Sugli scaffali delle librerie, decisamente Record of Ragnarok (Shuumatsu no Valkyrie, tradotto letteralmente "Le valchirie della fine") non passa inosservato, con le sue copertine bianche, semplici, che contrappongono di volta in volta due personaggi dal character design super intrigante, uno di fronte all'altro, a guardarsi come due lottatori di wrestling pronti allo scontro. Dalle splendide copertine non si riesce a capire quale sia la trama del manga serializzato dal 2017 su Comic Zenon della Coamix da Shinya Umemura (storia), Takumi Fukui (storyboard) e Azy Chika (disegni), attualmente giunto a undici volumi e pubblicato in Italia da Star Comics, ma si tratta di una delle storie più intriganti dell'ultimo periodo: per stabilire la fine o la salvezza del genere umano, tredici divinità e tredici esseri umani si scontreranno in mortale torneo di arti marziali.
L'idea di personaggi storici/famosi/divini che combattono tra loro non nasce qui. Gli amanti dei videogiochi da sala anni novanta ricorderanno con piacere la saga World Heroes, dove appunto succedeva una cosa simile (curiosità: in entrambe le serie compare Rasputin tra i combattenti), ma Record of Ragnarok ci aggiunge gli scontri a squadre tra umani e divinità e lo scopo di salvare/distruggere la razza umana, cosa che aggiunge pathos e interesse alle battaglie. L'idea funziona, e Record of Ragnarok riscuote sempre più successo nelle librerie, tanto da vedersi dedicato un adattamento anime in dodici episodi, prodotto dallo studio Graphinica e rilasciato su Netflix in contemporanea (quasi) mondiale a giugno 2021.
È difficile parlare di Record of Ragnarok, perché, lo si nota subito sin dall'idea iniziale, è una serie assurda, tamarra, ricca di momenti "trashissimi" eppure allo stesso tempo esaltante. Rientra nel novero delle serie di "mazzate ignoranti" da guardare a cervello spento, come Baki e Kengan Ashura (anche queste disponibili come Netflix Original), ma, per forza di cose, ha anche tutta una serie di elementi culturali e citazioni che possono accendere un po' il cervello dello spettatore e spingerlo a ricercare informazioni sui vari miti o personaggi storici che qui vengono riscritti in maniera assurda, ridisegnati come bishounen, lottatori di wrestling, citazioni da personaggi di anime e videogiochi. Record of Ragnarok non vuole prendersi sul serio, saccheggia qua e là da storia e cultura di tutto il mondo e rielabora in maniera assurda e caciarona, riuscendo però ad essere così estremamente esaltante e curioso. Gli autori pescano a piene mani da caratteristiche ben note (Thor ovviamente userà in combattimento il suo martellone Mjollnir, così come Kojiro Sasaki userà la sua famosa tecnica di spada Tsubamegaeshi, ad esempio) e altre ne inventano, rielaborando figure già note in maniera squisitamente personale: Zeus non usa il potere del tuono, ma è un'assurda rielaborazione in tunica del maestro Muten di Dragon Ball; Adamo... Che potere combattivo dai ad un uomo nudo con la foglia di fico sulle parti intime? Semplice, Adamo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio, no? Quindi può copiare tutti i poteri delle divinità come fosse il boss finale di un picchiaduro che copia le mosse di tutti i personaggi!
Uno dei pregi di Record of Ragnarok è proprio la forte caratterizzazione dei personaggi. L'idea iniziale dello scontro tra umani e déi si presta tantissimo a veicolare scontri ideologici di vario tipo, uno su tutti quello che ovviamente ci viene in mente come prima cosa, sin dai tempi di Saint Seiya: gli dei sono immutabili, stanno nel loro Paradiso, nel loro Monte Olimpo, invincibili, immortali, eterni, e credono di essere perfetti, di sapere tutto, di avere tutto sotto il proprio controllo; gli umani sono imperfetti, deboli, mortali, ma sono anche passionali, coraggiosi, hanno un cuore grande e un incredibile margine di crescita. "L'uomo può compiere miracoli", ci ha detto più volte Saint Seiya, e ce lo mostra anche Record of Ragnarok, mettendo in scena dei personaggi estremamente "umani" in tutta la loro imperfezione, che spesso riescono anche a far breccia nella perfezione degli dei, allo stesso modo di come lo fanno nel cuore dello spettatore. Record of Ragnarok è come un incontro di wrestling: c'è il "buono" (generalmente l'umano, dato che noi siamo umani e quindi non possiamo che tifare per la salvezza della nostra specie) per cui fare il tifo, c'è il "cattivo" a cui fischiare, ci sono colpi di scena, rimonte, tecniche speciali e un pubblico in delirio sempre pronto a incitare, commentare, esaltarsi mentre guarda lo scontro. Lunghi flashback inframezzano gli scambi di colpi e permettono di dare spessore ai due contendenti, raccontandocene le storie e le personalità, mentre miti, leggende e fatti storici vengono riscritti trasformandosi in trame assurde e meravigliosamente trash: i giganti che attaccano Asgard si trasformano in un episodio di Shingeki no Kyojin, la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso diventa un processo dove il serpente voleva incastrare Eva, rea di aver resistito alle sua avances (?) e via dicendo.
