Shonen Jump 1995 #3-4 (weeklyshonenjump.com)
Makiko Futaki è un importante membro del nostro staff di animatori. Per la scena in cui Nausicaa incontra il cucciolo di ohmu, Futaki disegnò la scena come se lei stessa stesse condividendo il dolore della ragazza.
Come regista restai incredulo quando, per la scena dell'incontro tra Pazu e Sheeta in Laputa, lei realizzò tali fantastiche animazioni di una sorridente Sheeta che gradualmente apre il suo cuore mentre i piccioni bianchi becchettano i pezzettini di pane dalle sue mani. Si tratta di una scena di pochi secondi, tuttavia anche se era una scena importante era davvero difficile da bilanciare con le scene adiacenti, rischiando di danneggiare il flusso dell'intero film e spingendo un regista a pensarci su due volte prima di fare una cosa del genere. In questo caso, nella scena con Sheeta e i piccioni, c'era un tale realismo tattile da poter essere disegnata solamente da qualcuno che avesse davvero permesso a dei piccioni di cibarsi dalle proprie mani. Il risultato fu una scena in grado di rappresentare simbolicamente la personalità dell'eroina Sheeta arricchendo al contempo l'intera sequenza dell'incontro con l'eroe maschile Pazu.
Futaki è una persona strana che spesso raccoglie uccelli feriti e pulcini smarriti, cercando ogni volta di salvarli, spesso senza riuscirci. In Nausicaa sono certo che il dolore di quelle esperienze le abbia permesso di rappresentare l'espressione del piccolo ohmu, non solo visualmente, ma anche emozionalmente. Deve essere stata in grado di percepire il duro guscio del piccolo omhu contro il corpo di Nausicaa, persino la sua temperatura. Penso che l'eccellenza delle animazioni di Futaki risieda nei suoi sforzi di esprimere non solamente la componente visiva ma anche quella tattile. La sua grande sensibilità, la sua dedizione e acuta capacità di osservazione nei confronti delle creature non umane l'hanno resa una valida risorsa per la realizzazione dei nostri film.
Fonte consultata:
About Futaki-san (Starting Point 1979 - 1996 di Hayao Miyazaki)
Tomino stava cercando di richiamare la questione palestinese con la serie televisiva originale di Gundam, ma gli anime-fan non considerarono queste complesse questioni politiche preferendo invece amare i personaggi. Tomino stava cercando di catturare la realtà dell'esistenza umana. Per lui aveva perfettamente senso che un personaggio si facesse un bagno, essendo una parte realistica della routine quotidiana. Il personaggio che stava facendo il bagno, tuttavia, era Sayla di Gundam ed era estremamente popolare tra i fan. Tomino non aveva realizzato l'impatto che che avrebbe avuto mostrare questo personaggio nudo sullo schermo. La leggenda racconta che il pubblico facesse fotografie a Sayla sullo schermo televisivo. Tomino non si era aspettavo tale reazione, aveva solamente cercato di raffigurare il personaggio in modo più realistico e umano, ma inavvertitamente stimolò il desiderio per un personaggio di finzione. A Tomino non piacciono gli otaku e li critica spesso, raffigurando un perfetto esempio di un regista d'animazione in lotta con l'eredità del proprio lavoro.
Fonte consultata:
Interview with Saito Tamaki: Otaku Sexuality - Unique Orientation of Desire (The Moè Manifesto: An Insider Look at the Worlds of Manga, Anime, and Gaming di Patrick W. Galbraith)
Il movimento gekiga degli anni '60 si è sempre contraddistinto per la sua carica di denuncia sociale e politica. Se alcuni hanno preferito affrontare i drammi psicologici ed emotivi della povertà, della depressione e raccontare le vicende di falliti a cui non era rimasto nulla, altri come Sanpei Shirato si sono concentrati maggiormente sul lato più politico. Figlio di un sindacalista proletario che l'aveva sempre portato con sè per mostrargli le crudeltà della polizia militare, Sanpei Shirato ha votato la sua carriera fumettistica alla distruzione del mito ufficiale del governo che sosteneva come il popolo giapponese fosse sempre stato un'unica famiglia unita e solidale che viveva in armonia. Tornando indietro nel tempo all'epoca feudale, Shirato racconta senza nessuna censura tutte le oscenità compiute dalla casta dominante nei confronti del popolo e dei meno abbienti: in Kagemaru assistiamo a contadini ridotti al cannibalismo da carestie, passati a fil di spada, messi al rogo, crocifissi o sepolti vivi, mentre in Kamui viene approfondita la discriminazione sociale nei confronti degli intoccabili hinin. Tutto questo valse a Shirato il consenso entusiasta dei giovani studenti in rivolta, che elessero i suoi gekiga a manifesto ideologico della propria generazione.
