"Chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane". Tutti noi, nella vita, ci ritroviamo a desiderare cose di cui siamo sprovvisti senza una vera ragione, quisquilie che però sono come gocce su una roccia: ne cade una e non succede nulla, ne cadono tante e le sue asperità si fanno vieppiù indistinte, e con esse la radice stessa del nostro essere. Nella nostra piccolezza ci piace pensare che la natura ci abbia in qualche modo ingannati, ma la verità è che siamo noi ad aver travisato le sue intenzioni, ad avervi voluto vedere cose che non c'erano o che, nel profondo del cuore, sapevamo non essere necessariamente destinate a noi; in altre parole è la società in cui viviamo, con i suoi apoftegmi di condanna all'unicità, la nostra sola matrigna. Perché facciamo le cose che facciamo? Perché desideriamo le cose che desideriamo? Quanto siamo genuinamente convinti che ottenendole la nostra vita cambierà in meglio e quanto, invece, ci siamo fatti persuadere che sia così? Ma soprattutto, chi ci assicura che possa bastare? Chiaramente la risposta non può essere in questo manga di Shūzō Oshimi, autore del più celebre I fiori del male, tuttavia leggendolo ci si potrà forse sentire un po' meno soli, un po' meno casi umani, se vogliamo - a patto, naturalmente, di essere disposti a lasciarci riempire le narici della sua poesia non convenzionale mista a cloro.
Nonostante sia ormai uno studente delle superiori Toshihiko Ota continua a vedere la propria pubertà con il proverbiale binocolo: tanto i suoi caratteri somatosessuali quanto quelli eusessuali risultano infatti assenti o comunque in ritardo sulla tabella di marcia, circostanza che ne mina pesantemente l'autostima e a causa della quale viene preso in giro sia dai compagni di scuola che dal padre. Iscrittosi al club di nuoto nella speranza che questa disciplina sportiva, considerata la più completa di tutte, lo aiuti a colmare almeno il parte il gap con i suoi coetanei, ciò che più desidera al mondo è vedere il suo corpo da bambino, così glabro da fargli ribrezzo, ricoprirsi di peli. Peli di cui Ayako Gotou, invece, farebbe volentieri a meno, essendo più irsuta delle altre ragazze e troppo poco edotta in materia, nonché mortalmente timida, per porvi rimedio in maniera efficace. Venuti a conoscenza dei rispettivi segreti, così diametralmente opposti da far pensare a uno scherzo del destino, i due danno vita a uno strano rituale di cui solo Ota, affascinatissimo dall'eccezionale attività pilifera della sua nuova amica, sembra cogliere le connotazioni sessuali.
Sarebbe stato bello poter assistere con più calma all'evoluzione del bislacco e tenerissimo legame fra Ota e Gotou, al cui disagio Oshimi presta orecchio in maniera a un tempo sobria ed eccezionalmente partecipe, ma anche con un solo volume all'attivo Sweet Poolside si rivela una lettura simpatica ma tutt'altro che scipita, a ennesima riprova del fatto che anche la più sciocca delle premesse può dare adito a una storia con un messaggio valido e di facile applicazione al vissuto di ognuno di noi. Qualcuno potrà obiettare: "Ma sono soltanto peli!". Non è un cruccio poi così inusuale, dopotutto, né tanto diverso da quello per un seno considerato troppo piccolo, un naso importante, una dentatura non proprio perfetta e via discorrendo; ma è il cruccio di questi due ragazzi, un cruccio autentico e bruciante come può esserlo solo a quell'età, e in quanto tale merita tutta la comprensione di cui il lettore è capace.
Fa sorridere la felicità di Gotou, che Ota ha appena provveduto a rasare, nel vedersi finalmente liscia come le altre ragazze, così come non si può non essere mossi a compassione dalle lacrime di gelosia del ragazzo, che teme che il lento ma inesorabile avvicinarsi dell'amica a un altro metta la parola "Fine" al loro rapporto. Sicuramente la loro risoluzione di accettarsi per come sono avviene in tempi troppo ristretti, ma avendo visto, grazie a I fiori del male, di cos'è capace l'autore ritengo che ciò sia da imputarsi esclusivamente alla mancanza di spazio.
Il tratto è francamente un po' anonimo, ma tutt'altro che da disprezzare nella sua immediatezza; lascia un po' perplessi la resa dei peli, che mi sarei aspettata più folti data l'importanza che sia Ota che Gotou attribuiscono loro, ma d'altra parte il loro interesse per la materia li rende dei narratori inattendibili, perciò può anche darsi che si tratti di una scelta voluta. Un po' legnosa e maldestra la costruzione delle tavole, ma non al punto da pregiudicare la fruibilità del manga. Consigliato a chi voglia approfondire la sua conoscenza di Oshimi e a coloro a cui non dispiacciano queste storie un po' surreali e soltanto falsamente repellenti.
Nonostante sia ormai uno studente delle superiori Toshihiko Ota continua a vedere la propria pubertà con il proverbiale binocolo: tanto i suoi caratteri somatosessuali quanto quelli eusessuali risultano infatti assenti o comunque in ritardo sulla tabella di marcia, circostanza che ne mina pesantemente l'autostima e a causa della quale viene preso in giro sia dai compagni di scuola che dal padre. Iscrittosi al club di nuoto nella speranza che questa disciplina sportiva, considerata la più completa di tutte, lo aiuti a colmare almeno il parte il gap con i suoi coetanei, ciò che più desidera al mondo è vedere il suo corpo da bambino, così glabro da fargli ribrezzo, ricoprirsi di peli. Peli di cui Ayako Gotou, invece, farebbe volentieri a meno, essendo più irsuta delle altre ragazze e troppo poco edotta in materia, nonché mortalmente timida, per porvi rimedio in maniera efficace. Venuti a conoscenza dei rispettivi segreti, così diametralmente opposti da far pensare a uno scherzo del destino, i due danno vita a uno strano rituale di cui solo Ota, affascinatissimo dall'eccezionale attività pilifera della sua nuova amica, sembra cogliere le connotazioni sessuali.
