Passano gli anni, passano le stagioni e passano gli anime, ma noi appassionati non rimaniamo mai a corto di slice of life, specie quelli del sottogenere cosiddetto iyashikei, dove tranquillità e spensieratezza fanno da padrone. Bello vedere come questo filone, un po’ troppo sorvolato superficialmente dal pubblico mainstream, continui a farsi strada anche nel 2022 e senza sfigurare davanti alla vastissima offerta di titoli attualmente presente, cercando di rinnovarsi entro i limiti del possibile per raggiungere quell’ideale di bellezza sempre perseguito. C’è un motivo per cui su Akebi's Sailor Uniform sono state riposte tante aspettative sulle sue spalle: dopo un’annata che ha visto l’addio di Non Non Biyori, la sorpresa Super Cub e il consolidamento di Laid-Back Camp, è sorta l’ambizione di fare un ulteriore passo successivo verso la direzione giusta. La staffetta ricevuta da CloverWorks ha, inoltre, un peso maggiore, vista la voglia di riscatto nei confronti di un’annata sottotono per tanti motivi. Al netto di tutto quanto detto sopra, è lecito chiedersi fin dove questo nuovo anime appena terminato sia riuscito a spingersi, quanto di buono è riuscito a mostrare e, soprattutto, cosa ha lasciato a noi spettatori.
Facciamo prima un breve excursus di rito sulle informazioni che bisogna sapere. Akebi-chan no Sailor Fuku nasce nel 2016 come manga seinen scritto e disegnato Hiro (illustratore della light novel di Super Cub) e viene tuttora serializzato su Tonari no Young Jump (Shueisha). Dopo qualche anno, il manga riceve anche un’edizione italiana curata dalla casa editrice J-POP Manga, che adotta il titolo La divisa scolastica di Akebi e, infine, Crunchyroll ha trasmesso in simulcast l’adattamento anime durante le scorse settimane.
In un luogo sperduto del Giappone, lontano dai caotici complessi urbani, nel bel mezzo di un un tranquillo paesaggio, una giovane ragazzina si prepara a muovere i primi passi della sua adolescenza, pronta ad entrare nelle scuole medie carica di sogni e di speranze. Dopo aver passato il periodo delle elementari in una piccola aula con un banco solo, è arrivato il momento della svolta per Komichi Akebi, che entrerà finalmente nell’Accademia Femminile Roubai, la stessa scuola frequentata un tempo da sua madre, la quale ha sempre portato nel cuore i dolci momenti della sua gioventù. Fra questi c’è il ricordo della divisa scolastica, una tradizionale serafuku giapponese dalla camicia bianca, la gonna blu scuro e il fiocco azzurro. Sarà proprio lei a ricamare a mano per la figlia quella che era la sua vecchia divisa, che Komichi ha sempre desiderato di indossare.
Il vestito fatto su misura è più che perfetto e Komichi già non vede l’ora di sfoggiarlo davanti alle sue nuove compagnie di classe durante il primissimo giorno di scuola. Purtroppo, non tutto filerà per il verso giusto: arrivato il fatidico momento di varcare la soglia della sua nuova scuola, la ragazzina scoprirà che tutte le altre indossano una divisa diversa della sua. La madre non era venuta a conoscenza di questo cambiamento rispetto al passato, rimanendoci assai rammaricata. Per loro fortuna, la preside ha subito compreso la situazione, permettendo a Komichi di indossare comunque la stoffa cucita con tanto amore dalla madre. Rimane però un problema grosso: come farà la ragazzina dai lunghi capelli neri ad integrarsi in una classe dove le altre studentesse indossano una divisa diversa dalla sua? Lo status di "mosca bianca" potrebbe compromettere la nuova vita scolastica di Komichi, emarginandola dalle sue coetanee e mandando in frantumi tutti i suoi buoni propositi. Non rimane quindi che una via di uscita da questo pantano. Bisogna fare della diversità una propria forza.
La struttura degli episodi di Akebi’s Sailor Uniform non si discosta molto da quella di tanti altri slice of life. Ogni giorno è un nuovo giorno per Komichi, tutto merito della sua attitudine estroversa ed esuberante che la farà avvicinare pian piano a tante ragazze della scuola. Considerando che è divenuta subito la mascotte della classe per via della sua divisa particolare e il suo carattere solare, per lei rubare l’attenzione è la cosa più naturale possibile, così come fare amicizia con un gruppetto bello folto e variegato di ragazze. Infatti, in ogni puntata vediamo Komichi conoscere persone diverse e rafforzare legami con un ampio cast di personaggi.
