Durante l'AnimeJapan che si è conclusa la scorsa settimana a Tokyo, Netflix ha rivelato che lancerà 40 nuovi titoli anime solo nel 2022. Per l'occasione è intervenuto Kohei Obara, che attualmente supervisiona tutte le acquisizioni anime e gli originali di Netflix in qualità di anime creative director.
Come riassumerebbe lo stato attuale del mercato degli anime giapponesi a livello internazionale?
Sta andando incredibilmente bene. Gli anime sono uno degli elementi cardine del nostro investimento in Giappone, con il 90% degli abbonati del paese che li ha scelti nel corso dell'ultimo anno, ma al tempo stesso, l'interesse per il genere è cresciuto in tutto il mondo e più della metà dei nostri abbonati a livello globale ha guardato almeno un anime nel 2021.
Anche in ambito cinematografico ultimamente alcuni titoli stanno ottenendo numeri davvero impressionanti.
Assolutamente sì. Ne sono un esempio il film dei record dell'anno scorso Demon Slayer - Il Treno Mugen e il più recente Jujutsu Kaisen 0, che ha raccolto negli Stati Uniti circa 30 milioni di dollari (circa 27,3 milioni di euro). Vedere proseguire questa tendenza è davvero incoraggiante e rassicurante. Ci dice quanto gli anime siano oggi uno straordinario mezzo globale.
Potresti darci una panoramica di come la strategia di Netflix sugli anime si sia evoluta negli ultimi anni?
Netflix Japan ha iniziato a investire negli anime nel 2016 con Blame!, e abbiamo incrementato i nostri investimenti anno dopo anno. Ci siamo orientati verso molti generi, ma ultimamente penso che stiamo iniziando una nuova fase. Abbiamo circa 40 titoli da annunciare e pubblicare nel corso di quest'anno, con l'intento di diversificare la nostra lista.
Sulla base dei numerosi contenuti anime con licenza e originali che sono usciti finora, quali categorie si sono rivelate le più popolari?
Beh, i titoli di maggior successo che abbiamo avuto finora – come Devilman Crybaby ad esempio – sono stati molto taglienti, sanguinosi e sexy, una sorta di titoli anime R-rated, che hanno riscosso un grande successo a livello globale, ma abbiamo anche una sorta di titoli più "leggeri" come The Disastrous Life of Saiki K e La via del grembiule - Lo yakuza casalingo, che sono una specie di commedie di alto livello. Questi titoli hanno avuto un buonissimo riscontro sia da parte del pubblico giapponese, come previsto, che da parte di quello statunitense, europeo e latino-americano. Il modo in cui gli anime risuonano nelle diverse parti del mondo è abbastanza diversificato e unico in un certo senso, perché non sai mai che cosa colpirà di quel determinato titolo.
I vostri principali rivali – Amazon, Disney+, HBO Max, ecc. – stanno seguendo lo stesso schema aumentando la loro produzione di anime, che si tramuta in flusso di capitali internazionali in arrivo nel settore anime giapponese. Come influirà tutto ciò sull'industria locale?
È davvero un'ottima domanda. L'eccesso di capitale non è necessariamente una grande cosa – a causa delle dimensioni relativamente piccole dell'industria giapponese e del numero di persone che ci lavorano, e questi non possono raddoppiare o triplicare all'istante solo perché ci sono soldi in più. Bisogna coltivare nuovi talenti e dare loro il tempo di imparare come funzionano questi prestigiosi studi – e questo non è qualcosa che si ottiene da un giorno all'altro con maggiore denaro. Naturalmente, vogliamo produrre i titoli migliori, ma vogliamo farlo anche in modo sano e sereno, in modo che l'industria possa crescere ma al tempo stesso rimanere sostenibile.
Obara ha iniziato la sua carriera alla Toei Animation, per poi lavorare come produttore freelance e dedicare tre anni allo sviluppo di progetti anime per la Disney. Da inizio 2019 lavora per Netflix.
Fonte Consultata:
Hollywood Reporter
Come riassumerebbe lo stato attuale del mercato degli anime giapponesi a livello internazionale?
Sta andando incredibilmente bene. Gli anime sono uno degli elementi cardine del nostro investimento in Giappone, con il 90% degli abbonati del paese che li ha scelti nel corso dell'ultimo anno, ma al tempo stesso, l'interesse per il genere è cresciuto in tutto il mondo e più della metà dei nostri abbonati a livello globale ha guardato almeno un anime nel 2021.
