Recensione
Da un videogioco della CapCom sono nati sia un anime (diviso in due stagioni da tredici episodi ciascuna), un manga e un lungometraggio animato per il grande schermo. Da ciò si evince quanto sia stato importante per la "Production I.G" investire tempo e denaro nella suddetta produzione.
La trama attinge da fonti più o meno reali della storia nipponica, facendone un minestrone di combattimenti, duelli e battaglie altisonanti per uso spasmodico di colpi estremi/magici/fuoridalnormale. La prima serie di tredici episodi è emblematica per l'uso di una violenza assolutamente edulcorata e tenuta sotto stretta sorveglianza. Tutto ciò è bizzarro, considerato che di solito i giapponesi non ci vanno leggerini con il sangue, soprattutto in saghe di epoche feudali come queste. Eppure, per tredici episodi si assiste a scontri furibondi dove, nonostante i morti a centinaia, non si vede una goccia di sangue. La trama è tanto semplice quanto nota: all'alba di una minaccia considerevole per le sorti del futuro Giappone, diversi clan di samurai debbono mettere in disparte i dissapori e cercare di riunirsi per eliminare il cattivo della situazione, che per dimensioni e fisicità ricorda un certo Raoul di Hokuto.
La seconda serie invece diviene magicamente più adulta rispetto alla prima, nonché migliorata sotto l'aspetto dell'animazione. Limitate le scene comiche e aumentate le scene di violenza con sangue a fiumi, v'è l'arrivo di un Re demoniaco che mette a soqquadro la pace dei regnanti, che li porterà di nuovo a misurarsi con il proprio orgoglio. Stavolta le cose non andranno come previsto e anche alcuni personaggi principali periranno sotto la maligna possanza del demoniaco antagonista.
Un mix esplosivo, decisamente divertente e spettacolare.
La trama attinge da fonti più o meno reali della storia nipponica, facendone un minestrone di combattimenti, duelli e battaglie altisonanti per uso spasmodico di colpi estremi/magici/fuoridalnormale. La prima serie di tredici episodi è emblematica per l'uso di una violenza assolutamente edulcorata e tenuta sotto stretta sorveglianza. Tutto ciò è bizzarro, considerato che di solito i giapponesi non ci vanno leggerini con il sangue, soprattutto in saghe di epoche feudali come queste. Eppure, per tredici episodi si assiste a scontri furibondi dove, nonostante i morti a centinaia, non si vede una goccia di sangue. La trama è tanto semplice quanto nota: all'alba di una minaccia considerevole per le sorti del futuro Giappone, diversi clan di samurai debbono mettere in disparte i dissapori e cercare di riunirsi per eliminare il cattivo della situazione, che per dimensioni e fisicità ricorda un certo Raoul di Hokuto.
La seconda serie invece diviene magicamente più adulta rispetto alla prima, nonché migliorata sotto l'aspetto dell'animazione. Limitate le scene comiche e aumentate le scene di violenza con sangue a fiumi, v'è l'arrivo di un Re demoniaco che mette a soqquadro la pace dei regnanti, che li porterà di nuovo a misurarsi con il proprio orgoglio. Stavolta le cose non andranno come previsto e anche alcuni personaggi principali periranno sotto la maligna possanza del demoniaco antagonista.
Un mix esplosivo, decisamente divertente e spettacolare.