Ciascuna studentessa porta con sé una propria passione o un proprio tratto caratterizzante: nella sua cerchia di amicizie troviamo l’appassionata di sport Toko, la fervida lettrice Tomono, la fotografa Kei, e così via discorrendo… inoltre, c’è la tuttofare Erika Kizaki, brava sia nello sport che nella musica, con cui la stessa Komichi stringerà un rapporto molto stretto. Come da prassi per gli anime di questo genere, non c’è un vero e proprio filo narrativo che collega tutta la serie, ma piuttosto si va per compartimenti quasi discontinui dove il focus è spostato interamente sullo sviluppo e le dinamiche dei personaggi. Solo verso la fine vedremo un piccolo arco narrativo che darà modo alla serie di concludersi in crescendo
Se diamo uno sguardo superficiale alla sua interezza, Akebi’s Sailor Uniform ci apparirà come il classico slice of life dove l’espressione "cute girls doing cute things" regna preponderante ed infatti così è alla base di tutto, questo è impossibile negarlo... bisogna però evidenziare gli aspetti che mettono in risalto quest’anime, i quali non sono affatto né pochi né scontati. Per comprendere i punti di forza di Akebi’s Sailor Uniform c’è bisogno di una lettura attenta e ordinata; partiamo da quella che è la vera star dello show, ossia la stessa Komichi Akebi: lei è un jolly, uno spirito libero, ma soprattutto il collante che lega saldamente tutte le vicissitudini che ci vengono presentate.
Non è un caso usare l’aggettivo "libero" quando si descrive il suo personaggio. Possiamo, infatti, paragonare il suo ruolo a quello del libero nella pallavolo, dato che lei indossa una divisa diversa dalle altre. Komichi ha il compito di dare supporto all’interno della sua scuola, aiutando quindi chi è in difficoltà, chi vuole costruire nuove amicizie o, semplicemente, chi vuole trascorrere del tempo in compagnia di qualcuno e divertirsi assieme. Lei è, in parole povere, una forza motrice anche fin troppo perfetta. A volte sembra quasi che non abbia difetti, anche se questo è perlopiù dovuto alla sua ferrea vivacità che le permette di spingere in avanti nonostante le difficoltà. Detto ciò, Komichi è tutto fuorché un guscio vuoto privo di identità propria: è spinta dalle passioni e insegue i suoi sogni cercando di migliorarsi ogni giorno; questo lo vediamo in quella che è la sua attività preferita, ovvero la danza, e nell’ammirazione nei confronti della sua idol preferita Miki Fukumoto.
Altro tema principale all’interno di tutta la serie è l’inno alla gioventù, elemento onnipresente in qualsiasi slice of life con ambientazione scolastica che si rispetti, ma che in Akebi’s Sailor Uniform arriva a sfiorare vette puramente idilliache. Il paesaggio immacolato della campagna fa da ottima cornice alla vita quotidiana di queste giovani ragazzine che studiano, si divertono assieme ed imparano a poco a poco cosa c’è di davvero importante nel loro ritaglio di normalità. I personaggi secondari sono davvero così tanti che è impossibile ricordarsi i nomi e i volti di tutti, ma ciascuno di loro, nel loro piccolo, è un piccolo tassello che compone un mosaico di brevi storie coming of age, le quali confluiscono assieme nei grandi schemi dell’anime. Non assistiamo a nulla di pretenzioso, macchinoso o forzato, perché Akebi’s Sailor Uniform riesce ad essere coerente nella sua semplicità tipica di una commedia leggera.
Anche se sarebbe meglio dire "leggerissima", visto che questa è una serie che punta poco sul lato della comicità e preferisce mantenersi molto sobria nelle sue battute. L’anime vuole intrattenere lo spettatore per mezzo dei suoi personaggi e la loro caratterizzazione, a partire dal modo con cui interagiscono tra di loro. Sotto questo aspetto, bisogna sottolineare l’enfasi che viene riposta nella coppia composta da Komichi ed Erika: la loro è sicuramente la dinamica più approfondita di tutta la serie, il carattere esplosivo della prima e quello più pacato della seconda si completano a vicenda, favorendo così l’intreccio fra le due; è stato bello vedere come questa semplice amicizia abbia fatto da catalizzatore per lo sviluppo personale di entrambe le ragazze, raggiungendo l’apice nell’ottimo episodio di chiusura. L’unico svantaggio di avere un cast così ampio sta nella frammentazione eccessiva dello screen time, perciò non tutte le studentesse della Roubai hanno avuto lo spazio necessario per mettersi in mostra.
