Recensione
Kenshiro è tornato? Non proprio: il nuovo manga di <i>Buronson</i> e <i>Tetsuo Hara</i> non è una fantomatica quarta serie di Ken, ma un prequel della saga classica.
Il maestro di arti marziali della scuola di Hokuto che ci viene presentato in <i>Soten no Ken</i> non è il solito Kenshiro, ma un suo parente, e precisamente lo zio. Si tratta del fratello di Ryuken, il padre di Ken <i>il guerriero</i>.
E già le cose non tornano: nella vecchia serie si diceva che Ryuken non poteva avere figli (le cosiddette <i>storie giovanili</i> sono solo un fuori serie, da considerare come una sorta di prova generale), quindi allevò diversi ragazzi da istruire alla scuola di Hokuto, per fare di uno solo di loro il suo successore...
E' anche vero che la coerenza non era il punto forte della storia, che cambiava versione ogni volta che veniva aggiornata la discendenza della dinastia di Hokuto (e <i>Buronson</i> non sapeva più dove e come collocare i nuovi pretendenti alla successione). Ricordo di lettori che si scervellavano per giustificare le trovate dello sceneggiatore già ai tempi della prima pubblicazione di <i>Hokuto no Ken</i> in formato monografico, su <i>Z-Compact</i> di <b>Granata Press</b>. Tuttavia stavolta le colpe non sono esattamente dello scrittore, che praticamente ha lasciato a <i>Hara</i> carta bianca collaborando semplicemente. E si vede! Purtroppo.
Nelle prime pagine del manga leggiamo che Kenshiro – quello più famoso – nasce in Giappone (ma non era nato nella <i>Terra dei Demoni</i>, l'isola degli Shura?) in una data imprecisata attorno al 1970, sotto il segno dell'Orsa Maggiore (che ha pure riprodotta su una tempia! E’ anche vero che non l'abbiamo mai visto prima rapato a zero...), e Ramon Kasumi (il futuro Ryuken), gli dà lo stesso nome di suo fratello, anch'egli sommo maestro della sacra scuola di arti marziali. Inizia, quindi, un lunghissimo flashback, che sicuramente durerà tutta la serie, per raccontare la storia del nuovo protagonista.
Il nuovo manga è ambientato nella Cina degli anni 30. Sicuramente un periodo storico affascinante, ma completamente alieno per i fan della vecchia serie. E per dare più credibilità ai fatti, questa volta gli autori inseriscono anche precisi riferimenti documentati. Ma vediamo alcuni personaggi e gruppi importanti per la nuova serie:
• Kenshiro Kasumi, soprannominato <i>Re dell'Inferno</i>, vive a Tokyo da circa tre anni, celando la sua identità sotto quella di un insospettabile professore di un liceo femminile. E' il protagonista;
• Yong Jian Li, vecchio amico di Ken. Fa da assaggiatore per l'imperatore della Manciuria. Esce di scena già nel secondo numero, ma ha un ruolo importante nella decisione di Ken di rientrare a Shanghai;
• Il <i>dio di Hokuto</i>, un vecchietto misterioso che riesce a padroneggiare tecniche che Ken neppure si sogna;
• Han, capo del Chinpan, clan mafioso cinese di Shanghai. E' un amico fraterno di Ken;
• Yuling, sorella di Han, innamorata di Ken. In pratica, la copia di Julia;
• Il Fiore Rosso, organizzazione malavitosa cinese, rivale del Chinpan. Ken ne aveva sterminato tutti i capi, ma dopo la sua partenza il gruppo si è ricostituito più forte di prima.
Dopo i primi due numeri introduttivi, dal terzo volumetto italiano la storia comincia a delinearsi.
Sbarcato a Shanghai per vendicarsi dello sterminio dei suoi amici del Chinpan ad opera nel nuovo Fiore Rosso, Ken salva un teppistello dalle grinfie di un aguzzino. Per ringraziarlo, il ragazzo lo deruba dei suoi bagagli e si dilegua come un fantasma. Ma servendosi del suo infallibile olfatto da segugio pedigree, Ken segue le tracce “odorose” (diciamo pure la puzza) del giovane fino alla catapecchia in cui abita col padre, guarda caso, un suo vecchio amico! Ye, questo il suo nome, è completamente ustionato e avvolto in bende, perché vittima della vendetta del Fiore Rosso.
Ken decide di distruggere per sempre l'organizzazione criminale, eliminandone i vertici del commando, ma per avvicinarli ha bisogno dell'aiuto di padre e figlio. Niente di così originale o esaltante, quindi: continuano le vendette mafiose in un’atmosfera da film budget cinese che ha ben poco a che vedere con quella della serie originale. Il quinto e il sesto volumetto sono ben più interessanti. Come i veri fan di Ken si aspettavano, entrano finalmente in gioco altre scuole di arti marziali.
