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    Al di là del suo valore intrinseco – che è abissale – , e oltre ogni analisi tecnica, narrativa, iconologica, o simbolica. Perché la sua immensità non sta in questo. Anche cento opinioni, mille interpretazioni, non bastano per esprimere quel qualcosa che è più sottile di ogni definizione. Chi non lo ha amato non si è fermato mai – non importa – , è passato oltre, ha continuato ad andare dritto per la sua strada. Ma è rimasto inconsapevolmente pi1 [ continua a leggere]
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    “Ghost in the Shell” è il cult. È uno di quegli eventi che cambiano i paradigmi. Il canto del cigno dell’ultimo cyberpunk anni ’90, glaciale, dalla filosofia sfuggente ed estrema spinta fino ai recessi più profondi dell’esistenza – fino alle idee fondanti dell’esistenza – e ancora oltre, esplorando gli abissi creati da un pensiero che va oltre, che sa spingersi oltre, e che lo fa dentro una struttura che è una visione rigorosissima in cui non c’1 [ continua a leggere]
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    Strabiliante. E non ci posso fare niente se quando vedo le opere di Satoshi Kon mi viene da piangere per la felicità. Sono fatto così, quando vedo delle genialate mi struggo dalla gioia. L’essenza di Kon è la meraviglia e lo stupore, abbinate a una riflessione allucinata e fuori da ogni schema. Paprika è lo straripamento parossistico di questa pazza pazza mente contorta e allucinata: purissimo delirio visivo e concettuale, o se vogliamo la summa1 [ continua a leggere]
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    Avvertenze per piagnoni, gente che soffre di stomaco e moralisti del caz… – girate i tacchi ed evaporate; questa non è roba da mammolette! E leggete ascoltando Red Fraction!

    Oltre le premesse del primo barrage, in overdrive assoluto, esasperato fino al parossismo agghiacciante e tirato fino a una tensione insostenibile.
    Perché se è vero che deriva dalla prima serie, qui si cambia il tono e pure la mira. L’essenza della seconda affonda in una c1 [ continua a leggere]

    9.0/10
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    Avvertenza indispensabile: Ergo Proxy va obbligatoriamente visto nella versione audio originale, poiché la scelta delle voci italiane è davvero infelice (quella di Pino è assolutamente odiosa. Ascoltate la Pino giapponese, se volete un confronto… splendida).

    Vincent Law (Vins, o Vinsento) è un immigrato tonto nella città-cupola hi-tech Rom-do, ultimo paradiso artificiale su una Terra ridotta ai minimi termini da una qualche catastrofe, i cui r1 [ continua a leggere]

    8.0/10
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    Appassionante. Un cocktail shakerato alla grande di comicità, pazzia, risate, sentimenti, problemi e crescita attraverso se stessi, gli altri, la scuola e la vita. Realizzato con bei disegni puliti, bel chara design, colori brillanti… e con un cast totalmente strampalato ma assolutamente splendido.
    C’è un ragazzo frangettone col complesso degli occhi da teppista (occhi da teppista???) e l’animo del cuoco-casalingo incallito; c’è la capellosa mi1 [ continua a leggere]
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    Ora, io non vorrei confrontare Solid State Society con i due Film di Oshii. Non vorrei proprio – perché il secondo è un capolavoro del cinema… e il Primo è un opera assoluta. Ma Kamiyama si tira il paragone da solo, con continui rimandi e sequenza ispirate ai due predecessori. E se non bastasse mette in gioco pure il nome del marionettista (come ha osato!!!) stravolgendo in modo assurdo e imperdonabile l’essenza di un personaggio che è entrato n1 [ continua a leggere]
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    Un omaggio al cinema, un omaggio alla Storia e un omaggio ai sentimenti di una terra la cui Esistenza fra passato e futuro viene ripercorsa in un millennio vero e filmico dai ricordi dell’esistenza di un’attrice alla ricerca dell’amore di un istante e di una vita. Ma tutto parte sempre da molto lontano, ovvero da uno spassosissimo intervistatore-superfan innamorato di tutti i film dell’attrice Chiyoko, che si reca con il suo cameraman divertenti1 [ continua a leggere]

    8.0/10
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    Prendete Lain, frullatela con Mushishi e metteteci dentro pure un bel po’ di turbe psico-ormonali adolescenziali. Approssimativamente vi verrà fuori Ghost Hound.
    Ecco, ora che ho sparato la mia solita sintesi babbiona semiseria, diventiamo un po’ più seri perché quest’anime è terribilmente serio, e c’è tanto di cui parlare.

    Taro – un marmocchio bassissimo che da bambino è stato rapito con la sorella che c’è rimasta secca perché l’allegro rapit1 [ continua a leggere]

    7.0/10
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    Serie fresca-fresca di inizio 2009, che piacerà a tutti i fan sentimentali di pupe e moto. Ma moto decisamente avveniristiche, simil transformer, con un design computerizzato ipersportivo e dalle prestazioni fuori dal comune. A ritrovarsi in sella a uno di ’sti bestioni è Rin Ogata, ex ballerina che ha mollato la sua passione – la danza classica – per un infortunio (brutta cosa, per chi ci è passato), e che in un giorno di pioggia si va a ripara1 [ continua a leggere]
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    ’Sta serie è troppo adulta, troppo maniacale e troppo porno. E va benissimo così. Gli anime (malgrado le mamme italiane e Mediaset) non sono roba da bambini. Perciò beccatevi ’sto bollino rosso e se siete minorenni… be’ vedetevela lo stesso – tanto prima o poi si cresce.
    Praticamente Mnemosyne è un poliziesco/soprannaturale di sei episodi dilatati (40 minuti) incentrato sulle investigazioni di una supermaggiorata vogliosa (che ci sta sempre), a1 [ continua a leggere]
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    Nove minuti imperdibili, per chi ama curiosare nei discorsi degli altri e per chi ama lasciarsi trasportare dalle parole. C’è da dire che è un bar davvero strano. Sì, insomma, dove due ragazzini sono impegnati in un discorso sulla potenza delle parole, dove due tizie dibattono sull’attendibilità di voci di terza mano (ovviamente riguardo a pettegolezzi), dove un tipo solitario si legge Verne e Asimov contemporaneamente, e dove lo sfigato di turn1 [ continua a leggere]