Il fascino dei personaggi all’interno dell’anime lo si ritrova anche in larga parte nella loro estetica. Akebi’s Sailor Uniform è una serie bella da vedere, che si lascia osservare e che regala molte gioie agli occhi. Partiamo dal character design curato da Megumi Kono (Shelter), che è stato al centro di molte discussioni. Lo stile si rifà abbastanza fedelmente a quello visto nel manga di Hiro e si presenta in un modo che si discosta leggermente da quello di altre produzioni simili. Nello specifico, i volti dei protagonisti appaiono un po’ più schiacciati del dovuto e questa peculiarità può di sicuro sembrare strana ad un primo impatto, ma al contrario di quanto si pensi ci si fa subito l’abitudine con il passare dei minuti. Superato questo scoglio iniziale, tutto il resto è a dir poco superlativo: CloverWorks ha svolto un ottimo lavoro sia in fatto di regia che di animazioni; le immagini scorrono fluide e naturali, questo fatto lo riscontriamo sia negli articolati passi di danza di Komichi che nelle semplici azioni quando, ad esempio, si allaccia la coda di cavallo dei capelli.
Lo stesso discorso si può fare analogamente per i meravigliosi paesaggi sullo sfondo, che sembrano fuoriusciti da una fiaba e che allo stesso tempo danno quella sensazione di essere vividi e reali. Grande attenzione è stata riposta nella fotografia, diretta da Yuki Kawashita (A Place Further than the Universe): se avete già guardato l’anime, avrete sicuramente fatto caso a quelle istantanee particolare dove i soggetti vengono immortalati in un primo piano pieno di luci e colori che si riflettono sui volti, dando l’impressione che il tempo si sia cristallizzato in quell’istante preciso. Questa scelta artistica ben si sposa al mantra del "carpe diem" tipico degli anime iyashikei, di cui, come abbiamo già detto, anche Akebi’s Sailor Uniform ne fa una colonna portante.
Le minuzie tecniche che si possono scovare sono tante, ma ce n’è una in particolare su cui ci si bisogna, per forza di cose, soffermare: sì, stiamo parlando dei piedini (e non solo). È difficile spiegare bene a parole il modo in cui i fetish sono inseriti fra le varie scene dell’anime, perché dietro c’è del subdolo e del diabolico. Le inquadrature, talvolta, sono così sfuggenti che un occhio distratto potrebbe pure non notarle, ma con uno sguardo attento appare evidente l’interessante quantitativo di primi piani su piedi, ascelle, ombelichi e… meglio che non ci dilunghiamo troppo. A qualcuno potrebbero far storcere il naso certe scelte stilistiche, ed è pure lecito non apprezzarle, fatto sta che comunque non risultano mai troppo invasive. Diciamo che, in definitiva, anche queste cose fanno parte del fascino di Akebi’s Sailor Uniform.
Facciamo prima un breve excursus di rito sulle informazioni che bisogna sapere. Akebi-chan no Sailor Fuku nasce nel 2016 come manga seinen scritto e disegnato Hiro (illustratore della light novel di Super Cub) e viene tuttora serializzato su Tonari no Young Jump (Shueisha). Dopo qualche anno, il manga riceve anche un’edizione italiana curata dalla casa editrice J-POP Manga, che adotta il titolo La divisa scolastica di Akebi e, infine, Crunchyroll ha trasmesso in simulcast l’adattamento anime durante le scorse settimane.
