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Un capolavoro Disney che pone l'accento su una questione sociale ancora oggi molto dibattuta, il rapporto uomo-animali.

La trama si svolge attorno ai nostri protagonisti animali, i quali sono lasciati a se stessi perché purtroppo ennesime vittime dell'egocentrismo umano e della falsa gentilezza e della falsa premura (con l'attesa mai comunicata, ma eventualmente premeditata della ricompensa ottenuta con il raggiro) dettata dalla paura di vedere i propri sforzi dimenticati e disconosciuti dopo anni di servizio e duro lavoro e di essere trascurati e dimenticati. Questo è sempre stato il punto di forza della Disney, cioè dipingere cattivi che in realtà sono personaggi semplici che però si sentono trascurati e/o dimenticati e che perdono la testa per qualcosa che non spetta loro.

I personaggi sono immersi nell'atmosfera di inizio Novecento, nella Parigi bohemienne, capitale viva e culturalmente florida e presentano una naturalezza come pochi al mondo. La loro personalità è armonica e pacifica. Questa atmosfera cede poco a poco ad una euforia e frenesia che irretiscono i sensi dello spettatore e lo contagiano al midollo. Ciò è dimostrato dalla colonna sonora, ora a base di fisarmonica ora a ritmo di una specie di precursore del jazz e del rhytm and blues che ci fa scatenare, soprattutto nella scena finale. Penso che il film voglia evidenziare e denunciare il fatto che certi esseri umani non siano capaci di accettare un ruolo marginale nella società e che pretendano sempre di ottenere ciò che non spetta loro anche con metodi subdoli e disumani che rivelano la loro bestialità.

Un capolavoro sul quale riflettere parecchio. La tecnica grafica è sempre quella ad acquarello, originale e che rimarca la naturalezza e la spontaneità dell'ambientazione e dei personaggi.