Anche in ambito cinematografico ultimamente alcuni titoli stanno ottenendo numeri davvero impressionanti.
Assolutamente sì. Ne sono un esempio il film dei record dell'anno scorso Demon Slayer - Il Treno Mugen e il più recente Jujutsu Kaisen 0, che ha raccolto negli Stati Uniti circa 30 milioni di dollari (circa 27,3 milioni di euro). Vedere proseguire questa tendenza è davvero incoraggiante e rassicurante. Ci dice quanto gli anime siano oggi uno straordinario mezzo globale.
Potresti darci una panoramica di come la strategia di Netflix sugli anime si sia evoluta negli ultimi anni?
Netflix Japan ha iniziato a investire negli anime nel 2016 con Blame!, e abbiamo incrementato i nostri investimenti anno dopo anno. Ci siamo orientati verso molti generi, ma ultimamente penso che stiamo iniziando una nuova fase. Abbiamo circa 40 titoli da annunciare e pubblicare nel corso di quest'anno, con l'intento di diversificare la nostra lista.
Sulla base dei numerosi contenuti anime con licenza e originali che sono usciti finora, quali categorie si sono rivelate le più popolari?
Beh, i titoli di maggior successo che abbiamo avuto finora – come Devilman Crybaby ad esempio – sono stati molto taglienti, sanguinosi e sexy, una sorta di titoli anime R-rated, che hanno riscosso un grande successo a livello globale, ma abbiamo anche una sorta di titoli più "leggeri" come The Disastrous Life of Saiki K e La via del grembiule - Lo yakuza casalingo, che sono una specie di commedie di alto livello. Questi titoli hanno avuto un buonissimo riscontro sia da parte del pubblico giapponese, come previsto, che da parte di quello statunitense, europeo e latino-americano. Il modo in cui gli anime risuonano nelle diverse parti del mondo è abbastanza diversificato e unico in un certo senso, perché non sai mai che cosa colpirà di quel determinato titolo.
I vostri principali rivali – Amazon, Disney+, HBO Max, ecc. – stanno seguendo lo stesso schema aumentando la loro produzione di anime, che si tramuta in flusso di capitali internazionali in arrivo nel settore anime giapponese. Come influirà tutto ciò sull'industria locale?
È davvero un'ottima domanda. L'eccesso di capitale non è necessariamente una grande cosa – a causa delle dimensioni relativamente piccole dell'industria giapponese e del numero di persone che ci lavorano, e questi non possono raddoppiare o triplicare all'istante solo perché ci sono soldi in più. Bisogna coltivare nuovi talenti e dare loro il tempo di imparare come funzionano questi prestigiosi studi – e questo non è qualcosa che si ottiene da un giorno all'altro con maggiore denaro. Naturalmente, vogliamo produrre i titoli migliori, ma vogliamo farlo anche in modo sano e sereno, in modo che l'industria possa crescere ma al tempo stesso rimanere sostenibile.
Obara ha iniziato la sua carriera alla Toei Animation, per poi lavorare come produttore freelance e dedicare tre anni allo sviluppo di progetti anime per la Disney. Da inizio 2019 lavora per Netflix.
Fonte Consultata:
Hollywood Reporter
Quando sei Warner Media e vuoi spingere su HBO Max e gli anime, ma allo stesso tempo vendi Crunchyroll al tuo concorrente.
In realtà li la situazione è banale Better Call Saul è prodotto dalla AMC che distribuisce i suoi prodotti settimana ed evidentemente ha imposto questa distribuzione anche per Netflix
Detto questo non sono troppo sorpreso dalla notizia, ad esempio ho notato con piacere che molte persone che non seguono anime sono finite per guardare Violet Evergarden, Black Lagoon o Psycho Pass apprezzandoli pure, o per fare un'altro esempio un giorno i miei genitori si sono messi a guardare Maquia di loro spontanea volontà e il film non è dispiaciuto...
O della qualità infima a livello tecnico di certi prodotti....
Io spesso mi guardo anche su crunchyroll gli stagionali una volta rilasciate tutte le puntate ......per cui ad ognuno il suo.....
Lo so, ma questo dimostra che è possibile rilasciare le cose settimanalmente.
Il rilascio settimanale non impedisce a te di vedere in blocco ma il rilascio in blocco rallenta a me la visione settimanale
La distribuzione settimanale non ti forma dal vedere tutto insieme dopo 3 mesi, la distribuzione in blocco invece blocca la gente che vuole vedersi la serie settimanalmente.