In un luogo sperduto del Giappone, lontano dai caotici complessi urbani, nel bel mezzo di un un tranquillo paesaggio, una giovane ragazzina si prepara a muovere i primi passi della sua adolescenza, pronta ad entrare nelle scuole medie carica di sogni e di speranze. Dopo aver passato il periodo delle elementari in una piccola aula con un banco solo, è arrivato il momento della svolta per Komichi Akebi, che entrerà finalmente nell’Accademia Femminile Roubai, la stessa scuola frequentata un tempo da sua madre, la quale ha sempre portato nel cuore i dolci momenti della sua gioventù. Fra questi c’è il ricordo della divisa scolastica, una tradizionale serafuku giapponese dalla camicia bianca, la gonna blu scuro e il fiocco azzurro. Sarà proprio lei a ricamare a mano per la figlia quella che era la sua vecchia divisa, che Komichi ha sempre desiderato di indossare.
Il vestito fatto su misura è più che perfetto e Komichi già non vede l’ora di sfoggiarlo davanti alle sue nuove compagnie di classe durante il primissimo giorno di scuola. Purtroppo, non tutto filerà per il verso giusto: arrivato il fatidico momento di varcare la soglia della sua nuova scuola, la ragazzina scoprirà che tutte le altre indossano una divisa diversa della sua. La madre non era venuta a conoscenza di questo cambiamento rispetto al passato, rimanendoci assai rammaricata. Per loro fortuna, la preside ha subito compreso la situazione, permettendo a Komichi di indossare comunque la stoffa cucita con tanto amore dalla madre. Rimane però un problema grosso: come farà la ragazzina dai lunghi capelli neri ad integrarsi in una classe dove le altre studentesse indossano una divisa diversa dalla sua? Lo status di "mosca bianca" potrebbe compromettere la nuova vita scolastica di Komichi, emarginandola dalle sue coetanee e mandando in frantumi tutti i suoi buoni propositi. Non rimane quindi che una via di uscita da questo pantano. Bisogna fare della diversità una propria forza.
La struttura degli episodi di Akebi’s Sailor Uniform non si discosta molto da quella di tanti altri slice of life. Ogni giorno è un nuovo giorno per Komichi, tutto merito della sua attitudine estroversa ed esuberante che la farà avvicinare pian piano a tante ragazze della scuola. Considerando che è divenuta subito la mascotte della classe per via della sua divisa particolare e il suo carattere solare, per lei rubare l’attenzione è la cosa più naturale possibile, così come fare amicizia con un gruppetto bello folto e variegato di ragazze. Infatti, in ogni puntata vediamo Komichi conoscere persone diverse e rafforzare legami con un ampio cast di personaggi.
Ciascuna studentessa porta con sé una propria passione o un proprio tratto caratterizzante: nella sua cerchia di amicizie troviamo l’appassionata di sport Toko, la fervida lettrice Tomono, la fotografa Kei, e così via discorrendo… inoltre, c’è la tuttofare Erika Kizaki, brava sia nello sport che nella musica, con cui la stessa Komichi stringerà un rapporto molto stretto. Come da prassi per gli anime di questo genere, non c’è un vero e proprio filo narrativo che collega tutta la serie, ma piuttosto si va per compartimenti quasi discontinui dove il focus è spostato interamente sullo sviluppo e le dinamiche dei personaggi. Solo verso la fine vedremo un piccolo arco narrativo che darà modo alla serie di concludersi in crescendo
Se diamo uno sguardo superficiale alla sua interezza, Akebi’s Sailor Uniform ci apparirà come il classico slice of life dove l’espressione "cute girls doing cute things" regna preponderante ed infatti così è alla base di tutto, questo è impossibile negarlo... bisogna però evidenziare gli aspetti che mettono in risalto quest’anime, i quali non sono affatto né pochi né scontati. Per comprendere i punti di forza di Akebi’s Sailor Uniform c’è bisogno di una lettura attenta e ordinata; partiamo da quella che è la vera star dello show, ossia la stessa Komichi Akebi: lei è un jolly, uno spirito libero, ma soprattutto il collante che lega saldamente tutte le vicissitudini che ci vengono presentate.