Record of Ragnarok, essendo una serie per un pubblico adulto cresciuto con i testosteronici shounen degli anni ottanta e gli adrenalinici picchiaduro da sala degli anni novanta, riprende da essi tantissimi elementi: personaggi robusti e carismatici che sembrano usciti dal primo JoJo, scontri di cappa e spada con samurai usciti dritti dritti da Rurouni Kenshin o Samurai Spirits, vecchietti che si gonfiano i muscoli, virilità à gogo, iperboliche raffiche di pugni e via dicendo. Tuttavia, dagli shounen vecchio stampo la serie animata prende anche un po' diverse caratteristiche tipiche dell'animazione di un tempo, che se da un lato la rendono affascinante e carismatica, dall'altro ne penalizzano un po' la visione e il ritmo. La serie si compone di dodici episodi e adatta, in maniera fedelissima, i primi tre scontri del torneo (quattro volumi e mezzo del fumetto). Quattro episodi a combattimento, dove però, esattamente come in una serie shounen d'altri tempi, le botte sono inframezzate da continui flashback, lungaggini, personaggi di sfondo che interrompono la narrazione per commentare, dire la loro, stemperare la tensione, fare spiegoni su questa o quell'altra cosa. Questo spezza un po' il ritmo e rende i combattimenti, specialmente nel primo scontro della serie, a volte un po' tediosi da seguire, specialmente quando magari in un intero episodio i due sfidanti si sono scambiati solo un paio di fendenti e tutto il resto era flashback o spiegoni di altri personaggi. Intendiamoci, anche il manga è così, la trasposizione è molto fedele, ma il ritmo della lettura viene scelto dal lettore, mentre lo spettatore di un anime deve sottostare alla mezz'ora di rito e al ritmo imposto dal minutaggio e può avvertire qualche lentezza o lungaggine.
Record of Ragnarok non ha animazioni particolarmente belle, salvo un paio di casi (principalmente coincidenti con la comparsa dei poteri magici delle Valchirie) le animazioni durante i combattimenti sono statiche, prive di particolare dinamismo e, esattamente come in varie serie d'altri tempi, focalizzate principalmente su enormi caratteri volanti su schermo. L'anime tuttavia impreziosisce il disegno del manga, rendendolo più chiaro e rendendo più comprensibili certe sequenze degli scontri, oltre a regalarci ogni tanto qualche chicca (il flashback di Musashi e Kojiro disegnato in stile arte tradizionale giapponese o l'ingresso in scena di Zeus ricalcato su quello di Shinsuke Nakamura nei suoi match WWE e meravigliosa perla trash da tramandare ai posteri). La musica è affidata a Yasuharu Takanashi, che propone degli score molto simili a quelli già composti in passato per Kengan Ashura, rock ed esaltanti, ma ogni tanto si diverte a giocare con cori lirici o con celebri brani di musica classica come "Aria sulla quarta corda" di Bach, qui protagonista di una delle sequenze più trash e divertenti della serie. Anche le sigle, "Kamigami" dei Maximum the Hormone e "Fukahi" dei SymaG, ricordano un po' quelle di Kengan Ashura, potenti ed esaltanti al punto giusto ma poco memorabili.
