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Serie ottima e gradevolissima, questo "Nanatsu no Taizai", sebbene non sia immune da difetti.
Questo anime, tratto dall'omonimo manga best seller di Nakaba Suzuki, ci cala in un'ambientazione da Medioevo europeo, qualcosa di assimilabile a quella de "I cavalieri della tavola rotonda", pescando a piene mani dal contesto cavalleresco e fondendo il tutto con le caratteristiche tipiche degli shounen.
Chiusa questa breve introduzione, passiamo subito ad analizzare questa produzione A-1 pictures.

La trama, ben incastonata nel contesto storico che abbiamo ricordato, pare funzionare a dovere e, tra colpi di scena, rivelazioni e sottotrame, riesce sempre a tenere viva l'attenzione dello spettatore. I ritmi della narrazione sono sempre serrati e le frequenti gag, o le romance tra i vari personaggi, vengono immesse con i giusti tempi e nei giusti contesti, dando una buona omogeneità al canovaccio.

I personaggi sono (in parte, e dopo spiegherò perché) uno dei punti di forza di "Nanatsu no Taizai", visto che più o meno tutti, alcuni dei cattivi compresi, sono ben caratterizzati e degni di nota. Tra tutti spiccano senz'ombra di dubbio Hawk, il maialino mascotte del gruppo, capace di suscitare tenerezza e simpatia a un primo sguardo, e l'accoppiata Ban e King che, con la loro più o meno amichevole conflittualità, daranno luogo a situazioni divertenti e si faranno notare comunque, anche senza la presenza della rispettiva controparte.

Graficamente ci troviamo di fronte (quasi) allo stato dell'arte. Ho scritto "quasi" perché in un paio di episodi nella parte finale dell'anime abbiamo assistito a un decadimento evidente e deprimente del comparto tecnico, con disegni poveri e rifiniti grossolanamente, che davvero stonano con il resto della produzione, solitamente a livello eccelso, anche visivamente.
La palette di colori è vivacissima e frizzante, molto adatta agli ambienti rurali che i nostri amici visitano durante i loro viaggi. Molto bello e gradevole anche il chara design che, preso pari pari dal manga, ci presenta personaggi bellissimi e simpatici da vedere, sempre molto espressivi e ben caratterizzati anche fisicamente.
Un plauso a scena aperta va elargito senz'altro anche alla regia, che nelle fasi di combattimento dà il suo meglio e, a riguardo, mi sento di segnalare lo scontro finale negli ultimi due-tre episodi, dove il ritmo serratissimo dello scontro viene seguito costantemente dalla telecamera, mai in affanno, con esercizi di stile registico davvero da manuale.
Colonna sonora nella media, fa il suo lavoro, ma non mi ha colpito particolarmente.

Vi starete chiedendo quindi, dove questo "Nanatsu no Taizai" ha perso i punti che lo separano dall'eccellenza. Ebbene, come detto in incipit, questa pur valida produzione ha dei difetti piuttosto evidenti, che mi costringono ad essere di manica molto meno larga di quanto avrei voluto, per quanto riguarda il voto. Detto del comparto grafico, che perde la bussola in modo clamoroso in un paio di episodi, quello che stona decisamente è il fatto che non tutti i protagonisti principali, come accennato in precedenza, presentano una riuscita efficace (Gowther, il peccato di lussuria, appare decisamente relegato al ruolo di comparsa rispetto agli altri personaggi, sia nell'anime, che nel manga) e, ancora più penalizzante, il fatto che personaggi dalla malvagità appurata e data per assodata (i cosiddetti cavalieri sacri, i nemici dei nostri eroi) alla fin fine si rivelino molto meno malvagi di quello che ci avevano dato a vedere, il tutto mostrato con dinamiche e modalità che suonano piuttosto forzate e lasciano decisamente perplessi.

In conclusione, quindi, questo "Nanatsu no Taizai" si rivela un titolo davvero di spessore, che perde l'occasione di entrare nell'Olimpo dei titoli "top", giusto per un paio di mancanze, seppur di un certo peso. Personalmente però, l'ho trovato gradevolissimo e, seppur non lo ritenga un capolavoro, mi sento di consigliarlo a cuor leggero a chiunque apprezzi i titoli di azione.