Non è un caso usare l’aggettivo "libero" quando si descrive il suo personaggio. Possiamo, infatti, paragonare il suo ruolo a quello del libero nella pallavolo, dato che lei indossa una divisa diversa dalle altre. Komichi ha il compito di dare supporto all’interno della sua scuola, aiutando quindi chi è in difficoltà, chi vuole costruire nuove amicizie o, semplicemente, chi vuole trascorrere del tempo in compagnia di qualcuno e divertirsi assieme. Lei è, in parole povere, una forza motrice anche fin troppo perfetta. A volte sembra quasi che non abbia difetti, anche se questo è perlopiù dovuto alla sua ferrea vivacità che le permette di spingere in avanti nonostante le difficoltà. Detto ciò, Komichi è tutto fuorché un guscio vuoto privo di identità propria: è spinta dalle passioni e insegue i suoi sogni cercando di migliorarsi ogni giorno; questo lo vediamo in quella che è la sua attività preferita, ovvero la danza, e nell’ammirazione nei confronti della sua idol preferita Miki Fukumoto.
Altro tema principale all’interno di tutta la serie è l’inno alla gioventù, elemento onnipresente in qualsiasi slice of life con ambientazione scolastica che si rispetti, ma che in Akebi’s Sailor Uniform arriva a sfiorare vette puramente idilliache. Il paesaggio immacolato della campagna fa da ottima cornice alla vita quotidiana di queste giovani ragazzine che studiano, si divertono assieme ed imparano a poco a poco cosa c’è di davvero importante nel loro ritaglio di normalità. I personaggi secondari sono davvero così tanti che è impossibile ricordarsi i nomi e i volti di tutti, ma ciascuno di loro, nel loro piccolo, è un piccolo tassello che compone un mosaico di brevi storie coming of age, le quali confluiscono assieme nei grandi schemi dell’anime. Non assistiamo a nulla di pretenzioso, macchinoso o forzato, perché Akebi’s Sailor Uniform riesce ad essere coerente nella sua semplicità tipica di una commedia leggera.
Anche se sarebbe meglio dire "leggerissima", visto che questa è una serie che punta poco sul lato della comicità e preferisce mantenersi molto sobria nelle sue battute. L’anime vuole intrattenere lo spettatore per mezzo dei suoi personaggi e la loro caratterizzazione, a partire dal modo con cui interagiscono tra di loro. Sotto questo aspetto, bisogna sottolineare l’enfasi che viene riposta nella coppia composta da Komichi ed Erika: la loro è sicuramente la dinamica più approfondita di tutta la serie, il carattere esplosivo della prima e quello più pacato della seconda si completano a vicenda, favorendo così l’intreccio fra le due; è stato bello vedere come questa semplice amicizia abbia fatto da catalizzatore per lo sviluppo personale di entrambe le ragazze, raggiungendo l’apice nell’ottimo episodio di chiusura. L’unico svantaggio di avere un cast così ampio sta nella frammentazione eccessiva dello screen time, perciò non tutte le studentesse della Roubai hanno avuto lo spazio necessario per mettersi in mostra.
Il fascino dei personaggi all’interno dell’anime lo si ritrova anche in larga parte nella loro estetica. Akebi’s Sailor Uniform è una serie bella da vedere, che si lascia osservare e che regala molte gioie agli occhi. Partiamo dal character design curato da Megumi Kono (Shelter), che è stato al centro di molte discussioni. Lo stile si rifà abbastanza fedelmente a quello visto nel manga di Hiro e si presenta in un modo che si discosta leggermente da quello di altre produzioni simili. Nello specifico, i volti dei protagonisti appaiono un po’ più schiacciati del dovuto e questa peculiarità può di sicuro sembrare strana ad un primo impatto, ma al contrario di quanto si pensi ci si fa subito l’abitudine con il passare dei minuti. Superato questo scoglio iniziale, tutto il resto è a dir poco superlativo: CloverWorks ha svolto un ottimo lavoro sia in fatto di regia che di animazioni; le immagini scorrono fluide e naturali, questo fatto lo riscontriamo sia negli articolati passi di danza di Komichi che nelle semplici azioni quando, ad esempio, si allaccia la coda di cavallo dei capelli.
Lo stesso discorso si può fare analogamente per i meravigliosi paesaggi sullo sfondo, che sembrano fuoriusciti da una fiaba e che allo stesso tempo danno quella sensazione di essere vividi e reali. Grande attenzione è stata riposta nella fotografia, diretta da Yuki Kawashita (A Place Further than the Universe): se avete già guardato l’anime, avrete sicuramente fatto caso a quelle istantanee particolare dove i soggetti vengono immortalati in un primo piano pieno di luci e colori che si riflettono sui volti, dando l’impressione che il tempo si sia cristallizzato in quell’istante preciso. Questa scelta artistica ben si sposa al mantra del "carpe diem" tipico degli anime iyashikei, di cui, come abbiamo già detto, anche Akebi’s Sailor Uniform ne fa una colonna portante.