Se il doppiaggio giapponese schiera fuoriclasse come Miyuki Sawashiro, Takahiro Sakurai, Tomokazu Seki, Hikaru Midorikawa o Wataru Takagi, la versione italiana ha invece nomi molto meno famosi e risulta così meno particolare e anche un po' forzata nelle interpretazioni, laddove i giapponesi (che da decenni sono abituati a produrre, doppiare e fruire di "trashatone" esaltanti) risultano più naturali. Sul fronte dell'adattamento italiano, le uniche cose su cui si può recriminare sono il fatto che non tutte le diecimila scritte che compaiono su schermo vengono tradotte (qualcuna la si perde per strada) e che i vari nomi cinesi o giapponesi non sono sempre pronunciati nel modo giusto (stesso difetto presente nella versione italiana di Kengan Ashura).
L'idea di personaggi storici/famosi/divini che combattono tra loro non nasce qui. Gli amanti dei videogiochi da sala anni novanta ricorderanno con piacere la saga World Heroes, dove appunto succedeva una cosa simile (curiosità: in entrambe le serie compare Rasputin tra i combattenti), ma Record of Ragnarok ci aggiunge gli scontri a squadre tra umani e divinità e lo scopo di salvare/distruggere la razza umana, cosa che aggiunge pathos e interesse alle battaglie. L'idea funziona, e Record of Ragnarok riscuote sempre più successo nelle librerie, tanto da vedersi dedicato un adattamento anime in dodici episodi, prodotto dallo studio Graphinica e rilasciato su Netflix in contemporanea (quasi) mondiale a giugno 2021.
È difficile parlare di Record of Ragnarok, perché, lo si nota subito sin dall'idea iniziale, è una serie assurda, tamarra, ricca di momenti "trashissimi" eppure allo stesso tempo esaltante. Rientra nel novero delle serie di "mazzate ignoranti" da guardare a cervello spento, come Baki e Kengan Ashura (anche queste disponibili come Netflix Original), ma, per forza di cose, ha anche tutta una serie di elementi culturali e citazioni che possono accendere un po' il cervello dello spettatore e spingerlo a ricercare informazioni sui vari miti o personaggi storici che qui vengono riscritti in maniera assurda, ridisegnati come bishounen, lottatori di wrestling, citazioni da personaggi di anime e videogiochi. Record of Ragnarok non vuole prendersi sul serio, saccheggia qua e là da storia e cultura di tutto il mondo e rielabora in maniera assurda e caciarona, riuscendo però ad essere così estremamente esaltante e curioso. Gli autori pescano a piene mani da caratteristiche ben note (Thor ovviamente userà in combattimento il suo martellone Mjollnir, così come Kojiro Sasaki userà la sua famosa tecnica di spada Tsubamegaeshi, ad esempio) e altre ne inventano, rielaborando figure già note in maniera squisitamente personale: Zeus non usa il potere del tuono, ma è un'assurda rielaborazione in tunica del maestro Muten di Dragon Ball; Adamo... Che potere combattivo dai ad un uomo nudo con la foglia di fico sulle parti intime? Semplice, Adamo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio, no? Quindi può copiare tutti i poteri delle divinità come fosse il boss finale di un picchiaduro che copia le mosse di tutti i personaggi!
Uno dei pregi di Record of Ragnarok è proprio la forte caratterizzazione dei personaggi. L'idea iniziale dello scontro tra umani e déi si presta tantissimo a veicolare scontri ideologici di vario tipo, uno su tutti quello che ovviamente ci viene in mente come prima cosa, sin dai tempi di Saint Seiya: gli dei sono immutabili, stanno nel loro Paradiso, nel loro Monte Olimpo, invincibili, immortali, eterni, e credono di essere perfetti, di sapere tutto, di avere tutto sotto il proprio controllo; gli umani sono imperfetti, deboli, mortali, ma sono anche passionali, coraggiosi, hanno un cuore grande e un incredibile margine di crescita. "L'uomo può compiere miracoli", ci ha detto più volte Saint Seiya, e ce lo mostra anche Record of Ragnarok, mettendo in scena dei personaggi estremamente "umani" in tutta la loro imperfezione, che spesso riescono anche a far breccia nella perfezione degli dei, allo stesso modo di come lo fanno nel cuore dello spettatore. Record of Ragnarok è come un incontro di wrestling: c'è il "buono" (generalmente l'umano, dato che noi siamo umani e quindi non possiamo che tifare per la salvezza della nostra specie) per cui fare il tifo, c'è il "cattivo" a cui fischiare, ci sono colpi di scena, rimonte, tecniche speciali e un pubblico in delirio sempre pronto a incitare, commentare, esaltarsi mentre guarda lo scontro. Lunghi flashback inframezzano gli scambi di colpi e permettono di dare spessore ai due contendenti, raccontandocene le storie e le personalità, mentre miti, leggende e fatti storici vengono riscritti trasformandosi in trame assurde e meravigliosamente trash: i giganti che attaccano Asgard si trasformano in un episodio di Shingeki no Kyojin, la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso diventa un processo dove il serpente voleva incastrare Eva, rea di aver resistito alle sua avances (?) e via dicendo.
