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7.5/10
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Dopo la visione di questa serie, la prima caratteristica che ho più notato è stata che "WorldEnd" vuole raccontare due tipi di storie che si riflettono l'una dentro l'altra.
Questa natura doppia si intuisce già nel prologo, un inizio in medias res piuttosto drammatico, con un’atmosfera da combattimento finale, cui segue un secondo prologo piuttosto tenero con l'incontro tra i due futuri protagonisti. Quando poi si entra nel vivo, ecco che veniamo introdotti nella particolare struttura della trama, che si svela una storia di guerra, con quest'ultima che però resta quasi sempre sullo sfondo, mentre ci si concentra sulla conoscenza sempre più affettuosa che il protagonista Willem farà con le ragazze che dovrà custodire, e in particolare con Chtholly. Da qui si capisce che i due tipi di trame sono concepiti per alimentarsi a vicenda: più si sviluppa la trama sentimentale, più si concepisce il crudele dramma della guerra a cui sono chiamati i protagonisti; e più le conseguenze della guerra appaiono ineluttabili, più ci si dovrebbe affezionare ai protagonisti, persone desiderose solo di vivere e che già hanno conosciuto fin troppa sofferenza.

Si tratta di una concezione interessante e anche abbastanza inconsueta, perché "WorldEnd" racconta un conflitto che solo nella parte finale è davvero un protagonista, e all'atto pratico si tratta di un lavoro che riesce quasi a metà: la narrazione compie un lavoro molto buono nel raccontare i fatti, mettendo ogni azione al posto giusto e illustrandola col ritmo giusto, evitando vuoti o lungaggini, inserendo ogni tanto dei gustosi momenti di humour, col risultato che la serie scorre che è una bellezza.

Il lato meno riuscito riguarda invece l'introspezione dei personaggi: non si tratta di un lavoro fatto malissimo, bensì di un lavoro soltanto discreto, quando invece avrebbe dovuto essere più coinvolgente, vista la quantità di dramma inserito nella storia. Coloro che si rivelano essere i due personaggi principali, Willem e Chtholly, hanno una vera introspezione, che tuttavia non riesce ad andare oltre un senza infamia e senza lode (e per lui la situazione è peggiorata dall'avere un atteggiamento quasi sempre troppo freddo e controllato), col risultato che, quando si arriva alla battaglia finale, anziché versare lacrimoni, si può commentare al massimo: 'Poverini'. A tal riguardo, il punto più basso dell'empatia è quando si scopre la vera natura delle misteriose bestie, una scoperta che dovrebbe essere sconvolgente sia per lui che per lo spettatore, e invece (almeno a me) non ha detto nulla.
Riguardo gli altri personaggi, non c'è molto da dire, sono descritti con buona efficacia, però sono dei tipi predefiniti (la fredda, la dolce, la pestifera, la riflessiva, il maschiaccio ecc.). Da segnalare comunque il modo in cui sono state caratterizzate le piccole leprechaun: di per sé sono tutte concepite in modo 'kawaii', tuttavia la scena in cui una di loro si fa male e continua a giocare come se nulla fosse sa trasmettere molto bene la crudeltà della guerra, usando il contrasto tra la dolcezza di queste bimbe e il destino di morte cui paiono essere condannate.

Riguardo l'azione, a parte alcuni brevi scontri inseriti qui e là, giusto per far capire la natura di questo conflitto, si può parlare di vera battaglia solo nel segmento finale, e siamo dalle parti del lavoro decoroso e null'altro, come pure le animazioni: fatte bene, anche se nulla di eccezionale.
Devo però annotare una sorta di errore in buona fede fatto dagli autori dell'anime, perché diversi misteri non sono stati risolti e il tutto si conclude con un epilogo poco chiaro. Certamente, è stato realizzato così in vista di una seconda serie, però, siccome allo stato attuale non sembra prevista, temo che abbiano peccato di ottimismo, lasciandoci per questo un finale che rischia parecchio di far dire allo spettatore: 'Ma come, termina così? Cosa è successo a quei due?'

In definitiva, "WorldEnd" è un buon titolo che sa davvero intrattenere, però non sempre riesce ad esprimere appieno le sue potenzialità.
Voto: tra il 7 e il 7,5.