Joe Gardner, pianista e insegnante di musica, sogna di sfondare nel mondo del professionismo, ma, quando finalmente è a un passo dal poter cogliere l'occasione della sua vita... per una serie di incidenti si ritrova a finire nell' "anticamera" del mondo spirituale, dove si trovano le anime in procinto di "nascere". Qui Joe finisce per diventare il mentore di "22", un'anima ribelle che non ne vuole proprio sapere di venire al mondo, perché non riesce a capire cosa ci sia di bello nella vita, e toccherà al nostro insegnarglielo.
Per cominciare a parlare di Soul, ultima fatica Pixar da poco disponibile su Disney+, prenderò un attimo in prestito le parole di mio padre, che lo ha visto con me e che ha smesso di vedere i film animati alla fine degli anni novanta, quando ha finito di accompagnarmi a vederli al cinema, perciò è ignaro delle trasformazioni che questo medium ha attraversato negli ultimi vent'anni: "Beh, certo che come film di Natale è un po' cattivello...".
E' un film difficile, Soul, perfettamente "Pixar" in ogni suo aspetto: il raccontare "sottomondi" con società alternative (stavolta il mondo spirituale) perfettamente organizzate, finemente descritte ed estremamente simili alla nostra, e il raccontare storie che perciò risultano molto concrete, prive di quell'epica e quell'atmosfera magica e fiabesca tipiche delle produzioni Disney che sono entrate a far parte del nostro immaginario collettivo. Sarà anche, per una convergenza di fattori che ben sappiamo, uscito su Disney+ il giorno di Natale, ma Soul non è il tradizionale "film di Natale Disney", è anzi quanto di più diverso esista da quel modello di lungometraggio.
I film animati con cui siamo cresciuti (e anche buona parte degli anime che abbiamo amato) ci hanno sempre insegnato una morale importante: credi nei tuoi sogni, impegnati e si realizzeranno. "Tu sogna e spera fermamente, dimentica il presente, e il sogno realtà diverrà" cantava Cenerentola nel celeberrimo lungometraggio Disney del 1950. Esattamente settant'anni dopo, Soul ci dice tutto il contrario, rovesciando il messaggio di decenni di film che hanno cresciuto intere generazioni e parlandoci di sogni che non si avverano, di sogni che diventano ossessioni, di sogni che si avverano ma non valgono le attese e le speranze di una vita intera, del senso della vita, dell'importanza dei legami e delle piccole cose. Ci dice Soul che forse rincorrere un sogno al punto da "dimenticare il presente" non è una cosa così bella.
Si tratta di un film molto controverso, estremamente profondo e più improntato sulla riflessione che sull'azione, difatti tre quarti della storia sono ambientati in una New York estremamente realistica e, aldilà di una parte centrale più improntata su gag, scambio di corpi e di battute tra Joe e "22" e perciò di facile fruizione per i bambini, non è esattamente un film leggero o divertente, men che meno sognante. Se il precedente Onward era il non plus ultra del racconto di formazione adolescenziale, Soul è, al contrario, un film molto più sbilanciato verso una fruizione da parte degli adulti. Del resto, i bambini e gli adolescenti (qui rappresentati da "22", che porta con sé anche il classico messaggio del sentirsi inadeguati tipico dei giovani) sognano e si impegnano per realizzare i sogni, gli adulti guardano indietro ai loro sogni e ci riflettono su, come fa Joe e come finisce per fare il pubblico, che riceve dalla visione di Soul spunti di riflessione di una certa profondità e mazzate non indifferenti a livello emotivo.
Come di consueto dalla Pixar si nota anche una certa ricercatezza ed eleganza a livello stilistico, con un realismo totale dell'ambientazione terrena che fa da contraltare ad un mondo ultraterreno colorato, fantasioso ma ricercato nel suo citare esteticamente altri artisti (solo io ci ho visto molto della Linea di Cavandoli? Sarà intenzionale?). Anche la parte musicale, come sempre succede nei film della Pixar, è sobria ed elegante, adattissima allo scopo visto anche il tema della storia, ma difficilmente si farà ricordare sulla lunga distanza. Splendido il doppiaggio originale, con Joe affidato a Jamie Foxx (che alla sua precedente interpretazione di un musicista, nel 2004, ha vinto addirittura l'Oscar, quindi un po' se ne intende) e "22" alla scoppiettante interpretazione dell'attrice comica Tina Fey. In italiano, Neri Marcoré e Paola Cortellesi fanno un ottimo lavoro, e i vari talent ("influencer" vari a me sinceramente sconosciuti) chiamati in sala di doppiaggio sono personaggi talmente marginali che ci si scorda della loro esistenza.
Pro
- Trama originalissima
- Estremamente profondo e riflessivo
Contro
- Molto complesso, personale, difficile da giudicare
Ottima l'animazione superlativa ma, più passa il tempo, più ho la sensazione che si sacrifichi un po' la realizzazione di una bella storia avvincente (il che non vuol dire avventura o sparatorie).
Sarò ignorante e semplicità io (molto probabile), ma lo trovo un film che guardi una volta sola e poi mai più; non avrei piacere a rivederlo. Giusto per fare un paragone, ho trovato molto più emozionante e interessante "Inside out".
Pixar sta facendo fare finalmente fare quel balzo nella considerazione generale che si ha dei film di animazione (specie occidentali) ovvero dall'idea che possanl esistere solo film animati per bambini. Il tutto a mio avviso rendendolo godibile anche a questi ultimi, che nn capiranno tutto tutto ma nn credo non lo apprezzeranno
Personalmente la reputo tra le migliori produzioni che abbiano partorito, e detto ciò i miei complimenti a @Kotaro per la recensione.
