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Makoto Shinkai è un autore nel senso stretto della parola, fa tutto lui: scrive, monta, produce e dirige; proprio come il suo idolo e punto di riferimento Hayao Miyazaki.
Ne "Il viaggio verso Agartha" Shinkai reinterpreta in chiave esistenziale il mito dell'Agartha, secondo il quale, nel sottosuolo vivrebbe un'avanzatissima civiltà in grado, addirittura, di resuscitare i defunti. Il tema è quello dell'elaborazione del lutto e della sua accettazione.
Come in tutte le opere di quest'autore, anche qui non c'è un vero e proprio stacco tra forma e contenuto e si rimane abbagliati dalla bellezza dei fondali e dalla perfezione delle architetture.
Nonostante una prima metà particolarmente lenta, il film diventa molto piacevole nella seconda, riuscendo a coinvolgere grazie anche a personaggi ottimamente caratterizzati. Il risultato finale è un buonissimo prodotto, pieno di senso, da vedere almeno un paio di volte per apprezzarlo completamente.