Ovvio, e poi è sempre meglio poter scegliere non c'è dubbio, la mia è stata una risposta istintiva al tuo "tono", era solo per farti notare che magari ci sono persone a cui va bene così, tipo a me.
Grazie
Ma dipende da chi vende i diritti streaming del titolo, per il resto del Mondo, a Netflix quindi la "domanda importante" devi andarla a fare al distributore Giapponese(Lo stesso che magari vende un titolo fatto bene e 3 ciofeche in un solo contratto).
Peccato che succeda solo con Netflix, chiunque altro riesca a fare il simulcast
Fanno simulcast anche loro non credere, ma non con i prodotti orientali dove evidentemente non vogliono usare la stessa strategia.
E grazie al ca**o.
Amazon ha completamente abbandonato gli anime come Originals, a parte qualche film in esclusiva, e si affida agli editori dei vari paesi.(Tra l'altro Vinland Saga, che era stato tanto spinto come originale Amazon, al di fuori del Giappone, appena scadrà sulla piattaforma di Bezos verrà aggiunto su Netflix come Originals, ed è pure già doppiato in Italiano da un anno).
Disney+ ancora deve cominciare con gli anime e già si sa che, almeno in Italia, il primo titolo non arriverà in simulcast (probabilmente aspetteranno un tot di episodi per doppiarli e distribuirli, sicuramente è più conveniente così per organizzare i doppiaggi).
Mi pare che, oltre a NOW (che però è legato a Sky e cioè una piattaforma televisiva)con solo roba YV, non ci siano altri con cui fare il paragone. CR non può rientrare nella comparazione perché porta solo anime (e manco li doppia, e dove lo fa raramente è in simuldub).
Succede con Netflix per forza, è l'unica che acquisisce i titoli in quel modo e li rende Originals (cioè te li doppia pure) e Netflix, cosa che qui dimenticano in molti, non è una piattaforma streaming di soli anime, se ha una sezione "prossimamente" nell'app già uno si dovrebbe fare un'idea della mole di "cose" che porta.
Ah no scusate mi sono dimenticato Anime Generations \s
E intanto con la sua decisone di rilasciare tutto a blocchi si parla 10 volte di più delle 4 serie in croce su Disney + che di quelle di Netflix.
O si è parlato di più de "la ruota del tempo" che "the wither" per dire due fantasy usciti in prossimità l'uno all*altro
Quindi non mi pare questa grande strategia
In realtà se c'é da criticare Netflix per come tratta i suoi prodotti in confronto ad altre piattaforme rivali, secondo me, non bisognerebbe concentrarsi sulla quantità di episodi rilasciati, ma bensì su come le serie vengono pubblicizzate!
A parte che le serie più viste su Disney+ sono legate per lo più a brand ultra-famosi e seguiti da decenni come, ad esempio, Marvel e Star Wars le quali già di base sono più tenute d'occhio, aggiungiamo il fatto che il pubblico generalista preferisce seguire una serie Marvel(va di moda negli ultimi anni e ne sentono parlare ovunque) piuttosto che una serie anime o, addirittura, film anime tra i più famosi come quelli dello Studio Ghibli.
Prendendo in considerazione l'Italia, se non c'é interesse nel vedere anime al cinema(per non c'é interesse, intendo dire che la gente pare non aver nemmeno la voglia di informarsi sulla trama di quello che reputano far parte dei cartoni per i bimbi) non vedo perché quella stessa gente(è sul pubblico generalista che puntano Netflix e co, non sulle nicchie di appasionati) debba avere la voglia di guardarsi gli anime sulle piattaforme streaming!
Vogliamo aggiungere poi la grande fetta di gente che preferisce affidarsi in toto alla pirateria piuttosto che al mezzo legale(altra gente che anche se potrebbe non usa le piattaforme streaming)?
Tutto ciò per dire che, di base, secondo me, Netflix ha un bacino ristretto di pubblico interessato o che potrebbe essere interessato a vedere anime doppiati o non in confronto al 100% dell'utenza.
Si sente più parlare delle serie su Disney+ semplicemente perché legate a brand già famosi e seguiti di loro, pubblicizzati allo sfinimento contando che ho visto spot degli stessi sia in eventi di lustro come il Superbowl che sui canali primari e secondari in tv!
Di Netflix ho visto ben poche pubblicità in giro e nei pochi casi in cui l'ho vista riguardava prodotti che già da qualche settimana avevano raccolto proseliti di views(es: Squid Game, La casa di Carta...)!