Non sto a spiegare i punti che ho adorato perchè sicuramente finirei per fare spoiler, posso solo dire una cosa... date una possibilità a questo film, anche perchè (almeno per me) il messaggio di fondo che lascia è bellissimo.
Detto questo non mi resta che congratularmi con Kotaro per la recensione, se non l'avessi già visto mi avrebbe convinto senza problemi a recuperarlo!
Condivido alla lettera ogni parola. Senza togliere niente al film, che rimane molto bello. Pete Docter si dimostra ancora una volta dotato di una sensibilità unica.
condivido, nel fervore del nuovo abbonamento Disney lo abbiamo visto il 26... il piccolo di 3 anni e mezzo si è fissato male
abbiamo cambiato dopo 30/40 minuti
Questa cosa solo a leggerla mi tocca tantissimo perchè per troppo tempo mi sono troppo intoiettata in un futuro idealizzato che talvolta mi portava a soffrire per l'ordinarietà del presente, non capendo che se davvero si vuole cercare di realizzare qualcosa, il primo passo è prendere coscienza e apprezzare proprio ciò da cui partiamo. Questo non vuol dire lasciare perdere i nostri sogni, ma anzi traslare l'atteggiamento, le energie e i bei sentimenti che plausibilmente in quella dimensione avremmo nel nostro quotidiano, anzichè riservarli per chissà quando. Mentre reputo sacrosanto provare a realizzare un sogno onde non avere rimorsi, allo stesso tempo non vi si può "delegare" eccessivamente la nostra vita, bisogna necessariamente trovare un equilibrio, e essere in grado di cogliere il meglio anche in situazioni inaspettate. E ci ho messo troppo tempo per rendermene conto, anzi ancora e non sempre è un atteggiamento stabilmente instillato nella mia mente.
un po' come è stato il castello errante di Howl per Miyazaki
in ogni caso è la fine di un ciclo
Sicuramente lo guarderò. Mi hai attirato Kotaro parlando di sogni disattesi, questa nota realistica mi garba.
Penso che @kotaro mi abbia convinto, se ne avrò occasione lo guarderò, anche perché, per me, "se la scelta è tra un Soul che mi picchia e un Disney che mi rincuora" per come sono fatta io...
preferirò chi mi interroga a chi prova a consolarmi (che se uno prova a consolarmi penso sempre che mi stia prendendo in giro) !!
Non credo che il film voglia davvero dire questo.
Non parla di ossessioni, non dice di non rincorrere i sogni, anzi, avere un sogno è una cosa meravigliosa, dà a Joe la voglia di vivere, di impegnarsi, di andare avanti, di provarci ancora e ancora, come la "scintilla" permette a tutte le anime di diventare delle persone.
Quello che il film vuole dire è che la vita non può essere solo il proprio sogno, sarebbe una cosa veramente triste e solitaria, come può Joe pensare che il riuscire a sfondare nella musica gli possa dare le stesse gioie che ha avuto da tutto il resto della vita, dalla madre, dagli amici, dai propri studenti.
Joe non rimane deluso dal proprio sogno, si rende conto che la sua vita aveva valore già prima, e non può essere la realizzazione di un singolo sogno a farla svoltare.
Chi pensa che il film esorti a non sognare troppo è come chi, dopo aver visto Up, pensava che Docter volesse dare poca importanza ai ricordi. E non era quello il senso.
Si può esortare il pubblico a non fossilizzarsi su una singola idea (che sia il grande sogno o i propri ricordi più cari) senza sminuirne il valore.
Detto questo Soul non sarà il miglior film Pixar (o il migliore di Docter), ma è un grandissimo film che merita sicuramente una visione da parte di chi è abbastanza grandicello da cogliere il succo del discorso.
Che poi se si vedono gli short su Disney plus si puo vedere come amino l’animazione 2D, come l’ultimo corto in purissima e colorata animazione tradizionale
Loro sono degli autentici otaku dell'animazione..quest'ultimo corto ha addirittura omaggiato il topolino Gamba che appare tra gli animaletti se ci avete fatto caso
Io! Grandissimo Cavandoli!
Credo sia un'evoluzione di Inside out e della formula Pixar appunto più matura e adulta, è un'opera che io personalmente rivedrei in futuro (ciò che mi ha detto ora è fortemente in relazione con quello che sono adesso, come andrà la mia vita in futuro potrebbe portarmi a vedere altro), non mi dispiace piangere o farmi prendere a schiaffi se significa interrogarsi sulla vita e non (sono fatto così anch'io @shiho miyano ). Credo però che il film non sia completamente inaccessibile ai più piccoli (proprio il percorso di 22 potrebbe fornire spunti interessanti, complessi e con la necessità di due chiacchiere con i genitori magari. Io non so dire però come avrei reagito da piccolo però). Mi sentirei di consigliarlo molto anche per le varie trovate presentate e le battute, mi ha intrattenuto e non mi sono nemmeno reso conto del tempo passato. Per certi versi mi ha anche ricordato "il popolo dell'Autunno" di Bradbury...giusto per dire.
Talmente adulto che alcune gag o situazioni (adatte ad un pubblico più piccolo) stonano.
Credo sia mancata la caratteristica più peculiare della Pixar, saper creare una perfetta coesione tra i diversi livelli di comprensione dell'opera.
Rimane un ottimo film. Qualità magistrale, come sempre.
QUOTO.
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