Record of Ragnarok, essendo una serie per un pubblico adulto cresciuto con i testosteronici shounen degli anni ottanta e gli adrenalinici picchiaduro da sala degli anni novanta, riprende da essi tantissimi elementi: personaggi robusti e carismatici che sembrano usciti dal primo JoJo, scontri di cappa e spada con samurai usciti dritti dritti da Rurouni Kenshin o Samurai Spirits, vecchietti che si gonfiano i muscoli, virilità à gogo, iperboliche raffiche di pugni e via dicendo. Tuttavia, dagli shounen vecchio stampo la serie animata prende anche un po' diverse caratteristiche tipiche dell'animazione di un tempo, che se da un lato la rendono affascinante e carismatica, dall'altro ne penalizzano un po' la visione e il ritmo. La serie si compone di dodici episodi e adatta, in maniera fedelissima, i primi tre scontri del torneo (quattro volumi e mezzo del fumetto). Quattro episodi a combattimento, dove però, esattamente come in una serie shounen d'altri tempi, le botte sono inframezzate da continui flashback, lungaggini, personaggi di sfondo che interrompono la narrazione per commentare, dire la loro, stemperare la tensione, fare spiegoni su questa o quell'altra cosa. Questo spezza un po' il ritmo e rende i combattimenti, specialmente nel primo scontro della serie, a volte un po' tediosi da seguire, specialmente quando magari in un intero episodio i due sfidanti si sono scambiati solo un paio di fendenti e tutto il resto era flashback o spiegoni di altri personaggi. Intendiamoci, anche il manga è così, la trasposizione è molto fedele, ma il ritmo della lettura viene scelto dal lettore, mentre lo spettatore di un anime deve sottostare alla mezz'ora di rito e al ritmo imposto dal minutaggio e può avvertire qualche lentezza o lungaggine.
Record of Ragnarok non ha animazioni particolarmente belle, salvo un paio di casi (principalmente coincidenti con la comparsa dei poteri magici delle Valchirie) le animazioni durante i combattimenti sono statiche, prive di particolare dinamismo e, esattamente come in varie serie d'altri tempi, focalizzate principalmente su enormi caratteri volanti su schermo. L'anime tuttavia impreziosisce il disegno del manga, rendendolo più chiaro e rendendo più comprensibili certe sequenze degli scontri, oltre a regalarci ogni tanto qualche chicca (il flashback di Musashi e Kojiro disegnato in stile arte tradizionale giapponese o l'ingresso in scena di Zeus ricalcato su quello di Shinsuke Nakamura nei suoi match WWE e meravigliosa perla trash da tramandare ai posteri). La musica è affidata a Yasuharu Takanashi, che propone degli score molto simili a quelli già composti in passato per Kengan Ashura, rock ed esaltanti, ma ogni tanto si diverte a giocare con cori lirici o con celebri brani di musica classica come "Aria sulla quarta corda" di Bach, qui protagonista di una delle sequenze più trash e divertenti della serie. Anche le sigle, "Kamigami" dei Maximum the Hormone e "Fukahi" dei SymaG, ricordano un po' quelle di Kengan Ashura, potenti ed esaltanti al punto giusto ma poco memorabili.
Se il doppiaggio giapponese schiera fuoriclasse come Miyuki Sawashiro, Takahiro Sakurai, Tomokazu Seki, Hikaru Midorikawa o Wataru Takagi, la versione italiana ha invece nomi molto meno famosi e risulta così meno particolare e anche un po' forzata nelle interpretazioni, laddove i giapponesi (che da decenni sono abituati a produrre, doppiare e fruire di "trashatone" esaltanti) risultano più naturali. Sul fronte dell'adattamento italiano, le uniche cose su cui si può recriminare sono il fatto che non tutte le diecimila scritte che compaiono su schermo vengono tradotte (qualcuna la si perde per strada) e che i vari nomi cinesi o giapponesi non sono sempre pronunciati nel modo giusto (stesso difetto presente nella versione italiana di Kengan Ashura).