In questo senso dico che se bisogna criticare qualcosa, secondo me, bisognerebbe puntare l'attenzione sul modo in cui viene usata la pubblicità...Netflix pare quasi ignorarne l'esistenza al di fuori del web o delle sue newsletter via mail, mentre Disney+ sembra quasi abusarne da quanta ne fa(per esempio, prima che sapessi dove cercare per informarmi sui prodotti Netflix, io venivo a conoscenza degli stessi solo tramite passaparola dagli amici o guardando video-recensioni su YT, di Disney+, invece, anche se non vi sono abbonato e se non mi interessa molto, mi ritrovo sempre a sapere almeno quali sono le serie più in voga in in certo momento)!
Cambiando discorso e parlando a riguardo del rilascio delle puntate degli anime su Netflix...anche a me non piace il rilascio in blocco, ma non vedo perché lamentarsene come se ci avessero ammazzato il cane!
Cioé, capisco il fastidio e il disagio, ma non è che quando Netflix rilascia in blocco un anime sta puntando una pistola alla testa dei suoi abbonati ordinandogli di dedicarsi al binge watching degli episodi stessi!
Io, ad esenpio, mi auto-gestisco guardando uno-due episodi al giorno(per le serie anime che mi interessano di più) oppure uno-due episodi a settimana anche se ho già a mia disposizione tutti gli episodi da vedere...non vedo perché chi si lamenta sul tipo di rilascio degli episodi non possa fare come me(?)! Anche se Netflix vi tira addosso tutti gli episodi in un colpo non siete obbligati a guardare tutti gli episodi in un colpo!
ma amc non è di disney adesso e la disney non sta chiudendo tutti i contratti con netflix ?
disney+ come prime fa uscire una puntata alla settimana politica che apprezzo anche perchè sta dimostrando che invece di avere un'alta attenzione mediatica per una serie per qualche giorno con le puntate settimana per settimana si riesce a mantere un alto appeal nel tempo e diminuire lo spoilering sui vari social
non per gli anime, per esempio summer time rendering.
Credo che dipenda dal fatto che i prodotti animati giapponesi non vengono consegnati con settimane/mesi di anticipo
Siamo in 3, decisamente meglio.
Non mi risulta, e non so nemmeno che riferimenti tu possa avere per scrivere questo, ad ogni modo anche Disney+ rilascerà gli anime (almeno il primo) nella modalità "a blocchi".
Anche qui non credo tu abbia dati di riferimento che avvalorino questa affermazione, ma dai siti "di settore" (serie tv e simili) che frequento io e, soprattutto, dalla differenza del riscontro del pubblico in merito alle serie da te citate è esattamente il contrario di quello che scrivi.
In 4
Il problema è che a te (non te,a ma un discorso generale) a cui piacciono le serie a blocchi se il sito le rilascia settimanalmente non cambia nulla, tanto aspetti e te la guardi quando è uscita tutta.
A coloro a cui piace il simulcast invece il rilascio a blocchi non gli permette di vedere nel modo che si preferisce una serie.
Quanta gente vedevi che parlava della nuova stagione di the Witcher dopo 1 mese dal suo rilascio? Io praticamente nessuno, ma anche dopo 2 settimane l’hype si era sgonfiato completamente.
Ma come detto parliamo di dati a gennaio/Febbraio è uscita settimanalmente Peacemaker negli Usa e la serie non solo ha avuto molto successo, ma il passaparola ha fatto si che man mano che si andava avanti con le puntate a rilascio settimanale molta più gente recuperasse la serie.
“ Peacemaker showrunner, James Gunn revealed the series broke a massive record with the finale having the biggest single-day performance of all the network's original shows, up 44% from the premiere”
Tutti (ma proprio tutti) tranne Netflix hanno capito che il rilascio a blocchi granitici per nuove serie non ha il ben che minimo senso se poi dopo mezzo secondo la gente non parla più del tuo prodotto e anzi sempre di più si sta andando verso un modello ibrido dove si rilasciano 2/3 puntate all’inizio (lo fa Amazon, Disney, Apple per esempio) per poi continuare la serie settimanalmente.
Specifico questo vale per le serie prodotte dalle piattaforme poi se si prendono prodotti terzi la situazione (con le licenze) può imporre altri ritmi
Tornando in tema, e appurato che quando può Netflix i simulcast li fa (e anche i simuldub), alle brutte un rilascio "in blocco" potrebbe nuocere al titolo stesso, il fruitore può:
- Con le serie prodotte da Netflix, vedersi 10/12 episodi da subito.
