Nelle scorse settimane ha fatto molto parlare di sé in Giappone il racconto di Akari Sayaka, una giovane ragazza ucraina di sedici anni che ha deciso di raccontare la sua vita durante la guerra in un manga 4koma pubblicato in inglese su Twitter. Alcuni media giapponesi sono riusciti a mettersi in contatto con la mangaka per scoprire la sua storia e come è nata l'idea di disegnare scene di quotidianità in tempi di conflitto.
Da sempre appassionata di anime e manga, Akari Sayaka ha coltivato la sua passione per il disegno orientale durante le ore dopo la scuola. La sua vita, così come quella degli altri suoi compatrioti, è però drasticamente lo scorso febbraio, quando le truppe russe hanno iniziato l'invasione dell'Ucraina. Lei, originaria di Zaporižžja, ha deciso di non farsi scoraggiare dalla situazione, sfruttando così il suo talento per raccontare com'è la vita di una normale ragazza costretta a vivere con il terrore delle sirene e a nascondersi nei rifugi anti-bombardamento.
Le strisce pubblicate con frequenza su Twitter sono stati subito notati dall'editore giapponese BookLive poco dopo l'inizio della guerra e a giugno il suo manga è stato finalmente pubblicato in Giappone. I ricavi delle vendite verranno dati in beneficienza a sostegno della popolazione ucraina.
Fonte Consultata:
Twitter
Situation in Ukraine
— Akari Sayaka (@AkariSayaka01) February 25, 2022
Today that situation is becoming worse. In our city was an alarm and we even wanted to go in bomb shelter with all our neighbours. Luckily it wasn't so bad, but in Kieve and other cities the situation is much more bad.
Hope all will be okay... pic.twitter.com/Oy7b1w6G8Q
Da sempre appassionata di anime e manga, Akari Sayaka ha coltivato la sua passione per il disegno orientale durante le ore dopo la scuola. La sua vita, così come quella degli altri suoi compatrioti, è però drasticamente lo scorso febbraio, quando le truppe russe hanno iniziato l'invasione dell'Ucraina. Lei, originaria di Zaporižžja, ha deciso di non farsi scoraggiare dalla situazione, sfruttando così il suo talento per raccontare com'è la vita di una normale ragazza costretta a vivere con il terrore delle sirene e a nascondersi nei rifugi anti-bombardamento.
Hi! Sometimes we hear some explosion or other strange sounds outside and even if it isn't enemy attack still want to hide under the bed or cover. It's good that in our city it doesn't happen as often as in some other places. Thank you for support and hope you'll enjoy this page! pic.twitter.com/fRdatcYIgf
— Akari Sayaka (@AkariSayaka01) July 30, 2022
Le strisce pubblicate con frequenza su Twitter sono stati subito notati dall'editore giapponese BookLive poco dopo l'inizio della guerra e a giugno il suo manga è stato finalmente pubblicato in Giappone. I ricavi delle vendite verranno dati in beneficienza a sostegno della popolazione ucraina.
Fonte Consultata:
Non è che serve un manga per saperlo, basta passare del tempo con i propri nonni.
Tutti lo pensano
Speriamo che non faccia la stessa fine. 😔
bisogna vedere quanti anni hanno i nonni
i miei genitori non hanno fatto sicuramente la guerra visto che sono degli anni 60
e comunque è la guerra vista con gli occhi di una ragazzina
dispiace non ci sei arrivato da solo
Bisogna vedere anche di che guerra si parla.
Per esempio, uno dei nonni di mio marito (coreano) si era trasferito dal nord poco prima che scoppiasse la guerra degli anni 1950, perché intuiva il conflitto a giudicare dalla situazione politica di allora. Quand'era ancora in vita ne parlò con la sua famiglia, ovviamente.
E poi ci sono io stessa che sono nata nel 1989 a Capodistria, ovvero, poco prima che scoppiasse la guerra che seguiva il crollo della Yugoslavia, e sono cresciuta ad Umago.
Ero troppo piccola per ricordarmi la guerra stessa, ma nel corso della mia vita ne ho sentite di storie di chi se lo ricorda come se fosse stato ieri, mia famiglia compresa, e avevo amici e compagni di scuola che venivano da famiglie dei rifugiati.