Record of Ragnarok è una serie che ha più difetti che pregi: le animazioni sono ridotte all'osso, il ritmo è lento e inframezzato da molte lungaggini che lo spezzano invece di esaltarlo durante i combattimenti, non risulta particolarmente impreziosito dal passaggio all'animazione, la trama di base è una stupidata ricca di momenti assurdi e perle trash (alcune, come Afrodite che gira coi servi che le reggono i seni assurdamente grandi, sono già diventate meme) e, last but not least, come al solito si ferma sul più bello (Ci sarà una seconda stagione? Quando?) e non offre particolari vantaggi dal seguirlo in animazione quando il manga italiano è già più avanti con la storia. Tuttavia, nel suo essere una trashatona da seguire a cervello spento, che prende i miti e le culture di tutto il mondo e li riscrive in un Pantheon di personaggi assurdi ma carismatici, risulta estremamente divertente, un inaspettato "guilty pleasure" degno di colmare il vuoto tra una serie di Baki e l'altra o quello lasciato dalla fine (?) di Kengan Ashura e The god of high school. Il manga, in Italia, è arrivato un po' in sordina, a differenza del Giappone, ma chissà che questo "antipasto" con colori, voci e musiche non possa spingerlo un po' di più, perché è una serie trash ma divertente, che regala personaggi carismatici e bei momenti. Dall'anime non bisogna aspettarsi chissà quali meraviglie, ma tra un momento assurdo e l'altro piano piano ci si appassiona e ci troveremo a tifare spassionatamente per questo o quel personaggio. Perché, in fondo, vogliamo che gli umani vincano e si salvino, ma anche gli dei non sono male e magari tifiamo per l'uno o per l'altro solo perché sono fighi, ci stanno simpatici, ci esaltano, ci ritroviamo in loro o rappresentano ciò che vorremmo essere. Come i lottatori di wrestling, ma con poteri divini e/o quel cuore passionale che sempre hanno i personaggi degli anime e che proprio per questo amiamo e ameremo, malgrado tutto, anche stavolta.
Pro
- È divertente, esalta e appassiona...
- Caratterizzazione dei personaggi
- Bei momenti passionali
- Modo originalissimo e divertente di riscrivere varie culture
Contro
- ... ma è super trash
- Animazioni ridotte all'osso
- Un sacco di lungaggini durante i combattimenti
- Finisce sul più bello e non si sa se continuerà
Quindi, Aspetterò la seconda Stagione
Di certo chi vedrà la serie non dovrà attendersi realismo, ma momenti folli, esaltanti...
Le musiche non mi son piaciute (mi aspettavo molto di più dall'entrata di Zeus) e l'anime finisce sul più bello... Una seconda serie la vedrò sicuramente.
Ps: interessante questa parte […] anche il manga è così, la trasposizione è molto fedele, ma il ritmo della lettura viene scelto dal lettore, mentre lo spettatore di un anime deve sottostare alla mezz'ora di rito e al ritmo imposto dal minutaggio e può avvertire qualche lentezza o lungaggine. […] beh di solito con questo tipo di trama sono meglio gli anime… stavolta mi sa che ho fatto la scelta corretta
I pro sono le mazzate ignoranti, ma sono veramente ignoranti a livello culturale e chiunque sappia qualcosa di mitologia rimane offeso da questa strana reinterpretazione.
Venere è callipigia (dal bel sedere), non superpoppoluta e tutto il resto è quasi peggio
Anvedi che roba, non pensavo di imparare un nuovo termine su animeclick..."callipigia"...
a dire il vero l'avevo già sentito, ma non avevo mai cercato il significato!
Effettivamente mi ha disturbato come gli idei e gli umani fossero così out of character,non mi disturba che si picchino dei e personaggi storici, ma perfino c’era una volta Pollon era più rigoroso, ed invece qui abbiamo il maestro Munten che interpreta Zeus, ed una Venere che sembra uscita da un hentai , a questo punto, perché non introdurre anche Priapo, 😏 l’unico personaggio che ho trovato abbastanza simile alla versione mitologica è giusto Loki
Ovviamente non è un capolavoro, ma è un opera che intrattiene a dovere, ha anche qualche intrigo e mistero sotto per tenere l'interesse oltre alle sole mazzate esagerate del torneo.