In realtà, si tratta di varianti della scuola di Hokuto, derivate dall'antichissima scissione dell'originale in tre fazioni (Sun, Cao e Liu), avvenuta circa 1800 anni prima.
E’ introdotto anche un altro maestro di Hokuto, soprannominato <i>Re degli Spiriti</i>. Sembrerebbe una sorta di Raoul, ma dalle prime battute non pare avere la maestosità e la potenza del grande <i>Re di Hokuto</i>. Scopriamo che anche il tenente dei servizi segreti francesi, Charles de Guise (il Rey della situazione), è un esponente di Hokuto, ma non dimostra di apprezzare più di tanto il combattimento corpo a corpo. Predilige, invece, sciabola e pistola. E’ un manovratore e trama per ricostruire il Chinpan per dei precisi scopi personali.
Il nuovo Ken, caratterialmente, è molto diverso dal primo, pur avendo la stessa faccia, con i capelli un po’ più folti e più lunghi (<i>Tetsuo Hara</i> è uno di quelli autori che utilizzano i loro personaggi come fossero degli attori); è più un miscuglio tra lo scanzonato Keiji di <i>Hana no Keiji</i> e il temerario Ryusei di <i>Takeki Ryusei</i>. Il 62° maestro di Hokuto non ha molto a che vedere col truce e tenebroso Kenshiro che tutti ricordano. Sa piangere, ridere, e fuma come un treno. L'altro Ken, invece, soffocava le emozioni dietro una difesa impenetrabile. I due appaiono come il giorno e la notte. Starà ai lettori decidere quale preferire.
Per quanto riguarda la realizzazione tecnica, i disegni di <i>Tetsuo Hara</i> sono sempre molto ben fatti, carichi di neri e fini tratteggi. Sicuramente, rispetto alla vecchia serie, sono più precisi e maggiormente retinati, non privi di qualche effetto al computer, ma anche più banali nella loro costruzione e impostazione. Purtroppo, la colorazione delle copertine e delle illustrazioni, in passato realizzate addirittura ad olio, nel nuovo manga, proprio per un uso eccessivo del computer, appaiono troppo “leccate”.
Un mezzo ritorno che non mancherà di fare proseliti soprattutto per il nome di Ken che si trascina dietro. Nel complesso un’opera mediocre che non riesce a decollare: diversi personaggi dall’ottimo potenziale sono stati definitivamente e troppo velocemente bruciati dal dilagante buonismo di Hara, che oggigiorno dovrebbe davvero provare a rinnovarsi.
Il maestro di arti marziali della scuola di Hokuto che ci viene presentato in <i>Soten no Ken</i> non è il solito Kenshiro, ma un suo parente, e precisamente lo zio. Si tratta del fratello di Ryuken, il padre di Ken <i>il guerriero</i>.
E già le cose non tornano: nella vecchia serie si diceva che Ryuken non poteva avere figli (le cosiddette <i>storie giovanili</i> sono solo un fuori serie, da considerare come una sorta di prova generale), quindi allevò diversi ragazzi da istruire alla scuola di Hokuto, per fare di uno solo di loro il suo successore...
E' anche vero che la coerenza non era il punto forte della storia, che cambiava versione ogni volta che veniva aggiornata la discendenza della dinastia di Hokuto (e <i>Buronson</i> non sapeva più dove e come collocare i nuovi pretendenti alla successione). Ricordo di lettori che si scervellavano per giustificare le trovate dello sceneggiatore già ai tempi della prima pubblicazione di <i>Hokuto no Ken</i> in formato monografico, su <i>Z-Compact</i> di <b>Granata Press</b>. Tuttavia stavolta le colpe non sono esattamente dello scrittore, che praticamente ha lasciato a <i>Hara</i> carta bianca collaborando semplicemente. E si vede! Purtroppo.
Nelle prime pagine del manga leggiamo che Kenshiro – quello più famoso – nasce in Giappone (ma non era nato nella <i>Terra dei Demoni</i>, l'isola degli Shura?) in una data imprecisata attorno al 1970, sotto il segno dell'Orsa Maggiore (che ha pure riprodotta su una tempia! E’ anche vero che non l'abbiamo mai visto prima rapato a zero...), e Ramon Kasumi (il futuro Ryuken), gli dà lo stesso nome di suo fratello, anch'egli sommo maestro della sacra scuola di arti marziali. Inizia, quindi, un lunghissimo flashback, che sicuramente durerà tutta la serie, per raccontare la storia del nuovo protagonista.
