Recensione
Mi rivolgo con questa recensione solo a coloro che hanno già completato la lettura di Devilman.
È difficile rovinare un'opera del calibro di Devilman, è difficile rovinare i suoi attimi più poetici o scioccanti o ancora sminuire i suoi protagonisti, eppure Yu Kinutani riesce in tutto questo con un solo fumetto: Amon - The Darkside of Devilman.
Amon è un manga illeggibile a mio parere sotto tutti i punti di vista. La trama è confusionaria senza capo né coda, non si capisce mai dove l'autore voglia andare a parare e poi non va a parare da nessuna parte. La narrazione è ambientata prima nel passato, al tempo in cui i demoni regnavano incontrastati sulla Terra, quindi vengono presentati alcuni demoni che erano semplici comparse nella saga originale e ai quali Kinutani cerca di dare un background più dettagliato, ma sebbene riesca ad aggiungere dettagli, questi non impreziosiscono la figura dei personaggi, anzi, come nel caso di Sirene, tendono a svilirne la statura. La Sirene nagaiana era elegante, orgogliosa, e in qualche modo emanava un'aria di purezza e castità, completamente demolita da Kinutani (molto abile in questo: avere a disposizione un personaggio epico e corromperlo subito non è da tutti).
La seconda parte del racconto è contemporanea ai fatti narrati in Devilman e cerca di raccontare gli stessi avvenimenti da un altro punto di vista, senza aggiungere niente di rilevante. Ancora una volta le poche aggiunte sono mirate a dissacrare degli attimi che hanno fatto la storia del manga e forse del fumetto in genere, come quando Akira vede la testa di Miki su una picca.
Ho letto quasi tutte le opere di Go Nagai pubblicate in Italia e posso dire che questo fumetto non è suo, anche la storia, che figura essere partorita da lui, è invece nata da Kinutani (è scritto implicitamente in fondo ai volumi): ciò è deducibile dai diversi tempi di narrazione e dalla mancanza totale di colpi di scena o immagini tragiche che sconvolgono il lettore, tratti caratteristici del Maestro.
Il disegno, sebbene riconosca che è particolare e piuttosto elaborato, ricco di dettagli, preciso e pulito, non mi è piaciuto affatto. L'ho trovato poco espressivo, freddo, mi ha dato una sensazione totalmente opposta a quella provata durante la lettura del Devilman originale, in cui il tratto grezzo, sporco, anatomicamente impreciso, dava una dinamicità e un pathos decisamente superiori.
Non che mi aspettassi un'opera del calibro di Devilman sia chiaro, ma di certo non una semi revisione unita a una sorta di genesi di alcuni personaggi secondari scialba e senza mordente.
Insomma, bocciato sotto ogni punto di vista. Vorrei essere più severo ma un paio di scene le ho gradite e sono troppo affezionato al titolo. Mi dispiace solo che con un soggetto di base così non si sia riusciti a fare molto ma molto di più. Da evitare a meno che non siate fan di Go Nagai o di Devilman e riteniate quindi di dover leggere qualsiasi cosa mai scritta dal Maestro.
È difficile rovinare un'opera del calibro di Devilman, è difficile rovinare i suoi attimi più poetici o scioccanti o ancora sminuire i suoi protagonisti, eppure Yu Kinutani riesce in tutto questo con un solo fumetto: Amon - The Darkside of Devilman.
Amon è un manga illeggibile a mio parere sotto tutti i punti di vista. La trama è confusionaria senza capo né coda, non si capisce mai dove l'autore voglia andare a parare e poi non va a parare da nessuna parte. La narrazione è ambientata prima nel passato, al tempo in cui i demoni regnavano incontrastati sulla Terra, quindi vengono presentati alcuni demoni che erano semplici comparse nella saga originale e ai quali Kinutani cerca di dare un background più dettagliato, ma sebbene riesca ad aggiungere dettagli, questi non impreziosiscono la figura dei personaggi, anzi, come nel caso di Sirene, tendono a svilirne la statura. La Sirene nagaiana era elegante, orgogliosa, e in qualche modo emanava un'aria di purezza e castità, completamente demolita da Kinutani (molto abile in questo: avere a disposizione un personaggio epico e corromperlo subito non è da tutti).
La seconda parte del racconto è contemporanea ai fatti narrati in Devilman e cerca di raccontare gli stessi avvenimenti da un altro punto di vista, senza aggiungere niente di rilevante. Ancora una volta le poche aggiunte sono mirate a dissacrare degli attimi che hanno fatto la storia del manga e forse del fumetto in genere, come quando Akira vede la testa di Miki su una picca.
Ho letto quasi tutte le opere di Go Nagai pubblicate in Italia e posso dire che questo fumetto non è suo, anche la storia, che figura essere partorita da lui, è invece nata da Kinutani (è scritto implicitamente in fondo ai volumi): ciò è deducibile dai diversi tempi di narrazione e dalla mancanza totale di colpi di scena o immagini tragiche che sconvolgono il lettore, tratti caratteristici del Maestro.
Il disegno, sebbene riconosca che è particolare e piuttosto elaborato, ricco di dettagli, preciso e pulito, non mi è piaciuto affatto. L'ho trovato poco espressivo, freddo, mi ha dato una sensazione totalmente opposta a quella provata durante la lettura del Devilman originale, in cui il tratto grezzo, sporco, anatomicamente impreciso, dava una dinamicità e un pathos decisamente superiori.
Non che mi aspettassi un'opera del calibro di Devilman sia chiaro, ma di certo non una semi revisione unita a una sorta di genesi di alcuni personaggi secondari scialba e senza mordente.
Insomma, bocciato sotto ogni punto di vista. Vorrei essere più severo ma un paio di scene le ho gradite e sono troppo affezionato al titolo. Mi dispiace solo che con un soggetto di base così non si sia riusciti a fare molto ma molto di più. Da evitare a meno che non siate fan di Go Nagai o di Devilman e riteniate quindi di dover leggere qualsiasi cosa mai scritta dal Maestro.