Gli anni '90 erano senza ombra di dubbio l'epoca dei platform, da Rayman passando per Banjo-Kazooie ed arrivando fino ai mostri sacri come Super Mario 64 o la santa trinità di Playstation costituita da Crash Bandicoot, Spyro e Tomb Raider, detto quasi in maniera brutale "se non facevi un platform non eri fico"; per ogni gioco di questa categoria di alto profilo che usciva però ne venivano rilasciati almeno altri tre che provavano a ritagliarsi una loro nicchia, basti pensare a Croc, Jazz Jackrabbit (lo sappiamo che vi stiamo sbloccando ricordi di un certo spessore) o per l'appunto Tomba!, o Tombi! come era conosciuto in territorio nostrano, platform del 1998 ideato dal creatore di Ghost 'n' Goblins Tokuro Fujiwara che tentava di mischiare il genere di base con una struttura da leggero gdr implementando inoltre cambi di prospettiva e multipli piani di gioco, a suo tempo il titolo riscosse un discreto successo tanto da portare alla produzione di un sequel uscito un anno e mezzo dopo.

Consapevoli dell'importanza e dell'amore verso il prodotto i ragazzi di Limited Run Games hanno deciso di sfruttare il loro motore proprietario, il Carbon Engine, per trasporre il titolo su console moderne, noi lo abbiamo giocato da cima a fondo ed oggi siamo pronti a raccontarvi nella nostra recensione se, quasi 26 anni dopo, valga ancora la pena recuperarlo
 
Nonostante gli anni Tombi riesce ancora a difendersi bene, a patto di scendere a diversi compromessi

La trama alla base di Tomba! Special Edition (così chiamata questa riedizione) non vincerà di certo un Oscar per la profondità ma funziona in maniera egregia da motore trainante per farci partire all'avventura: il bracciale d'oro del nonno del nostro protagonista è scomparso e questo pare essere opera dei sette maiali cattivi, suini senzienti dotati di poteri magici che hanno lanciato delle maledizioni sul mondo di gioco, scatenando calamità, trasformando le varie location ed inviando le proprie schiere di servi a minacciare gli abitanti dei villaggi, sarà dunque compito del nostro eroe sconfiggerli per riportare la pace in queste terre e ritrovare il gioiello rubato.
 
Il cast di personaggi che incontreremo è molto variopinto e regala dialoghi davvero simpatici

Dal punto di vista del gameplay il titolo si presenta (come detto nella premessa) come un peculiare mix di platform e gdr, attraversare le varie location che visiteremo (classiche si ma con molteplici twist dalla loro, tra foreste colme di fiori muniti di volto, case stregate piene di stanze e fitte giungle dalle mille insidie) sarà infatti un semplice andare da punto A a punto B da sinistra verso destra (fatta eccezione per alcune zone "hub" dove potremo parlare con gli abitanti muovendoci in libertà) attraversando i vari ostacoli che troveremo sul cammino, tra dirupi, pericoli ambientali e gli immancabili nemici, ciò che caratterizza davvero la produzione e la differenzia dalla concorrenza sono i molteplici piani di gioco e gli eventi, in diverse parti dello scenario sarà infatti possibile inclinare lo stick verso l'alto o verso il basso per far passare il nostro protagonista alla parte in sfondo o in rilievo dello stage, accendo a zone extra e rendendo a tutti gli effetti i vari livelli più ricchi ed estesi di quanto si pensi (soluzione adottata al tempo per risparmiare sulla memoria), interagendo inoltre con determinati oggetti o diversi npc potremo dare il via agli eventi, questi non sono altro che delle vere e proprie subquest che verranno registrate nel nostro diario e starà a noi capire come risolverle in base agli indizi forniti, ce ne saranno ben 131 suddivise tra quelle necessarie al proseguimento della trama e quelle secondarie atte a farci guadagnare non solo AP (punteggio sempre consultabile in alto a destra che servirà ad aprire certe casse o attivare diversi eventi) ma anche gadget più o meno utili, o magari ancora altri oggetti chiave necessari per il completamento di ulteriori eventi (non sarà cosa rara infatti trovare catene anche di 5/6 eventi collegati tra di loro).
Per quanto riguarda invece il sistema di combattimento diciamo che si tratta di una cosa molto semplice, sarà possibile infatti utilizzare diverse armi come una mazza chiodata o un boomerang per stordire i nostri avversari ma il modo migliore e più veloce per sbarazzarsene sarà senz'altro quello di saltargli in testa e lanciarli via, metodo che sarà utilizzato anche come chiave delle boss fight e ci richiederà di lanciare i malvagi maiali nell'apposito sacco presente al centro dell'arena ed in continua rotazione (cosa che renderà i combattimenti anche un po' strategici).
 