Il nuovo manga è ambientato nella Cina degli anni 30. Sicuramente un periodo storico affascinante, ma completamente alieno per i fan della vecchia serie. E per dare più credibilità ai fatti, questa volta gli autori inseriscono anche precisi riferimenti documentati. Ma vediamo alcuni personaggi e gruppi importanti per la nuova serie:
• Kenshiro Kasumi, soprannominato <i>Re dell'Inferno</i>, vive a Tokyo da circa tre anni, celando la sua identità sotto quella di un insospettabile professore di un liceo femminile. E' il protagonista;
• Yong Jian Li, vecchio amico di Ken. Fa da assaggiatore per l'imperatore della Manciuria. Esce di scena già nel secondo numero, ma ha un ruolo importante nella decisione di Ken di rientrare a Shanghai;
• Il <i>dio di Hokuto</i>, un vecchietto misterioso che riesce a padroneggiare tecniche che Ken neppure si sogna;
• Han, capo del Chinpan, clan mafioso cinese di Shanghai. E' un amico fraterno di Ken;
• Yuling, sorella di Han, innamorata di Ken. In pratica, la copia di Julia;
• Il Fiore Rosso, organizzazione malavitosa cinese, rivale del Chinpan. Ken ne aveva sterminato tutti i capi, ma dopo la sua partenza il gruppo si è ricostituito più forte di prima.
Dopo i primi due numeri introduttivi, dal terzo volumetto italiano la storia comincia a delinearsi.
Sbarcato a Shanghai per vendicarsi dello sterminio dei suoi amici del Chinpan ad opera nel nuovo Fiore Rosso, Ken salva un teppistello dalle grinfie di un aguzzino. Per ringraziarlo, il ragazzo lo deruba dei suoi bagagli e si dilegua come un fantasma. Ma servendosi del suo infallibile olfatto da segugio pedigree, Ken segue le tracce “odorose” (diciamo pure la puzza) del giovane fino alla catapecchia in cui abita col padre, guarda caso, un suo vecchio amico! Ye, questo il suo nome, è completamente ustionato e avvolto in bende, perché vittima della vendetta del Fiore Rosso.
Ken decide di distruggere per sempre l'organizzazione criminale, eliminandone i vertici del commando, ma per avvicinarli ha bisogno dell'aiuto di padre e figlio. Niente di così originale o esaltante, quindi: continuano le vendette mafiose in un’atmosfera da film budget cinese che ha ben poco a che vedere con quella della serie originale. Il quinto e il sesto volumetto sono ben più interessanti. Come i veri fan di Ken si aspettavano, entrano finalmente in gioco altre scuole di arti marziali.
In realtà, si tratta di varianti della scuola di Hokuto, derivate dall'antichissima scissione dell'originale in tre fazioni (Sun, Cao e Liu), avvenuta circa 1800 anni prima.
E’ introdotto anche un altro maestro di Hokuto, soprannominato <i>Re degli Spiriti</i>. Sembrerebbe una sorta di Raoul, ma dalle prime battute non pare avere la maestosità e la potenza del grande <i>Re di Hokuto</i>. Scopriamo che anche il tenente dei servizi segreti francesi, Charles de Guise (il Rey della situazione), è un esponente di Hokuto, ma non dimostra di apprezzare più di tanto il combattimento corpo a corpo. Predilige, invece, sciabola e pistola. E’ un manovratore e trama per ricostruire il Chinpan per dei precisi scopi personali.
Il nuovo Ken, caratterialmente, è molto diverso dal primo, pur avendo la stessa faccia, con i capelli un po’ più folti e più lunghi (<i>Tetsuo Hara</i> è uno di quelli autori che utilizzano i loro personaggi come fossero degli attori); è più un miscuglio tra lo scanzonato Keiji di <i>Hana no Keiji</i> e il temerario Ryusei di <i>Takeki Ryusei</i>. Il 62° maestro di Hokuto non ha molto a che vedere col truce e tenebroso Kenshiro che tutti ricordano. Sa piangere, ridere, e fuma come un treno. L'altro Ken, invece, soffocava le emozioni dietro una difesa impenetrabile. I due appaiono come il giorno e la notte. Starà ai lettori decidere quale preferire.
Per quanto riguarda la realizzazione tecnica, i disegni di <i>Tetsuo Hara</i> sono sempre molto ben fatti, carichi di neri e fini tratteggi. Sicuramente, rispetto alla vecchia serie, sono più precisi e maggiormente retinati, non privi di qualche effetto al computer, ma anche più banali nella loro costruzione e impostazione. Purtroppo, la colorazione delle copertine e delle illustrazioni, in passato realizzate addirittura ad olio, nel nuovo manga, proprio per un uso eccessivo del computer, appaiono troppo “leccate”.
Un mezzo ritorno che non mancherà di fare proseliti soprattutto per il nome di Ken che si trascina dietro. Nel complesso un’opera mediocre che non riesce a decollare: diversi personaggi dall’ottimo potenziale sono stati definitivamente e troppo velocemente bruciati dal dilagante buonismo di Hara, che oggigiorno dovrebbe davvero provare a rinnovarsi.