In effetti Zeus non mi ha convinto molto, era abbastanza lontano dall'iconografia classica (o almeno quella a cui ero abituato io). Vabbè che poi un autore può rimaneggiare un personaggio a suo piacimento, non è certo la prima volta, però mi aspetterei almeno una vaga attinenza all'originale.
ps: ripeto pretendere tanto da un opera come ROR che e tamarra mi sembra ridicolo e poi sono d'accordo coi pro e contro ma come voto gli darei 6,5 al massimo per la serie animata.
Quoto in toto.
Quello che un anime deve fare principalmente è in intrattenere e questo ci riesce benissimo anche senza grandi trame e riflessioni dietro, l'unica cosa che mi lascia dubbioso è questo scontrarsi tra umani e Dei come fossero della stessa pasta, un Dio dovrebbe risultare inavvicinabile da un umano, intangibile, non dovrebbe avere un corpo che si ferisce a meno che non ne possegga uno (come in Saint Seiya), come fa un Dio come Poseidone a morire solo perchè gli si mozza la testa e gli si trancia il corpo? Gli Dei dovrebbero essere immortali o al massimo essere uccisi solo da altre divinità come loro.
Ma non è un fatto di essere offesi o no😄, mi diverte sta tamarrata, sottolineavo solo il fatto che personaggi come Zeus, Afrodite et similia potrebbero tranquillamente prendere le caratteristiche degli originali, Zeus anche nel mito è fijo de magnotta, ed anche Afrodite ne ha fatte di cotte e di creude, per nn parlare degli dei Asgardiani.
Non mi strappo i capelli (anche perché non ci sono) perché i vari personaggi sono rielaborazioni assurde e non sono fedeli al 100% a quando viene raccontato nei miti o nei libri di storia. I giapponesi sono maestri nel farlo, non è la prima volta che prendono divinità di ogni culto e personaggi storici e li trasformano in biscioni o ragazzine moe. Lo fanno con i loro personaggi storici, col Buddha, con le divinità dello shinto da sempre, quindi non sorprende nessuno che lo facciano anche con le divinità greche, nordiche o con personaggi come Jack lo squartatore di cui abbiamo avuto diecimila versioni diverse. Bisogna stare al gioco, qui e in tremila altre produzioni giapponesi e non che rielaborano queste figure in mille modi diversi.
Questo viene detto, è per questo motivo che gli umani vengono aiutati dalle armi/valchirie, altrimenti non potrebbero competere ad armi pari con le divinità.
Ma viene spiegato il perchè riescono ha ferire gli dei arrivando ad ucciderli lo dicono da subito le valchirie si trasformano in armi divine che permetto di uccidere le divinità se usassero armi comuni non gli farebbero niente e lo scontro sarebbe ha senso unico ma cosi hanno almeno gli esseri umani hanno una possibilità capisco che di norma un dio deve essere imponente e imbattibile ma non per forza, chiunque ha un punto debole e in questa serie il punto debole degli dei sono le valchirie che hanno il potere di ucciderli e il fatto di sottovalutare l'umanità e poi c'è una persona di nome Kratos che avrebbe qualcosa da dire ha proposito XD.
L'immortalità degli dei nelle varie mitologie non è stata sempre un dato di fatto: in quella nordica per esempio le divinità muoiono durante il Ragnarok appunto. Nello Shintoismo Izanami, dea della creazione, muore di parto, una cosa impensabile per una divinità! Osiride viene ucciso da Seth nei miti egizi, e così via. Non ricordo se nei vari miti mai nessun essere umano è riuscito ad uccidere una divinità, ma chissà....
Non c'è assolutamente confronto.
Ma si che ci sono uomini che hanno ucciso gli Dei Kratos e un esempio XD ha parte gli scherzi ROR non e da prendere seriamente ma fà venire un pò di curiosità sul leggere le vere storie dei personaggi io sono stato sempre attirato dalla mitologia greca e egizia ma tramite questo anime mi ha incuriosito sul informarmi sulle altre mitologie per capire quindi e una tamarrata come opera ma dei benefici ne porta secondo me tipo che ti far venir voglia di sapere le vere storie dei personaggi che ti presentano che poi sono interessanti le storie originali e un mio pensiero ognuno dice la sua come giusto che isa ma alla fine e un anime come gli altri dove succedono cose assurde e dove la legge della fisica non esiste esempio la foglia di fico che non si smuove da Adamo XD.