Fonte consultata:
Il manga - Storie e universi del fumetto giapponese di Jean-Marie Bouissou
Fino ad ora ho sempre pensato “Amo le ragazze, per cui voglio raffigurare ragazze d'ora in poi”. Rappresentare i ragazzi è difficile. Per esempio, penso molto a cosa fare nel caso i ragazzi guardando il film pensassero “un maschio non farebbe una cosa del genere”. Ci sono inoltre un sacco di punti in cui i personaggi maschili non sono rappresentati nel tradizionale tipo coraggioso.
Ciononostante, ora che ho realizzato La forma della voce, sento come se le differenze tra generi siano incredibili triviali. Fare qualcosa pensando “che tipo di persona sono” mentre ci si concentra sulle loro radici o sull'essenza di cosa essi siano, allora il problema di “è un maschio quindi...” “è una femmina quindi” diventano incredibilmente insignificanti. Per questo motivo ho rappresentando Shoya Ishida semplicemente come una persona. Riguardando indietro ai personaggi delle opere che ho realizzato finora, sicuramente ho realizzato in questo modo anche loro. Dal momento che li ho costruiti pensando “questa ragazza penserà in questo modo e si sentirà in quest'altro” essi non verranno raffigurati superficialmente come “lei è una ragazza, quindi sarà così”. In questo modo, sorprendentemente, mi stavo preoccupando di una questione superficiale riguardante il personaggio.
Fonte consultata:
Koe no Katachi Comic Natalie Interview - Naoko Yamada (blog.sakugabooru.com/)
In questa rubrica andremo quindi a raccogliere alcuni di questi aneddoti e curiosità.
Lo Shonen Jump dei record
Weekly Shonen Jump è senza dubbio la rivista di manga più famosa al mondo, avendo ospitato sulle sue pagine molti dei più grandi successi shonen degli ultimi decenni che l'hanno resa la rivista più venduta di sempre. Il record assoluto la rivista lo raggiunse a metà anni '90, col numero 3-4 del 10 gennaio 1995 (numero 1334 della numerazione assoluta) che raggiunse la stratosferica cifra di 6,53 miioni di copie stampate. Il volume iniziava col capitolo 207 di Slam Dunk, dedicato alla sfida tra Shohoku e Toyotama ed interamente a colori. Tra gli altri capitoli di manga di successo dell'epoca vi erano Dragon Ball 500, Kenshin 35, Jojo 395, Captain Tsubasa World Youth 35 e La grande avventura di Dai 253. All'albo era inoltre allegato un minicalendario di Dragon Ball con delle illustrazioni della serie.
Fonti consultate:
- The Rise and Fall of Weekly Shonen Jump: A Look at the Circulation of Weekly Jump (comipress.com)
- Weekly Shonen Jump 1995 #3-4 (weeklyshonenjump.com)
Makiko Futaki, l'animatrice gentile dello Studio Ghibli
Makiko Futaki è un importante membro del nostro staff di animatori. Per la scena in cui Nausicaa incontra il cucciolo di ohmu, Futaki disegnò la scena come se lei stessa stesse condividendo il dolore della ragazza.