Le minuzie tecniche che si possono scovare sono tante, ma ce n’è una in particolare su cui ci si bisogna, per forza di cose, soffermare: sì, stiamo parlando dei piedini (e non solo). È difficile spiegare bene a parole il modo in cui i fetish sono inseriti fra le varie scene dell’anime, perché dietro c’è del subdolo e del diabolico. Le inquadrature, talvolta, sono così sfuggenti che un occhio distratto potrebbe pure non notarle, ma con uno sguardo attento appare evidente l’interessante quantitativo di primi piani su piedi, ascelle, ombelichi e… meglio che non ci dilunghiamo troppo. A qualcuno potrebbero far storcere il naso certe scelte stilistiche, ed è pure lecito non apprezzarle, fatto sta che comunque non risultano mai troppo invasive. Diciamo che, in definitiva, anche queste cose fanno parte del fascino di Akebi’s Sailor Uniform.
Si potrebbero trarre tante altre conclusioni dopo la visione di Akebi’s Sailor Uniform, di varia natura e di vario giudizio. Ci sarebbe tantissime altre cose da sviscerare, come ad esempio la fattura della bellissima (e azzeccatissima) opening "Hajimari no Setsuna", le due ending, le varie insert song, tutto ciò che concerne la prestazione delle doppiatrici e così via. L’importante è stato però snocciolare quelli che, a nostro avviso, sono stati i punti cardine su cui è stato tracciato il percorso di questa serie. Quello che si può affermare con certezza è che il lavoro dietro la maggior parte di ciò che concerne l’anime di Akebi’s Sailor Uniform è da promuovere. La struttura alla base di quest’opera è quella di uno slice of life iyashikei tradizionale, con annessi topoi e quant’altro, che non osa mai volare troppo in alto, ma che rimane fedele alle sue convinzioni e fa dei suoi punti di forza degli ottimi cavalli di battaglia. La storia di Komichi Akebi e tutte le altre ragazze di Roubai è riuscita nel fine ultimo di scaldare i cuori degli spettatori grazie alla semplicità, la spensieratezza e l’allegria che solo un anime del genere può regalare. L’eredità di questo ormai importante filone dell’animazione giapponese è ancora in buone mani.
Pro
- Slice of life duro e puro.
- Protagonista carismatica e solare.
- Buoni sprazzi di coming of age.
- Ottime animazioni.
- Notevoli quantità di pied... ehm, minuzie tecniche.
Contro
- Cast di personaggi secondari un po' troppo frammentato.
I dettagli fetish ci sono ed è inutile fare finta di niente ma non mi hanno mai infastidito più di tanto, fanno parte dell'opera e si possono facilmente ignorare.
Non uno degli SoF che preferisco ma si lascia guardare, e c'è da dire che è disegnato e animato da dio.
a parte il chara design che non amo affatto, è in lista
Personalmente non fa per me questo genere, non so se in futuro vorrò dargli un'occhiata
Est! Est!! Est!!!
Komichi e famiglia sono simpaticissime, mi ha stupito soprattutto la sua positività e allegria nonostante sia sempre stata sola prima di entrare alle medie.
Ho apprezzato anche le differenze caratteriali delle sue amiche, la mia preferita rimane Erika Kizaki, ma le altre sono ugualmente apprezzabili (seppur alcune compaiano poco).
Per il resto la recensione è ottima, io non userei di certo toni così enfatici e metterei forse più un 77 che un 80, però posso comprendere che abbia un suo pubblico, gente che lo ama, e non penso siano state dette castronerie per quanto (ribadisco) la mia visione dell'opera non sia uguale a quella dell'autore della recensione
Bellissimo.
E personalmente la visione del primo episodio è stata veramente faticosa per dei character design che ho trovato inguardabili.
Tra l'altro in generale è uno scam, per ogni wallpaper moment ci sono 10 cose fatte alla carlona.
Ma tanto nei trailer e negli articoli vanno solo le scene belle
Ottimo reportage
Rientrare a casa dopo una giornata di lavoro non serena e poterne vedere un episodio è una esperienza realmente "curativa" e ne ho approfittato alla grande.