Si appunto, fin dalle prime reazioni ed espressioni si vede come fosse molto stile giapponese, ci sono vari richiami ad opere come baki o jojo, quindi si capisce che è fatto per prendere quel pubblico più che creare qualcosa di nuovo.
Per il fattore callipigia anche qui hanno voluto rendere jappo il personaggio, e lo sappiamo che nelle opere jappo si preferiscono i davanzali (che in questo caso diventano ovviamente delle terrazze).
Io non ho nulla contro gli hentai quindi per me lo potrebbe anche diventare, anzi con una svolta simile sarebbe divertente anche solo per vedere la reazione del pubblico sui social, quindi appoggio l'idea.
L'anime a differenza del manga non l'ho apprezzato troppo, tanto che ho finito per seguirlo in sottofondo mentre facevo altro. Di contro la sigla mi metteva un hype pazzesco, sui MTH s può contare sempre.
I cambiamenti delle divinità non mi è importato molto, l'ho visto fare molte volte negli anime. Anzi, Thor stoico e a tratti sadico mi è piaciuto un botto. Ero ancora reduce da quello litigioso di Gaiman(che ho adorato) (<< Vado a rompere le ossa di Loki.>> << Perché?>> << Quando succede qualcosa e vuoi il colpevole, con Loki vai sul sicuro.>) quindi variare mi ha fatto bene.
Alla fine non si prende (e non va preso) sul serio e nemmeno ci prova per il 90% del tempo, ci prova giusto con
Da una idea trita e ritrita (il torneo marziale) ecco che questo anime sgorga letteralmente dalla fonte della creatività, l'idea è risibile, l'esecuzione approssimativa, la storia poteva essere molto più interessante, eppure, nonostante tutto, funziona.
Funziona, intrattiene ed emoziona persino un pochino, merito di una grande soundtrack "celestiale" che punteggia bene diversi momenti enfatici, c'è del metal ma ci sono anche grandi orchestrazioni classiche che non possono lasciare indifferenti.
L'idea di presentare una serie di eroi o divinità che vengono rispettivamente spazzati via in corso d'opera, la trovo una'idea geniale.
Io sono rimasto piacevolmente colpito dall'estro creativo e dalla semplicità dell'idea stessa.
Forse, unico appunto, avrei fatto scontri più lunghi e più curati
vabbè, tu sei quello che non ha capito Godzilla Singular Point dando la colpa agli autori
Consiglio per godersela al meglio: guardare la serie ad "incontri", non ad episodi... se iniziate a vedere uno degli scontri guardatelo fino alla fine tutto in una botta, a distribuirlo su più giorni risalta ancora di più la lentezza della serie.
Comunque, penso che questa possa essere la prima serie a "dlc" tipo i videogiochi: appena finisce uno scontro sul manga lo animi e lo butti dentro (senza aspettare in pompa magna una nuova serie)... secondo me si porterebbe avanti da dio così.
personalmente mi aveva stuzzicato la prima puntata ma dopo la struttura super ripetitiva e la totale mancanza di combattimenti mi fa stroncare di brutto questo anime un vero peccato perchè le premesse erano buone
Vedo che ti ricordi... e allora? Mi sbaglio forse? Quel godzilla ecc è veramente una schifezza
Oggettività questa sconosciuta.
La serie è fortemente ispirata alla narrativa di Michael Crichton e di Arthur C. Clarke (sai chi sono?) mescolata con il genere kaiju nipponico, ogni scena è un riferimento alla sci-fi vecchio stampo e alla filmografia di Godzilla era Showa.
Chi ha scritto quella serie conosce sia la fantascienza hard che la lore di Godzilla.
Se sei abituato con serie semplicistiche ma appena esce qualcosa di più difficile ti ci perdi la colpa non è della serie. La serie ha ottime recensioni nei siti specializzati in materiale kaiju.
Chi si offende (?) per le interpretazioni più o meno pittoresche di personaggi che sono per la maggior parte già fittizi di loro (e che per giunta non appartengono nemmeno alla storia o cultura del proprio paese natale) dovrebbe fare meno il bambino viziato e indignarsi per cose più serie.