Come regista restai incredulo quando, per la scena dell'incontro tra Pazu e Sheeta in Laputa, lei realizzò tali fantastiche animazioni di una sorridente Sheeta che gradualmente apre il suo cuore mentre i piccioni bianchi becchettano i pezzettini di pane dalle sue mani. Si tratta di una scena di pochi secondi, tuttavia anche se era una scena importante era davvero difficile da bilanciare con le scene adiacenti, rischiando di danneggiare il flusso dell'intero film e spingendo un regista a pensarci su due volte prima di fare una cosa del genere. In questo caso, nella scena con Sheeta e i piccioni, c'era un tale realismo tattile da poter essere disegnata solamente da qualcuno che avesse davvero permesso a dei piccioni di cibarsi dalle proprie mani. Il risultato fu una scena in grado di rappresentare simbolicamente la personalità dell'eroina Sheeta arricchendo al contempo l'intera sequenza dell'incontro con l'eroe maschile Pazu.
Futaki è una persona strana che spesso raccoglie uccelli feriti e pulcini smarriti, cercando ogni volta di salvarli, spesso senza riuscirci. In Nausicaa sono certo che il dolore di quelle esperienze le abbia permesso di rappresentare l'espressione del piccolo ohmu, non solo visualmente, ma anche emozionalmente. Deve essere stata in grado di percepire il duro guscio del piccolo omhu contro il corpo di Nausicaa, persino la sua temperatura. Penso che l'eccellenza delle animazioni di Futaki risieda nei suoi sforzi di esprimere non solamente la componente visiva ma anche quella tattile. La sua grande sensibilità, la sua dedizione e acuta capacità di osservazione nei confronti delle creature non umane l'hanno resa una valida risorsa per la realizzazione dei nostri film.
Fonte consultata:
About Futaki-san (Starting Point 1979 - 1996 di Hayao Miyazaki)
Il bagno di Sayla
Tomino stava cercando di richiamare la questione palestinese con la serie televisiva originale di Gundam, ma gli anime-fan non considerarono queste complesse questioni politiche preferendo invece amare i personaggi. Tomino stava cercando di catturare la realtà dell'esistenza umana. Per lui aveva perfettamente senso che un personaggio si facesse un bagno, essendo una parte realistica della routine quotidiana. Il personaggio che stava facendo il bagno, tuttavia, era Sayla di Gundam ed era estremamente popolare tra i fan. Tomino non aveva realizzato l'impatto che che avrebbe avuto mostrare questo personaggio nudo sullo schermo. La leggenda racconta che il pubblico facesse fotografie a Sayla sullo schermo televisivo. Tomino non si era aspettavo tale reazione, aveva solamente cercato di raffigurare il personaggio in modo più realistico e umano, ma inavvertitamente stimolò il desiderio per un personaggio di finzione. A Tomino non piacciono gli otaku e li critica spesso, raffigurando un perfetto esempio di un regista d'animazione in lotta con l'eredità del proprio lavoro.
Saito Tamaki, psichiatra specializzato in sessualità otaku
La scena del bagno rielaborata nel terzo film cinematografico.
Fonte consultata:
Interview with Saito Tamaki: Otaku Sexuality - Unique Orientation of Desire (The Moè Manifesto: An Insider Look at the Worlds of Manga, Anime, and Gaming di Patrick W. Galbraith)
"Giapponesi razza unita?" L'accusa di Sanpei Shirato
Il movimento gekiga degli anni '60 si è sempre contraddistinto per la sua carica di denuncia sociale e politica. Se alcuni hanno preferito affrontare i drammi psicologici ed emotivi della povertà, della depressione e raccontare le vicende di falliti a cui non era rimasto nulla, altri come Sanpei Shirato si sono concentrati maggiormente sul lato più politico. Figlio di un sindacalista proletario che l'aveva sempre portato con sè per mostrargli le crudeltà della polizia militare, Sanpei Shirato ha votato la sua carriera fumettistica alla distruzione del mito ufficiale del governo che sosteneva come il popolo giapponese fosse sempre stato un'unica famiglia unita e solidale che viveva in armonia. Tornando indietro nel tempo all'epoca feudale, Shirato racconta senza nessuna censura tutte le oscenità compiute dalla casta dominante nei confronti del popolo e dei meno abbienti: in Kagemaru assistiamo a contadini ridotti al cannibalismo da carestie, passati a fil di spada, messi al rogo, crocifissi o sepolti vivi, mentre in Kamui viene approfondita la discriminazione sociale nei confronti degli intoccabili hinin. Tutto questo valse a Shirato il consenso entusiasta dei giovani studenti in rivolta, che elessero i suoi gekiga a manifesto ideologico della propria generazione.