Infatti, quando iniziò tutta questa tragedia in Ucraina, mia madre mi parlava un po' anche di quella guerra, che in Croazia non si può non pensarci.
Auguro a questa bambina di non scoprire mai quanto possa fare veramente schifo la guerra.
perché "con coraggio"?
bhè "bambina" a 16 anni....
Secondo te sarebbe semplice raccontare qualcosa che sta uccidendo tantissime sue amiche, per di più disegnandolo?
Hai ragione, a questa ragazza. Ma a lei come a tutti in realtà.
Giustissime parole
Aggiungo solo che la guerra, anche dopo la sua fine, si impone proprio come una parte integrale della cultura dei paesi che l'hanno vissuta.
Il patriottismo eccessivo e sistematico, l'odio verso il prossimo solo perché la sua nazionalità porta un certo nome, la ricostruzione del paese sia letteralmente che metaforicamente, poi anche l'opposizione e la ribellione a quanto appena menzionato, varie leggi disordinate, contradittorie o mancanti...
Poi, contemporaneamente, gli sforzi per far dimenticare le tragedie in modo da ritornare al più presto a vivere come un paese moderno e allinearsi con l'estero luccicante + ricordarci perché NON dobbiamo mai dimenticare quanto sia accaduto....
Poi i traumi rimasti e ptsd, una specifica mentalità di chi ha vissuto la guerra e la "modalità di sopravvivenza"....
E, in fine, ci sono cose innocenti, come le varie date commemorative e di ferie, ma resta cmq una parte della cultura che si aggiunge con la guerra.
Le vignette che ha fatto sono davvero ottime, divertenti e molto carine, spero che un giorno possa farle su temi più leggeri.
Ma se una persona che oggi ha ottant'anni è nata nel '42... cosa ti racconta? Ormai di nonni che hanno vissuto la guerra ce ne sono ben pochi
Racconto diretto forse no. Che poi bisogna vedere quanto vuole raccontare. Mio nonno si era fatto la campagna di russia, durante la ritirata venne fatto prigioniero e tornò in italia solo nel '48 e non ha mai avuto una gran voglia di raccontare. Mio padre mi ha spesso raccontato che quando era sfollato alla sera guardavano i lampi e le esplosioni dei bombardamenti su Milano.
Ad oggi per sapere della crudezza della guerra ci si può rivedere i filmati della guerra in Yugoslavia e leggersi cosa accadde a Srebrenica.
Purtroppo non c'è stata solo la seconda guerra mondiale. Il modo di informarsi su cosa sia una guerra purtroppo non manca, e le guerre pure. Vietnam con l'uso di napalm e agenti chimici, guerra del golfo e guerra in Yugoslavia. E queste sono solo quello con la maggior quantità di documenti video a disposizione, poi ci sono tutte le altre narrate solo sui libri.
Non ho detto che sia facile, solo non ci vedo "coraggio".
Mio nonno era del '18 e si è fatto il '45 come partigiano nelle colline del Roero piemontese... La sua vita in poco tempo è cambiata di colpo... Ieri semplice contadino, oggi partigiano per difendere la propria casa e terra.
Per questa ragazza non deve essere stato facile di punto in bianco conoscere sulla sua pelle la guerra...
Mia madre era del '47, quindi non aveva ricordi a riguardo, ma mi ha raccontato diverse cose della guerra, perché, ovviamente, le era stato raccontato a sua volta da sua madre e dalle sue sorelle. Non sono testimonianze dirette, ma sono sicuro che allo stesso modo molti altri nonni potrebbero raccontare diverse storie. Senza contare tutti gli ultraottantenni, novantenni e centenari ancora in vita, dubito che qualcuno non abbia almeno un lontano parente di quell' età, che hanno un vivido ricordo della guerra. Per noi sono echi lontani, ma di guerre nel mondo ce ne sono state parecchie purtroppo in tutti questi ultimi decenni. La follia umana e l'incapacità di coesistere in pace ha portato non solo disastrosi conflitti, ma anche sanguinose repressioni e genocidi.
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