Sul momento lo stile dei personaggio spiazza ma una volta entrato nel loro mondo tutto diventa naturale.
Dovrebbero proporre questa tipologia di storie come supporto contro lo stress della vita quotidiana, un tòt di minuti al giorno dopo cena!
Mi hai rubato le parole di bocca, è quel tipo d'anime che ti trasmette una sensazione di pace e serenità, ottimo da vedere dopo una settimana di lavoro stressante.
Se l'anime riesce a rendere tutto questo, allora tanto di cappello.
https://www.animeclick.it/anime/26152/sewayaki-kitsune-no-senko-san
Non pensavo di soffrire di podofobia finchè non ho visto questo anime, qui si va veramente oltre.
Contento per chi non ha problemi simili, ma io mi trovo costretto a dover dire che è veramente una delle cose più raccapriccianti che abbia mai visto (a mio parere, data la mia condizione).
Una protagonista che sprizza positività contagiosa da tutti i pori, un cast di personaggi secondari che non sembrano macchiette ognuna con la propria peculiarità e basta per fare numero ma hanno tutte una propria personalità ben definita, capaci di interagire in maniera naturale sia con la protagonista ma anche tra di esse. Vorrei una seconda stagione anche solo per vederne di più.
Inoltre la mamma doppiata da HanaKana è il top e Kao è super adorabile. Una delle poche bimbe negli anime che si comportano in modo naturale, che non ti fanno pensare "ehi è la loli di turno" e che dicono e fanno cose totalmente assurde ma tipiche di quell'età.
E si quella scena mi ha fatto spanciare.
Date una medaglia a Misaki Kuno, un'altra imouto che rientra in questa categoria era sempre doppiata da lei, la minore delle 3 sorelle in Sangatsu no Lion.
Character design molto piacevole e animazioni curate in maniera maniacale; con questa stagione CloverWorks insieme a Sono Bisque Doll si è ampiamente riabilitata dai fallimenti dello scorso anno con WEP e TPN, mi auguro che continuino così!!!
Infine, come non tirare in ballo l'ultimo episodio? Semplicemente un capolavoro di musica e immagini, quello da solo è stato da 10/10.
Eppure... aspettavo ogni nuovo episodio con i cuoricini agli occhi!!!
Bei disegni, belle animazioni (anche se a volte esagerano un po' al punto da sembrare deformi...), bei personaggi
Un piccolo appunto: ogni tanto c'è qualche inquadratura e/o scena che cerca di fare fan service (e non solo piedini...), di cui sinceramente non sentivo la necessità in questa serie
L'ultimo episodio, meraviglioso, continuo a riguardarlo.
Ma che cavolo sto leggendo
Quale sarebbe il problema, il fatto che soffro di podofobia e che questo mi causa emicrania?
O il fatto che ho provato a vedere quest'anime dato che amo gli slice of life ma non sono riuscito ad andare oltre a causa della mia fobia?
No, dimmi, adesso sono davvero curioso di capire il perchè della tua asserzione dato che non ho detto altro che queste due cose.
Anche se in questo caso specifico non ho idea di come faccia a mettersi in quella posizione in primis lol, rimanerci per qualche secondo è il minimo.
Immagino non sappia come funzionino le fobie e quanto possano essere problematiche. ¯-_(ツ)_-¯
Dal canto mio al contrario i piedi sono la parte che preferisco del corpo femminile quindi siamo poli opposti XD ma rispetto comunque tutto quel che hai detto nei tuoi commenti, anche in quello delle impressioni sul primo episodio che ancora ricordavo.
Carinissimo anche questo, archiviato insieme alle altre 426 serie che ho visto! (numero reale!)
Io interpreto il tratto particolare con cui sono disegnati i volti come un tentativo (riuscitissimo) di allontanarsi dal moe che imperversa in questo tipo di anime.
A dirla tutta non amo il genere "kawaii girls doing cute things"...lo trovo noioso
Ma tutte le cose "particolari" menzionate nell'articolo, qualità dei disegni in primis, me lo ha fatto apprezzare.
Akebi troppo prefetta??? Forse....ma ugualmente ADORABILE!!!!
Tra tutte le intenzioni che possa avere Hiro credo che "distanziasi il più possibile dal moe" non sia nemmeno tra le prime cinque-seicentomila
Il manga è di un altro livello.
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