Fonte consultata:
Il manga - Storie e universi del fumetto giapponese di Jean-Marie Bouissou
I maschi non tradizionali di Naoko Yamada
Fino ad ora ho sempre pensato “Amo le ragazze, per cui voglio raffigurare ragazze d'ora in poi”. Rappresentare i ragazzi è difficile. Per esempio, penso molto a cosa fare nel caso i ragazzi guardando il film pensassero “un maschio non farebbe una cosa del genere”. Ci sono inoltre un sacco di punti in cui i personaggi maschili non sono rappresentati nel tradizionale tipo coraggioso.
Ciononostante, ora che ho realizzato La forma della voce, sento come se le differenze tra generi siano incredibili triviali. Fare qualcosa pensando “che tipo di persona sono” mentre ci si concentra sulle loro radici o sull'essenza di cosa essi siano, allora il problema di “è un maschio quindi...” “è una femmina quindi” diventano incredibilmente insignificanti. Per questo motivo ho rappresentando Shoya Ishida semplicemente come una persona. Riguardando indietro ai personaggi delle opere che ho realizzato finora, sicuramente ho realizzato in questo modo anche loro. Dal momento che li ho costruiti pensando “questa ragazza penserà in questo modo e si sentirà in quest'altro” essi non verranno raffigurati superficialmente come “lei è una ragazza, quindi sarà così”. In questo modo, sorprendentemente, mi stavo preoccupando di una questione superficiale riguardante il personaggio.
Fonte consultata:
Koe no Katachi Comic Natalie Interview - Naoko Yamada (blog.sakugabooru.com/)
Molto bello anche l'aneddoto su Futaki.
Shirato devo assolutamente approfondirlo.
https://comicvine.gamespot.com/weekly-shonen-jump-1334-no-3-4-1995/4000-540302/
Slan a me sembra di ricordare che la scena del bagno di Sayla apparisse nei film, non nella serie TV.
Oltre al mitico Shirato, ho sempre trovato esaltante l'incursione di Tezuka in persona nel gekiga. Per esempio in un'opera come Dororo, che pur trattando tematiche soprannaturali, restituisce lo stesso identico sfondo, con un passato brutale e spietato dominato da una casta samuraica violenta e parassitaria.
Credo intenda che l'idea era quella di concentrare l'obiettivo sull'umanità in tempo di guerra, su reazioni ed emozioni di una psiche messa alla prova dai conflitti.
Ma i fan hanno visto solo donne nude.
C'è nell'episodio 37 della serie televisiva. Non è al livello di quella del film, però c'è comunque.
Qui c'è qualche immagine -> http://animebathscenewiki.com/index.php?title=Mobile_Suit_Gundam#Episode_37
A parte che io avrei fotografato Frau Bow, c'è da dire che a quei tempi, senza videoregistratori e riviste dedicati agli anime, fotografare lo schermo per catturare le scene più succose era la norma.
Poi nacquero Animage e soci , e si smise di buttare soldi in pellicole kodak ...
Tezuka odiava i gekiga, li trovava senza senso e lo facevano sentire vecchio e superato.
Si dovette adeguare per amore o per forza , a seguito del loro successo travolgente.
Finì anche Yu Yu Hakusho, se non ricordo male ( e anche quello fu un successo mostruoso mica da ridere, ai tempi)
Tieni conto che a quei tempi , scene ecchi si contavano sulle dita di una mano.
Ma proprio grazie al successo di Yamato e Gundam , che avevano scoperto gli otaku e le loro manie, al proliferare delle doujinshi, e ai nascenti anni 80, gli anni dell' edonismo e del disimpegno, che i produttori ci misero poco a capire che aria stava tirando ( e infatti gli anni 80 saranno un furoreggiare di manga e anime pieni di scenette ecchi )
Adeguamento ottimamente riuscito.
"Disegno solo ragazze cui mi verrebbe voglia di leccarle la f-!"
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Hanamichi has left the chat...
Per quanto riguarda "Lo Shonen Jump dei record" beh! Con le opere che c'erano su chissà che figata di lettura che era!
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