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Will Smith dà la voce al proprio avatar Lance Sterling in questa spy story fuori dalle righe e anticonvenzionale. Il suo stile è imprevedibile e fuori dal comune, ed è così che riesce sempre a spuntarla e a uscire indenne da certe situazioni. Lui è l'agente che sa fare la differenza.
Questo fino a quando non incontra un criminale, il quale sembra al di sopra degli altri che ha messo fuori combattimento. Urge un aiuto, ma il nostro eroe è uno che ama lavorare da solo, e quindi sente di non aver bisogno di una spalla che a suo avviso lo rallenterebbe. Questo fino a quando scopre di essere stato incastrato dal cattivo di turno che, avendo scannerizzato il suo volto, lo usa per compiere i peggiori crimini e quindi far ricadere la colpa di questi su di lui. Ed è a questo punto che entra in scena il coprotagonista Walter, verso il quale Lance inizialmente non sembra molto ben disposto, considerati i gadget astrusi che questo inventa, ma i quali si rivelano alla fine decisivi nella cattura del criminale Killian. Tra questi, il siero che trasforma Lance in un piccione e che, al contrario di quello che sembra, si rivela essere una copertura abbastanza efficace per mascherarlo, visto che ora è ricercato per i crimini che non ha commesso. Tra un inseguimento e l'altro il rapporto tra i due comincia ad approfondirsi, anche se a singhiozzi, dato il carattere decisamente schivo di Sterling. Ciononostante, i due capiscono che solo unendo le forze possono farcela e che uccidere non è la soluzione giusta, come Walter ha sempre sottolineato.

Possiamo quindi affermare che il film è decisamente equilibrato, anche se a prima vista appare un po' prevedibile. Ma questo è un film con un ritmo abbastanza medio, tra scene lente e veloci, scene di combattimento, di inseguimenti e dialoghi, e ama prendersi in giro, pur mantenendo quell'alone di serietà che caratterizza il genere dello spionaggio, ma è questo il nucleo: disinvoltura, dissimulazione, inganno, ingredienti fondamentali per una storia di spionaggio.

I personaggi sono infatti caratterizzati in modo da sembrare ridicoli, ma non lo sono affatto.
Interessante è il personaggio del capo di Lance Sterling, che sembra l'avatar di Helen Mirren, come se fosse stata presa da "Fast & Furious", dove interpreta la madre di Deckard, Owen e Hattie Shaw, Magdalene Shaw, ed è una trovata che ci azzecca in pieno. Per non parlare poi del personaggio di Kimura, il principale venditore della yakuza, e altri personaggi, tra cui ovviamente Killian, Sterling e Walter, i quali mostrano a poco a poco il loro vero volto. Altri rimandi fondamentali sono ovviamente James Bond: è soprattutto Walter a simulare il personaggio creato da Ian Fleming, quando lui si ribattezza Atom, Idrongenum Atom.

La colonna sonora è un tributo proprio ai film di "James Bond", quindi ci sta più che alla grande. Per non parlare poi degli accessori da spia, sempre imprevedibili, ma questo è lo stile del personaggio, reso con un effetto comico dirompente.

Ma ciò che conta è il messaggio finale, ovvero che uccidere non è mai una soluzione, perché si rischia di abbassarsi di livello, e questo ci viene fatto capire proprio dal cattivo di turno, le cui cicatrici sono la prova evidente dei crimini commessi anche dall'agenzia per cui i due protagonisti lavorano, la quale non è sempre stata discreta circa i metodi da adottare nell'ultimazione delle missioni. Forse il film vuole essere anche una sorta di denuncia verso il mondo dell'intelligence di determinati Paesi circa le operazioni e i modi, i metodi e i sistemi adottati da questa nella preservazione della pace, dell'ordine.
Un film fatto di imprevisti, di azioni fuori dagli schemi, dalle convenzioni.
Voto: 8,5