Sconfiggere i sette maiali cattivi sarà il focus principale della nostra avventura

Se da un lato non possiamo che lodare la creatività del progetto (considerato l'anno di uscita) dall'altra non possiamo neanche soprassedere sui tanti difetti che si porta dietro, sia insiti nel gioco originale (quindi chiaramente non risolvibili da questo porting) sia altri che potevano essere risolti in questa riedizione con pochissimi accorgimenti, per la prima categoria vi è sicuramente in primis la prolissità degli spostamenti, occasionalmente infatti otterremo un oggetto chiamato "Piuma della carità" che ci permetterà di teletrasportarci in zone già visitate, tuttavia quest'ultimo ci sarà fornito in quantità estremamente limitata (sarà anche possibile farlo senza limiti in un altro modo, ma solo completando un evento secondario ben oltre 3/4 dell'avventura), cosa che richiederà spesso e volentieri interi minuti di backtracking per completare i vari eventi (minuti che diventeranno ancora di più qualora non dovessimo ricordarci i punti di connessione tra i vari livelli e che quindi ci forzerà ad aprire più volte il menù per consultare la mappa), in secondo luogo invece troviamo l'inutile complessità di certi eventi, per quanto la maggior parte siano intuitivi e risolvibili parlando multiple volte con l'npc che ce lo fornirà (in tal senso è stato fatto un buon lavoro, che porta il giocatore a prestare attenzione a tutto ciò che gli viene detto) per alcuni di essi saremo veramente spaesati e siamo stati costretti a cercare la soluzione su internet, scoprendo di non essere noi poco intuitivi ma l'evento in sé ad avere una risoluzione assurda e fuori dagli schemi; se a tutto ciò aggiungiamo la macchinosa gestione dei salti (il nostro protagonista può infatti o saltare più in alto o più lontano, non entrambe le cose contemporaneamente, concetto davvero troppo datato) e le discutibili hitbox (per saltare su un nemico per prenderlo dovremo stargli sempre precisamente sopra, anche solo mezzo centimetro più a destra o a sinistra risulterà nel subire danno, cosa su cui fortunatamente potremo mettere una pezza con il nuovo menù integrato, che ci consentirà non solo di salvare in qualsiasi momento [senza dover per forza usare i cartelli segnaletici come nell'originale], ma anche di riavvolgere l'azione di qualche secondo [un po' come nei recenti classici PS1 e 2 importati su PS5])

Parlando invece dei difetti presenti nel porting la piaga principale è una ed una soltanto: i tempi di caricamento, considerata la natura del gioco dovremo spesso passare da una location all'altra ed aprire il menù parecchie volte e subire per entrambe le cose dai 5 ai 7 secondi di caricamento pur giocando su un pc di fascia alta è risultato veramente assurdo, speravamo che almeno in tal senso il titolo fosse stato ottimizzato.

Sul fattore durata/prezzo diciamo che la questione è discutibile, 20€ per una remastered fatta bene benché della durata di sole 8/9 ore sarebbe stato accettabile, ma considerato che si tratta di un vero e proprio porting, senza alcuna miglioria tecnica (neanche nei tempi di caricamento) e con presente solo un po' di materiale extra come bonus probabilmente abbassare il prezzo di 5/10€ sarebbe stato più onesto; ciliegina in chiusura è la presenza del doppiaggio originale italiano (benché presente in pochissime cutscenes e di qualità discutibile) e del fatto che i testi siano anch'essi totalmente in italiano (anche se pure qui sarebbe stata d'obbligo una revisione, visto che a certi oggetti maschili spesso viene associato un verbo al femminile, a volte addirittura nello stesso discorso si passa da maschile a femminile in maniera totalmente casuale)

 
Tomba! Special Edition è un titolo che si può a tutti gli effetti definire figlio del suo tempo, è sperimentale e sotto tanti aspetti decisamente interessante (oltre che carico di humor), ma pieno di difetti tipici dell'era PS1 e soprattutto in questa riedizione si porta dietro ulteriori difetti che potevano essere facilmente risolti, considerato che il team si occuperà anche del porting del secondo capitolo nel 2025 speriamo che almeno quest'ultimo punto venga rifinito, ma per tutti gli appassionati o chi non ha mai giocato l'originale (ndr. come il sottoscritto) questo è sicuramente il modo migliore per recuperare un interessante pezzo di storia di Playstation.