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Leggero, intrigante, e profondo quanto basta per risultare un bellissimo, purissimo battle shonen dei tempi andati, eppure così moderno nel suo giocare e reinventare stereotipi e archetipi tipici del genere.

Un riccone organizza un torneo per i più forti del mondo: questa sarà la trama per i primi cento capitoli.
La serie, pubblicata gratis da Naver Comics sul sito Line Webtoon, si divide in diverse stagioni, rappresentanti la varie fasi della storia, e conseguentemente del torneo.
Ritengo, assieme a molti, che "Un round con Dio" (ovvero la prima stagione) sia la migliore, e il motivo è semplice: botte. Ma botte vere, da parte di atleti praticanti i più diversi stili (dal karate al jujitsu brasiliano, il wrestling e il tai chi) le cui tecniche vengono rappresentate e descritte minuziosamente dall'autore, solito utilizzare uno stile tutto suo per rappresentare attraverso "proiezioni" i rapidi movimenti dei concorrenti. Su tutto ciò cala la genialata: non si può tifare per il protagonista. Il premio in palio è un desiderio qualsiasi esaudito, e tutti hanno naturalmente le loro motivazioni, dall'ottenere ciò che si è perduto (riottenere la giovinezza sprecata a far niente) al mantenere ciò che si ha (salvare un amico da una malattia terminale), ma il nostro caro Jin Mo Ri, assolutamente identificabile se non nel classico eroe shonen addirittura in Goku di Dragon Ball (e i richiami sono tanti, ma proprio tanti), vuole solo vincere, affrontare nuovi avversari e basta (parte "Buuuuu!" dai lettori).

Con la seconda stagione "Nazionali" avviene lo stacco. Si entra nella vera storia: non è più un round dietro l'altro ma parallelamente si svolgono vicende, eventi che rivelano interessanti retroscena e i grossi sviluppi che si verificheranno nel futuro. Stavolta abbiamo un villain, "sgravissimo" e interessante nella sua semplicità, capace di trasmettere nel lettore prima eccitazione, poi odio, e infine una profonda, ma immeritata, tristezza... È l'introduzione dei Charyeok, "armi" sovrannaturali che si integrano o prendono il posto degli stili di lotta fisici a cui eravamo abituati.

Dopo un lungo flashback rappresentante la stagione 2.5 si accantona definitivamente (forse) il torneo per concentrarsi sulla vera storia, quella che ci era stata presentata qualche decina di capitolo fa. I livelli di potenza sono allucinanti, e il nuovo universo narrativo continua a espandersi sotto i nostri occhi capitolo dopo capitolo; nuovi personaggi si fanno avanti e la storia dietro di loro si intreccia sorprendentemente con quella di persone a cui non avremmo mai pensato. The God of Highschool può sembrare un semplice fumetto di botte ignoranti, ma dietro vi è un grande e passionale studio. Dopo i Cheryok della seconda stagione abbiamo un nuovo drastico cambiamento in questa terza, in cui i combattimenti diventano più semplici, brevi e teatrali, per dar largo spazio alla vita "in comune" dei numerosi personaggi che finora abbiamo conosciuto.

Ora è in corso la quarta stagione... per ora non mi pronuncio.