Chissà i jappi cosa dovrebbero dire allora, dal momento che esiste un florilegio di serie con ambientazione giapponese storica o mitologica e non tutte sono esattamente ortodosse (a volte sono perfino hentai).
Mi sa che non hai capito, nessuno si offende per una serie del genere, si stava semplicemente discutendo del fatto che alcuni personaggi deviavano in maniera più o meno consistente dalla loro rappresentazione classica.
Pensa invece a chi se la prende davvero a male perché la propria divinità "preferita" viene rappresentata come "malvagia" in un'opera di fantasia, quello sì che sono messi male.
Ho capito benissimo invece, forse tu non ti sarai offeso ma qualcun altro sì.
Gli unici offesi erano alcuni induisti per Shiva...
https://screenrant.com/record-ragnarok-controversy-shiva-character-banned/
Lol, intendo tra i commenti.
Talmente offesi che è stato bannato anche in Italia, eh?
Suvvia, siamo seri, il fanatismo (religioso) è un problema reale, gente che esprime dei pareri estemporanei su un'opera no.
Non mi pare di aver detto che lo considero un problema, ho solo detto che certa gente dovrebbe darsi un po' una svegliata, tutto qua. Se poi vogliono proprio farsi ridere dietro non è un problema mio.
Sicuramente qualche miliardo di induisti potrebbe darsi una svegliata, hai ragione.
E ridagli. Non stavo parlando degli induisti, lol.
Fortunatamente da noi il fanatismo religioso (che ancora c'è), si è un po' ridimensionano e non ha tutta questa rilevanza se non quando bisogna fare politica
Ma da noi praticamente non c'è più da un bel po', tant'è che possiamo tranquillamente comprare un manga con Budda e Gesù come protagonisti... E se in un'opera il cattivo di turno legge la bibbia pensate che freghi a qualcuno? No, ma se legge il Corano "stranamente" viene giù il mondo....
L'imperatore tuttora è considerato un dio vivente è non esistono sue rappresentazioni manga/anime che siano cartonesche/esagerate (come tutti pg di RoR) manco satiriche.
L'imperatore in Giappone è sempre stato un pupazzo, almeno per la maggior parte della storia del Giappone, una figura dunque nemmeno molto interessante da prendere in giro...i giapponesi preferivano pigliare per il naso i veri potenti, tipo Hideyoshi Toyotomi o perfino qualche politico dell'epoca in certi manga.
Più che reverenza mi sa che era disinteresse puro e semplice in una figura praticamente priva di potere.
Ho intercettato per errore questo messaggio ^////^
Guarda, da grandissimo fan e fine conoscitore (secondo alcuni, non io) dell'universo kaiju-eiga, Godzilla: Singular Point è veramente un ottimo podotto, qualcosa che mai mi sarei aspettato di vedere in anime. Dopo lo Shin Godzilla di Higuchi e Anno, questa serie è meravigliosa.
Un consiglio: Rivedila e cerca di capirla ^^o (è un filino complessa, lo ammetto)
Beh, mi vengono in mente "Pillole di Jenus" giusto per dire, Edika, e dozzine di altri autori che da sempre scherzano sulla nostra religione catto/cristiana. Hai ragione, da noi c'è molta più tolleranza allo sberleffo, alla parodia, alla satira. In passato però eravamo pure noi soggetti a diverse forme di censura "ecclesiastica" - così per dire - penso a "Il Papocchio" di R.Arbore o "Salò" di Pasolini. Insomma, anche noi abbiamo diverse "gradazioni" di censura, morbida o meno. Chiaramente, sono d'accordo con il resto del tuo messaggio. È oggettivo: se "scherzi" su Corano, Allah, o persino Shiva...sappiamo che la reazione è spropositata (aggiungo che Shiva, a mio parere, non è così deprecabile in RoR...si comporta come un teppistello, ma non è raffigurato in maniera offensiva) Ma dopotutto...è la mia percezione, magari qualche induista potrebbe non essere minimanete d'accordo.
Complessivamente è accettabile. Si nota lo sforzo degli autori-non è una collezione di effetti speciali. Però anche io voglio vedere una seconda parte e capire come la risolvono.
https://www.animenewsnetwork.com/news/2021-08-17/record-of-ragnarok-anime-gets-2nd-season/.176379
Che poi Shiva è Fighissimo, ma vabè
Si ma anche in India ci sono ondate nazionaliste a sfondo religioso...
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