- Con le serie di terzi ma Originali Netflix, vedersele doppiate alla conclusione del primo cour e, come scritto prima, anche in simulcast SUBITA quando si può (e al massimo sclerare che non può vederele settimanalmente, ma con chi ha venduto i diritti mica con Netflix).
Infatti non è un caso specifico è la norma con Netflix, anche con le serie più famose della piattaforma la cosa funziona in questo modo. Prendi Stranger things, The Crown o qualsiasi altro prodotto televisivo che esce su Netflix tranne per rari casi il tutto cade nell'oblio nel giro di poche settimane.
Quanta gente vedevi fare teorie o speculazioni sulla prossima season di Stranger things? Quanti video settimanali avevi visto quando uscì l'ultima stagione?
"proprio ieri in palestra un tizio mi ha attaccato un pippone sulla serie"
Oltre che si parla di un singolo esempio (ma vabbè prendiamolo come tale), il tizio ti parlava della serie soltanto perché se la stava recuperando dopo anni aka non è un fattore che viene influenzato dalla distribuzione del prodotto in se.
Quello che devi andare a vedere è se dopo qualche settimana quando uscirà la terza stagione se la gente stia ancora parlando del prodotto in se.
Non è un caso che tutte le altre piattaforme siano passate dalla logica televisiva, alla logica Netflix per poi ritornare ad un compromesso per dare un assaggio di 2/3 episodi per poi andare avanti con la distribuzione settimanale.
"Se con Pacemaker il discorso è stato diverso non significa che esista una legge universale" Certo, ma qua bisogna analizzare il trend, Peacemaker è soltanto un'esempio di quello che sta accadendo ultimamente.
Ma anche andando a vedere quello che accade dall'altra parte della barricata ce lo siamo scordati quello che è accaduto con Arcane che si aspettava la terza parte come la venuta del signore?
Aka mai o quasi mai. Beh si non è proprio una opzione.
Questo si chiama fare lo scarica barile. Ah e per dire che bisogna prendersela con chi ha venduto i diritti prima DEVI portare prove che chi ha venduto i diritti non ha voluto che Netflix trasmettesse in Simulcast, se no il giochino non funziona.
è un po' come se mi lamentassi di Crunchyroll per i doppiaggi e qualcuno mi venisse a dire che me la devo prendere con chi ha venduto i diritti e non con coloro che non doppiano. L'onere della prova sta a chi porta un qualcosa come dato di fatto.
Il buzz in rete è diverso dal l'apprezzamento.
De la Ruota del tempo, ovviamente, si parlava un mese dopo l'uscita del primo episodio.
The Witcher è morto dopo 10 giorni
Se cerchi prove prima DEVI portare quelle che provino il contrario o quantomeno dei dati che avvalorino la storia del "e meglio 3 puntate e una a settimana anziché tutte insieme" perché altrimenti ti fai bastare quei due/tre titoli (anime) che Netflix ti porta in simulcast(dub). Oltre ad essere un dato di fatto è anche una questione di logica: se Netflix porta in simulcast Komi, e poi te lo doppia, perché non ti porta da subito Shaman King in simulcast? Per come la vede la maggior parte di voi (gente che per lo più guarda anime su CR) sembra che a Netflix stia più simpatico Komi e non Shaman King e non voglia il pubblico che segue simulcast, molto più probabilmente è perché non può...non credo si metta a fare figli e figliastri, perciò il paragone con CR non regge. Crunchyroll compra i diritti streaming e a volte usa il backhold (non lo dico io, ma Dynit e lo fa pure Prime) su alcuni titoli, pertanto sarebbe l'unica a poter doppiare quei titoli (per un lungo lasso di tempo) ma non lo fa...Netflix fa lo stesso ma doppia sia i, troppo, pochi anime che prende sia i millemila altri titoli tipo Squid Game altro titolo di cui non parla nessuno ormai, ah no quello no.
La via del grembiule e Therme Romae Novae sembrano animati all'epoca di carosello.
Certo però è anche importante fare cose di qualità, dire che produrremo "40 titoli" può voler dire tutto e niente.
Sto guardando il secondo e concordo: l'anime è molto carino e divertente, ma tecnicamente fa pietà. con alcune scene in cui perfino il protagonista diventa una statua di CGI terribile...
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