Sarebbe stato bello poter assistere con più calma all'evoluzione del bislacco e tenerissimo legame fra Ota e Gotou, al cui disagio Oshimi presta orecchio in maniera a un tempo sobria ed eccezionalmente partecipe, ma anche con un solo volume all'attivo Sweet Poolside si rivela una lettura simpatica ma tutt'altro che scipita, a ennesima riprova del fatto che anche la più sciocca delle premesse può dare adito a una storia con un messaggio valido e di facile applicazione al vissuto di ognuno di noi. Qualcuno potrà obiettare: "Ma sono soltanto peli!". Non è un cruccio poi così inusuale, dopotutto, né tanto diverso da quello per un seno considerato troppo piccolo, un naso importante, una dentatura non proprio perfetta e via discorrendo; ma è il cruccio di questi due ragazzi, un cruccio autentico e bruciante come può esserlo solo a quell'età, e in quanto tale merita tutta la comprensione di cui il lettore è capace.
Fa sorridere la felicità di Gotou, che Ota ha appena provveduto a rasare, nel vedersi finalmente liscia come le altre ragazze, così come non si può non essere mossi a compassione dalle lacrime di gelosia del ragazzo, che teme che il lento ma inesorabile avvicinarsi dell'amica a un altro metta la parola "Fine" al loro rapporto. Sicuramente la loro risoluzione di accettarsi per come sono avviene in tempi troppo ristretti, ma avendo visto, grazie a I fiori del male, di cos'è capace l'autore ritengo che ciò sia da imputarsi esclusivamente alla mancanza di spazio.
Il tratto è francamente un po' anonimo, ma tutt'altro che da disprezzare nella sua immediatezza; lascia un po' perplessi la resa dei peli, che mi sarei aspettata più folti data l'importanza che sia Ota che Gotou attribuiscono loro, ma d'altra parte il loro interesse per la materia li rende dei narratori inattendibili, perciò può anche darsi che si tratti di una scelta voluta. Un po' legnosa e maldestra la costruzione delle tavole, ma non al punto da pregiudicare la fruibilità del manga. Consigliato a chi voglia approfondire la sua conoscenza di Oshimi e a coloro a cui non dispiacciano queste storie un po' surreali e soltanto falsamente repellenti.
Planet Manga ci porta questo volume nella ormai solita veste in cui presenta questo autore: 184 pagine per un albo in b/n in formato 11.5X17.5, brossurato con sovraccoperta. Anche in questo volume ( come già successo con Avant-garde Yumeko) c'è un bonus, la storia breve "Super eyes Sawada", ancora una scusa per il nostro Oshimi per parlare di perversioni e desideri pseudo adolescenziali. Quanti maschietti hanno mai sognato infatti di avere una vista a raggi X per vedere sotto i vestiti delle ragazze?
Pro
- Il messaggio che si vuole dare
- Momenti divertenti
Contro
- disegni ancora non al top
- Storia che si sviluppa troppo velocemente
Ma si leggono già i primi segni dello stile tipico di Oshimi che esploderà nei Fiori del Male.
Alla fine la chiave di lettura è la stessa della sua opera precedente, ovvero la scoperta del sesso per due giovani adolescenti (anche se ok, attraverso come sempre un percorso contorto e moooooooooolto strano ) e di per sé la trama non ha chissà quali spunti argomentativi (un ragazzino glabro che depila una ragazzina fin troppo villosa), però nonostante tutto io c’ho visto anche un pizzico di romanticismo, anche per quello che viene detto nel finale.
Anche la storia breve alla fine l’ho trovata tutto sommato carina, anche questa un po’ fuori dalle righe, ma non in maniera eccessiva.
L’unica pecca che forse si può imputare a Sweet Poolside è il disegno, un po’ rozzo e poco preciso rispetto agli altri manga di Oshimi, ma per amor del vero va detto che era la sua prima opera a pubblicazione settimanale, quindi è normale che dovesse ancora farci l’abitudine (oltre al fatto che è comunque una delle sue primissime opere, per cui la sua maturazione artistica è arrivata dopo).
In conclusione io a Sweet Poolside do un 7 e mezzo: non sarà questo capolavoro assoluto ma è comunque un volume unico apprezzabile, a mio parere più “tranquillo” e meno disturbante delle altre opere di Oshimi, e offre un punto di vista insolito e interessante sulla maturazione sessuale durante l’adolescenza.
Avevo già visto il drama, il manga mi piace anche di più, pur essendo ancora lontano dalle sue opere meglio riuscite.
Net caffè non é una miniserie, é forse l'opera più violenta fisicamente di oshimi (anche happiness non scherza) psicologicamente l'ho trovata meno profonda di altre, però é forse quella con più ritmo, non mi é dispiaciuta ma un gradino sotto le migliori
Non sono tutte delle bombe, specialmente queste minori sono piuttosto minimaliste, però i fiori del male, happines, trail of blood e dentro Mary secondo me sono di alto livello, drifting netcafe non è male, comunque il timbro dell'autore lo vedi sempre
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